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Racconti Erotici Etero

Red Passion

By 20 Novembre 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

Lucia. Incontrarsi di nuovo. Dopo tanti anni. Per caso. Non ti riconoscevo in mezzo a tutta quella gente. Eppure eri proprio tu. I tuoi capelli rossi…inconfondibili. Avevi sempre il solito sguardo allegro. Eri proprio tu. Quella bambina dai capelli rossi che avevo torturato per tutta la durata delle scuole elementari e medie.

‘Di pelo rosso non sono buoni neanche i maiali’…oppure ‘Rosso Malpelo’…oppure ‘Le rosse puzzano’…e poi ‘Pel di carota’…’Sembri un fiammifero’….etc…etc. Ne avevamo sempre una da dirti. Nessuno ti considerava una ragazza. Tutti ti consideravamo una diversa, solo perché rossa di pelo. E tu comunque sempre sorridente, timidamente disponibile comunque all’amicizia.

E adesso, dopo tanti anni, eccoti qua…davanti a me. La tua solita massa di capelli rossi mossi…quasi ricci, le lentiggini sul visino divenuto estremamente grazioso crescendo. Un paio di occhialini da intellettuale che incorniciavano spettacolarmente i tuoi vivaci occhi verdi. Adesso sei alta, hai un fisico da modella. Il lontano ricordo di quella ragazzina che tutti quanti prendevamo in giro.

Ci incontriamo in un bar del centro. Sei stata tu a riconoscermi.

‘Ehi…fai finta di non riconoscermi?…non mi saluti?’ – mi esclami assaltandomi alle spalle
‘Ma chi???…no…non ci posso credere!!!…Lucia?…sei tu?…’ – rispondo meravigliato
‘Una con questa testa rossa così…chi potrebbe essere???…ah ah ah’
‘Ma dai…che fine hai fatto???…non ci siamo più incontrati dai tempi delle medie..’

E così iniziamo a parlare del nostro recente passato, di cosa avevamo fatto…studiato e così via. Ci chiedemmo reciprocamente chi vedevamo ancora dei vecchi compagni…se avevamo notizie di questo o di quell’altro.
Una serena chiacchierata tra compagni di scuola.

‘Senti, adesso devo scappare al lavoro. Perché non ci vediamo una sera di queste? Il mio fidanzato la prossima settimana è fuori città per lavoro. Potremmo andare a cena insieme…che ne dici?’
‘Wow…sola soletta!!!…bene bene…ti chiamo di sicuro!!!…scherzi??…non potrei certo perdere un’occasione del genere…’ – dico scherzando (ma non troppo)

E così ci siamo telefonati. Anzi mi hai telefonato tu. Soltanto due giorni dopo il nostro incontro casuale. Hai già prenotato un ristorantino fuori città. Hai già scelto l’ora e il luogo dell’incontro. Sei molto determinata. Anche questo atteggiamento mi fa sembrare un lontano ricordo la bambina impacciata dai capelli rossi che avevo conosciuto. Liberarmi per la sera da te scelta non è stato facile. Quante bugie ho dovuto raccontare!!! Ma mi attrai…mi attrai troppo. E questa sera voglio farmi perdonare per tutte le volte che ti ho preso in giro. Sarò il miglior cavaliere che tu abbia mai avuto.

La stagione primaverile annuncia una serata coi fiocchi. Un lungo tramonto arancione, la temperatura che fa pregustare l’estate. Ti aspetto al luogo che hai scelto per l’incontro. Ho indossato un completo di lino chiaro. Dicono che mi stia bene. Ho anche aperto la capotte della macchina. Serata speciale…spero. E quando ti vedo arrivare capisco che sarà davvero speciale. Indossi un lungo vestito marrone, i capelli sciolti selvaggiamente si adagiano sulle tue spalle nude. Un pendaglio etnico ti adorna il decolté. E poi il tuo sorriso sereno e i lampi di felicità negli occhi. Sei bellissima!!! Ma non ho il coraggio di dirtelo. Non voglio rovinare tutto. Voglio soltanto che questa serata sia perfetta.

‘Beh…andiamo?…ho una fame !!!’ – dici allegra salendo in macchina
‘Ma dov’è questo posto?…non lo conosco…’
‘Tu fidati di me….vedrai…..’

Seguo le tue indicazioni pazientemente. Usciamo dalla città. I colori della campagna sono fantastici e si intonano perfettamente a te. Sembri un tutt’uno con la natura. Anzi. Sei la Natura…sei Madre Natura!!! Quasi mi vergogno di come ti ho trattato da piccola. Mi vergogno di essermi scordato di te.

Arriviamo ad un cascinale. Ulivi tutt’intorno e tanto tanto silenzio. I grilli cominciano a cantare alla notte che arriva. Quanta poesia (troppa?). Mi sento pervaso da un benessere diffuso…mi sto innamorando?…ma che dico??? Ci sediamo ad un tavolino sotto un verzò. L’aria è fresca e il panorama con la luna sullo sfondo è da mozzafiato. Hai scelto tu tutto questo. Anche per te dev’essere una serata speciale?

E mi parli. Di te, dei tuoi viaggi, dei tuoi studi, dei tuoi amori. E mi chiedi. Mi sproni al dialogo, alla confidenza. Scegli i piatti, semplici ma robusti, da persona che ama la vita e godere della vita. Il vino scorre, i brindisi sempre allegri. Bevi con serenità, senza aver paura dell’effetto collaterale.

‘Tra due mesi mi sposo…’ – lo dici a bruciapelo, tra una parola e l’altra, come se non fosse importante
‘Ah…bene…complimenti. Sarai felicissima…’ – rispondo un po’ sorpreso
‘Si…è faticoso però organizzare tutto…la casa, la cerimonia, l’abito, il ricevimento….insomma sai com’è…no?….’
‘Si…immagino.’

Cade il silenzio. Come se la tua affermazione avesse in qualche maniera sospeso l’atmosfera che si è creata. Non mi sembri felice. Non so cosa chiederti.

‘Sei pensierosa?…’ – azzardo sottovoce
‘Beh…è un passo importante…no?….’ – rispondi con un filo di voce
‘Beh…ci avrai pensato bene immagino’
‘Non ci si pensa mai abbastanza !!! …dai…non ne parliamo!!!…perché rovinare questa serata?…guarda in che posto meraviglioso siamo !!!…Brindisi….forza…a noi due!!!’ – e sollevando il calice di vino verso di me riacquisti in un attimo la tua espressione allegra.

Capisco che dentro di te c’è qualcosa che non va. Non voglio insistere. Non voglio metterti in difficoltà. Arriva il conto. Quasi litighiamo per pagarlo. Alla fine vinco io!!! Ci incamminiamo verso la macchina…il silenzio della campagna…la luna proietta le nostre ombre lungo la strada.

‘Ti ricordi quel giorno che uscimmo insieme?…’ – mi chiedi
‘Già…dove andammo?…non ricordo…’
‘Mi tenesti tutto il pomeriggio su una panchina a parlarmi dei tuoi problemi con Laura…’
‘Ah…già…scusami…non dev’essere stato un bel pomeriggio.’
‘Ah ah ah…no…infatti…ma gli amici servono a questo no?’
‘Già…e tu, nonostante tutte le cose che ti dicevo….’
‘Mi piacevi…’
‘Sì…lo so…’
‘Ma non mi hai mai considerato….’
‘Eravamo piccoli…e scemi.’
‘Guarda quante lucciole…’ – lo dici interrompendo bruscamente il discorso e lanciandoti tra i campi per catturare quelle luci nell’oscurità. Ti seguo. Ne catturi una. La tieni delicatamente tra le tue mani affusolate.

‘Guarda…guarda…’ – mi dici con l’entusiasmo di una bimba

Non guardo la lucciola. Guardo i tuoi occhi. Siamo immersi nella luce della luna, nascosti dal mondo da centinaia di ulivi. Apri le mani. La lucciola vola via. Le nostre labbra si incollano, prima timidamente poi….

Rimaniamo l’uno di fronte all’altro. Ci guardiamo in silenzio. Un tuo movimento leggero, rapido e il vestito ti cade ai piedi. Rimani nuda di fronte a me…senza vergogna…senza malizia. Sei una statua di candido marmo che manifesta la perfezione del suo corpo.

‘Lucia…’ – sospiro fra il meravigliato e l’imbarazzato

Il tuo indice si posa sulle mie labbra come a richiedere solo silenzio. Non c’è niente da dire. Ti avvolgo con un abbraccio protettivo. Sento la tua pelle fresca, liscia, morbida. Un lungo abbraccio che vale più di ogni altro gesto, di ogni altra parola.

‘Stanotte voglio essere tua…’ – lo dici seriamente, con decisione

Accarezzo la tu schiena perfetta. Raggiungo i tuoi glutei. Ti stringo a me facendoti sentire la mia virilità che sta reagendo. Scivoli come una gatta lungo il mio corpo. Il tuo visino adesso è lì…lo strusci…mi mordi…come a cercare di verificare il mio gradimento. Aspetti che sia io a liberarmi dai vestiti. E sembri in estasi quando, finalmente, ti mostro il mio uccello eretto. Non lo prendi in bocca, non lo tocchi neanche con le mani. Lo fai strusciare in ogni angolo del tuo viso…lo annusi…lo sfiori appena.

Adesso sono io che ti voglio. Non ti ho mai desiderata. Ma adesso sei l’unica donna la mondo. Sei tu che voglio!!! Ti faccio alzare, ti ammiro…sei perfetta!!! Il tuo seno è generoso…rotondo. Il capezzolo è soltanto una leggera macchia più scura sulla tua pelle candida. Te lo bacio. Mi accarezzi i capelli con dolcezza, con amore. Sento che per te, questo momento, è importante. Un desidero tanto atteso che si realizza.

Ci sdraiamo sull’erba, leggermente umida. Il contatto col terreno ci trasmette ulteriori brividi. Abilmente, senza neanche me ne accorga, ti sei sfilata le mutandine. Siamo nudi come pazzi adolescenti, incuranti del resto del mondo.

Le mani esplorano il corpo dell’altro. Il tuo monte di venere è ricoperto da un gentile ciuffetto di peli. Partendo dagli occhi socchiusi e sognanti ti ricopro di baci…scendo sul tuo collo…il seno…scendo sul tuo ventre….stai tremando. E’ tutto molto dolce….

Profumi di grano, di erba tagliata. Scusami…non è assolutamente che le rosse puzzano. Mi inebrio dei tuoi odori, dei tuoi sapori. La tua micina è bellissima…rosa…piccolina…e quel ciuffetto scuro di peli la incornicia divinamente. Ti lecco delicatamente….come una cosa preziosa ti tocco. Esplodi il tuo piacere con un mugolio appena accennato…

Adesso sei tu che mi vuoi possedere….tutto…completamente. Mi fai sdraiare supino e ricambi il trattamento…fatto di bacini, morsi appena accennati, leggeri sfioramenti. Anche tu parti dal mio viso, per soffermarti sul mio petto. La mano delicatamente s’impossessa dello scettro che ormai è diventato durissimo. Lo lecchi con devozione…sospirando…quasi piangendo…

Adesso ti voglio possedere. Voglio sentire il mio corpo e il mio fondersi. Voglio sentire le vibrazioni…le pulsazioni…della tua anima. Questa notte deve essere speciale…unica…indimenticabile. Ci giriamo un’altra volta. Sei tu adesso, sdraiata sulla schiena, che mi inviti, con i movimenti e con uno sguardo che non ti avevo mai visto, a prenderti.

Ti penetro con una dolcezza a me sconosciuta. Lentamente. Ti sento. Sento le pareti della tua vagina contrarsi violentemente intorno al mio uccello….una volta…due volte….esplodi in un grido di piacere. Rimango fermo a godere la visione del tuo orgasmo. L’ennesimo.

Mi tuffo su di te per coccolarti…per farti sentire la passione che mi hai scatenato in questa notte di fine maggio. Rimango dentro di te, fermo, con la virilità infissa dentro di te. Aspetto. Ti aspetto.

‘Ti voglio…dai…non smettere…’ – mi sussurri

Torno a muovermi, lentamente. Sento nuovamente la tua stretta intorno al mio uccello. Sollevi leggermente il bacino e con le lunghe gambe mi avvolgi. Detti i ritmi. Ti assecondo. Voglio darti tutto quello che posso.

‘Perché non mi hai voluto prima…accidenti a te!!!’ – lo dici sorridendo in una sorta di dolce rimprovero

Mi stai imponendo il ritmo. Mi spingi a penetrarti sempre più velocemente…quasi con violenza. Sento le pareti della vagina che si stanno rilassando. Le tue gambe, che prima mi trattenevano durante la spinta, stanno perdendo di forza. Il viso, incorniciato da quella massa di rossi capelli adagiati disordinatamente sull’erba, adesso ondeggia freneticamente a destra e a sinistra. Stai mugolando e accenni frase scomposte.

Sei mia !!!

Le tue braccia si allungano, le mani afferrano ciuffi d’erba…stai tremando…il prossimo orgasmo è alle porte. Accelero i movimenti, ti penetro violentemente…con foga…con passione. L’esplosione è simultanea. Godiamo dello stesso orgasmo intenso che ci fa contorcere uno sull’altro. L’urlo soffocato. E il mio corpo svuotato che crolla su di lei. Sudore, il respiro non riesce a trovare regolarità.

Il mio volto è affogato nei tuoi capelli. Ci baciamo dolcemente sulle orecchie, sul collo.

‘Lucia…io…’ – azzardo senza sapere di preciso cosa dire. Le avrei voluto sussurrare…’Ti amo’…oppure ‘Non ti sposare…’ o qualche altra cosa. Ma chi sono io per potermi permettere di dire certe cose? Per fortuna sei tu a togliermi velocemente dall’imbarazzo.

‘Zitto…non dire niente. Non ce n’è bisogno….ci siamo già detti tutto. Stanotte si è realizzato un mio sogno adolescenziale….non lo rovinare.’

Epilogo: Lucia si è sposata.
Dopo circa due anni la vidi in dei giardini con un passeggino. Il bambino che correva davanti a lei aveva gli stessi capelli rossi della madre.
Non ebbi il coraggio di andarla a salutare.

Mi spiace per i miei cinque lettori. Questa non è un racconto particolarmente erotico. Anzi. Ma l’erotismo, a volte, è la manifestazione dell’amore.

P.S. Lucia, scusami. Forse non avresti voluto che la nostra unica notte d’amore venisse resa pubblica. In questi giorni mi sei tornata in mente e non ho saputo resistere. Ciao Testa Rossa.

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