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Racconti Erotici Etero

Sabrina e il Costume Giallo

By 17 Gennaio 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

 

Mentre i miei compagni di classe erano impegnati a giocare a calcio e a atteggiarsi da maschio alfa io sono sempre stato un buon amico delle mie tre compagne di classe: Sabrina, Silvia e Emma. 

Ho sempre fatto squadra con loro, uno per il loro quoziente intellettivo e due perchè la mia riconosciuta incapacità scolastica veniva amorevolmente sopperita dai loro sforzi di mettermi i concetti dentro la testa.

Solo in una cosa io ero loro superiore, informatica. “E bravo il nostro smanettone” era la frase ricorrente e forse unico complimento sul mio apporto ai lavori di gruppo. Un giorno Sabrina mi invita a casa sua, è periodo di consegna delle tesine ed io sto facendo il giro dei compagni per metter giù qualche pagina html fatta alla bene meglio [Scordatevi dreamweaver o altri programmi user friendly n.d.r.] , quindi l’invito di Sabrina non ha nulla di particolare, anzi finalmente sento l’occasione per sdebitarmi del fatto che io sappia scrivere in un italiano decente. Non sono stato spesso a casa sua, ma oltrepassata la porta sento il gelo del condizionatore entrarmi nei polmoni e darmi sollievo dalla calura di maggio, mi apre la mamma di Sabrina che mi ringrazia anticipatamente del aiuto informatico e ci saluta per andare a lavoro. In casa siamo solo io, lei e il gatto. Saliamo in camera sua, dove un potente Pentium 2 è già pronto per me, a differenza del salotto, qui fa caldo, è un sotto tetto basso con una piccola finestra. Inizio a scribacchiare codice per creare delle tabelle, aggiusto i colori di sfondo, Sabrina prende qualcosa da un cassetto e scende a prender qualcosa da bere, nel 15 minuti in cui mi ha lasciato solo ho finito il lavoro, ve l’avevo detto che ero bravo. Quando mi volto Sabrina sta entrando con due bicchieri tracimanti Coca, ma quello che attira la mia attenzione è la parte superiore del costume da bagno che ora indossa, nascondo per vergogna l’interessamento a quel corpo rosa e a quei pantaloncini in spugna che si appicciano al suo sedere, mi volto, fingo di scrivere codice nella speranza che l’erezione improvvisa si plachi. Sabrina si avvicina con il mio bicchiere, lo poggia vicino al mouse, facendo poggiare i suoi seni alla mia spalla, lo so, lo so che stai giocando con me e che mi stai prendendo in giro. Le faccio vedere il mio lavoro e le spiego quali sono gli step successivi, sforzo tutto me stesso per non farmi rimproverare di essere un porco che le fisse le tette, ma sono li davanti e l’occhio cade come la mela di Newton. “Si ,mi piace l’impaginazione” dice sedendosi sulle mie gambe “ posso contraccambiare in qualche maniera?”.  Imbarazzo, ho la pressione a mille, ma con uno charme che non pensavo possibile, ignoro le grosse poppe che ho davanti e le bacio il collo.  E’ un bacio lungo, umido e salato, la sua pelle è liscia, le sue mani accarezzano il mio volto. Non devo più chiederle nulla. Le nostre mani timidamente si incrociano, ci baciamo, ho sempre sognato di baciare Sabrina, e la sua lingua si avvita attorno alla mia, soffoca ogni desiderio con un bacio, e un bacio ancora. Appoggio gli occhiali al comodino, siamo coricati sul suo letto, non ho ancora esplorato quel paradiso che è ancora racchiuso nel costume da bagno giallo, ma le mie mani si sono guadagnate la strada al suo culo passando per i suoi fianchi un pò carnosi. Il suo posteriore è sodo e il pantaloncino di spugna è quasi inesistente, sento le nostre gambe che si incrociano, e il sudore del suo corpo fondersi con il mio, che ora sono disteso in boxer  con lei sopra.  Allungo entrambe le mani verso di lei, le prendo i seni e li massaggio, scosto il costume, e mi godo la visuale. Due bocce tonde, sode, voluminose al quale capolino fanno due capezzoli rossi che inizio a succhiare con diligenza. Il caldo della stanza, il caldo di quel paesino di provincia non è nulla in confronto alla temperatura dei nostri corpi, sudiamo, baciandoci, ansimando, rotolando su noi stessi, Sabrina bacia il mio corpo scendendo sempre di più, alza lo sguardo, mi squadra come un gatto con il topo e afferra il mio cazzo con forza. Lo succhia, sento il mio corpo pensante affossarsi nel materasso, e lei che succhia, e sposta i capelli a caschetto dal suo volto per incrociare il mio sguardo. Le vengo in bocca, ma del mio seme non rimane nulla, lo sento strappato al mia cappelle da un risucchio fuori di testa, succhia cosi forte che il mio cazzo non ha possibilità di rilassarsi o ritrarsi un poco da quelle labbra carnose. Ancora ansimante da quel pompino maestoso, Sabrina abbassa i pantaloni si gira e poggia il suo ventre al mio naso, inizio a baciare il suo corpo dalla fine dello sterno, giù sempre più in basso, seguendo il suo corpo che lentamente sta tornando a leccare il mio membro. Le sue mutandine fanno capolino alla mie labbra, inalo il profumo di viola della sua biancheria e inizio a baciare il suo interno coscia, risalendo fino all’elastico, per poi spostarlo e scoprire la sua fighetta rasata. Lecco, succhio, infilo l’indice al suo interno e il suo corpo si piega come attraversato da una scarica elettrica; la sua testa torna a capofitto sul mio cazzo, e inizia a leccarmi i testicoli, a prenderli in bocca e a succhiarli come se dovesse snocciolare un oliva. Andiamo avanti cosi per dei lunghi minuti, le dita nella sua fica sono diventate due, il suo piacere mi cola in volto e lubrifica il movimento a stantuffo delle mie falangi. Sabrina sta godendo, oramai ignora il mio corpo che sta sotto il suo e si è concentrata sui suoi desideri, la sento gemere, tremare, la sento lottare contro l’orgasmo che sempre più si avvicina, fino al momento in cui i gemiti si fanno più alti e un “basta” implora di fermarmi. Tolgo le dita e mi infilo con il volto tra le sue gambe, è un calore mai sentito prima, un sapore mai nemmeno immaginato, il suo corpo vivo e caldo è un effluvio che si poggia alla mia lingua. Sabrina è spossata, le lascio posto e la faccio coricare al mio posto, dal mio nuovo punto di vista il suo corpo disteso è un luna park del godimento, massaggio il suo corpo e mi faccio avanti con il bacino, ormai il mio cazzo appoggia sulle sue tette e viene massaggiato dolcemente, mentre chino la testa verso l’alto in un momento di estasi. Prendo le sue gambe dalle caviglie e le alzo, nascosti alla sua vista i miei occhi scrutano il piccolo monte che è ancora nascosto da quel pezzo di stoffa chiara. Lentamente sfilo le sue mutande e poggio il mio membro tra le sue gambe, senza penetrarla le faccio sentire la presenza di me tra le sue gambe, la sua figa è liscia, perfetta, umida, spingo le sue caviglie verso di lei e il suo fiore sboccia, lentamente la penetro, la sua bocca si spalanca in un respiro lungo, stupito, quasi dolorante. Con dolcezza inizio a muovermi, sento la cappella che va in fiamme, e le gambe di lei che mi stringono al collo. Pafh, il rumore del mio bacino su di lei. Pafh, ed è un gemito, Pafh, e ancora e ancora… il sudore dei nostri corpi ci ricopre, pafh e Sabrina chiama il mio nome stringendomi così forte da lasciarmi i solchi delle unghie nel braccio. Sento il seme partire da dentro di me, durante quell’abbraccio e inondare la sua figa come del miele caldo. Mentre mi rivesto lei è ancora a letto con una mano sulla vagina, persa nei suoi pensieri, mi fa un pompino ancora una volta, ancora una volta vengo, l’ultima immagine di quel pomeriggio è di un pc acceso, e del volta di Sabrina con un rivolo di sperma a guarnire un sorriso sornione.

 

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