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Racconti Erotici Etero

Relazioni sindacali

By 9 Febbraio 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

Una mattina, come delegato sindacale, chiedo assieme altri miei colleghi, un incontro per discutere di alcuni problemi sul lavoro al direttore del personale.

Durante gli incontri vengono al nodo tutti i problemi e alla fine vengono prese delle decisioni da adottare; prima di congedarci, il direttore del personale, mi richiama per dirmi qualche cosa.

– vede Giacomazzi, il problema da voi esposto &egrave reale, a lei posso dirlo in privato, ma tutto dipende dalla d.sa Romi che &egrave una dirigente brava, nuove idee, alcuni acuti veramente innovativi, solo che all’origine ha dei problemi.

– Che generi di problemi. ‘ gli chiedo io

– Detto fra noi, mi raccomando, alla dr. Romi, venendo da fuori, ed essendo sola, gli manca decisamente chi la scopa.

– Cosa? ‘ faccio io con fare sconcertato

– Si, &egrave qui da sola nella nostra città, e le manca il maschio.

– Ma che cosa me lo dice a fare, ci pensi lei a soddisfarla. ‘ faccio con aria scocciata

– Io, ma si rende conto dell’età che ho, no e poi ci farei una brutta figura, Giacomazzi, lei &egrave un bel giovane, la inviti ad una cena e la soddisfi.

– Ma che dice, io non la conosco neanche, e poi non &egrave neanche una bella donna, non &egrave neanche brutta, ma poi chi ci dice che ha voglia del maschio.

– Glielo dico io che ha voglia, guardi glielo dimostro subito ‘ e senza aspettare altro alza la cornetta e compone un numero

– Anna, si buongiorno sono io, si sono io, ho qui un sindacalista dell’azienda che vorrebbe dei chiarimenti per quelle questioni sul lavoro, e vorrebbe discuterle direttamente con te. Dato che sono questioni delicate, non lo vuole fare di fronte agli altri, allora ti invita a cena per domani sera, si alle otto e mezza ‘ e mi guarda in attesa di una mia risposta affermativa.

Io sono in piedi e non mostro nessun segno, rimango allibito per questa cosa che andava al di fuori dei miei programmi.

– si con il capo ha fatto cenno di si, e anzi viene lui a prenderti a casa, e ti porta lui al ristorante, mi raccomando vestiti in modo arrapante, questi sindacalisti si deve convincerli con le buone, oltre che con le cattive. ‘ e riattacca il telefono.

– – ma scusi chi le ha detto che io domani posso, voglio e poi.. ‘ e senza lasciarmi finire

– – insomma basta, Giacomazzi, prenda le sue responsabilità da sindacalista, vuole risolvere i problemi? Li affronti alle sue origini.

Il resto della giornata, ed il giorno seguente, non ho pensato ad altro, ho incrociato la dr. Romi e l’ho voluta scrutare bene, non &egrave il genere di donna che vorresti portare a letto solo vedendola, si avvicina la fine della giornata, pensando che non se sarebbe fato di niente, quando ricevo una telefonata dal direttore del personale che mi dice.

– Giacomazzi, allora stasera alle 20,30 in via dei Mille al numero 45 e mi raccomando, risolva.- e giù riattaccato il telefono senza che potessi dire una parola.

Ormai mi sono incastrato, o dovevo dire di no subito, altrimenti come faccio ora, sono stato un cretino, mi dico per il resto della giornata.

Arrivano le famose 20,30 e sono sotto casa, suono il campanello, pochi secondi mi chiede una voce femminile chi sono.

– buona sera, sono Giacomazzi, ho un’ appuntamento con la dr. Romi.

– Si, sono io, due minuti e scendo.

Dopo quasi dieci minuti, eccola che esce dal portone di casa, una dr. Romi che non mi aspettavo, la solita donna di sempre, solo che vestita in modo elegante, cambia totalmente aspetto, sale in macchina e mi dice

– piacere io sono Anna.

– Mi chiamo Giacomazzi, piacere.

– Giacomazzi? E di nome.

– Aldo- le rispondo

– Bene la chiamerò Aldo, anzi visto che andiamo a cena insieme, almeno in queste occasioni diamoci del tu, va bene Aldo? ‘

– Va bene Anna.

La cena prosegue nei binari corretti e di discussione dei problemi di fabbrica, quando lei mi dice

– basta di parlare di lavoro, siamo a cena anche per altro, cosa propone la sera questa città?

– niente di bello, si può fareun giro panoramico di notte, magari andare alla Rocca dove si gode il panorama della città dall’alto-

– benissimo, non ho mai avuto tempo di andare alla Rocca

Questo &egrave il posto più alto della città dove di sera si nascondono le varie coppiette ad amoreggiare, ci sono varie insenature dove se libere &egrave possibile stare tranquilli, basta appendere la giacca in modo tale da far capire che la piazzola &egrave occupata.

Fortunatamente ne troviamo una, da dove si vede un bel paesaggio, ed inizio a raccontare un po’ di cose sulla città

– brr che freddo bisogna che Aldo tu mi stia vicina per scaldarmi un pochetto ‘ mi dice Anna. Allora mi avvicino a lei e la stringo a me prendendola da dietro, la proteggo dal vento che viene dalle spalle, stringendola sento bene le sue mele che si strusciano a me e al mio pisello, che inizia a farsi più corposo.

Sentendo che questo mio ingrossamento non l’allontana, inizio a farglielo sentire in mezzo alle sue chiappe, dando delle leggere spinte giustificandole come se fosse il vento a farle fare. Lei non reagisce, anzi sento che con il suo sedere segue bene i miei movimenti.

Allora decido di accarezzarle prima le spalle. Poi scendo sulla schiena, per poi passare alla sua pancia e salire verso il suo seno. Mentre salgo verso le sue tettine, noto che lei non mi ferma, allora decido velocemente di stringerle le tette e di avvicinarla a me. Questo mio movimento, la fa abbandonare a se stessa, allora lei si gira e mi offre la bocca, che io accetto e con la lingua iniziamo a muoverci e a cercarci.

Lei a questo punto mi afferra per i pantaloni, mi tira giù la lampe ed infila una mano dentro per cercarmelo, me lo tira fuori dagli slip ed inizia a masturbarlo, con movimenti brevi ma lenti. Io allora entro dentro il suo vestito ed allungo la mano verso la sua figa, sento che ha della mutande larghe, così con la mano entro dentro fino ad accarezzargli la figa direttamente sulla pelle.

Questo nostro mastrurbarci a vicenda ci porta ad un veloce orgasmo, lei per farmi provare piacere, quando vede che io sto per venire, me lo prende in bocca peer accogliere tutta la mia sborra. Continua a leccarlo e succhiarlo tutto fino a che lui mi si ammoscia del tutto. Allora io la prendo e l’appoggio al muretto ed inizio a farmi largo per leccargliela.

– ma che facciamo qui ‘ mi dice Anna ‘ ho a disposizione una casa, ed un letto, che aspettiamo ad andarci.

– Velocemte, senza lasciarle la mano, andiamo a casa sua, ed entriamo in camera dove velocemente, ci denudiamo di tutti i nostri vestiti, ci stringiamo ed iniziamo ad accarezzarci. Le sue mani sono veramente esperte, in quanto riescono con la loro delicatezza a toccarmi nei punti più piacevoli del corpo, fino ad arrivare al mio pisello, dove tutte e due le mani me lo prendono e con movimento alto/basso me lo fanno diventare durissimo.

– – questa volta non voglio farti venire così ‘ mi dice.

Allora io la prendo e me la stringo a me, e con le mani le faccio provare delle sensazioni di dolcezza; contino fino a girarla su se stessa, e sempre stretta a me l’accarezzo nel seno fino alla figa che tutta bagnata, aspetta la sua parte.

Distendo Anna sul letto e con la lingua continuo a farle provare sensazioni dolci, fino a quando mi avvicino alla sua fessura. A questo punto lei comincia a muoversi freneticamente, e con la stessa frenesia, me lo prende in mano e comincia ad accarezzarmelo sempre più forte.

– attenta che voglio venirti dentro ‘

Ma niente, lei non sente, non me lo vuole lasciare, per non venire devo fare salti mortali, e me lo stacco con violenza, lei me lo insegue, lo vuole a tutti i costi. Con fatica la distacco e la giro a me, allora con decisione la penetro a pecorina ed inizio a pompare.

Sentire il mio pisello dentro a se, aumenta la sua frenesia, sembra un cavallo imbizzarrito, non riesco a tenerla ferma, questo suo movimenti, mi piace, ma mi toglie la giusta concentrazione, e mentre sento lei che viene una, due volta di seguito, io decido di cambiare buco d’ingresso e con il pollice, lubrificato della mia saliva, glielo infilo nell’ano. Pensando che questo potesse provoca un po’ di dolore, e quindi calmarla, trovo una reazione opposta, ancora più movimento, ancora più frenesia.

Per calmarla, non mi resta che sodomizzarla con il mio pisello. Lo estraggo dalla figa, e con solo gesto lo imbocco nel suo culetto, dopo un tentativo andato a vuoto, spingo per la seconda volta, e ce la faccio ad entrare senza fatica, si vede che il suo culetto glielo hanno aperto ben bene prima. Infatti entra dentro senza fatica, e senza alcuno dolore. La sodomizzazione, la fa impazzire ancora di più, si agita come se fosse indemoniata, non riesco proprio a concentrarmi, allora dopo che lei viene ancora una volta, decido di uscire e di farmelo spompinare.

Lei si mette in ginocchio, e con me seduto sul suo letto, me lo prende con le due mani, e con movimenti veloci, e poi lenti se lo infila in bocca, due colpi e lo fa riuscire, così via finché sento che sto venendo. Allora le prendo la testa e gliela fermo sul mio pisello e glielo faccio prendere bene in bocca, fino a che le vengo di nuovo dentro la sua bocca, ma questa volta con maggior intensità, in quanto &egrave stato un pompino completo.

La notte l’ho passata da lei a dormire, mi ha svegliato la radiosveglia, me la sono stretta ancora un pochetto a me. Questo ha subito risvegliato i suoi istinti e subito si &egrave girata ed &egrave salita a cavalcioni sopra di me. Con una mano dietro mi ha accarezzato le palle, facendomelo ben rizzare, mentre io con le mie mani le accarezzavo la figa per farle provare quelle sensazioni giuste prima del coito. Lei sempre sopra di me, ha preso il mio pisello e se lo &egrave infilato dentro da sé ed ha iniziato a muoversi, sempre con la stessa frenesia della sera precedente, solo che questa volta mi ha preso le palle e me le accarezzate così bene, che sono partito per un orgasmo lunghissimo. Sentendo che io venivo, anche lei si &egrave lasciata andare ad uno / due orgasmi liberatori.

Ci siamo fatti una doccia, abbiamo fatto colazione, e poi siamo andati al lavoro.

Da quella volta almeno una volta alla settimana, le relazioni sindacali sono proseguite in via privata

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