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Pamela e la sua punizione!

By 18 Aprile 2016Dicembre 16th, 2019No Comments

Pamela era una ragazza viziata, in perenne conflitto con il padre. Unica femminuccia di tre figli tutti più grandi, Marco 26 anni, Andrea 22 e lei 18 anni di esuberante bellezza e sensualità. Alta poco più di 1,65, grandi e profondi occhi verde smeraldo, labbra carnose, carnagione chiara, capelli nero corvino, culetto a mandolino e due tettone quarta taglia da paura. Aveva sempre tutto e quando gli veniva negato qualcosa faceva di tutto per ottenerlo. Come quella volta, causa un clamoroso ritardo nel rincasare, il padre la mise in punizione. Non uscirà la sera per un mese. Dopo una furibonda litigata, al suono di’ tu sei una ragazzina’ perch&egrave hai diciotto anni ti senti una donna fatta. E poi mia figlia non torna a casa tardi facendo la puttanella in mezzo la strada! Nonostante qualche capriccio e minacce varie, tipo di andarsene di casa o venire bocciata alla maturità, non ci fu niente da fare.
Pamela passava le giornate tra la scuola, lo studio ed il nuoto, sport che aveva sempre praticata sin da piccola, insieme al papà. Passata la prima settimana, ma niente. Walter, il padre, era irremovibile. Pamela stava scoppiando non sapeva come fare. Quando al passare della seconda settimana di reclusione in casa, decise di fargliela pagare. Voleva escogitare un modo per vendicarsi del padre per la punizione, così gliela faceva vedere lei l aputtanella!
L’istruttore di nuoto, Paolo, non che un caro amico del padre, veniva a trovare Walter ogni settimana per scambiare quattro chiacchiere. Paolo, single incallito, il Baywatch della zona, perché così lo chiamavano. Capello castano chiaro alto più di 1,80 fisico asciutto che per un uomo di quasi 50 anni &egrave invidiabile. In piscina da quest’anno mi osserva con fare incuriosito, si avvicina appena può cerca il contatto fisico, fa qualche battutina, insomma fa il piacione. Come ogni mercoledì pomeriggio me lo ritrovo a casa a bere una birreria con papà ed ha chiacchierare del più e del meno. Tutto scorreva come sempre, fino a quando mio padre ricevette una telefonata, era mio fratello Andrea, stava tornando col treno, lui fa il militare ed ogni paio di settimane torna a casa, ma sento papà che dice…
W: dove si &egrave fermato??? Alla faccia… E non riparte!!! Ok. Dammi il tempo che arrivo.
Papà spiega la cosa a Paolo, &egrave dispiaciuto, ma deve andare. Paolo ovviamente non dice niente, ma chiede solo di andare in bagno prima di uscire.
W: vai tranquillo il tempo che mi preparo fai quello che devi fare.
Io sento tutto e mi vado a nascondere nel bagno. Papà va in camera sua a prepararsi e Paolo si dirige verso il bagno.
Appena apre la porta…
P: ops, scusami non pensavo stessi tu…
Pam: entra, entra non ti preoccupare, mi sto solo pettinando i capelli…
E Paolo entra chiudendo la porta alle sue spalle… Prima di parlare notavo, vedendolo dallo specchio, che mi guardava il sedere. Indossavo quei mi shorts fatti di tuta, molto aderenti e soprattutto molto corti. Sembrava più una culotte che un pantaloncino. Una t-shirt corta da sopra l’ombelico ed un paio di infradito.
P: veramente io dovrei andare in bagno… Con te qui…
E mentre lui parlava si sentiva mio padre…
W: Paolo, allora??? Io devo andare…
Io senza dire niente uscii dal bagno andai in salotto da papà e facendo finta di niente chiesi cos’era successo e dove stesse andando. Lui velocemente mi spieg’ tutto, anche il fatto che stava aspettando Paolo che uscisse dal bagno per andarsene.
Pam: vai tranquillo pà ci sto io in casa, appena esce dal bagno lo avviso io.
W: ok, grazie… Devo iniziare a ricredermi sulla tua punizione…
Gli faccio un sorriso, lui esce e va via.
Mi fiondo verso il bagno, sperando che Paolo non abbia chiuso la porta a chiave. Arrivo vicino e la apro come a voler scoprire qualcosa. Trovo Paolo che si sta pulendo l’uccello con la carta igienica. Lui all’apertura della porta trema, si gira e con fare impacciato cerca di ricomporsi alzandosi i pantaloni.
P: ma non vedi che sono ancora in bagno…
Io senza dire una parola mi avvicino a lui, guardandolo fisso negli occhi, gli metto una mano sul pacco e…
Pam: ora ci penso io a lui. continuo io…
Non finisco di parlare che lui mi sposta la mano dai pantaloni.
P: ma sei pazza cosa avrebbe detto tuo padre se avesse visto una scena simile!
Sempre guardandolo negli occhi.
Pam: papà &egrave uscito… Ci siamo solo io e te!
E stavolta metto direttamente la mano nella cerniera dei pantaloni ancora aperta.
Mamma mia che gran cazzo… Da moscio e la mia mano non lo contiene… penso.
Lui &egrave ammutolito, ma con lo sguardo di chi non stesse aspettando altro. Con una mano gli sbottona i pantaloni e li faccio cadere a terra e con l’altra sono sempre ancorata a quel palo di carne che non vedo l’ora di vedere e soprattutto di sentire. Iniziò un leggero movimento sui boxer e sento che qualcosa si sta muovendo… Mi inginocchio, gli abbasso i boxer e svetta un’asta lunga più di 20 cm con un diametro enorme, ed ancora non &egrave del tutto dura. Il mio primo pensiero &egrave stato… Chi sa se riesco a prenderlo tutto in bocca.
Con fare soddisfatto mi dice…
P: stupita? Non ne avevi mai visto uno così grande?
Lo guardo… Me lo porto alla bocca e prima di iniziare il mio servizietto…
Pam: stai zitto… Oggi sei un uomo fortunato!
Non essendo ancora duro lo afferro con due mani caccio la lingua ed inizio a dare delle profonde leccate a quella cappella enorme, intanto con le mani inizio un piccolo movimento… Quella piccola sega a due mani e la cappella che ormai &egrave ospite della mia bocca, da i suoi frutti… Mi tolgo la cappella da bocca e passo la lingua su tutta l’asta per andarmi poi a dedicare alle palle. Lui mi guarda con lo sguardo tra il sorpreso ed il godurioso che incrocio di tanto in tanto, colpa della grandezza del suo cazzone che mi copre tutto il viso. Si libera dei boxer con i piedi ed allarga ancora di più le gambe, questo mi permette di andare ancora più sotto con la lingua, leccando quasi fino all’ano. Mi lascia carta bianca, vuole essere preda delle mie attenzioni. Ingurgito le palle voracemente succhiandole e leccandole una alla volta ad intermittenza, e con le mani intensifico per pressione e velocità la sega. &egrave arrivato il momento di vedere la mia gola quanto &egrave profonda. Mi punto il cazzo dritto verso il viso apro la bocca e pian piano cerco di farne entrare quanto più posso, lo caccio lo sego un po’ e poi riprendo… Paolo mi prende i capelli come a raccogliermeli e con una leggera pressione mi spinge la testa verso di lui ed i suoi fianchi verso di me… Mi sento soffocare, batto con la mano sulla gamba, non respiro. Molla la presa e mi lascia respirare, neanche il tempo di una boccata piena che subito mi riserva lo stesso trattamento… Mi devo rilassare, non devo farmi trovare in difficoltà… Continua questo giochetto per quattro cinque volte, fino a quando sempre tirandomi per i capelli mi fa alzare , mi prende in braccio e mi fa sedere su bordo del lavandino, si mette le gambe sulle spalle ed inizia a leccarmi la fica partendo la clitoride fino all’ano, la sua lingua sembra un pennello, su e giù senza mai fermarsi e con molta saliva. Questo mi fa impazzire, nessun ragazzo della mia età mi aveva mai leccata così. Non resisto molto, gli mantengo la testa verso il mio pube ed esplodo in un grande orgasmo che quasi cado dal lavandino. Neanche il tempo di riprendermi da quel momento d’estasi che sento la cappella di Paolo avvicinarsi al mio sesso. Spalanco gli occhi …
P: non ti preoccupare… Non farà male, anzi, godrai come non hai fatto mai in vita tua.
Sento la fica aprirsi… Il penetrare lento ma deciso accentua ancor di più la sensazione di allargamento che ho tra le gambe… E’ gentile e deciso allo stesso tempo, mi penetra lentamente e fino in fondo, per farmi sentire tutta la mastodonticità del suo cazzo. Mi guarda fisso negli occhi come a volermi sfidare. Non un cenno di sottomissione avrà dall’espressione del mio viso’ e poi &egrave solo per sfregio, per questo mi sta avendo’ però come mi piace’ me lo sono scelto bene il dispetto!!! Il ritmo aumenta, non contengo più i gemiti’ sono avvinghiata a lui, ho le braccia sul suo collo. Mi afferra per i glutei e alzandomi dal lavandino mi possiede all’impiedi. Ho le gambe in torno al suo bacino e le braccia in torno al collo, sento le sue mani sui glutei che con forza mi fanno salire e scendere da quella meravigliosa asta’ mi sento un giocattolo nelle sue esperte mani. Questa posizione &egrave il preambolo per un altro orgasmo. Mi irrigidisco e tutta ad un tratto mi rilasso, tanto &egrave forte il mio piacere. Si ferma mi guarda e facendomi scendere mi dice:
P: te l’avevo detto che ti sarebbe piaciuto!
Con la mano sulla spalla mi indica di inginocchiarmi vuole che glielo prenda in bocca. Senza resistenza mi inginocchio ed inizio a succhiare quell’uccellone. Un misto di sapori forti. E’ tutta la mia melmina che imbratta quel cazzo, ed io lo sto ripulendo. Si scansa da me e si siede sul bordo della vasca aprendo le gambe. Mi avvicino gattonando come una micetta in calore, pensando che dovevo continuare il giochetto di bocca, ma appena mi accingo ad agguantarlo, mi fa alzare e mettere di spalle. Vuole che mi segga a gambe strette e di spalle su quel cazzone, vuole sentire ancor di più com’&egrave stretta la mia fica. Allargo un pò le gambe solo per agevolare l’entrata e aiutato dalle sue mani sul mio culo inizio ad impalarmi. Lui mi da il ritmo, sono preda dei suoi istinti. Ci vuole poco, quel misto di dolore e goduria in poco tempo si trasforma in orgasmo. E’ la terza volta che godo ed ogni uno &egrave stato più forte di quello di prima. Paolo non si ferma nonostante sia venuta’ si vede che tra poco tocca a lui.
Pam: Ti prego non venirmi dentro, non prendo nulla’
P: Non ti preoccupare, non era mia intenzione. E poi chi si perderebbe lo spettacolo di vedere quel tuo viso angelico pieno di sborra’
E scoppia in una fragorosa risata, aumentando non solo il ritmo con le mani ma anche da sotto con colpi secchi che mi facevano sentire quel cazzone fin dentro la pancia. Mi alza con le mani, sta per venire. Mi posiziono dinanzi a lui ed inizio a succhiarglielo. Mi tira via il cazzo da bocca e con quattro colpi di sega dopo essersi preso il cazzo in mano, mi imbratta il viso ed il seno. Tanta era la sborra che qualche fiotto mi arriva persino in bocca. Non avevo mai assaggiato lo sperma’ salato ma non disgustoso come dicono. Mi siedo a terra dalla stanchezza mentre Paolo si sta sciacquando nel bidet.
Vado allo specchio e la sensazione di essere completamente ricoperta di sborra &egrave giusta. E’ venuto in quantità industriale. Quanto cazzo ne &egrave colato anche sulle tette.
P: non ne avevi mai vista tanta &egrave?!?! Quella santarellina di Pamela che ci tiene. Se lo sapesse papà che ti piace in questo modo il cazzo! Ahahahah
Pam: certo tu non glielo dirai e poi se l’&egrave cercata!
Mi alzo da terra e mentre mi sto per buttare sotto la doccia’
Pam: Appena hai finito, e ti conviene muoverti che papà starà tornando, la strada la sai. Ciao Baywatch ci vediamo in piscina!
Ed apro la doccia per ripulirmi e ritornare ad essere l’angioletto di papà.

Continua’
Pamela dopo quella grande scopata si era addormentata crollando stremata sul letto. La doccia aveva contribuito a farla rilassare ancor di più.
W: Pamela, siamo tornati…
Solo una voce in lontananza le era sembrata quella del padre. E come in un sonno profondo si gira dall’altro lato e si riaddormenta.
W: piccolaaaa. Piccola svegliati sono le 9. A cena.
P: si sto venendo, dammi un minuto.
Dopo qualche minuto Pamela si alza dal letto e si presenta in cucina per cenare. Sente un gran vociare pensando che in cucina fossero sordi per il volume della TV così elevato. Quando apre le due porte scorrevoli si ritrova una stanza piena di gente, e tutti gli occhi puntati su di lei. Il fratello Marco era in licenza per i giorni festivi a cavallo del 25 aprile e con lui c’erano due suoi colleghi ufficiali. In cucina c’era Marco con i colleghi, la madre, il padre ed Andrea con la fidanzata. Pamela non sapendo degli ospiti, era vestita solo con una camicia da notte non tanto corta, ma molto scollata, senza indossare neanche il reggiseno. E quei due grossi meloni che si ritrovava erano ben in vista sotto quel tessuto leggero. Il padre la fulminò con lo sguardo e la madre le disse se non era meglio che si andasse a mettere qualcosa di più consono alla cena. Ma lei non curante degli avvertimenti dei genitori, e poi, far innervosire soprattutto il padre le piaceva, rispose…
Pam: perché… Mica sono nuda?! Vero ragazzi?
Rivolgendosi ai colleghi del fratello facendogli un occhiolino.
Subito dopo Marco la prende per un braccio la tira a se e abbracciandola…
M: vieni qui, ti ho lasciato capricciosa, e ti trovo peggio.
Si siedono a tavola. Walter a capotavola, la moglie alla sua destra, Andrea e la fidanzata alla sua sinistra Marco all’altro capo del tavolo i colleghi vicino alla mamma ed io difronte a loro. La cena inizia tranquilla, si parla del più e del meno, ogni tanto i due ufficiali lanciavano delle occhiate a Pamela, come a volersela mangiare. Marco stava facendo carriera nell’esercito infatti a tavola non si faceva altro che parlare di esercito, armi, missioni e gradi. I due colleghi di Marco erano graduati e suoi superiori. Marco era Sergente, uno Sergente Maggiore Capo e l’altro Maresciallo. La cena procedette tranquilla, anzi una cena piacevole. Nel dopo cena Andrea e la fidanzata se ne andarono in camera a giocare alla Play Station. E Marco con i suoi amici uscirono, non prima però di chiedere se la bella Pamela volesse andare con loro. Pamela era fiduciosa, c’era anche il fratello maggiore, ma niente il padre era irremovibile.
W: No Marco, Pamela &egrave in punizione, mi dispiace. Ragazzi andate pure, buon divertimento. Ci vediamo più tardi o domattina. Buon proseguimento. Tu niente in camera tua, anzi aiuta prima tua madre e poi in camera.
Pamela non disse una parola ma i suoi occhi minacciavano vendetta.
Appena tornò in camera, sentiva suo fratello e quella puttanella della sua fidanzatina che stavano, si giocando, ma non alla Play. Lei sicuro aveva qualcosa in mano, ma non era certo il joystick. Il suo nervosismo aumentò ancor di più, si mise le cuffiette dell’i-pad nelle orecchie e mettendo qualche canzone si addormentò. L’indomani mattina appena sveglia si trovò Marco a dormire nella sua stanza, tanto dormiva profondamente che neanche l’aveva sentito rincasare. I due colleghi presupponeva stessero dormendo nella stanza di Marco. Esce per andare a fare colazione e trovando la stanza di Marco socchiusa, presa dalla curiosità dà un’occhiatina all’interno e trova i due militari, uno dormiva a pancia dotto solo con i boxer, e che fisico, e l’altro sempre fisicato con una t-shirt bianca e gli slip che lasciavano intravedere, dato che stava dormendo a pancia all’in su un cazzo enorme.
Uscì con la testa dalla stanza ed andò a fare colazione.
Era quasi l’ora di pranzo ed i ragazzi ancora non si svegliavano, avevano fatto tardi la sera precedente.
I primi ad alzarsi erano i due colleghi che scesero in cucina. Una volta in cucina li accolse Pamela, vestita non come ieri sera, ma comunque con abiti succinti.
Pam: ragazzi non penso vogliate fare colazione, &egrave l’ora di pranzo. Cosa volete mangiare?
I genitori erano usciti per una gita fuori porta approfittando del giorno di festa, anche Andrea era fuori con la fidanzata, ed in casa c’erano solo lei ed i tre militari.
Pam: Se volete mangiare qui? Oggi &egrave festa avete organizzato qualcosa?
Mentre i tre iniziavano a fare amicizia scese anche Marco. Pam gli spiega come sono messi, e loro come erano organizzati, se volessero farle compagnia o se preferivano uscire.
I tre un po’ perché la sera prima erano rincasati all’alba, un po perché avevano fame, e poi ai due colleghi del fratello la compagnia di Pamela non dispiaceva, decisero di rimanere a casa.
Pam: siete un amore’
E Pamela prima si buttò sul fratello, gli lanciò le braccia al collo e abbracciandolo’
Pam: sei il miglior fratello del mondo’
Poi si avvicinò ai due militari dando un bacio sulla guancia ad ogni uno dei due, con annessa strusciatina di tette sulla spalla.
Pam: allora cucino due pennette all’arrabbiata, e poi si sa il peperoncino &egrave afrodisiaco!
Mangiarono di gran gusto, bevendo anche una bella bottiglia di vino rosso e riempiendo di complimenti la bella cuoca. Un pranzo perfetto, una cuoca fantastica, mani d’oro, una ragazza da sposare, bella e brava, insomma facendo aumentare l’ego della giovane donna. Dopo pranzo per animare la giornata si misero a fare gli scemi tra di loro, mettendo un po in difficoltà il fratello, che non solo era inferiore in grado ma anche fisicamente non allenato come gli altri due.
Flessioni, braccio di ferro, addominali, insomma giochi di forza. Ad un certo punto il Maresciallo propose un gioco con annesso premio. La sfida era a chi riusciva a fare più flessioni su una mano sola, ed al vincitore, Pamela avrebbe dato un bacio come premio. Marco subito protesto, mentre gli altri subito gli diedero del codardo, del pauroso e per non far brutta figura con i colleghi e soprattutto con i suoi superiori, accettò. Prima però chiesero a Pamela se era d’accordo. Pamela subito accettò imponendo che il bacio decideva lei dove e come darlo.
I ragazzi si diedero il cinque e si gasarono tutti, mentre sul viso di Marco crollò un pò di sconforto. Nella mente di Pamela era scattato l’occasione giusta per farla pagare al padre. Diedero, in quanto padrone di casa, la precedenza a Marco. Si mise in posizione sotto l’incitamento dei colleghi e della sorella, intanto che il fratello era impegnato a fare le flessioni si era avvicinata ai colleghi mettendosi vicino a loro ed ogni tanto sfiorandoli per far aumentare la loro ormai palese attrazione su di lei. Diciannove! Venti! Ventuno! E Marco crollò al tappeto. Applauso generale, e Marco si stendette sul divano. Toccava al Sergente Maggiore Capo che iniziò a pompare, ma causa una risata su una battuta del Maresciallo, scivolò con la mano cadendo fermandosi a Venti. Il Maresciallo era carico, si vedeva dallo sguardo. Iniziò le sue flessioni lentamente, nella stanza si respirava un’area di sfida. Il Maresciallo &egrave una macchina da guerra arrivò alla ventiduesima flessione e poi guardando gli altri, fece un balzo dicendo che preferiva fermarsi, così la sconfitta di misura per gli altri era ancora più amara, e scoppia a ridere.
Ora tocca alla bella Pamela, il premio &egrave lei. Si avvicinò mettendosi di fronte al Maresciallo, fece il movimento come se volesse dargli un bacio sulla guancia, ma poi all’ultimo spostò le labbra sulle sue avvolgendole completamente, tanto che il Maresciallo, che non aspettava altro, partecip’ senza indugio al bacio. Si vedevano le lingue avvilupparsi una con l’altra, i due presi dal bacio si abbracciarono e la mano del Maresciallo finì sul culo sodo di Pamela. A questa visione Marco non ci vide più, facendo un balzo dal divano diede uno spintone al Maresciallo’
M: basta non vi sembra di esagerare.
Maresciallo: Io ho ricevuto il mio premio. Come e dove l’ha deciso la tua dolce sorellina.
E con un ghigno incontrò lo sguardo dell’amico dandosi il cinque.
SergenteMC: ancora, ancora, un’altra sfida’ seeeee’. sono carico. Marco va per dissentire, ma oltre il protestare degli amici intervenne Pamela.
Pam: ma perché, &egrave tutto un gioco, e poi ci stiamo iniziando a divertire.
Marco sbiancò, avvolto da un mix di nervosismo e delusione per il comportamento così spregiudicato della sorella e per il poco rispetto che gl’altri due, che credeva amici, stavano avendo nei suoi confronti.
Il Maresciallo allora propose una sfida a braccio di ferro. Tireranno a sorte, il vincente della prima sfida, affronterà l’altro, e chi vinceva avrà il meritato premio. Però stavolta oltre al bacio, sempre il Maresciallo disse’
Maresciallo: Pamela, sceglierai sempre tu dove e come dare il bacio premio, a meno che il vincitore non sia tuo fratello, in quel caso saremo noi a decidere.
Pamela ingenuamente subito disse si, pensando che in confronto a quei due, i muscoli del fratello non erano un granché, di conseguenza Marco avrebbe perso subito. Anche Marco con il volto perplesso disse si. Scrissero tre numeri su tre foglietti di carta, li misero in un’ampolla ed ogni uno ne prese uno. Marco subito lo lesse…
M: Terzo! E ti pareva…
Di conseguenza gli altri erano il primo ed il secondo. Mentre si stavano mettendo in posizione, Pamela che si era assentata un attimo ritorno in salotto con una bottiglia di vino e quattro calici.
Pam: ho pensato che un Brindisi prima di iniziare quest’altra sfida può solo che rallegrare gli animi… A lei l’onore Maresciallo, &egrave sempre il più alto in grado…
E con un sorrisetto malizioso ed il gesto degli attenti gli porge la bottiglia.
Sorridendo il Maresciallo accettò…
Maresciallo: hai capito chi comanda, biricchina.
Si versarono del vino ed al suon di tutto in un sol colpo, tutto in un sol colpo si scolarono i bicchieri.
I primi due contendenti erano in posizione. Unirono le mani e’ tensione… Quelle braccia possenti si irrigidirono, mostrando tutte le vene, tanto erano muscolosi i due. Pamela spalancò gli occhi, due ragazzi a petto nudo che si sfidavano in una prova di forza, e soprattutto che si sfidavano avendo lei come premio, la faceva eccitare e non poco.
Dopo poco più di un minuto il Maresciallo, diede l’ultimo colpo per far crollare il concorrente vincendo la sfida.
I due si diedero il cinque, Pam e Marco applaudirono e per dare il tempo di riprendersi al Maresciallo versarono dell’altro bicchiere di vino. Giusto il tempo di finire il bicchiere che il vincitore subito chiamò l’altra sfida.
Marco si mise dinanzi al Maresciallo, che subito brandi la sua mano ed al tre partirono. Il Maresciallo sbeffeggiava Marco, gli dava il vantaggio &egrave poi riportava la situazione in parità. Marco si impegnava molto pensando che se avesse vinto non doveva più sopportare la vista di sua sorella nelle grinfie di qualcun’altro. Pamela, faceva il tifo palesemente per il maresciallo, pregustando il momento in cui doveva appoggiare le sue calde labbra su quelle del sudato e ancor più sexy Maresciallo. Ma colpo di scena… Marco piega il braccio del suo avversario e vinse la sfida. Tutti e quattro si ammutolirono. Ruppe il silenzio il Maresciallo, che applaudendo fece i complimenti a Marco, e dopo parlando con l’altro collega’
Maresciallo: adesso ci divertiamo’
Pamela un po infastidita, va per avvicinarsi al fratello quando i Maresciallo la fermò, chiedendogli cosa stesse facendo, e soprattutto non doveva andare di fretta, perché loro ancora non avevano deciso dove e come la sorella dovesse baciare il fratello.
Dopo un piccolo borbottare e l’espressione perplessa del Sergente Maggiore Capo, il Maresciallo diede il responso.
Maresciallo: abbiamo deciso, l’ordine &egrave insindacabile’ dai un bacio a Marco sul suo uccello, ovviamente, Marco, devi essere nudo. Ed il bacio deve essere appassionato come quello che hai dato a me.
M: ma tu sei pazzo, anzi uno stronzo testa di cazzo, pazzo’ ma non esiste proprio
Maresciallo: Sergente Maggiore Capo, cosa ha detto il Sergente qui dinanzi a me? Il Sergente sa, di essere inferiore in grado ed un simile atteggiamento e soprattutto un simile linguaggio non &egrave accettato e non sarà visto di buon occhio in caserma, e nei giudizi finali del corso da Maresciallo?!
M: ma che cazzo dici’
Marco si avvicinò al Maresciallo con fare minaccioso ed il collega prontamente cercò di calmare gli animi stemperando l’atmosfera, cercando di far cambiare idea al superiore ma niente, l’ordine era stato impartito.
Pamela era ferma sul divano incredula, non sapeva cosa fare e soprattutto cosa dire.
Maresciallo: che c’&egrave dolce sorellina hai perso tutta la tua spavalderia, in fondo cosa ti ho chiesto’ e poi, lo hai detto tu, &egrave un gioco. Non dimenticare che i debiti di gioco vanno pagati, soprattutto se poi le conseguenze sono gravi.
I due fratelli si guardano, Pamela si alzò dal divano andando verso Marco’
Pam: non sai fare un cazzo, guarda in che situazione mi hai messo, se rifiuto mi devo sentire anche in colpa!
M: ma che fai’
Mentre il fratello parla si mise in ginocchio avanti a lui ed iniziò ad abbassargli i pantaloni. Marco porta un boxer largo, facendo vedere poco le dimensioni del suo uccello.
Pam: va bene da sopra al boxer?
Maresciallo: ho detto nudo!
E mentre gli stava per tirare giù i boxer Marco la fermò, protestando ancora, ed avvicinandosi di nuovo al Maresciallo che continuava ad essere inflessibile. Pamela che era rimasta li in ginocchio scocciandosi della situazione va verso il fratello lo gira ed abbassandosi di nuovo tirò giù l’elastico dei boxer facendoli cadere a terra.
Non &egrave paragonabile al Cazzo di Baywatch, ma il fratello ha un pisello niente male, più che lungo &egrave bello grosso.
Maresciallo: allora’ te lo vuoi guardare ancora per molto’ forza bacialo! Mi raccomando appassionatamente.
Ed i due spettatori si accomodarono sul divano, come se stessero gustando un film.
Pamela guarda il fratello poi chiuse gli occhi e senza neanche toccarlo con le mani si avvicinò con le labbra e gli diede un piccolo bacio sull’asta, e si fermò. Poi un altro, ed un altro ancora’
Maresciallo: ho detto appassionato!
Pamela, guardò il Maresciallo e con il disprezzo nello sguardo si avvicinò nuovamente al cazzo del fratello, socchiuse un po le labbra e lo iniziò a baciare con un po più di trasporto. Inaspettatamente Marco sentiva che quei bacetti non gli erano indifferenti e vuoi il contatto con la bocca, vuoi l’umido delle labbra il suo cazzo iniziò ad irrigidirsi.
Maresciallo: guarda quel malato si arrapa mentre la sorella gli fa un pompino.
Pam: hai detto appassionato, abbiamo fatto’ sei contento?
Maresciallo: appassionato? Tu lo stai solo sbaciucchiando come si fà con un buon amico, apri la bocca caccia la lingua.
L’erezione di Marco non cessava a diminuire neanche dopo le parole dei due, che inevitabilmente avevano tolto dalle attenzioni delle labbra di pamela il suo cazzo.
Pam: cazzo, allora sei arrapato veramente’ facciamola finita una volta per tutte.
Impugnò il cazzo, lo scappellò e se lo ficcò tutto in bocca.
I due iniziarono a commentare, ridendo ed apostrofando Pamela in malo modo. Ormai Marco era preda delle labbra della sorella che con suo sommo piacere le stava facendo un servizietto niente male. La lingua di Pamela era un vortice per il cazzo fortunato del fratello. Succhiava leccava e segava, anche lei si era fatta prendere dalla situazione.
La sua attenzione viene fatta distogliere da quel cazzo, solo dalle parole del fratello.
M: e che cazzo volete voi due?!?
Il Maresciallo ed il Sergente Maggiore Capo si erano presentati al cospetto di Pamela senza pantaloni e con i cazzi quasi completamente duri
Maresciallo: abbiamo capito che ti piace, e che con uno ci sai fare, vediamo se ne hai tre cosa combini.
E smanettandosi i cosi si avvicinavano sempre più al viso della ragazza che vedendosi accerchiata e senza che il fratello dicesse niente, iniziò a segare le altre due aste, senza però togliersi il cazzo dì Marco da bocca. Nella mente di Pamela frullavano tante idee, il giochetto di farla pagare al padre gli era sfuggito un po di mano.
Maresciallo: ora prendi un po i nostri in bocca’
E tirandola per i capelli gli sfilò il cazzo di Marco dalla bocca, avvicinandola al suo arnese. Pamela, non si scompose dinanzi ai modi bruti del Maresciallo, ed appena si ritrovò il cazzo in faccia aprì la bocca e lo accolse senza protestare. Non ha un grosso cazzo il Maresciallo, riesce ad infilarselo tutto in gola, toccando con le labbra il ciuffetto di peli. Letteralmente gli sta scopando la bocca tanto che Pamela dovette lasciare la presa degli altri due cazzi per dedicarsi ai colpi del Maresciallo, che venne richiamato dal collega, in quanto si era preso tutte le attenzioni della ragazza rimanendo lui da solo. Ora toccava al Sergente Maggiore Capo. Pam va per girarsi e quel gran pisellone che aveva visto dagli slip la mattina era il suo. Facendogli la sega si era accorta che era più grande degli altri ma non gli aveva dato più di tanto peso in quanto indaffarata.
Maresciallo: ‘e mo so cazzi tuoi!
Pamela rimase un pò sorpresa, non sapeva da dove cominciare. Iniziò a baciare la cappella. Con la mano destra segava quella gigantesca asta e con la sinistra era impegnata sull’uccello del Maresciallo, e Marco ormai gia da un po orfano delle attenzioni di Pamela si era portato una mano sul cazzo e pian piano iniziava a farsi una sega. Pamela &egrave attratta da quell’asta enorme, la stava baciando insalivandola ben bene mentre la mano non smetteva di andare su e giu. Aprì la bocca e cercò di infilarsi quanto più potesse il cazzo in bocca. Gli diede un aiuto il Maresciallo che appoggiandogli una mano dietro la testa spinse leggermente facendogli entrare un altro po più dentro quel cazzo enorme. Pamela si sentì soffocare, lasciò l’asta del Maresciallo e con la mano si tolse la pressione dalla testa’
Pam: e smettila di spingere, mi fai soffocare. Non esagerare’
Maresciallo: ti faccio vedere io come si esagera.
Prese pamela per un braccio, ordinò al Sergente Maggiore Capo di sedersi sul divano.
Maresciallo: continua a fargli il pompino’
Lei si inginocchiò sul divano ed iniziò a dedicarsi senza distrazioni al qual meraviglioso cazzo, o così pensava. Il maresciallo, gli si piazzò dietro e senza esitazione gli ficcò tutto l’uccello in fica.
Pam: Aglia, ma sei stronzo’
Maresciallo: tu sei tutta bagnata, non hai sentito niente’
Ed iniziò a scoparla forsennatamente. Pamela, non ci mise molto ad abituarsi ai colpi frenetici del Maresciallo prima di rifiondarsi sull’altro uccello. Ormai Marco seduto sul divano si stava facendo una sega guardando come in un film porno una ragazza in mezzo a due uomini, però questa volata la ragazza era la sorella.
Il Sergente Maggiore Capo chiese al Maresciallo, il cambio.
Pam: fai piano, non esagerare come lui.
Il Sergente Maggiore Capo si mise dietro di lei, prima di penetrarla, il Maresciallo gia le stava scopando la bocca. Voleva soffocare le urla della ragazza al penetrare di quel mostro. Pian piano fece entrare prima la cappella, che la ragazza accolse con poca resistenza tanto era bagnata. Visto questo, iniziò a pompare con fare esperto quella fighetta fradicia. Sotto quei colpi sapienti Pamela non resistette più, si liberò del cazzo del Maresciallo dalla bocca ed iniziò ad ansimare gridando che stava per venire. A queste parole il Sergente Maggiore Capo aumentò il ritmo facendo diventare l’orgasmo della ragazza ancora più potente. Nonostante Pamela fosse venuta i due continuavano uno a scopargli la figa ed un altro la bocca. Non ci mise molto a riprendersi da quello sconquassante orgasmo, ed iniziò stavolta prendendo lei la situazione in mano a fare il pompino al maresciallo. Gli alzò l’asta ed iniziò a leccargli e succhiargli le palle. A queste attenzioni il Maresciallo non resistette e senza dire niente porto l’uccello alla bocca di Pamela e le venne in bocca. I fiotti quasi soffocarono la ragazza, non perché fossero tanti ma perché arrivarono senza preavviso. Si tolse il cazzo da bocca e non riuscendo ad ingoiare gli colò tutto lo sperma dalla bocca sul ventre.
Maresciallo: mi hai sporcato tutto. Pulisci!
Pamela non ebbe neanche il tempo di guardarlo che gli spinse la faccia sul ventre imbrattandogli tutto il viso.
Da dove era seduto marco non riusciva a vedere il volto della sorella pieno di sborra, ma solo la figa martoriata da quell’enorme cazzo.
Maresciallo: Marco’ porta un po di carta, tua sorella ha il raffreddore’ ahahahahah
E si spostò su un altro divano con fare soddisfatto di chi aveva fatto quello che voleva.
La vista del volto di Pamela pieno di sborra fece eccitare ancor di più Marco che non resistendo più prese il posto del maresciallo. Pamela incredula per l’atteggiamento del fratello si ritrovò di nuovo il suo cazzo in bocca e non potendo fare altro iniziò a spompinarlo. Poche furono le boccate e avvisando scaricò tutto il suo piacere in bocca alla sorella. Stavolta però riuscì a non far cadere niente ed ingoiò tutto. Nel frattempo il Sergente Maggiore Capo non smetteva di pompare quella figa. Pamela si girò con sguardo compiaciuto come a voler dire continua mi sta piacendo. Vedendo la soddisfazione nel volto della ragazza le stacco il cazzo dalla figa e facendola girare sul divano la mise a gambe aperte e lui dinanzi a lei quasi all’inpiedi riprendendo a penetrarla. Stavolta i colpi erano più forti e decisi tanto che Pamela non ci mise molto a raggiungere un altro orgasmo.
La stanchezza era disegnata sul volto della ragazza.
Pam: non ce la faccio più vieni’
A queste parole il Sergente Maggiore Capo, che era molto più gentile del maresciallo, sfilò il cazzo dalla fica fumante della ragazza. La tirò a se facendogli appoggiare i piedi a terra e mettendosi sopra di lei, prese le sue splendide tette e stringendole intorno al suo cazzo iniziò una spagnola. Tanto era lungo il suo cazzo che nei movimenti arrivava fino alla bocca della ragazza che non potette far altro che aprire la bocca ed accogliere con la lingua fuori quella cappella. Non ci mise molto a venire. Tanto era lungo quel cazzo tanto era abbondante la sborrata. Alcuni fiotti le arrivarono in bocca ed altri sul viso, per poi ripulirsi il cazzo sulle tette.
Anche lui aveva finito.
Senza dire niente i due ufficiali andarono in camera loro ed i due fratelli rimasero in silenzio sui due divani.
Dopo poco Pam andò a lavarsi ed i colleghi senza neanche salutarla tolsero il disturbo da casa di Marco ritornando in caserma.
Alla sera quando rientrarono i genitori furono sorpresi dalla partenza dei due ufficiali.
Marco: problemi in caserma, sono dovuti rientrare, vi salutano.
W: cosa avete fatto, siete rimasti in casa.
Pam: si abbiamo fatto un po di attività fisica, anche tuo figlio, chiedigli quanto si &egrave divertito.
La serata volgeva al termine, ma non la punizione di Pamela’

Continua’

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