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Pomeriggi di studio e te’ freddo…

By 10 Maggio 2016Dicembre 16th, 2019No Comments

Per essere fine maggio non faceva poi tanto caldo. Antonio accolse con un sorriso il venticello fresco che gli accarezzava il viso mentre camminava verso la casa della sua fidanzata, Alessandra, 22 anni. Il ragazzo aveva 23 anni, frequentava l’ultimo anno della facoltà che aveva scelto, mentre ad Alessandra mancavano ancora due anni per finire; anni di palestra gli avevano donato un fisico asciutto, muscoloso al punto giusto, di cui andava particolarmente fiero. Si passò una mano tra i capelli neri, non molto lunghi, e sulla barba curata. Quella mattina aveva indossato una camicia azzurra e un pantalone grigio chiaro, a tracolla la borsa con i tre libri da leggere per il prossimo esame. Era quasi arrivato al portone del palazzo di Alessandra quindi prese il cellulare e rapidamente avvertì la ragazza: ‘amore sono qui sotto, mi apri?’ Poco dopo, il portone si aprì con uno scatto metallico e Antonio cominciò a salire le scale, tanto Alessandra abitava solo al secondo piano. Appena giunto, bussò al campanello. Dopo pochi secondi, Alessandra aprì la porta con un sorriso: Antonio si concesse un minuto per ammirarla: vestitino leggero bianco, che le arrivava sopra il ginocchio, braccia nude e sandali ai piedi. Un filo di trucco, niente di eccessivo per una giornata di studio, e i capelli castani sciolti che arrivavano oltre le spalle. Agli occhi di Antonio, era la ragazza più bella del mondo, specie quando sorrideva a quel modo.
‘Ciao amore!’ disse lei, baciandolo per un momento ‘vieni, entra!’ ‘Ciao piccola! Sei bellissima’ rispose lui ricambiando sorriso e bacio, accomodandosi e poggiando la borsa sul divano nel salotto. ‘Grazie’ rispose Alessandra, sorridendo lievemente, abituata a quei complimenti ma non per questo meno contenta ‘Dai, su’ esclamò poi la ragazza ‘cominciamo subito che &egrave ancora presto!’ Antonio annuì e si sedettero al tavolo per studiare.
In realtà Antonio, che si era seduto di fronte ad Alessandra, aveva un occhio sul libro ed un occhio sulla scollatura della fidanzata: si vedeva una terza abbondante, quasi una quarta, che lui adorava (mica stupido!). Dopo circa una ventina di minuti, il ragazzo sentì qualcosa sfiorare la sua gamba e non ci mise molto a capire che si trattava della gamba nuda di Alessandra che lo accarezzava. Divertito dal gioco, e dall’espressione maliziosa della ragazza – che pure continuava a leggere il suo libro – decise di stuzzicarla un po’ e, fingendo di volersi sgranchire, si allungò all’indietro sottraendosi a quel contatto. Alessandra, stupita per un attimo, decise di stare al gioco: ‘Amo, ho sete. Vuoi un po’ di te’ freddo?’ ‘Sì volentieri, grazie!’ Alessandra si alzò e si diresse piano verso il frigorifero, non mancando di ancheggiare un po’ per mettere in mostra il suo sedere, non particolarmente grande ma sodo per i molto squat che la ragazza faceva per tenersi in forma. Antonio sentì un lieve calore nel basso ventre e sorrise, immaginando come sarebbe finita quella mattinata di studi. Alessandra riempì due bicchieri di te’ freddo e ne porse uno al fidanzato. Posando il bicchiere, però, se lo fece sfuggire da mano e il contenuto andò a macchiarle il vestito. ‘Oh! E adesso? Aspetta, che mi vado a cambiare!’ disse, alzandosi ‘mi aiuti? Non voglio bagnarmi le mani” Antonio non se lo fece ripetere due volte e la seguì nella sua camera. Si fermò dietro di lei e le afferrò il vestito da sotto, alzandolo lentamente. Scoprì prima il sedere – notando con piacere che le mutandine coprivano ben poco – per poi sfilarlo del tutto. Alessandra rimase immobile, in intimo, per poi chinarsi a prendere un altro indumento dal cassetto, tenendo il sedere ben sollevato e sfiorando il membro di Antonio, che cominciò ad indurirsi. ‘Aspetta’ disse il ragazzo ‘ti aiuto a cercare qualcosa di adatto’ e si inginocchiò ma, invece di mettersi a cercare un nuovo abito, scostò leggermente le mutandine della fidanzata, mettendo in bella mostra la sua figa, e le diede una leccatina veloce, notando con piacere che era già leggermente bagnata. Alessandra fu scossa da un brivido e si appoggiò con le mani al cassetto aperto. Antonio cominciò a leccare con brevi colpi di lingua assaporando i succhi della sua fidanzata mentre con l’indice iniziò lentamente a penetrarla. Oramai il cazzo era duro e pulsante, reclamava di essere liberato da quei pantaloni stretti. Dopo un paio di minuti di quel trattamento, Alessandra gemeva sempre più forte ‘Ah’amore’aspetta, fermo” scostandosi, si alzò e baciò Antonio in un turbinio di lingue. Il ragazzo stava per strapparle via mutandine e reggiseno ma Alessandra sorrise ‘aspetta, aspetta, quanta fretta” e scese lentamente con le mani fino a tastare l’erezione del fidanzato. Gli tolse la cintura e si inginocchiò, abbassandogli i pantaloni. Afferrò il membro duro di Antonio ancora coperto dalle mutande e cominciò una lenta sega mentre lo fissava con quei suoi occhi azzurri. Anche Antonio cominciò a respirare velocemente, eccitato, e allora Alessandra gli abbassò del tutto le mutande, liberando il cazzo dalla sua prigione. Si considerava particolarmente fortunata per avere a disposizione un attrezzo di venti centimetri buoni e con una circonferenza non indifferente. Antonio le accarezzò il viso, spostandole i capelli dal volto mentre Alessandra cominciava a leccare piano la grossa cappella. Dopo poco, aprì la bocca e prese in bocca quel cazzo per metà, facendo aderire le labbra all’asta. Cominciò un lento su e giù, fermandosi poco prima di lasciarlo uscire ma non arrivando fino in fondo, mentre con una mano si toccava il clitoride. ‘Amore” disse Antonio, che avvertiva la morbida lingua di Alessandra e le sue labbra carnose sul suo cazzo ”mh?’ fece Alessandra, che aveva la libidine negli occhi ” ti prego” allora la ragazza lasciò libero il cazzo ”vuoi che lo prenda tutto? Sì?’ E senza aspettare risposta, afferrò di nuovo il cazzo tra le labbra, questa volta andando fino in fondo, fino a sentirlo tutto in gola. Aumentò il ritmo del pompino mentre la sua vagina diventava un lago di umori e Antonio le poggiava una mano sulla testa ma senza forzarla. Cominciò a far affondare il cazzo del fidanzato fino in fondo ad un ritmo sempre maggiore mentre Antonio gemeva e con movimenti quasi involontari si muoveva come a volerla scopare in bocca. A quel punto Alessandra lasciò andare il cazzo e si alzò, slacciandosi il reggiseno, mettendo in mostra due capezzoli durissimi, e togliendo le mutandine fradice. Si distese sul letto, a gambe aperte, passandosi la lingua sul labbro superiore, come a voler invitare il fidanzato. Antonio si strappò via la camicia e si lanciò tra le gambe di Alessandra, leccandola partendo dall’interno coscia per arrivare sino al clitoride turgido, succhiandolo piano ‘Ah, amore’ oddio” Alessandra poggiò una mano sulla testa del fidanzato, chiudendo gli occhi, tremando e contorcendosi man mano che Antonio le torturava sempre di più il clitoride. Sento di essere vicina all’orgasmo, spinse leggermente via la testa del fidanzato che capì subito. Puntò il cazzo verso la figa fradicia della ragazza e spinse delicatamente tutta la cappella dentro per poi, con un colpo secco, affondare fino in fondo. Alessandra rimase col respiro mozzo, a bocca aperta ‘oh’ amo’ continua.” Antonio non se lo fece ripetere e cominciò un dentro-fuori fin quasi ad uscire completamente, per poi affondare fino in fondo nella figa di Alessandra. Con le mani cominciò a stringerle le tette mentre il ritmo della scopata aumentava sempre di più ‘ah’amore’ oddio, sì, sì! Continua, sfondami, ti prego, sfondami!’ Antonio si chinò su Alessandra, la strinse forte mentre lei stringeva la schiena del ragazzo con le braccia e le gambe, e le infilò la lingua in bocca cominciando a squassarla a colpi di cazzo. ‘mh’ah” intrappolata nel bacio, la ragazza non poteva urlare tutto il proprio piacere. Sentendo arrivare l’orgasmo, si liberò dalla lingua di Antonio ‘Amore da dietro, prendimi da dietro!’ il ragazzo si staccò e Alessandra si girò, appoggiando le tette al letto e alzando il sedere per poi allargare la figa con le mani. Quella posizione eccitò ancora di più Antonio che cominciò a martellarla sempre più forte, le urla di piacere della fidanzata soffocate dal cuscino ‘mh’amore’ah’ santo dio, continua, non ti fermare! Ti prego, continua!’ Antonio le si chinò su lei senza smettere di sfondarla e la strinse, cominciando a morderle il collo. Alessandra amava essere dominata a letto, mentre si mostrava sempre forte nella vita di tutti i giorni. Andarono avanti così per venti minuti, con la ragazza che quasi non capiva più niente per il piacere mentre Antonio, instancabile, continuava a uscire e rientrare. Poi si fermò e Alessandra capì: si alzò dal letto, fece stendere il ragazzo e si impalò lentamente sul suo cazzo per poi cominciare una cavalcata urlando tutto il suo piacere ‘Aaaaaah amore, amore, aaaaah, oddio che cazzo, vengo, vengo! Ti amo!’ Fu colta da un orgasmo fragoroso, contorcendosi sul attorno al cazzo di Antonio ‘amore ti amo… sto per venire anche io” Alessandra si sfilò rapidamente e afferrò con le labbra il cazzo di Antonio in tempo per sentire il primo fiotto di sborra calda colpirle il palato, seguito da altri due, tre quattro schizzi. Alessandra ingoiò tutto, mentre Antonio respirava lentamente, spossato dalla scopata. Dopo un ultimo bacio alla cappella, Alessandra si stese accanto al ragazzo, sfiorandogli le labbra ‘adesso dai, dobbiamo ricominciare a studiare!”
Paolo non era contentissimo di andare a studiare dalla fidanzata, Anna. I due ragazzi, universitari di 25 e 24 anni, in realtà amavano studiare insieme – anche perché si finiva sempre per rendere lo studio molto ‘interessante’, se capite cosa intendo – ma quel pomeriggio, a casa di Anna, ci sarebbe stata la madre di lei che si era presa un giorno di ferie per malattia. Non che a Paolo fosse antipatica; ma capirete bene che difficilmente avrebbero potuto provare a fare qualcosa con la signora Rita nell’altra stanza.
Ad ogni modo, Paolo si era comunque vestito come piaceva alla fidanzata: una maglietta bianca aderente – stavano arrivando i primi risultati della palestra – e un jeans chiaro. Mentre aspettava che il semaforo diventasse verde, scrisse ad Anna che stava cercando parcheggio e non ci avrebbe messo molto; d’altra parte era quasi luglio e in Città erano rimaste poche persone, persone che potevano andare al mare senza preoccuparsi degli esami all’università. La risposta della fidanzata provocò una leggera reazione a Paolo: ‘Non vedo l’ora amore ;-) Sbrigati!’ Paolo sapeva che, probabilmente, Anna l’aveva fatto solo per provocarlo. Era un gioco che facevano spesso: eccitarsi a vicenda in pubblico senza mostrare nulla per poi appartarsi da qualche parte e dare sfogo all’eccitazione accumulata. Una volta trovato parcheggio, Paolo entrò nel palazzo di Anna e si diresse al terzo piano, salendo in fretta le scale nonostante la borsa pesante. Suonò il campanello e venne ad aprirgli la signora Rita: ‘Ciao Paolo! Accomodati, Anna ti sta aspettando in camera.’ ‘Signora buongiorno. Grazie, vado subito. ‘Gradisci del te’?’ ‘Sì, la ringrazio.’ Paolo si diresse in camera della fidanzata e la trovò seduta sul letto, con il libro aperto sulle gambe. Si concesse un paio di minuto per guardarle: Anna aveva indossato un paio di shorts ed era scalza, portava una maglietta non scollatissima a maniche corte. Paolo sapeva che la madre di Anna, una signora abbastanza all’antica, non gradiva che la figlia mostrasse troppo il seno, anche al fidanzato – una terza bella soda – ma la ragazza conosceva Paolo; per questo aveva messo in mostra le belle gambe, punto debole del ragazzo, che aveva una vera e propria passione per esse. ‘Ciao amore!’ disse Anna, alzando gli occhi dal libro: occhi marroni su un viso rotondo, incorniciato da riccioli neri, lunghi poco oltre le spalle. ‘Ciao cucciola.’ Sorrise di rimando Paolo, accomodandosi vicino a lei e sfiorandole le labbra in saluto. Avevano appena cominciato a studiare quando entrò in stanza la signora Rita con un paio di bicchieri di te’ freddo. ‘Ecco, ragazzi. Buono studio, chiudo la porta della cucina, non voglio che il televisore vi dia fastidio!’ Si congedò e tornò alle sue faccende. Dopo circa dieci minuti di studio, Paolo posò la mano sulla gamba di Anna, cominciando ad accarezzarla distrattamente. Sulle labbra della ragazza comparve un mezzo sorriso e lasciò fare il fidanzato che, di rimando, diventò un po’ più audace e spostò il braccio attorno al collo della ragazza. Con questa manovra poteva accarezzare ‘per sbaglio’ uno dei capezzoli della fidanzata, che si erano irrigiditi. Paolo si aspettava che Anna gli avrebbe scostato il braccio, perché c’era la madre in casa e perché voleva studiare, ed esitò quando la ragazza lo lasciò fare. ‘Be’, ti ho forse detto di fermarti?’ Disse lei, strizzandogli l’occhio e posando la mano sul membro di Paolo, coperto dal jeans ma in procinto di gonfiarsi. ‘Amore, ma tua madre’ ‘ tentennò il ragazzo ” e non ci facciamo sentire’ ‘ lo interruppe Anna, passandogli sul collo la punta della lingua umida. Paolo sentì un brivido percorrergli la schiena e spostò la mano verso la figa di Anna, infilandola sotto gli shorts e sentendo la mutandina umida mentre la ragazza gli passava la mano sul cazzo, oramai duro e dolorante sotto al jeans stretto. La paura di essere scoperti aumentava l’eccitazione dei due ragazzi: Paolo cominciò a torturare il clitoride di Anna con l’indice, provocando sussulti alla fidanzata. Aumentò il ritmo, mentre la ragazza teneva le labbra posate sul collo di Paolo per non farsi sentire ‘mh’ amore più veloce’ ah’continua” nel frattempo sbottonò il jeans a Paolo e afferrò il suo cazzo ancora avvolto dalle mutande. Il ragazzo aumentò la velocità con movimenti rotatori, sentendo il clitoride di Anna sempre più turgido e la sua figa sempre più bagnata ‘oddio amore’ vengo’ baciami’ e lei gli infilò la lingua in bocca, venendo con un unico gemito soffocato dal bacio ‘mmmmmmmmmmmh’ ah” Le lingue si staccarono e Anna, col respiro affannato, sorrise a Paolo mentre ancora gli teneva stretto il cazzo ‘amore’ mica ti possiamo lasciare così’ ‘ Paolo sorrise e si mise un po’ più comodo. Anna si chinò su di lui, fissandolo negli occhi e sfiorandogli la bocca con le labbra mentre infilava la mano sotto la mutanda di lui cominciando una sega prima lenta, poi sempre più veloce. Amava sentire il cazzo di Paolo duro nella sua mano, amava sentire le vene e i sussulti di quell’arnese. Mentre aumentava sempre di più il ritmo, Paolo respirava sempre più velocemente, sempre più eccitato dalla lingua della ragazza che gli sfiorava le labbra e dalla possibilità di essere scoperti. ‘Amore vengo” Anna fu svelta ad abbassarsi sulla cappella di Paolo e prendere tutto il suo cazzo fino in gola, lasciando senza parole il fidanzato, mentre la sborra eruttava e gli schizzi finivano dritti nella gola di Anna, che rimase ferma ingoiando tutto. Poi si sfilò lentamente, leccandosi le labbra, e leccando poi il collo di Paolo velocemente. ‘Mh amore’ sei buonissimo!’ I due scoppiarono in una risatina sommessa, si sistemarono e ripresero a studiare, sperando di potersi dedicare a qualcosa di più nel pomeriggio.
Camilla, 21 anni, poteva finalmente rilassarsi: l’ultimo esame era andato, i corsi finiti e finalmente avrebbe potuto godersi quella caldissima estate della Città. Scrisse al suo fidanzato, Christian, anch’egli universitario, 22 anni. ‘Amore! Tutto ok, la prof. mi ha dato 28!’ la risposta non si fece attendere ‘Brava amore mio! Lo sapevo! Beata te comunque, io ho l’esame tra una settimana e non ricordo un sacco di cose’ ‘ Camilla sorrise, un po’ esasperata: Christian aveva la media del 30 e ogni volta che diceva di non sapere nulla poi prendeva pure la lode. ‘Non ti preoccupare, dai, oggi magari vengo a casa tua e ti aiuto a ripetere. Ci vediamo verso le tre!’ ‘Ok, grazie! Ti aspetto!’ Camilla tornò a casa e decise di farsi una doccia. Dato che la vanità era uno dei suoi punti deboli, indugiò qualche momento davanti allo specchio che le rimandò la figura di una ragazza dai capelli nerissimi, lunghi oltre le spalle, una quarta abbondante di seno, sodo per la giovane età, un sedere tonico per la molta palestra e due gambe non troppo lunghe ma proporzionate. Mentre era sotto la doccia, l’acqua calda le sciolse i muscoli e lei si rilassò. Pensava a Christian e al fatto che, causa esami, erano più di due settimane che non si facevano una bella scopata. Mentre ci pensava, la sua mano indugiò sulla figa depilata e cominciò ad accarezzarla distrattamente. Mentre l’acqua scorreva, Camilla sentì l’eccitazione montare ed infilò un dito tra le grandi labbra muovendolo piano avanti e indietro. Cominciò a bagnarsi, complice l’acqua della doccia, e ad ansimare. Estrasse il dito dalla figa e lo succhio, gustandosi il sapore dolciastro dei suoi umori. Cominciò poi a gingillarsi con il clitoride ma, mentre l’orgasmo stava per arrivare, si interruppe: magari, dopo la ripetizione con Christian, avrebbe potuto dare sfogo alla sua eccitazione in altri modi. Uscì in fretta dalla doccia e decise di indossare un vestitino bianco, poco sopra al ginocchio e tacchi non molto alti – ma sapeva che a Christian piaceva vederla con i tacchi’ e senza nient’altro addosso. Uscì di casa, si infilò nella sua auto e guidò fino a casa di Christian, che non abitava molto lontano. Avvisò il ragazzo che era arrivata e prese l’ascensore fino al quarto piano. Bussò alla porta e le aprì il fidanzato che indossava una maglietta e un paio di pantaloncini ‘ciao amore!’ la abbracciò e Camilla ricambiò con un sorriso ‘Ciao tesoro. Come va? ‘Eh’ sono un po’ indietro col programma’ ‘Camilla si sforzò di non alzare gli occhi al cielo e seguì il fidanzato nel salotto, dove c’erano tre libri aperti sul tavolo e un altro sul divano. ‘Dai, comincio a farti qualche domanda’ Christian annuì mentre percorreva a grandi passi il salotto di casa. Dopo circa un quarto d’ora, fu chiaro che Camilla ci aveva visto giusto: Christian sapeva praticamente ogni cosa e non avrebbe avuto problemi all’esame. Nonostante questo, il ragazzo insisteva per continuare a ripetere. Camilla, dal canto suo, aveva ancora addosso l’eccitazione dell’orgasmo mancato così decise di prendere in mano – letteralmente – la situazione. Si alzò e fece sedere Christian accanto a sé, sedendoglisi a propria volta in braccio e circondandogli il collo con le braccia. ‘Amore, devi stare tranquillo. Andrà bene, ok? Adesso prendiamoci una pausa. Ti vado a prendere un po’ di te’? ‘ Christian annuì ma l’occhio gli era caduto sulla scollatura della fidanzata e quindi non aveva capito molto ‘Mh? Ssssì’ ok’ Camilla andò in cucina, riempì due bicchieri di te’ e ne portò uno a Christian. Per sé prese anche una cannuccia, ben sapendo cosa farne. Si accomodò sul divano accanto al ragazzo e cominciò a sorseggiare il te, passando ogni tanto la lingua sulla cannuccia come a volerla leccare e succhiare, come fosse un cazzo da spompinare. Christian smise di bere e guardò la fidanzata, che nel frattempo aveva accavallato le gambe adagiandosi lievemente su un fianco, lasciando che il vestito si alzasse fino a scoprire un po’ di sedere. Il ragazzo cominciò a sentire un lieve calore al basso ventre mentre Camilla faceva roteare la lingua sulla cannuccia. Poi, ‘per sbaglio’ si versò un po’ di te’ sulle tette ‘Oh! Amore, mi dai una mano?’ strinse con le mani il seno, mostrando ben più del liquido su di esso. Christian non se lo fece ripetere e si avvicinò alla fidanzata, cominciando a leccarle il te’ dal seno e ad allungare la mano sotto il suo vestito. Camilla chiuse gli occhi e gettò la testa all’indietro sentendo la figa inumidirsi come in doccia. Il ragazzo scostò il vestito e il reggiseno e cominciò a succhiare i capezzoli della fidanzata, mentre con la mano le abbassava le mutandine. Camilla allargò le gambe, permettendo a Christian di infilarle due dita dentro. Il ragazzo cominciò ad uscire ed entrare da lei sempre più velocemente mentre un evidentissimo gonfiore gli deformava i pantaloncini. Poi, estrasse le dita dalla figa fradicia della fidanzata e le fece assaggiare i suoi umori, che Camilla succhiò avidamente. A quel punto, la ragazza afferrò l’elastico dei pantaloncini di Christian e li tirò giù, per poi togliere di mezzo anche le mutande. Il cazzo duro e grosso svettò imponente e Camilla, oramai eccitatissima, aprì le labbra prendendone metà in bocca, fissando Christian negli occhi. Restò ferma così, in quella posizione, per far capire le sue intenzioni. Allora il ragazzo si alzò, attento a non far uscire il cazzo dalla bocca di Camilla, e cominciò a muoversi, tenendole ferma la testa e scopandole la bocca fino in gola. Camilla amava questa pratica e cominciò a masturbarsi mentre il cazzo di Christian le arrivava in gola e usciva quasi completamente per poi affondare di nuovo. ‘Mh’ ah” dalla fica di Camilla oramai fuoriuscivano liquidi che a più non posso. Christian, allora, si sfilò, fece alzare Camilla e le tolse il vestitino, lasciandola solo in tacchi e spogliandosi a sua volta. Si sedette sul divano e Camilla si fece impalare, lentamente, fino a che tutto il cazzo del fidanzato le era entrato dentro. ‘Amore’ quanto &egrave grosso” Christian le mise le mani sui fianco mentre le succhiava e mordeva i capezzoli. La ragazza cominciò a muoversi, a cavalcare il cazzo del fidanzato mentre gemeva sempre più forte ‘Aah’ oddio’ aaaaah, più forte, più forte!’ A quel punto, Christian, eccitatissimo a sua volta, afferrò con più forza i fianchi della fidanzata e cominciò a muoverla su e giù, imponendole il ritmo della scopata. Camilla non capiva più niente tanto godeva finché Christian non si fermò. Dapprima stupita, capì subito le intenzioni del ragazzo ‘Stenditi amore’ Lei non se lo fece ripetere e si stese sul divano, allargando le gambe e mostrando la figa fradicia che colava umori. Christian si inginocchiò e cominciò a leccarla e a succhiare il clitoride mentre con le dita usciva ed entrava da lei. Camilla si contorceva e gemeva sempre più forte ‘Amore sbattimi adesso, sfondami, scopami!’ Il ragazzo puntò il la cappella contro la figa della fidanzata e le entrò dentro con un unico colpo di reni. A Camilla si mozzò il respiro e inarcò la schiena quando Christian cominciò a trapanarla con sempre maggiore forza e velocità, entrandole tutto dentro e quasi uscendo fuori prima di riprendere a sfondarla. Le tette di Camilla ballonzolavano eccitanti e Christian, forte del molto allenamento, afferrò Camilla prendendola in braccio ma senza smettere di scoparla. ‘Oooooh amore” cominciò Camilla ma Christian le infilò la lingua in bocca continuando a sfondarla. La ragazza si avvinghiò al fidanzato, oramai era completamente presa dal piacere e sentì l’orgasmo arrivare, fortissimo e squassante. Si staccò dal bacio e urlò tutto il suo piacere ‘Aaaaaaaaah oddio’ vienimi dentro amore, vienimi dentro, tanto prendo la pillola’ non ti fermare!’ Christian dette un’ultima succhiata alle tette di Camilla e poi scaricò quelli che parevano litri d sborra nella figa della ragazza. La adagiò poi sul divano e lo sperma cominciò a fuoriuscire, mentre Camilla teneva ancora le gambe oscenamente aperte per godersi lo spettacolo. ‘Amore’ per me sei d 30 e lode!’ Christian scoppiò a ridere. Una settimana dopo, il prof. gli diede 30 e lode. Avete presente quando ci si innamora di un paese che non &egrave il tuo? L’aveva capito bene Alyce, 24enne originaria di Londra, che si era venuta in erasmus in Italia per studiare e, appena possibile, s’era trasferita permanentemente per l’ultimo anno di Università. Certo, sicuramente l’aver conosciuto Marco, di un anno più piccolo, ed essersi innamorati l’uno dell’altra, aveva contribuito alla decisione di Alyce. Per fortuna, provenendo da una famiglia ben messa economicamente parlando, non si era presentato nessun problema nel comprare un appartamento in pieno centro per non far mancare niente alla ragazza.
Quel pomeriggio, essendo la sessione estiva imminente, i due fidanzati si erano accordati per studiare insieme e darsi una mano a vicenda.
L’appartamento di Alyce non era distante da casa di Marco, ci si poteva arrivare in 10 minuti a piedi. Quel Giugno si era annunciato molto caldo e non aveva disatteso le aspettative: questo portò Alyce a preferire una gonna molto corta – tanto sarebbe rimasta in casa – e un top che riusciva a nascondere poco delle belle tette grandi – una quarta abbondante ma soda e per niente cascante. Da ragazza cresciuta in una realtà multiculturale e molto open mind, come si dice in questi casi, quale quella di Londra, Alyce non si era mai fatta particolari problemi col sesso, pur rimanendo fedele ai vari ragazzi avuti durante la sua adolescenza. Marco, naturalmente, apprezzava molto questo lato del carattere di Alyce; tra l’altro, durante il sesso, la ragazza dimenticava l’italiano, che pure conosceva bene, per tornare alla propria lingua natia con esclamazioni che a Marco ricordavano quelle delle varie ragazze che aveva visto nei video porno nei tempi in cui non era fidanzato. Questo contribuiva a rendere gli incontri amorosi dei due molto eccitanti da ambo le parti. Il ragazzo non si fece attendere molto: non appena sentì il campanello, Alyce corse ad aprire la porta sorridendo a quel bel pezzo di ragazzo che aveva davanti. Non molto muscoloso – la palestra e Marco non andavano molto d’accordo – ma nemmeno sovrappeso, quel giorno il ragazzo aveva indossato una maglietta a mezze maniche e un paio di Jeans strappati ad arte. A tracolla l’immancabile borsa con i libri.
‘Ciao, my dear’ Alyce lo salutò con quella cadenza tipica di chi cresce imparando una lingua come l’inglese ‘Ciao tesoro’ l’abbracciò brevemente Marco, per poi dirigersi verso la cucina, al tavolo, dove studiavano di solito. Alyce lo seguì e, in breve, il tavolo fu pieno di libri e schemi. Col procedere dello studio aumentava anche il caldo; si era infatti nell’ora più rovente del pomeriggio ‘Qui si muore. C’&egrave per caso del te’?’ Chiese Marco. Alyce prese dal frigorifero il te’ freddo e, per buona misura, vi mise anche dei cubetti di ghiaccio dentro. Vuotati in fretta i bicchieri, rimase solo il ghiaccio sul fondo. Marco, nel frattempo, stava iniziando a perdere la concentrazione soprattutto a causa delle tettone di Alyce che gli stavano davanti mentre cercava di concentrarsi. Approfittando del caldo, il ragazzo si fece audace: con la scusa di posare il bicchiere, prese un cubetto di ghiaccio e sfiorò il collo di Alyce molto delicatamente. La ragazza ebbe un brivido ma fece finta di nulla, capendo a volo come sarebbe andata a finire. Con disinvoltura si aggiustò la scollatura, in realtà non facendo altro che scoprire il seno arrivando a far vedere le aureole attorno ai capezzoli. Il gonfiore che cominciava a deformare i jeans di Marco fu molto eloquente ma la ragazza continuava a fare finta di nulla. Il ragazzo, che sentiva crescere una costante eccitazione, fece casualmente cadere qualche goccia d’acqua gelida sulle tette di Alyce ‘Oh, scusami tesoro’ lascia che ti pulisca’ Si abbassò verso i capezzoli della ragazza, diventati duri per il freddo contatto con l’acqua, e, scoprendoli, li succhiò brevemente entrambi per asciugarli. Il brivido che percorse la schiena di Alyce non fu di freddo, questa volta: sentì subito la figa cominciare a bagnarsi mentre Marco indugiava con la lingua sulle tette e i capezzoli ‘Dear’ spostiamoci sul letto nell’altra stanza’ ‘ il ragazzo non se lo fece ripetere e prese per mano Alyce. Una volta sul letto, si lasciarono completamente andare: Alyce gettà via gonna e mutandine mentre Marco faceva lo stesso. Il cazzò svettò prepotente, turgido e invitante; Alyce fece stendere il ragazzo sul letto e, con un sorriso, cominciò una lenta sega leccando ogni tanto il collo e il petto del fidanzato. Dopo qualche minuto, Marco la fermò. Alyce si ritrasse stupida ma subito capì le intenzioni di Marco, che la fece girare, cominciando un meraviglioso 69. Afferrato il sedere della ragazza, affondò la lingua nella sua figa piena di umori, gustandoli e penetrandola con la lingua stessa ‘mh’ ah’ oh God” gemeva ogni tanto Alyce quando non era impegnata a ingoiare e prendere tutto in gola il cazzo del fidanzato, indugiando con la punta della lingua sulla cappella prima di farsi affondare tutto il cazzo di nuovo in gola. Mentre spampinava, continuava a contorcersi per gli spasmi di piacere; Marco le aveva cominciato a stuzzicare il buchino del culo, inserendo pian piano l’indice mentre continuava a leccarla ‘mmmmh” sospirò la ragazza. Dopo un’ultima succhiata, si alzò e si mise a cavalcioni di Marco. Il ragazzo capì subito cosa sarebbe successo: lo sguardo eccitato e il respiro affannoso di Alyce non lasciavano spazio a dubbi. Mentre i due si fissavano negli occhi, la ragazza afferrò il cazzo e puntò la cappella contro l’ano. Non era la prima volta che si dedicavano al sesso anale, quindi l’arnese si fece spazio riempiendola fino in fondo abbastanza facilmente ‘ooooh, it’s so big” Alyce cominciò una lenta cavalcata mentre con una mano si torturava il clitoride e Marco le succhiava e mordeva le tette ‘oooh’ ah’ in the ass’ ooooh’ ‘ decisero di cambiare posizione: Alyce si mise a quattro zampe e si girò a guardare il fidanzato leccandosi le labbra. Marco sorrise, le afferrò i fianchi e cominciò a scoparle il culo con forza sempre maggiore, mentre dalla figa della ragazza colava tutta la sua eccitazione ‘Ooooh’ aaaaaah’. Oh GOD!’ Marco, sempre più eccitato, iniziò a sfondarle il culo, con colpi sempre più forti mentre Alyce si masturbava furiosamente ‘aaah’ I’m coming’ Aaaaaah, it’s so’ big’ aaaaaaaaah!’ E con un ultimo urlo venne, contraendosi attorno al cazzo di Marco che si fermò per lasciarla respirare, uscendo da lei. Alyce aveva l’ano completamente dilatato e la figa arrossata e ancora grondante; si girò, muovendo gli occhi da Marco al suo cazzo, fino ad avvicinarsi a quattro zampe. Prima che Marco potesse dire o fare qualcosa, Alyce afferrò con le labbra la cappella del ragazzo per poi infilarsi tutto in gola, cominciando un pompino muovendo la testa avanti e indietro e facendo scorrere lingua e labbra sul cazzo. Si fermò solo per dire ‘fuck my throat’. Scopami la gola. Marco non capì più niente e, afferrandole la testa, cominciò a uscire e rientrare fino in fondo dalla gola della fidanzata: lo sguardo di lei era eccitato ed eccitante, nonostante l’orgasmo appena avuto. Marco, con un grugnito, riversò quelli che sembravano litri di sborra calda nella gola della ragazza, fin quasi ad arrivare nella pancia. Alyce ingoiò tutto, per poi sfilarsi lentamente dal cazzo. I due si lasciarono andare ad un lungo bacio.
Jerome, come la maggior parte degli algerini della sua generazione, conosceva molto bene il francese, oltre che l’arabo – sua lingua madre. Da qualche anno, però, era diventato un discreto esperto di italiano; sì, perché i suoi genitori, appena Jerome era venuto la mondo, avevano cominciato a risparmiare per mandarlo a studiare nella grande Città italiana. Non volevano, per il loro unico figlio, la loro vita dura, seppur non misera. Così, a 19 anni, avevano spedito Jerome all’estero, a studiare per costruirsi un futuro migliore. I risultati non avevano tardato ad arrivare: prossimo alla laurea, oramai 23enne – possibilmente con una bella lode – il ragazzo stava pensando di sistemarsi definitivamente in Italia ed edificare lì la propria vita. Decisione sofferta, soprattutto perché Jerome era sempre stato molto legato alla famiglia. Certo, da quando nella sua vita era entrata Cristina cominciava a sentirsi meno solo. Cristina, 21 anni, conosciuta in biblioteca tra un libro e l’altro, con la pelle chiara tanto quanto quella di Jerome era scura, con due occhi grandi azzurri e i capelli nerissimi. Certo, non guastavano nemmeno le tette, non molto grandi ma rotonde e sode, e il sedere, poi’ piccolo ma ben proporzionato, allenato da anni di danza.
Quella mattina Jerome era intento a scrivere il secondo capitolo della sua tesi di Laurea quando il suo cellulare squillò ‘Pronto, amore?’ ‘Ciao! Senti lo so che stai scrivendo la tesi ma sto per impazzire, non capisco più niente e tra tre giorni ho l’esame” ‘Va bene, non preoccuparti’ la interruppe il ragazzo con dolcezza ‘vieni qui e ti do una mano.’ ‘Grazie tesoro!’ Dopo circa mezz’ora, Cristina era seduta al tavolo con Jerome, quasi in lacrime, mentre il ragazzo tentava di tranquillizzarla ‘Cristina, sei ben preparata. Non hai nulla di cui preoccuparti” a quel punto, la ragazza si gettò tra le braccia del fidanzato scoppiando in lacrime, più per il nervosismo che per vera tristezza ‘s-scusa’ &egrave che sono stressatissima” Jerome prese ad accarezzarle i capelli, poi le sfiorò le labbra con un bacio ‘Tranquilla. Siediti, ti porto qualcosa di fresco!’ Cristina annuì e si raggomitolò sul divano. Mentre Jerome si allontanava, per andare in cucina, Cristina si disse che era veramente troppo stressata; la colpa era anche del fatto che, a causa del troppo studio, lei e Jerome non facevano sesso da troppo tempo. E lui era sempre così dolce e comprensivo con lei’ un’idea le balzò in mente ma le serviva tempo per applicarla; fortunatamente, un rumore di vetro infranto seguito da un’imprecazione le fece capire che Jerome ci avrebbe messo un po’ a pulire e a raccogliere tutti i pezzi di vetro. Sorridendo, la ragazza si sfilò la maglietta e il reggiseno, facendo la stessa cosa con gli shorts; le tette balzarono fuori, grosse e con i capezzoli turgidi dall’eccitazione che Cristina già provava. Si adagiò sul divano, a gambe aperte, esattamente di fronte alla porta da cui sarebbe rientrato Jerome, e prese a infilare due dita nella figa umida rendendola fradicia. Cominciò a sfiorare il clitoride con movimenti circolari, sussultando dal piacere ma trattenendo i gemiti per non sciupare la sorpresa al fidanzato. Lo spettacolo che Jerome si trovò davanti fu a dir poco sconvolgente: la sua fidanzata a gambe aperte che si penetrava con due dita, teneva l’altra mano su di una delle grosse tette torturandosi il capezzolo tenendo nel mentre la lingua ferma sul labbro superiore. Appena realizzata la situazione, l’eccitazione arrivò improvvisa e potente, provocando un gonfiore sempre più grosso ed evidente nei jeans del ragazzo, che nel frattempo era ammutolito con due bicchieri di te’ nelle mani ”be’? Ah’ cosa fai amo’ re’ non ti unisci a me? Oooh” diceva Cristina, che nel frattempo gemeva e tremava per il piacere che si stava dando. Jerome, come in trance, posò i bicchieri sul tavolo, poi guardò Cristina, guardò la sua figa, e ci si fiondò con la lingua, cominciando a muoverla in modo circolare, alternando veloci leccatine al clitoride con affondi di lingua. Cristina gemeva e muoveva il bacino per andare incontro alla lingua del ragazzo; Jerome continuò a leccarla, poi si sporse e la baciò facendole sentire il gusto dolce dei suoi umori mentre nel frattempo la penetrava con due dita. Cristina gli fermò la mano, sorridendo ‘non così’ aspetta, quella la avrai dopo’ aggiunse, quando il ragazzo fece per sbottonarsi il pantalone. Cristina si girò sul divano, praticamente mettendo le gambe appoggiate allo schienale e la testa sul sedile. Guardò Jerome dal basso, che aveva capito, e aprì la bocca, leccandosi le labbra. Amava sentirsi soffocare da quel cazzo che, restando fedele a quando si diceva sui ragazzi di colore, superava abbondantemente i 22 centimetri con una circonferenza notevole. Jerome passò la mano bagnata dagli umori di Cristina sul cazzo, per lubrificarlo, poi cominciò a entrare con la cappella nella bocca di Cristina che si masturbava sempre più eccitata. Pian piano, Jerome infilò tutti i 24 cm di cazzo nella gola della ragazza che rilassò i muscoli della gola, complice la posizione, e con lo sguardo disse al ragazzo di cominciare a fotterle la gola. Senza farsi pregare, Jerome afferrò le tette della ragazza e cominciò a muoversi avanti e indietro, col cazzo che usciva per poi rientrare fino in fondo; Cristina cominciò a usare la lingua calda per leccare quell’asta enorme mentre era quasi vicina all’orgasmo. Mise una mano sul culo di Jerome, per imporre un ritmo ancora maggiore, così che il ragazzo prese a scoparla letteralmente in gola. Quando l’orgasmo venne, Jerome si ritrasse ‘aaaaaaaaaaah’ oh dio, adoro farmi scopare in gola’ che orgasmo” cinguettò Cristina, rigirandosi e afferrando con una mano l’enorme proboscide di Jerome. Il ragazzo si chinò a darle un bacio e si sedette sul divano; un segno chiarissimo, che Cristina non mancò di cogliere. Si sedette su di lui, prendendo tutto il cazzo dentro la figa. Era oramai un lago e il pene scivolò fino in fondo, mozzando il respiro a Cristina, che non ne aveva avuto abbastanza dall’orgasmo precedente. La ragazza cominciò a cavalcare il suo stallone mentre lui le affondava la faccia e la lingua tra le tette ‘oooooh’ oddio lo sento enorme’ ohhh” Cristina era completamente in estasi; sentiva quel palo di carne sfondarla ad ogni colpo, la sua figa quasi esplodeva per contenere quel mostro ma il piacere era troppo per fermarsi. Jerome afferrò la ragazza, la sollevò, e la girò, iniziando a trapanarla da dietro. Cristina affondò la faccia nei cuscini per non farsi sentire da tutto il palazzo mentre i colpi la squassavano completamente. Jerome afferrò i fianchi di Cristina, tirandola verso di sé mentre nel frattempo la sfondava e allora la ragazza non capì più niente. Si sentiva completamente distrutta ma in senso positivo; non c’era una parte di lei che non godesse per quel toro che la stava ripetutamente prendendo senza farle male. Dopo quelle che le parvero ore, Jerome l’avvisò ‘Amore’ sto per venire” ‘voglio bere tutto amore, vieni qui’gemette Cristina, spostandosi e ingoiando fino alle palle il cazzo di Jerome mentre si torturava il clitoride, cominciando un pompino che però ebbe vita breve: appena lo sentì vibrare, la ragazza se lo fece affondare in gola fino a che il cazzo eruttò fiumi di sborra che Cristina ingoiò, fino all’ultima goccia, mentre esplodeva in un altro orgasmo fragoroso. Tenne il cazzo tra le labbra finché non lo sentì perdere di consistenza, poi se lo sfilò con calma baciando lievemente la cappella ipersensibile. Sorrise a Jerome, che le strappò un ‘oh!’ di sorpresa, prendendola in braccio e baciandola a lungo con passione infinita.
Chiara era disperata. Tra tre giorni aveva l’esame e le mancavano ancora 50 pagine da studiare, per non parlare della ripetizione. Con le mani nei capelli, fissava i libri come se fossero scritti in aramaico. Il suo profondo sconforto fu interrotto dallo squillo del cellulare: era Sofia. Con un sorriso, Chiara lesse il messaggio: ‘Ciao piccola, come va? Non ti stai stancando troppo, vero?’ ‘Amore’ qua mi sa tanto che devo rimandare l’esame” ‘Non essere stupida. Adesso vengo lì e ti aiuto, ok?’. Sofia aveva 25 anni, due in più rispetto a Chiara, e aveva già finito l’università. Chiara decise che non poteva farsi trovare in quello stato dalla fidanzata: chiuse il libro e andò a darsi una sistemata. Le due ragazze si erano conosciute in biblioteca; inizialmente avevano stretto un forte legame di amicizia che non aveva tardato a diventare qualcosa di più.
Quando Sofia arrivò e Chiara le aprì la porta, la ragazza era molto diversa dalla disperata di prima: pantaloncino e top – stento conteneva la quarta della ragazza che in casa girava sempre senza reggiseno – e un filo di trucco provocarono un impercettibile fremito in Sofia. Tuttavia, quest’ultima scosse i lunghi capelli scuri – in netto contrasto col biondo oro di Chiara – ed abbraccio la fidanzata, sentendo le sue tette urtare quelle dell’altra; seppure meno grandi – Sofia infatti poteva vantare una terza -, erano rotonde e sode, a cui facevano da pendant un sedere piccolo ma ben allenato dalla palestra. Chiara e Sofia si accomodarono al tavolo. Con l’aiuto della fidanzata, Chiara riuscì a progredire non poco nello studio, così che non le sembrò una cattiva idea concedersi una pausa ristoratrice. ‘Ti andrebbe un po’ di te’?’ Quel giorno di fine Giugno era veramente molto caldo e Sofia non ci pensò due volte ‘Sì, volentieri, grazie!’ Chiara si allontanò, decidendo all’istante che muovere un po’ il sedere mentre dava le spalle alla ragazza non era una cattiva idea. Sofia non rimase indifferente ma non commentò né ebbe alcuna reazione evidente; con un mezzo sorriso – pregustando ciò che sarebbe certamente avvenuto di lì a poco – si sedette sul divano, togliendosi le scarpe e allungando le gambe. Il vestitino corto che aveva deciso di indossare si stava rivelando una scelta azzeccatissima. Quando Chiara tornò con due bicchieri di te’ freddo, esitò un attimo guardando le lunghe gambe nude di Sofia, col vestito che le si era alzato quasi a scoprire il sedere. La ragazza, sul divano, notò il tentennamento della fidanzata ‘be’? Non vieni a sederti con me?’ disse, con un sorriso che lasciava poco spazio all’immaginazione. Chiara sorrise di rimando e si accomodò a propria volta sul divano. Dopo qualche sorso, Sofia guardò Chiara ‘Il mio te’ non &egrave molto freddo’ mi fai assaggiare il tuo?’ e mentre la ragazza faceva per porgerle il bicchiere, Sofia le afferrò la testa e le infilò la lingua fino in gola. Chiara ripose a quel bacio e sentì la figa inumidirsi. Infilò una mano sotto il vestito di Sofia e sentì che le sue mutandine erano praticamente già fradice. Sofia cominciò a baciare e leccare il collo di Chiara strappandole dei sospiri e gemiti ‘Ah’ amore” Chiara scostò le mutandine della ragazza e infilò medio e anulare dentro la sua figa fradicia, mentre col pollice le torturava il clitoride gonfio. Sofia si morse le labbra per non urlale, poi tolse via il top di Chiara e cominciò a succhiarle un capezzolo. Le due ragazze, sempre più eccitate, si guardarono e si alzarono, andandosi a stendere sul letto di Chiara. Si stesero una sull’altra, in un meraviglioso 69, leccandosi a vicenda e assaggiando i loro umori ‘mh’ oddio” Chiara adorava il sapore di Sofia e più leccava più aumentava il ritmo, muovendo la lingua in modo da non perdere nemmeno una goccia mentre la fidanzata, da sopra, le succhiava e mordicchiava il clitoride. ‘amore’ ah’ vengo” ‘anche io amore, anche io” le due ragazze vennero quasi in contemporanea, l’una nella bocca dell’altra, assaggiandosi e gustandosi a vicenda. Ma l’orgasmo non aveva placato la loro eccitazione. Chiara si alzò, aprì il cassetto e tirò fuori una benda, delle manette e un dildo nero, grosso e largo. Sofia sorrise e si lasciò bendare e incatenare al letto. Chiara se la prese comoda, per aumentare l’eccitazione e l’aspettativa della fidanzata, poi cominciò a stimolarle il clitoride con il dildo. Sofia riprese a tremare e a gemere mentre i capezzoli le diventavano durissimi; sempre passando il giocattolo sulla figa della fidanzata, Chiara prese a morderle le tette e a succhiarle i capezzoli. Sofia sospirava e gemeva senza ritegno ‘aaaah’ ohhh’ amore” Chiara le infilò la lingua in gola e, mentre le loro lingue si rincorrevano, cominciò a infilarle dentro il dildo. Centimetro dopo centimetro, la schiena di Sofia si inarcava e, quando tutto il grosso arnese fu dentro di lei, urlò tutto il suo piacere mentre ancora le due ragazze tenevano le lingue incollate ‘mmmmmmmmmhhhhhhhh” Chiara si girò e portò la sua figa all’altezza della bocca di Sofia che ricominciò a leccarla mentre la fidanzata toglieva e infilava di nuovo dentro il dildo e leccava il clitoride. Sofia venne di nuovo, tremando come non mai; allora Chiara le tolse la benda, la liberò dalle manette e la guardò ”adesso tocca a te’ mettimelo nel culo” Sofia sorrise, fece girare Chiara e la fece mettere a novanta. Cominciò a leccarle il piccolo buco per inumidirlo mentre Chiara riprese a torturarsi il clitoride. ‘ah’ amore’ ora infilalo, non ce la faccio più” Sofia non se lo fece ripetere e cominciò a spingere il dildo piano, per non farle male; in realtà, il sedere di Chiara era abituato a quel trattamento e non ci mise molto ad accogliere tutto l’arnese. Sofia non lo mosse, per lasciar abituare la fidanzata all’ingombrante presenza, poi cominciò a muovere il dildo dentro e fuori. Chiara sentiva fitte di piacere intenso mentre Sofia la impalava con quel dildo enorme. ‘ah’ amore’ sto venendo” Chiara esplose in un ennesimo orgasmo, poi si sfilò il dildo per lanciarsi di nuovo sulla figa di Sofia ‘oooooh’ vengo anche io.. aahhhhhh” e con un lungo gemito venne di nuovo sulla lingua della fidanzata. Le due ragazze si abbracciarono e baciarono, per scivolare poi in un sonno appagato.

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