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Pianerottolo per il paradiso

By 6 Giugno 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

I nostri dirimpettai stavano eseguendo dei lavori di ristrutturazione nel loro appartamento, essendo all’ultimo piano, non ero abituato a tutto quel fermento che c’era in quei giorni, e anche i rumori erano abbastanza fastidiosi. Ma ben presto capii che certi rumori avevano natura diversa da quella che ci si aspetterebbe.

Gli operai, due ragazzoni neri molto muscolosi, arrivavano la mattina presto: verso le sei erano già in piena attività e svegliavano anche noi dell’appartemento di fronte e la fortuna volle che solo noi condividessimo il pianerottolo con la famiglia Borromeo, i proprietari. La famiglia era composta da padre, madre, Augusto figlio undicenne e Laura, studentessa universitaria. Le nostre famiglie erano molto vicine, mai un litigio su nulla, e con i figli c’era sempre stato un bel rapporto, in particolare con Laura si era instaurata una bella amicizia, anche perchè siamo coetanei, al di la della quale nessuno dei due era a riuscito a vedere altro, nè un fidanzamento nè attrazione fisica.

La mattina i due genitori uscivano presto, subito dopo aver accolto gli operai, Augusto andava a scuola accompagnato dai genitori, e Laura rimaneva a dormire, sola in casa con gli operai, alzandosi più tardi per mettersi poi a studiare. O almeno cosi pensavo.. Una mattina, verso le nove, mentre stavo studiando, notai che i rumori erano molto più forti del solito: in particolare sentivo sbattere con insistenza vicino al muro che condividevamo, che si trovava anche nella mia stanza. Stizzito, decisi di andare a chiedere agli operai se potevano fare meno rumore, o comunque di chiedergli per quanto tempo ne avevano ancora. Uscii sul pianerottolo, stavo per bussare ma decisi che era inutile, visto il casino che facevano, e siccome la porta era appannata, entrai. Mi diressi verso lo studio, che sapevo essere la stanza da dove provenivano i rumori e, sulla soglia rimasi imbambolato. Vidi Laura tutta nuda, a novanta gradi che si reggeva alla scrivania che poggiava al muro presa nel culo da uno dei negri che affondava pesanti colpi da dietro, vidi il cazzone che entrava e usciva dal buco bianco dilatato a  dismisura della povera ragazza, le palle penzolanti che le sbattevano sulle chiappe arrotondate, mentre la bocca della troia era impegnata ad ingoiare il bastone dell’altro nero: con una mano si reggeva al tavolo che veniva sbattuto al muro sotto i colpi pesanti del negro inculatore, mentre l’altra mano reggeva l’asta enorme dell’altro, per facilitare l’ingoio della mazza nera, altrimenti impossibile da ciucciare per colpa dell’inculata. La puttana non mugolava perchè non voleva destare sospetti, e per evitare di ingannarsi, probabilmente cercava di tenere sempre la bocca occupata. Dopo un pò mi videro e sembrai rompere quell’idillio,appena si accorsero di me si staccarono l’uno dall’altro: i due neri rimasero con le loro anaconde penzolanti tra le cosce, mentre Laura cercò di coprirsi, evidentemente molto imbarazzata. Cinse i seni con il braccio, ma non riusciva a contenere quella abbondanza, possibile che non avevo mai notato tutta la prosperosità e la bellezza di Laura? – Giorgio, cosa ci fai qui. – sembrò quasi rimproverarmi. – Questi rumori mi davano fastidio più del solito, ma pensavo fossero i lavori…mi dispiace. Mi girai e me ne andai, dalla stanza Laura mi gridò dietro: – Non lo dirai a nessuno, vero? Non lo dirai ai miei? – No, non preoccuparti.- le risposi io, che intanto ero già arrivato al portone. Nei giorni seguenti quella visione non mi abbandonò, non poteva fare a meno di segarmi pensando a quella penetrazione, al culo che tremava sotto i colpi di quel cazzone scuro, e a quelle guance bianche che si riempivano di quella mazza di cioccolata fondente. Inoltre i lavori erano stati sospesi, quindi furono giorni senza rumori ne operai.
Una mattina, verso le sei, sentii di nuovo trambusto sul pianerottolo: erano ricominciati i lavori e speravo sarebbero ricominciati anche i “lavoretti”. Quella mattina ero anche io solo in casa, come sempre mi ero messo a studiare, con i rumori del manovali di sottofondo, stavolta niente fuori dalla norma. A metà mattinata bussarono alla porta: era Laura, vestita ancora col suo pigiama, niente di lontanamente provocante.
– Lo so che ti ho disturbata l’altro giorno…ma immagino anche di averti sorpreso. Sono di nuovo sola in casa con quei due maschioni e non riesco a resistere, ho la figa perennemente bagnata, però voglio essere libera di godermi dei bei cazzi…cosi ho pensato di chiederti se vuoi unirti a noi.
Quel linguaggio cosi volgare mi fecero rizzare il cazzo e quella proposta me lo fecero venire di marmo. Per un pò rimasi stupito, riuscii solo a farfugliare un si. Poi la seguii in casa sua. I due ragazzi erano ancora a lavoro, forse non si aspettavano la mia presenza, e forse non si aspettavano di poter montare di nuovo quella giovane troia: Laura si avvicinò a loro e gli sbottonò i pantaloni e loro per un attimo si guardarono, come colti di sorpresa; poi però ci sciogliemmo tutti.
Laura cacciò dai pantaloni quei bastoni ancora mosci e iniziò a massaggiarli.
– Che fai tu non partecipi? Ho solo due mani, ma se ti avvicini posso occuparmi di te con la mia bocca. – mi disse.
Mi avvicinai ed estrassi il mio cazzo: pensavo fosse abbastanza grosso ma temevo il confronto, perchè non arrivavo ai livelli dei negroni. Lei si inginocchiò.
– mmm un altro cazzo…non mi bastano mai…mmm…come sei buono Giorgio.
Me lo prese in bocca e venne subito duro; ciucciava il mio cazzo con grande maestria mentre ancora segava gli altri due che avevano raggiunto grandezze considerevoli.
– Bella troia, è ragazzo? – mi disse uno – guarda che figona.
Si piegò, permettendo comunque a Laura di segarlo, e le abbassò pantaloni e slip: lei aprì le gambe e ci mostrò tutto il suo frutto, ben depilato e curato.
– Oooh si che bella che sei…oggi voglio aprirti anche io..ti ho sognato mentre ti facevi montare da questi due.
– mmm loro mi aprono completamente…mmmm mm…ma tu puoi riempirmi tutta.
Ora aveva cominciato ad alternare icazzi, prima succhiando me, poi cucciando un negro e poi spompinando l’altro.
Uno dei due, all’improvviso, la prese e la stese con la schiena sul tavolo, mettendo davanti al suo cazzo la fessura di Laura: il suo cazzone entrò non facilmente dentro alla povera figa di Laura che si aprì a dismisura e dopo un paio di colpi ben assestati cominciò subito a sbatterla violentemente, in modo quasi animalesco, cingendole i fianchi per attirarla ancora meglio a se e poterla sbattere più a fondo; io mi posizionai alla sua destra, per farmi segare, mentre il nero si mise in modo tale da farsi spompinare ancora, vicino alla sua boccuccia d’oro: a differenza dell’altro giorno, oggi Laura poteva parlare e ansimare liberamente, eravamo i soli al piano.
– mmmm oh si si, guarda come mi faccio riempire..mmm mm mm… ho una gran voglia di cazzo..mm mm
La sua voce e i suoi mugolii tremavano sotto i possenti affondo del superdotato.
– Che troiona che sei..non ti bastano mai i cazzi
– Prendila nel culo vedrai come le piace. – mi propose il nero spompinato.
E cosi ci invertimmo i ruoli, solo che avevo un idea fantastica. Il negro usci, rimanendo la figa dilatata e bagnatissima  e Laura stremata, cosi io proposi:
– Perchè non la penetriamo da tutti i suoi buchi, contemporaneamente?
Laura ci guardò esterefatta, quasi implorandoci di darle un attimo di tregua perchè era già stata sbattuta per bene, ma anche vogliosa di nuovo di cazzo fresco.
Cosi io mi stesi per terra, Laura venne e mentre lei lavorava ancora un pò con quei neri bastoni, un pò con le mani, un pò con la lingua, un pò con la gola, io le dilatavo il buco del culo, cercando di entrare prima con un dito, poi due e poi tre: a questo punto era pronta.
Indirizzai la cappella al buco del culo, mentre lei manteneva aperte le chiappe belle sode: incontrai un pò di resistenza, poi però riuscii a pompare quel culo da favola, ma non era ancora finita; uno dei due neri, quello del pompino al tavolo, infilò il bastone nella figa, riuscendoci subito, visto il trattamento ricevuto prima.
– oooohh siii…mmm tutti dentro siii.. mi sento piena di cazzo…aaahh siii sfondatemi tutta.
– aaah si zoccolona.. ti riempiamo di cazzo da tutte le parti – dissi.
Intanto l’altro ragazzo aveva prontamente tappato la bocca alla puttana, che ora non poteva far altro che gemere.
– Cosi ti facevi sfonnare tutti i giorni? Ti lavoravano per bene gli stalloni.
Avevamo preso un certo ritmo e coordinazione tra noi, e ora la sbattevamo in tutti i suoi buchi.
– ohhh si sei bagnatissima. Sento il tuo culo in fiamme. Ti sei fatta allargare per bene da questi cazzoni.
– Si dai facci godere. Ti spacchiamo la figona.
– Guarda che bona sta troia.
Ora anche i neri la incitavano, confortati da fatto che anche noi gridavamo. Sentendosi la puttana di tutti, la sua eccitazione sali a dismisura, tanto che ora aveva preso a dimenarsi anche lei per ricevere più a fondo i  nostri colpi. Lei venne copiosamente, tanto che i suoi liquidi si riversarono su di me, ed insieme a lei venne anche il negro che la montava con me nella doppia penetrazione. Venni inondato di liquidi, visto che anche la sborra colava fuori dalla figa spaccata di Laura, ma continuai a sbattermi quel culone fantastico: ora tenevo le chiappe nelle mani e il culo leggermente alto, cosi da poter muovere il mio bacino e affondarle poderosi colpi da sotto. Aveva le lacrime agli occhi, anche perchè continuava il bocchino dell’altra mazza, ma la sua figa tornò a bagnarsi e il negro che era venuto si mise a leccarla tutta, assaporando i suoi umori misti ai suoi liquidi e allo sperma. Vennimmo quasi contemporaneamente: io le inondai il culo, mentre l’altro pistolone le innaffiò tutte le tettone, regalandole una immensa collana di perle.
Purtroppo il giorno successivo fu l’ultimo giorno di sgombero, successivamente sarebbero venuti altri manovali. Poco male: Laura aveva perso due grossi cazzi, ma insieme avevamo trovato un gran bello spasso.

 

Consigli e opinioni sono graditi, anche sul sito lucirosse.blogspot.com

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