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Racconti Erotici Etero

Portala a casa tu

By 22 Dicembre 2018Dicembre 16th, 2019No Comments

Dante ed Elena entrarono nella sala da ballo: era già arrivato un buon numero delle coppie che ormai conoscevano molto bene. Ballavano il liscio da qualche anno ormai. Aldo, il capo di Dante, arrivò con qualche minuto di ritardo e senza sua moglie.
«Scusate il ritardo, ma mia moglie è dovuta andare da sua mamma che non sta bene».
L’istruttore rispose: «Mi spiace, penso che i ballerini siano tutti d’accordo a concedere a turno la propria ballerina ad Aldo». Ovviamente tutti acconsentirono e la musica partì. Come stabilito Aldo faceva un ballo con ciascuna ballerina, quando arrivò ad Elena, Dante si sedette su una sedia a bordo pista.
Aldo ed Elena ballavano molto affiatati, si guardavano negli occhi, stavano molto vicini. Forse troppo. Aldo la sovrastava di una ventina di centimetri, aveva qualche anno in più, ma il rugby praticato da giovane gli aveva conferito un fisico invidiabile che era riuscito a mantenere. Elena, invece, era la classica donna mediterranea, il fisico ammorbidito dalle due gravidanze, con un seno prosperoso ed un sedere pieno.
Ballavano molto bene e dopo il primo Aldo chiese a Dante se poteva fare il secondo ballo. Dante rispose: «Nessun problema. Tanto pensavo di andare a casa, non mi sento molto bene. La riporti a casa tu?».
Elena si avvicinò al marito e gli chiese premurosamente: «Che hai tesoro?».
«Niente di che, sono solo molto stanco», rispose scambiando un’occhiata eloquente con il suo capo. Sapevano entrambi come sarebbe andata a finire la serata se Aldo avesse riaccompagnato a casa Elena. A Dante la cosa non dava nessun fastidio, anzi era quasi eccitato dall’idea. Marito e moglie si diedero un bacio sulle labbra, poi Dante lasciò la sala da ballo.
Elena e Aldo continuarono a ballare fino alla fine della serata, poi l’uomo le chiese: «Che ne dici di una birretta?».
«Non so, Dante è a casa ce non sta bene, dovrei andare da lui», rispose.
«Ma no, è solo stanco, dormirà già, ormai».
Elena era titubante, ma alla fine Aldo riuscì a convincerla. Entrarono nel bar più vicino e ordinarono due birre, seguite da altre due. Quando uscirono Elena era leggermente brilla, non era abituata a bere, arrivarono davanti alla macchina di Aldo e lui, prima di aprire lo sportello del passeggero, le passò una mano fra i capelli neri e lunghi e le disse: «Sei bellissima».
Elena chinò la testa arrossendo e disse: «Che dici, dai andiamo a casa».
Salirono in macchina, non parlarono molto, ma Elena, forse causa la notte o la birra o quella strana sensazione in mezzo alle gambe, non si rese conto che Aldo l’aveva portata davanti a casa sua.
«Hai sbagliato strada», disse Elena, Aldo la guardò negli occhi, le accarezzò una guancia e le disse dolcemente: «Sei una donna stupenda». Elena arrossì e prima che potesse rispondere, Aldo la baciò. La donna avverti le labbra umide dell’uomo sulle sue, tentò di resistere, ma Aldo la abbracciò con trasporto e alla fine cedette. Le loro lingue si intrecciarono in una danza carica di passione. Quando Aldo capì che ormai era sua, si staccò e sussurrò: «Andiamo in casa».
Elena, con il fiato corto, annuì. Appena entrarono si baciarono con ancora più impeto, le mani di Aldo correvano sul corpo morbido di Elena palpandolo voraci. La donna per andare a ballare indossava quasi sempre un vestito nero ampio e scollato, Aldo le abbassò le spalline e lo fece scivolare a terra, sotto lei portava un reggiseno nero coordinato con gli slip e delle calze scure tenute su dal reggicalze. Continuando a baciarla, Aldo le mise le mani sul sedere e lo strinse, poi le sganciò il reggiseno, liberando la quarta della donna.
Elena ormai era in preda all’eccitazione, gli mise una mano dietro alla nuca e gliela spinse sui suoi seni. Aldo raggiunse subito i capezzoli inturgiditi leccandoli e mordicchiandoli, facendola gemere di piacere. La spinse verso al tavolo del salotto e ce la fece sedere sopra, le tolse gli slip e ammirò la vagina leggermente pelosa, poi si aprì i pantaloni e tirò fuori il suo pene grosso e durissimo. Lo fece penetrare con forza strappandole un grido di piacere e sorpresa, poi iniziò a muoversi velocemente, facendo sobbalzare i seni grandi di Elena. I loro corpi producevano forti schiocchi quando si scontravano ed Elena chiuse gli occhi e gettò indietro la testa raggiungendo quasi subito un intenso orgasmo.
Aldo si sbottonò la camicia e la gettò a terra mostrando il suo petto muscoloso e peloso.
Elena godeva tantissimo, raggiungendo numerosi orgasmi e non si rese neanche conto che le scarpe con il tacco non altissimo le caddero dai piedi velati dalle calze fino a quando Aldo la fece scendere dal tavolo e girare. Le mise entrambe le mani sul sedere incorniciato la reggicalze e palpò con forza, poi le appoggiò un dito insalivato sull’ano e lo fece entrare lentamente.
«No, li no. Non l’ho mai fatto», protestò Elena con scarsa convinzione.
«Farò piano, tranquilla», rispose Aldo muovendo il dito dentro di lei.
Lo tolse e appoggiò il pene fradicio dei suoi umori vaginali all’ano leggermente dilatato, spinse piano mentre Elena si appoggiava al tavolo. Quando il glande fu entrato Aldo si fermò e attese che Elena si abituasse, poi continuò a penetrare muovendosi avanti e indietro lentamente. Quando fu tutto dentro, si fermò di nuovo. Elena annuì nonostante le facesse male e Aldo iniziò a muoversi, prima piano aumentando man mano il ritmo. Il dolore di Elena si trasformò rapidamente in piacere, diverso da quello a cui era abituata, ma quasi più intenso di quello vaginale. Non capì se provava orgasmi veri e propri, ma godeva tantissimo e non tratteneva le grida, mentre Aldo ormai si muoveva con un ritmo elevato e le stringeva il sedere morbido.
Ormai anche l’uomo era vicino all’orgasmo, tirò fuori il pene e schizzò sul sedere e sulla schiena di Elena che rimase un bel po’ appoggiata al tavolo con l’ano dilatato e il fiatone.
A quel punto la donna realizzò quello che aveva fatto: aveva tradito suo marito.
Si alzò e si rivestì velocemente, esclamando: «Portami a casa!».
Aldo si vestì anche lui poi la riportò a casa senza dire una parola. Ad Elena faceva male l’ano. Appena entrò con le lacrime agli occhi, suo marito, che aveva i pantaloni aperti e un residuo di erezione le disse: «Amore, so cosa è successo. Non sono arrabbiato. Anzi mi fa piacere». La abbracciò e le baciò i capelli scarmigliati.

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