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So cosa sei..

By 17 Ottobre 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

Oggi, vorrei raccontarvi di come ho scoperto la mia natura di schiavae cagnetta. Il tutto risale a tre anni fa, quando lavoravo come cameriera di sala bar in un villaggio turistico nel sud Italia. Arrivai intorno la fine di maggio, l’estate si preannunciava incredibilmente calda ricordo, e i colleghi erano tutti carini e simpatici. Le giornate proseguirono tranquille, il lavoro non era ancora tantissimo così avevo solo il turno di mattina il pomeriggio e le serate lo passavo in piscina o con i colleghi di animazione a fare baldoria.
Tutto però cambia quando arriva Danilo, il bagnino.
Non dimenticherò mai quella sera del 6 giugno. Scesi per la cena, noi del personale mangiavamo in una terrazza vicino la lavanderia ma con una vista mozzafiato, e lui era lì. Appena lo vidi pensai che era davvero bello, occhi neri e profondi, bocca sottile e ben disegnata, capelli neri corti, e due fossette stupende che incorniciavano il più bel sorriso che avessi mai visto. Per me fu colpo di fulmine, in seguito seppi anche per lui.
Da subito si instaurò un bellissimo rapporto, c’era una grande complicità, passavamo il tempo insieme nonostante il lavoro. Parlavamo, parlavamo le ore in camera mia, in piscina, al bar, a cena, ogni attimo libero lo dedicavamo a noi, alla nostra conoscenza. Ormai era chiaro come il sole che la nostra era più di una semplice amicizia, ma la sfortuna volle che lui avesse una fidanzata che lo attendeva a casa e nessuno dei due si spingeva oltre, almeno all’inizio fù così. Poi però lentamente il contatto fisico tra noi si faceva sempre più spinto, passamo da abbracci e bacini innocenti a carezze più ardite e proibite. I nostri corpi si cercavano e con la scusa di giocare alla lotta sul mio letto ci strusciavamo l’un l’altro, era una tortura sentire quanto mi desiderava e non poterlo avere. Così un giorno decisi di allontanarmi da lui e gli confessai i miei sentimenti e le difficoltà che provavo ad essere sua amica. Questo invece servì ad abbattere le ultime flebili barriere di entrambi.
Sapeva che ero vergine e giurò che non mi avrebbe mai sverginato, mai nemmeno se io avessi voluto. Come potevo non amarlo?
L’intimità tra noi era bella e intensa, quando mi toccava io volavo in alto e così anche lui. Era dolce e premuroso e fù così per un bel po’, finchè non annusò la cagna troia che si cela in me.
Un pomeriggio eravamo nel letto, facevamo a cuscinate quando per sbaglio gli diedi una gomitata. Si fermò di colpo prendendomi e sbattendomi sul materasso,mi teneva la testa giù, sollevò il mio sedere e mi diede una sculacciata forte, poi un’altra e un’altra e ancora, forte sempre di più. Non una parola, solo quel piccolo lamento che nascondeva un gemito, l’avevo sempre trovata una cosa umiliante e stupida invece mi piaceva da morire. Mi piaceva tanto da farmi bagnare lo slip. Quando smise il sedere era dolorante e il sesso pulsante di voglia. Mi sedetti sul letto e con voce da bimba gli dissi “mi ha fatto male” lui con uno sguardo che non gli avevo mai visto disse “si, ma ti è piaciuto… ti piacerà anche il resto” solo allora notai la sua erezione. Mi puntò gli occhi sopra mentre lo liberava dal boxer, non osavo parlare, si avvicinò mi afferrò per i capelli e me lo sbattè con forza in bocca. Spalancai gli occhi ero sconvolta e schifosamente eccitata. Mentre godeva della mia bocca e le sue mani torturavano i capezzoli durissimi provocando ingenti fuorisciute di succhi dal mio sesso, mi disse una frase che non dimenticherò mai “scoperò la tua bocca per come vorrei scoparti la fica”. Inizio un furioso movimento di bacino, era impazzito come e la mia testa fra le mani era in suo potere. Mi scopava forte, gli occhi si riempirono presto di lacrime mentre la saliva colava dagli angoli della bocca, non lo riconoscevo e non mi riconoscevo. L’odore di sesso bagnato, saliva e lacrime ci avvolgeva, la mia eccitazione era all’apice quando lui diede gli ultimi affondi mi spinse sul letto e dipinse il mio volto col suo piacere. Confusa rimasi immobile. Lui si gettò su di me baciandomi con passione leccava lo sperma e lo portava alla mia bocca mi guardò e mentre infieriva sul seno e schiaffeggiava il mio sesso mi sussurrò “Io so cosa sei… ” da allora mi prese sempre con violenza e forza e non potevo fare a meno di amarlo ancora di più per questo!

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