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Racconti Erotici Etero

Piacevole intermezzo

By 26 Luglio 2007Dicembre 16th, 2019No Comments

Sei arrivata piena di voglia. Lo vedo da come sei vestita e dai tuoi occhi.
Vezzosa quella gonnellina corta.
La fai svolazzare con le mani e la alzi di quel tanto che io possa vedere che non hai le mutandine.
Ma io lo sapevo già. Ti conosco.
Ti fermo prendendoti per i fianchi e poi infilo una mano ad accarezzarti l’interno delle cosce.
No, non salgo subito.
Lo so che ti piace sentirti accarezzare lì vicino, sempre più vicino, fino a quando la mano non percorre quel monticello e il dito non si infila a cercare quel punto dove sa che deve andare.
Piano piano ti faccio girare, così puoi strusciare le tue natiche sul mio cazzo e io posso accarezzarti il seno.
Continuo a masturbarti e tu vuoi che io continui.
Incominci a dirmi che lo vuoi e però io, lo so e lo voglio, devo farti venire, devo sentire la tua mano che ferma la mia.
Aspetti un attimo, ti giri e me lo tiri fuori.
Ancora un attimo e le tue labbra se ne impadroniscono.
Me l’hai detto tante volte, che ti piace prenderlo così e tante volte così mi hai fatto godere.
Oggi, no.
Ti fermo e ti porto verso la scrivania.
Tu appoggi le mani e inarchi il tuo culetto.
Ti prendo da dietro e mi accorgo che la tua mano &egrave scesa sulla tua figa.
Mi dici che &egrave grosso, che devo spingerlo dentro, che devo riempirti tutta.
Esplodo quando sento il tuo respiro farsi fortissimo e i tuoi sì diventano più lunghi e intensi.
Ci rivestiamo.
E tu, prima di uscire dalla mia stanza, come una cliente qualsiasi, mi dici:
‘Se penso che &egrave stato mio marito a mandarmi da te!’

* * * * * * * * *

Insisti per venire da me.
Ti prendo in giro ‘E’ inutile che vieni, non ho tempo per farti venire’.
Ridi e replichi ‘Guarda che sto venendo anche se sono al telefono’.
‘Ti dico che non ho tempo, al massimo riesco a offrirti una caramella da sciogliere in bocca’.
‘Lo sai che quella caramella mi piace tanto’.
‘E va bene, vieni verso le sette e mezzo, così non c’&egrave più quasi nessuno’.

Sei puntualissima e di fronte agli altri ti scusi per l’orario e assicuri che non mi farai fare tardi.
Appena chiudo la porta della stanza, sollevi la tua gonna.
‘Te l’ho detto che oggi non ho tempo’.
‘Neanche una carezzina?’
‘Va bene, siediti lì.’

Ti siedi sulla scrivania, dopo aver sollevato la gonna. E tieni ben aperte le gambe.
Sai già dove andrà a parare la mia lingua.
Sussulti al primo contatto, poi accompagni il mio movimento con le mani che accarezzano i miei capelli.
Sei troppo eccitata per resistere a lungo. Vieni con un fremito e stringi forte le tue gambe ad abbracciare la mia testa.

Mi lasci andare e sussurri ‘Adesso prendo la caramella e la faccio sciogliere’.
Sono io ad appoggiarmi sulla scrivania.
Ti guardo dall’alto e mi dico che non ho mai conosciuto nessuna prima di te che si eccita così tanto all’idea di fare un pompino.
Mi godo la tua lingua, le tue labbra e il caldo del tuo palmo che raccoglie le mie palle.
Ti sento bere tutto quello che esplode e sento la tua lingua che gira intorno a raccogliere ogni goccia rimasta.

‘Vedi che il tempo lo trovi, se vuoi.’

‘Sono quindici giorni che non mi dai la supposta e io incomincio a stare male.’
‘Tuo marito non ti da la medicina?’
‘Lo sai che a lui non piace darmela lì.’
….
‘Ho già organizzato per lunedì. Tu fai la pausa pranzo a casa mia.’
‘Mi sembra un pò azzardato.’
‘Non ti preoccupare ho già detto a mio marito che hai trovato un .. buchino di tempo e che verrai da noi.’
‘Sì, e poi gli diciamo, scusaci, ma abbiamo da fare?’
‘Proprio così e andiamo nel mio studio, mentre lui si riposa, come fa sempre dopo pranzo.’
‘E se si sveglia e ci coglie sul fatto?’
‘Gli diremo che stavamo scherzando e che tu … mi stai prendendo per il culo.’
‘Non so se gradirebbe l’ironia.’
‘L’importante &egrave che gradisca io.’

‘A lunedì.’

* * * * * * * * *

Lunedì sono arrivato con dieci minuti di ritardo.
Mi ha aperto la porta tuo marito e mi ha fatto accomodare subito nella sala da pranzo.
Poi sei arrivata, già con i piatti da servire.
Avevi uno dei quei vestitini che ti fasciano e mettono bene in evidenza le tue belle gambe e il seno.
Abbiamo parlato del più e del meno.
Poi, dopo il caff&egrave, hai detto che sapevi che avevo poco tempo e che era ora di andare a vedere quelle carte.
Tuo marito ci ha salutato e ci ha detto che oggi sarebbe uscito subito.
Ti ho seguito nella stanza che &egrave il tuo studio.
Ci siamo seduti ai due lati della scrivania e mi hai guardato con la faccia di chi dice ‘Tre secondi e poi iniziamo.’
Tuo marito &egrave venuto a salutarci e tu hai aspettato di sentir chiudere la porta.
Poi ti sei alzata e sei venuta e sederti su di me.
Le nostre mani hanno esplorato i nostri corpi, le nostre lingue si sono intrecciate.
Ti sei alzata. ‘Andiamo di là.’
Eccoci nella camera.
Ti getti a faccia in giù sul letto.
Infilo le mie mani sotto il tuo vestitino e ti sfilo le mutandine.
Giusti un attimo per slacciarmi i pantaloni e sono sopra di te.
Siamo ancora vestiti di fatto.
Punto il mio cazzo sul buchino del tuo culo.
Ti muovi per aiutarmi.
Spingo, spingo forte.
Quando iniziò ad entrare bene, mi supplichi ‘Così, così!’
E’ un’inculata quasi frenetica.

‘Cazzo, che voglia che ne avevo! … E poi mi piace farlo così, con la sensazione che qualcuno ci possa sorprendere … Quando sono nel tuo studio penso sempre che qualche segretaria o tuo collega potrebbe bussare e chiedere di entrare.’
‘Qui, però, poteva tornare tuo marito. Pensa se avesse dimenticato qualcosa.’
‘E’ questo il bello …. e, poi, il gioco vale proprio questa tua bella candela!’

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