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Racconti Erotici Etero

PAOLA … RITORNO

By 27 Luglio 2015Dicembre 16th, 2019No Comments

Faticò a sedersi per qualche giorno, ma non mi disse che le era dispiaciuto, avevo sempre più l’impressione che volesse conoscere il proprio limite.
La sera mi inviava poesie e messaggi sempre più espliciti, ed infine una foto del suo fiore aperto.
Due giorni di silenzio e fui di nuovo a casa sua. Era appena tornata dal lavoro, sudata e vestita.
Le proposi di lavarla e, come una bambina ubbidiente, si fece spogliare e mettere sotto la doccia.
Acqua tiepida rimbalzava sulla sua pelle levigata ed abbronzata e le mie mani scivolavano veloci spalmando e massaggiando.
La avvolsi in un grande asciugamano e nel letto le massaggiai i piedi e le gambe, asciugandola.
Stupenda, liscia ed abbandonata alle mie carezze sembrava una venere, appena uscita dai flutti.
Mi spogliò ed inizio a baciarmi e succhiarmi in un lungo pompino: leccava succhiava, inghiottiva il mio pene eretto.
Leccava il glande con la punta della lingua e poi giù fino alle palle e poi di nuovo su con piccoli morsi. Le venni in bocca senza nemmeno avvisare, rapito dall’estasi di questo improvviso gesto di passione.
Legai i suoi polsi al letto e la bendai, così bloccata nel letto presi una forbice ed iniziai a tagliare il suo intimo, facendole sentire il freddo dell’acciaio sulla pelle. Rabbrividiva, forse di paura e mi pregava di slegarla.
La lasciai nuda, ammirandola in silenzio, e mi allontanai, cercando strumenti di piacere in cucina.
Mi chiamava, preoccupata, ed io cercavo, oggetti di piacere’.
La raggiunsi e la baciai a lungo, rassicurandola e chiedendole se voleva che continuassi’ il suo sì era superfluo, la rugiada del suo fiore era abbastanza esplicita.
La feci rilassare; la piuma che avevo trovato in salotto, la carezzava su tutto il corpo, il seno aumentava di volume ai suoi sospiri e i capezzoli duri e ritti mi imploravano di continuare.
Le passai la piuma tra le grandi labbra e la feci sobbalzare quando una grossa fragola iniziò a sfregare il suo clitoride gonfio, per poi entrare dentro di lei. La fragola fredda e rugosa massaggiava la sua figa ed il suo punto g. Le sue braccia tiravano i nastri a cui era legata.
Misi due mollette da bucato sui suoi capezzoli ed urlò, forse di piacere. La fragola spuntava dalla sua figa gocciolante e quando la tirai fuori gliela feci assaggiare perché volevo che sentisse il suo sapore salato misto al sapore dolce del frutto.
Ricominciai le carezze con la piuma, ed un cubetto di ghiaccio entrò nella sua vagina, e la leccai fino a sentirla colare di piacere.
Mi disse che le girava la testa e la baciai a lungo eccitato e infoiato dalle sue reazioni. Presi una grossa zucchina e gliela feci leccare, per lubrificarla e la infilai nella figa iniziando una scopata lenta finch&egrave, strappate le mollette iniziai a succhiarle i capezzoli duri e doloranti.
Rantolava senza controllo. La zucchina entrò nel suo culo, ormai allargato e la inculai senza pietà, e poi la scopai: era stupenda piena in tutti i buchi allargati. Era stretta e sentivo la zucchina spingere sul mio pene e la pompai fino allo sfinimento.
Sciolti i nodi, sfilata la zucchina, iniziai ad incularla e finalmente godeva ed il suo culo era pronto a ricevermi e godere.
Fu una inculata lunga e profonda, il suo culo era stretto: entravo in lei piano e dopo un po’ iniziò ad assecondare i miei movimenti, la mia mano sfiorava il suo clitoride ed affondavo sempre più in lei.
Eravamo un unico rantolo, un’estasi profonda, se possibile accentuata dalla visione del suo splendido corpo a novanta gradi, il suo culo aperto mi eccitava sempre più.
Iniziò a toccarsi, sentivo le sue dita nella fica, accelerai i ritmi e iniziai a spingere sempre di più sempre più forte e la inondai e lei con me, bagnata all’inverosimile

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