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Racconti Erotici Etero

Rendez-vous

By 21 Ottobre 2009Dicembre 16th, 2019No Comments

Sala professori, venerdì , tarda mattinata. Sono sola al tavolo, intenta alla correzione delle verifiche. Do di spalle alla porta e non vedo chi sta entrando, quando sento un rumore di passi. Mani che si posano sulle mie spalle e scivolano leggere sul seno’un sobbalzo : è lui che mi sta sfiorando il collo con le labbra .
‘ Allora ti aspetto questo pomeriggio?’
Mi si rimescola il sangue mentre le mani entrano nella scollatura e, con fare sicuro, accarezzano la pelle nuda sotto la stoffa sottile del reggiseno’.come se fossi una cosa sua’ E’ questa disinvoltura che mi manda in bestia’ e che mi fa nel contempo impazzire di desiderio’
‘Anche tu non resisti più dalla voglia!’
Sogghigna , sentendo indurirsi i miei capezzoli’
Lo schiaffeggerei volentieri’mi coglie sempre così, mettendo a nudo i miei pensieri più segreti, i miei più intimi desideri’ che a lui non riesco a nascondere’
‘ Va bene – penso ‘ verrò”

Non si preoccupa di sentire la mia risposta e , con fare distratto , aggiunge, gelandomi:
‘Ah’non saremo soli’ Sai R, il custode? Si è accorto di tutte le nostre manovre del venerdì pomeriggio’e non ho potuto negare! Mi ha chiesto di poter assistere”
‘ Coooosa?- allibisco ‘sei impazzito??’
‘ E’ molto discreto, sai? Lo conosco da tanto’è un brav’uomo, non ti accorgerai neppure che c’è’.ha promesso di rimanere dietro la porta’del resto lo potrebbe fare anche senza il nostro permesso’e, se si impuntasse, potrebbe rifiutarsi di aprire la scuola’dopo tutto siamo noi che abbiamo bisogno di lui’ci fa comodo’in fondo’che ti costa?’
Già’che mi costa? Fare l’amore clandestinamente, di nascosto…e per giunta davanti ad uno spettatore! ‘ Cose da tutti i giorni, no?
Sono tentata di mandarlo al diavolo. Lui e le sue idee balzane’però’l’idea di esibirmi’beh..non ci avevo mai pensato, però’.però si potrebbe provare!

Venerdì pomeriggio, arrivo puntuale all’incontro’entro, trovando tutte le porte aperte, fino all’uscio della presidenza.
Il prof E. mi sta aspettando, seduto su una sedia, voltando le spalle alla scrivania.
Mi fa fermare nel mezzo della presidenza:
‘ Spogliati!’
Me l’aspettavo una cosa del genere. Sono preparata, a cominciare dall’intimo: ho un corsetto di raso nero con nastri rossi, reggicalze e perizoma in tinta’lingerie da sballo’sembro una cocotte parigina’

Sbottono lentamente la camicetta, guardandolo fisso negli occhi. Ha già voglia di me, lo vedo. Procedo lentissima’ Ho sfilato la camicetta e resto in corsetto e gonna’Slaccio la gonna e , mentre la sto lasciando cadere a terra, sento la porta socchiudersi piano dietro di me’il custode! Me lo ero dimenticato!
Lo sguardo del vicepreside oltre le mie spalle mi conferma la presenza di R.
Occhi invisibili mi scrutano’li sento incollati al mio posteriore, che comincio ad ondeggiare quasi automaticamente, mentre avanzo verso il prof.
La consapevolezza di qualcuno che mi spia mi dà una carica nuova ed un’eccitazione mai provata: ora ho un pubblico per cui esibirmi, anche se composto da sole due persone’ed io sono la prima donna!!!
La libreria a vetri della presidenza rimanda la mia immagine, inconsueta e’mozzafiato: tacchi 12, calze nere, reggicalze e bustier’ Ci vorrebbe un po’ di musica per scaldare l’atmosfera’
Decido di scaldarla io’
Mi abbasso una spallina, mentre inizio ad ondeggiare i fianchi, molto lentamente’mi passo le mani nei capelli, alzandomeli, spettinandoli’cercando di fissare un’immaginaria coda di cavallo’che subito mi ricade sul viso’
Socchiudo occhi e labbra gettando la testa all’indietro, mentre avanzo , ancheggiando verso di lui, mi si è scoperto un seno, me lo accarezzo’scopro anche l’altro’li prendo tra le mani, offrendoglieli : una scena da seduzione da film’E infatti lo sto seducendo : gli occhi fissi su di me, le pupille dilatate. la sua eccitazione, quasi tangibile me lo dice…..come anche l’eccitazione che immagino nell’uomo alle mie spalle, fuori dalla porta…

Anche il prof E. si sta accarezzando’lì’
‘ Lascia ‘io lo faccio meglio! ‘gli propongo con voce bassa. Gli tolgo le mani dalla patta, che finisco di aprire.
Lui si alza in piedi e mi costringe ad inginocchiarmi, mi afferra per i capelli, rovesciandomi la testa all’indietro:
‘Però mi devi qualcosa, abbiamo un discorso ancora in sospeso noi due..’ sibila, e mi sbatte il cazzo in bocca.
‘ Stavolta vai fino in fondo, puttana, e ingoi tutto!’

Mi tiene ferma la testa con le mani , mentre mi scopa con vigore la bocca’me lo sento arrivare fino in gola’io tengo la bocca socchiusa, offrendogli la lingua come base di appoggio’ad ogni affondo mi sento soffocare’forse spalanco gli occhi, ma non voglio che smetta’lui mi guarda con aria di sfida.. io mi sto passando una mano sulla mia micia calda , non resisto..ci infilo le dita e’mi bagno tra le gambe!
Ho voglia di sentirlo godere, ho voglia di spremergli tutto lo sperma che ha in corpo, di prosciugarglielo..di bere il suo piacere’per sentirlo mio!
Con le mani gli accarezzo i glutei, lui continua avanti e indietro tra le mie labbra’sempre più veloce.
Un pensiero birichino mi fa venire in mente che’potrei aiutarlo a venire’
Il mio dito cerca, oltre il suo sfintere, il famoso punto G maschile’ Lo trova, evidentemente, perché un getto caldo e pastoso mi inonda il palato: io inghiottisco prontamente, prima che ne arrivi un secondo’per non lasciarne cadere neppure una goccia’altre due spinte più lente e più profonde’e lo sento svuotarsi nella mia bocca con un profondo sospiro’
Mi alzo e gli offro la bocca da baciare :
“Senti…ho ancora il sapore di te…”
Lui mi avvolge in un abbraccio e incolla le sue labbra alle mie….entrando con la sua lingua nella mia bocca…
Lieve fruscio dietro il battente della porta socchiusa : chissà che cosa starà accadendo di là’.:)
I giorni passano veloci tra impegni e vita privata ed il sapore dell’ultimo incontro piano piano si affievolisce.
Per qualche strano motivo da quel giorno non ho ricevuto altre richieste di appuntamento ed inizio a pensare
che il suo scopo era stato raggiunto.
L’attesa aumenta il desiderio di sentire ancora il suo calore, la speranza di un nuovo incontro si affievolisce.
Ritornata nei panni della professoressa rigida e seria che mi piace vestire, sono a lezione, illustrando la politica economica
dei paesi europei a cavallo tra il primo ed il secondo dopoguerra…un argomento noioso al punto da far addormentare chiunque.
Improvvisamente sento il mio cellulare vibrare nella borsa. Non e’ mia abitudine rispondere, bisogna dare il buon esempio
e per questo lo imposto su vibrazione prima di iniziare la lezione.
Continuo i mia esposizione, ma qualcosa dentro di me accende ansia, voglia di
aprire la borsa, leggere quel messaggio. Cerco di nascondere questo disagio negli ultimi 10 minuti di lezione
accelerando le parole, abbozzando appena gli argomenti….aspettando il suono della campana come un podista ai blocchi di partenza…

DRIIIINNNN…bene per oggi e’ tutto ragazzi, la prossima lezione lunedi’.

Afferro al borsa e prima di giungere all’uscio della porta ho gia’ il telefono tra le mani.
Il cuore mi batte forte, senza un motivo reale, ricevo tanti messaggi e certo non mi causano questo stato d’ansia…
qualcosa nell’aria mi fa sentire che questa volta e’ diverso…

Digito il codice di sblocco e…

“buongiorno professoressa, come va con questi ragazzi…ci vuole pazienza vero? ma lei si vede che ne ha da vendere”

E’ il professore di inglese, mi aspettava all’uscita, alzo lo sguardo e imbarazzata col telefono ancora tra le mani rispondo:

“Si vero. Buonagiornata”

Urto, leggo, sbircio … “mi scusi ero distratta” … leggo ancora:

“Domani alle 18.00 si presenti dalle mie assistenti, ci sara’ una lezione serale”.

E adesso? Le assistenti? E per fare cosa?
Intanto non mi rendo conto di essere immobile in mezzo al corridoio con i ragazzi che mi spintonano.
Ho la mente vuota, il corpo pietrificato, una sensazione di fuoco dentro, brividi lungo la schiena…confusione.

Il pomeriggio e la mattina successiva vissuti come un automa nell’attesa delle 18.00….mente vuota, nessuna capacita’ di resistere o decidere, annullamento totale…quel messaggio mi ha paralizzata e donata completamente a lui…

(continua)

Ore 18, mi presento dalle assistenti vestita dei miei desideri e delle
mie preoccupazioni. Scegliere cosa indossare non e’ stato semplice, non
avevo indizi su come si sarebbe svolta la serata ed ho deciso di vestire il
mio stile sobrio ed al tempo stesso femminile e professionale che uso durante
le lezioni….dopotutto si tratta di una lezione…cosi’ era scritto
nel messaggio.

Due donne apparentemente 25enni mi accolgono, non le avevo mai viste prime.
Indossano un abito corto ed aderente che mette in risalto le forme ed un
cappellino con visiera, tacchi alti. Fuori da questo contesto avrei pensato
a delle escort in una festa a tema…

Quando arrivo da loro non rispondono al mio saluto ma mi dicono con tono
autoritario “ci segua professoressa, la stanza per la lezione e’ pronta”.

In preda al panico sento come un muro tra me e loro che quasi mi fa
venire voglia di scappare, le seguo a distanza lungo un corridoio buio che
non ricordo di aver mai notato. Il suono dei tacchi delle loro scarpe
rimbomba nell’ambiente vuoto ed il loro passo deciso sulle gambe sode
e slanciate e’ allo stesso tempo inquetante e sensuale.

La porta e’ appena illuminata da una lanterna e sembra di essere in un altro
posto, non e’ piu’ la scuola, o almeno non mi sembra…vorrei chiedere
dove siamo ma qualcosa in loro mi blocca…

“Siamo arrivate, si accomodi, e’ qui che si terra’ la lezione”.

La porta si apre in una stanza enorme.
Mi manca il fiato.
Sulle pareti ovunque degli enormi monitor, al centro della stanza vuota,
un lettino ginecologico…e d’un tratto ogni mia certezza ed aspettativa
sulla lezione crolla…questa volta la situazione e’ completamente diversa.

(continua)

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