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Racconti di DominazioneRacconti Erotici Etero

Sesso con pubblico equestre

By 14 Ottobre 2017Dicembre 16th, 2019No Comments

Non serviva la sveglia, Rosina, alle sette e trenta, li tirò giù dal letto più puntuale di un orologio svizzero, come ogni persona di una certa età! Si sa che si svegliano alle prime luci del giorno insieme al canto dei galli.

I due ragazzi si precipitarono in sala dove la signora aveva preparato la colazione. ‘Certo che Yoshie &egrave una ragazza sveglia!’ pensò Mattia.

Non avrebbe potuto scegliere luogo migliore a cui ristorarsi durante il loro trekking a cavallo, e gratis! Si chiedeva in che rapporti fossero, ma non era importante, la sua mente era persa negli occhi celesti della ragazza che parevano brillare di luce propria, ragazza più solare di quella non l’aveva mai conosciuta. Il sorriso di lei metteva in evidenza le sottili, ma ben scolpire labbra rosee, pensieri impuri attraversarono la mente del ragazzo’

Una pacca sulle spalle da parte di Rosina lo riportò alla realtà, fissava la donna chinando la nuca verso il basso, era inevitabile: lui uno e ottanta e l’anziana’ uno e venti?

‘Mattia, ragazzo mio, mangia! Non fare complimenti!’ incitò con genuina allegria.

‘Sì, signora la ringrazio.’ con un sorriso forzato.

La sua arroganza avrebbe voluto prendere il sopravvento, ma si limitò per rispetto.

La tavola era imbandita meglio di un Hotel in valle d’Aosta.

‘Non vi preoccupate, anche i cavalli stanno facendo un carico di calorie’ Ammicco Rosina con un sorrisino che rivelava i suoi pochi denti e, per giunta, marci.

Mattia non si fermò per ulteriori convenevoli, si sedette fronte a Yoshie e si misero a mangiare.

Non perdeva mai occasione per ammirarla, sembrava timida e impacciata, ma lui sapeva benissimo che dietro a quel faccino da ricca principessina si celava una persona che, quando voleva, poteva scontrarsi con un titano proveniente dagli inferi e trasformarlo in un docile cagnolino da borsa, anzi no’ Direi che peluche sia il termine più appropriato.

‘Con questa colazione abbiamo anche pranzato!’ Affermò lei, a voce bassa, spostandosi delicatamente una ciocca di capelli neri dietro l’orecchio destro dando una bella vista della pelle chiara.

‘Parla per te, principessina!’.’ Un fulmine attraversò la sua mente: ‘Come ho fatto a farmi amica una miliardaria?’ ma venne subito scacciato, era ovvio! I suoi occhi eterocromatici avevano fatto c’entro, no? Era più comodo pensarla così.

Il botta e risposta divertì l’anziana signora che, mentre sparecchiava, li incitò ad andare a preparare gli animali per proseguire il viaggio. Avrebbero dovuto percorrere trenta chilometri entro sera, dovevano sbrigarsi.

I loro sguardi si incrociarono, non serviva aprire bocca: ‘a chi arriva prima?’ il cenno di lei indicava un sì. Lungo la corsa non mancarono i dispetti l’uno verso l’altro giungendo alle stalle fissati dai cavalli attraverso le finestre dei box.

Il primo a raggiungere la meta fu Mattia che cominciò ad atteggiarsi a gran vincitore nutrendo l’ego.

‘Ho vinto io, principessina!’ Esultò osservando la ragazza piegata in due con il fiatone.

Era evidente la diversità di fisico e allenamento. Lui passava intere giornate in campagna a lavorare, sotto il sole che gli aveva dorato la pelle rendendo le lentiggini sul suo volto meno evidenti. Lei una ragazza diciottenne che non aveva mai lavorato, il giorno che l’avrebbe fatto sarebbe stata una direttrice d’azienda, senz’altro molto capace, ma comunque non era un impiego che necessitasse di un fisico palestrato!

‘Non sei abituata, eh!’ fece notare subito con l’intento di infastidire la sua coetanea.

Il frisone, alle sue spalle, tirò indietro le orecchie e sollevò la testa, quasi si sentisse toccato anche lui. Yoshie gli rivolse uno sguardo di intesa. L’animale capì la richiesta e, afferrandolo dalla maglietta, strattonò il ragazzo sbattendolo al suolo.

Lei non perse tempo e gli saltò addosso mettendosi a cavalluccio del suo ventre e, con i palmi poggiati sul petto di Mattia, lo incalzò con uno sguardo birichino.

‘Però io ti ho atterrato!’ Esordì con la voce soddisfatta e maliziosa.

Per un attimo lui rimase intontito dalla situazione, fissava quella creatura negli occhi, i primi pensieri furono diretti al fatto che fosse ancora più leggera di quanto si aspettasse, i secondi a quanto quel tornado gli avesse stravolto la vita. Lui, che aveva sempre visto i ricchi come snob, si era ritrovato come unica e migliore amica una miliardaria’ Era indeciso se fosse culo o uno scherzo divino.

Cacciò i pensieri dissentendo con la testa e, facendo leva sui gomiti, si mise a sedere spostandola di peso e costringendola ad aggrapparsi alle sue spalle per non ribaltarsi. Neanche in quella posizione riusciva a superarlo in altezza. Sarà stata un metro e cinquanta, al massimo uno e sessanta.

Ancorato con i palmi al suolo per sorreggersi gli si avvicinò, pericolosamente, al volto. Pareva che le loro labbra si sfiorassero e, tentando d nascondere che il suo cuore aveva perso un battito, la provocò.

‘ Veramente &egrave stato il tuo simpatico animaletto!’ cercò di sfoderare la sua voce più seducente.

Lei tentò di atteggiarsi a falsa offesa, ma appena tolse le mani da Mattia si sbilanciò all’indietro. Lui l’afferrò prontamente con il braccio destro riportandola dov’era, ma il fallimento non le cucì la bocca.

‘Perché tu, davvero, credi che senza Yomi non avrei potuto atterrarti? Chi ti dice non abbia eseguito un mio comando?’ Sorridendo lussuriosa e avvicinandosi sfrontata alle sue labbra, per la seconda volta a un soffio di distanza.

‘Mettiamola così: credo che una formica, per quanto forte, non possa spostare una montagna, ma se credi di riuscirci’ ti sfido!’ agitando le sopracciglia sicuro di sé.

Effettivamente gli sforzi di Yoshie non lo spostarlo di mezzo millimetro, ma senz’altro riuscirono a divertirlo. Lui sorrideva con la testa all’indietro guardando con la coda dell’occhio la sua cavalla.

Con uno sbuffo si rimise composto osservando la ragazza e riportandola sull’attenti.

‘Allora, principessina, non sei ancora convinta?!’ Chiese lasciando trasparire una lieve nota di esasperazione.

‘Non vale! Non ci riesco solo perché tu sei appoggiato ai palmi. Come spostare una barca ancorata!’ Rispose con un broncio finto, lagnandosi come una bimba.

Stava, palesemente, tentando d’arrampicarsi sugli specchi. Dovette ammettere con se stessa che la differenza di forza la urtava.

‘Va bene, voglio essere buono.’

‘Cos..!’

Non le diede il tempo di rispondere che sollevò i palmi dal suolo e si sedette composto avvolgendola con entrambe le braccia per non farla cadere. Era stata costretta ad appoggiarsi, totalmente, a lui. Appoggiata sul suo basso ventre, le ginocchia strette sulla schiena temendo lui lasciasse la presa.

‘Guardati, ora sei anche bassa quanto giusto!’ Istigò. L’attimo di sorpresa svanì molto in fretta.

‘E tu sei sempre arrogante, saccente, stupido e bastardo come al solito!’ Attaccò lei aggrappandosi nuovamente alle sue spalle e sollevandosi quanto poteva.

‘Ti piacciono proprio le mie spalle, eh?’ Avvicinandosi al suo volto e sussurrandogli sulle labbra.

Yoshie aprì bocca per parlare, ma venne zittita dalla lingua che si stava intrufolando come un ladro in chiesa. Non si tirò indietro, intrecciò la lingua dando passione a quel bacio. Intanto i suoi occhi vagavano furtivi per la stalla alla ricerca di qualcosa, ma cosa?

Con un istinto meccanico la sua esile figura si appiattì sul ragazzo strusciando le sua intimità sul membro di Mattia che reagì con una evidente erezione.

Le labbra carnose di lui si staccarono con un sorriso soddisfatto, aveva voglia di scoparsela.

‘Re Julien, che ne pensi di un giochino?’ Propose con altrettanta voglia.

‘Ti piacciono i giochi, eh? Sentiamo.’

‘Io vedo un ragazzo con un occhio castano e uno azzurro legato e cavalcato. Guarda che cavalco alla grande!’ alluse lei indicando il frisone, che arretrò le orecchie.

‘Se lo cavalcherai come cavalchi quell’animale, bhe’ direi che non ci sono dubbi.’ Rispose a fiato corto con le mani sotto i suoi abiti accarezzando ogni centimetro di quella pelle morbida che lasciava il senso del tatto in fibrillazione.

Lo legò con la prima corda trovata. ‘Mh, che corda inadatta hai scelto principessina, neanche fare un nodo sei in grado’ Pensò allarmando la ragazza con il suo sorrisino.

‘Cosa c’&egrave? Non &egrave legato bene? Perché ridi?’

‘Rido perché non credevo mi legassi tanto stretto, hai paura che scappi?’ Mentì.

Non lo stava neanche ascoltando, era intenta a togliergli i pantaloni e succhiargli il membro. Non aveva grande esperienze, ma era decisa a farlo godere, voleva farlo venire così velocemente da potersene vantare per l’eternità. Sapeva muovere la lingua divinamente, delicata e rapida. Con la mano sinistra accarezzava i testicoli e con la destra avvolgeva la base del pene esercitando una lieve pressione accompagnata da leggeri movimenti sincronizzati con la bocca.

‘Quelle labbra come cornice del mio cazzo sono ancora più belle!’ pensò lui sempre più eccitato mentre si godeva quelle magnifiche scosse di piacere che percorrevano il suo corpo. ‘Sei fantastica, ma se non ti sbrighi facciamo notte!’ concluse la sua mente esasperata da quel piacere statico che non riusciva a soddisfarlo.

‘&egrave così che vuoi cavalcarmi?’ Domandò biascicando le parole tra una scossa e l’altra. ‘Questo non &egrave cavalcare piccola mia.’ con tono quasi disprezzante atto ad innervosirla.

Non dovette supplicare perché lei si mosse, i pantaloni da equitazione così attillati gli avevano dato idea perfetta delle sue forme, ma senza’ senza era ancor più magnifica, un culo sodo e alto che pareva una scultura. Il suo sguardo cadde sulle sue parti intime prive di pelo. ‘Fatti sbattere piccola troietta, dannato me quando ti ho dato il consenso a legarmi’ si maledisse.

Lei non pareva della sua stessa opinione, gli si sedette in faccia strusciandogli la sua intimità sulla faccia. Il solo odore lo fece impazzire. Con le mani ancora legate gli afferrò le cosce costringendola a sedervisi del tutto sul suo volto. Prese a leccargliela con foga udendo i suoi gemiti e bloccando ogni tentativo di fuga. La sentiva tremare sopra di sé. Un sapore così delicato e afrodisiaco’ Avrebbe voluto continuare a leccarla per sempre ma il suo cazzo reclamava, voleva anche lui assaporare quella figa così bagnata e calda.

‘Matti” lo chiamava con voce tremante in preda al piacere.

Non voleva sentire ragioni e non riusciva ad attendere ulteriormente, la spinse via e con un gesto nervoso si liberò senza fatica.

‘Avevi dett” cercò di reclamare, ma venne interrotta con rabbia.

La afferro per i capelli e con una mano alla gola, stringendo quanto bastava a farle perdere il fiato necessario a ribellarsi, o parlare, e la mise a pecora. Le liberò la gola schiacciandola sul pavimento con forza.

‘Ho mentito! Ora ti mostro cosa significa dominare una troietta.’ Rispose tra i denti tentando di trattenere i suoi istinti animaleschi.

Entrò in lei senza complimenti udendo i suoi gemiti di piacere, lo accolse una figa stretta segno delle sue poche, o nulle, esperienze sessuali. Affondava con violenza e decisione fino infondo, riempivano la stalla di suoni vergognosi. Non era soddisfatto, voleva urlasse, doveva sentirla tutto il paese.

La mano destra che la schiacciava al suolo si serrò il un pugno imprigionando quei lunghi e lucidi capelli neri e la tirò verso di sé usandoli come le redini di una testiera. La mano sinistra le afferrò le anche agevolando gli affondi. Voleva scoparle l’anima, entrarle in profondità, farle perdere i sensi dal piacere, piacere di cui sarebbe diventata dipendente.

La mano scivolò sotto la maglia che liberò un seno dalle costrizioni della biancheria intima strizzandolo e giocando con il capezzolo. Non durò molto prima di prenderla a sculacciate.

‘Ah! Mattia’ !’ Urlò lei al primo colpo.

‘Mattia cosa? Senti come sei bagnata, fai lo stesso rumore di un bambino che salta in uno pozzanghera!’

Aveva soltanto una mano libera, ma non gli impediva di renderle entrambe le chiappe rosso fuoco. Come si suon dire: un dritto e un rovescio.

Un concerto di suoni che appagavano il suo udito. La mano destra, nuovamente, attorno alla gola, voleva farla venire, voleva lasciarle i segni del suo passaggio e farla sentire posseduta.

‘Guarda che bel culo rosso, altro che frusta! Vuoi essere anche speronata, dolcezza?’ Chiese ironicamente con un tono da maniaco. ‘Cosa c’&egrave? Hai perso la capacità di formulare frasi? Sai solo più gemere come una troia?’ S stava incazzando, voleva le urla, ma quella principessina non ne voleva proprio sapere. Doveva sfondarle anche il culo? Non c’erano problemi.

Le sputò sulla parte con l’intento di lubrificarla leggermente, giusto perché era un gentiluomo, prima di uscire dalla figa e penetrarla con irruenza fregandosene del possibile dolore arrecatole.

‘Ah’ Matty, fa male! Ah…’ Ad ogni affondo prese ad urlare, forse inizialmente era dolore, ma ben presto diventarono versi di puro piacere.

Afferrandole nuovamente i capelli la sollevò di peso, costringendola a reggersi sulle ginocchia e portandosela al volto, guancia contro guancia.

‘Visto? Basta sopportare un pochino, senti come urli? Ecco.’ le sussurrò all’orecchio con voce tagliente.

Entrambi al culmine del piacere. Con la mano sinistra le avvolse il ventre stringendola a sé, poco prima di venire all’unisono e lasciare la ragazza stravolta al suolo. Ansante si alzò passandosi una mano tra i capelli castani fradici di sudore, orgoglioso del suo operato.

Yoshie tentò di reggersi in piedi, ma in un attimo lo sbalzo di pressione la costrinse al suolo. Ansimando cercò gli occhi del ragazzo che la osservava con le mani sui fianchi, appagato.

La scavalcò e con una carezza alla sua cavalla tornò con lo sguardo su di lei che non aveva mai perso il contatto visivo.

‘A ognuno i suoi meriti, tu sei brava a cavalcare i cavalli, ma per quanto riguarda il sesso sono io il migliore. Esistessero le olimpiadi” Si atteggiò ironizzando con arroganza ricevendo un espressione rassegnata da parte della ragazza.

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