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Sandra e i trattamenti personalizzati

By 8 Aprile 2015Dicembre 16th, 2019No Comments

Sudore, rabbia, eccitazione’ Dolore, piacere, erezione?!. Fabio provava tutte queste sensazioni nello stesso momento. Era come se fosse appena uscito da una sauna. Era metà giugno ma il caldo in quel periodo era davvero insopportabile. Non era quello il motivo però, per cui Fabio era bagnato fradicio, in mezzo a una riunione con il suo capo e il board direzionale di una multinazionale. Il vero motivo era Sandra. La sua moglie. Sandra era una bellissima donna di 35 anni, bionda, alta più di 1.80 e uno sguardo da pantera. Fabio era un uomo estremamente intelligente, laureatosi col massimo dei voti, era riuscito a farsi assumere da una multinazionale dove in una decina d’anni e dopo diverse promozioni assumeva un incarico molto importante nonostante la sua giovane età. Poco dopo aveva conosciuto Sandra a una festa, era davvero una bomba mentre lui fino ad allora, anche se era un bel uomo, aveva dedicato tutto il suo tempo al lavoro e la carriera e pochissimo tempo per le donne. A quella festa Sandra era venuta con il suo compagno, ma in pochi minuti con una serie di sguardi era riuscita a sedurre Fabio. Senza dirgli una parola si era fatta seguire in bagno dove appena lui aveva aperto la porta l’aveva trascinato dentro, spinto contro il muro e come una furia cominciava a baciarlo mentre slacciava i suoi pantaloni. Si era inginocchiata e guardandolo dritto negli occhi aveva cominciato a succhiargli il cazzo come non l’aveva fatto mai nessuna fin adesso. Era inginocchiata con le mani incrociate dietro all’altezza del suo culo, i capelli raccolti perfettamente in una coda di cavallo, mentre stringeva le labbra carnose attorno al cazzo di Fabio intenta a fargli un pom…
– “Torselli, ti senti bene?” chiese il suo capo interrompendo i pensieri di Fabio riguardo quella sera.
No, non si sentiva affatto bene, aveva bisogno di aria, di sua moglie, aveva bisogno di masturbarsi di liberarsi di tutta la rabbia, dolore e anche dalla mostruosa eccitazione che aveva.
-“Si, tutto bene signore, ho solo un po’ di caldo, ma la prego continui!”
-“Se vuoi vai a rinfrescarti un po’.”
-“Sto bene signore, lo farò non appena avremmo finito, grazie.”

Un anno dopo quella sera Fabio inculava sua moglie in piedi, schiacciandola contro la finestra della loro camera sulla nave da crociera, il loro primo giorno del viaggio di nozze’ Prima di conoscere Sandra, la vita sessuale di Fabio era quasi pari a zero, mentre dopo averla conosciuta nei successivi tre anni della loro storia d’amore ne aveva fatti di tutti i colori’ beh quasi tutti.
Ci mancava questa, ma adesso non più’
“Cuckold!! Cuckold!!” rimbombava nella testa di Fabio. Ma come era potuto succedere??? Cio&egrave avevano avuto un rapporto con un’altra coppia una volta ma questo era diverso.
Non riusciva a pensare ad altro, non sentiva neanche di cosa si discuteva nella sala di riunioni, ma infondo chi potrebbe farlo?
Doveva provare rabbia, dolore doveva essere incazzato e lo era, ma l’eccitazione e il piacere superavano di gran lunga la rabbia e la frustrazione. E poi, aveva un’erezione talmente forte che il cazzo li faceva male.
Con la mano destra scriveva frasi senza senso cercando di sembrare come se prendesse appunti mentre aveva infilato la mano sinistra nella tasca dei suoi pantaloni e con le dita toccava la sua cappella cercando di darsi un po’ di sollievo.

Era seduto lì a toccarsi mentre immaginava sua moglie con un altro uomo, ed era pure eccitato. Cercò di riepilogare tutto quello che &egrave successo nei scorsi giorni.
Quattro giorni fa, Fabio e sua moglie erano partiti in vacanza per una settimana, destinazione Sardegna. Era la prima vacanza d’estate (ne facevano almeno due al mare e una in montagna sempre di una settimana), e Sandra non vedeva l’ora di godersi il sole splendente in quei giorni, mentre, Fabio come quasi tutte le vacanze avrebbe comunque lavorato, dato che si era portato il portatile dell’azienda e poi in quei giorni si stava concludendo un grosso affare per la sua azienda, ma il lavoro era già fatto e l’affare quasi concluso, aveva fatto un bel lavoro, e poi sarebbe stato comunque disponibile per eventuali contrattempi, quindi il suo capo lo lasciò andare, come premio per il lavoro svolto.
Fabio aveva scelto un resort di lusso, voleva impressionare sua moglie anche se era difficile visti i gusti particolari della donna. L’hotel era bellissimo, sia dentro che fuori, e una volta arrivati, sulla reception li accolse un ragazzo bello sui 27 – 29 anni, Diego, questo il suo nome, con un sorriso smagliante, fecero check-in e salirono su in camera. La suite era meravigliosa, un grande open space ,con una zona giorno, un grande letto matrimoniale, una enorme vasca idromassaggio, e un terrazzo con vista mare.
Sandra era contenta della scelta di suo marito, e dato che era già tardo pomeriggio si cambiò velocemente e disse a suo marito che sarebbe scesa giù a fare una passeggiata sul lungo mare invitandolo, ma luì rifiutò dicendo che voleva riposare un po’.
Quando si svegliò, Sandra era già tornata ed era distesa nuda nella vasca idromassaggio. Fabio tolse i pantaloncini e la polo ed entrò dentro anche lui.
-“Hey, dormiglione ti sei svegliato?” disse Sandra
-“Stai chiedendo a me o a lui?” disse Fabio indicando il suo pene mentre entrava nella vasca dalla parte opposta di sua moglie
-“parlavo a te, scemo” replicò Sandra e poi aggiunse “A svegliare lui ci penso io” appoggiando un piede sul cazzo e testicoli di Fabio iniziando così un piccolo massaggino.

Non voleva dargliela per vinta, quindi cercò di sposare l’attenzione di sua moglie e soprattutto la sua, su altri discorsi facendo apprezzamenti sul posto, sulla suite, le chiese come era andata la passeggiata. Sandra rispondeva e faceva finta di niente anche se sentiva il cazzo di suo marito diventare sempre più duro. Quando lo sentì duro abbastanza, chiese a suo marito del suo lavoro, e mentre questi cominciò a raccontargli i dettagli dell’affare che stavano per concludere, Sandra prese il cazzo di suo marito tra i due piedi e cominciò a muoverli su &egrave giù imitando una sega.
Sandra era brava in questo, e quanto più Fabio si sforzava a rimanere lucido, a parlare come se nulla fosse tanto più forte era il piacere che i piedini di sua moglie li provocavano. Quanto più Fabio balbettava, sospirava, faceva delle pause tra una frase e l’altra, tanto più impegnative e dettagliate erano le domande di Sandra ,e tanto più velocemente cambiava ritmo: prima piano piano poi veloce e poi di nuovo piano.
Fabio stava impazzendo, sua moglie sapeva il fatto suo, sapeva come prenderlo provocarlo e in pochi istanti farlo venire, ormai non parlava più diceva delle cose insensate qua &egrave la, mentre sentiva che stava per venire.
-“Ceniamo stasera?” chiese a sua moglie
-“Certo, ho una certa fame..” replico maliziosa Sandra e vide suo marito alzarsi di scatto allungando una mano per afferrargli la testa.
Sua moglie aprì subito la bocca mentre Fabio le infilò il cazzo in bocca e le disse
-“Allora, tieni, bevi questo” riempendole la bocca con abbondanti schizzi di sperma calda mentre lei cercava di raccogliere ogni goccia per poi ingoiare tutto come una vera troia qual &egrave.

Mezzora dopo, marito e moglie uscivano dalla loro suite per andare a cena, Sandra era vestita con un vestito nero elegante lungo fino a metà coscia, la parte sopra era attillata esaltando la sua terza di seno, mentre la gonna era un po’ larga. Entrando in ascensore, Sandra si avvicinò a Fabio e con una certa malizia disse
-“Voglio ringraziarti per questa vacanza. Io adoro questo posto, anche se ancora non ho visto quasi niente, mi piace già e tu sai quanto sia difficile soddisfarmi. So che a te del posto non te ne frega un bel niente, ma di me si. Allora, mi impegnerò a rendere questa vacanza indimenticabile anche per te.” Finendo quest’ultima frase, Sandra prese la mano a suo marito guardandolo negli occhi e la guidò sotto il suo vestito, tra le sue gambe. Fabio sentì il bordo delle calze, la pelle nuda, arrivando fino alla figa depilata e bagnata di sua moglie. Sandra non indossava le mutandine, sentì il clitoride già irrigidito, scorrendo più giù sentì le grandi labbra perfettamente depilate di sua moglie, e poi si bloccò’ c’era qualcos’altro li. La guardò confusa mentre Sandra sorrideva maliziosamente guardando suo marito dritto negli occhi.

Cos’era quel oggetto in mezzo alle gambe di sua moglie?
Cosa intendeva fare Sandra per soddisfare suo marito?

E com’era arrivato Fabio a diventare un “cuckold”, ad eccitarsi durante una riunione così importante e non riuscire a pensare ad altro senno alla sua moglie? “Allora siamo d’accordo?” tuonò il capo – “Torselli, tu e Sofia nel mio ufficio per le carte e poi subito al lavoro, non abbiamo tempo da perdere dobbiamo agire subito.”
Il tempo. Neanche Fabio aveva tempo. Doveva agire subito ma non sapeva cosa fare. Aveva due grossi problemi. Da una parte il suo lavoro, doveva finalmente dimostrarsi all’altezza e di concludere forse il più grosso affare nella sua carriera fin adesso. Dall’altra parte, sua moglie, l’amore della sua vita. Doveva occuparsi di lei, doveva farle capire che questa volta aveva esagerato, doveva metterla a suo posto, e portarla a casa.
Una volta procuratosi le carte riguardanti l’affare, Fabio si trovava nel suo ufficio con Sofia, una sua collega dell’ufficio legale dell’azienda. Sofia era una donna poco più che quarantenne, con i capelli color rosso fuoco, portava una seconda, ma aveva un fondo schiena e gambe da urlo. Era una donna bellissima, in carriera, con un carattere molto forte e concentratissima sul lavoro proprio, aveva respinto tutte le avances dei colleghi negli anni dato che non voleva confondere il lavoro con la vita privata. Nelle fantasie di Fabio, prima di incontrare Sandra, Sofia era la donna che lo attraeva di più in ufficio, e alla quale prestava particolare attenzione. Il fatto che era qualche anno più grande di lui non lo disturbava affatto. Comunque, una volta conosciuta Sandra non s’era fatto niente e a Fabio andava bene così.
Quel giorno però Sofia era particolarmente attraente e sexy, o era Fabio che era talmente eccitato che avrebbe scopato pure quel incapace cesso di segretaria della quale non riusciva a liberarsi.

Un plug-in anale, ecco cos’era quel pezzo di plastica che aveva sua moglie in mezzo alle natiche. Era un chiaro segnale verso suo marito su come intendeva passare questa vacanza. Un sorriso malizioso apparve sul viso della moglie, come per provocare suo marito. Con un movimento veloce Fabio l’afferrò per la gola e spingendola all’indietro finché la schiena di sua moglie non toccò la parete dell’ascensore. Fu un gesto istintivo per Fabio, non voleva farle male ma in quel momento sentiva che bisognava ricordare a sua moglie chi conduceva il gioco. Mentre sua moglie diventava rossa in viso cercando di respirare, Fabio introdusse due dita dentro la sua figa cominciando a muoverli lentamente mentre col pollice le sfregava il clitoride.
“Sei una gran puttana amore. E ti amo per questo! Fai la brava stasera perché già ti sei comportata male meritando una punizione infilandoti questo nel culo senza consultarmi prima.” disse Fabio guardando Sandra dritto negli occhi mentre le stringeva il collo e poi la lasciò.
Le volle almeno un minuto per riprendere fiato, ma Sandra anche se amava essere trattata da schiava aveva un carattere da dominatore. Era questo che amava tanto Fabio di lei oltre la sua bellezza incantevole. Era una schiava e una dominatrice allo stesso tempo, e riusciva a cambiare personalità con estrema facilità.
Quando riconquistò il respiro e si calmò, si avvicinò a suo marito e accarezzandogli il cazzo duro sotto la stoffa dei pantaloni, disse:
“Io farò tutto quello che vuoi tu ma non rinuncio a quello che voglio io, qualsiasi sia la punizione. Ho tanta voglia di essere la tua puttana e di essere punita, ma altrettanta di farti soffrire.” e mentre diceva questo la presa della sua mano stingeva sempre di più il cazzo duro di suo marito fino a fargli male.
In quel preciso istante la porta dell’ascensore si aprì, ed essi entrarono nel ristorante dove oltre a loro c’erano un’altra cinquantina di persone. Apparentemente tutto filava liscio ma Sandra non era tranquilla. Guardava la malizia nei occhi di Fabio. Erano seduti su un tavolo vicino alla vetrata che portava fuori nel giardino, e Sandra era con le spalle rivolte alla vetrata. Dietro di lei non c’era nessuno e nessuno poteva vedere ciò che Fabio intendeva far fare a sua moglie. Dopo le ordinazioni e dopo aver assaggiato un ottimo vino, Fabio prese il suo cucchiaio e quello davanti a sua moglie e le mise davanti a lei. Le ordinò di stuzzicarsi il clitoride e pian piano di infilarli nella sua vagina. Voleva che lei si masturbasse fino all’orgasmo e poi, tirar fuori il cucchiaio dalla vagina pieno di umori della moglie di versarlo sopra il pesce quando quest’ultimo sarebbe stato servito.
Sandra non capiva niente fin dal momento quando suo marito la prese per il collo dentro l’ascensore. Era bagnata da allora e un forte desiderio di godere le aveva tolto la lucidità. Inoltre aveva sfidato suo marito e di certo non poteva tirarsi indietro.
Prese i cucchiai e piano le portò sotto il tavolo. Aprì un po’ le gambe e sollevò il vestito. Quindi fece un controllo ma tovaglie del tavolo coprivano tutto e non si vedeva davvero niente, prese coraggio e posò quei cucchiai sulla sua figa calda e sul clitoride pulsante.
Il tocco del freddo metallo le fece venire i brividi ma Sandra era decisa di assecondare i desideri di suo marito quindi spinse i cucchiai dentro di sé con una certa decisione. La sua figa si dilatò e la sua carne umida accolse i cucciai. Quest’ultima sensazione le fece perdere la ragione. Il plug -in anale, i due cucchiai, il desiderio di essere posseduta, il posto e la situazione la mandavano in estasi. Cominciò quindi a muovere quel metallo dentro la sua figa, cercando di apparire più normale possibile tenendo suo marito per la mano libera, ma il metallo nella sua figa e la plastica nel suo culo si sfregavano attraverso il sottile strato della membrana che divide i due buchi carne regalandole un piacere mai provato fino ad ora. Andò così per un paio di minuti, stringendo la mano di suo marito sempre di più, annunciando silenziosamente il proprio orgasmo e un attimo prima di venire, una voce maschile sconosciuta la interruppe facendola quasi saltare dalla sedia.

Pur cercando di concentrarsi sul lavoro Fabio non riusciva a non guardare Sofia e nemmeno liberarsi dall’erezione sotto. Quindi si decise a farsi una sega in bagno. Si scusò con la sua collega e si avviò verso il bagno tenendo qualche foglio di carta sempre davanti. Questa sua mossa apparve strana a Sofia, che capì al volo cosa aveva Fabio, e cosa avrebbe fatto. Una volta in bagno, appoggiò la giacca al lavandino accanto a lui tirò fuori il suo cazzo e cominciò a menarlo immaginando la sua moglie con le gambe aperte sotto quel tavolo quattro giorni fa. Con una mano appoggiato al muro e con l’altra che si muoveva sempre più velocemente su tutta la sua asta, Fabio stava per svuotare tutta la sborra che aveva nelle palle e ne aveva davvero tanta, ma il suono del telefono indicando l’arrivo di un messaggio lo bloccò. Chi poteva essere? sua moglie? No, era Sofia.
“Ho trovato un grosso errore nei tuoi calcoli riguardo alla spesa che l’azienda dovrà sostenere, vieni subito qui!” era il messaggio dalla sua collega.
Fabio mise il suo cazzo, ancora pulsante e dolente per il mancato orgasmo, dentro i suoi pantaloni e si avviò verso il suo ufficio.
Quando arrivò, Sofia che aveva già raccolto tutti i documenti necessari, disse che era già tardi, erano le 19 e non avevano mangiato niente oggi quindi lo invitò da lei, così avrebbero mangiato qualcosa e poi avrebbero continuato a lavorare. Lo rassicurò riguardo ai calcoli, dicendo che lo sbaglio non era poi tanto grave come aveva pensato lei in un primo momento l’aveva commesso lei non considerando alcuni sconti, ma che una volta a casa si avrebbe spiegata meglio.
Fabio, quasi irritato seguì la sua collega e in giro di mezz’ora era nella sua cucina a preparare la pasta asciutta mentre lei era andata a cambiarsi.
Mentre era intento a mettere la pasta già pronta nei piatti, Fabio sentì dei passi dietro di lui, e prima che potesse voltarsi Sofia l’aveva preso da dietro e adesso lo stringeva con le mani da dietro impedendogli di voltarsi.
“So che prima in ufficio ti stavi per fare una sega. &egrave tutto il giorno che mi guardi, mi hai spogliata con lo sguardo almeno dieci volte, e non potevo lasciarti placare il tuo desiderio per me nel cesso dell’ufficio. Non c’&egrave nessun errore nei tuoi calcoli, e non ho fame di cibo. Ho fame di te Fabio”. esclamò Sofia lasciando la presa.
Fabio si girò e vedendo la sua collega con un solo perizoma addosso senza dire niente la sollevò, la fece sedere sul bordo dell’isola della cucina, le afferrò il perizoma scostandolo un po’, si slanciò i pantaloni, liberò il cazzo che era diventato duro in un secondo e con un colpo deciso entrò nella calda di Sofia.
Era la prima volta che Fabio tradiva sua moglie, ma in quel momento non pensava ne al tradimento ne a sua moglie neppure a Sofia. Sofia seduta sul bordo dell’isola abbracciò il suo collega e spalancò le gambe più che poteva per facilitare l’entrata del suo cazzo.
Una volta dentro Fabio cominciò piano facendo uscire quasi completamente il suo cazzo per poi entrare di nuovo dentro per tutta la lunghezza fino alle palle. Dopo pochi istanti però, cominciò a muoversi sempre più velocemente, sbattendo il corpo di Sofia contro il suo con forza. Fabio non scopava, ma fotteva con forza, sfogava tutta la sua rabbia verso il genere femminile, la sua donna lo aveva umiliato e lui si era pure eccitato. Non poteva punire lei, ma si trovò tra le mani una puttana tale quale sua moglie. E doveva essere fottuta a dovere. Doveva essere punita, riempita e trattata da puttana.
I colpi diventarono sempre più forti e più a fondo, Sofia ormai manifestava il suo piacere ad alta voce vicino all’orecchio del collega.
“Fottimi, oh sii, ti prego non ti fermare.. Sii sii, prendimi tutta..” erano le incitazioni di Sofia la quale aveva intuito lo stato d’animo di Fabio e intendeva usufruirne a pieno per soddisfare se stessa.
Fabio non pronunciò una parola per tutto il tempo, si limitò a fotterla con tutte le forze che aveva in modo violento e brutale, e dopo pochi minuti stringendola a se, e spingendo il suo cazzo fino alle palle finalmente venne con un urlo animalesco svuotandosi completamente dentro di lei.
Appena finì, con il cazzo ancora ben piantato dentro di lei, le ordinò di restare in quella posizione di non muoversi, doveva solo con la mano tapparsi la figa quando il suo cazzo sarebbe uscito per non far uscire la sborra che era ancora rimasta dentro. Quindi si sfilò, e Sofia eseguì tutto alla lettera. Lei non era ancora venuta, poiché il rapporto era durato davvero poco, ma quello era solo il preliminare e lei lo sapeva bene.
Fabio si girò, aprì il frigo, ci guardò dentro per un po’ e poi prese le due zucchine che c’erano nel frigo. Le lavò bene, e voltandosi verso Sofia con uno sguardo malizioso chiese dove teneva l’olio extravergine d’oliva.

“Scusate per avervi interrotto, signori, ma volevo informarvi che il direttore laggiù, insiste per offrirvi la cena stasera in segno di benvenuto” disse il cameriere indicando un uomo sulla cinquantina seduto in solitaria dall’altra parte della sala e appena questi lo inquadrarono alzò il bicchiere facendo il gesto di brindisi.
Solo allora avevano capito che qualcuno li aveva osservati e aveva visto tutto. Sandra si ricompose, ma il viso sudato, le guance rosse e il fiato corto tradivano il suo stato d’animo. Suo marito un po’ divertito un po’ eccitato dalla situazione rispose che accettava volentieri il gesto generoso del direttore. Alla fine, anche se non prevista, questa era una punizione per la moglie migliore di quella che poteva immaginare.

Cosa intendeva fare Fabio con le zucchine e l’olio extravergine?
E Sofia, si lascerà dominare da Fabio, anche se era una donna forte non abituata a prendere ordini?
Sandra era arrabbiata, sia per il mancato orgasmo sia per il comportamento di suo marito, il quale, ben sapendo che un simile incidente poteva succedere, l’aveva persuasa a masturbarsi in pubblico. Come intendeva vendicarsi di suo marito?
E il direttore, l’unico spettatore allo spettacolo offerto da Sandra cos’aveva in mente? Perché insisteva a offrirgli la cena?
Sandra una volta tolti i cucchiai guardò suo marito dritto negli occhi con uno sguardo malizioso e di sfida, sorrise, si alzò e si diresse verso il tavolo del direttore.
Seguendola con lo sguardo Fabio, era rimasto seduto, ma osservava sua moglie e la rabbia verso di lei cresceva.
Vide che il direttore strette la mano a sua moglie, probabilmente si erano presentati. Sapeva che sua moglie lo faceva apposta, e decise di stare al gioco. Si alzò, e mentre Sandra e il direttore parlavano, Fabio si avvicinò.

“Oh, le presento Fabio, mio marito” disse Sandra
“&egrave, un piacere conoscerla signor Torselli, Io sono Cesare Tagliaferri” disse il direttore.
“&egrave, un piacere signor Tagliaferri” disse Fabio
“Ti prego chiamami Cesare” rispose il direttore
“Credo che mia moglie l’abbia già ringraziato per la cena, ma volevo farlo io di persona” ringraziò Fabio rimanendo al lei.
“Non c’era bisogno, non &egrave solito da me ma volevo darvi il benvenuto personalmente, spero passerete un buona vacanza e tornerete più spesso qui da noi” replicò il direttore.
“Senz’altro.” disse Fabio prendendo congedo prese la mano di sua moglie e si avviarono verso l’ascensore.
Né Fabio ne sua moglie parlarono nell’ascensore. Quando furono nella loro camera, Fabio andò dritto nel bagno e Sandra andò a cambiarsi. Sapeva di averlo provocato, e sapeva che sarebbe stata punita. Tolse il vestito rimanendo nuda con solo i tacchi e il plug – in su di se. Mentre suo marito era in bagno, prese due foulard, il vibratore e l’olio vellutante per il corpo. Le posò sul comodino vicino il letto e si sdraiò con il petto in giù, aspettando la sua punizione, o premio, poiché adorava essere scopata con violenza.
Quando Fabio uscì dal bagno, vide sua moglie sdraiata e nuda sul letto sorrise, ma non disse nulla.
Prese dalla sua valigia, due cinture di pelle, e una cravatta e le posò vicino agli altri oggetti.
Prese i due foulard, con il primo le bendò gli occhi, con il secondo la bocca.
Prese la cravatta e le legò i polsi dietro. Quindi la fece inginocchiare sul letto e le spinse la schiena, per cui Sandra si trovò con il petto e il viso appoggiati al letto, e il culo in aria.
Con le due cinture le legò le caviglie per il bordo del letto, poi, prese l’olio e ne versò in quantità abbondanti, sulle natiche e attorno al plug- in che era ancora nel culo di Sandra.
Cominciò così a muovere le mani, facendole un massaggio, muovendo le sue mani sulle natiche di sua moglie, risalendo lungo la schiena per poi scendere di nuovo, attorno il plug – in.
Cosparse un po’ d’olio anche sulle gambe, cominciando dai piedi risaliva per tutta la lunghezza delle gambe per fermarsi a u centimetro dalla figa gonfia e ormai fradicia di sua moglie.

Sofia era rimasta con le gambe aperte seduta sul bordo dell’isola della cucina. Aveva seguito con molta curiosità le manovre di Fabio, ma era un po’ intimorita, non era stata con un uomo da parecchio tempo, Fabio prima era come una furia e adesso manovrava con due zucchine in mano. Cosa intendeva fare?
Il suo collega si avvicinò a lei, appoggiò le due zucchine e l’olio extravergine accanto a lei, e si mise in ginocchio. Senza dirle niente, le aprì le gambe a più non posso, e cominciò a leccarle la figa ancora grondante di umori e di sperma.
Erano leccate abbondanti, lenti, partivano dall’ano passando in mezzo alle grandi labbra allargandole fino ad arrivare al clitoride che puntualmente tirava con un succhiotto.
Introdusse due dita dentro la figa di Sofia e cominciò a masturbarla velocemente e mentre le leccava il clitoride, con l’indice dell’altra mano le massaggiava l’ano.
Sofia gemeva sempre più forte, quel trattamento le piaceva, vedere Fabio in ginocchio che la leccava le provocava un piacere ulteriore, voleva godere, e dopo pochi secondi chiuse le gambe sopra la testa del collega e si lasciò andare mentre le dita di lui si muovevano ancora dentro di lei.
Fabio attese pochi istanti, lasciando a Sofia il tempo di riprendersi, le chiese come si sentiva, se stava bene, e dopo la risposta affermativa di lei, prese una zucchina, la più piccola, e la portò appoggiandola sulla sua figa.
Vide il viso teso di Sofia, quindi la rassicurò che sapeva cosa fare e voleva farla godere, quindi quest’ultima si rilassò e spalancò le gambe ancora di più.
Cominciò a farle scivolare la zucchina in mezzo alle grandi labbra per tutta la lunghezza, andando su e giù schiacciando e sfregando anche il clitoride.
Sofia cominciò a gemere di nuovo, era pronta, voleva godere di nuovo e si era lasciata completamente nelle mani del suo giovane collega.
Appoggiò la punta della zucchina sulla vagina di Sofia e premendo un po’ le grandi labbra si dilatarono, e la zucchina cominciò ad aprire le carni della figa di Sofia.
La zucchina era un po’ più grossa del cazzo di Fabio, e la figa di Sofia anche se bagnata fradicia stentava a prenderla, facendole un po’ male.
Faceva piano Fabio, e dopo un po’ la zucchina era per trequarti dentro Sofia spaccandogli la figa oscenamente. Si sentiva riempita totalmente.
Fabio provò a muoverla un po’ ma la figa do Sofia non era ancora abituata a tale grandezza. Quindi la lasciò così, spostandosi a massaggiarle l’ano.
Facendo pressione con un dito Fabio entrò appena nel buco del culo di Sofia trovandolo sorprendentemente rilassato e aperto. Seguì il secondo dito, mentre Sofia aveva cominciato a toccarsi il clitoride.
Quando fu abbastanza largo, Fabio si alzò, cosparse un po’ d’olio sul suo cazzo, si avvicinò sul bordo della cucina dove Sofia era con le gambe in aria, aperta più che mai, e da sotto le appoggiò la punta del cazzo sul buco del culo.
Guardandola negli occhi fece pressione e la cappella si fece strada dentro il buco del culo della sua collega. Era largo si, probabilmente la sua collega adorava il sesso anale, aveva un culo bellissimo e chiunque la scopasse sarebbe matto per non prendersi anche quel ben di dio che possedeva. Tuttavia, la larghezza della zucchina limitava i movimenti di Fabio. Cominciò così a muoversi il più che poteva, quella situazione lo eccitava all’inverosimile, davanti a lui era la donna che voleva scopare da sempre, con le gambe aperte, la figa dilatata da una zucchina, intenta a sfregarsi il clitoride e a gemere mentre lui la inculava.

Era un massaggio lento, sensuale, volto a risvegliare tutti i sensi di Sandra, un massaggio rilassante ed erotico allo stesso tempo, le mani di Fabio si muovevano con molta calma, dappertutto, tranne sulla fica di Sandra ormai visibilmente eccitata.
Dopo una decina di minuti, Fabio cosparse altro un po’ d’olio attorno il plug-in e con molta attenzione pian piano lo tolse, e guardava come l’ano aperto di sua moglie si chiudeva a poco a poco davanti ai suoi occhi.
Mise ancora un po’ d’olio nel buco aperto, e la penetrò con l’indice e il dito medio. Le dita si muovevano piano massaggiando le pareti dell’ano, mentre Sandra, emetteva gemiti strozzati dal foulard che le aveva ficcato in bocca.
Era ferma immobile, godeva come una cagna, ed era contenta, non si aspettava questo trattamento da suo marito, visto come si era comportata poco prima quella sera.
Mentre muoveva le due dita dentro il culo di sua moglie, Fabio introdusse il pollice della stessa mano nella figa di Sandra, mentre con l’altra prese a sfregarle il clitoride.
Sandra ormai era in tilt, non capiva più niente, il mancato orgasmo di prima, il massaggio dopo e questo trattamento adesso l’avevano portata in un’altra dimensione, sentiva dentro di se un energia incredibile che cresceva sempre di più, con ogni movimento che suo marito faceva.
Sentiva montare un orgasmo potentissimo, ormai gemeva senza ritegno, muoveva il bacino ritmicamente spingendo la figa e il culo contro le dita di suo marito.
In quei pochi secondi prima di venire, senza preavviso Fabio si fermò. Sandra era affannata, il respiro irregolare, era sul punto di esplodere, e che esplosione sarebbe stata ma suo marito si era alzato di scatto e lei non capiva il perché.
Provò a chiedergli perché, a protestare a implorarlo di finire il lavoro, o di scoparla, che, tutto questo era troppo, ma ogni sua parola era soffocata dal foulard che aveva in bocca.
Non vedeva niente, non poteva parlare, quindi provò ad alzarsi, ma Fabio che era rimasto in piedi accanto il letto la spinse di nuovo in quella posizione e avvicinandosi a lei le disse:
“Risparmia il fiato amore. Tu stasera non verrai. Questa &egrave la tua punizione. ”

Ricordava i due buchi vuoti di sua moglie quella sera, e voleva riempire quelli di Sofia fino a spaccarla in due.
Aveva cominciato a muoversi velocemente e spingere il suo cazzo sempre di più dentro il culo della collega, e di conseguenza con il pube spingeva anche la zucchina.
Sofia urlava incitando Fabio, ma quest’ultimo pensava solo a sua moglie e non si curava di lei. Quando gli incitamenti diventarono urla continue, Fabio prese la seconda zucchina e la infilò nella bocca di Sofia zittendola.
“Adesso taci cagna, e attenta a non farla cadere.” le disse.
Si sfilò il cazzo dal culo, la prese per le mani e la fece scendere dall’isola, la rimproverò di badare a non far cadere nessuna delle due zucchine dentro di lei, apri il frigo davanti a lei e la fece piegare a novanta con la testa e il petto dentro il frigo. Sofia provò a protestare senza convinzione ma tutto questo le ricordava i vecchi tempi, e poi era troppo eccitata per rovinare tutto. Quindi obbedì.
Voleva umiliarla voleva incularla come fece con sua moglie quella notte.
La testa e le tette di Sofia erano appoggiate su un piano in vetro del frigo, mentre con una mano teneva la zucchina infilata nella sua figa.
Fabio infilò di nuovo il suo cazzo nel culo della sua collega e prendendola per i fianchi cominciò a pomparla con vigore.
La sculacciava, la stringeva, spingeva il suo cazzo fino alle palle, usava Sofia come se fosse un oggetto che adorava e odiava allo stesso tempo.

Prese una bottiglia di birra dal frigo del minibar e accese la televisione. Intendeva far soffrire sua moglie. Questa comprese che legata così non poteva fare altro che attendere.
Dopo mezz’ora sentì suo marito avvicinarsi. Il tocco della bottiglia fredda con il suo sesso bruciante la fece quasi saltare giù dal letto ma Fabio aveva previsto questo movimento e appena un momento prima l’aveva bloccata con una mano sulla schiena. Tutto il suo corpo rabbrividì.
Sistemandosi dietro di lei suo marito cominciò a tormentarla di nuovo. Una leccata con la lingua calda che partiva dal clitoride fino al buco del culo, subito dopo la bottiglia freddissima percorreva lo stesso tragitto.
Di nuovo la bocca, poi la bottiglia. Erano emozioni forti, contrastanti, una tortura vera e propria.
Fabio andò avanti cosi per diversi minuti. Poi ad un certo punto, spinto dal desiderio di godere lui stesso lasciò da parte la bottiglia e in un attimo piantò il cazzo dentro il culo ben allargato di sua moglie’
Cominciò a fotterla senza pietà, senza ritegno, voleva godere, voleva punirla per aver agito come puttana, per averlo provocato.
Solo dopo pochi colpi Sandra venne, quasi soffocando per il mancato respiro e il foulard in bocca. Cominciò a tremare provando a muovere il bacino, ma Fabio la teneva saldamente e non smetteva di incularla. Voleva godere lui stesso ed era quasi alla fine.
La sculacciava e la tirava per i capelli, piccoli movimenti ma veloci e forti, bastarono pochi minuti e Fabio eruttò dentro il culo di sua moglie svuotandosi completamente schiacciandola sotto di sé.
Con molta cura e delicatezza la slegò e si addormentarono abbracciati, sporchi e sudati.

Aveva sua moglie davanti agli occhi Fabio ma inculava la sua collega, i colpi erano diventati così violenti che ad ogni colpo la testa di Sofia sbatteva contro la parete interna del frigo.
Le bruciava tutto il corpo tranne la testa e i capezzoli. Fabio la trattava con una violenza inaspettata, aveva le natiche rosse dalle forti sculacciate, era aperta come non mai si sentiva spaccata in due, e la zucchina in bocca le impediva di parlare.
Sentì il ritmo aumentare ancora di più, il cazzo di Fabio gonfiarsi ancora di più, la presa delle sue mani sui fianchi si fece più forte e finalmente sentì caldi fiotti di sperma riempirle l’intestino.
Pian piano si tirò su, e con l’aiuto di Fabio, sfilò la zucchina lasciandole un senso di vuoto mai provato prima. Adesso si sentiva spaccata davvero, mentre dal suo culo colava lo sperma del suo giovane collega.
Fabio aprì gli occhi e li chiuse immediatamente. Un raggio di sole colpiva il suo viso attraverso la grande vetrata vicino al letto. Si stiracchiò per un po’ e poi li aprì di nuovo facendosi ombra con le mani. Accanto a lui dormiva ancora sua moglie. La rabbia della serata precedente era passata.
La guardava fermo immobile, attento a non svegliarla.. I raggi di sole le accarezzavano la pelle nuda. Era bella sua moglie, bellissima. Fabio, si godeva il momento e la visione, riflettendo sul fatto di quanto era fortunato ad avere un angelo come lei a suo fianco.
Dopo pochi minuti si svegliò anche Sandra, fecero la doccia, la colazione sul terrazzo con la vista sul mare, si prepararono ed andarono sulla spiaggia.
Sandra portava un bikini blu con la parte sotto una specie di tanga. Dopo aversi sistemato e ricoperto tutto il corpo di olio abbronzante, Sandra chiese a suo marito di andare a prendere dei cocktail analcolici per tutti e due, poiché non c’era traccia di un cameriere.
Intanto lei si era levata la parte superiore del reggiseno e prendeva il sole in topless con il suo seno il tutta libertà.
Portava una terza scarsa ma anche se non particolarmente grande il suo seno era molto ben fatto. Aveva pensato di ingrandirlo ma poi ci aveva ripensato.
Finalmente poteva iniziare a godersi il sole, la spiaggia, il mare. Era rilassata e ripensava, al giorno precedente. Alla punizione della sera precedente, al direttore, al fatto che era un uomo affascinante, ma poi si ricordò della situazione imbarazzante nella quale si rese protagonista e arrossì subito come se tutti attorno a lei sapessero cosa era successo. Ma non c’era nessuno accanto a lei. La spiaggia non era deserta ma neanche affollatissima.
Ripensò alla siute, al resort, era davvero un bel posto ed era sorpresa piacevolmente. Anche il personale era a livello. E il receptionist, pensò Sandra. Ah quel Diego. Se non fosse sposata’ cominciavano a venirle certe idee e voglie, ma non era ne il momento ne il posto a pensare a queste cose. Fabio non c’era ancora, ma dove era finito? Si alzò si guardò intorno e percepì come se qualcuno la stesse osservando.
Guardandosi intorno meglio incrociò lo sguardo del direttore. Quel uomo la stava osservando di nuovo. Le sorrise e la salutò con la mano da lontano. Era in pantaloncini corti e una camicia di lino a maniche corte aperta davanti. Probabilmente si era concesso un po’ di sole anche lui. Sandra lo ammirò attentamente, anche se era in su con gli anni aveva un fisico di tutto rispetto.
Era in forma. Sorrise quando si rese conto che lei lo aveva squadrato dalla testa ai piedi, le fece un cenno con il capo, poi si alzò e avviò anche lui verso il bar, mentre lei come ipnotizzata seguiva ogni suo passo. Notò suo marito solo quando il direttore lo raggiunse.
Parlarono per più di cinque minuti, e dopo un po’ si salutarono con una stretta di mano e Fabio si allontanò dal bar con i cocktail e due biglietti in mano.

Si era vestito, lui, mentre Sofia era andata a fare una doccia veloce. Pensava di scappare, di andarsene. Ma cosa era successo? Aveva tradito sua moglie anche se quest’ultima l’aveva fatto per prima. Ma lui amava lei più di ogni altra cosa, come si sarebbe comportato con lei dopo questo? Avrebbe avuto coraggio di guardarla negli occhi ancora? Avrebbero divorziato? Di una cosa era certo però: la loro relazione non sarebbe stata più la stessa. Ma, doveva confessargli cosa aveva fatto? E questa avrebbe creduto che era stato sedotto da Sofia?
Sofia poi. Avrebbe potuto lavorare di nuovo con lei facendo finta di nulla? Se in azienda scoprissero cosa era successo sicuramente il rispetto che nutrivano verso di lui sarebbe venuto a mancare. La sua reputazione era compromessa.
Sofia uscì dal bagno con un asciugamano intorno al corpo e un’altra più piccola nella quale aveva avvolto i capelli. Era davvero una bellissima donna la Sofia.
“Eccoti. Senti.. sei davvero splendida, e grazie per prima, per tutto. Scusami se sono stato rude ma non ero me stesso. Aspettavo che uscissi, adesso devo andare” disse Fabio
“Aspetta, non andartene. Sinceramente non m’aspettavo di essere trattata così, si eri violento ma se non lo desideravo anch’io non ti avrei permesso di fare niente di tutto ciò. Mi sembravi turbato prima, ora va meglio?” chiese Sofia
“Si grazie, e te? Non ti ho lasciato mica dei segni sulla pelle?” replicò lui
” No, tutto apposto. Guarda ti ho già preparato la vasca, vai e rilassati un po’. Io intanto mi vesto e preparo il tavolo. Hai preparato un’ottima pasta, e poi non eravamo venuti mica per mangiare?” rispose Sofia cercando di convincere Fabio a rimanere.
“Allora va bene” disse lui e andò in bagno.

“Era ora” esclamò Sandra. “Dove sei finito tutto questo tempo e cos’hai in mano?” chiese curiosa.
“C’era un po’ di gente davanti a me, e poi ho incontrato il direttore, &egrave davvero una persona gentilissima.” disse Fabio
“Ah si? ” replicò sua moglie
“&egrave una persona simpaticissima ed &egrave molto generoso. Sai dopo la cena di ieri sera oggi ci ha offerto un coupon a testa per un massaggio.”
“Ah però. Mi ci vorrebbe proprio un massaggio oggi. Dopo ieri sera mi fa male quasi tutto” disse Sandra
“Io penso però che tutta questa gentilezza da parte sua, sia dovuta grazie alla tua performance di ieri sera” provò a stuzzicare sua moglie Fabio
“Ma che dici? Non ha visto niente, e comunque anche se lo fosse? Mica siamo i primi, ieri sera diceva che sono 12 anni che dirige il ressort, sicuramente avrà visto cose assai più gravi da quello che abbiamo fatto noi” replicò stizzita Sandra
“Non t’arrabbiare amore mio, sai che ci ha visti. Tu sei bellissima e anche se non mi credi ti ripeto che nessun uomo ti &egrave indifferente. Neanche lui lo &egrave, e si vede. Ma finché si tiene a distanza da te a me non mi turba affatto.” cercò di essere diplomatico Fabio.

Passarono tutta la mattina al mare, poi rientrarono verso mezzogiorno. Dopo aver pranzato nel ristorante della sera precedente, e pianificavano di fare una gita al pomeriggio, il telefono di Fabio squillò.
Questi si allarmò subito. Era il suo capo, guardò un attimo sua moglie negli occhi e rispose. Sapeva che qualcosa non andava.
Rimase in silenzio ad ascoltare il suo capo per una decina di minuti, interrompendo il silenzio di tanto in tanto con un semplice “Ho capito, signore”.
Anche Sandra cercava di capire cosa stava succedendo ma dall’espressione di suo marito capiva che non era una cosa positiva.
Quando la telefonata finì Fabio non volle dirle niente prima di rientrare nella loro suite.
Le spiegò poi che l’affare che stavano per concludere, era quasi saltato poiché la loro concorrente aveva fatto praticamente un’offerta irrinunciabile per il loro cliente, all’ultimo momento e che adesso questi stavano considerando seriamente la possibilità di interrompere ogni trattativa con loro. E dato che lui era responsabile, forte del legame che già aveva con il cliente doveva almeno pareggiare quell’offerta. La rassicurò che non avrebbe cambiato niente, e che avrebbe lavorato da li, che lei poteva godersi la vacanza mentre lui lavorava. La rassicurò, inoltre, che la faccenda si sarebbe risolta in poco tempo.
Sandra si intristì. Perse la voglia di fare escursioni e non le andava neanche ad andare in spiaggia, ed era soltanto il primo vero giorno della sua vacanza. Si ricordò poi dei coupon e decise di andare a farsi un massaggio, era quello che ci voleva per cacciare i pensieri negativi.
Lasciò Fabio nella camera, e poco dopo era già nel lussuoso centro benessere del resort. Venne a chiamarla un giovane sardo abbronzatissimo con capelli ricci ma corti color oro.
Ma cos’era quel resort? Sceglievano il personale in base all’aspetto fisico? In realtà, Federico, il nome del massaggiatore, era un po’ magro per i gusti di Sandra ma era davvero un bel ragazzo.
“Tanto meglio” pensò tra se e se Sandra.
Un’ora dopo usciva dal centro benessere e si sentiva eccitata più che mai. Quel giovanotto si era mostrato all’altezza della sua funzione. No, non era lì grazie al suo bel aspetto. Era abilissimo, con le sue mani grandi e forti, l’aveva massaggiata per tutto il corpo salvo le parti intime. L’aveva massaggiata delicatamente risvegliando tutti i sensi di Sandra, provocandole più volte gemiti di piacere che non riuscì a trattenere.
Il massaggio le aveva risvegliato la voglia, e lei intendeva soddisfarsi col suo marito.
Quando entrò nella stanza però trovò Fabio agitato e concentrato sul lavoro, cercò di distrarlo un po’ ma niente di fatto. Cenarono in camera, e leggendo un libro si addormentò con la speranza che domani si sarebbe tutto risolto, mentre Fabio restò a lavorare sul portatile fino a tarda notte.

Quando uscì dalla vasca Fabio, si sentiva già decisamente meglio. Si vestì, e entrò nel soggiorno/cucina. Sofia era seduta davanti alla tv aspettando lui. Era vestita in una camicia di notte nera trasparente che le arrivava appena sotto il sedere, era senza reggiseno, e il tessuto leggero della camicia delineava perfettamente il suo seno e i capezzoli puntati come due bottoncini. Indossava inoltre delle mutandine di pizzo nere a vita bassa, e la parte dietro le era finita praticamente tra le natiche lasciando nudo tutto il sedere. Il tavolo era preparato e una bottiglia di vino bianco era immersa in un recipiente pieno di giaccio.

“Mi sono messa comoda spero non ti dispiace” disse Sofia quasi scusandosi.
“No no” disse Fabio poco convinto ” in fin dei conti questa e casa tua”, cercò di apparire indifferente. Ma non lo era affatto. Quella visione di Sofia lo aveva eccitato ancora.
Cominciarono a mangiare ma la pasta non era un gran che. Lui che era un bravissimo cuoco, ma quella sera era molto turbato, e adesso si vergognava. Si scusò più e più volte, ma la sua collega lo rassicurava che la cena era buonissima. Il vino invece era buonissimo, la prima bottiglia l’avevano finita in un batter d’occhio, e Sofia ne aveva aperta una seconda. Parlavano adesso, erano meno tesi tutti e due, il momento dell’imbarazzo dopo il sesso era passato.
Finirono con la cena, e dopo aver sparecchiato, si spostarono sul divano davanti alla tv. Chiacchieravano già come due adolescenti, e poco a poco il discorso scivolò sul sesso. Erano tutti e due ormai brilli. Sofia confessò che era da molto tempo che non aveva un uomo in quel modo, non era stata trattata così da molto tempo.
Fabio scusandosi di nuovo per la violenza le confessò che la desiderava da moltissimo tempo, e che anche se da una parte si sentiva in colpa verso sua moglie, dall’altra però era contento che questa sua fantasia si era realizzata. Spiegò che quando si sentiva frustrato, tendeva a scaricare la rabbia e la frustrazione verso la sua partner.
Guardandolo negli occhi Sofia si alzò e si mise a cavalcioni su di lui e prendendogli la testa tra le mani si avvicinò a pochi centimetri dal suo viso e disse:
“Adesso rilassati. Lascia fare a me e non muoverti.” &egrave lo baciò. Fu un bacio lento, passionale, profondo.

Il mattino del secondo giorno però le riservava brutte sorprese. Dovevano partire. Fabio doveva tornare, l’affare era quasi saltato e per recuperare tutto doveva essere a Milano. Doveva incontrare il cliente personalmente.
Sandra era una furia, non voleva andarsene, quel posto le piaceva e le piacevano pure le persone che lavoravano. Litigarono quasi tutta la mattinata, poi, Fabio si calmò e decisero che Sandra sarebbe rimasta per altri tre quattro giorni e poi l’avrebbe raggiunto.
Dopo aver pranzato insieme, Fabio partì e Sandra rimase da sola.
No, non si era tranquillizzata. Era decisa di divertirsi ad ogni costo. Non poteva permettere a suo marito di rovinarle la sua prima vacanza di quest’anno.
Intendeva godersela, e fargliela pagare caro a suo marito per averla lasciata sola.
Anzi non avrebbe nemmeno pensato a lui. Non pensava di fare cose eclatanti ma doveva farlo soffrire un po’, l’avrebbe stuzzicato sicuramente.
Si trovava in un posto bellissimo e intendeva goderselo appieno.
Adesso Sofia era un’altra persona. Era passionale, dolce. Era seduta a cavalcioni su Fabio, baciandolo piano, mentre muoveva il suo corpo, strofinando il suo bacino contro quello del collega. Pian piano tolse prima la cravatta e poi la camicia, toccandolo dappertutto e baciandolo sul collo, sui capezzoli. Si alzò Soffia, e guardandolo negli occhi si tolse la camicetta di notte, rimanendo solo con le mutandine sopra. Fabio anche se inizialmente un po’ titubante si rilassò molto presto, Sofia era bravissima e l’aveva eccitato fin da subito, di nuovo. Inginocchiandosi tra le sue gambe Sofia slacciò i pantaloni di Fabio tirandoli giù insieme alle mutande, liberando il suo cazzo teso. Guardandolo dritto negli occhi, col fare molto sensuale, e con movimenti lenti Sofia si mise a quattro zampe tra le sue gambe iniziando ad annusare i testicoli e il suo cazzo, strofinandoli prima con il naso e poi dopo con tutta la sua faccia. Voleva accarezzare, voleva riempirsi di quel cazzo, non solo sessualmente, voleva sentirlo sulla faccia, in mano, tra i seni, voleva ubriacarsi di lui. Aprì la bocca, e accolse uno dei testicoli succhiandolo piano per poi lasciarlo e dedicarsi all’altro. Le metteva in bocca ci giocava un po’ li succhiava forte fino a provocargli un po’ di dolore e poi le lasciava. Sempre piano, con una leccata da sotto i testicoli, passando in mezzo ai due e proseguendo sul suo cazzo, arrivò alla cappella gonfia del suo collega. La avvolse nella bocca e si abbassò facendo scivolare il cazzo di Fabio dentro la sua bocca fino ad arrivare a soffocare. Andava adesso su e giù con estrema lentezza, su fino a metà cappella e giù fino a soffocare, si fotteva la bocca da sola senza mai utilizzare le mani e soprattutto senza mai distogliere lo sguardo da lui. Alternava leccate alle palle per poi risalire lungo l’asta e scendere di nuovo giù facendo scomparire tutto il cazzo dentro la sua gola. Rivoli di saliva colavano dalla sua bocca e come una vera professionista ci giocava pure. Era indemoniata, si sentiva troia e voleva farlo impazzire.

Piantata lì da sola, Sandra decise che come prima cosa occorreva scaricare lo stress, causato dalla litigata con Fabio. Decise così che avrebbe utilizzato il secondo coupon per il massaggio, quello riservato a suo marito. Federico era di nuovo lì e vedendola sorrise, e sorrise anche lei.
“Vedo che &egrave tornata signora, le &egrave piaciuto il massaggio ieri?” chiese lui
“Certo, lei &egrave bravissimo” rispose Sandra con un sorriso
Dopo essersi sistemata, Federico iniziò a massaggiarla. Dopo pochi minuti, le disse:
“La sento molto stressata. Qualcosa non va?” e lei decise di sfogarsi raccontando tutto al massaggiatore sul fatto che il suo marito l’avesse lasciata sola. Presero così a chiacchierare mentre la massaggiava, Federico era un ragazzo intelligente e Sandra si sentiva a suo aggio a parlare con lui, e il suo trattamento oltre la conversazione la rilassavano moltissimo. Sandra però era molto eccitata, anche se non pensava a quello. Si era eccitata, mentre il direttore la guardava ieri alla spiaggia, poi il massaggio, e tutta quella eccitazione se l’aveva tenuta dentro. Le mani di Federico le accarezzavano la pelle e dopo in paio di movimenti involontari da parte di lui che andavano a sfiorare le parti intime di Sandra, mentre massaggiava le sue gambe, questa si perse completamente. Chiudendo gli occhi ad ogni tocco di Federico, Sandra mugolava sempre di più. Così lui decise di osare inserendo la mano sotto il costume di Sandra. Sanda alzò il bacino un poco muovendolo in sintonia con la sua mano, quasi invitandolo a prenderla. Le spostò il bikini a parte e quando le toccò la figa, si rese conto quanto era bagnata e vogliosa la donna sul suo lettino.e iniziò così a massaggiarle il clitoride mentre con il pollice dell’altra mano aveva iniziato a massaggiarle il buco del culo. Cominciò a godere Sandra senza freni, muoveva sempre più velocemente il bacino e mugolava sempre di più, per cui Federico la dovette rimproverare per paura di essere scoperti. Girandola la posizionò meglio sempre con il culo in su, si inginocchiò vicino al lettino e le mise due dita dentro la figa della sua cliente la quale le accolse con un sospiro liberatorio. Aveva voglia di godere, aveva bisogno di scaricarsi e questa era la situazione perfetta. Cominciò cosi a masturbarla velocemente mentre con la lingua le leccava il buchino e glielo allargava con la punta irrigidita della lingua. Federico era esperto, le sue dita si muovevano perfettamente dentro di lei e i colpi di lingua che le dava la facevano impazzire; “chissà quante sono passate da qui, quante puttane come me ha leccato, proprio qui, proprio in questa posizione” pensò Sandra e a quel pensiero sentì una sensazione di caldo piacere diffondersi nel suo basso ventre. Ficcò un pezzo di cuscino dentro la sua bocca per soffocare i mugoli che non riuscì a trattenere mentre tutto il suo corpo tremava.

Con un forte risucchio, Sofia lasciò il cazzo di Fabio, si alzò scostando le mutandine a parte scoprendo così la figa depilata grondante di umori e salì sul divano. Era in piedi sul divano, Sofia con Fabio seduto in mezzo alle sue gambe, prese la testa di lui e la avvicinò alla sua figa bagnata e pulsante, sussurrandogli:
“&egrave il tuo turno tesoro” iniziando a strofinare la sua figa sulla sua faccia. Non voleva essere leccata, ma come lei prima aveva fatto, voleva lasciare un segno su di lui, voleva ubriacarlo di lei, voleva scopargli la faccia, come non l’aveva fatto nessuna fin adesso. Strofinava la figa, dal mento fino alla sua fronte, inzuppandolo tutto con i suoi umori, mentre lui si limitava a tenerla per i fianchi e a succhiare quanto più forte poteva quando il clitoride arrivava all’altezza della sua bocca. Dopo un po’, Soffia si scostò e si inginocchiò, e prendendo il cazzo di Fabio alla base, lo tese e si impallò piano fino alle palle. Cominciò a muoversi sul cazzo piano alzandosi per toglierlo quasi completamente per poi affondare di nuovo dentro fino alle palle, e mentre eseguiva tutto questo leccava i suoi umori dalla faccia di Fabio. Era un’altra Soffia, era autoritaria, decisa, assatanata. Si muoveva sempre di più mentre lo baciava, ad ogni affondo sentiva la cappella sbattere con il suo utero, e il suo clitoride sbattere contro il pube di lui, e questo la faceva letteralmente impazzire. La prese in braccia e le fece alzare un po’ il bacino tanto per potersi muovere, e cominciò a stantuffarla da sotto. Quanto più forte la scopasse tanto più lo incitava a scoparla. Sofia saltava e rimbalzava sul suo cazzo sempre di più, i suoi umori colavano lungo le palle per finire sul divano, mentre abbracciata a lui sussurrava “dammelo, dammelo’ stasera sei mio, solo mio’ ti prego farciscimi per bene, riempimi a dovere”, bastò poco, e cingendola per i fianchi con un urlo liberatorio Fabio si scaricò dentro di lei. L’aveva cavalcato, provocato e svuotato come solo le vere puttane sanno fare.

Mentre Sandra non si era ancora mossa ed era ancora sdraiata lì riprendendo fiato, sentì qualcosa di duro premere sul suo buchino. Federico era intento ad incularsela. “Cosa?… Ma’. No, aspetta’.non lì!..”
“Taci puttana adesso &egrave il mio turno di godere..” rispose Federico e con un colpo di reni, la penetrò per quasi la metà del suo cazzo. Il culo di Sandra era ben aperto e lubrificato dalle leccate di prima per cui il cazzo di Federico affondò senza problemi.
“Aiia.. Mi fai male, smettila, ah’. Ti prego'” cercò di protestare Sandra con tono poco convincente, ma in realtà cominciava a godere già dopo pochi istanti. Alla fine dei conti lei adorava il sesso anale, ma non voleva concedere il suo culo ad uno sconosciuto.
Federico si fermò. La prese per i capelli e la tirò verso di lui facendole inarcare la schiena.
“Dimmi, dopo che ti ho fatto venire &egrave giusto lasciarmi così, con il cazzo in mano?”
“No, ma io’ non volevo'”
“E se io ti lasciassi andare adesso, vuoi andartene davvero?”
Sandra non rispose’
“Non ti piace nel culo?” chiese di nuovo Federico
Sandra restò muta di nuovo. Le tirò i capelli di più scuotendole la testa.
“rispondimi” rignò sull’orecchio
“no, cio&egrave si, ma'” cercò di rispondere ma in quel istante Federico affondò anche l’altra metà del suo cazzo dentro il suo culo e questa si lasciò ad un gemito forte distendendo tutti i muscoli e abbandonandosi a lui completamente.
Cominciò ad incularsela sbattendola forte, con movimenti veloci e completi, e più forte la inculava, più forte Sandra gemeva, e più si arrabbiava. Era stufo di tutte quelle vacche ricche che pur avendo montagne di soldi si lamentavano sempre, come se fossero le più sfortunate del mondo. Oltre a fare il suo lavoro, doveva sopportate i loro lamenti. Per questo approfittava quando aveva la possibilità, era l’unico modo di sfogare su quelle stesse puttane la sua rabbia. Si tirò su e scese dal lettino facendo scendere anche lei. Adesso Sandra era in piedi piegata a 90′ con il petto e la faccia sul lettino. Cominciò a scoparla cosi, mentre le menava le natiche facendole diventare rosse. Prese due tre teli bianchi e li sistemò sotto la testa di Sandra, senza mai uscirle dal culo. Quest’ultima ormai godeva come una cagna, menandosi il clitoride e addirittura infilandosi due dita dentro la figa fradicia mentre veniva inculata. Sistemati i teli Federico riprese a scoparla, cominciando a sbatterla a più non posso. Le stava rompendo il culo letteralmente, mentre con tutte e due le mani le premeva la testa contro i teli racimolati sul lettino soffocando lei e le sue grida. Di tanto in tanto la tirava per i capelli facendola respirare per pochi secondi per poi di nuovo affondarle la faccia contro i teli’
Sandra era diventata rossa in viso con le lacrime agli occhi. Era diventata un oggetto e tale si sentiva, e questo la riempiva di gioia. Era venuta per la seconda volta, le gambe le tremavano e sentiva il culo dolente’. Ma era fuori di se voleva solo godere, godere’ non importava chi la scopava, poteva essere chiunque e in quel momento si sarebbe fatta chiunque possedesse un cazzo, tanto era eccitata’
Federico era sorpreso dal comportamento di Sandra. Di solito le sue vittime si opponevano di più e non erano così consenzienti come lei. Questo fatto dimostrava che Sandra davvero era una troia, e questo lo eccitava parecchio . Quando arrivò al culmine spinse il suo cazzo dentro di lei fino alle palle e con un urlo strozzato stingendola per i fianchi scaricò tutto il suo seme dentro di lei. Una sensazione di caldo intenso invase l’intestino di Sandra facendole provare sensazioni di piacere lungo tutto il corpo dai piedi molli fino alla testa, mentre muoveva il culo su e giù inculandosi da sola cercando di svuotare il massaggiatore il più possibile.

Era questo che pensava Sandra quando intendeva di fargliela pagare al suo marito? Era forse tutto deciso nella sua testa?
Era qualcosa di più tra Fabio e Sofia. Per lui lo era. Non era semplice attrazione non era soltanto la rabbia, o la vendetta.
Come sarebbe andata a finire tra loro due? Sandra l’aveva tradito e nel peggiore dei modi e lui per vendetta aveva fatto lo stesso, in quello stesso giorno.
Dopo aver fatto sesso per la terza volta, stremato Fabio accettò la proposta di Sofia e rimase a dormire da lei. In più si sentiva tradito, voleva stare lontano da tutto ciò che riguardasse Sandra o che lo ricordasse della sua esistenza. Di certo se fosse andato a casa, quella casa che rappresentava loro due, il loro rifugio dal mondo esterno, avrebbe sofferto di più. Dopo aver fatto la doccia di nuovo andarono a dormire nel enorme letto matrimoniale di Sofia, nudi. Questa volta non parlarono e nemmeno si sfiorarono. Dopo tutto quello che era successo quel giorno, Fabio si addormentò di colpo.
Addormentandosi cominciò ad avere gli incubi, le allucinazioni. Entrò in uno stato di incoscienza, svegliandosi ed addormentandosi di colpo, senza riuscire a distinguere gli incubi dalla realtà. Gli occhi fissi di sua moglie del giorno prima, pieni di desiderio, i suoi mugoli, le grida, il modo in cui godeva, le sue parole’ era come un film che si ripeteva ancora e ancora’ e ancora.
Quando cominciò pian piano a riprendersi, un senso di agitazione lo assalì. Di colpo si svegliò.. armoniosa e piacevole melodia echeggiava nella stanza. Era Bach con la sua Aria sulla quarta coda in versione estesa. Era disteso nudo al centro del letto con le gambe e le mani spalancate, legate rispettivamente per i polsi e le caviglie con una specie di cinturini neri di cuoio dalle quali partivano delle catene per finire sotto il letto dove probabilmente erano legate. La sua bocca era fasciata con una fascia di nastro adesivo. Provò a divincolarsi ad alzarsi, niente. Era legato bene. Girò la testa a sinistra dove la sera prima aveva dormito Sofia ma lei non c’era. L’orologio digitale sul comodino a destra segnava le 6 e 38. Mentre fissava ancora l’orologio la porta si aprì. Entrò Sofia tenendo un vassoio d’argento sul quale erano appoggiate 4 tazze di diversi colori.
‘Buongiorno, ti sei svegliato vedo!’ disse lei mentre si avvicinava al letto. ‘Tranquillo, adesso ti spiego tutto.’ continuò con tono riassicurante. Vedendola Fabio aveva provato a gridare, a divincolarsi, ma quel ‘Tranquillo’, ed il tono con cui fu pronunciato lo rassicurò e di colpo si tranquillizzò, ma era comunque agitato.
Con il respiro affannoso, Sandra era distesa sul lettino del massaggiatore senza dire niente senza muoversi, senza pensare. Era distrutta, era soddisfatta’ si sentiva’ appagata. Erano passate appena 5 minuti da quando Federico si era svuotato le palle dentro il suo culo e l’unica cosa che aveva fatto era distendersi sul lettino. Un rivolo di sperma le colava dal culo sulle grandi labbra ancora bagnate dai suoi umori. In questo tempo Federico si era vestito e si avvicinò al lettino inginocchiandosi così da portare il suo viso davanti a quello di Sandra e baciandola sulla fronte disse:
‘Scusami, non volevo farti del male. &egrave che’ a volte mi succede’ di perdere la testa ed essere così.. aggressivo.’
Sandra non disse niente’
‘Cosa potrei fare per farmi perdonare? Sai tu mi piaci veramente, non era soltanto un’attrazione fisica del momento. Ti andrebbe di uscire con me stasera?’
Sandra alzò la testa, guardandolo negli occhi, gli sorrise e lo baciò. Fu un bacio tenero, quasi impercettibile. Si alzò, si pulì alla meglio con un asciugamano, sistemò il bikini che indossava e aprì la porta per uscire senza dire niente. Federico la bloccò, sulla porta: ‘Se cambi idea, io sono qui.’ ‘ disse porgendole un bigliettino. ‘TI aspetterò stasera alle 8’ e la lasciò andare.
Sandra tornò alla sua suite. Era troppo stanca e sconvolta per andare a prendere il sole, voleva solo riposarsi. Fece una doccia veloce, e subito dopo riempì la vasca sdraiandosi nell’acqua calda e la schiuma che emanava un profumino di gelsomino. Voleva rilassarsi, ma invece i pensieri cominciavano a tormentarla. Si sentiva sporca, arrabbiata. Aveva tradito per la prima volta. Aveva tradito l’uomo che l’aveva salvata dalla sua stessa vita. Il fatto di essere troia e di essersi comportata da tale davanti al primo che ci provava, non la turbava affatto, la cosa le era ben nota, ma da quando aveva conosciuto Fabio aveva smesso di fare quella vita, e aveva anche imparato a gestire le sue voglie di trasgressioni che in una coppia di solito non si fanno. Era questo che la spaventava, che la terrorizzava. Aveva perso il controllo di se stessa. E era certa che non era finita. Voleva andare via da lì voleva tornare da suo marito. Ma non era passato nemmeno un giorno. Anzi, Fabio era partito 5 o 6 ore prima. E se avrebbe corso da lui, piangendo o facendo finta, lui avrebbe potuto sospettare qualcosa, era troppo presto ancora. Bisognava aspettare e farsi levare certi pensieri dalla testa. Riflettendo era uscita dalla vasca e avvolgendosi in un asciugamano, si buttò sul letto e in meno di due minuti si era addormentata.
‘Non ti succederà niente, sta tranquillo’ iniziò Sofia. ‘Ho fatto tutto questo solo per poterti parlare, perché ho davvero bisogno di parlarti senza sentirti ribattere.’
Parlando Sofia aveva avvicinato una sedia accanto al letto e vi aveva appoggiato il vassoio con le tazze.
‘Ieri sera, dopo che ti sei addormentato hai cominciato ad avere gli incubi e a parlare ad alta voce, anzi non parlavi, ma gridavi, piangevi, eri in uno stato di trance. Ho cercato di svegliarti di aiutarti ma non ci sono riuscita ero esausta anch’io. Sentendoti dire tutte quelle cose su tua moglie, su ciò che ha fatto e ti ha fatto, ho capito tutto. Ho capito perché eri così violento con me ieri sera, perché hai accettato subito a rimanere a dormire qui, ma soprattutto ho capito perché ci sei venuto con me. Non era perché mi volevi, forse si ma non fino a quel punto, il motivo principale per cui l’avevi fatto era la vendetta. Volevi vendicarti di tua moglie, volevi sfogarti, e io inconsciamente quel sfogo te l’ho servito su un piatto d’argento.’
Mentre parlava Sofia si era seduta vicino a lui e aveva cambiato tono. Adesso era la Sofia d’ufficio, autoritaria, sicura di se, schietta.
‘Mi sono sentita imbrogliata e usata Fabio.’ Si fermò per un istante, si alzò e iniziò a camminare lentamente attorno al letto. Quel silenzio si protese per oltre un minuto che a Fabio sembrò un’eternità.
‘Adesso, non voglio vendicarmi, non &egrave il mio stile, e so molto bene che per il bene di tutti e due questo rapporto non può durare soprattutto per le nostre carriere. Come dicevo non voglio vendicarmi voglio solo pareggiare i conti. Dopo ieri sera penso che non potrò scopare per una settimana intera. Mi sento investita da un treno credimi. Ma una cosa la posso fare.’ esclamò, lei soppesando le parole. ‘Sai guardandoti gironzolare per l’ufficio ti ho sempre immaginato così, – legato nudo nel mio letto, a mia completa disposizione. Ecco cosa voglio fare, voglio caricarti per bene caro, e poi spremerti come un limone. Adoro il sperma e iniziare la giornata bevendo il nettare di un uomo.. beh non c’&egrave cosa migliore. So che ti sei molto eccitato vedendo tua moglie in quelle scene.’ Fabio iniziò a gridare e a divincolarsi di nuovo ma tutto quello che si sentiva erano dei semplici mugoli, quindi smise quasi subito.
‘Shht’ sei un porco bastardo, e indovina’ a me i bastardi piacciono’ parlandogli Sofia aveva sistemato due cuscini sotto la sua testa in modo da avere la testa alzata un po’. Prese da un cassetto un accendino e una candela relativamente piccola, la grandezza dell’indice. ‘Presumo, che hai già capito che mi piacciono le pratiche bondage. Ma tranquillo non ti brucerò, la candela serve per creare l’atmosfera giusta.’ Sistemata la candela salì sul letto e si sistemò in mezzo alle sue gambe. Legò i suoi capelli con l’elastico in una coda di cavallo e si abbassò sul suo pube.
‘Tieniti forte caro. Sono sicura che non hai mai provato una cosa del genere. Ma t’assicuro che non te lo dimenticherai mai.’ Dicendogli questo, guardandolo sempre negli occhi si abbassò tra le sue gambe e prese a leccargli le palle. Con il culo in aria e gli occhi fissi sulle sue cominciò a succhiargli le palle. Li risucchiava, ci giocava, per poi lasciarli strofinarsi la faccia contro di loro e iniziare di nuovo, mentre con una mano iniziava a segarlo stringendo il suo cazzo eretto. Gli era diventato duro appena lei aveva iniziato a parlare di sua moglie e delle scene. Era davvero cuckold? Era mai possibile? Lui? Tornò a concentrarsi su di lei. Era splendida. I pochi raggi di sole che filtravano le tapparelle e la luce della candela esaltavano il suo corpo in modo indescrivibile. La sua pelle così liscia, profumata’ Sofia si alzò.
Sandra si svegliò, sentendo il cellulare suonare. Era suo marito. Lasciò il telefono suonare senza rispondere. Erano le 21. Aveva 7 chiamate perse tutte da suo marito. Ma non poteva rispondergli, poteva tradirsi. Decise di scrivergli un messaggio ‘ ‘Sto bene, ho bisogno di stare un po’ da sola ti chiamo io domani’ diceva il messaggio.
Aveva un forte mal di testa, e si sentiva soffocare. Doveva uscire, se restava da sola in quel posto avrebbe solo sofferto di più. Doveva invece dimenticare tutto.
Mise un completino in pizzo bianco sotto e un vestitino leggero color bianco-azzurro che le scopriva le spalle, e il suo décolleté generoso. Un tacco a spillo, un pizzico di trucco ed era pronta. Non sapendo dove andare, si presentò alla reception. C’era il ragazzo che li accolse il giorno del loro arrivo, Diego che litigava a bassa voce cercando di contenersi con una ragazza abbronzata, magrolina, dai capelli corti ricoperta di tatuaggi. Quando Sofia si avvicinò, Diego smise di parlare con la ragazza, rivolgendosi verso Sandra esclamò: ‘Buona Sera, signora Torselli, come posso esservi utile?’
‘No no, mi scuso di avervi interrotto, finisca prima con la signorina.’ Disse lei.
‘Mi dica pure, lei &egrave una cliente, ha la precedenza’. Rispose lui.
‘Certo, io sono niente e nessuno.’ Disse sottovoce la ragazza.
‘Prego’ Ripeté lui
‘Guardi, sono rimasta sola stasera, e vorrei uscire, mi sa indicare qualche locale?’
‘Potrei indicarle un buon ristorante non molto lontano da qui dove si mangia esclusivamente il pesce” iniziò Diego quando la ragazza lo interruppe:
‘Ma guarda questo. Ristorante? Davvero? Senta’ disse lei rivolgendosi a Sandra ‘sono la ragazza di questo imbecille qui. E dato che mi ha mollata stasera per fare il doppio turno, sono da sola anch’io. Che ne dice se usciamo insieme? Sono del posto e conosco tutti i locali. Che ne dice?’
‘Non fare scenate Alice’ disse Diego
‘Accetto volentieri. Mi ci vuole proprio una compagnia femminile’ Disse Sandra;
‘Andata’ disse Alice guardando Diego con l’aria di sfida. ‘Sono Alice piacere.’ proseguì tendendo la mano verso Sandra.
‘Sandra, il piacere e tutto mio.’ Ribatté lei.
Salutarono Diego e si avviarono verso l’uscita. In meno di un’ora erano già diventate amiche raccontandosi le delusioni dagli uomini, e della vita. Alice era ancora una studentessa di 24 anni, magrolina capelli neri e corti, occhi neri, e un sguardo da pantera.
Bevettero tutto e di più, dal tequila, fino ai cocktail più svariati, e dopo un paio d’ore erano già brille. Erano andate in un locale vicino alla spiaggia, al aperto, per il pre-serata. Da lì andarono in una discoteca un po’ più distante a ballare. Erano già sotto l’effetto dell’alcol, e una volta arrivate lì avevano iniziato a bere ancora. Salirono da subito sul palco, e iniziarono a ballare, attirando le attenzioni di molti ragazzi soprattutto giovani. Sandra sentiva che stava per perdere il controllo, ma non poteva farci niente, stava bene e questa era la cosa più importante. La pista da ballo era sempre più affollata ed il cerchio intorno a loro si ristringeva sempre di più. Due ragazzi di bell’aspetto si erano posizionati dietro a ognuna delle due e si strusciavano contro di loro mentre ballavano. Sandra sentiva l’erezione di quello dietro di lei premergli contro. Si era bagnata tantissimo, con tutti quei maschi lì. Sentiva però, che non erano loro, la causa della sua eccitazione, non era quel palo duro che sentiva premere dietro di lei ad eccitarla. Era la sua nuova amica. Erano i capezzoli duri dell’amica che premevano contro la maglietta che indossava. Alice portava una seconda scarsa, e spesso non usava il reggiseno. Era vestita con una maglietta senza maniche bianca, e dei pantaloncini corti di color rosa. Era così naturale, così spontanea, e bella’ ispirava sesso . Le ispirava cose che non aveva fatto da molto tempo’ perversioni che si era tenuta dentro da quando aveva conosciuto suo marito.
‘Il tipo dietro, c’&egrave l’ha duro e mi sta spingendo. Se glielo permettessi me lo sbatterebbe qui.’

‘Questa &egrave acqua gelida,’ disse Sofia indicando la tazza bianca ‘questa qui invece contiene un t&egrave caldissimo’ indicò la tazza blu. Prese quella blu, ci soffiò sopra un po’ e bevve uno, due sorsi. Lasciata la tazza di nuovo al suo posto, Sofia impugnò il cazzo del suo collega e lo prese quasi tutto in bocca in un colpo solo. Fabio ebbe un sussulto, la bocca della sua collega era caldissima per via del t&egrave. Iniziò a succhiargli il cazzo andando quasi a fondo per poi farlo uscire quasi del tutto. Un movimento completo, con una lentezza esasperante per lui. Lei invece intendeva godersi quel palo. Lo teneva saldamente con due mani alla base, scendeva piano con la lingua immobile mentre quando saliva, andava ancor più piano avvolgendolo con le labbra e muovendo la lingua piano a destra e a sinistra creandogli dei sussulti. Dopo quasi un minuto il calore della bocca di Sofia era diminuito, era pur sempre calda ma non come prima. Si alzò, si protese e prese un bicchiere vuoto, quello rosso e lo sistemò tra le gambe di lui. Prese anche la tazza blu. Bevette due tre sorsi, si sciacquò la bocca e sputò tutto nel bicchiere vuoto.
Prese il suo cazzo nella sua bocca freddissima a causa dell’acqua gelida provocandogli la pelle d’oca in tutto il corpo. Ancora movimenti lenti con forti risucchi quando arrivava alla cappella. Sofia era bravissima, sapeva cosa fare e quando farlo. Probabilmente l’aveva fatto molte volte. Era una pompinara nata, e poi uno che provava quelle sensazioni mai più avrebbe voluto un pompino semplice. Era una goduria ed un tormento continuo. Tutt’in uno.

‘Ad essere sincera se fossi al suo posto te lo sbatterei anch’io senza che me lo permettessi’ rispose Alice con lo sguardo malizioso. Sandra rimase sorpresa da quella risposta. ‘Anche quello dietro di me, me lo fa sentire. Ma basta uomini stasera.’
‘E cosa vorresti ragazze?’ cercò di provocarla Sandra.
‘Perché no?’ ribatté Alice con uno sguardo provocatorio. ‘Ti piacciono le ragazze Sany? (aveva iniziato a chiamarla così da quando si erano conosciute)’
‘Ho avuto le mie esperienze’ disse lei ‘ma adesso sono sposata e certe cose non le faccio da moltissimo tempo.’
Alice non rispose. Continuarono a ballare ancora per una ventina di minuti. Dovettero faticare per staccarsi dai ragazzi che li circondavano per andare in bagno. Una volta lì, nel bagno femminile c’erano soltanto due bagni e le ragazze erano almeno una decina. Aspettarono un po’, quando venne il turno entrò prima Alice. Dopo due minuti, uscì e fece strada a Sandra. Questa entrò ma non chiuse a chiave la porta sapendo che c’era Alice fuori di guardia. Abbassò il tanga di pizzo bianco, sollevò un poco il vestito e si sedette sulla tavoletta ed iniziò a pisciare. Una volta finito, stava per uscire quando d’un tratto la porta si aprì ed Alice entrò dentro.
‘Scusami Sany, ma non c’&egrave la faccio. So che siamo ubriace ma devo dirti una cosa. Tu mi piaci.’ Disse Alice, e la baciò.
Sandra era sbalordita. Si limitò solo a rispondere al bacio. Era un bacio selvaggio, pieno di desiderio. Alice cominciò a toccarla ad alzarle il vestito, le aveva toccato le natiche e la palpava a mani piene allargandole e strizzandole. Sandra era appoggiata sul muro del bagno, i bacini delle due ragazze erano tutt’uno, le mani si spostavano continuamente accarezzandosi e palpandosi una all’altra. Alice era molto più decisa ed autoritaria. Si sbottonò i pantaloncini corti, e se li tolse insieme alle mutandine, in un colpo solo. Baciò Sandra ancora una volta, e la spinse ad inginocchiarsi. Sandra era in balia di quella ragazza, era lei che conduceva il gioco e adesso le ordinava di leccargli la figa, e lei non aspettava altro. Mentre lei si inginocchiava Alice alzò una gamba e la appoggiò contro il muro. Adesso aveva la figa spalancata che già grondava di umori. Era completamente depilata, ed aveva una fighetta un po’ stretta data la piccola statura. Sandra iniziò a leccargliela come un cagnolino che vede acqua dopo una settimana. Aveva sete pure lei, voleva bere il nettare di quella ragazza così tanto, senza freni, voleva mangiarsela e farla godere. Cominciò ad alternare leccate veloci, con colpi di lingua lenti, la penetrava con due tre dita per poi tirarli fuori e leccargliela tutta con la lingua aperta. Irrigidire la lingua e penetrarla con essa, per poi infilarle di nuovo le dita. Alice non aveva pronunciato una parola, si limitava solo a contenere i suoi gemiti dato che si trovavano in un bagno pubblico. Non andarono molto quando Alice s’irrigidì tutta, prese la testa della Sandra spingendola il più che poteva contro la sua figa e le scaricò sul viso tutti i suoi piaceri. Le era venuta sulla faccia, e l’orgasmo l’aveva stravolta completamente. Tremava tutta, e dovette sedersi sulla tavoletta per riprendersi un po’. Solo allora si resero conto che erano almeno un paio di mani che battevano contro la porta gridando ‘Aprite’. Erano quelle che dovevano andare in bagno, e dal tono di voce erano abbastanza incazzate. Alice baciò Sandra di nuovo, pulì con la lingua i suoi umori dalla faccia della sua amica, e guardandola negli occhi sussurrò:
‘Adesso &egrave il mio turno di farti godere ma non qui. Mi &egrave venuta un’idea, ho una sorpresa per te.’
Si rivestirono, ed uscirono in fretta tra gli insulti delle altre ragazze.
Ancora del t&egrave caldo e la bocca bollente di Sofia che andava su e giù senza mai staccare gli occhi da quelli di Fabio. Legato avrebbe voluto prendere il controllo e soffocare quella puttana di Sofia, punirla. Il pompino però era meraviglioso, aveva la pelle d’oca, e tutti i capelli elettrizzati. Di nuovo l’acqua fredda e le palle che si stringevano. Come piccole scariche elettriche lungo tutto il corpo. Quando fu di nuovo la volta del t&egrave caldo, Sofia bevette un po’, e subito dopo immerse una mano nel bicchiere bianco che aveva lasciato nel vassoio. Era olio per massaggi, caldissimo. Quando iniziò a succhiargli il cazzo spalmò un po’ dell’olio sul buchetto del culo di Fabio iniziando a massaggiarlo. Questo gesto lo mandò in estasi, Sofia l’aveva portato a livelli di eccitazione mai raggiunti prima. Cominciò di nuovo con pompate lente dalla base fino alla cappella, le vene del cazzo di Fabio si erano gonfiate all’inverosimile. Chiuse gli occhi, era troppo anche per lui. Era troppo bello. Quando toccò all’acqua fredda, d’un tratto si irrigidì ancora. Sofia però continuava a spalmare olio caldo sul suo buchetto massaggiandolo e facendo sempre più pressione. Adesso quando andava giù con la bocca spingeva in su con due dita quasi penetrandolo, aprendogli l’ano piano. Si staccò spense la candela, la prese e la immerse nell’olio più volte e bevette del t&egrave caldo. Inizio a pomparlo con la bocca bollente sempre più velocemente, e quando appoggiò la candela calda al buco del culo Fabio impazzì. Quanto più forte succhiava tanto più infilava la piccola candela nel culo del suo collega. Per Fabio fu troppo, quando sentì che era vicino, Sofia strinse le labbra intorno alla cappella e iniziò ad incularlo nel vero senso della parola da sotto mentre con l’altra mano menava il suo cazzo, o la parte che era rimasta fuori dalla bocca. Bastarono pochi secondi e Fabio esplose nella bocca della pompinara una quantità di sperma mai prodotta, con schizzi violenti, che non finivano più. Quando ebbe finito, oltre al cazzo le palle, e il culo, aveva tutta la parte all’intorno dolente. Non aveva mai immaginato di poter venire così tanto in quel modo in cui era avvenuto. Dal volto della sua collega si vedeva la soddisfazione della prestazione. Sofia tolse la candela dal culo di Fabio e tolse anche il nastro adesivo che gli impediva di parlare. Era stremato, scosso e non riusciva a parlare. Sofia gli tolse anche le catene e lo liberò finalmente. Lo baciò sulla fronte e senza dire niente uscì dalla camera

Una volta fuori dal locale, Alice prese il suo telefono, e mandò un sms. Nemmeno 20 secondi e la risposta arrivò. Presero un taxi, che le lasciò vicino ad una spiaggia.
‘Dove siamo?’ chiese Sandra.
‘Questo &egrave un posto speciale. &egrave solo per pochi intimi. Un cerchio di ragazzi e ragazze che amano divertirsi. Vieni ti faccio vedere.’ rispose Alice prendendola per mano. Si avvicinarono ad una spiaggia privata dove a differenza delle altre erano accese un paio di luci. ‘Questo &egrave per te.’ Disse Alice ed entrarono in una delle cabine per il cambio vestiti. Era una normalissima cabina come molte altre. Sandra da prima non capiva, ma appena entrati Alice partì all’attacco. Cominciarono a baciarsi a toccarsi e questa volta Alice con le sue mani abili le alzò il vestito e in poche mosse glielo tolse. Poi le mutandine ed il reggiseno e in meno di un minuto Sandra era nuda. Cominciò a leccargli il collo toccandola poi scivolò sulle splendide tette, massaggiandole, mordendole, mentre non smetteva di tormentarle il clitoride. Si inginocchiò davanti a Sandra, cominciò a leccarglielo, a baciarlo a giocarci con le lingua, e poi all’improvviso le sputò sull’clitoride e le diede un schiaffo forte, proprio lì, facendola sussultare. Alice si alzò di scatto e con un gesto violento la prese per il collo stringendola quasi a soffocarla, sbattendola contro il muro.
‘Adesso sei la mia puttana Sany. Guarda-‘ indicò un punto sulla parete dove c’era una specie di legno quadrato sovrapposto al muro, ‘ ‘ da lì tra un po’ uscirà un cazzo, bello grosso. Si, amica mia quello &egrave un ‘buco del piacere’, e tu lo succhierai mentre io te la lecco. Capito?’
Sandra sapeva cosa era ‘il buco del piacere’. C’era stata due volte mentre era ancora studentessa. Ma quelli erano tempi diversi.
Alice tolse quel pezzo di legno e sotto di esso comparve un buco rotondo sulla parete della cabina. Pochi secondi e un cazzo ben eretto, spuntò da quel buco’ Sandra dapprima si era spaventata dal comportamento di Alice ma adesso le era tutto chiaro. E gioiva. Si buttò su quel cazzo come la più grande puttana di questi tempi. Si mise in ginocchia e cominciò a succhiare, ma un forte schiaffo sulle chiappe le ricordò che doveva mettersi a 90′ e permettere ad Alice a leccargli la figa che ormai era bella gonfia. Il cazzo effettivamente non era uno dei più grossi che aveva visto ma era perfettamente dritto. Aveva le dimensioni perfette e una cappella abbastanza pronunciata. Sandra era conscia che aveva perso il controllo di nuovo, e si sfogava contro quel cazzo senza viso e corpo. Non se lo godeva, se lo sbatteva in gola fino a soffocarsi, fino a farsi venire le lacrime agli occhi, sentiva la gola irritarsi, ma era la punizione imposta da lei stessa per il suo comportamento. Era una punizione così piacevole, deliziosa. Alice era inginocchiata dietro di lei e la leccava a lingua aperta iniziando dal clitoride fino all’ano, che penetrava puntualmente con la punta della lingua, mentre lei pompava quel palo di carne, dando piacere a uno che non aveva mai conosciuto e che forse non avrebbe mai conosciuto. Alice era molto abile, la portava sul orlo del orgasmo e si fermava per poi ripartire di nuovo lentamente e aumentare il ritmo delle leccate man mano che il piacere aumentava. Aveva tutta la faccia inzuppata dai umori di Sandra, proprio perché la masturbava non solo con la bocca e la lingua ma sfregava tutta la sua faccia contro la vagina e il culo della sua amica. Sandra d’altronde produceva rivoli di saliva in quantità industriale che colavano dagli angoli della sua bocca e dal cazzo del sconosciuto. Andarono avanti così per una decina di minuti quando il cazzo dell’uomo s’irrigidì, Sandra serrò le labbra e lasciò l’uomo scaricarsi nella sua bocca. Alice intensificò le leccate mentre la stava penetrando con due dita e dopo un minuto scarso anche Sandra venne copiosamente. Tremava si dimenava, ma non si lasciò scapare nemmeno un gridolino, solo dei piccoli gemiti a bocca chiusa. Alice invece tenendola forte per i fianchi si era bevuta tutto il nettare dalla figa dell’amica. Quando finì di venire, Sandra si girò con la bocca serrata e cominciò a baciare la sua giovane amica, rilasciandole a poco a poco lo sperma di quel cazzo, che si era tenuta in bocca. Le due ragazze iniziarono così a baciarsi passandosi lo sperma di uno che non avevano mai visto. Era il massimo della perversione che Sandra aveva avuto negli ultimi 5 anni.
‘Grazie, grazie per la bellissima serata.’ sussurrò Sandra dopo che si erano pulite le facce a vicenda con la lingua ingoiando tutto.
‘Io non ho ancora finito con te’ rispose Alice ‘tu vuoi che finisca così questa serata?’
‘Cos’hai in mente?’ chiese Sandra guardandola con un sorriso malizioso a sua volta.

Erano due cagne in calore, ed erano felici che si erano trovate. Come avrebbero proseguito la serata?
E Fabio, intendeva punire o premiare Sofia? Oppure intendeva ignorarla in ufficio?
Cosa intendeva fare riguardo a sua moglie?
“Capita a volte di incontrare persone totalmente sconosciute, di cui cominciamo a interessarci al primo sguardo, all’improvviso, prima ancora di dire una parola” diceva Dostoevskij.
Era ciò che era successo ad Alice e Sandra. Adesso erano in taxi, abbracciate una all’altra come due migliori amiche. Non parlavano, semplicemente si tenevano stretti cercando di godersi il momento il più possibile. C’era una tale tenerezza, un volersi bene sincero in quel abbraccio anche se quasi impercettibile che rendeva il momento magico. Erano diretti verso l’albergo di Sandra ma prima dovevano fermarsi a casa di Alice che doveva recuperare alcune cose. Una volta arrivate nella reception dell’albergo, mentre Alice discuteva di nuovo con Diego, Sandra s’era intristita, le mancava suo marito, si rendeva conto di ciò che aveva fatto, si rendeva conto che nulla sarebbe stato più lo stesso ed era sul punto di iniziare a piangere quando Alice l’aveva raggiunto e la invitava a salire. Ma Sandra non voleva tornare in quella stanza dove tutto ricordava lui, non adesso.
Uscirono dall’albergo di nuovo e andarono sulla spiaggia. La luna quasi piena che illuminava l’intera spiaggia, insieme al mare calmo creava un atmosfera unica. Vedendo che la sua amica era giù di morale, Alice tolse la sua maglietta e i pantaloncini insieme alle mutande, e aiutando Sandra a svestirsi anch’essa si tuffarono in mare. Sandra aveva mutato di nuovo umore, con facilità, come solo quando si &egrave ubriachi ci riesce. Giocavano come bambine piccole nel mare semibuio. Erano quasi le 4 del mattino, ma non importava si divertivano non pensando a niente , il mondo s’era ridotto a quella spiaggia e a loro due. Sentivano una forte attrazione una dell’altra e toccandosi mentre erano in acqua iniziavano a baciarci e a strusciarsi di nuovo. Uscirono dall’acqua e rivestitesi si erano sdraiate su una sdraio in due. Erano strette una con l’altra, cercando di scaldarsi.
Tra un bacio e una carezza, avevano cominciato a parlare della loro vita. Vedendo Alice, per Sandra era come se vedesse se stessa 10 anni prima. Sentiva che poteva aprirsi, che poteva fidarsi di quella ragazzina. Iniziò a raccontarle di se stessa, di come era andata fuori di casa a 18 anni, si era iscritta all’università, nei primi due anni aveva fatto qualsiasi lavoro pur di pagarsi gli studi. Ma ben presto dovette confrontarsi con la crudeltà del mondo. La sua innata bellezza e il suo corpo non passavano inosservati quantunque cercasse di passare innoservata. La maggioranza degli proprietari che l’assumevano lo facevano con un scopo preciso e quando ci provavano o esigevano prestazioni sessuali da lei cambiava lavoro. Dopo due anni, stancatasi da questa situazione dopo lunghe riflessioni aveva deciso di fare la escort. Si guadagnava molto bene e invece di fare la puttana del datore di lavoro per pochi spiccioli così almeno avrebbe guadagnato di più e avrebbe avuto più tempo per se stessa.
Prima di iniziare aveva investito circa 3 mesi per prepararsi a iniziare quest’attività. Aveva pianificato tutto fino alla perfezione. Dagli annunci, le foto, fino ai criteri per la scelta della clientela. In pochi mesi aveva un cerchio di 6 clienti fissi e questo le bastava. Se avesse individuato un cliente migliore di quelli che già aveva, troncava i rapporti con l’ultimo della classifica personale che teneva e al suo posto introduceva il nuovo cliente. Il numero non mutava mai. Questo tipo di operare le aveva permesso di instaurare dei rapporti personali e di fiducia con i clienti, e di sperimentare moltissime cose a livello sessuale, senza mai rischiare veramente. Aveva abbandonato l’università, e si godeva la vita, anche se un affetto vero e proprio le mancava. Uno dei clienti era una lei. Era una donna sposata, che amava anche il genere femminile.
Era diventata la sua migliore amica e molto spesso includevano anche il marito nei giochi con sua moglie. Così erano passate quasi 8 anni della sua vita. Poi un sera a una festa organizzata dalla coppia aveva visto e sedotto colui che sarebbe stato suo marito. Quella sera, quel momento in cui aveva visto lui, aveva anche smesso di essere una escort. E tutto questo, tutto quello che era successo quella sera con lei (Alice) era in un certo senso un bisogno che cresceva pian piano dentro di lei di rivivere molte delle cose che le mancavano della vita precedente.
Tutto questo Sandra l’aveva confessato ad Alice tra le lacrime e i singhiozzi mentre lei cercava di consolarla e la stringeva sempre più a se. Abbracciate così s’addormentarono sulla sdraio.
Un raggio di sole svegliò Alice. Era l’alba e loro erano ancora abbracciate.

Alice svegliò Sandra recuperarono le loro cose e con i tacchi in mano salirono nella suite di Sandra. Vista la vasca enorme Alice aveva subito iniziato a prepararla, avevano prurito per tutto il corpo dato che non avevano fatto la doccia dopo la nuotata notturna e il sale dell’acqua era rimasto sulla loro pelle. Fecero prima una doccia veloce tutt’e due e entrarono nella vasca. Adesso con rammarico Sandra si scusava della serata precedente. In risposta alle scuse di Sandra Alice aveva intrufolato un piede in mezzo alle gambe di Sandra e iniziava a massaggiarle il clitoride e le grandi labbra.
“Oh, ti prego, non farmi questo non ancora” proferì Sandra con il respiro pesante
“Ieri sera ti sei aperta a me Sany. Ti manca la tua vecchia vita, ma non puoi comportarti così nella vita di coppia . Finché sei qui però io posso aiutarti a rivivere alcune situazioni, se tu lo vuoi . Tu mi piaci, sei come me. Noi siamo troie dentro Sany e la vita di coppia ci distrugge. So quanto ami Fabio, si vede nei tuoi occhi, anch’io amo tantissimo Diego ma ho bisogno anche d’altro, e credo anche tu. ” disse Alice mentre continuava a muovere il suo piede premendo leggermente sulla figa della sua amica.
“Si ma’ non posso’ ohh, ti prego’ smettila'”balbettava Sandra mentre iniziava ad aprire sempre di più le gambe e a muovere il bacino per agevolare il piccolo piedino dell’amica.
Alice tolse il piede e si buttò addosso a Sandra. Iniziarono a baciarci, si sciolsero in un bacio appassionato e sempre più frenetico, si toccavano per tutto il corpo con trasporto. Alice era in mezzo alle gambe spalancate di Sandra e muoveva il bacino avanti e indietro come se la scopasse e Sandra allargava ancora di più le gambe cercando di unire la sua figa con quella della amica.
“Voglio fotterti Sany” sussurrò Alice e la invitò ad uscire dalla vasca e si buttandosi sul letto.
Sandra era distesa sulla schiena con le gambe allargate mentre Alice era sopra di lei formando un meraviglioso 69 tutto figa e lingua. Leccavano tutte e due con passione, con trasporto, prima piano, poi succhiotti forti, alternando lenti colpi di lingua a veloci movimenti dell’intera bocca, leccate come solo le donne sanno fare. Mentre Alice era più gentile nel leccarle la figa, Sandra era un po’ più rude agevolata dalla posizione. La sculacciava, giocava col buchetto posteriore della bella 24-enne le mordeva le grandi labbra le infilava le dita dentro facendo dei movimenti circolari.

“Adesso basta!” disse Alice e si alzò. Sandra si immobilizzò pensando che aveva esagerato con le sculacciate.
Alice prese la sua borsa e tirò fuori un strap -on, con un cazzo in gomma nero lungo una ventina di centimetri e abbastanza largo e un tubetto di lubrificante.
“Ti fotto con questo” disse Alice impugnando il cazzo grosso, “ho preso anche questo, servirà per dopo” disse Alice mentre gettava il lubrificante sul letto accanto a Sandra.
Alla vista di quel cazzo nero Sandra ebbe quasi un orgasmo istantaneo. Aveva sognato tantissime volte le serate trascorse con quella sua amica/cliente , e adesso tutto questo si ripeteva con una troietta di 24 anni. Allargò le gambe a più non posso e mentre Alice allacciava i cinturini del cazzo nero su di sé, Sandra sputava su una mano e massaggiava la sua figa grondante. Non che avesse bisogno di essere lubrificata, ma voleva trovarsi pronta e la propria saliva sulla figa la eccitava ancora di più. Allacciati i cinturini Alice prese il cellulare dalla borsa, digitò qualcosa e poi lo lasciò cadere per terra.
Salì sopra di lei e impugnando il cazzo nero lo guidò nella figa fradicia della sua amica, guardandola negli occhi’ iniziò ad andare avanti e indietro mentre Sandra ansimava ad ogni colpo. Erano bellissime. Sandra era distesa con le gambe all’aria, Alice la fotteva piano con movimenti lenti ma completi, guardandola egli occhi e bloccandole le mani con le sue sopra la testa e i capezzoli turgidi delle due donne che si toccavano ad ogni spinta.
Alice prese la maglietta bianca della sera precedente che casualmente aveva gettato sul letto prima mentre si svestiva per fare la doccia, e legò alla meglio le mani di Sandra con essa.
La abbracciò e si girarono sul letto. Adesso Sandra era sopra di lei e si infilava quel pezzo di gomma per intero. Alice si limitava a darle delle sculacciate di tanto in tanto e a tenere con una mano la base del cazzo di gomma, mentre Sandra se lo infilava interamente andando a sfregare il clitoride sulla mano di Alice.

Ad un certo punto Alice lasciò la base del cazzo, e abbracciò forte Sandra bloccandola completamente, con quest’ultima che aveva sempre le mani legate. Sandra non capiva cosa stesse succedendo.
Due donne quanto belle tanto porche nel pieno della loro eccitazione strusciavano i loro corpi caldi e vogliosi una con l’altra mentre un cazzo di gomma entrava ed usciva dalla figa di una di loro. &egrave il sogno di ogni uomo.
Diego era sul bordo del letto, dietro Sandra. Ecco cosa succedeva. Aveva ricevuto il messaggio di Alice poco dopo aver finito il turno di notte, e si trovava ancora nell’albergo. Era poi entrato con il pass doppio dato che aveva l’accesso.
“Questo &egrave un regalo per te” disse Alice all’orecchio di Sandra “Girati.”
Quando Sandra si girò vide Diego col suo fisico scolpito con solo dei pantaloncini corti tirati giù fino alle ginocchia con il cazzo in mano. Presa dal sesso non aveva sentito quando Diego era entrato.
“Ciao” disse Diego sorridendo.
“Sei sicura?” chiese Sandra all’amica.
“Se tu lo sei a me farebbe piacere” rispose Alice mentre Diego si inginocchiava dietro a Sandra preparandosi a leccarle il buco del culo senza aspettare inviti particolari.

Allargò le chiappe della troia che era sopra la sua ragazza e fiondò la sua faccia tra quelle chiappe. Al tocco della lingua di quel maschio Sandra perse ogni controllo. Faceva soltanto dei piccoli movimenti sul cazzo nero in gomma sentendolo piantato interamente dentro di lei mentre si godeva quella lingua sul suo buchetto, e la sua amica che cercava di aprirla ancora di più mentre la sua bocca le stuzzicava i capezzoli. Sandra era in un vortice di emozioni, il cazzo nero dentro di lei, Diego che le leccava il buco del culo, il corpo caldo di Alice sotto di lei , e la bocca della sua amica che le tormentava i capezzoli la portarono in poco tempo ad un orgasmo potentissimo. Quando Sandra venne, Diego si staccò subito da lei e si inginocchiò sopra la testa di Alice e davanti alla bocca di Sandra.
Adesso, Alice era sempre distesa sulla schiena, Sandra era sopra d lei che si muoveva sul cazzo, mentre Diego era inginocchiato davanti a Sandra. Così, Sandra iniziò a spompinare il cazzo di Diego con tutte le forze che aveva mentre vedeva sotto di lei Alice che leccava a colpi di lingua le grandi palle del fidanzato. Cazzo, era più contenta che mai. Era troia e adorava esserlo. Diego si godeva quel doppio pompino, si limitava di tanto in tanto a premere la testa di Sandra fino a sbatterglielo tutto in gola e poi lasciarla fare da sola, e qualche volta a menarle qualche schiaffo sul culo.
Alice era eccitatissima anche lei. Finalmente ripagava il suo ragazzo di tutte le corna che gli aveva fatto, ma era contenta soprattutto perché lo introduceva nel mondo della perversione sperando di convincerlo ad essere più aperto sessualmente. Leccava le sue palle e le succhiava prima uno poi l’altro, leccava la base del cazzo fino a raggiungere la bocca di Sandra, e spesso a toccare anche la sua lingua.
Piegandosi leggermente in avanti Diego aveva infilato un dito dentro il culo di Sandra. A questo gesto Sandra aveva aumentato notevolmente la profondità del pompino cosicché adesso quasi soffocava sul cazzo di Diego.
Quelle due troie assatanate e vogliose di cazzo l’avevano portato sul orlo dell’orgasmo velocemente. Dovette staccarsi ammirarle di nuovo da lontano e avvicinarsi da dietro per fare quel che era intenzionato di fare.
Il suo amico Federico gli aveva accennato che aveva inculato Sandra il giorno precedente e che era una gran troia ma non aveva voluto scendere nei dettagli.. Diego anche se non aveva creduto trovandolo poco probabile, aveva avuto una erezione potentissima immaginando Sandra in quella posizione. Adesso se la trovava davanti, impallata su un cazzo di gomma.
Si avvicinò da dietro, prese il lubrificante e lo cosparse sul culo di Sandra. Infilò un dito e iniziò ad allargarle il buco.
“Amore, adesso la inculo. Glielo metto in culo” disse Diego rivolgendosi ad Alice
“Si, scopala. Quando le sei dentro dimmelo.” disse Alice freddamente
“Oddio, così mi spaccate. Si’ avevo voglia di sbattermi il tuo ragazzo dal primo momento che l’ho visto” disse Sandra ” scusami”
Alice tacque, non disse niente, si limitò a baciarla e ad allargarle le natiche ancora di più.
Diego impugnò il suo cazzo turgido e iniziò a spingere contro il culo di Sandra. Era stretto ma non troppo. Era rilassata e non s’aspettava altro che prenderlo. Se non ci fosse quel cazzo di gomma dentro la sua figa sarebbe stato facilissimo. Invece faticò un po’ a entrare. Sandra era immobile ma ormai mugolava a voce alta. Incitava Diego, Alice, diceva frasi senza senso, ma non si muoveva, era diventata un oggetto, si sentiva un oggetto, e aveva solo bisogno di essere usata, di godere.
Quando Diego entrò per metà del suo cazzo e iniziò a muoversi, Alice lo fermò:
“Sei dentro?” chiese
“si” rispose lui
“Fermati, ma non uscire” disse lei. “Devi sapere che sei dentro una troia tale quale la tua ragazza” proseguì lei.
“Ma cosa dici?” chiese lui
“Io e lei siamo uguali Diego. Io ho bisogno di vivere queste situazioni proprio come lei. Ti ho tradito non perché non ti amo anzi ti amo tantissimo e questa &egrave la prova. Questa sono io e voglio che mi accetti per come sono. Ho bisogno di queste cose ma voglio farle insieme a te. Se mi ami e accetti questa situazione, continua e fottila come vuoi, se invece non mi vuoi più vattene.” disse decisa Alice
Sandra ebbe un altro orgasmo sentendo quelle parole. Era ciò che avrebbe sempre desiderato dire a suo maritosenza avere mai il coraggio, e in secondo luogo era trattata proprio come un oggetto.
“Quindi mi hai tradito? Con chi?” disse lui arrabbiato, “ferma,” disse bloccando Sandra sentendola tremare.
“Questo non conta. Con più di uno. Te l’ho detto o mi accetti o vattene, devi decidere adesso.” disse lei.
Passarono circa 30 secondi senza che Diego dicesse ne facesse nulla. Poi ad un certo punto tirò Sandra su per i capelli e iniziò a sbatterla con forza e cattiveria.
Questa quasi respirava, a volte lanciava dei gridi, s’appoggiava come poteva sopra Alice con le mani legate, mentre la spaccavano in due. Alice di sua volta cercava di tapparle la bocca, per farla tacere, infondo erano le 8 del mattino, mentre Diego era una furia da dietro.

“Ciao” proferì qualcuno fuori dal letto. Tutti e tre bloccandosi istantaneamente si girarono di scatto verso la nuova persona.

C’era una quarta persona in quella suite che nessuno aveva sentito entrare.
Il direttore stava sull’uscio della porta. Era appena entrato nel suo ufficio quando ricevette un sms da Alice. Quella piccola troietta cominciava a infastidirlo. L’aveva scopata più volte ma il senso di colpa verso un ragazzo d’oro come Diego gli bruciava l’anima. Aveva deciso di porre fine a questa storia. Ma adesso lei gli dava appuntamento nella camera di quella coppia del ristorante, e il direttore era confuso. Diego entrando non aveva chiuso bene la porta essendo sbalordito dall’immagine di Alice e Sandra sul letto. Il direttore era entrato discretamente ed era rimasto per un paio di minuti ad osservare quella scena. Non voleva parlare, voleva solo godersi lo spettacolo. Davanti a quella scena, decise che porre fine alla storia con Alice non aveva senso. Fin dal primo sguardo nel ristorante quella sera, prima di notare che cosa stava facendo quella coppia, aveva notato il viso di Sandra. E lo eccitava da morire. Adesso la guardava mentre veniva presa da due cazzi. Uno di gomma e uno vero. Non si toccò, ma sentiva il suo cazzo gonfiarsi lentamente negli pantaloncini di lino. Il suo cazzo divenne così duro che le mutande e i pantaloncini comodi prima adesso erano diventati strettissimi e gli davano fastidio.
Il desiderio di partecipare, di liberare la sua erezione dalla stoffa che gli dava tanto fastidio, di infilare il suo grosso cazzo dentro quei buchi allargati, dentro quelle due troie gli fece perdere la ragione.
“Ciao!” disse deciso. Lo spettacolo a cui stava assistendo si fermò. Si voltarono tutti e tre verso di lui. Tutti tacevano e si guardavano. Il silenzio si prolungò per mezzo minuto ma ai presenti sembrò un infinità.
“Signore mi dispiace, io..” proferì Diego senza finire la frase. Era una situazione assurda, nessuno sapeva cosa dire.
Il direttore con una mossa svelta tolse i pantaloncini e le mutande rimanendo con sola la camicia addosso, si avvicinò al letto. Avvicinò la sua erezione verso la bocca di Sandra e con la mano accompagnò la testa di lei verso il suo cazzo.
Guardando Diego dritto negli occhi disse:
“Continua”
Sandra imboccò il grosso palo del direttore senza dire niente.
Era consapevole che ormai non si sarebbe fermata davanti al nulla, che ogni freno inibitorio era perso dentro di lei. Succhiava lentamente il direttore mentre Diego iniziava a muoversi lentamente nel suo culo provocandole una marea di emozioni.
Alice stava ferma. Era sorpresa e contenta per il fatto che Diego aveva accolto il direttore quasi senza protestare. Aveva fatto la scelta giusta ed era quasi sicura che Diego non l’avrebbe lasciata. Quasi con timore tirò fuori la lingua e accolse i testicoli perfettamente depilati del direttore, mentre la sua amica succhiava l’arnese sopra di lei. Il direttore di tanto in tanto staccava il suo cazzo dalle morbide labbra della bionda e lo infilava in quella della giovane troietta.
Erano i primi approcci di una scena, di una situazione che si era creata spontaneamente.
Tranne Alice, nessuno s’aspettava tutto questo. Decise che doveva prendere iniziativa.
“Alzati” disse a Sandra sospingendola.
Diego si spostò e Sandra piano si alzò togliendo il cazzo di gomma e si sdraiò sul letto per riprendersi un po’.
Alzatasi in ginocchia Alice, baciò per la prima volta in quella camera il suo fidanzato. Fu un baciò lento, pieno di amore, e mentre si baciavano si abbracciarono forte. L’amava tanto, ma era confuso. Sentiva che anche lei lo amava, ma sentiva anche il cazzo di gomma appoggiato contro il suo ventre. Alice capì che tutto ciò lo turbava ma non voleva lasciargli il tempo di ragionare in questo momento. Iniziò a togliersi lo strap-on e in pochi secondi era volato via. Iniziò a baciare di nuovo Diego e protese una mano verso il direttore che era rimasto immobile sul bordo del letto dietro di lei.
Il direttore si mise in ginocchia sul letto e si avvicinò ad Alice. Tolse la sua camicia e bagnando un dito con la propria saliva iniziò a massaggiarle la figa da dietro. Alice strinse Diego ancora di più come per non lasciarlo scappare mentre lo baciava, e con l’altra mano invitò il direttore a farsi avanti. Quest’ultimo si avvicinò ancora di più e afferrando il suo grosso cazzo lo introdusse nella figa bagnata di Alice.
Diego smise di baciarla ma continuava a stringerla a sé come se volesse toglierla dal direttore che l’aveva presa anche lui da dietro per i fianchi e iniziava a scoparla. Voleva interrompere tutto, voleva andarsene, ma amava quella ragazza nelle sue mani che veniva scopata da un vecchio. Amore, rabbia, eccitazione e confusione si mescolavano nel suo animo.
“Ti amo” proferì Alice sul suo orecchio e lo strinse ancora più forte.
“Ti amo anch’io” replicò Diego sussurrando – “Ma non capisco tutto questo”.
“Io sono questa. Adesso sono completamente me stessa. Sento che sei la persona giusta per me, so che siamo più forti di questo”
“Io non ti basto?” chiese Diego quasi senza fiato. Aveva paura dalla risposta.
“Non &egrave quello. A me serve questo casino e voglio che tu ne faccia parte. So che il tuo amore &egrave superiore a questo, adesso ne sono convinta.”
Diego non rispose.
Il direttore sentiva il bisbiglio dei fidanzatini ma non riusciva a sentire cosa si dicevano. Questa situazione lo faceva impazzire, aveva iniziato a fottere Alice con più vigore, infilandolo fino in fondo.
Sandra li guardava e con le gambe aperte si toccava il clitoride. Guardava Diego e Alice abbracciati mentre un altro uomo infilava il suo grosso palo dentro la ragazza, e non sembrava per niente un intruso. Erano tutt’un uno.
“TI piace?” chiese Diego dopo un silenzio prolungato
“Si.” – disse Alice – “me lo sta infilando fino alle palle.” iniziò a gemere sul suo orecchio.
Il direttore che aveva sentito quest’ultima parte della conversazione iniziò a sbatterla più forte. Alice con una mano abbracciava Diego appoggiandosi a lui e con l’altra lo masturbava.
“Lo sento tutto” sussurrò Alice sull’orecchio del suo fidanzato ” verrò sul suo cazzo amore, ti prego alzati, ti voglio nella mia bocca”
Diego era sempre più confuso ed eccitato. Si alzò e glielo mise in bocca. Non si muoveva ma lasciava fare a lei. Alice si appoggiò con le mani sul letto e adesso era a pecorina con il direttore dietro e Diego davanti a lei. Iniziò a succhiarglielo piano gustandosi ogni centimetro mentre il direttore da dietro la sbatteva facendola rimbalzare sul suo cazzo. Voleva leccarlo piano ma le spinte che riceveva da dietro la costringevano a prendere il cazzo di Diego fino in gola. Diego solo adesso, davanti a quella vista si rendeva conto chi fosse la sua ragazza. Era inginocchiata davanti a lui con il suo cazzo in bocca mentre mugolava e cercava di incitare un vecchio a fotterla ancora di più. Dall’alto la vedeva proprio bene.
Sandra che per tutto il tempo aveva osservato mentre si toccava il clitoride si mise a pecora anch’essa vicino ad Alice ed iniziò a leccare la poca carne del cazzo di Diego che non era nella bocca di Alice. Diego tolse il cazzo dalla bocca della sua fidanzata e iniziò a fottere la bocca di Sandra. Lo estraeva di nuovo e lo infilava nella bocca di Alice. Era in estasi.
Era sempre stata una fantasia irrealizzata quella di farsi fare un pompino da due donne contemporaneamente. Prese per la nuca le due donne e mise il suo cazzo in mezzo alle due bocche. Da una parte la bocca e la lingua di Sandra dall’altra quella di Alice che veniva leggermente spinta dalle spinte del direttore. Iniziò così a muoversi tra quelle quattro labbra, tra quelle due lingue, e tutto scomparì. Era una goduria difficile da spiegare, solo chi l’ha provato sa che cosa si prova.
Il direttore si spostò a sinistra e si mise dietro a Sandra. Questa muovendo il bacino piano a destra e a sinistra stava quasi invitandolo a prendere anche lei. Finalmente anche i il desiderio di scopare quella sua cliente che aveva visto infilarsi il cucchiaio nel ristorante si avverò. Solo quando infilò quel grosso cazzo dentro la figa calda e fradicia di Sandra, gli tornò in mente il cucchiaio, e iniziò a darci dentro con colpi decisi, completi. Vedeva i segni delle sculacciate di Diego sulle natiche della troia che scopava e la sbatteva ancora più forte. Vedeva il buchetto del culo rosso e la sculacciava ancora di più.

Diego scese dal letto e contemporaneamente Alice si girò con la schiena nella sua direzione offrendogli il didietro. Adesso Diego e il direttore stavano ai rispettivi bordi del letto mentre sul letto Alice e Sandra erano a pecorina una contro l’altra baciandosi vigorosamente mentre venivano prese da dietro.
Facevano le troie ed erano felici.
“Sono orgogliosa di te” sussurrò Sandra alla amica – “vorrei tanto avere il tuo coraggio e dire a mio marito tutte quelle cose, proprio come hai fatto tu”
Alice non replicò subito, ma poi dopo disse: “Arriverà anche il tuo momento Sany”
Diego iniziò a scopare Alice con forza, il fatto che il direttore l’aveva scopata davanti a lui lo mandava in bestia e adesso da dietro vedeva quel culo che aveva sempre adorato che rimbalzava ad ogni colpo che dava e stranamente non lo considerava più “il suo culo” come usava dire prima.
Il direttore uscì dalla figa di Sandra sputò sul buco del culo, la prese per i capelli e la fece alzare.
“Da quando ti ho vista ho voluto fare un’unica cosa” disse sull’orecchio della bionda davanti a lui “incularti. Sbattertelo direttamente tra le natiche e spaccarti in due”
“Cosa aspetti?” replicò Sandra
“Che gran puttana che sei” disse tirandole i capelli ancora di più. La spinse di nuovo con la faccia tra le lenzuola e il culo in aria. Le prese le mani e ordinò di allargare le natiche. Puntò il cazzo duro contro il buchetto e entrò senza la minima resistenza. Iniziò a muoversi piano e spingendosi sempre più a fondo. Il suo cazzo era più largo di quello di Diego e adesso si sentiva squarciata in due. Quanto più mugolavano le due troie tanto più forti diventavano le spinte dei uomini.
Diego si alzò e voleva mettere Alice sopra, ma lei suggerì di mettersi sotto Sandra. Alice quasi strappò via il direttore da Sandra. I due uomini si distesero sul letto e le due donne salirono sopra. Iniziarono così a cavalcarli con foga. Diego era un altro con Sandra, più aggressivo si muoveva diversamente. Alice cavalcando il cazzo del direttore si abbassò fino all’orecchio e gli disse qualcosa, e il direttore sorrise. Dopo pochi secondi si alzò e si posizionò dietro Sandra.
Adesso la stavano per prendere in due. Non più un cazzo di platica e uno vero ma da due cazzi duri e caldi. Si adagiò su Diego per facilitare l’entrata del direttore il quale entrò con un colpo solo. A Sandra le mancò il respiro per 10 secondi. Non l’avevano aperta così da molto tempo ma l’unica cosa che le veniva in testa era che non si spiegava come aveva fatto a resistere così a lungo, a non fare sesso con due uomini. Era immobile quanto più la sbattevano tanto più cercava di rimanere immobile per sentirli il più possibile. Non c’era nient’altro se non questo. Né suo marito né il mondo, e nemmeno Alice. Il centro del suo mondo erano quei due cazzi che si movevano quasi ritmicamente dentro di lei.

Alice intanto aveva preso il telefono di Sandra e fece una videochiamata al contatto nominato “Amore”. Girò il telefono cosicché quando Fabio avrebbe risposto avrebbe visto sua moglie nuda tra due uomini che le trapanavano i buchi riempendola a dovere. Era il suo modo di aiutare Sandra.

Fabio si stava preparando per la riunione. Aveva provato a chiamare sua moglie tutta la sera precedente ma non aveva risposto. Poi il mattino aveva deciso di darle un po’ di tempo per digerire la sua partenza e non l’aveva chiamata. Quando vide che lei lo chiamava con una videochiamata pensò che voleva fargli vedere la spiaggia. Ma vide due uomini che scopavano una donna. E sembrava Sandra. Nel primo istante non si vedeva la faccia e per un momento si rifiutò di pensare che era lei. Ma poi chi stava filmando la scena si spostò di lato dai protagonisti e vide sua moglie che gemeva, incitava di farla scopare ancora di più. Riconobbe anche gli uomini, il direttore e il receptionist. Involontariamente il suo cazzo divenne duro.. E la videochiamata terminò.

Nessuno aveva prestato a ciò che aveva fatto Alice. Quasi in contemporanea con la chiusura della chiamata il direttore venne dentro il culo allargato di Sandra. Si sfilò e si sedette accanto al letto ansimando come se avesse corso una maratona. Sandra era coperta di sudore e non aveva più le forze di muoversi. Così Alice prese il suo posto e si sedette lei sul cazzo del suo fidanzato. Iniziò a cavalcarlo velocemente e ad incitarlo. Diego anche dopo tutto non si aspettava tutta questa volgarità dalla sua ragazza.
“fottimi, fotti la tua troia.. Sono io la tua troia non lei, dammelo vienimi dentro amore’ ” ripeteva.
“posso prendere una marea di cazzi ma solo tu puoi venire lì dove nessun altro &egrave mai venuto.. Farciscimi a dovere, dai”..
Dopo pochi istanti Diego l’abbracciò e iniziò a venire dentro la figa della sua fidanzata’

Il direttore e Diego se ne andarono mentre Alice e Sandra entrarono di nuovo nella vasca idromassaggio.
Solo allora Alice le raccontò che cosa aveva fatto. Sandra impazzì. Tutte le sue paure si erano avverate. Aveva paura di perderlo, provò a chiamarlo ma Fabio non rispondeva più al telefono.
Solo adesso Alice capì che aveva combinato un guaio. Sandra iniziò a piangere, andava nuda per la stanza ancora bagnata, non riuscendo a calmarsi. Alla fine decise che la cosa migliore sarebbe stata andare a Milano il più presto possibile e cercare di farsi perdonare. Su cosa avrebbe detto avrebbe pensato durante il viaggio.
Alice la aiutò a raccogliere le sue cose, le organizzò il viaggio di ritorno e la accompagnò pure in aeroporto. Ma doveva aspettare. Il volo era tra 2 ore. Iniziò a pensare a cosa avrebbe detto. No Fabio non poteva lasciarla. Lei lo amava troppo, lui sapeva che non sarebbe sopravvissuta senza di lui. Magari qualcuno poteva prepararlo prima del suo ritorno. Ma chi? Chi poteva chiamare? Una sola persona. La sua amica, la sua cliente di un tempo. Mentre chiamava l’amica le venne in mente un’altra cosa. Alice aveva confessato dei tradimenti a Diego solo quando quest’ultimo l’aveva infilato nel suo culo, cio&egrave in un certo senso quando anche lui l’aveva tradita. Allora decise di chiamare l’amica, e di chiederle un favore quasi impossibile.
L’amica non rispondeva. Ah, era in riunione pure lei. Cosi le scrisse un messaggio:
“Sofia, richiamami appena vedi il messaggio &egrave urgente”

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