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Racconti Erotici EteroTrio

Sardegna

By 18 Febbraio 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

Sardegna.

Un weekend da sola. Dopo molto tempo.

Poco nella valigia. Solo il necessario per la spiaggia e una vestito elegante e sexy nel caso servisse. L’albergo prenotato solo per la bellezza della spiaggia privata e il comfort che sembra promettere.

L’aereo preso di corsa appena in tempo. Ancora in abito da lavoro. Nel trolley il cellulare con la scheda privata per non perdere il contatto con Alice e l’immancabile ipod per estraniarmi da chi mi circonda.

Arrivo di sera. Cagliari è molto calda anche se siamo solo ai primi di giugno. E il taxista mi fa capire quanto mi trova interessante scrutandomi e spogliandomi con gli occhi mentre carica il trolley e mi chiede dove desidero essere portata.

Per raggiungere l’albergo basta una mezz’oretta. E’ giovane e simpatico. Alto e con la carnagione olivastra. Un tipo molto mediterraneo dal fisico piuttosto ben messo. Peccato per quella coda di cavallo. Non mi sono mai piaciuti gli uomini con i capelli lunghi. 

Forse ci prova un po’ troppo, ma è piacevole. Mi chiede se sono sola e quanto mi fermo. E ci gioco un po’.

Ormai ho imparato a essere disinvolta e a giocare con gli uomini. So che la donna sexy elegante e sola fa venire fantasie e voglia di provarci. Ma so anche fin dove spingermi e come fermarmi.

“Riparto domenica sera …‒

“Un week end tutta sola? Se le servisse un accompagnatore …‒

“Ne dubito. Ma può sempre lasciarmi il suo cellulare nel caso avessi bisogno ‒

Non se lo fa ripetere. Mi passa un bigliettino e inizia a decantare i posti nei dintorni che vale la pena vedere.

E che, ovviamente, dichiara di conoscere come nessun altro.

Lo saluto con un sorriso nel cortile dell’albergo.

Ho solo voglia di una doccia e di telefonare ad Alice. E poi di dormire. 

Il checkin e le solite formalità. E lo sguardo del portiere che mi sorride.

Forse è quello sguardo che fa scattare la molla o forse la verità è solo che non riesco a dire prontamente di no quando mi propone di bere qualcosa di fresco insieme e poi mi accompagnerà in camera portandomi i bagagli.

E così approfondisco la sua conoscenza su un divanetto nella hall. Davanti ad una bevanda rinfrescante e qualche stuzzichino.

Scopro che ha 24 anni e che studia economia e commercio. Ma che d’estate lavora per mantenersi gli studi.

Scopro che ha due occhi neri molto profondi e due spalle e pettorali da atleta.

Scopro che la sua conversazione è piacevole.

Scopro che il rigonfiamento sotto i pantaloni è piuttosto pronunciato.

Scopro che toccherà a me fare il primo passo, perché per quanto lo desideri lui non lo farà mai.

E lo faccio.

Allungandomi verso di lui e sussurrandogli all’orecchio inequivocabilmente… “ma non avevi promesso di accompagnarmi in camera?‒

Non se lo fa ripetere. Mi auguro di non aver sbagliato il tipo.

Ma il modo con cui mi sbatte contro la parete dell’ascensore infilandomi la lingua sino in gola mi fa capire che sicuramente non mi sono sbagliata.

Bacia con foga e passione. Sfilandomi la camicia dai pantaloni del tailleur  e cercando la mia pelle. E facendomi capire la forza e la potenza della sua erezione.

Ci ricomponiamo per entrare in camera.  

Ora sono io a spingerlo contro il muro. E a spogliarlo famelica. 

A saggiare i suoi pettorali duri e scolpiti con le mie mani e le mie labbra. Ad abbassargli i pantaloni. Ad inginocchiarmi davanti a lui.

Indossa degli slip bianchi. E quello che vedo mi fa impazzire. Ha un cazzo molto grosso. Curvo verso sinistra. Lungo. Riempie i suoi slip. Inizio a  passarci la faccia, la bocca, la lingua. Senza farlo uscire.

E mi bagno in un modo incredibile sentendo il suo odore di maschio e immaginando cosa mi farò fare da quel cazzo.

Mi tiene la testa tra le mani. Giocando con i miei lunghi capelli biondi e spingendo ogni tanto sulla nuca.

Nel frattempo mi spoglio frenetica. Peccato solo doverlo lasciare per sfilarmi i pantaloni.

Rimango con le autoreggenti nere e il perizoma e lo trascino sul letto.

Mi sdraio e lo faccio salire a cavalcioni sopra di me sfilandogli lo slip.

Ora che me lo sbatte tutto in faccia mi rendo conto di quanto è grosso. Lungo e largo. Ma soprattutto è durissimo.

Lo prendo con entrambe le mani e inizio a spompinarlo con foga mentre lui allunga la mano scosta il perizoma e inizia a scoparmi con due dita.

“Succhialo tutto … mangialo… Ti piace vero? A giudicare da quanto dei bagnata devi avere una gran voglia di cazzo …‒

Oddio se mi parla anche così, è proprio finita. Mi eccita essere trattata da porca. E mi fanno impazzire gli uomini che oltre al loro corpo usano anche le parole.

“Scopami in bocca, porco ….‒

Lo sento arrivare fino in gola mentre alzo il bacino per sentire le sue dita riempirmi la fica e godo così … dopo pochi colpi di cazzo in bocca …

“Stai già godendo puttana… l’hai appena assaggiato e già non capisci più nulla… hai la fica fradicia…ora te lo faccio sentire fino in fondo alla pancia …‒

Mi gira come un fuscello e si piazza dietro di me per scoparmi da dietro.

Le mani forti a stringermi i fianchi e il cazzo che mi apre in due.

“Siii… scopami così porco …scopami come una troia ….‒

Perdo la testa sotto i suoi colpi di cazzo. Sotto le sue spinte sempre più frenetiche. E godo nuovamente.

Mi scopa a lungo e gli orgasmi si susseguono. Si ferma solo quanto basta per farmi cambiare posizione  per poi riprendere senza sosta.

“Prendilo tutto puttana… fatti sbattere per bene … come una troia vogliosa… godi puttana …godi ancora … Ti piace essere scopata a lungo ….‒

“Siii … è groosso …è durissimo …non fermarti porco …dammene ancora … lo voglio … dammelo tutto…‒ 

Adoro gli uomini che sanno scopare così. A lungo. Senza venire dopo pochi colpi. Pensando soprattutto al piacere della femmina che è con loro e questo ragazzo è un vero toro.

Sono io a chiedergli di schizzarmi tutto addosso mentre mi scopa da sopra. La voglio sulla pancia, sulle tette, voglio sentirmi allagata dalla sua sborra.

Gode e schizza urlando tutto il suo piacere. E poi si accascia sul letto sfatto.

E’ l’inizio di una lunga notte. E di un lungo weekend di sesso.

annamariasegreta@gmail.com

 

  

 

Dopo la prima, lunghissima, scopata il ragazzo è stato davvero all’altezza.
Aveva sicuramente capito con chi aveva a che fare.
Una bella quarantenne, per qualche strana ragione, a lui ignota, vogliosa di cazzo e di orgasmi.
E di orgasmi me ne ha saputi regalare davvero tanti durante la notte.
Rigirandomi e prendendomi in mille modi con una resistenza davvero impressionante.
Non era più il ragazzo impacciato davanti alla bella signora milanese della reception.
Aveva capito che ora era lui a dominarmi, a possedermi.
E che le uniche cose che volevo erano il suo cazzo e godere….

Dopo poche ore di sonno sarebbe sicuramente stato pronto a ricominciare.
Ma la giornata non era per lui.
Glielo dissi appena uscita dalla doccia, nuda sotto l’accappatoio.
“Se vuoi resta pure qui a riposarti … Io scendo a fare colazione e poi corro in spiaggia …”
“Sono libero oggi. Ho il turno stasera. Ti raggiungo…”
“Preferirei di no … e poi … stasera sono di nuovo qui ….”

Un paio di calzoncini sopra a un tanga minuscolo, una maglietta, un paio di sandali e il necessario per il mare e via ….
L’ho lasciato lì. Sicuramente a pensare a come riprendermi e continuare a scoparmi per un altra notte ….

La spiaggia era davvero quello che la pubblicità annunciava.
Attrezzata, con la sabbia bianca e sottile e un mare e un sole incantevoli.
Ho recuperato le fatiche della notte sdraiata al sole su un lettino senza curarmi di ciò che mi circondava.
Solo l’ipod e qualche telefonata ad Alice a staccarmi dal piacere del sole e del mare.

Spesso il pensiero tornava alla notte appena trascorsa. Al piacere che quel ragazzo sconosciuto aveva saputo darmi. A come mi aveva fatto sentire puttana.
E alla voglia che ancora avevo di godere.

Fu verso sera che decisi di guardarmi intorno.
Di vedere se la spiaggia offriva qualche esemplare di maschio davvero interessante o se … avrei dovuto attendere la fine del turno del portiere dell’albergo ….

Non c’era molta gente in verità. Ma qualche bell’esemplare di maschio non mancava.
E non mancavano i maschi che gettavano gli occhi verso il mio lettino.

Come spesso mi capita fu il caso a decidere per me.
Il caso e l’audacia del ragazzo che chiudeva gli ombrelloni e sistemava i lettini ormai lasciati vuoti.
Da un po’ avevo notato i suoi sguardi mentre passava davanti a me. Sempre più spesso in realtà.
Avevo notato i suoi sguardi e apprezzato il suo corpo.
Sodo e muscoloso come piace a me. Abbronzato. E con un rigonfiamento notevole sotto i pantaloncini da mare.
Non mi vergogno a  dirlo. Non sono di quelle donne che dicono che le misure sono irrilevanti. Al contrario. Se devo scegliere un maschio per una scopata cerco sempre di sincerarmi che sia messo bene.
Diciamo che è una specie di “assicurazione”. Non sapendo quanto a bravo sia a letto un uomo è l’unica cosa che si può verificare prima.
E poi la mia esperienza mi dice che gli uomini ben dotati sono più sicuri di sè a letto. Più sicuri e più decisi. E questo è già un buon inizio.

Bevevo una bibita mentre lo sentii dietro le spalle parlare con qualcuno.
“Ma hai visto che figa la bionda? Me la scoperei all’istante …”
“Cazzo se l’ho vista. Ma non è roba per te quella. Non vedi come se la tira. Stacci attento, capace che dice in direzione che l’hai importunata…”
“Secondo me ha una gran voglia di cazzo …E’ da stamattina che ho il cazzo duro ogni volta che la guardo…”

Decisi di vedere se il ragazzo era solo parole oppure no nel momento in cui sistemava l’ombrellone e i lettini a fianco al mio.
“Scusa … puoi avvicinarti un secondo …devo chiederti una cosa …”
“Dica signora”
“Dimmi un po’ …cosa ti fa pensare che io abbia una gran voglia di cazzo?”
“Ma ..cosa dice? …perchè …”
“Che fai? Balbetti? Non era questo che dicevi poco fa?”
“….. si però … insomma ….”
“Beh per tua informazione … è vero …. Ma non so se tu sei all’altezza di togliermela …”
“Credo proprio di si …ma lei mi sta solo prendendo in giro … non volevo offenderla mi creda..”
“Dici? …. e se invece non fosse così?”

Il mio sguardo era inequivocabile. E del resto ogni volta che ho scelto una preda non mi sono mai sentita dire di no, nonostante i quarantanni suonati.
Non sono servite molte altre parole. Solo il numero della mia camera e l’ora in cui l’avrei aspettato.
Subito dopo cena…non avesse funzionato potevo sempre rifarmi col portiere…”

Una doccia e tanta crema sul mio corpo arrossato dal sole della giornata. Una cena veloce. E poi l’attesa.
Bussò 5 minuti prima dell’orario concordato, facendomi venire voglia di farlo aspettare lì fuori. Ma altre voglie erano decisamente più pressanti e apriì.

Jeans aderenti e infradito. Una camicia bianca e i capelli tirati col gel. Decisamente ancor meglio che in spiaggia. Un po’ di imbarazzo nei saluti.

“Vediamo un po’ se sei solo chiacchere ….”
Ero seduta su una poltroncina mentre lui era in piedi difronte a me. Decisi di stupirlo ancora di più con la mia sfrontatezza, passandogli subito una mano sul cazzo.
“Come vedi è vero che ho voglia di cazzo …e da quanto ho visto prima il tuo promette molto bene …”
Intanto gli slacciavo la cintura e gli abbassavo i jeans.
Non portava slip sotto e me lo trovai subito davanti alla faccia.
Grosso e lungo. Completamente depilato.
Me lo infilai in bocca all’istante sentendolo crescere sotto la mia lingua e le mie labbra.

Un bel cazzo davvero. Ma poco resistente. Bastarono pochi minuti per sentirlo urlare ed ansimare.
“Si cazzo …così …vengo …sborro ….”
La delusione per l’orgasmo così repentino si è mischiata subito al piacere che una donna prova nel sentire quanto fa godere il maschio che è con lei.
E sapevo bene che ero solo all’inizio.

Dopo il pompino la sua sicurezza è aumentata e ha cominciato a dedicarsi al mio piacere, inginocchiandosi e leccandomi a fondo. Alternando lingua e dita. Ero fradicia e pronta per essere scopata per bene.

Allungai un piede a cercare di capire la consistenza del suo cazzo. Ed era di nuovo pronto.
E’ una delle cose davvero piacevoli dello scopare con ragazzi giovani. Sono subito pronti dopo l’orgasmo.

“Lo senti quanto sono bagnata porco? …E’ la voglia del tuo cazzo, di essere scopata come una troia da te …”
“Ora te lo do tutto …fino in fondo…prendilo …”

Inizio a cavalcarmi e a stantuffarmi senza pietà. Come una troia si merita.
Come  a me piace.
Venni ripetutamente sul suo cazzo durissimo fino al suo secondo orgasmo che volle ancora darmi in bocca.
“Bevila tutta …lo so che ti piace la sborra ….”
“Si dammela …porco …”

Rimaniamo un po’ così. Sdraiati e sfatti dopo la lunga scopata.
Sino al momento in cui il telefono della camera suona.
Rispondo mentre il ragazzo raggiunge il bagno e scopro che è il portiere.
Ha finito il turno. Mi propone di uscire.
Gioco un po’ al telefono fino a che mi scatta la molla.
E decido che vale la pena rischiare.
“Perchè non sali tu invece …? Ti aspetto…”

L’idea di farmeli insieme basta a farmi bagnare di nuovo.
Apro la serratura della stanza e raggiungo il ragazzo sul letto con il tipico atteggiamento della femmina in calore.
Lo prendo in mano e inizio a segarlo. Voglio che l’altro mi trovi così.
Porca e con un grosso cazzo in bocca.

Quando la porta si apre entrambi restano bloccati per la sorpresa.
Mi gusto la situazione. Non servono molte spiegazioni. Basta un…
“Vieni … il mio amico non è certo geloso … vero?”

Dopo pochissimo sono in mezzo a loro.
Hanno capito che possono farmi di tutto e che voglio lasciarmi fare di tutto.
Hanno capito che non mi basta mai.
E che godo per come mi fanno sentire troia.

Il portiere è decisamente più porco del ragazzo della spiaggia e dopo poco guida i giochi.
Ma entrambi hanno due cazzi davvero favolosi. Grossi e duri.
E dopo due orgasmi anche il ragazzo della spiaggia non è da meno del portiere nemmeno a resistenza.

Mi sento veramente femmina. Unicamente un corpo alla ricerca del piacere.
E con due maschi così gli orgasmi si susseguono.
“Vi voglio insieme ora…”
Non se lo fanno ripetere.
Il ragazzo mi fa salire sopra di lui aprendomi il culetto a beneficio dell’altro che con un colpo deciso mi apre anche dietro.
Li sento dentro di me. Si muovono un po’ scoordinati tra loro ma mi fanno letteralmente urlare di piacere.
“Godi troia…ti piacciono i cazzi duri e grossi…senti come ti sto aprendo il culo…”
“Si porco ..sfondami …godo….”

La doppia dura a lungo e mi lascia sfatta e piena di sborra sul letto.

Ma so già come finirà.

Una bottiglia di champagne. Un po’ di riposo. e almeno un altro paio di round.

annamariasegreta@gmail.com

E dopo quel weekend sono tornata più volte in quello splendido angolo di Sardegna.
Mi piaceva l’albergo. Il mare. Quella spiaggia discreta e poco affollata.
E, sarebbe falso non riconoscerlo, mi piaceva il portiere.
Decidere di tornare lì coincideva col sapere che mi sarei presa il suo cazzo.
E, ovviamente, bastava questo pensiero per bagnarsi.
Il ragazzo della spiaggia, invece, non lo rividi più.
Sparito, sostituito da altri ragazzi di stagione che hanno preso il suo posto.
Del portiere dell’albergo avevo invece tenuto il numero di cellulare che aveva insistito per lasciarmi dopo quel primo week end.
“Tanto non lo userò mai” gli avevo detto sicura e un po’ distaccata.
Del resto ho quasi sempre fatto così. Raramente ho cercato una seconda volta gli uomini con cui mi sono tolta le mie periodiche voglie di sesso.
E’ anche questo un modo, una scelta, per rimanere tranquilla. Per isolare la mia vita personale e professionale e tenerla completamente al riparo da ciò che provo e faccio durante le mie avventure.
Poi verso la fine di un settembre particolarmente caldo a Milano, quella decisione di tornare per un nuovo fine settimana.
Con la convinzione che tanto avrei gestito la situazione al meglio e comandato comunque i giochi.
La scheda privata nel mio telefono, il numero recuperato da un agendina e pochi secondi dopo aver confermato camera e aerei un sms praticamente senza parole. Numero e orario del mio volo di arrivo e numero e orario del mio volo di partenza. E il mio nome.
La risposta mi ha colpito e fatto sorridere.
“Scommessa persa: lo hai usato. Ci sarò.”
Avrei dovuto capire già da quell’sms che le cose sarebbero completamente cambiate rispetto al nostro primo incontro e alle due notti passate insieme all’inizio di giugno.
Non avrei più trovato lo stesso ragazzo di inizio estate. Inizialmente impaurito e timido davanti alla bella e elegante quarantenne milanese in vacanza.
Ora lui sapeva chi ero. E sapeva che se tornavo lì era solo perchè avevo voglia di sesso, di sesso e di cazzo, di essere femmina, usata, posseduta.
E ci ha messo pochissimo a farmelo notare.
Parandosi di fronte a me al terminal degli arrivi e infilandomi la lingua in gola dopo pochi secondi.
“E così la signora ha deciso di usare il mio numero. E chissà come mai? Non sarà che le è tornata la voglia del mio cazzo? La voglia di farsi sbattere per un intero fine settimana?”
E mentre lo diceva non si staccava da me facendomi sentire per bene la sua erezione e tenendo le mani ben strette sul mio culo.
“E ci siamo messe pure in tiro vedo. Molto bene. Andiamo. Non credo tu voglia perdere tempo e nemmeno stare qui in mezzo a tutti”.
Lo seguii alla sua auto e poi nel luogo in cui aveva deciso di portarmi.
Mentre guidava la conversazione allegra e simpatica che mi avevano catturato quella sera si mischiavano a gesti e frasi che inequivocabilmente chiarivano chi comandava il gioco da quel momento. Chiarivano che ora ero io ad essere sua.
“Sei davvero figa sai con quel vestitino” …e intanto allungava una mano tra le mie cosce… “E scommetto che sotto hai un perizoma de troietta quale sei. E’ già bagnato vero signora? Fammi un po’ sentire”
Ero tesa, preoccupata. E nello stesso tempo soggiogata da lui. Presa da come mi stava trattando.
Aprii le cosce e protesi il pube a cercare la sua mano.
Ero un lago e se ne accorse ovviamente subito.

E da quel momento tutto cambiò.
Ora ero la sua femmina. La donna che poteva sottomettere e possedere in ogni modo.
La donna che non aveva in testa altro che la voglia di godere. Di essere presa in ogni modo e in ogni buco. La donna che desiderava solo il suo cazzo, le sue mani forti, il suo corpo maschio e la sua voce che mi entrava in testa e in ogni parte del corpo.
La donna che sotto quella patina di eleganza e di serietà era solo una troia vogliosa di farsi scopare.

Ho molte immagini di quel weekend. Di quello e di quelli che si sono succeduti da allora.
E sarebbe troppo lungo riportare qui ricordi, sensazioni, orgasmi.

Ci siamo rivisti anche dopo che ha smesso di fare il portiere d’albergo.
Dopo che si è laureato e fidanzato con una sua coetanea.
E sempre nello stesso modo. Io schiava del suo cazzo duro e resistente.
Del suo cazzo enorme che mi ha aperta mille volte in ogni buco del mio corpo facendomi urlare dal piacere.

Il numero del suo cellulare è sempre su quell’agendina.
L’ho usato più volte. E so che presto lo userò ancora.

Ti adoro, porco.

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