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Racconti Erotici Etero

Prima volta anale

By 18 Aprile 2017Dicembre 16th, 2019No Comments

Questa storia suppongo sia comune a tante donne ed è perciò che la voglio raccontare. Per me è anche uno sfogo e vorrei che le donne che mi leggono siano contagiate dalla felicità che provo. Ho 42 anni ed ho un marito con un matrimonio ormai alla fine. Mio marito è sempre meno attivo sessualmente e ciò mi rende sempre meno felice e di conseguenza mi sento al passar del tempo meno femmina. Quando eravamo fidanzati era un uomo attraente, attento, erotico al punto giusto; ora è una persona statica e senza iniziativa che passa le sere a guardare la TV rivolgendomi poche parole e dove la TV ha la precedenza su tutto e di conseguenza non mi scopa mai.
Questo è il motivo per cui mi sono fatta l’amante; lui è molto più giovane di me avendo 24 anni.
Prima di conoscerlo pensavo che per me non ci fosse altra soluzione che la rassegnazione a fare a meno del sesso con la speranza che non mi venissero voglie ‘strane’; mi dicevo “Metto tutto sotto chiave e di sesso non ne parliamo più!”.
Nei momenti acuti di crisi di astinenza mi ponevo il dubbio chiedendomi chi fosse veramente lui ed anche che specie di pervertita fossi per desiderare così tanto il sesso o forse ero una matta da legare, oppure ancora una ninfomane che immaginava solo sesso come le più grandi troie.
Con il mio giovane amante ci siamo conosciuti per caso in autobus ed a lui non interessava che portassi la fede, si comportava da sfrontato e mi ha corteggiata per mesi affrontando tutte le mie resistenze ed alla fine io, in un momento di crisi da astinenza, ho ceduto.
Ad oggi sono 15 mesi che ho una relazione extraconiugale.
Lui viveva in un appartamento che condivide con altri due studenti ma ha una camera ampia tutta sua. Anche lui è studente di Scienze Politiche e mi ha presentato ai suoi amici di appartamento come la sua “fidanzata”.
Ho, quindi, una doppia vita che porto avanti felice con delle difficoltà ma queste difficoltà sono dolci da superare se penso a lui ed a tutto ciò che mi dà e per come mi fa sentire.
Nei primi tempi siamo stati a letto insieme a scopare quando i colleghi erano a lezione o in paese per il weekend. Ovviamente non potevo ospitarlo se non in rarissime occasioni anche se a me piaceva molto avere una vita da coppia normale e fare tante altre cose insieme. A quel tempo non mi era concesso perché il rischio di venire scoperta ed avere un divorzio non era pensabile né praticabile. Ciò ci ha costretto ad andare al cinema nelle prime ore del pomeriggio, a cena solo quando fosse stato plausibile che uscissi con una mia amica e naturalmente non passavamo le feste insieme. Le nostre comunicazioni erano limitate a qualche SMS subito cancellato.
Lo scorso inverno ho colto un’occasione unica: mia suocera aveva bisogno di assistenza e nonostante le sia molto affezionata ho convinto mio marito ad andare da lei.
Il risultato è stato che mi sono potuta concedere all’amore totale e trasgressivo con lui. Per me è stata un’esperienza favolosa, gratificante ed ho potuto ritrovare l’affetto ed il piacere del sesso con l’uomo che amo lasciandomi veramente andare senza remore e pregiudizi pensando che in amore tutto è permesso.
Ho pensato che anche lui avesse una ragazza più giovane di me ma non mi importava. Ho pensato che avesse una ragazza perché non mi spiegavo alcuni suoi atteggiamenti nonostante mi sia data moltissimo a lui ed abbia fatto anche qualcosa che in altri tempi avrei definito ‘indecente’.
Quando si è presentata questa splendida occasione di stare sola con il mio maschio ho pensato che avrei potuto passare dei momenti bellissimi con Gian Marco, questo è il suo nome, e finalmente non fare scopate fugaci silenziose nella sua stanza. Pensavo che lui potesse venire due notti da me nel mio letto matrimoniale. Non era importante per me che il letto nuziale fosse l’alcova dove ricevere un altro uomo che facesse sesso con me.
Ero talmente eccitata e presa da Gian Marco che controllavo se mio marito mi seguisse e se fosse a conoscenza della mia altra vita. Ormai lo trascuravo io.
Gian Marco, quando gli dissi che sarei rimasta sola a casa, ne fu felicissimo e subito mi ha detto che potevamo stare da lui e passare sia venerdì che sabato notte insieme. Gli dissi che temevo che mio marito controllasse la mia presenza a casa telefonando e non avrei avuto modo di giustificarmi se non avessi risposto quindi fu naturale che la casa era sicuramente libera e piena di gioia gli dissi “Perché non vieni tu a casa mia?”
Lui ebbe dei dubbi e me li espresse “Se tuo marito sa di me a casa tua, e per di più nel suo letto, sai cosa succederebbe? Tu hai pensato a quelle che avresti tu?”
La voglia di lui era fortissima e replicai “Non ci scoprirà nessuno. Come ti ho già detto, abito in una villa singola, non in un condominio e la casa è la mia. Se sarai discreto nessuno saprà nulla. Ti vengo a prendere con l’auto e così lascerai la tua sotto casa tua”
Rincuorato e sedotto dalla mia voce sussurrata piena di voglia mi chiese di poter venire da me in altro modo. Ci demmo un appuntamento dopo le 21.30 “Ti mando un SMS e ti dico con precisione dove abito”
Non vedevo l’ora che arrivasse il momento. Tutti i miei pensieri erano per lui e per la mia figura che gli avrei presentato al suo arrivo. Pensavo alla lingerie da indossare, al profumo della mia pelle, alle scarpe con tacco, le calze velate, ai capelli ai gioielli da indossare, ecc. Avevo deciso di non indossare niente lingerie e indossare solamente dell’intimo nero super sexy che avevo ordinato dalla Cina: erano dei total body in maglia elastica che lasciavano fuori uscire i capezzoli ma coprivano appena il pube. Questi capi li indossavo quando arrapata mi sgrillettavo fino a godere immaginando di essere un’attrice porno. Vestita così mi avrebbe senz’altro assalito. Avevo pensato anche ad un tubino corto in pizzo trasparente che segnasse le mie curve ma esporle sarebbe stato decisamente molto più bello.
Essendo alta un metro e sessantacinque, anche se ben fatta e soda, nel contesto della figura le mie mammelle, risaltavano parecchio ed il total body le faceva risaltare facendo passare tra le maglie i miei duri capezzoli. Sul davanti era aperto ed anche dietro per consentire un eventuale accoppiamento senza doverlo togliere mostrando in contrasto la pelle candida del pube e la figa così come i glutei.
Tante volte avevo pensato alla felicità dei maschi nell’avere le mie tette in mano, così morbide, calde e con i capezzoli così sensibili. Quante volte ho pensato che volentieri le avrei affidate alle loro dita! Facendomi i ditalini mi piaceva anche usarle personalmente strizzandole arrivando, con un po’ di difficoltà a succhiare i capezzoli.
Le gambe le ho dritte, ben fatte e toniche, si raccordano delicatamente oltre il ginocchio senza esagerazione.
Tante volte avevo pensato che se le avessi avute più lunghe di una decina di centimetri avrebbero dato più slancio al mio portamento ed alla mia figura e di conseguenza provocato molto più interesse intorno a me apparendo una vera e propria gran figa.
Mi ero resa conto che piacessi proprio così com’ero, piccolina e prosperosa, con quel mio seno lussurioso adorato da tutti e che tutti ammiravano perché nudo o coperto che fosse era lui che diceva tutto agli occhi.
L’idea che Gian Marco sarebbe venuto a casa mia mi eccitava e sognavo di essere scopata senza sosta. Mi guardavo allo specchio e soddisfatta dell’aspetto del mio corpo sentivo che il mio ventre aveva bisogno di attenzioni; allora non feci altro che inumidirmi le dita con un po’ di saliva e godere della mia stessa figura vedendomi riflessa. Non mi vergognavo anche se in quel momento era venuta fuori la mia parte narcisista. L’attesa mi eccitava e per essere perfetta per lui mi venne da guardare anche all’entrata della vagina, perciò aprii con le dita le grandi labbra ed anche le piccole sollevando il cespuglietto fatto di radi e bassi peli in una striscia molto stretta e verticale che terminava molto vicino al monte di venere portando alla luce il mio punto sensibile. Apparvero così le labbra della fessura che trovavo bella e immaginavo il sesso di Gian Marco quanto l’avrebbe trovata accogliente. Guardandomi mi sono piaciuta e se fosse stato possibile me l’avrei baciata e sospirai perché non potevo leccarmela da sola. Affiorò il ricordo quando da ra ragazzina ci avevo provato ma non arrivavo a farlo e cercando di farlo scoprii la masturbazione con un dito; il cercare di leccarsela mi rendo conto che era esercizio da contorsioniste ed allora mi consolavo stuzzicandola e dandomi piacere con le dita.
L’attesa spasmodica di Gian Marco mi portò ad alto livello la libidine; mi bastò il primo tocco per capire che non mi sarei fermata e che sarei andata avanti essendo troppo gonfia di desiderio sapendo anche che mi sarebbero bastate poche carezze per arrivare all’orgasmo. Poi, il desiderio di donarmi arrapata com’ero al mio lui, gran maschio, prese il sopravvento e mi fermai.
Guardavo l’orologio in continuazione e finalmente arrivò il momento. Ero in salotto tutta eccitata e pronta a donarmi al mio amante e nell’attesa avevo bevuto un fondo di bicchiere di vino bianco che poi avrei fatto assaggiare anche a Gian Marco come aperitivo.
Più si avvicinava l’ora del suo arrivo e più mi sentivo eccitata e controllavo sempre più spesso il mio aspetto e pensavo a come l’avrei ricevuto. Mi guardavo e riguardavo al grande specchio della mia camera da letto.
Gian Marco era un vero amante ed anche, vista la giovane età, anche un eccellente stallone.
Non appena mi vide Gian Marco esclamò “Sei proprio bella! Questo vestito nero ti sta benissimo. Ti segna bene il corpo e mi piaci tanto. Non andare troppo in giro in città vestita così che è trasparente, si vede tutto!”
“Dai non essere geloso, lo sai che non mi va. Vieni, ti faccio vedere la casa”
Ero splendida e ne ero felice. Finalmente u uomo che mi valorizzava e che mi faceva sentire una lady così come volevo io. Mi sentivo coccolata, apprezzata e considerata femmina per quella che sono.
Gian Marco proseguì “La vedrei meglio se ti denudassi così potremo fermare dove ci piace di più. Dai, spogliati, rimani nuda!” mi rispose abbracciandomi e baciandomi profondamente con la lingua che occupava tutta la mia bocca trasmettendomi il suo sapore meraviglioso.
Nonostante la sua corporatura non massiccia ma prestante, venne facile sollevarmi e portare me, che ero minuta e magrolina, in camera da letto.
La mia camera da letto in stile shabby chic in color panna; l’arredamento era costituito da un cassettone, un ampio armadio con le ante a specchio ed il letto era a baldacchino con delle tendine chiare.
Dopo tanti anni in cui era stata un’alcova mal utilizzata ora era arrivato il momento di utilizzarla con l’amore che desideravo e per accoglierlo al meglio avevo acceso delle candele profumate che davano un’atmosfera sensuale e romantica.
 “Wow!” disse lui sorpreso non appena entrato “E’ tutto così…” ed è rimasto senza parole, meravigliato. Non si aspettava un ricevimento di tal genere.
“E’ bello, vero? Te l’ho detto che stavamo meglio a casa mia!”
Lui non parlò ma agì “Che stai facendo?”
Gian Marco mi distese sul letto sollevandomi il vestito ed io sorridente e felice lo lasciavo fare così prese a baciarmi dalle caviglie in su.
Quando le sue labbra calde arrivarono all’interno della coscia “Voglio baciarti tutta, come non ho mai fatto”
Non mi ero spogliata quando lui me l’aveva chiesto ma ora dovevo farlo e lo feci felicemente come dono al mio maschio. Ovviamente non avevo le mutandine e lui ne fu contento. Non appena oltrepassate le ginocchia “Sei una piccola porcellina. La tua figa è così profumata! Me la fai assaggiare?”
“Accomodati pure, è tutta tua!” risposi arcuandomi ed offrendola.
Gian Marco non mi aveva mai leccato la figa a lungo perché non c’era mai stato il tempo e così come i nostri amplessi erano sempre stati intensi ma frettolosi e mi lasciavano un fondo di insoddisfazione. Avrei voluto fare tante cose con lui approfondendo i giochi sessuali che apprezzavo sempre più ma mi vergognavo a dirlo per non apparire troia fin dalla prima ora.
L’occasione dell’assenza di mio marito ci permetteva di passare almeno per la prima volta un’intera notte tutta per noi.
Ero al settimo cielo ed ero sicura che Gian Marco era il mio uomo che finalmente mi faceva sentire femmina ed anche una signora che poteva godere sessualmente come tante altre donne.
Lo lasciai fare e lui con la sua lingua iniziò a frugare nella mia intimità e godetti la sua bravura nel leccarmi; mi leccava la figa avidamente e teneva allargate bene le mie gambe. Era esperto nonostante la giovane età.
“Ooooh… oooh…. Mmmmmh… mi stai facendo morire! Ti prego continuaaa!!….”
Io gemevo e lui non si fermava mai, continuava a esplorare la figa con la lingua andando a torturare il clitoride lasciandolo e cambiando ritmo non appena il mio godimento aumentava facendo si che l’orgasmo si ritraesse e ricominciassi a godere in modo diverso.
Ero preda di ondate e brividi di piacere che aumentarono quando mi prese il clitoride tra le labbra per succhiarlo regalandomi delle fitte di piacere uniche. Era un gioco bellissimo che mi portava al settimo cielo.
“Dai! Quando mi lecchi la figa voglio succhiarti il cazzo!” gli chiesi
Non se lo fece ripetere, si levò pantaloni e mi mostrò gli slip che gli avevo regalato, poi tolse anche quelli mettendomi il suo grosso cazzo in bocca.
“Sei proprio una figona. Ecco, prendilo! Spompinalo per bene come solo tu sai fare!”
Ci avvinghiammo così in un 69 molto passionale. Imboccare il suo cazzo, succhiarlo e leccare tutt’intorno la cappella mi eccitava ancora di più.
Lo sentivo crescere ed inturgidirsi nella mia bocca con la speranza che sborrasse. Ero assetata e golosa della sua sborra. Tutte le volte che ci siamo accoppiati ho voluto che lui mi sborrasse in bocca e con grande piacere ho sempre ingoiato tutto il suo sperma nutrendomi come una bevanda prelibata.
“Sborrami in bocca. Ti voglio tutto dentro di me!”
“Devi però ingoiare tutta la sborra! Ne ho tanta!”
Lo succhiai voracemente aiutandomi con una mano e dopo poco lui mi venne in bocca.
Il sentire i suoi grugniti e le parole fece sì che anche io ebbi un orgasmo violento che scosse tutto il mio corpo. Mi piaceva il calore oltre che l’eccitazione e il piacere che avevo provocato a lui.
“Che bello! Sei venuta anche tu. Come sei buona!”
Gian Marco non staccò la sua bocca dalla mia figa e raccolse tutti i miei umori sulle sue labbra.
Non era nemmeno mezzanotte e già avevamo goduto tantissimo. La felicità di essere insieme in un luogo proibito aveva innalzato la soglia di libidine. Ero pronta per fare ciò che solo nei sogni avevo immaginato e che erano il ricordo delle navigazioni su internet tra i siti pornografici.
“E’ stato bellissimo amore, magari fosse tutti i giorni così!” mi disse lui abbracciandomi e baciandomi sulle labbra e sulle tette ancora coperte dalla rete del body.
“Pensiamo a goderci questi momenti, dai!”
In quel momento mio marito non era più nella mia testa ma non volevo che Gian Marco si affezionasse troppo a me. In quei momenti non mi importava di mio marito. Se me lo avessero chiesto avrei divorziato da lui. Gian Marco era un vero maschio.
Ero rimasta con mio marito perché in fondo speravo sempre che mi rivalutasse e che quindi il mio matrimonio migliorasse, anche se da un po’ di tempo lui mi trascurava.
Ora ero felicissima di essere tra le braccia e amata dal mio amante e non volevo sprecare nemmeno un secondo di quei momenti.
“Perché non ti spogli? Anzi, spogliamoci tutti e due e andiamo a farci una doccia!” gli proposi. Lui accettò di buon grado così tenendoci per mano andammo sotto il getto d’acqua.
Andammo in bagno tenendoci per mano con me che mi strisciavo su di lui come una gatta in calore.
Sotto l’acqua calda insieme ci baciavamo e io lavavo il suo corpo giovane ed atletico che mi piaceva così tanto e mi aveva fatto diventare una moglie davvero troia.
Dopo poco il suo cazzo era di nuovo dritto e premeva contro la mia coscia.
“Voglio scoparti” mi sussurrò lui.
“E fallo!” gli dissi voltandomi per dargli le spalle, appoggiandomi al muro ed offrendogli i glutei nella speranza che lui mi chiavasse da dietro.
“Voglio scoparti il culo!”
L’idea mi spaventò. Alcune mie amiche mi parlarono della scopata in culo con i loro mariti. Tutte mi dissero che alla prima entrata ed il primo allargamento è il momento più doloroso ma poi abituandosi tutto scompare con grande piacere e felicità degli accoppiati. Avevo sempre considerato il sesso anale come una azione perversa della mente degli uomini. Alcune mie amiche si erano fatte inculare dai loro fidanzati per restare vergini fino al matrimonio. Mi fu spontaneo, pensando all’eventuale dolore, ritrarmi e cambiare aspetto del viso. Mi voltai per far capire a Gian Marco che per me era la prima volta e che avevo paura di soffrire. Non avevo mai fatto sesso anale e la cosa mi faceva un po’ paura e forse ribrezzo ma erano sensazioni e pensieri forse dovute all’educazione ricevuta, infatti quest’ultima mi diceva che era un qualcosa di innaturale pertanto risposi “Stai scherzando, vero? Io non ho mai fatto sesso anale e non ho intenzione di farlo. Non possiamo scopare nel modo tradizionale?”
Lui non si perse d’animo e replicò “Io voglio scoparti come nessuno ti ha mai avuta. Voglio che mi dai qualcosa che non darai mai a nessuno, né a tuo marito né ad altri.”
“Tu sei pazzo!”
“Si, sono pazzo di te. Non dirmi di no, ti prego! Sarà un’esperienza fantastica e ti piacerà moltissimo, credimi!”
Mentre mi diceva queste cose, mi accarezzava il culo, mi titillava lo sfintere con un dito e mi baciava.
Ora sentivo Gian Marco come il mio uomo ideale, colui che mi faceva sentire femmina e non un oggetto da monta. Forse stavo innamorandomene.
“Non lo so se te lo darò…. e se mi fa male?”
“Non ti farà male. Forse solo all’inizio, ma starò attento e farò pianissimo per non farti soffrire. Ti voglio godere più a lungo mentre ti apro. Se ti duole dimmelo e mi fermerò. Ti prego dammi il culo, dai! Voglio incularti”
La sua sicurezza e il suo amore di cui mi fidavo era riuscito a convincermi e pensai che esaudire questo suo desiderio non avrebbe fatto male a nessuno e sarebbe stata un’esperienza nuova per noi due, soprattutto per me che ne avevo sentito parlare e visto anche delle clip su internet.
Convinta dissi “Va bene. Sono tutta tua. Aprimi anche lì”
Uscimmo dalla doccia e ci asciugammo. Lui mi chiese un attimo di tregua ed andò nel soggiorno per prendere ‘una cosa’ dicendomi di aspettarlo a letto. Quando tornò aveva in mano un tubetto di lubrificante che profumava di vaniglia. Mi baciò ancora e mi accarezzò andando infine a toccare la rosellina posteriore.
“Inginocchiati e fammi vedere il buchetto. Mettiti alla pecorina e rilassati. Con le mani apri bene le natiche così ti vedo e posso spalmare meglio il lubrificante”
Ho eseguito i suoi comandi e mi sorprese perché prima di mettermi il lubrificante, mi leccò lo sfintere dandomi per la prima volta delle sensazioni spettacolari mai avute prima.
Era il primo approccio al sesso anale.
Leccò tutto intorno e poi mise la lingua dentro l’ano, tutta dentro. Era una sensazione nuova per me, una sensazione di freschezza e anche di piacere. Non potei fare a meno di eccitarmi nuovamente e la mia figa si bagnò.
“Mmmh… non negare tesoro. Lo vedo che ti piace…. Ed anche molto!”
“Per adesso si, ma non cantare vittoria. Ho sempre paura del dolore ma spero che tu sia delicato con me. Non farmi soffrire, ti prego!” dissi preparandomi a rifiutarlo se avessi avuto dolori.
Gian Marco mi stimolò a lungo e non credevo che la stimolazione anale potesse piacermi così tanto.
“Adesso sei rilassata? Bene! Ti metto il lubrificante”
Restai così inginocchiata ad aspettare la novità. Lui mi spalmò bene il lubrificante sullo sfintere ed entrò anche dentro con un dito per lubrificare anche la prima parte interna dove mi aveva leccata.
Mi sentii ancora più fresca e lo pregai di spalmarne tanto.
“L’ho preso apposta. Questo mi aiuterà ad entrare senza farti male. Fidati! Vedrai che sarà bello!”
Pian piano Gian Marco mi mise un dito nello sfintere allargandolo e iniziò a penetrarmi con dolcezza, dentro e fuori, dentro e fuori “Allora? Ti duole? Ti piace?”
“No no, non mi duole anzi! Continua, mi piace molto!” risposi
“Adesso ti metto un altro dito dentro, ok? Continua ad essere rilassata e lasciati andare, tesoro”
Mi stava penetrando con due dita, le ruotava dentro di me sempre con delicatezza entrando sempre più in fondo e dio non sentivo dolore ma solo piacere. Mentre mi stimolava l’ano, rassicurata che il dolore non l’avrei avuto ed allo stesso tempo arrapata e vogliosa, come se per me fosse un’abitudine, mi venne spontaneo portare una mano sulla figa aprendola ed andando a sgrillettarmi. Ne avevo troppa voglia.
“Brava porcellina, toccati! Adoro quando lo fai davanti a me. Quando ti senti pronta dimmelo che ti entro nel culo”
“Sono pronta. Fallo adesso, prima che cambi idea”
Il lavorio che facevo alla mia figa aveva ulteriormente rilassato lo sfintere e così lui trovava più facile entrare in me allargando la rosellina.
A lui non lo dissi ma in quel momento non volevo concedergli troppo per non sentirmi una puttana e nel caso di rottura del mio rapporto con lui anche per non soffrirne troppo. Ero sempre incerta dell’amore verso il mio stallone.
Ora che mi stava lavorando con maestria ed io che mi stavo dando tutta, morivo dalla voglia di essere inculata. Era per me una vera frenesia, volevo provare qualcosa di nuovo che affermasse la mia femminilità e non solo una donna di un marito ormai svanito lontano dai sentimenti e dal sesso.
Affinché il cazzo fosse perfettamente in forma e duro, Gian Marco me lo volle dare prima in bocca e lo spompinai un po’. Come sempre era un piacere prendere in bocca il suo cazzo; lui adorava i miei pompini e io amavo tanto farlo perché aveva un cazzo duro e lungo con un sapore straordinario. Le dimensioni e la forma erano ideali per la mia bocca.
“Bene. Adesso ti inculo. Inarca la schiena, metti il culo in fuori. Così, brava! Così! Spingi il culo all’infuori come se dovesi andare di corpo. Ti farà meno male ed io sarò dentro più facilmente. Continua a farti il ditalino e pensa che ti sto chiavando. Ora ti sto per penetrare”
Mi appoggiò la cappella sull’ano e sentivo la pressione sullo sfintere che si apriva senza difficoltà. Ero molto tesa aspettando chissà cosa. Infine l’asta entrò in me scivolando in parte dentro.
La preparazione precedente aveva fatto il suo effetto e così non provai alcun dolore ma anzi volevo che andasse fino in fondo. Lui si era fermato ed era stato bravissimo; era dentro immobile aspettando una mia reazione e pronto, eventualmente all’uscita.
“Inculami che aspetti? Inculami tutta fino in fondo. Non mi fai male. E’ bellissimo, mi piace. Non mi fai male”
Gian Marco spinse il cazzo dentro e mi strappò un gridolino di dolore che la masturbazione della figa attenuò di molto.
“Ora ti inculo troia, sei tutta mia… aaaah… com’è stretto il tuo buco del culo “
Iniziò a pomparmi vigorosamente e mi aprì il culo. Sentivo nuove sensazioni e mi abbandonai. Ero tutta dilatata sotto le spinte del suo cazzo, tutta aperta ed immobile come una cagna in calore.
Mentre mi inculava, continuavo a masturbarmi freneticamente, desiderosa di godere.
Non pensavo che il sesso anale fosse così bello!
Avevo figa e culo letteralmente in fiamme. Non mi faceva male prenderlo tutto in culo fino alle palle e ciò contribuiva a far sì che non smettesse.
Entrambe ansimavamo e nessuno dei due rallentava; avevamo completamente perso la testa nella libidine e nel piacere del fare sesso avvolti dalla lussuria.
Quando scopavo con mio marito e sentendo le mie amiche, l’idea di prenderlo nel culo mi era passata per la mente ma inconsciamente la pensavo un’azione di puttane; quella notte non mi importava di essere puttana e stavo dando la mia verginità anale al mio amante, che sebbene non mi avesse fatto ancora innamorare, aveva preso possesso di tutto il mio corpo. Lui ora era il mio toy boy.
“Sei fantastica porcellina. Aaaaah!! che bel culetto“
“Oh si! Mi piace. Sfondami il culo, inculami tutta. Sono tutta tua… sono solo tua…. è bellissimo! Fammi godereeeee!”
Gian Marco ormai non si controllava più e mi inculava vigorosamente facendo sbattere le palle contro la mia figa.
Ebbi un orgasmo meraviglioso. Diverso da tutti quelli avuti in vita mia. Direi un orgasmo fantasmagorico.
Lui lo affondò tutto dentro e anche lui venne. Mi sborrò nel culo e quando lo tirò fuori il cazzo era moscio e gocciolante.
Restammo abbracciati a letto senza parlare e io fui felicissima di quella nuova esperienza.
“Sono contento che mi hai dato il culo. Ma quand’è che mi darai anche il tuo cuore?”
“Non lo so… vedremo, per ora accontentati di quello che offre la casa!”
Quella notte mi scopò nella figa altre due volte e la notte successiva mi prese di nuovo il culo riempendomelo di sborra.
Lui tornò a casa sua domenica sera, lasciandomi appagata e soddisfatta con ancora il suo odore addosso.
Non vedevo l’ora di vivere presto altri momenti così e non tardai tanto a rifarlo a casa sua.
Mi insegnò tante cose ad iniziare dal linguaggio utilizzato durante i nostri accoppiamenti che mi eccitava da morire, alle posizioni da assumere sia durante le chiavate sia durante le nostre uscite in pubblico. Mi dette indicazioni sulla preferenza dei vestiti da indossare, scarpe, capigliatura, colori da usare, calze e indumenti intimi se necessario (di solito ormai non indossavo niente) con il pensiero rivolto a chi dovesse vedermi così casualmente alla masturbazione conseguente.
Difficilmente utilizzo leggings e quando li indosso sotto non metto niente; il solco tra le natiche è profondo e faccio in modo che si veda bene con la supposizione che i maschi mi guardino e sognino; io però sono di Gian Marco e quando penso che un maschio mi desidera la sera mi sfogo con il mio lui sognando altri tipi di accoppiamenti.
Con Gian Marco mi trovo benissimo e sono tornata ad avere quel ruolo naturale che ha una femmina. Mi piace essere guardata e provocare gli altri con le mie movenze ed atteggiamenti.
Ora vivo con lui che si è laureato e lavora in un ufficio governativo.
Con mio marito siamo arrivati alla resa dei conti; mi ha confessato di avere un’amante e che voleva andare a vivere con lei. Volentieri le ho concesso il divorzio e da qual momento mi sono sentita più libera. L’ho fatto senza creare assolutamente drammi. Siamo rimasti amici e la sua donna, per altro molto carina ma mi sembra poco porca, pare che lo soddisfi sessualmente; ho saputo da amici comuni che chiavano una volta alla settimana.
La sensazione che avesse un’amante era vera ma lui non sapeva che anche io ne avevo uno tutto mio che mi faceva sentire femmina in ogni senso.
Internet ci aiuta molto con le clip più o meno lunghe da cui prendiamo lo spunto per le posizioni e le penetrazioni. Io mi do a lui come una starlet porno e ciò non mi disturba.
Con Gian Marco abbiamo fatto molte bellissime esperienze a due utilizzando sia la figa che il culo. Il Kamasutra lo abbiamo esplorato tutto ed ora stiamo pensando seriamente ad esperienze a tre con una donna di mio gradimento.
Vedendo accoppiamenti multipli ho detto al mio stallone che vorrei fare una scopata a tre per avere un cazzo nella figa e un altro culo insieme e poter realizzare un sandwich con il cazzo del mio amore prima nella figa e poi dietro in sostituzione dell’altro maschio. Vorrei ricevere la loro sborra dentro di me.
Spero di restare di incinta ed avere il mio primo figlio.
Se il padre non sarà Gian Marco abbiamo deciso che non sarà un guaio. Per noi sarà il figlio dell’amore e del sesso e lo educheremo affinché anche lui o lei abbia le nostre esperienze e ne tragga il maggior godimento.

Come dicevo da quando sto con il mio amante sono sempre in calore e tutto ha come finalità il sesso.
Se vengo guardata nelle parti intime mi fa piacere e mi eccita moltissimo quindi per favorire ciò indosso sempre gonne cortissime e talvolta solamente perizomi minuscoli e trasparenti che trovo su internet così la discrezione è assicurata; Gian Marco mi ha detto che sono in vendita solo nei porno shop.
Per sostenere le calze uso solo reggicalze i cui laccetti regolarmente spuntano dalla gonna ogni volta che mi inchino o mi siedo, non porto reggiseno e le mie tette non grandi e ben formate sono contenute da scollature o camicie trasparenti che mi avvolgono segnando moltissimo le forme.
Ogni volta che siamo in macchina mi masturbo sollevandomi la gonna e levandomi la camicia in modo che i passanti vedano le mie splendide mammelle senza mostrare i capezzoli che però talvolta a seconda dei movimenti appaiono e che subito copro facendo finta di essere puritana. Espongo anche la figa sempre depilata per chi ha la fortuna di vederla. Che sia una specialista in pompini è accertato; ne ho fatto una quantità incredibile e mi piace guardare film o foto porno facendo anche sesso con il mio stallone. Mi piace anche l’amore solitario e da sola mi sditalino freneticamente.
Con mio marito non osavo neanche pensare di noleggiare film, ora li noleggio e sono pornografici. Vado dal noleggiatore praticamente nuda indossando solo reggicalze e tacchi a spillo e per pudore mi copro con da una piccola giacca o abitini elastici che mi modellano il corpo. Dato che la mia mentalità è quella della troia a lungo repressa, per eccitare i maschi lungo il percorso ogni tanto mi inchino per facendo finta di raccogliere qualcosa.
Il proprietario del porno shop non mi fa mai pagare e ho impiegato qualche mese a capire il perché. Entrata nel negozio di DVD mi toglievo la giacca davanti a tutti esponendo il mio corpo che non davo a nessuno ma in cuor mio speravo sempre di trovare la mia compagna ideale per fare sesso a tre con Gian Marco.
Sono sicura che il gestore del negozio si masturbava e così facevano i clienti. Era un primo assaggio di quello che sarebbe stato poi il film.
Come se niente fosse successo tornavo a casa per godermi il cazzo di Gian Marco guardando il film.
Con il mio amore ho imparato a ricevere in bocca la sborra ed anche ingoiarla assaporando il gusto unico.
Mi ricordo della prima volta in cui ingoiai la sborra. Ero appena tornata con un DVD in mano, lo misi nel lettore e cominciai a far un pompino al mio lui. Mentre gli succhiavo il cazzo lui mi guardava lo sfintere che aveva aperto ormai tante volte con mio grande piacere. Gian Marco aveva il cazzo gonfio e rosso ed io la figa un po’ arrossata e già  gocciolante di umori. Lui mi chiese perché fossi in quelle condizioni e gli risposi che uscendo mezza nuda mi eccitata sempre e che quella sera mi ero un po’ masturbata dietro ad una macchina con un mini vibratore che avevo in sempre in borsa. Gli raccontai tutto nei minimi particolari perché lo amavo così come lo amo oggi. Lui al sentire le mie parole si eccitò a tal punto che mi venne in bocca ed io, ghiotta come sempre, inghiottii tutto.
Stavo diventando una ninfomane o se volete ancora un’erotomane.
La frequenza delle visioni di film porno era aumentata tanto da essere giornaliera ed io che fino a non molti mesi prima ero sessualmente morta ora ero un vero vulcano sempre in attività ma solo per Gian Marco.
Lui mi voleva vedere prepararmi tutta nuda con solo il reggicalze i capezzoli eretti e le grandi labbra della figa bagnate. A quel punto cominciai a pensare di essere realmente  e felicemente una troia.
Vista ormai la confidenza mi fermai a parlare per più di un’ora con il titolare del porno shop; era sempre molto gentile e da tempo tentava di chiacchierare con me senza successo.
I discorsi entrarono subito in argomento e gli spiegai che volevamo essere filmati durante le nostre scopate. Lui mi spiegò che, vista la frequenza con la quale andavo in quel negozio, la cosa era possibile avendola già fatta per altre coppie.
L’idea di farlo con altre coppie l’avevo avuta ma sul momento non dissi niente.
Mi fece vedere il tavolino che lui aveva costruito in modo da mettere la donna a pancia in giù per poter essere inculata e scopata contemporaneamente. Mi raccontò come una donna era stata li ed in quella posizione aveva una fila di uomini che le sborravano in gola ed a turno nell’ano e nella figa mentre il suo uomo si segava furiosamente.
Mi disse che nei giorni seguenti avrebbe preparato un specchio adatto dal quale avrei potuto assistere allo spettacolo di un’altra coppia che voleva essere ripresa nei loro momenti intimi per ricordo del loro amore.
Tornai a casa tutto eccitata aspettando il giorno fatidico. Per me era uno sfoga alla libidine e lussuria che mi prendeva. Ero stata per troppo tempo repressa ed ora mi stavo riprendendo il tempo perduto.
A me è sempre piaciuto farmi fotografare ed ora era ancora più bello mostrarmi.
Mentre Gian Marco era al lavoro l’indomani mattina dopo essermi messa in tiro restando nuda con i tacchi alti mi distesi su una poltrona del salotto e sognai di spompinare un uccello e di essere filmata mentre mi scopavano tanti uomini contemporaneamente.
Sono giovane e gli ormoni sono in piena attività. Il sesso mi piace e non mi manca ma non ne ho abbastanza.
Quando ero sposata ho cercato di stimolare mio marito, sia praticamente (mani, bocca) sia psicologicamente (abbigliamento intimo consono allo scopo) senza risultati al punto che ho rinunciato lui ma improvvisamente mi sono svegliata e non ho rinunciato a me stessa.
Oggi mi guardo allo specchio e vedo un corpo tonico che gli altri guardano con attenzione. indosso le mise più intriganti e compro completi intimo ad hoc. Sono convinta che siano da urlo o come dice una mia amica “Risvegliano un morto”
Voglio sentirmi prima desiderata ed usata, infine amata come una vera femmina.
Già da sposata avevo riscoperto la masturbazione avendo necessità di godere.
Finalmente quando ne ho la possibilità, a casa nel mio letto, passo molti minuti a giocare con le mammelle e la figa sino ad arrivare all’orgasmo; non è come raggiugere mai il godimento con una sana, bella, scopata, ma meglio di niente.
Da sposata ero solo una qualsiasi casalinga, ora lavoro in un ufficio di una a zienda e poiché la mia voglia di sesso è incessante ho iniziato a masturbarmi nella toilette del mio ufficio ma ciò non bastò.
Per essere in sintonia con i crescenti desideri anche sul lavoro indosso intimo osé anche fuori di casa e non solo la sera per andare a prendere i DVD.
Il guardami allo specchio in una toilette, la gonna alzata che permette di vedere la mia figa depilata totalmente e la pelle chiara evidenziata dal contorno di autoreggenti o reggicalze mi da una scarica di adrenalina che mi permette ,con pochi e rapidi movimenti delle dita, di godere.
Durante quei momenti mi sento pronta ad ogni cosa. Immaginavo che se qualcuno avesse aperto la porta e mi avesse presa avrei partecipato donandomi tutta. Ero talmente energica che dopo la sditalinatura, sfatta, ma rilassata, torno al mio lavoro senza che il mio aspetto riveli il mio stato.
Per lavorare il mio abbigliamento è cambiato; infatti abitualmente indossavo indifferentemente pantaloni o gonna che evidenziavano la mia femminilità e la mia immagine di impiegata di successo. In realtà sotto ero sempre nuda o al più qualche minuscolo perizoma. Ora indosso, per praticità, sempre e solo gonne a pieghe, a corona, a palloncino o svasate purché si possano sollevare e calare velocemente permettendomi di dedicare più tempo nei miei frequenti momenti di intimità solitaria.
Non so dare una spiegazione al mio comportamento, ma le voglie fuori casa sono fortissime e si manifestano nei momenti più impensati senza una motivazione. Mi sono abituata a gestirli ,ma era solo un rimando. Alla prima occasione devo masturbarmi. La voglia di Gian Marco è sempre fortissima ed irresistibile; sento il bisogno di una penetrazione e non potendola avere sentendo il desiderio di un orgasmo utilizzo le mie dita andando a toccare come e dove nasceva il desiderio.
Poiché il mio stato di divorziata non mi consente di perdere il lavoro avevo paura che le persone più attente capissero quale era l’altra faccia della mia vita; in particolare stavo attenta alle colleghe che come donne hanno un senso particolare per capire se si è in calore.
Mi chiedevo come i colleghi, sia maschi che femmine, soddisfacessero il partner e se anche loro avessero le mie stesse pulsioni.
Con il mio sguardo talvolta indugiavo più del solito nel guardare qualcuno che ai miei occhi era più gradevole ma senza altri fini se non quello del piacere del suo aspetto estetico ma non sessuale.
Casualmente scoprii che le gentilezze e le attenzioni verso di me erano aumentate e rimanendo all’interno dell’ambiente di lavoro certi complimenti gentili o scherzosamente allusivi mi facevano piacere facendomi sentire sia donna che femmina. Le parole non andavano oltre e mai fon ora c’è stata una parola al di sopra della correttezza, mai un invito extra professionale e mai un abboccamento sessuale.
Ricordo che era una bellissima giornata di fine primavera piena di colori e non c’era più traccia dell’inverno.
Ci fu una riunione con un cliente  ma vista l’importanza e la lontananza del cliente dalla mia azienda dovetti andare da lui nella sua casa padronale.
L’incontro avvenne nel pomeriggio in uno splendido salotto con ampia vista sul magnifico fiorito giardino della villa. Io ed il figlio maggiore Claudio del titolare stavamo discutendo già da alcune ore ed infervorati non ci accorgemmo del trascorrere del tempo sino a quando Claudio disse “Sono quasi le otto di sera. Non sarebbe il caso di interrompere e riprendere il lavoro più tardi? Dai! Ti invito a cena“
Il padre che era entrato da pochi minuti e ci ascoltava disse “Hai ragione ,è tardi. Andate a cena tu e la dottoressa. Poi, se la dottoressa non ha problemi, può fermarsi a dormire qui nella foresteria e domattina riprendiamo con comodità e testa riposata. La notte porta consiglio! Cosa ne dice signora? Così le evitiamo la fatica di ritornare e potrebbe anticipare con mio figlio altri lavori da fare”
Mi aveva spiazzato. Dissi “Devo sentire mio marito pe sapere se non ci sono difficoltà a casa e poi c’è un problema. Non pensavo…. non ho ricambi personali e per dormire”
Non era successo prima di allora che non dormissi con Gian Marco ma gioco forza dovevo stare fuori casa. Quindi telefonai senza far sentire né a Claudio né al padre con chi stessi conversando.
Dissi a Gian Marco che ero da un cliente importante e che la proposta di dormire da loro aveva senso e rispetto per me che avrei faticato molto meno e sarei stata molto più sicura nel viaggio di ritorno l’indomani. Ritornare a casa la sera sarebbe stato un fastidioso e stancante.
Il padre di Claudio aggiunse “Dottoressa, spero non si offenda se le do alcune cose di mia figlia. Anche se mia figlia è più giovane di lei sono sicuro che le saranno utili”
Non potevo più rifiutare.
Accettai con imbarazzo ma mi aveva risolto un problema e mi aveva fatto un complimento. Conoscevo la figlia che mi piaceva molto avendo un bel fisico ed uno straordinario portamento.
Appena accettai, il padre ci salutò augurandoci una buona cena e consigliò al figlio un ristorante rinomato.
Restammo soli Claudio ed io con la mia voglia che prepotente iniziava a farsi sentire. Lui mi invitò con un gesto gentile del braccio indicandomi la via per uscire di casa “Possiamo andare? Le faccio strada”
Galantemente mi aprì la portiera e mi spiegò dove saremmo andati a cenare.
Il silenzio regnava in auto. Questo perché non avevo confidenza e non sapevo di lo guardavo ogni tanto e lo vedevo concentrato sulla guida; per me un cliente molto valido, sveglio e sicuramente capace nella conduzione dell’azienda familiare.
In tutte le occasioni in cui ci eravamo incontrati lui era molto riservato e non si era parlato altro che di lavoro.
Lui era più giovane di me ed aveva circa nove anni meno di me, si era laureato in economia, era un po’ più basso di Gian Marco, il suo fisico non era grasso ma si notava un po’ di pancetta forse dovuta al lavoro molto sedentario.
Avevo saputo, leggendo il suo profilo in azienda, che aveva un figlio che viveva con l’ex compagna francese, che era tornata in Francia dopo la fine degli studi portando con sé il bambino.
Durante la cena, seduti al tavolo di un elegante ristorante con luci discrete e soffuse che davano una aria di riservatezza, mi raccontò del figlio e della compagna ed aveva il rimpianto per un rapporto fallito preceduto da un innamoramento tumultuoso ma non seguito da un matrimonio; rapporto che si è rivelato essere un fuoco di paglia. Lui si lamentava solo del tempo perduto.
Chiacchierando eravamo passati al tu senza che nessuno dei due lo avesse richiesto. Ebbi così la piacevole sorpresa che era piacevole parlare con lui di fatti privati e riservati.
Claudio mi disse che non si dedicava solo al lavoro; aveva vari interessi e confermò le mie prime impressioni: era volitivo ed ironico. La conversazione fu lunga piacevole e brillante e lui era veramente simpatico. Non mi era capitata fino ad allora una situazione simile.
La cena era pari al luogo fu splendida ed il sapore dei cibi non oo ricordo. Ero affascinata da Claudio.
Ricordo che il vino lo feci scegliere a Claudio. Non ero e non sono una amante dei vini, ma quella sera tutto sembrava orientarsi a bere anche il vino.
Durante la chiacchierata feci numerose domande su lui, la famiglia, la “famiglia” aziendale, i suoi interessi e mi rispose senza difficoltà aprendosi come nessu uomo al primo incontro farebbe forse era favorito dalla riservatezza del posto, il feeling creatosi, il cibo squisito così come il vino che invitavano a farlo. Così si toccarono anche gli argomenti più intimi con il suo sguardo perso nel vuoto forse pensando alla sua ex.
Poi fui da lui sollecitata a “confessarmi”, ad esprimermi sui miei impegni di donna e femmina.
Sicuramente colse le mie voglie di femmina.
In quella chiacchierata bellissima e lunga ci rendemmo conto di avere qualcosa in comune; eravamo diventati più che due conoscenti.
L’ ottima cena terminò e tornammo all’auto.
Era ben chiaro che tra di noi c’era un diverso feeling ed un nuovo modo di parlare.
Non molti minuti dopo fummo a casa sua. Mi accompagnò alla dependance per verificare che tutto fosse a posto ed io potessi alloggiare al meglio.
Era situata a qualche decina di metri dalla villa padronale ed era immersa e circondata da un bosco.
Nella camera a me riservata c’era sul letto una bella vestaglia da notte e su una vicina sedia l’occorrente per il giorno dopo. Nel bagno c’era tutto quanto avrebbe potuto essermi utile.
Claudio, sull’uscio della camera da letto, disse “Aspetto ancora un secondo per vedere se tutto è a posto; se manca qualcosa…”
Sino a quel momento era stato tutto bello e meraviglioso.
Sarà stato il rilassamento del fine giornata, la vista del letto e della vestaglia trasparente appoggiata sul letto, quando improvvisamente ho ben riconosciuto il calore tipico che mi viene quando ho voglia di sesso. Ebbi persino un giramento di testa e Claudio non se n’è accorse.
Mi voltai verso lui e incrociammo gli sguardi
Quella serata stava accadendo qualcosa di diverso che mai e poi mai avrei immaginato nella mia vita. Ero una repressa ed ora dopo aver un compagno che mi da sesso a volontà mi ritrovo in una camera da letto a voler mostrare la mia intimità ad un altro maschio.
Claudio fece un passo verso me ed io rimasi immobile come impaurita ed incapace di pensare e di reagire tanto che rimasi immobile come una statua. Pensai che volesse solo salutarmi in modo affettuoso, ma quando si avvicinò per pormi un bacio sulle guance non avvicinai il viso. Lui mi abbracciò e quello che doveva essere un abbraccio di saluto non lo fu perché durò più del necessario. Mi ritrovai appoggiata a lui a sentire la prestanza del suo corpo risvegliando vecchie e nuove sensazioni.
Non so quanto tempo passò. Potevano essere minuti, secondi anni, non so. Quando mi ripresi come uscita da un incantesimo eravamo fermi guancia a guancia e con un movimento incosciente, forse guidato dall’irrazionalità, mi fece ruotare il viso ed allora la mia bocca fu sulla sua ed il mio corpo contro il suo.
Gian Marco non esisteva più ed anche tutta la mia vita matrimoniale era andata nella preistoria.
Il contatto tra le bocche divenne un famelico bacio. Le mie mani salirono sulle sue spalle e le sue calarono sulla mia schiena ed anche più giù.
Ci consumammo in un lungo, focoso, bacio annullandoci una nell’altro.
Le mie pulsioni, il mio calore ed i miei ormoni avevano scatenato il maschio.
La mia mente ripeteva “No, non devi, ma il mio corpo non si sottraeva all’abbraccio anzi si spingeva in avanti per sentire il suo”
Abbracciati strettamente cademmo sul letto
Quel giorno avevo scelto il reggicalze essendo più comodo quando sono fuori casa così non rischio che le calze scivolino.
Le sue mani avevano già sollevato la gonna e si erano insinuate tra le mie gambe. Quando toccò la fettuccia del reggicalze per lui una fu sorpresa tant’è che si sollevò per vedere e disse “Sei uno spettacolo”
Non mi sentii imbarazzata anzi pensai che quell’ intimo potesse essere giudicato come predeterminato e mi considerasse come una donna da scopare e che mi considerasse una esibizionista pronta a soddisfare le proprie voglie.
Infatti fu così perché ripeté “Sei bellissima e piegò la testa verso la mia femminilità. Claudio spostò lo slip e cominciai a godere.
Mi sollevò la gonna, in un attimo mi sfilai gli slip ed iniziò a massaggiarmi il clito, le sue dita si muovevano esterno della vagina alla ricerca dell’entrata e, una volta trovato, dentro, sempre più dentro. Poi le mi chiese di baciarlo. Claudio, senza farai pregare due volte, scivolò su di me ed in un attimo fui con il mio volto sul suo sesso. Io, come un fiore a primavera, aprii le gambe più che potevo.
Il suo  profumo che arrivava al mio naso era inebriante e particolare; lo annusavo continuamente riempiendomi i polmoni.
Ad ogni giro della sua lingua intorno al clitoride emettevo un urlo sempre più forte, fino a quando emisi un urlo più alto degli altri e venni lasciando tutto intorno alla sua bocca un liquido vischioso.
Si staccò da me solo per il tempo di mettersi nudo; non aveva un corpo da urlo.
Gli chiesi se avesse un preservativo perché non volevo restare incinta da lui e gli chiesi se avesse almeno un preservativo. La sua risposta fu “No, non potevo pensare che stasera …. ma non preoccuparti sono sano”
“No, non è per quello. E’ che non prendo niente a protezione. Stai attento per favore. Non voglio restare incinta”
Mi tratto come un’affamata di cazzo. Me la leccò facendomi sognare e poi mi penetrò. Fu un attimo. Si appoggiò ed in una frazione di secondo era dentro me fino in fondo.
In quel momento capii quanto mi era mancato quel giorno un duro cazzo nella figa e quanto mi era mancato il sesso di Gian Marco.
Tenendomi il cazzo dentro Claudio mi spogliò dei miei indumenti superiori che erano camicia e reggiseno. La gonna rimaneva avvizzita sulla pancia e non dava problemi.
Era veramente ingordo e mi succhiò le tette provocandomi spasmi di piacere.
Con la forza di un maschio infoiato mi girò e approfittò per togliermi la gonna. Per il mio velato perizoma fece di più: lo strappò. restai con reggicalze e calze; ciò doveva piacergli perché li tenni indossati sino alla fine.
Mi chiavò alla pecorina e le sensazioni che provavo erano fortissime. Nella mia testa ripetevo: ancora, ancora, continua!
Quando tolse il cazzo dalla figa sentii il vuoto.
Armeggiò e capii che voleva entrarmi in culo.
Non sarebbe stata per me la prima volta e pertanto non mi opposi. Volevo godermi, quella situazione, quei momenti e non era il caso di sottrarmi o fare la pudica. Dissi solo “anche se non è la prima volta, per favore, non farmi male”
La mia richiesta fu esaudita ed i suoi gesti si fecero più lenti, disse “Starò attento. Non voglio farti del male. Voglio vederti godere e godere con te”
Mi fece distendere e sentii la sua lingua leccarmi il forellino e le sue dita scavarlo con delicatezza. Mi stava preparando.
Mi sentivo un po’ tesa; avevo paura che mi facesse male. Con Gian Marco questo non era accaduto ma ora Claudio era un altro uomo e non avevo esperienza diretta e reale. Fino a che Gian Marco non mi aveva inculato non avevo mai desiderato un cazzo nel culo. Ora dopo le cure del mio amore era un altro maschio a volermi inculare e pur desiderandolo avevo una velata paura che mi rompesse troppo; decisi però che era giunto quel momento.
Sentii Claudio calarsi delicatamente su me ed appoggiare la punta del cazzo sullo sfintere. Era una bella sensazione sentirlo e cercare il punto migliore per aprirmi.  Lo fece con estrema lentezza ed ora lo sentivo prima premere e poi insinuarsi. Ebbi una piccola fitta di dolore e strinsi le labbra. Non dissi niente e sentivo che spingeva e poi spingeva. Mi chiese se mi piacesse e confermai al che avvertii una sua forte spinta e lo sentii dentro.
Era dentro me e lo sentivo occupare il mio culo. Ancora una volta un cazzo aveva forzato il mio ingresso posteriore.
Mi inculò per molto tempo e mi sembrò un tempo infinito, infine lo estrasse e pensavo fosse finita ma vi rientrò. Mi disse “Lo faccio per impedire che si chiuda nuovamente. Per abituare il tuo culo a ricevermi”
Cercai di dare un significato a quella frase; cosa significava? Voleva incularmi ancora nei prossimi giorni?
Il rientro nel mio culo fu bello forse meglio della prima volta. Continuò a muoversi ed a scoparmi senza venire. Il suo cazzo nudo era dentro me ed io ne ero felicemente soddisfatta.
Quella notte voleva tutto da me e lo fece; fu sesso frenetico ed animalesco. Mi mise il cazzo tra le tette, poi in bocca perché glielo succhiassi, mi prese nuovamente in figa in diverse posizioni ed io lo assecondavo per avere il suo ed mio piacere. Era tutto quello che potevo offrire. Aveva preso tutto da me e non solo; non gli avrei potuto più negare nulla.
Fu un rapporto sessuale stravolgente. Figa, culo. Culo, figa. Sembrava impazzito ed io impazzita per lui.
Mi chiedeva “Ti piace?” Ma non aspettava una risposta. Mi faceva girare per prendermi alla pecorina sia in figa che in culo e poi supina a gambe alte per allargarmi sia la figa che il culo anche in quella posizione.
Mi chiese se durante il rapporto sessuale con mio marito parlassi e se lo facessi anche con Gian Marco. Mi fece anche parlare per dire quello che volevo e provavo.
Anche questo era la prima volta per me farlo con un estraneo. I miei piacere, i miei desideri con Gian Marco li tenevo per me; al più un “si, ancora, continua, vengo”  ma lui mi fece ripetere e poi dire quello che provavo e volevo a voce alta.
Avevo imparato in fretta ed in breve ero io a dire “Mettimelo in figa ,mungimi come una vacca. Nel culo. Spingi di più” ed altro ancora. Se all’inizio era stato lui a guidarmi adesso ero io a spronarlo.
Infine anche lui raggiunse il punto di non ritorno. Io ero già venuta due volte. Una al momento della prima penetrazione quando mi era entrato in vagina; era bastato sentire il suo pene per avere un primo delicato orgasmo. Il secondo fu violento e squassante.
Per sborrare mi volle alla pecorina per mungermi come una vacca tenendo le mani sotto le tette per stringerle mentre il cazzo era nella figa.
Mi chiese di godere con lui in quella posizione facendomi un ditalino e voleva che venissi con lui
Ero una esperta dell’orgasmo con dita. Quando facevo da sola era una delle mie posizioni preferite. Mi vedevo e sentivo come una bestia alla monta. Mi fu facile fare quello che chiedeva tanto che in breve gridai il mio piacere che fu accompagnato dal suo “Godi vacca mentre vengo!”
Al momento del suo orgasmo non si controllò, gli piaceva troppo per pensare ad altro, sta di fatto che lo sentii irrigidirsi e poi …la fine. Non si era spostato, era venuto in me. Avevo il suo sperma dentro l’utero. Tenne il suo cazzo dentro di me finché non fu rilassato. Nel frattempo fu solo silenzio. Avevamo placato la nostra fame e ci stavamo chiedendo cosa fosse successo. Io mentalmente mi dicevo: cosa hai fatto? Perché? E adesso? E i miei pensieri diventarono paure di essere sta ingravidata.
Gli raccontai senza censure di quello che mi stava avvenendo da oltre due anni in qua. Dei miei comportamenti, delle mie voglie. Gli dissi anche che era la prima volta che era successo con un uomo che a cui non fossi legata sentimentalmente.
Gli dissi che avevo immaginato e visto nei film porno accoppiamenti variegati anche multipli ma non avevo mai tradito Gian Marco prima di quel momento.
Non gli avevo detto che andavo io a prendere i DVD in videoteca e che uscivo in abbigliamento più che discinto.
Parlavo, parlavo e Claudio mi ascoltava in silenzio con attenzione, mi guardava fisso in viso a cercare la veridicità di quanto dicevo.
Aspettavo una sua reazione, un suo commento ed invece niente. Anzi, un sorriso apparve sul suo viso e ciò mi stupì. Potevo aspettarmi di tutto ma non che seguì.
Avvicinò il viso al mio. Mi prese per i fianchi avvicinando il mio pube al suo e disse “Capisco.
Per me la sua parola fu un sollievo enorme togliendomi l’ansia dell’imprevedibile e continuò “Già che ci siamo cogliamo l’occasione per continuare i nostri accoppiamenti” e non aveva finito la frase che la sua bocca era di nuovo sulla mia.
Doveva essere in arretrato di sesso perché il suo cazzo era già in erezione nuovamente pronto.
Stavolta fu un accoppiamento più dolce e sereno.
Ero ancora umida e non fece fatica a penetrarmi; il suo sesso era nella mia figa e la sua bocca sulla mia.
Mise le mani sotto i miei glutei tenendomi vicina a sé. Allargai le gambe per aiutarlo e me le fece avvolgere intorno ai suoi fianchi. Ci accoppiammo così con le nostre lingue unite, il cazzo che si muoveva in me con un movimento di una pompa.
Ogni tanto aumentava il ritmo provocandomi sussulti di piacere, a volte rallentava restando solo per poco nella medesima posizione; poi mi inculò.
Disse “Sai, è per non perdere l’abitudine. Hai un culo fantastico e lo visiterò spesso. Sei tutta bellissima, ma il tuo culo mi ha sempre attirato. Tutte le volte che ti ho visto per me era una gioia. Mi segavo al solo pensiero. Ti confesso che nei miei sogni spesso avevo pensato a te come compagna di letto”
Dicendo questo ritornò nella figa.
Ci baciavamo e scopavamo “Quando starai venendo dimmelo, voglio venire insieme a te”. Mi piacque sentirmelo dire e mi donai ancor più a lui.
Mi portò lentamente all’orgasmo e glielo dissi.
Pensai “mi verrà ancora dentro?”.
Ormai non doveva essere più una preoccupazione dato che lo aveva già fatto. Quindi allontanai quel pensiero e me lo godetti dentro perché non volevo interrompere un momento così bello.
Al momento dell’orgasmo dissi “Continua, sto venendo!”
Lui aumentò il ritmo ed entro ancora di più in profondità fino a toccare la bocca dell’utero. Mi portò all’orgasmo ed io mi agitai come un’invasata.
Anche lui riuscì a venire mentre io avevo il massimo godimento. Venne anche stavolta dentro di me. Poi si lasciò andare restando dentro di me.
Rimanemmo fermi e silenziosi. Lui era disteso su me ed io sentivo il suo pene in me.
Mi piaceva stare così.
Infine Claudio si spostò ed il pene scivolò fuori lasciando che la sborra prodotta nel suo orgasmo scivolasse tra le mie cosce.
Si pose al mio fianco e mi diede un bacio.
“Sei fantastica. Sarò la tuo finché vorrai”
Non risposi, ma dentro avevo già detto si e lui lo capì.
Sto con lui da due anni ed è diventato il mio personal toy boy.
Non sono innamorata di lui. Sto bene quando sono a letto con lui. Il rapporto con Gian Luca non si è incrinato, lo amo tanto e mi sento serena.
Il rapporto con Claudio non lo vivo come un tradimento, ma come una necessaria cura per vivere. Non mi chiedo se sbaglio o cosa potrebbero pensare gli altri; lui è la il mio sfogo quando sono in eccesso di ormoni; da quando mi lascio chiavare da lui il mio corpo si è un po’ calmato. Questa situazione è l’ideale anche per Claudio non essendoci nessuna implicazione sentimentale ma del sano, completo, piacevole, sesso. Lui ora ha una nuova compagna con cui scopa ma lei è quella ufficiale, con me fa sesso in tutti i sensi mentre lei è la fattrice.
Ci chiamiamo quando ”ho bisogno”. Abbiamo sempre ‘un motivo professionale’ per incontrarci e ciò allontana qualsiasi possibile insinuazione da parte di Gian Marco e della famiglia e della fidanzata di lui. La frase convenzionale per incontrarci è “Dove prendo la medicina?”
Spesso la nostra alcova è la casa padronale dove gli spazi sono grandi e la riservatezza è totale. Quando siamo sicuri che ci possono essere interferenze allora andiamo nella dependance dove abbiamo avuto il nostro primo accoppiamento.
A volte va bene un posto qualunque ma non in auto perché sarebbe pericoloso.
Nella vita di tutti i giorni continuo ad andare a ritirare il solito DVD e far vedere il mio corpo ai clienti della videoteca. Io continuo a bagnarmi e Gian Marco a scoparmi come un dannato.

Mi sono fatta fare i capelli ricci neri molto lunghi. Con la mia altezza con il fisico che mi ritrovo posso permettermelo.
Il mio aspetto fisico mi piace e mi piace sentire gli occhi degli altri addosso, mi piace sentire che mi mangiano con gli occhi, che mi spogliano con gli occhi, che mi toccano con gli occhi nonostante non abbia un seno un seno enorme ma giusto.
Sono fidanzata e non lo ho mai tradito non perché non abbia avuto l’occasione ma perché lo amo sinceramente e di questa relazione ne sono orgogliosa.
Da quando mi sveglio ho sempre voglia di lui 24 ore al giorno. Lo provoco, lo eccito e faccio di tutto per sentire il suo membro sfondarmi.
La settimana scorsa ero sola in casa e Claudio mi chiama per chiedermi di uscire la sera; accetto e nell’accettare si scatenano le mie fantasie erotiche più incredibili.
Lui non passerà a casa se non per prendermi con l’automobile. Ho necessità di ‘quella medicina’.
Apro l’armadio scelgo un abitino nero corto scollato dietro con le bretelline, le scarpe alte e appoggio tutto sul letto, mi spoglio vado in bagno, mi lavo e mi trucco con un rossetto molto rosso, un po’ di mascara, fard, orecchini pendenti e rientro in camera.
Scelgo delle calze nere che a causa di un anello che porto al dito sfilo e subito dopo, guardando nel cassetto scopro di non averne altre e di conseguenza esserne senza. Mi vesto con dei leggings e scendo a comprarne delle nuove.
Le scelgo nere con reggicalze collegato e già immagino il suo stupore.
Indosso anche un micro perizoma ed un reggiseno nero molto piccolo.
Metto il vestito ed il bordo delle calze fuoriesce un po’, faccio finta di ignorarlo. Conciata così sembro una Troia ma l’idea invece di darmi fastidio mi eccita molto.
Claudio arriva puntuale. Scendo ed appena mi vede mi abbraccia. Mi dice “Ho casa libera” e mi spalanca la possibilità di ore di sesso.
In auto durante il tragitto gli accarezzo le cosce e passo la mano sul suo sesso già grosso. Non parliamo. Lui ricambia i miei gesti esplorando le mie gambe risalendo fino al perizoma. Vorrei che si fermasse e mi scopasse lì sul posto ma resisto pensando che mi sfogherò a casa sua.
L’immagine di chi mi avesse visto, con l’ampia scollatura e le gambe nude, era di totale lussuria.
All’arrivo mi dice “Oggi ti voglio in modo diverso”
Non so che pensare. Per un attimo penso ad un incontro a tre, forse con una donna ma il mio pensiero va ad un uomo.
Arriviamo da lui, spegne le luci e mi prende le braccia dietro la schiena legandomi i polsi e bendandomi gli occhi.
Cerco di svincolarmi e gli dico che non mi va ma lui continua a legarmi immobilizzandomi trasformandomi in un pupazzo di carne.
Vedendo le autoreggenti è’ preso da un raptus di sesso e mi fa vedere il suo cazzo bello turgido.
Gli dico “Ti piaccio così, tutta troia?”
Non mi fa neanche finire di parlare che mi ritrovo a terra sul tappeto gigante di casa sua, in ginocchio con le mani dietro la schiena ed il suo cazzo tutto in bocca.
“Succhia” mi dice “Succhialo bene. devi fare la troia falla fino in fondo”
Ero abituata a certe parole e ed ora dette da lui mi infastidiscono ma nel contempo mi eccitano e allora lo spompino e lo lecco con maestria e come sono da molto tempo abituata a fare.
Sono eccitata, vestita da troia e mi sento in realtà una vera troia e mi chiedo se la lingerie fa una donna così sexy; ebbene si, ti fa sentire femmina e desiderata, sexy, porca e troia.
Claudio mi chiava con sua e mia soddisfazione e questa volta mi viene in bocca. Non era mai venuto prima anche se Gian Marco mi aveva abituata a ingoiare lo sperma. Il mio amore mi aveva detto anche che così sarei stata pronta a bere anche quello degli altri quando avremo fatto il trio.
L’ingoiare la sborra di Claudio mi eccita ancora di più. Mi viene un brivido ed allora gli chiedo di mettermi con la lingua dentro mentre lui godendo mi chiede di leccarglielo ancora.
Mi solleva e mi slega ma poi mi imbavaglia con un fazzoletto e mi dice “Voglio vederti godere e dimenarti “
Per farlo mi inizia a leccare mentre mi stringe i capezzoli che mi dolgono ma trasferisco il dolore alla figa e lo trasformo in piacere.
“Godoooo!! Si, dimmi che sono un a troia” gli dico “dimmelo che ti piace. Dimmelo, scopamiiiiiii”
Forse sono venuta due volte intanto Claudio si era arrapato di nuovo e mi ha scopata per tanto tempo venendomi dentro, toccandomi le calze ed eccitandosi come mai l’avevo visto.
Da quel giorno sfoggio con lui la lingerie più erotica e mi vesto da puttana. Con lui sono più nuda che vestita e da allora mi scopa solo se sono puttana.
Di giorno sono una brava ragazza ma con Claudio mi trasformo in una vera professionista del piacere tanto che in macchina appena vede l’intimo fare capolino da sotto le gonne si ferma e pretende che glielo prenda in bocca.
Frequentiamo degli amici a cui mi presenta così vestita ed agghindata. E’ già tante volte siamo arrivati dagli amici con un alito pesante.

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