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Racconti Erotici Etero

Riottosa vogliosa

By 26 Febbraio 2020No Comments

Aurora ha da poco passato i 35 anni, è bionda, alta poco meno di un metro e settanta, fisico asciutto ben curato, due belle gambe, è una patita del tacco alto che preferisce sia non meno di dieci centimetri. Le sue tette a vederle d sopra le camicette leggere che indossa, sembra essere di terza misura. Il viso non è spigoloso, ma rotondo con un ovale molto affascinante e guance pienotte. Le labbra sono quelle di una donna di molti anni di meno, potrebbero essere di una di trent’anni sempre ricoperte di rossetto.

Aurora è sempre attenta all’abbigliamento molto elegante anche nelle situazioni meno appariscenti ed anche il trucco, che realizza appena fatta la pulizia mattutina, non è mai pesante.

Marino l’ha conosciuta come amica della sua fidanzata e quando lui durante uno dei loro incontri con amici ha fatto delle aperte allusioni, ha risposto con un sorriso guardandolo intensamente negli occhi con uno sguardo che sapeva di malizia “Ma sai cos’è il sesso?” e lo aveva gelato.

A Marino piaceva perché aveva qualcosa che lo attraeva e non si è scoraggiato avendolo sempre eccitato ed affascinato ed avendo la convinzione che a letto fosse molto brava. Eppure lui aveva una ragazza con cui faceva sesso. Però averne due era un’idea che lo eccitava enormemente.

Nell’ultimo periodo ha saputo dalla sua ragazza che Aurora non stava attraversando un buon momento sentimentale. Marino aveva letto e si era informato su questi periodi in cui le donne sono più propense a vivere dedite quasi esclusivamente al sesso instaurando rapporti impensabili ed anche perversi.

Di nascosto dalla sua donna marino ha provato a mandarle dei primi messaggi molto semplici come si fa tra amici senza alludere assolutamente a niente. Dopo due settimane ne ha mandato uno con una ambiguità molto soft che poteva leggersi tra le righe. Infine dopo poco più un mese dei, nonostante si fossero già incontrati più volte di persona, Marino ha mandato messaggi più espliciti ma mai volgari senza ancora alcuna aperta allusione.

Lui giocava sul fatto che Aurora è una donna molto sveglia ed era certo che capisse.

Il numero dei messaggi non era elevato, due o tre alla settimana, temeva che Aurora li mostrasse alla sua ragazza ma Aurora non l’ha mai fatto, li teneva per sé o forse li cancellava. Ciò che lo portava a scrivere era il fatto che quella donna rispondeva sempre.

Questo gioco è andato avanti per poco più di tre mesi. Erano messaggi tra lo scherzo e smascherata verità, senza però oltrepassare quel limite che avrebbe potuto mettere in imbarazzo entrambe, forse più lui che lei se il contenuto dei messaggi fosse arrivato alla persona sbagliata che in questo caso era la ragazza di Marino.

In quei mesi la procedura era sempre la stessa: lui scriveva per primo e lei rispondeva ma un pomeriggio è cambiato tutto. Lui ha sentito lo squillo di notifica di WhatsApp, ha preso lo smarphone e sul display c’era il nome di Aurora.

Per Marino è stata una sorpresa, non si aspettava un messaggio da lei per avviare uno scambio, non era mai successo che fosse lei ad iniziare una conversazione perciò a lui è sembrato strano ma senza porsi tante domande non ha letto il messaggio ed ha lasciato l’apparecchio lì dove era. Lui era gongolante perché vedeva che qualcosa nella sua amica si stava muovendo e di ciò ne è stato felice.

Dopo qualche minuto di attesa, preso dalla curiosità sempre maggiore di leggere il testo inviato, lo ha aperto ed ha letto “So già che mi pentirò di questo messaggio. Ho appena terminato un lavoro da un notaio. Non sono distante da te. Mi offri un caffè?”

Marino si è chiesto se quel messaggio fosse vero tanto ne era felice e per sincerarsene lo ha riletto iniziando ad eccitarsi ed a fantasticare.

La risposta era ovvia “Come posso negarti un caffè? Dove sei esattamente?”

Non erano passati che dieci secondi ed arrivata la risposta “Lo studio del notaio è in centro; sono appena salita in macchina”

“Dimmi dove raggiungerti, ma presto, altrimenti rischio di cambiare idea, poi vado a casa mia. Ti aspetto lì” ha azzardato Marino

“Tu sei pazzo! A casa tua? Tu ed io? Credo sia meglio evitare!”

Non demorsi, ormai il confine era stato oltrepassato

“A casa mia non potrà vederci nessuno. Più sicuro di così? Questo caffè teniamolo per noi :-)”

“Sei proprio stronzo! Ricordami dov’è casa tua, vengo lì”

Aveva ceduto anche con sé stessa.

“Appena arrivo a casa ti mando la posizione. Intanto tu vai sulla circonvallazione”

“ok”

Marino non ha risposto all’ultimo messaggio, ha spento il pc, preso il telefono e le chiavi precipitandosi a casa. Arrivato al cancello ha inviato la posizione ad Aurora ed era tanto preso dalla frenesia che l’ha chiamata per sincerarsi che lei stesse realmente andando dove era lui.

“Ciao Aurora”

“Ciao” è stata la sua risposta con tono non confidenziale.

“perché questa freddezza? Tardi molto ad arrivare? Appena arrivi ti farò rilassare un po’. Mi sembri nervosa o sbaglio?”

“Dai smettila! Che dici? Sì, sono un po’ agitata ma sai…”

“Sai che cosa?” ha insistito Marino.

“No, non volevo dire questo. Sto guidando e non mi devo distrarre”

“Tu ora dove sei?”

“Credo di essere vicino casa tua. Non salire, aspettami così ti vedo e mi fermo”

“Ok, sono davanti al cancello. Un bacio”

“Arrivo”

Trascorsi solo un paio di minuti Aurora è comparsa con la sua automobile appena svoltando per percorrere la strada dove si trovava l’abitazione di Marino. Lei ha trovato facilmente parcheggio e, presa la borsa, è scesa dall’auto sotto lo sguardo di Marino che la osservava non da vicino. Aurora indossava un abito molto corto, chiaro, con due bretelline, aderente a tal punto da disegnarle il corpo, segnarle il sedere ed i fianchi. Gambe nude ed ai piedi un paio di décolleté con tacco non meno di 10 centimetri. Ai polsi braccialetti vari che tintinnavano quando si muoveva. Anche da lontano si vedeva che era molto attraente.

Lui l’ha salutata con un bacio sulla guancia, mettendole le mani sui fianchi per verificare la sua reazione che non c’è stata segno che lei ci stava ad un contatto fisico.

“Saliamo, dai! Stare qui mi mette in imbarazzo” ha detto lei e lui per rassicurarla l’ha presa per mano confortato dall’averle messo le mani ai fianchi senza che lei rifiutasse il contatto “Non devi esserlo”

Ora però la reazione non si è fatta attendere. Aurora ha stretto la mano incrociando le dita a quelle di Martino ed ha percorso insieme a lui il breve tratto che li ha condotti verso il portone di casa tenendosi mano nella mano con lei che camminava con un incedere sui tacchi sicuro ed affascinante.

Lui era smanioso di vederla, se la mangiava con gli occhi. Aveva voglia di guardarle il culetto fasciato da quell’abito e per non perdersi neanche un secondo della sua vista l’ha fatta passare avanti all’ingresso del portone come un gesto di galanteria. Quel culetto se lo guardava appena possibile ed aveva voglia di palparlo ma, per il momento, si limitava solo ad osservarlo.

Nell’atrio Aurora ha ripreso la parola “Non ricordavo esattamente dove abitassi. Tutte le volte vengo qui di notte e non mi oriento” ha detto mentre aspettavamo l’arrivo dell’ascensore

“però devi ammettere che non vieni mai quando sono solo” l’ha rimproverata bonariamente Martino.

“Forse sarebbe stato meglio non venire nemmeno oggi, ma ormai siamo qui” ha replicato sorridendo.

Entrati nell’ascensore Aurora l’ha guardato ed ha abbassato lo sguardo come ad aspettare qualcosa, sorridendo, ammiccando e dandosi un’aria di ragazza che aspetta almeno un bacio.

Per Martino era arrivato il momento: l’ha presa, avvicinata a sé e l’ha baciata.

Lei non aspettava altro, era lì proprio per farsi baciare ed allora ha aperto le labbra per accogliere la lingua di lui in un bacio brevissimo ma molto intenso.

Quando la cabina dell’ascensore è arrivata la piano, nel sentire il sobbalzo Aurora si è staccata immediatamente con un leggero sospiro che recriminava la brevità di quell’unione di labbra ed ha mormorato “Che sto facendo?” mettendosi le mani sul volto forse per far vedere un pentimento di ciò che stava facendo ma che per Martino non c’era tanto che le ha risposto, anche lui sotto voce, “Stiamo facendo qualcosa che piace ad entrambe ed è un qualcosa che rimane tra me e te. Sarà il nostro piccolo segreto”

“Eh, piccolo!” ha rimarcato Aurora.

“Sì. È piccolo ma grande per noi due. A te non sembra?”

Aurora non ha avuto altro da dire e si è lasciata trasportare dagli aventi guidati da Martino.

Una volta in casa dove non c’era il pericolo di essere vista Aurora si è scatenata, avevamo entrambe fame l’uno dell’altro e non restava che baciarsi in maniera prolungata con scambio di lingue in bocca e mani ovunque.

Lui le ha leccato il collo, vicino alle orecchie, sotto il mento e preso dalla foga, le ha abbassato le bretelle dell’abito.

Aurora le ha tirato la camicia fuori dai jeans sollevandola staccando anche due bottoni per forza e rapidità impiegata, le ha poi accarezzato il petto guardandolo estasiata.

Lui le ha levato l’abito scoprendola priva di reggiseno.

“Mi è giunta voce che a te non piace il reggiseno”

“La voce ti è vera” le ha risposto. Era un invito ad avvinghiarsi ai capezzoli, succhiandoli avidamente.

Lei si contorceva e si arcuava per offrire a quel ragazzo le sue mammelle gemendo ma anche cercando la cintura di lui con le mani la per slacciarla ed appena trovata la fibbia l’ha slacciata, ha sbottonato il jeans ed accarezzato il pacco da sopra i boxer.

Aurora aveva fame arretrata di sesso. Le ha messo una mano dentro ed ha afferrato il cazzo.

Intanto con i piedi aveva allontanato il vestito ed ora era con il solo perizoma alla brasiliana con una fascia ricamata celeste chiaro.

Si è poi inginocchiata, ha fatto cadere i pantaloni ai piedi, ha fatto sollevare i piedi per allontanarlo, ha abbassato il boxer ed è rimasta ad ammirare estasiata la verga dritta e svettante di quel ragazzo. Guardava il cazzo come non ne avesse mai visto uno prima e senza dire una parola, ha aperto le labbra e l’ha fatta sparire in bocca aggrappandosi ai fianchi del giovane iniziando un pompino mulinando con la lingua intorno alla cappella per farlo diventare durissimo.

Ogni tanto lo estraeva, lo prendeva in mano, lo guardava e senza smettere di fissarlo con sguardo indagatore delle vene ingrossate ed il glande pronto ad entrare in lei, ha detto “Quanto sei stronzetto, tu e quei messaggini! Ogni volta che ne arrivava uno, mi eccitavo, mi sono scoperta ad aspettarli e quando li leggevo non potevo stare ferma con le dita. Non hai idea di quante volte sono venuta pensandoti e quanto ho pensato a te che mi scopavi come una troia”

“Ma noo!” ha detto lui nel riprenderle la testa per riprendere il pompino “sistemati meglio così me lo lecchi con e godi di più. Mettiti in modo che possa offrirmi il culo”

Aurora davanti a quella richiesta non si è spaventata anche se nella sua mente l’inculata si era presentata più volte ma non l’aveva mai realizzata. Si è detta comunque che era arrivato il momento di provarla dopo aver sentito altre donne che la praticavano e che qualcuna si era addirittura detta scioccata.

Per facilitare l’ingresso del cazzo di Marino si è messa giù sollevando i glutei prendendo una posizione comoda e Marino ha proseguito “Adesso apri le cosce ed immagina un altro uomo dietro di te”

L’ordine dato ha rinfrancato la giovane donna che ha subito detto “Ah! andiamo subito sul pesante? Ti piacerebbe, se ci fosse un altro maschio?”

“A me moltissimo, ed a te?” l’ha incalzata Marino arrapandosi maggiormente.

“Sarebbe divertente. L’hai mai fatto in tre?” le ha detto provocandolo anche per sapere se lui era disposto a farlo. Aurora non l’aveva mai fatto, l’aveva visto solo nei film porno in rete.

Lei ha proseguito sistemandosi “Non è importante averlo già fatto. Per scopare ed essere scopata ho sempre mostrato il culo ed aperto le cosce!”

“Vuoi che mi entri nella figa o nel culo?” le ha chiesto Marino e proseguendo “Immaginalo nel culo, apriti le natiche”

Aurora ha portato le mani dietro ed ha allargato le chiappe infilandosi un dito nel culo non prima di averlo bagnato con la saliva. Intanto riprese a spompinare il cazzo.

Trascorso qualche minuto, Aurora ha smesso di incularsi con il dito ed anche di spompinare, si è sollevata e stando sui tacchi alti e nuda ha preso la mano di Marino per andare insieme in camera da letto mano nella mano stendendosi sul letto.

Prima di stendersi lui l’ha baciata restando in piedi ai bordi del letto, poi l’ha presa e l’ha spinta sulle lenzuola, le ha allargato le cosce e si è inginocchiato per leccarle l’interno delle cosce andando poi a passare la lingua sulle grandi labbra già ben umide.

Marino non ha tardato a tuffarsi sulle grandi labbra della figa e per facilitare il compito ed avere maggior gradimento di ciò che lui le stava facendo, ha sollevato le cosce aprendole al massimo.

La figa di Aurora era un colare abbondante” di umori

“Ti voglio dentro” gli ha detto e Marino per esaudire il suo desiderio, ma anche quello della giovane donna, ha preso in mano il cazzo per appoggiarlo all’ingresso della figa. Subito dopo lui si è disteso su di lei ed è entrato nella vagina realizzando il desiderio di tanti mesi.

Al ché Aurora ha iniziato a mugolare, ad assecondare i movimenti cercando la sincronia e gemendo sempre più intensamente ma non era tutto; con le mani gli palpava i glutei e lo attirava a sé bloccandolo con le cosce e le gambe avvinghiate sulla schiena.

Aurora si è fatta scopare, ma a tratti è stata lei a scopare lui.

Le loro lingue si sono avvinghiate, la saliva colava a bagnare i loro volti e nonostante si siano girati sul letto lui è rimasto accoppiato a lei e si è fatto cavalcare.

Aurora stando su di lui ha messo le mani sul petto e si muoveva nella classica posizione a spegni candela che le consentiva di impalarsi ma allo stesso tempo lo guardava e gli dava dello stronzo.

Chissà perché ad Aurora la parola stronzo piaceva molto e la usava. Forse era un modo affettuoso che lei usava con i suoi maschi.

“Sei uno stronzetto porco. Mi hai fatto fare questo all’insaputa della mia amica ma sappi che il tuo cazzo me l’ho sognato ogni notte. Stamattina ho deciso che oggi ti avrei scopato e mi sono vestita pensando a te. Ero dal notaio ed immaginavo il tuo cazzo, maledetto stronzetto!”

“Ora stai zitta! Fai la troia per me. Fammi sentire come ti piace il mio cazzo!”

Marino era arrapatissimo, l’ha afferrata e l’ha fatta piegare su di lui, poi continuando a scoparla le ha allargato le natiche ed i glutei, ha appoggiato il glande e, avendo lubrificato con abbondante saliva lo sfintere, le ha allargato il culo penetrandola prima con un dito e poi con un altro.

A quel punto, visto che Aurora al momento della penetrazione non si è lamentata più di tanto e che le fitte sono scomparse subito, le ha chiesto “Ti piacerebbe farti inculare mentre il mio cazzo ti scopa?”

“Siiiiii!! Lo voglio! Ahhhh, continua! Scopami ed inculami! Sìì mi piacerebbe. Lo voglio grosso e lungo. Lo voglio sentire fino in pancia!”

Quelle parole che sembravano uscite dalla bocca di una puttana in calore hanno fatto sì che Marino aumentasse il ritmo ed allora l’ha sentii gemere e poi godere incessantemente incredibilmente.

Lui invece è riuscito a resistere e le ha detto “Prendilo in bocca”

In realtà lui stava per sborrare nel culo ma ha preferito, visto che era la prima volta, sborrare in bocca per farle assaggiare il suo sperma.

Aurora lo ha preso teneramente tra le labbra e lo ha spompinato segandolo leccando la cappella.

Quando Aurora, dai mugolii e dai movimenti di Marino, ha capito che lui stava venendo ha stretto le labbra raccogliendo in bocca ogni goccia della abbondante sborrata e guardandolo non ha esitato ad ingoiarla.

“Noi due ci divertiremo” le detto Marino accarezzandole i capelli e lei sospirando e sorridendo “Purtroppo lo credo anche io. Piuttosto, dimmi quando ci rivediamo?”

Lei era soddisfattissima del rapporto avuto e sperava che con Marino potesse avere una vita sessuale bella e piena di soddisfazioni.

La ragazza di Marino non ha mai sospettato niente ma si sono lasciati perché Marino le ha chiesto di fare sesso con Aurora.

Ora il rapporto tra Marino ed Aurora prosegue felicemente, fanno sesso a tre a tre ed anche a quattro con scambio di coppia.

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