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Sì, mia troia

By 6 Aprile 2016Dicembre 16th, 2019No Comments

“Ammetto che hai un certo ascendente su di me…” Sai che mi costa confidartelo e sorridi, mentre le mie labbra scandiscono questa confessione a pochi millimetri dal tuo sesso.
Turgido, pulsante, lucido dei miei baci, svetta impugnato nella tua mano negandosi ad altre mie delicate carezze. Leggo nel tuo sguardo che non ti basta che io sia in ginocchio davanti a te, remissiva, non ti basta che sospiri la mia arrendevolezza nei tuoi confronti,vuoi proprio tentarmi, spingermi sull’orlo del desiderio più profondo.

Chiudo gli occhi e lascio che la sensazione del tuo glande che poggia e scivola lentamente sul contorno della mia bocca semiaperta mi scateni qualche brivido. Com’&egrave caldo. La punta della mia lingua cerca di solleticare l’asta, ma come la tocco la tua mano mi sottrae il tuo sesso. Uggiolo un paio di volte cercando di convincerti che non lo farò più.

Vorrei ingoiartelo ma sarei padrona del gioco e vuoi condurre tu, vuoi tentarmi, rendermi, spingermi a sospirare dal desiderio.
Mi porto una mano al sesso rorido che sta stillando gocce di piacere, mentre la tua cappella continua a scivolare sulle mie labbra, in continua negazione.

“dammelo…” Sospiro. “lo vuoi?” Scandisce la tua voce sopra di me, mentre il prepuzio poggia a metà del labbro inferiore, pulsando. Vorrei scattare a mangiartelo ma non posso, lo capisco.
“tantissimo…” Mugulo.
“più forte!” Sogghigni, poggiando il membro sulla mia guancia destra. Scuoto lievemente il viso accennando un sorriso.
“non ti darò questa soddisfazione…” Dice il mio sguardo appena apro gli occhi. La tua verga prende un poco di rincorsa e mi colpisce sulla pelle del viso con un rumore umido e fresco, per poi ripetere dall’altra guancia.

Mi stai prendendo a pisellate, ragazzo mio? Sei sul filo del rasoio, un comportamento che mi irrita totalmente oppure mi fa impazzire.
&egrave un momento in cui potrei alzarmi e aprirti la porta di casa dicendoti di andare a scopare in tangenziale, oppure…

“mmmh…” Hai capito bene il momento. Sospiro a contatto con la tua tumida carne bollente che si appoggia di nuovo sulle labbra. Sono un fuoco.
“implorami.” Sogghigni nuovamente, sbatacchiando l’asta velocemente sulla mia bocca.

*sciaf sciaf sciaf sciaf!*

Rantolo mentre il fuoco del mio inguine divampa, avvolgendomi.
“…bravo…” Sussurro, facendoti smettere di schiaffeggiarmi con il tuo membro. “… Ora non mi tieni più”.
La tua mano mi afferra le guance con decisione, mentre l’altra impugna il cazzo. Aggrotto le sopracciglia mentre le tue dita mi impediscono di chiudere la bocca.

“non devo tenerti, troia. Sei già mia.” Sibili. La voglia di morderti la mano si concentra immediatamente in una palletta di ardente desiderio.
“…sono tua.” Sussurro con la bocca storta e un sospiro.
Il piacere di abbandonarsi.
A te.

Mi infili il cazzo in bocca lasciandomi le guance e afferrandomi i capelli cominci a penetrarmi in gola. Un rumore oscenamente liquido comincia a spandersi nella stanza.

*gllk gllk glllk *

Non mi sento niente altro che il tuo passatempo. E tu il mio. Stasera non volevo altro, volevo sentirmi il tuo membro in gola, i brividi nella schiena, la fica gonfia colare sulle cosce, le ginocchia doloranti per la posizione.
Dammelo in gola. Scopami la bocca. Vieni. Dissetami. Saziami. Voglio solo essere la tua femmina.

“credi che mi accontenterò di scoparmi questa boccuccia da troia?” Chiedi, sfilandoti il cazzo dalla mia gola con un rumore risucchiato, quasi di sturamento di un ingorgo, liquido, meccanico, anatomico. Mi brucia un po’, tossisco.

“credo che ti” *colpo di tosse* “accontenterai solo di sfinirmi…” Rantolo poggiando una mano a terra e chinandomi un poco in avanti. Avrei preferito non uscissi così, ma non si può essere la tua troia e lamentarsi di essere usate come tali.

Sento il tuo sesso sui miei capelli, come una spada sul capo di una nominata cavaliere, mentre fisso per terra.
“sei la mia troia.” Scandisci lentamente.
“… Sono la tua troia.” ripeto altrettanto lentamente. Lo sono. Riesci a farmelo essere. “… La tua troia con la fica in fiamme.” sussurro facendoti ridere.

Alzo il viso guardandoti negli occhi. Paradossalmente vedo tutto questo come un reciproco gioco. Io sarò la tua troia ma senza di me non saresti qui. Hai bisogno della tua troia, perché le altre possono solo essere delle sciacquette. Io ti faccio impazzire, io mi faccio scopare in gola, io mi faccio poggiare il membro in testa come un onore.

“Fammi vedere cosa sai fare. Ho voglia di godere.”dici togliendoti la mano dal sesso imponente. “… Poi dovrai, e sottolineo il termine imperativo, portarmi di nuovo a volerti. Velocemente. Se non ti riesce, la tua fichetta in fiamme te la terrai cosi.”

Alzo un sopracciglio afferrando il sesso.
“&egrave una sfida? Credi che non riuscirò a soddisfarti?” sorrido cominciando a masturbarti “… Posso farti venire e tornare duro come il marmo in un attimo, non sono quelle ochette da due soldi che ti sbavano sul cazzo come delle principianti.”

Bacio appassionatamente il tuo vigore, e ne sospiri.
“… Sono la tua troia, non una qualsiasi.” Sorrido sulla tua cappella, cominciando ad adorarti il cazzo.
Sì, adorarti. Venerarti. &egrave il tuo membro, &egrave il mio desiderio, non &egrave un pompino, non &egrave masturbazione, non sono leccate, succhiate, baci. &egrave un’adorazione del tuo vigore. Un rito, un cerimoniale, un turbine di tenderti verso l’orgasmo e frenare, adorare ogni millimetro della tua pelle e del tuo sesso.

Se fossi una che guarda l’orologio, saprei dire quanto proseguo la mia adorazione, ma non lo sono.
So che sono il tuo vortice per il godimento che ad un certo punto ti porta a correre verso lo svuotarti le palle, delicatamente tenute nella mia mano, dritto in gola.

Dissetami.
Saziami.
Il tuo succo, il tuo piacere &egrave il risultato di un lavoro fatto bene. Il tuo stordimento affannato mi fa sorridere mentre suggendo le ultime stille dalla punta violacea, ti guardo.

“… Ora…”sussurro alzandomi ignorando l’indolenzimento delle ginocchia “… La mia fichetta &egrave ancora in fiamme” sussurro sul tuo viso, baciandoti. Spero che tu non senta troppo l’acre sapore del tuo piacere. Non penso ti faccia impazzire quanto fa impazzire me.

Mi dirigo al letto, sedendomi sul bordo a gambe aperte. “&egrave ancora in fiamme” sussurro, schiudendola con due dita. “… E solo una dura lotta con l’incendio e litri di liquido piacere potranno spegnerla.”
Sorridi, venendo verso di me. Il tuo membro lievemente afflosciato torna a portata della mia bocca.

“volentieri mi dedicherò a innaffiare il tuo incendio…” Sogghigni. “… Ma l’avrei fatto solo se fossi riuscita a convincermi.”
“era una sfida?” Sorrido, passandomi un dito sulle labbra, mentre con l’altra mano sul tuo bacino lo tiro verso di me.
“certo, sei la mia troia, devi essere all’altezza delle aspettative. Cura, dedizione, inventiva..” Godo nel tuo sguardo sicuro di te, mentre voluttuosamente suggo il mio indice, come figurazione di ciò che farò a breve.

“… Ma come detto, devi farlo velocemente…” la tua mano sul cazzo più flaccido sembra già propormi una nuova degustazione. Mi sfilo il dito fradicio di saliva dalla bocca, portandomi il tuo bacino vicino alle labbra.

“…velocemente.” sorrido, inserendo il dito bagnato dove non ti aspettavi, come non ti aspettavi.
La tua espressione &egrave impagabile. La tua erezione &egrave ammirevole.

Estraggo il dito nell’istante della tua congelata sorpresa, sdraiandomi con un sorriso sul letto.
“Le troie sanno essere sleali. O dotate di inventiva…” dico con noncuranza. Ho vinto la sfida? Sì.
“… Doma il mio incendio. Non ne hai mai visto uno così.” sussurro.
“Sì, mia troia.” annuisci, il tuo tono &egrave estremamente rispettoso, quasi dolce.

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