Skip to main content
Racconti di DominazioneRacconti Erotici Etero

Samanta continua 4

By 24 Aprile 2018Dicembre 16th, 2019No Comments

Alberto si abbassa davanti a lei e la osserva. Averla così nuda, esposta e disponibile davanti a lui &egrave qualcosa a cui non avrebbe mai creduto possibile. Nella sua testa già vorticavano mille idee su cosa fare di quella ragazza, di quali piacevoli torture infliggerle e, ancor più eccitante, in quali modi umiliarla. Perché se c’era una cosa che Alberto aveva capito era che più Sam veniva umiliata più lei si eccitava e godeva.
Allungò una mano e le afferrò un seno dal basso verso l’alto. La ragazza rimase immobile.
‘ Sei mia.’
Non era una domanda, ma un’affermazione. Sam ebbe paura di quelle due parole, ma al tempo stesso sentì un brivido attraversarle la schiena. Ma non disse nulla.
‘ Ti darò delle regole. Degli ordini. Che dovrai rispettare rigorosamente.’
‘ Sì padrone, lo farò.’
La mano le strinse il seno, facendole male. Sam si lasciò scappare una smorfia di dolore, ma non si mosse.
‘ E più ti dimostr
‘ E più sarai brava e obbediente più io ti metterò regole e ti umilierò.’
‘ Sì padrone.’
Alberto strinse. Sam sentì le unghie piantarsi nella carne. Faceva male. Ma era così eccitante.
‘ Padrone’ così’ fa male”
‘ Tu pensi che non ti farò male?’
Alberto strinse. Sam si lasciò sfuggire un gemito. Il dolore stava aumentando. Le venne da muoversi, ma come ci provò, Alberto la richiamò all’ordine.
‘ Se ti muovi penserò che vuoi sottrarti ai miei ordini.’
Sam alzò gli occhi su Alberto. Che strada stava imboccando? Deglutì a fatica.
‘ Padrone”
‘ Dimmi schiava.’
‘ Io pensavo che non mi avrebbe fatto male.’
Alberto strinse ancora. Sam urlò.
‘ La prego’ così no”
Alberto la stava fissando con gli occhi pieni di quella luce che aveva quando l’umiliava.
‘ Adesso porterò la mano tra le tue cosce e voglio trovarti bagnata.’
Cosa avrebbe potuto fare Sam se non raddrizzare ancora di più e allargare le cosce? Senza tanti complimenti allungò la mano e, con un dito, scivolò tra le labbra del suo sesso. Nessuno dei due si stupì nel trovarlo bagnato.
‘ Molto bene. Ora vedremo se sei davvero obbediente.’
Sam non sapeva cosa Alberto avesse in mente e forse anche questo contribuiva alla sua eccitazione. Certo, la cosa le faceva anche paura, ma non faceva parte del gioco? Il suo padrone si alzò e si mise davanti a lei.
‘ A me piace quando godi. Sei molto sensuale e provocando quando ti agiti in cerca del piacere, quando spingi il bacino cercando l’orgasmo e la tua figa si apre cercando di farsi riempire.’
Samanta si sentì morire di vergogna ma, al tempo stesso, apprezzò quegli strani complimenti.
‘ Grazie padrone.’
‘ Per tanto la riempiremo in ogni modo che mi verrà in mente. Che siano oggetti o cazzi tu aprirai le gambe.’
Sam ebbe un sussulto.
‘ Ca’ cazzi?’
‘ Sì, cazzi. Non ti piace il cazzo, schiava?’
Vergogna. Vergogna da morire.
‘ Sì’ padrone.’
‘ Sì cosa?’
‘ Sì’ mi piace’ mi piace il cazzo padrone.’
Alberto sorrise contento.
‘ Non avevo dubbi. Quindi non te lo farò mai mancare. E de non potrò esserci io, ne avrai altri.’
Sam si sentì morire. In che guaio si stava cacciando?
‘ Io’ pensavo”
Alberto divenne buio.
‘ Tu pensi? La mia schiava pensa?’
Ci fu un attimo di silenzio. Quelle poche parole erano state più che umilianti per la ragazza.
‘ Non ho sentito la risposta.’
‘ No’ non penso’ scusi padrone.’
‘ Ovviamente avrai altri cazzi quando avrai imparato a essere obbediente, non parlare a sproposito e saprò che non mi farai fare brutte figure.’
Alberto la stava umiliando. Insultando. Ora che aveva ricevuto da lei stessa il via libera a farlo cosa sarebbe successo?
‘ Ora voglio che mi dimostri che ti piace il cazzo.’
E in un attimo tirò fuori il membro.
‘ Forza, succhia.’
Sam obbedì. Spingendosi un attimo in avanti e gravando ancora di più il proprio peso sulle ginocchia già doloranti, la ragazza iniziò a prendersi cura del sesso di Alberto. Dapprima leccò e diede piccoli baci alla base. Anche se era parzialmente eretto, le cure che gli riservò ben presto lo portarono alla completa erezione. Fu in quel momento che appoggiò le labbra alla cappella e lo fece entrare in bocca. Il piacere del suo padrone dipendeva da lei, dalla sua bocca, dalla sua lingua e lei ci mise tutto l’impegno di cui era capace. D’altronde succhiare cazzi le era sempre piaciuto, le era sempre venuto bene e, con ogni probabilità, si bagnava più così che ad essere presa.
Senza usare le mani, il suo padrone le aveva detto di succhiarlo, non di accarezzarlo, si impegnò con tutta se stessa a farlo scorrere tra le labbra. Il dolore alle ginocchia iniziava ad essere davvero insopportabile e sperava che, una volta concluso il servizio, potrà alzarsi.
Il suo desiderio venne esaudito. Alberto le mise una mano sulla testa poco prima dell’orgasmo. Il primo fiotto di sperma le colpì il palato. Gli si depositarono sulla sua lingua. Sam strinse ancora di più le labbra attorno al cazzo per evitare di perdere anche una sola goccia. Restarono fermi un istante, finché Alberto non le accarezzò il viso e fece un passo indietro.
‘ La tua bocca &egrave sempre superlativa.’
Samanta deglutì ancora una volta.
‘ Grazie padrone.’
‘ Altro che pagare il biglietto, ci daranno pure la mancia!’
Alberto pareva entusiasta, ma Samanta pensò di ignorare queste parole e far finta di nulla. Restò in silenzio mentre il suo padrone si ricomponeva.
‘ La prima regola che ti do &egrave che devi obbedirmi sempre. Non ti obbligo a chiamarmi padrone in pubblico, ma non devi mai mettere in discussione la mia parola.’
‘ Certo padrone.’
‘ Adesso immagino che ti piacerebbe venire.’
Poteva negarlo?
‘ Sì padrone”
‘ Lo immaginavo. Ti do il permesso di venire, ma solo se starai a quattro zampe e ti masturberai contro lo spigolo del divano.’
Samanta sgrana gli occhi. Non se lo aspettava di certo.
‘ Ah, a proposito’, continua Alberto, ‘ ti &egrave proibito toccarti. Decido io quando se e come puoi farlo. La tua figa non ti appartiene più.’
Sam abbassa la testa. In un certo senso, dentro di sé, lo sapeva già, ma sentirlo così scandito da Alberto le fece sentire come un oggetto. Ma forse’ non era proprio quello che voleva?
‘ Ma quindi padrone’ devo decidere io se venire o no?’
La domanda le era sorta spontanea. Aveva paura delle punizioni che il suo padrone avrebbe potuto infliggerle.
‘ Assolutamente no. Brava. Forza, a quattro zampe.’
Che alternative aveva?

Leave a Reply