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L’indomani fu una giornata nuvolosa, era previsto un tour all’interno e noi non ci eravamo iscritte, scendemmo pigramente a fare colazione ancora provate dagli eventi della serata precedente. Terminata la coazione stavamo per andare in piscina quando si levò un vento particolarmente teso ed il cielo si coprì di nubi. Appena in tempo per tornare in stanza e si scatenò un mezzo diluvio. Piovve per tutta la mattinata. Noi restammo in stanza a leggere e giocare con i telefoni stupite di non aver ricevuto segnali da Kemal. All’ora di pranzo ci recammo nel salone dove c’era il buffet e ci servimmo prendendo poco o nulla di quel ben di Dio dato che non avevamo fatto alcuna attività. Finito di pranzare caffè poi ricevetti una telefonata da mio marito. Pier aveva ricevuto da Kemal alcune foto prese dalle giornate precedenti, ce ne era anche una in spiaggia della notte prima, come avessero fatto a riprenderci non riuscivo a capirlo. Mi sentii liberata, nulla da giustificare al ritorno e la sorpresa maggiore fu quando Pier si mostrò contento di quanto fossi stata vacca e mi incitò a darmi sempre di più perché lui col suo cazzetto non poteva certo competere con gli stalloni. Mi disse anche che avrei potuto continuare a scoparmi chiunque una volta tornata a casa, che non mi avrebbe lasciato ma che anzi gli sarebbe piaciuto essere presente per vedermi dal vivo. Il culmine fu quando mi disse che si sentiva inadeguato e che avrei dovuto rifiutarmi di fare sesso con lui ma che per compensarlo avrei dovuto consentirgli di essere presente e di essere umiliato dai miei tori. Mi bagnai all’istante e cominciai a masturbarmi davanti al telefono in video chiamata, vidi che faceva lo stesso e venne in meno di 30 secondi. “Hai proprio ragione sei un essere sessualmente inutile ma ti voglio bene, quando tornerò da questa vacanza comincerà una nuova fase, io scoperò chiunque avrò voglia di farmi e tu guarderai con la gabbietta al tuo pisellino e mi ripulirai di tutta la sborra che tirerò fuori dai maschi che mi tromberanno”. Capii dai suoi occhi che la cosa lo attirava notevolmente e finalmente fu svelata l’indole di entrambi, eravamo complementari, io una gran zoccola, lui un gran cornuto. Il pensiero ed il toccarmi sotto gli occhi di Sofia mi fecero venire. Chiusi la chiamata e cominciai a baciare Sofia, ero super eccitata e mentre i nostri corpi avviluppati si davano piacere reciprocamente si aprì la porta ed entrò Kemal con un paio di animatori. “Vediamo di passare bene il pomeriggio”.
Ci staccarono e ci portarono fuori di peso nude come eravamo. Ci caricarono sul cassone posteriore di un pick-up sul quale c’era un materasso e delle coperte e partirono. Chiesi a Sofia se aveva già fatto questa esperienza nella settimana prima che arrivassi io mi rispose di no e che non aveva idea di quale fosse la destinazione. Intanto il vento aveva spazzato via il temporale ed il sole delle 3 del pomeriggio era bello forte, ci riparammo sotto uno dei teli ma in breve arrivammo a destinazione. Era una specie di fattoria, avevamo attraversato dei campi di cereali dove c’erano una mezza dozzina di braccianti intenti a mietere il foraggio. Ci scaricarono completamente nude in mezzo all’aia dove campeggiava una vasca con il fango. Kemal disse: “vogliamo vedere un po’ di lotta prima di scoparvi, fateci vedere cosa sapete fare, chi vincerà l’incontro potrà scegliersi i primi tre cazzi!”
Ridendo e scherzando ma non troppo entrammo nella grossa vasca ed iniziammo una specie di lotta greco romana. Intanto tutto intorno erano arrivati i braccianti che avevamo visto nei campi. Kemal girava raccogliendo le scommesse. CI accapigliammo per un po’ rovesciandoci per bene poi con una mossa che avevo imparato da bambina atterai Sofia spalle a terra e il conteggio fino a 5 mi diede la vittoria. La aiutai a rialzarsi e la baciai in bocca scatenando gli ululati degli astanti. Gli uomini di Kemal pagarono gli scommettitori vincitori e ci presero per mano portandoci in una altra vasca, stavolta vuota. Inforcarono un idrante e ci lavarono con un getto che non ci consentiva di stare in piedi e l’acqua era pure fredda per cui si indurirono i capezzoli di entrambe. A questo punto i braccianti si erano radunati ed avevano abbassato i pantaloni. Fra tutti e sei uno era molto più dotati degli altri. Tutti buoni calibri ma nulla di stratosferico. Scelsi ovviamente il meglio dotato ed un paio di altri quindi fui affidata a loro. Mi misero un collare e mi trascinarono su un covone di paglia porgendomi i loro cazzi da succhiare subito dopo avermi fatto inginocchiare. Uno lo succhiavo e gli altri due li segavo scambiando spesso fra di loro. Ad un certo punto mi intimarono di stare ferma ed iniziarono a schiaffeggiarmi con i loro cazzi belli duri. Poi uno si mise fra le mie cosce e cominciò a leccarmi. Mi ero già tutta bagnata e quando mi infilò tre dita scivolarono dentro senza problemi scatenando un commento sicuramente volgare in una lingua che non riuscii a capire. Subito gli altri due si avvicinarono alla mia passera. Quello più dotato si sdraiò e mi fece montare sopra di lui subito seguito da uno degli altri due che mi mise la cappella sull’ano cercando di spingere ma la posizione non era abbastanza angolata e mi faceva solo male. Alle mie rimostranze quello in piedi mi prese a colpi di cazzo dicendomi, in un italiano stentato, “taci troia”. Quello dietro allora si spostò ed appoggiò il glande vicino a quello più dotato. Un po’ di movimenti ed un po’ di gel che era saltato fuori come dal nulla ed avevo due cazzi in figa. Il pensiero mi faceva bagnare anche se la sensazione fisica era fastidiosa. Ma non era finita, il terzo si spostò anche lui dietro, mi riempì il buco del culo di gel ed in modo molto acrobatico riuscì ad infilarmi poco più di 5 centimetri di cazzo in culo. Non era una posizione che si potesse tenere per molto per cui fecero alcune rotazioni ed alla fine tutti e tre mi avevano preso ogni buco. Non avevo goduto nemmeno una volta, il trattamento non era piaciuto né a me né alla mia patatina. Fecero i loro comodi ed alla fine mi riempirono di sborra in volto e sulle tette. In tutto questo trambusto avevo perso di vista Sofia, quando la cercai con lo sguardo stava finendo di servire con la bocca il terzo dei suoi. Un paio di minuti ed anche quello eruttò una massiccia dose di sperma. A quel punto intervenne Kemal, ci prese per i due guinzagli che erano attaccati ai collari che ci erano stati messi e ci riportò verso il pick-up. Qui ci fece salire di nuovo di dietro e ci buttò un paio di teli da bagno per coprirci ed asciugarci. Al resort c’era in giro poca gente fortunatamente perché, sempre al guinzaglio e nude, Kemal ci portò alla nostra stanza. “Per stasera siete libere ma preparatevi psicologicamente per il gran finale di domani, l’ultimo giorno vi servirà per riprendervi da quello che stiamo preparando per voi”.

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