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Racconti Erotici Etero

Skiathos

By 12 Ottobre 2007Dicembre 16th, 2019No Comments

Skiathos

Arrivati in albergo, mia moglie era arrabbiata col mondo intero, l’ albergo non le piaceva, fortuna che la compagnia e l’isola erano ottime.
Dopo una notte di tensione, il giorno dopo tutto era diverso.
La bellezza della vista dalla camera , che dava sul mare e faceva vedere il paese di Skiathos ripagava della mediocrità dell’albergo e della camera.
Io mi ero subito adeguato al ritmo della vacanza e sbeffeggiavo mia moglie per il suo muso lungo.
Alle quattro del pomeriggio, vi era la presentazione della nostra hostess, la quale, doveva seguirci nei nostri eventuali problemi .
Andai alla riunione più per curiosità che per altro, avevo già deciso dentro di me che vista la carenza trovata sino a quel momento; mi sarei arrangiato da solo per tutte le mie necessità, così, rimasi piacevolmente colpito dalla bellezza tipicamente meridionale di quella ragazza che parlava agli ospiti .
Era alta circa 1,70, magra, capelli neri fluenti sulle spalle, poco seno, gambe affusolate ,abbronzata da tre mesi di lavoro sull’isola, stretta da una divisa blu arancione, riusciva a emanare una sensualità incredibile.
I suoi movimenti, i suoi sorrisi, la gentilezza e la sua voce, mi avevano creato un eccitamento istantaneo.
Cominciai a fare domande solo per farmi notare e poi a scherzare di tutto e lì cominciò la mia vera vacanza, volevo conquistarla e averla prima di andare via.
Una settimana per possedere quello stupendo corpo.
– Mi chiamo Fabiola, qualsiasi cosa abbiate bisogno sono a vostra disposizione.
– Proprio qualsiasi cosa?
Era la cosa più stupida che potessi dire, ma in quel momento il mio cervello ragionava con le parti basse del mio corpo.
Un sorriso accattivante e uno sguardo oltremodo malizioso diedero la risposta.
Ero io che mi illudevo o lei provava lo stesso interesse nei miei confronti?
– Qualsiasi cosa—
Quella frase aggiunta, mi dava la conferma delle mie sensazioni e la pressione sotto i calzoncini si fece ancora più imperiosa, la mie mente cominciava a pensare: come fare per stare sola con lei.
Le lanciai uno sguardo che non ammetteva sbagli e dissi;
– In quali orari la trovo?
– Dalle 18 alle 20 sempre in questa sala.
Mi allontanai con il profumo della sua pelle che mi avvolgeva, già fantasticavo sul piacere di stare tra le sue gambe, pensavo alla sua bocca stretta, al suo sedere scarno e cercavo il modo di potere stare con lei.
Alle 18 dello stesso giorno ero da lei, aspettai che lei finisse di parlare con gli ospiti e intanto le lanciavo occhiate di desiderio, lei ogni volta che finiva con un cliente, veniva da me e mi diceva;
– Abbi pazienza, vedrai che vale la pena.
Non c’ erano più dubbi, eravamo sulla stessa linea di frequenza e volevamo la stessa cosa.
Dopo circa un’ ora, finalmente si era liberata.
Venne da me e mi disse;
– Andiamo.
Solo una parola: io come ipnotizzato la seguivo e la guardavo danzare dentro quella divisa.
Dopo 50 metri percorsi nelle sale dell’albergo, lei si infila in un bagno per le donne e io dietro: chiude la porta a chiave e senza dire altro si alza la gonna; mi ero distratto a guardare quel piccolo spazio ben arredato, ma, appena vedo la gonna alzarsi, tutta la mia concentrazione torna su di lei, sento delle gocce di sudore imperlarmi la fronte nel momento che vedo il suo piccolo slip, allungo le mani per prenderla e baciarla ma lei mi ferma le mani, le stringe forte e le fa scendere sui bordi delle mutandine e dice;
– Strappamele e fammi vedere se tutto quello che mi hai fatto capire,&egrave ben ricompensato—
Ho un attimo di confusione, non mi aspettavo una dichiarazione così diretta, stringo la stoffa dello slip e tiro forte verso l,alto, vedo gli orli sparire dentro le sue labbra vaginali e sento il suo gemito prima che la stoffa ceda.
Il rumore dello slip che si rompe e la visione di quella vulva completamente depilata, sono inebrianti, le sue mani mi stanno liberando e velocemente mettono a nudo il mio cazzo duro come il marmo; io nel frattempo le ho aperto la divisa e ho tirato fuori un piccolo seno acerbo; non potendolo stringere, mi metto a baciarlo, torturando i capezzoli duri con i denti,: le prendo le gambe per metterle attorno al mio corpo, ma, ancora una volta lei mi ferma e mi fa capire che &egrave lei che comanda il gioco.
Mi spinge contro il muro e poi mettendosi in ginocchio, prende il mio membro e decisa lo avvinghia con le sue labbra, comincia a succhiarmi l’anima, e mi sento tremare tutto, appoggio le mani sulla sua nuca e le accarezzo i capelli; le dico parole di compiacimento quando sento che lei stringe forte la cappella, mi fa impazzire con il suo dolce andare avanti e indietro.
Mi guarda negli occhi per vedere le mie reazioni, poi soddisfatta da quello che ha visto e sentito; si riconcentra sul mio cazzo e scivolando piano mi fa morire.
Quando sto per venire, lei esce veloce e stringendo forte sulle mie vene ferma il mio sperma e dice;
– Non &egrave ancora ora.
Sto letteralmente perdendo la testa, quelle mani cos’ decise in quel piccolo corpo minuto, sono l’estasi per il mio piacere, il godimento bloccato in tempo si allontana.
Lei mi lascia libero il cazzo, spostandosi, si appoggia al lavandino e aprendo le cosce oscenamente, mi mostra la sua vagina bagnatissima e pronta;
– Adesso scopami, fammi sentire quanto mi desideri.
Ancora una volta lo dice guardandomi con occhi pieni di passione e io finalmente posso appoggiare il mio glande a quella fessura così calda.
Mi sento bruciare nel momento che entro in lei, la sua tenera carne mi accoglie facilmente, mi bacia e con la lingua gioca nascondendo le sua grida di piacere, quando io mi spingo forte e deciso sino al limite della penetrazione.
Voglio farle sentire quanto sono uomo e fargliela pagare per avermi fermato nel momento del coito poco prima; le mie palle sbattono contro il suo inguine e cercano di entrare anche loro, il rumore dello sbattimento &egrave sublime, le ho messo le mani sul sedere e ho la conferma che &egrave veramente secca.
Nel corridoio sento le voci di persone che passano e qualcuno che cerca di entrare; quella situazione così pericolosa mi fa eccitare un casino, immagino gli amici che mi cercano e io sono li che scopo Fabiola sul lavandino, quando dal piccolo finestrino che da sul giardino sento la voce di mia moglie; il cuore parte all’impazzata e in quel momento scarico tutto il mio sperma in quella gemma preziosa e calda; sento i suoi denti mordermi la lingua e farmi male, mentre, io spingo con le mie ultime forze.
Guardo nello specchio dietro di lei, la sua schiena mette in mostra la sua ossatura e quel sederino così minuto diventa improvvisamente una voglia crescente.
Calmandomi prendo aria, le dico di cosa vorrei fare il giorno dopo in quel bagno e lei maliziosamente, mentre si tocca i capelli sudati, mi dice;
– Domani mattina prendo servizio alle 10, tu a quell’ora finisci di fare la colazione; ricordati di
mettere in tasca qualche burrino, potrebbe servirti’
Ancora una volta rimango spiazzato da quella ragazza e mentre la vedo uscire dal bagno, comincio a pregustare quello che succederà il giorno dopo e a come trovare una scusa per sfuggire dalla mia compagna per un ora’

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