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Da tempo cercavo una o più donne con cui condividere esperienze sessuali fuori dalle righe ma il mondo li fuori sembra davvero piatto, o almeno così credevo.
Non sapevo bene quale fossero le mie fantasie preferite ma avevo bisogno di una situazione ai limiti.
Vivo in una grande città e ho un buon lavoro che mi permette di vivere con parecchi agi ma senza bisogno di eccedere nel lusso.
La storia che sto per raccontare risale a circa un mese fa’ ed è così assurda che ho pensato di condividerla qua.
Ogni mattina prendo la solita metro per fare le solite quattro fermate per andare a lavoro. Da un paio di settimane mi resi conto della presenza di una ragazza seduta quasi sempre nello stesso posto. Capelli rossi, non troppo curati, occhi chiari e corpo prosperoso ma con ottime curve. I primi giorni mi limitai a lanciarle qualche sguardo ma nulla di più. Io sono fidanzato e per quanto sia difficile cerco di rimanere sulla retta via ma qualche orgasmo mentale non guasta mai.
Erano trascorsi diversi giorni e durante i primi giorni del mese di giugno faceva davvero caldo.
Entrai in metro e mi sedetti. Solito pantalone, solita camicia, solito caldo infernale.
Dopo pochi secondi mi accorsi che di fronte a me c’era la ragazza coi capelli rossi che notavo ogni mattina. Rapido sguardo incrociato e riprende la marcia della metro. Lei indossava un vestitino estivo bianco e blu a righe, si faceva decisamente notare! Improvvisamente mi accorsi che aveva leggermente divaricato le gambe e intravedevo un paio di mutande di pizzo nere. Cercai di distogliere lo sguardo ma la cosa mi eccitava parecchio. Non riuscivo a capire se lo facesse volontariamente, non era facile da capire visto che non mi guardava mai. Scesi dalla metro insieme percorremmo un pezzo di strada insieme quando improvvisamente mi sento toccare la spalle. È LEI. Visibilmente imbarazzato io ascolto le sue parole. Mi porge un foglietto e mi dice che mi era caduto e si disperde nella folla.
Dopo un attimo di stordimento leggo e vedo che su c’è scritto un indirizzo e un numero di citofono con scritto “dopo le 18”.
Non riuscivo a capire ma ero tremendamente curioso, sembrava una di quelle storie che si leggono su questo portale ma cazzo, era vera. Passarono diversi giorni ma non riuscivo a smettere di pensare a quel foglietto e così dopo tanti pensieri contrastanti decisi di andare. Arrivai davanti questo palazzo,zona nord della città. Suonai, rispose una voce profonda che mi disse di salire al terzo piano. Quello che successe dopo supera ogni immaginazione.

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