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Prometto di amarti e venerarti ogni giorno

By 14 Marzo 2016Dicembre 16th, 2019No Comments

Avevo lavorato a lungo per chiudere il contratto, si trattava dell’accordo più importante di tutta la mia carriera e, per arrivare alla sua conclusione, ero andato a parlarne personalmente con tutte le persone in qualche modo coinvolte.
Tra i tanti manager, con cui dovevo lavorare, c’era anche un certo ing. Brandi. Credevo che fosse uno dei tanti grigi burocrati, con poteri di veto esercitati senza nemmeno studiare progetti e business plan. Con mia grande sorpresa invece, quando entrai nel suo ufficio, mi trovai davanti una donna bellissima, preparata e competente: il responsabile operativo ing. Stefania Brandi.
Aveva già studiato tutta la copiosa documentazione, che avevo prodotto, ed era sinceramente entusiasta del mio progetto. Fu un vero piacere lavorarci insieme e nacque una stima reciproca: io, oltre le sue bellissime gambe, ammiravo la grande competenza e lo spirito pragmatico mentre lei sembrava affascinata dalle mie intuizioni e dall’energia che mettevo nel progetto.

Lavorammo benissimo insieme per quasi due mesi e l’ottenimento del suo benestare, da possibile ostacolo, si trasformò in un fattore di successo. Mi aiutò a colmare qualche piccola lacuna o carenza nel progetto, seguendolo giorno per giorno fino alla sua positiva conclusione.
Il grande successo però significò anche la fine della nostra collaborazione e l’interruzione dei nostri contatti quotidiani. Ero ovviamente dispiaciuto da un punto di vista professionale e anche personale: Stefania faceva parte di un ‘target’ di donne un po’ oltre lo standard a cui ero abituato. Bionda e alta, molto alta anche senza considerare i tacchi altissimi che indossa, due gambe snelle e lunghissime, un fisico praticamente perfetto con vita sottile e pancia piattissima. Solo il viso con le labbra sottili, per quanto molto gradevole, non &egrave forse all’altezza del suo fisico da top model. Ciò nonostante, continuando con il piglio energico e decisionista con cui avevo condotto il progetto, le proposi di festeggiare il nostro successo con una cena.
Fui quasi sorpreso della sua risposta convinta e positiva: era felice di uscire a cena con me e voleva farlo prima possibile. Nonostante l’emozione che stavo provando per vederla fuori dall’ufficio, mostrai una falsa sicurezza e ci accordammo per il sabato successivo.

Non ero mai uscito con una donna così bella e passai i giorni, che mancavano al sabato, cercando di trovare un ristorante adeguato e sognando in mille modi diversi lo svolgimento della serata.
Tra tutti i miei sogni non avevo però previsto il più probabile e quello che effettivamente avvenne: un fiasco totale.
Con le donne non sono mai stato un grande conquistatore, anzi. Sarà almeno un anno che non ho l’occasione di avere un rapporto sessuale. Sono sempre troppo timido ed impacciato per risultare affascinante e l’astinenza prolungata non aveva di certo giovato alla mia autostima.
Stefania inoltre, così bella e brillante, sembrava perfetta per aumentare il mio disagio: sui suoi tacchi alti era ben più alta di me e indossava un elegante tailleur che poco si abbinava con i jeans che avevo indossato io per mostrarmi spigliato.

Provai a mantenere un po’ di sicurezza rifugiandomi nel campo che mi era più congeniale: parlai un po’ di lavoro finché lei mi chiese di smettere di pensare al dovere, per goderci la serata insieme.
Provai un senso di vuoto e di imbarazzo che riempii di chiacchiere inutili: non feci altro che parlare e parlare, di esperienze vere o inventate, millantando una vita affascinante e avventurosa.
Capii subito che stavo sbagliando tutto: all’inizio della serata lei sembrava pendere dalle mie labbra e mi guardava intensamente come se attendesse solo un bacio. Bacio che io non avevo proprio il coraggio di darle. Dopo tante chiacchiere invece lei mi ascoltava appena, con sufficienza e senza nemmeno nascondere un senso di noia; tanto che, appena finita la cena, mi chiese di riaccompagnarla a casa.

Passai i giorni seguenti dandomi della stupido e cercando un modo di rivederla.
Sapevo bene di aver buttato un’occasione unica e irripetibile e volevo provare a recuperare. Violentando la mia natura schiva e insicura, avevo cercato di contattarla senza successo e, alla fine, decisi di comprare un enorme mazzo di fiori e attenderla sotto casa.
Nonostante la paura di un rifiuto, l’imbarazzo che provo e l’incertezza di incontrarla, sono da oltre un ora in mezzo alla strada davanti al suo portone quando la vedo arrivare… sempre bellissima con la consueta minigonna e i tacchi alti.
Appena mi vede resta sorpresa e, prima che riesca a dire una sola parola, provo ad anticiparla con la frase che mi ero preparato ed imparato a memoria da qualche giorno ‘Perdonami se sono qui senza avertene chiesto il permesso, so bene di non essere stato molto brillante sabato scorso e vorrei darti questi fiori per scusarmi e sperare di recuperare’.
Lei scoppia a ridere e accetta i fiori ‘Sei uno stupido, dai sali che ti offro un caff&egrave’ ‘Grazie, ne sono felice’ ‘Sappi però che devo uscire tra massimo un’ora’

Entro nell’appartamento con il cuore in gola e sono talmente emozionato che non riesco nemmeno a parlarle. Stefania &egrave nuovamente infastidita del mio comportamento e mi incalza peggiorando la situazione ‘Allora? Non hai nulla da dire? O chiacchieri per ore o stai muto?’ ‘Si… Perdonami… Fuori dal lavoro sono un po’… Sei talmente bella che…’ ‘Che?’
Non riesco a trovare nulla da dire, mi sento un cretino e vorrei sparire. Provo a fare lo spiritoso in un momento assolutamente fuori contesto e inizio a raccontare una storiella ma lei mi interrompe subito ‘Si, si. Questa me l’hai già raccontata sabato. Questa e tante altre, nessuna peraltro divertente. Hai finito il repertorio?’ Abbasso lo sguardo sui suoi piedi pieno di vergogna e, dopo un silenzio che mi &egrave sembrato infinito, lei si avvia verso il divano e si sdraia ‘Dai imbranato, vieni qui!’.

Mentre mi avvicino, Stefania solleva la minigonna e scopre reggicalze e mutandine in pizzo blu notte. Mi sembra impossibile che stia accadendo, un secondo prima ero convinto che non l’avrei mai più rivista ed ora sembra che stia per farci l’amore… Stefania mette un piede sul divano e lascia l’altro sul pavimento aprendo completamente le cosce ‘Oltre ad essere imbranato, sei anche sordo?’ ‘Si… Scusami… Arrivo…’. Mi avvicino, mi inginocchio tra le sue gambe e mi avvicino per baciarla.
Lei invece mi afferra la testa e la spinge in basso tra le sue cosce ‘Baciala!’
Un ordine secco che non ammette repliche. Stupore, vergogna, eccitazione, imbarazzo… troppe emozioni contrastanti in pochi secondi da decifrare e capire. Mi limito ad obbedirle baciando le sue mutandine sul monte di Venere. ‘Ora leccala!’ Un’altro ordine e un’altra scossa nella mia testa, obbedisco ancora e le inizio a leccare le mutandine. ‘Non sei solo imbranato, sei proprio un cretino! Ma che fai? Mi lecchi il perizoma invece della farfallina? Che devo fare per vederti prendere l’iniziativa?’ ‘Oddio… Scusa… Non capisco più nulla…’ ‘Dai, toglimi le mutandine e fammi vedere se, oltre a parlarti addosso, sai anche fare qualcosa di utile con quella lingua!’

Appena le scopro la passerina resto imbambolato a guardarla. Erano mesi che non ne vedevo una e la sua &egrave bellissima: curata e depilata tranne un sottile striscia di peli ben curati. Lei mi afferra di nuovo la testa e mi spinge sul suo fiore che inizio a leccare pieno di emozione.
Finalmente so cosa fare, leccare le donne &egrave la mia più grande passione, purtroppo mai praticata abbastanza. Sogno di farlo ogni volta che mi tocco e, finalmente, smetto di essere nel panico: ora so bene quello che devo fare per farla godere.
Chiudo gli occhi e la lecco con tutta la lingua, dalla vagina al clitoride, una, due… cento volte. Poi, partendo sempre dalla vagina, che provo a penetrare con la lingua, le lecco le grandi labbra. Le lecco, le bacio, le prendo tra le labbra per tirarle dolcemente,, prima una e poi l’altra. Poi, lentamente, salgo fino al clitoride che inizio a sfiorare con la punta della lingua. &egrave proprio quello che vuole, mi spinge forte la testa sulla figa e mi incita a continuare ‘Si così… Bravo… Adesso si… Continua… Non ti fermare’. Non ho nessuna intenzione di fermarmi, lecco sempre più forte iniziando a muovere anche la testa su e giù. Voglio stimolarle il clitoride con la lingua, le labbra, il naso… Con tutta la mia faccia. Sento che sta godendo e che &egrave il momento di prendere il clitoride tra le labbra per ciucciarlo e leccarlo, fino a portarla all’orgasmo che puntualmente arriva ‘Si… Si… Leccamela… Si…’. I suoi lamenti diventano grida di piacere che mi riempiono di orgoglio e soddisfazione. Baciandola ancora dolcemente sulla vagina assaporo i suoi umori che mi hanno inzuppato il viso e la lascio godere ammirando la sua bellezza.

Impazzisco dalla voglia di prenderla, non sono mai stato così eccitato in tutta la mia vita e sento che il pene mi sta per esplodere nei pantaloni.
Stefania invece mi spinge via con la mano, si alza in piedi e mi invita a fare altrettanto ‘Scusami ma si &egrave fatto davvero tardi, devi andare!’ Prende la mia giacca e me la mette tra le mani spingendomi verso la porta e, prima di rendermi conto di cosa stia succedendo, mi ritrovo da solo sul pianerottolo davanti alla sua porta chiusa, con la faccia ancora bagnata dei suoi umori vaginali e il pene gonfio di voglia che mi sta scoppiando nei pantaloni.

Torno a casa con un irrefrenabile bisogno di masturbarmi e assolutamente confuso da quello che &egrave successo. Ho sempre sognato di leccare una donna e sentirmi un po’ dominato da lei ma, ora che &egrave successo davvero, provo un po’ di eccitazione e un po’ di vergogna. Soprattutto nei confronti di Stefania di cui sento di essermi innamorato. Mi continuo a chiedere cosa possa pensare di me, senza considerare che il suo comportamento &egrave stato talmente assurdo che non riesco a trovare una chiave di lettura ragionevole. Appena rientro in casa, già nell’ingresso, abbasso pantaloni e mutande, me lo prendo in mano e mi masturbo chiarendomi ogni dubbio su cosa inconsciamente voglio: toccandomi e godendo, sogno di essere ancora inginocchio ai piedi di Stefania per darle piacere con la lingua. Vengo in fretta, con uno dei più violenti orgasmi che abbia mai provato, schizzando tutto il mio piacere contro il muro.
Stanco e provato provo a mettermi a letto senza ovviamente riuscire a dormire un solo minuto finendo per masturbarmi altre due volte.

Nei giorni successivi provo a chiamarla più volte al telefono senza ricevere nessuna risposta. Provo a scriverle anche qualche sms con lo stesso risultato. Temo ormai di averla persa definitivamente ma continuo a scriverle ogni giorno fino a questa sera quando le scrivo: ‘quando ti sei sdraiata sul divano mi ero illuso di essere stato perdonato per le mie chiacchiere inutili e noiose, peccato non aver avuto più tempo…’ Quasi immediatamente arriva la sua risposta: ‘non ho perdonato nulla, il tempo l’hai avuto ma hai preferito spenderlo per dire stupidaggini. addio.’
Il suo messaggio mi getta nello sconforto più totale e riprovo a chiamarla ancora decine di volte sempre senza ricevere alcuna risposta, poi le scrivo ancora: ‘Ti supplico, voglio parlarti. Penso di meritare un’ultima occasione, anche per il solo fatto di averti fatto godere un po’ penso di meritare una risposta. Ti prego, rispondimi’. Invece di rispondere al messaggio mi chiama direttamente. &egrave arrabbiatissima e non vuole più essere disturbata da me. Mi rimprovera di essere noioso di presenza e ossessivo al telefono e dice di essersi pentita di aver accettato il mio invito a cena. So bene che dovrei mostrare un po’ di orgoglio, chiudere per primo la telefonata e dimenticarla. Invece, perdendo ogni parvenza di dignità, la supplico di incontrarmi almeno un’ultima volta, di darmi un’ultima possibilità. Stefania, stupendomi un’altra volta, prima mi accusa di essere un maschietto senza palle e poi mi dà appuntamento ancora a casa sua per domani pomeriggio.

Dopo un’altra notte insonne e una giornata passata a pensare a lei senza combinare altro, arrivo finalmente davanti alla sua porta e tremando per l’emozione suono il campanello.
Mi accoglie con freddezza e distacco, provo a salutarla con un bacetto sulla guancia ma lei si sposta rapidamente e mi lascia come un cretino con le labbra protese verso il nulla.
Poi si accomoda sul divano e attende che mi sieda di fronte a lei ‘Allora? Volevi tanto vedermi? Eccomi! Cos’hai di tanto importante da dirmi?’. Mi ero preparato tanti discorsi ma l’emozione di rivederla e i suoi toni duri e perentori mi hanno resettato il cervello ‘volevo dirti… che… che… Volevo dirti che… che sei bellissima…’ ‘Addirittura? Ma sei un adulatore, un vero casanova’ risponde con tono divertito e canzonatorio. Poi si alza in piedi e mi si mette di fronte ‘Allora se non hai nulla da dire, ora parlo io!’.

Provo ad alzarmi anch’io ma lei mi posa una mano sulla testa per tenermi seduto e continuare a sovrastarmi o, forse, per parlarmi tenendomi la testa alla stessa altezza del suo pube. ‘Ascoltami bene e cerca di capire ogni parola. Sono una donna che adora le passioni e quindi le persone passionali. Vedendoti lavorare credevo che tu lo fossi e invece sbagliavo. Devi sapere che mi concedo, con una discreta facilità, ai veri maschi; a quelli che, pochi istanti dopo essere salita in auto, mi saltano addosso e mi fanno sentire quanto gli piaccio. Non so invece cosa farmene dei timidoni, di quelli che non hanno nemmeno il coraggio di mostrare il loro interesse per me. Tu purtroppo fai parte di questa seconda categoria.’ ‘Ti prego, non sono così…’ ‘Hai ragione, sei peggio. Sei pure un tonto! Ho fatto il possibile per farti capire che ti volevo, incluso mostrarti le cosce, ma non l’hai capito; poi, delusa da te, ho fatto di tutto per farti capire che non ero più disponibile ma tu, nonostante non ti rispondessi più al telefono, non l’hai nuovamente capito.’ ‘Però poi ti sei lasciata baciare…’ ‘Ecco, questo dimostra quanto sei stupido: ti sei presentato qui facendomi imbestialire e volevo umiliarti godendo, facendoti eccitare e mandandoti via con l’uccello in tiro e senza nemmeno sfiorarti. Tu invece, oltre ad essere un tontolone, ti sei mostrato pure un maschietto senza palle che continua a supplicare una donna che l’ha umiliato’.

Mi viene da piangere ‘Ti prego… Ti supplico… Sei bellissima… Ti prego…’ Stefania mi ride in faccia ‘Vuoi pregarmi? Però non si prega così, si prega in ginocchio… Dai, inginocchiati ai miei piedi!’
Obbedisco subito e mi ritrovo con il viso a pochi cm dalla sua gonna, a pochi cm dalla sua figa,, dalla protagonista di tutti i miei sogni ‘Si, va bene… Faccio tutto quello che vuoi… Ti prego… Fammi stare un po’ con te… Ti prego…’
‘Bravo, continua a dimostrarmi che sei senza palle. Ora ascoltami: non avrei mai più voluto vederti ma in fondo mi &egrave piaciuto farmi leccare la patatina e sentire come ti umili mi ha stuzzicato la fantasia di disporre di una cagnolina per farmi leccare tutte le volte che mi va. Potrei averne voglia tutti i giorni, ogni due o tre mesi o forse mai più. Non lo so’ ‘Si, sarebbe bellissimo… Quando vuoi tu…’
‘Zitto, non ho finito! Non mi piaci e non potrai mai avermi, puoi solo leccarmela e subito dopo andartene via senza chiedere nulla e senza cercarmi se non lo faccio io’ ‘Voglio vederti, accetto qualsiasi condizione, quando e come vuoi tu. Grazie… Sei bellissima… Meravigliosa… Grazie…’ ‘Hai capito bene che non sarai mai il mio uomo? Che mai e poi mai potrai scoparmi? Che ti userò quando e se ne avrò voglia come se tu fossi una cagnolina e senza mai concederti nulla in cambio? Lo hai capito?’
Nemmeno nei sogni più irrealizzabili potevo sperare in nulla di più bello ed eccitante.
Lei &egrave oggettivamente meravigliosa, non ho una donna da più di un anno, essere sottomesso mi eccita da impazzire. Tutto questo non mi sembra vero ‘Si… Si… Va bene tutto… Tutto quello che voglio &egrave vederti, a qualsiasi condizione…’.
Stefania solleva la gonnellina scoprendo autoreggenti e perizoma ‘Ti piace cagnetta? La vorresti leccare di nuovo?’ Il mio respiro diventa subito affannato per l’eccitazione ‘Sei bellissima… Non desidero altro…’ ‘Dai avvicinati, annusala come una cagnetta ma senza sfiorarla’
Il mio naso &egrave a un centimetro dal pizzo delle sue mutandine e, quasi inconsapevolmente, tiro fuori la lingua sognando di leccarla. Respirare il suo profumo di donna mi fa impazzire per l’eccitazione ‘Si.. Farei qualsiasi cosa per baciarla… Ti prego, chiedimi tutto quello che vuoi… Ti supplico, farei di tutto per baciarti’.

Stefania sorride e poi si siede comodamente sul divano e accavalla le gambe ‘Alzati in piedi, mettiti al centro del tappeto di fronte a me’. La vedo sorridere, credo che si stia divertendo.
‘Ora spogliati nudo, voglio vedere come sei fatto’ Mi tolgo scarpe e calzini, poi i pantaloni e la camicia. Resto in mutande di fronte a Lei ‘Ma guarda che fisichetto magrolino e gracile che hai, più che un maschietto sembri una ragazzina.’ Non immaginavo che potesse essere così umiliante farle commentare il mio corpo nudo e ho qualche remora nel togliere anche i boxer.
‘Dai tontolone con fisico da bambina, ho detto che ti voglio vedere nudo, sbrigati a spogliarti’
Nonostante mi vergogni un po’ a mostrarmi nudo di fronte a lei, devo sfilarmi le mutande e non so come nascondere l’erezione che l’umiliazione mi provoca. Sfilo i boxer restando completamente nudo di fronte a lei ‘lo sapevo, ero sicurissima che lo avessi piccolo, sei pure un minidotato!’.
In effetti il mio pene non &egrave esattamente grande, ne in lunghezza che il larghezza, ma non pensavo che mi definisse un minidotato. Lei si alza dal divano e mi viene vicino ‘Per vederlo sono costretta ad alzarmi e avvicinarmi. Guarda che inutile pisellina, mica avevi davvero pensato di potermi scopare con quel cosino, vero?’ Stefania mi gira intorno esaminando il mio corpo nudo e inspiegabilmente l’umiliazione che sto provando rende ancora più potente la mia erezione.
‘Se non fosse per questi peli schifosi e per quel minuscolo pisellino eccitato, sembreresti davvero una ragazzina’. Mi accarezza il sedere poi si mette di fronte a me.

Dovrei essere più alto di lei di pochi centimetri ma grazie ai suoi tacchi, soprattutto ora che sono scalzo, mi sovrasta in altezza guardandomi dall’alto verso il basso; si avvicina fino quasi a sfiorarmi il pene con la gonna ‘Adesso parliamo di quel ridicolo pisellino che hai davanti. Perché &egrave così eccitato?’ ‘Perché sei bellissima…’ ‘Si, va bene. Però ti sto umiliando, ti ho detto che non te la darò mai, che sei un maschietto senza palle e minidotato, che fisicamente sembri una ragazzina e riesci pure ad eccitarti? Ti piace farti maltrattare? Sei uno di quei masochisti che godono nel farsi picchiare?’ Mi mette una mano in testa e mi spinge in ginocchio ai suoi piedi ‘Metti le mani dietro la schiena e guardami’. Faccio appena in tempo a vedere il suo bellissimo viso che mi arriva un ceffone sul viso ‘&egrave questo che ti piace?’ Poi un altro ceffone, un altro e un altro ancora ‘E questo? Questo? Questo? Ti eccita farti schiaffeggiare?’
Con entrambe le mani mi schiaffeggia alternativamente le guance finché non scoppio a piangere ‘Ti supplico, basta…’. In realtà non mi ha colpito troppo forte e non sento tanto dolore. Mi sento invece incredibilmente umiliato e non riesco a smettere di piangere e, incredibilmente, ad eccitarmi. ‘Ma guardati sei inginocchio a farti prendere a schiaffi in faccia e continui ad essere eccitato, guarda il pisellino com’&egrave duro. Piagnucoli come una femminuccia e ti ecciti, dimmi la verità: ti piace?’. Mi rendo conto che non &egrave più il momento di fingere di essere diverso da quello che sono e, senza purtroppo riuscire a smettere di piangere, le confesso cosa provo ‘Non mi piace provare dolore, mi piaci tu: sei una donna meravigliosa e solo guardarti mi emoziona. Mi piace tanto anche obbedire, anzi obbedirti’ ‘obbedirmi?’ ‘Si, ho sempre sognato di essere sottomesso da una donna, mi sono sempre sentito inadeguato per soddisfare le donne e riesco ad eccitarmi, senza paure o insicurezze, solo obbedendo e servendo. Nemmeno nei miei sogni più audaci avevo mai però sperato di inginocchiarmi ai piedi di una donna bellissima come te…’
‘Cosa intendi per obbedire e servire?’ ‘Intendo non prendere nessuna iniziativa, essere completamente passivo e fare qualsiasi cosa potrebbe farti piacere’

Confessare la mia natura, che avevo nascosto per tutta la vita anche un po’ a me stesso, mi dà un senso di benessere e finalmente smetto di piangere. Anche Stefania smette di ridere e mi guarda pensierosa ‘Cosa pensi che potresti fare che mi faccia piacere?’ ‘Tutto quello che vuoi. Non mi piacerebbe ma, se vuoi puoi, anche continuare a prendermi a schiaffi’ ‘No, non ne ho voglia. Cosa piacerebbe a te invece?’ ‘Adorarti, baciarti, leccarti e servirti in ogni tuo desiderio o capriccio’
‘Ti piacciono le mie scarpe?’ ‘Tantissimo, adoro i tacchi alti: il simbolo della femminilità’ ‘Ti piacerebbe baciarle?’ ‘Si tanto, se lo vuoi…’ ‘L’hai mai fatto ad un’altra donna?’ ‘Mai, te lo giuro. Sei la prima persona a cui confesso il mio bisogno di sentirmi sottomesso. E poi, nessun’altra donna, che abbia mai incontrato, &egrave meravigliosa come te’
‘Vediamo. Faccia a terra ed inizia a baciare!’
Mi accuccio ai suoi piedi, avvicino il viso al pavimento e, per la prima volta nella mia vita, inizio a baciare i piedi di una donna.
Poggio le labbra sulla punta della scarpa e le do un timido bacetto, quasi con deferenza e rispetto, poi mi lascio andare, alla passione che provo per lei e per quello che mi ha ordinato di farle, e bacio sempre più velocemente ogni millimetro di pelle compreso il lungo tacco a spillo.
‘Ora l’altra’ ‘Si, tutto quello che vuoi’.

Stefania si lascia baciare anche l’altro piede poi si gira di spalle e mi ordina di sfilarle la gonnellina. Le abbasso la minigonna scoprendole il sedere, nudo eccetto la sottile striscia di pizzo del perizoma tra le natiche. ‘Hai un sedere bellissimo. Ti prego, posso darti un bacino?’
‘Devi, anzi, mentre mi sfili la gonna, seguila con le labbra fino a terra e baciami le gambe, dal sedere fino a terra’. Mentre le sfioro il sedere con le labbra mormoro ‘Grazie, sei troppo buona con me’.
Baciarla &egrave un vero piacere, la sua pelle &egrave liscia, morbida e profumata. Mentre la bacio, scendendo lentamente verso le cosce respiro forte il suo profumo. Faccio scivolare verso il basso la gonna baciando ogni centimetro di pelle che scopro: il sedere, le cosce e verso il basso, fino alle autoreggenti. Con le labbra seguo la linea nera dietro le calze fino alle scarpe che continuo a baciare fino ai tacchi e, infine, al pavimento. Stefania solleva appena il piede per consentirmi di togliere la gonna e posarla su una sedia.

Stefania torna a sedersi sul divano, accavalla le gambe e mi porge il suo piedino ‘Vieni, qui. Fammi vedere quanto ti piace adorarmi. Lucidami le scarpe con la lingua’. Resto inginocchio e raggiungo velocemente Stefania camminando a quattro zampe come una cagnolina, poi tiro fuori la lingua e, muovendo su e giù la testa, la passo sulle scarpe. Cerco di farlo nel modo migliore possibile mettendoci energia e passione fino a sentire Stefania che scoppia a ridere come una matta. Senza fermarmi le chiedo se mi trova ridicolo ‘Ridicolo, certo! Un maschietto in ginocchio ai miei piedi che mi lecca le scarpe lo trovo assolutamente ridicolo e comico’ ‘Vuoi che mi fermi?’
‘No, continua. Il fatto che tu sia ridicolo non significa che non mi piaccia. Anzi’.
Mentre lecco i tacchi, vedo che Stefania, nonostante continui a ridere divertita, infila una mano nelle mutandine e si inizia a toccare ‘Non immaginavo che potesse piacermi tanto avere una cagnolina ai miei piedi che mi adora. Continua a leccarmi i piedi che mi eccita tantissimo sottometterti, mi fa sentire una Principessa’. ‘Non desidero altro che darti piacere e farti sentire un Principessa. Vorrei tanto che tu fossi la mia Principessa’. Stefania mi risponde continuando a masturbarsi ‘Vedremo, ora lecca l’altra scarpa’ ‘Si, Principessa. Posso chiamarti così?’ Mi risponde con la voce rotta dal piacere che si sta dando ‘Zitto e lecca. Stai parlando troppo, chiamami come ti pare basta che inizi a leccare anche il piede e la gamba’. Smetto subito di leccare la pelle delle scarpe per poggiare le labbra sul dorso del piedino fasciato dalle sue calze velate. Mi piace davvero baciarla e leccarla ‘Bravo, sali lentamente verso le cosce’.

La bacio salendo lentamente dalla caviglia fino alle cosce dove, con il viso a pochi centimetri dalla farfallina che si sta masturbando, impazzisco dalla voglia di leccarla e di portarla all’orgasmo baciandole il clitoride ‘Ti supplico, mi permetti di farti godere?’ ‘Toglimi le mutandine e poi riprendi a leccarmi anche l’altra gamba partendo dal piede’.
La passerina, che si &egrave a lungo stimolata, &egrave aperta, bagnata e gonfia. Soffro un po’ ad allontanarmene per tornare verso il pavimento per baciarle l’altra gamba.
Lecco e bacio con cura fino a risalire verso la figa che Stefania continua a toccarsi.
Mi afferra la testa con entrambe le mani e la infila tra le sue cosce e finalmente la posso baciare. Mi spinge forte contro la passera, che trovo già bagnata, come se mi ci dovessi tuffare dentro ‘Leccala tutta senza soffermarti sul clitoride: per ora non voglio un orgasmo, voglio essere leccata per almeno un’ora’.

Non mi sembra vero di essere di nuovo tra le sue cosce. Mentre la lecco mi lascio sfuggire qualche complimento ‘Sei bellissima… Fantastica… Meravigliosa… Principessa… Adorabile…’. In realtà quello che vorrei urlare &egrave ‘Ti amo’. Me ne sono invaghito al primo sguardo ma, facendomela leccare la prima volta, invece di umiliarmi mi ha fatto completamente innamorare. Temo che se le dicessi cosa provo non mi permetterebbe di rivederla ancora e allora cerco di dimostrarle il mio amore con la dedizione con cui le lecco la figa. Lo faccio leccando, con tutta la lingua, dalla vagina la clitoride nel modo più veloce possibile. Accompagno i movimenti della lingua, facendo su e giù anche con la testa, proprio come una cagnolina devota. Cerco di essere veloce e, nel compenso dolce, per darle tutto il piacere che posso e, anche quando inizia a farmi male collo e mascella, non rallento e tantomeno smetto di adorarla. Finalmente dopo più di 40 minuti che lecco, la mia Principessa poggia una mano sulla mia nuca e mi solleva la testa portandomi la lingua sul clitoride per portarla a provare un intenso e lungo orgasmo.
Sentirla urlare di piacere mi rende felice, appagato e soddisfatto. Porto le labbra sotto la vagina per baciarla e dissetarmi dei suoi copiosi umori misti alla mia saliva. Mi disseto del suo piacere continuando a darle tanti teneri bacetti senza pensare al mio pisellino sovreccitato che non può in alcun modo sfogarsi.

Stefania mi accarezza la testa e sussurra:
‘Sei bravo a farmi godere, mi &egrave piaciuto moltissimo farmi adorare. Lo sai però che non ricambierò mai il piacere che mi dai e che ora devi andare via?’
‘Certo Principessa, il mio piacere &egrave farti godere e continuo a darti i baci per ringraziarti e per dimostrarti la mia dedizione a te. Anche se non lo vorrei, quando vuoi, mi basta un tuo cenno per vestirmi e andare via’
‘Sai anche che non dovrai mai più chiamarmi al telefono? Ti chiamerò quando e se ne avrò di nuovo voglia’
‘Si, Principessa. Come vuoi, saprò essere obbediente. Potrò inviarti almeno qualche messaggio?’
‘Va bene ma mai più di due al giorno e non aspettarti risposte da parte mia. Non voglio essere infastidita’
Stefania si alza dal divano e mi lascia da solo nel salone. Fortuna che ne approfitto per rivestirmi perché appena torna spalanca la porta e mi ordina di uscire in qualsiasi situazione mi trovi. Obbedisco subito ma prima di varcare la soglia della porta, mi inginocchio ai suoi piedi ‘Posso salutarti?’ ‘Veloce’. Porto le labbra ai suoi piedi e la bacio un’ultima volta ‘Buona serata Principessa, sei una creatura meravigliosa’. Stefania sorride soddisfatta, poi con un calcetto mi spinge verso il pianerottolo e mi chiude la porta alle spalle.
Mi ritrovo solo, con tanto bisogno di arrivare a casa per toccarmi e con la certezza che presto Stefania mi richiamerà. Oramai &egrave la mia Principessa e credo che abbia bisogno di me quasi quanto io ho bisogno di Lei.

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