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Racconti Erotici Etero

Redazione ***TG24, lo scontro

By 27 Aprile 2009Dicembre 16th, 2019No Comments

“E stop!”
La fine della diretta venne accolta da un applauso che lasciò Lavinia spiazzata.
Era la sua prima volta davanti ad una telecamera, e nonostante la sua giovane età si era dimostrata assolutamente all’altezza; merito della tanta gavetta, aveva iniziato ancora diciassettenne come stagista nella redazione di un rotocalco; merito dell’intelligenza, della serietà, del suo avere sempre e comunque la testa sulle spalle, anche quando tutto sembrava andare a gonfie vele e lei avrebbe potuto riposarsi sugli allori.
Merito anche della sua bellezza, perchè no? In fondo non c’era niente di cui vergognarsi… non era certo una di quelle donne che fanno carriera in televisione grazie alle scollature vertiginose, alle curve mozzafiato esibite senza pudore, o alle labbra carnose che sembravano promettere sesso orale a volontà. No, lei era di una bellezza diversa, molto pura: i capelli dorati corti ad incorniciare un visetto da gatta, una bocca che nemmeno il più porco tra i pervertiti si sarebbe sognato di profanare, un fisico leggiadro che esibiva con moderazione e sobrietà.
Eh si, sembrava proprio che fosse nata una nuova stella nella redazione del telegiornale. Tutti si complimentavano con lei, dal direttore ai colleghi fino all’ultima delle stagiste.
L’unica a non essere contenta era Ilaria, che da un angolo buio dello studio osservava ad occhi socchiusi la nuova cocchina.

Stava per salire in macchina quando dal fondo del parcheggio sentì una voce familiare chiamarla.
“Lavinia! Ehi, Lavinia!”
Si girò e vide nientemeno che Ilaria D’*****, che le correva incontro. Fu allora che si accorse di essere andata davvero bene oggi, perchè Ilaria non era il tipo di donna da fare facilmente i complimenti ad una collega. Anzi… Lavinia lavorava nella redazione già da quattro anni ormai, prima come semplice stagista, poi come giornalista e inviata “senza microfono”, ma durante tutto questo tempo, quando le capitava di incrociare Ilaria per i corridoi, lei non le rivolgeva mai la parola.
Parlandone con le colleghe, si era fatta l’idea che la signorina D’***** fosse una stronza.
“B-buonasera” disse Lavinia, imbarazzata. Si trattava pur sempre di una collega ben più famosa, e anche di una superiore visto che lei già presentava un programma tutto suo, seppure di sport.
“Ehi, dammi pure del tu! Ti ho vista prima durante il tg… sei stata davvero brava! Hai retto benissimo all’emozione della prima.”
“A dire il vero ero molto tesa, ma ho cercato di non pensarci. In fondo era il mio sogno da sempre…”
“Non essere così modesta. Tu sei già la migliore nella redazione, fidati. Magari avessi una come te nella mia squadra…”
Lavinia la guardò negli occhi e vide una luce strana, maliziosa… e allora si ricordò di quei pettegolezzi che giravano su internet e sulle riviste scandalistiche di basso rango. Forse che Ilaria d’***** era davvero una lesbica?
Il solo pensiero la fece rabbrividire, dopotutto si considerava una ragazza religiosa e con una certa morale, e l’idea di attrarre fisicamente un’altra donna non era il massimo.
Certo che, se proprio fosse stata costretta ad avere un’esperienza saffica, Ilaria d’***** era una buona scelta… bel viso, bel fisico, belle curve. Una pupa che scotta.
Lavinia arrossì al pensiero e Ilaria se ne accorse con un sorriso: “Ci stai pensando, eh?”
“A..a cosa??!” chiese Lavinia imbarazzata.
“Ad entrare nella mia squadra, è di questo che stavamo parlando.” disse Ilaria, scoppiando poi a ridere: “Mi sembri con la testa sulle nuvole, forse troppe belle notizie in una giornata sola, vero?”
“In effetti…”
“Facciamo così, allora” disse Ilaria, portandosi una mano alla scollatura. Lavinia ebbe un tuffo al cuore, pensando che si sarebbe slacciata il vestito rimanendo in topless e che avrebbe tentato di sedurla. Invece tirò fuori un biglietto da visita e glielo consegnò. Le loro dita si sfiorarono e di nuovo Lavinia ebbe un brivido e un tuffo al cuore, ma stavolta non era sicura che fosse di dispiacere.
“Questo è il mio numero di cellulare. Pensaci su con calma e fammi un colpo di telefono, va bene?”
“Va…va bene” mormorò Lavinia, guardando ora Ilaria e ora il biglietto da visita. Ilaria si congedò soffiandole un bacio e Lavinia la guardò andare via, senza riuscire a staccare gli occhi dal suo sculettio ipnotico.

Più tardi quella notte si risvegliò terrorizzata da un sonno agitato. Aveva sognato di baciare Ilaria nel parcheggio della redazione, un lungo bacio passionale, con reciproche palpatine e strusciamenti. Ricordava le mani di Ilaria sul suo sedere e le sue sul seno di Ilaria, ed era un ricordo vivido, come se fosse successo davvero. Ricordava il profumo dei suoi capelli e il sapore della sua pelle sotto la lingua. Ricordava le sue mani così forti che la spingevano in giù, costringendola ad inginocchiarsi, e ricordava il tessuto del suo vestitino contro la guancia mentre si strusciava contro il suo bacino.
Poi in un momento, il vestito che cade giù alle caviglie, la punta della sua lingua a sfiorare le mutandine di pizzo di Ilaria, le sue dita sull’elastico, giù, giù, sempre più giù… e un enorme cazzo turgido che spunta dalle game di Ilaria e le sbatte contro il mento.
“Ti piace?” le dice Ilaria nel sogno. “Me lo sono fatta impiantare chirurgicamente, per soddisfare le ragazze della mia squadra! E le soddisfo sempre, credimi!”
Ed a quel punto si era risvegliata. Tutta sudata e ansimante, Lavinia guardò verso il comodino, la sveglia che segnava le tre di notte, allora sbuffò e si tirò su il lenzuolo fino alla testa, maledicendo la sua stupida immaginazione bigotta.
D’un tratto però le venne un idea: magari per esorcizzare questa sua fissazione per Ilaria sarebbe bastato farle un colpo di telefono. Tanto una come lei non sarebe certo stata a letto alle tre di notte di un venerdì sera, probabilmente era in giro per locali.
Lavinia allungò la mano al comodino per afferrare il biglietto da visita di Ilaria e rigirarselo tra le mani. Chiamarla o non chiamarla? E se l’avesse chiamata cosa le avrebbe detto? Che aveva sognato di fare dei preliminari con lei? Le avrebbe chiesto se sotto le mutandine nascondeva qualche sorpresa?
Annusò il biglietto da visita: era impregnato del profumo della pelle di Ilaria, un buon profumo, veramente…
Si accorse con terrore che la sua mano sinistra era andata di sua volontà a stimolarla tra le mutandine… e non si fermava, continuava a frugare e carezzare. Dovette scacciarsela via con la destra e finalmente il folle impulso masturbatorio si placò… ma a quel punto si sentiva così sola e così vergine che si mise a piangere finchè non si riaddormentò.

Lasciò passare il fine settimana, dove non aveva turni in redazione, e il lunedì decise di andare a parlare direttamente con Ilaria. Non ne poteva più. Il sabato e la domenica erano stati un incubo… sabato aveva finito con l’addormentarsi solo all’alba e si era risvegliata con la mano sinistra nelle mutandine tutte bagnate. La domenica poi aveva appuntamento con delle amiche per un giro in centro, ma aveva dovuto dar loro buca perchè in tv c’era la trasmissione di Ilaria, e lei indossava un vestitino rosso che la rendeva così sexy… per quanto volesse, non riusciva ad alzarsi dalla poltrona, e aveva finito con il masturbarsi ancora e ancora, per tutte e tre le ore del suo programma. Si era trattato praticamente di un lunghissimo orgasmo ininterrotto, con spruzzi di acqua che colpivano lo schermo ogniqualvolta c’era un primo piano del viso di Ilaria.
Era giunta alla conclusione che tutto questo derivava dalla sua educazione troppo cattolica: era cresciuta con tutte queste assurde convinzioni sul peccato celato nel desiderio, non considerando che era perfettamente normale che una ragazza potesse sentirsi leggermente attratta da una donna bella e di successo come Ilaria. Non che questo la rendesse lesbica, semplicemente doveva andare da lei e chiarire un paio di cose. Se era sicura della sua eterosessualità, che problemi c’erano?
“Scusate avete visto Ilaria?” chiese a degli inservienti, i quali la mandarono nei posti più disparati, fino a che trovò Caterina, una sua collega con cui aveva una buona amicizia.
“Si che l’ho vista, è proprio in fondo al corridoio, subito a destra”
Lavinia la ringraziò e si mise a correre, anche perchè nel frattempo era quasi giunta l’ora della diretta. Svoltò l’angolo ed ecco….
Ilaria con Stefania, un’altra sua collega. Si stavano baciando, e non un casto bacio tra amiche, nè un bacio alla francese tra amanti… era un bacio perverso, una battaglia tra lingue che si intorcigliavano e si annodavano, labbra che si inghiottivano a vicenda, mani che toccavano avidamente l’una le grazie dell’altra. Il volto di Stefania era completamente imbrattato della saliva e del rossetto di Ilaria, e altra saliva colava dal mento di entrambe.
Lavinia fece per girarsi e andare via facendo finta di niente quando Ilaria si girò e la salutò con un sorriso.
“Lavinia! Cercavi me?”
“No, io…” mormorò Lavinia, cercando di guardare ovunque tranne che loro due, con il volto già in fiamme.
“Posso presentarti Stefania? E’ entrata nella mia squadra da poco” disse Ilaria, afferrando Stefania per i capelli e tirandola a se. Ridendo istericamente, Stefania disse che già si conoscevano.
“A proposito, spero che tu ci abbia pensato e che abbia deciso di entrare nella mia squadra! Una come te mi farebbe proprio comodo…” disse Ilaria, allungando la mano per sfiorarle le labbra.
Lavinia pensò a Stefania, che lavorava con lei nella redazione del telegiornale… non ricordava di averla mai vista nella redazione sportiva di Ilaria, quindi significava che entrare nella “squadra” di Ilaria significava semplicemente… beh, fare quello che aveva appena visto.
“Stai cercando di sedurmi?” le chiese, piuttosto stupidamente.
Ilaria scoppiò a ridere subito imitata da Stefania, che sembrava sotto l’effetto di qualche droga.
“Dovresti proprio entrare, Lavi!” le disse Stefania. “E’ divertentissimo, questa troietta sa proprio come far godere noialtre troiette!”
Ilaria la colpì forte con uno schiaffo e la guardò rabbiosa: “Nessuna mi chiama troietta, puttana!”
Stefania smise di ridere e la guardò impaurita: “S.scusami… non so cosa mi è preso, io…”
Ilaria la afferrò per la nuca e le diede uno spintone, facendola finire a terra contro un muro. Lavinia si precipitò da lei per vedere come stava, e la trovò tremante e piagnucolante ma ancora intera.
“Detto tra noi, Lavi… posso chiamarti Lavi, vero?” chiese Ilaria, in tono tranquillo. Ma Lavinia temeva un nuovo scatto d’ira e così si mostrò accondiscendente e lasciò che la collega la portasse via tenendole una mano sul culetto.
“Detto tra noi, a te permetterei di chiamarmi troietta. Non so perchè, ma tu sei speciale. Penso di non aver mai visto nessun’altra donna arraparmi come fai tu!”
Lavinia ripensò al sogno, ad Ilaria con il cazzo, e per un istante si chiese cosa avrebbe sentito se avesse allungato la mano a toccarla in mezzo alle gambe. Fortunatamente stavolta la mano non si mosse da sola come aveva fatto negli ultimi giorni.
“Comunque” proseguì Ilaria. “Dovrai decidere tu. Pensaci su ancora qualche giorno e dammi una risposta definitiva. E non preoccuparti: se sarà no, non ti picchierò. Però tu te ne pentirai per il resto della tua vita.”
A questo punto le tirò una pacca sul sedere e se ne andò sculettando verso una stagista, che le consegnò un foglio con la scaletta del suo programma.

Era stata raggiunta anche lei di fretta e furia da una stagista.
“Signorina S*******i, la stavo cercando ovunque! Mancano cinque minuti alla diretta, dovrebbe passare in sala trucco, forza!”
La ragazza la prese per mano e se la trascinò fino al camerino delle donne. Qui venne fatta sedere e un’altra stagista iniziò a tamponarle il viso di cipria e make up, per eliminare le pochissime imperfezioni della sua pelle e renderla ancora più bella. Si trattava di un lavoro di pochi secondi, dopotutto, per una come lei.
“Chiuda gli occhi un attimo solo…” disse la ragazza e lei obbedì, sperando di non rivedere la scena del parcheggio che si era sognata. Invece no, era stranamente rilassata. E la sua mano non provava la tentazione di andare da sola a stimolarsi la fichetta. Forse era troppo impegnata a preoccuparsi per la povera Stefania.
Rimase ad occhi chiusi finchè non le venne detto di riaprirli dalla truccatrice. Quello che non vide erano i due stagisti, dei ragazzotti burini di un liceo lì vicino, masturbarsi fino alla follia davanti a lei fino a venire diversi schizzi copiosi sul suo viso. Lavinia si chiese soltanto che tipo di crema stesse usando la truccatrice, così calda e densa, ma in fondo lei non era abituata ad usare creme di bellezza.
“Dai, è ora, deve entrare in studio!” disse la truccatrice.
“Ma come, non mi spalmi la crema?”
“Asciuga da sola. Coraggio, deve entrare.”
Venne letteralmente spinta in studio dalla ragazza, ma prima di uscire dal camerino notò i due stagisti sorridere visibilmente soddisfatti al suo indirizzo e si chiese come mai andassero in giro con la zip dei pantaloni abbassata.
In un istante fu sulla sedia dove rivolse un sorriso al suo co-conduttore, il quale ricambiò con uno sguardo confuso, cercando di dire qualcosa… e allora partì la diretta.
“Be-benvenuti a ***TG24, edizione di mezzogiorno, in studio con me c’è…” si bloccò lì, indeciso o no se anticipare che la collega era ricoperta di sperma dalla fronte al mento.
“Lavinia S*******i” intervenne Lavinia, prontamente inquadrata dalla telecamera. Con nonchalance, la ragazza cominciò a leggere le notizie, del tutto ignara che milioni di persone in tutto il paese si stavano chiedendo se fosse uno scherzo di cattivo gusto o se davvero qualcuno aveva avuto la fortuna di farsi la dolce piccola nuova stellina dell’informazione nazionale.
Il tempo di lanciare il primo servizio registrato e Lavinia ne approfittò per chiedere al collega se ci fosse qualcosa che non andava, ma quello le disse che era tutto a posto e che oggi era ancor più bella del solito. Lei lo ringraziò con un sorriso.
Nessuno le disse niente e Lavinia continuò a dirigere il telegiornale con il suo nuovo look da reginetta della sborrata, fino a che, finita l’edizione di mezzogiorno, lo sperma non seccò rimanendo solo un’ombra sul suo viso.
Finita la giornata, ricevette di nuovo calorosi complimenti da tutti quanti, e tutti le strinsero la mano e gliela baciarono, mentre erano piuttosto restii a scambiarsi i classici baci sulla guancia. Nemmeno Ilaria si era fatta vedere e lei non aveva mai sentito il desiderio di pensare a lei o di masturbarsi.
Sembrava proprio una giornata andata alla grande, finchè a casa, su internet, non cercò giudizi sulla sua direzione quotidiana. I commenti svariavano dai crudeli “una sciacquetta del tutto inadatta ad un telegiornale serio” fino ai lodevoli “la più competente e porca donna del mondo dell’informazione”.
E allora ripensò ad Ilaria che le diceva che se non entrava nella sua squadra se ne sarebbe pentita…

“Pronto?” la voce assonnata di Ilaria.
“Signorina d’*****? Sono Lavinia…”
“Ma sei scema? Sono le due di notte! Ti sembra il caso di chiamarmi a quest’ora?”
“Mi perdoni, ma non potevo resistere fino a domattina. Ho deciso di accettare la sua proposta. Entrerò nella squadra.”
“Perchè questa decisione?” chiese Ilaria, con voce già molto più sveglia.
“Vede, è tutta la notte che…”
“Che?”
“Che la mia mano…”
“Avanti, che cazzo fa la tua mano, hai vergogna a dirmelo?”
“Non riesco a controllarla! Continua ad andare nelle mie mutandine e stimolarmi la fica…!”
“Mmh, non ti facevo così porca, Lavi! Beh, ma del resto tu sei quella che è andata in diretta con tre fili di sperma in faccia, perciò non dovrei stupirmi di niente con te!”
Poi aggiunse: “Hai capito cosa vuol dire entrare nella mia squadra, vero? Non si tratta solo di baci, quello che hai visto tra me e Stefania era solo una piccola sveltina per impiegare dieci minuti.”
“Spero che entrando nella tua squadra questo impulso di masturbarmi finirà…”
“E che male c’è a masturbarsi? Non ti è forse piaciuto?”
“Si, ma…”
“Hai goduto, vero? Ti capisco, masturbarsi pensando al mio bel corpo, ai miei fianchi larghi, al mio seno abbondante, al mio viso da dea greca. Ma conoscendoti una dolce e viziosa come te pensava alle mie labbra. Le immaginavi strette contro le tue, vero puttanella? Sognavi di squirtarmi dritta dritta in bocca, e scommetto che il solo pensiero ti ha fatta squirtare decine di volte. Hai goduto come una maiala, quindi di che ti lamenti?”
Lavinia non rispose, era troppo intenta a menarsela di nuovo sentendo la voce di Ilaria.
“Hai niente da dirmi, zoccoletta mia?” le disse Ilaria con voce più maliziosa possibile. “Fammi sentire la tua voce, fammi sentire se davvero non sei eccitata.”
“Io… si, sto godendo come una scrofa… signorina d’*****!”
“Ti ho detto che puoi chiamarmi troia se ti va. Dai, dimmelo, detto da te mi farebbe davvero venire.”
“Signorina, davvero non so se…” disse Lavinia, la voce rotta dall’orgasmo ormai imminente, le dita che si rifiutavano di rallentare.
“Fallo, lurida zoccola! Dimmi quello che sono!”
“S-sei… sei la mia troia, Ilaria! Sei la mia porca troiona! Ti fotto il culo, puttanella mia!”
Lavinia fu scossa da un orgasmo mai provato prima da nessun’altra donna al mondo, un gettò d’acqua partì dalla sua fichetta bagnata e salì fino al soffitto, mentre il suo corpo si contorceva negli spasmi del piacere. Per diversi secondi non riuscì a far altro che gemere versi inarticolati al telefono, versi che fecero a sua volta venire Ilaria, lei con uno squirt molto più moderato.
Ma una volta che fosse riuscita a mettere le mani su quella piccola zoccoletta, gliene avrebbe combinate di ogni, fino a farla annegare nel suo stesso liquido lubrificante.

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