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Pomeriggio di lavoro

By 19 Dicembre 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

Quel pomeriggio Simone non riusciva a lavorare. Doveva assolutamente completare le ultime verifiche relative al suo progetto in quanto la scadenza era ormai alle porte, ma per quanto cercasse di rimanere focalizzato sui propri calcoli la sua testa continua a viaggiare distrattamente a perdersi tra mille pensieri. Invece che recarsi nel suo studio, dove il telefono non smetteva mai di squillare, aveva preferito restare a casa in modo da non essere continuamente disturbato dai colleghi ma a quanto pareva la sua scelta non era stata particolarmente azzeccata.
Ad incrementare il suo decifit di attenzione quel giorno contribuiva l’andirivieni della donna delle pulizie, Marina, una donnina sulla cinquantina, che lo aiutava nelle sue faccende domestiche, troppo spesso trascurate a causa della frenetica vita quotidiana. Guardandola Simone si stupiva sempre di come quella donna, che fin da ragazza faticava per tenere insieme la vita domestica degli altri, si fosse mantenuta attraente, magari proprio per merito di quel lavoro così faticoso che la costringeva a tenersi sempre in movimento. La donna era lì come ogni Giovedì, da tempo Simone aveva imparato a superare la sua naturale diffidenza per gli estranei e le aveva consegnato un mazzo di chiavi, in modo da permetterle di entrare in casa per le pulizie quando lui non era in casa.
Mentre era impegnato nelle sue considerazioni suonò il campanello: Marina si affrettò dalla camera dicendo ‘Simone credo sia mia figlia Arianna, le avevo detto di passare qui dopo l’università per accompagnarmi a casa, solo che non ho ancora terminato le pulizie, ti dispiace se la faccio salire?’. Simone non era particolarmente entusiasta all’idea di avere altre persone in giro per casa dato che doveva lavorare ma cosa poteva dire? Poco dopo la giovane Arianna era in casa: Simone non poteva credere ai suoi occhi, la ragazza era una delle creature più incantevoli che avesse mai visto ‘ ha 20 anni e studia lettere ‘ si affrettò a dire orgogliosa la madre mentre lei sbuffava sollevando un ciuffo di capelli da davanti gli occhi con la tipica insofferenza dei ragazzi rispetto alle attenzioni dei genitori. Arianna era mora, con morbidi ricci che le cadevano sulle spalle e grandi occhi castani che sfumavano al verde. Il suo viso sembrava emettere luce illuminato da una costellazione di minuscole lentiggini, che circondavano il piccolo naso all’insù. Simone non riusciva a smettere di fissarla mentre le si avvicinava per presentarsi, aveva un corpo piccolo dal quale spiccava un seno tondo e morbido che appariva quasi troppo grande per quella ragazza così minuta ‘ piacere di conoscerti, tua madre mi parla sempre di te ‘ disse Simone, – ciao. Anche mia madre mi parla sempre di te. In effetti sei proprio un figo. ‘ gli rispose Arianna. ‘ cosa? ..come? ‘ rispose Simone, imbarazzato.
– non darle retta ‘ intervenì Marina, – Arianna scherza, vero Arianna? ‘ ma si certo, senti mamma finisci quello che devi finire, io mi siedo qui ma fai in fretta, oggi pomeriggio devo andare a comprare un vestito per la festa di Francesca ‘ Le rispose Arianna, sedendosi sul divano nella sala da pranzo di Simone.
-Che tipa – pensò Simone. – Neppure mi conosce e guarda con che piglio mi parla, se non altro dovrebbe rispettare la differenza di età, ha solo 20 anni mentre io ne ho 31 e.. ‘ ma i suoi pensieri vennero interrotti da Arianna, che intanto si era tolta gli stivaletti neri e distesa sul divano ‘ Simone mica starai pensando che ti ho mancato di rispetto,vero? Perch&egrave sarebbe proprio da vecchi.. – disse Arianna.
– Ed invece si che lo sto pensando ‘ ribadì lui. ‘ e poi chi ti ha dato il permesso di metterti su quel divano e senza scarpe? Io devo lavorare! ‘ disse. Arianna lo fissò in silenzio per un momento poi sorridendo disse ‘ non credevo che la mia presenza non ti permettesse di lavorare. O &egrave per via delle scarpe? Sarai mica uno fissato con i piedi? Spero di no perch&egrave mi dicono che ho dei bellissimi piedini da ballerina -.
Piedini da ballerina? Ma cosa dice questa ragazzina? Come &egrave possibile che una donna così riservata come Marina abbia una figlia così sfrontata? Tante domande si inseguivano nella mente di Simone, voleva conoscere meglio Arianna.
– Va bene, lasciamo stare. Studi lettere quindi? ‘ le chiese.
– Si, studio lettere. Ma sono una noia mortale. I professori sono noiosi e conformisti. Come te ‘
– Stai preparando qualche esame in questi giorni? ‘
– Sto sempre preparando qualche esame..ma non hai detto che devi lavorare? Dai torna a lavorare, non vorrei che perdessi il lavoro per causa mia ‘
– Io non posso perdere il lavoro per causa tua, il mio lavoro, lo studio dove lavoro, &egrave mio. Sono io il proprietario ed il responsabile e non mi piace che mi si parli così ‘
– Bene, allora non dovrò sentirmi in colpa per il tuo lavoro, ma io parlo come voglio, non sono una tua dipendente e poi sei tu che vuoi parlare con me..e cos’&egrave quel rigonfiamento dei tuoi pantaloni? Ti sei eccitato ad alzare la voce con me? O &egrave per i miei piedini..?
Simone era sconvolto, &egrave vero, si era eccitato ad alzare la voce con lei, con quella ragazzina irriverente che era entrata in casa sua e che in 10 minuti gli aveva causato una tempesta di emozioni e che non riusciva a ricondurre ad un comportamento che si aspettava naturale da una ragazza di quell’età. Ed ora lei si era accorta della sua erezione, nulla di peggiore, questa ragazzina stava completamente prendendo il controllo della situazione, lo sapeva e si sentiva a proprio agio nel mettere a disagio un adulto, Simone sentiva l’impulso di prenderla sulle proprie gambe e sculacciarla e per un istante breve ma intenso aveva chiaramente visto la scena davanti ai propri occhi e..ma cosa stava pensando? Doveva negare tutto. ‘Cosa dici? Smettila di parlare così. Non c’e’ nessun rigonfiamento..e smettila di rivolgerti a me come se fossi un tuo compagno di studi, da quando si parla così alle persone più grandi? ‘ le disse. ‘ scusami paparino, oggi si parla così, aggiornati ‘ gli rispose lei accendendo la tv.
Simone si mise a sedere alla sua scrivania, guardava fisso le sue carte ma non riusciva a smettere di pensare ad Arianna, la vedeva davanti a lui dondolare le gambe a ritmo delle canzoni di MTV e continuava a bruciare per il modo in cui le si era rivolto. Che figura! Messo a tacere da una ragazzina. Incredibile. Poi un ombra si allungò sul suo tavolo, era Arianna, che si era avvicinata e che canticchiando una canzone che andava in onda sulla televisione si era andata a sedere sul suo tavolo. ‘Quanto deve essere leggera questa ragazza’ pensò Simone vedendola adagiarsi aggraziatamente sul tavolo, poggiando il sederino esattamente sopra le sue carte. ‘ sei sicuro di dover lavorare oggi pomeriggio? Non vorresti stare con me sul divano? Dai tanto mia madre &egrave di là, non ci vedrà ‘ gli disse. ‘ Arianna, scendi dal tavolo e torna sul divano, ho capito che ti stai divertendo a prenderti gioco di me. E’ evidente che a casa non ti hanno insegnato ad avere rispetto per nessuno e smettila di provocarmi.. ‘ ma Arianna aveva già poggiato i suoi piedini minuscoli sul ventre di Simone, facendoli scivolare lentamente fino al suo inguine ‘ era troppo. Simone la prese, sollevandola senza difficoltà ed adagiandola di nuovo sul divano ‘ resta qui e non muoverti ‘ le disse.
In quel momento Marina sbucò dalla camera ‘ Simone, mi ha appena chiamata mia sorella, ha un problema con la macchina e non può andare a prendere mio nipote a scuola, devo andare un momento a prendere il bambino e poi torno. La macchina purtroppo ha solo due posti quindi dovrei lasciare qui Arianna. Per te &egrave un problema? ‘ chiese Marina, visibilmente imbarazzata per il disturbo ‘ Scherzi Marina? Nessun problema. Arianna può restare qui con me ‘ rispose Simone guardando fisso Arianna, che per la prima volta sembrava aver perso il controllo sulla situazione e sembrava cercare una via d’uscita per quella situazione. ‘ Mamma vado io a prendere Luca a scuola, tu finisci qui ‘ improvvisò Arianna. ‘ No Arianna, non se ne parla proprio. Non sei affidabile, l’ultima volta che sei andata a prendere Luca a scuola ti sei fermata a parlare con la tua amica lungo la strada ed il poverino &egrave rimasto ad aspettarti in lacrime, vado io, tu resta qui e non dare fastidio ‘ disse uscendo.
Soli. Ora erano soli. Simone fissò Arianna cercando sul suo viso un segno di paura, di insicurezza. Se lo avesse trovato probabilmente non si sarebbe avvicinato a passi lenti e pesanti al divano, non la avrebbe presa prima per un piede e poi per l’altro trascinandola sul divano, non la avrebbe sollevata in aria per adagiarla infine sulle sue gambe mettendola a pancia sotto, ma lei era lì, spavalda, a sfidarlo con lo sguardo ‘ cosa vuoi fare? Vuoi guardarmi tra le gambe? ‘ gli disse mentre Simone le sollevava la gonnellina tirandole al contempo giù le calze nere a pallini rosa ‘ vuoi farti una sega pensando alla mia fi.. ‘ e poi il rumore sordo della prima sculacciata, forte, sulla sua piccola natica rosa e fredda, poi una saconda, una terza, sempre sulla stessa natica, sempre forte, sempre con la mano aperta, quella mano che aperta era grande quanto quel piccolo culetto che andava diventando rapidamente rosso scaldandosi. ‘basta!basta!- gridava Arianna. Simone si fermò, la guardò: aveva gli occhi lucidi e le guancie bagnate di lacrime, non lacrime di dolore (‘..per qualche sculacciata?’ gli confessò lei qualche tempo dopo) ma di umiliazione: si era sentita sempre così sicura e con il controllo della situazione che non poteva credere di essere stata sculacciata come una bambina. Si sentiva una donna e voleva dimostrarlo: si lasciò scivolare tra le gambe di Simone fino ad inginocchiarsi davanti al suo membro che ormai i pantaloni contenevano a fatica. Aprì i pantaloni ed infilò la mano accarezzando l’asta del pene ed estraendolo dai pantaloni lo porto prima alla lingua e poi all’interno della bocca. Con una mano guidava il pene di Simone, con l’altra massaggiava i suoi testicoli quasi volesse spremerli, dopo poco Simone si sentì venire e lei rimase lì, con la bocca saldamente ferma sulla cappella per lasciarsi riempire la bocca e la gola da quell’esplosione di energia maschile.
Simone aveva voglia di prendere Arianna, nella sua mente si chiedeva come fosse quella ragazza mentre raggiungeva l’orgasmo, ma quando ebbe finito di pulirsi la bocca lui le disse ‘ sei stata brava, sei una donna, ma ciò non toglie che oggi ti sia comportata da ragazzina e la tua punizione sarà quella di restare con il desiderio di essere toccata, ora rivestiti.
Arianna rimase di sasso, era certa che ora sarebbe arrivato il suo turno di godere e questa decisione di Simone la prese di sorpresa facendole montare di nuovo un senso di umiliazione. Si ricoprì in fretta il sederino, prese le sue cose ed aprì la porta dicendo ‘ non posso restare qui un minuto di più, sei solo un vecchio egoista ‘ ed uscì.
– Qualcosa mi dice che ci vedremo di nuovo ‘ si disse Simone tra s&egrave e s&egrave.

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