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Racconti Erotici Etero

Silvietta

By 16 Agosto 2016Dicembre 16th, 2019No Comments

SILVIETTA

Due erano le cose che la gente notava in me: lo sguardo da cerbiatta con cui posavo gli occhi sulla gente, e le mie splendide tette! Ho un seno da fare invidia, lo posso dire… le mie tette sono perfette: tonde, sode, grosse e ben levigate… tutti gli uomini che avevo avuto fino ad allora si erano divertiti parecchio con le mie protuberanze… e con quelle armi sapevo che avrei conquistato Lui! Alberto (questo era il suo nome) mi aveva ispirato sesso fin dal primo momento… poi arrivò il resto.

Nel momento in cui lo vidi entrare al bar in cui lavoravo, decisi che me lo sarei scopato.
In quel giorno di settembre in cui la padrona del locale se n’era andata a casa, lasciandomi in gestione la sala perché c’era poca clientela (e raccomandandosi di chiudere se entro un’ora la mossa non fosse aumentata), lo vidi arrivare e fermarsi davanti al bar. Lo salutai e gli feci cenno di entrare, ma lui rispose con una smorfia, che stava aspettando la sua fidanzata.
Un morso di gelosia mi aggredì allo stomaco e alla psiche… fidanzata?!
Quando detta fidanzata arrivò, non seppi se gridare all’ingiustizia o se sentirmi sollevata… si trattava di Frisbee… a dire il vero il suo nome era Samantha, ma la chiamavano Frisbee per la sua forma fisica… bassa e larga, con viso inespressivo e aria stupida… in somma un pallone era reputato più intelligente, perciò ‘palla’ come nome era troppo generoso… meglio un disco piatto che volava solo se lanciato… così in tutto il quartiere era chiamata Frisbee! Aveva lavorato al bar prima che io arrivassi, e da quando l’avevo sostituita le vendite erano raddoppiate… secondo alcuni il merito era proprio delle mie zinne!
Naturalmente me ne guardavo bene dal chiamarla così, e anzi, per dirla tutta, prima di sapere che era fidanzata dell’uomo per cui sbavavo da un paio di settimane, mi era pure simpatica! Ovvio che tutta la simpatia si era esaurita in un colpo quando avevo scoperto di averla come rivale… poteva la sottoscritta, con le bocce e lo sguardo che si ritrovava, cedere le armi di fronte a un cesso del genere? A proposito, io mi chiamo Silvia, per gli amici Silvietta. Non sono né bassa di statura, né giovane… si vede però che ho l’aria di una ‘silvietta’…

Quando li vidi entrare li lasciai accomodare dai divanetti e chiesi loro cosa ordinavano. Lei un decaffeinato, lui un succo di frutta… mi arrivò in un attimo l’illuminazione… aprii il cassetto dove la padrona che soffriva di stitichezza teneva il Guttalax… e ne rovesciai ben 30 gocce nel decaffeinato di Frisbee… li servii e l’effetto fu quasi immediato. Frisbee si alzò con un urlo!
-Oddìo… devo andare al bagno! Non ce la faccio ad arrivare a casa!!!
-Vai pure è aperto- le gridai e senza nemmeno attendere il permesso si rinchiuse nel bagno…
…in quel momento abbassai un poco le luci e abbassai la serranda del bar a metà, poi presi le chiavi del bagno e la chiusi dentro… poi accesi il cd con la musica più adatta che conoscessi e improvvisai uno striptease… prima mi sfilai i jeans,poi fu la volta della maglietta, e infine quando anche gli intimi volarono oltre il bancone, mi avvicinai e mi accorsi che i suoi pantaloni stavano per esplodere…
-Wow!- esclamai- …chissà se mantieni le promesse…
Poi gli sbottonai i pantaloni e gli abbassai i boxer, da sotto emerse un coso duro e voglioso che avrebbe fatto invidia ai divi del porno, iniziai a leccarlo e succhiarlo con foga e delicatezza, concentrandomi sul bastone, poi guardai verso l’alto, vidi che si stava togliendo la camicia e la canottiera, quindi gli abbassai ulteriormente i pantaloni cercando di aiutarlo a toglierli, e quando fu anch’egli completamente nudo ricominciammo. Si gettò a capofitto sui miei seni e iniziò e succhiarne i capezzoli, a strizzarli e a leccarli.
-Voglio giocare con queste meravigliose tette!- disse- che tette fantastiche!
Dal bagno ogni tanto, lievemente coperto dalle musiche del CD, proveniva qualche gemito di dolore, Frisbee stava male… e non sarebbe uscita molto presto!
Così continuammo il nostro lavoro imperterriti.
Alberto mi sollevò e mi fece adagiare sul divanetto, da quella posizione mi penetrò.
Un rumore dal bagno per un attimo mi turbò: Frisbee aveva terminato il suo travaglio, ma non riusciva ad uscire… sfido, era chiusa dentro dall’esterno!
Senza badarvi continuammo, senza nemmeno curarci dell’allarme che aveva fatto partire tirando un’apposita cordicella situata sopra lo sciacquone.
L’uccello di Alberto stantuffava cadenzato con passo di danza moderna, io godevo come mai avevo goduto prima di allora… ma a un tratto la voce stridula di Frisbee ci allontanò dal sogno.
-Ma che cazzo state facendo?!!!
Avevo dimenticato che al terzo tentativo di allarme, la porta del bagno si apriva automaticamente…
Lo spettacolo che si ritrovò davanti non era certo quello che avrebbe voluto: il suo uomo, completamente nudo, in una posizione più che esplicita con la barista del bar in cui un tempo aveva lavorato…
Ci voltammo sbalorditi… ma non sapendo cosa dire, io restai in silenzio, mentre Alberto rispose prontamente:
-Mi sembra ovvio, no?
Mi aspettavo che l’orgoglio di Frisbee si riversasse in odio e rabbia nei confronti della sottoscritta, e già i miei muscoli si erano tesi, pronti ad ingaggiare una lotta con quel cesso… ma tutto ciò che fece fu scoppiare in un ridicolo pianto sonoro che l’accompagnò mentre usciva abbassandosi per passare sotto la serranda e si allontanava lungo il piazzale…

Da quel pomeriggio sono passati otto anni… ho aperto un locale tutto mio, e da qualche tempo posso pure lavorarci poco lasciando spazio ai dipendenti… Alberto mi ha sposato quattro anni fa, forse arriveranno dei figli… Frisbee invece ci ha tolto il saluto, e so che da qualche tempo se la passa piuttosto male, ma quando Alberto ed io le abbiamo offerto il nostro aiuto, ci ha fatto capire che preferirebbe morire che avere a che fare con noi due… non posso darle torto.
Ciò che è rimasto come allora sono gli orgasmi che Alberto mi procura… dal desiderio di quel pomeriggio, in fretta passammo al sentimento… ora tutt’altro che sopito.

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