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Racconti Erotici Etero

SOLO PER AMICIZIA Franca capitolo 1

By 19 Luglio 2019Dicembre 16th, 2019No Comments

SOLO PER AMICIZIA. Franca ( parte prima )
Quel sabato era particolarmente uggioso, anche dopo cena Tom avrebbe voluto rimanere a casa ma terminato di pranzare ricevette la telefonata di Franca: voleva vederlo, aveva bisogno di lui! Tentò di trovare una scusa ma qualcosa nella voce dell’amica lo indusse ad accondiscendere alla sua richiesta. Mezz’ora dopo era sotto la sua casa, la ragazza lo stava aspettando, uscì dall’androne e salì in macchina.
– Portami in qualche posto tranquillo! Chiese.
Doveva aver pianto, gli occhi gonfi, il naso arrossato la imbruttivano maggiormente. Non era per niente bella Franca ma conoscendola bene si dimenticava quel particolare vedendo la sua figura armoniosa e piena di femminilità che faceva voltare più di un uomo.
Tom non si meravigliava che piacesse a molti ragazzi, ma per lui era solo l’amica fidata sulla quale poteva contare. . . e una complice! Più di un’amica di Franca era finita nelle braccia di Tom e lei di amiche ne aveva tante. . . Diresse la macchina in collina verso un localino meta di coppiette in cerca di intimità; forse a causa della giornata tetra vi erano poche persone ai tavolini, solo qualche coppia ondulava al suono di un juke box.
Appena ordinate le bibite la ragazza si confidò, il suo innamorato l’aveva lasciata e lei era disperata, grosse lacrime rigavano le sue guance, Tom si sforzò di consolarla ma invano. Per distrarla gli propose di ballare, lei si soffiò il naso e si alzò seguendolo in mezzo alla pista dove si mescolarono alle coppie allacciate.
Pose le mani sulla sua vita, lei gli cinse il collo con le braccia nascondendo il viso nell’incavo della sua spalla. Ballando sentiva i sussulti dei singhiozzi, cercò di calmarla accarezzandole la schiena, parlandole all’orecchio:
– Dai Franca, non fare così, smettila!
Non seppe mai spiegarsi perché gli venne quella erezione, forse era il modo che aveva la ragazza di abbandonarsi contro di lui, la morbidezza del suo corpo, il profumo dei suoi capelli. . . Subito lei non se ne accorse ma poi quando sentì contro il ventre la durezza del suo membro rimase sorpresa ma non scandalizzata. Attese, quando fu certa dell’emozione del compagno ne fu lusingata e anche divertita. Sollevò il viso.
-Tommy, cosa ti succede?
Gli sorrise attraverso le lacrime, lui era pieno di confusione.
– Oh scusa. . . scusa. . . Lei gli si fece contro.
– Non essere sciocco, vuoi che tutti si accorgano?
Non piangeva più, a Tom sembrò che si facesse più appresso, che nel muoversi provasse compiacimento nello strofinarsi contro la sua verga, che le sue movenze si facessero voluttuose. Le mani scesero lungo la schiena di lei fino all’incavo delle reni, la ragazza gli si fece sotto strusciandosi apertamente non solo col ventre ma con il busto, con le cosce ondulando lentamente cercando il suo contatto con tutto il corpo. Quando sollevò il viso vide che i suoi occhi brillavano.
– Oh Tommy. . . Cominciò.
Lui la interruppe posando la bocca sulla sua, Franca si lasciò baciare schiudendosi appena sentì la lingua di lui farsi strada. Tom si sentì catturare da labbra piacevolmente morbide che l’aspirarono attirandolo, poi lei aprì la bocca come un’affamata.
Le loro lingue si cercarono accarezzandosi liberamente nelle bocche aperte, nel buio del locale nessuno faceva caso a loro che fermi fra le coppie ondulanti assaporavano il contatto dei loro corpi. Franca si era sollevata sulla punta dei piedi e le gambe divaricate offriva il pube al contatto della verga che provocava nel suo bassoventre un calore singolare. Con uno sforzo si staccò.
– No Tommy. . . non dobbiamo! Lui la costrinse a guardarla.
– Perché no? Chiese attirandola nuovamente.
– Siamo troppo diversi, non funzionerebbe, sarebbe solo uno sfogo. . .
Nascose il viso contro il suo collo abbandonandosi nuovamente.
– Io ne ho bisogno, e tu? Chiese lui suadente.
Oh si che Franca ne aveva bisogno, sentiva colare il suo desiderio, si stava bagnando come una scolaretta col suo primo innamorato! Fece ancora un tentativo:
– Voglio che rimaniamo amici. . .
– Dipende solo da noi!
– Sarebbe solo sesso, lo sai vero?
Si strusciò ancora contro la sua verga, oh com’era dura! Il ragazzo la fissò:
– D’accordo, solo sesso!
Nessuno notò la protuberanza dei suoi pantaloni mentre tornavano al tavolo, pagò le consumazioni, una volta in macchina Franca disse sicura:
– Andiamo a casa mia!
Ora che si era decisa si sentiva rilassata: il sesso era quello che ci voleva dopo la tensione di quei giorni e farlo con Tommy semplificava le cose. Ai suoi innamorati si concedeva solo dopo lunghe esitazioni, il timore di quello che potevano pensare di lei toglieva molto del piacere che si aspettava.
Erano rapporti consumati sul sedile posteriore di qualche macchina o davanti a cavalcioni dello spasimante del momento; il tempo di qualche breve carezza poi dopo lunghi minuti si rimetteva le mutandine, l’unico indumento che accettava di togliersi e si riaggiustava guardandosi attorno per il timore di qualche guardone mentre l’altro si toglieva il preservativo e si asciugava il pene.
Franca odiava i preservativi a causa dell’imbarazzo che provava nel vederli infilare, il ché rendeva il coito meno spontaneo e la facevano sembrare una puttana; per di più era inutile perché lei da tempo aveva provveduto a prendere la pillola ma questo non lo diceva per il timore di quello che l’altro avrebbe pensato.
Era peggio quando il ragazzo non lo metteva e toglieva il pene prima di eiaculare imbrattandole il ventre e a volte il vestito. Almeno col preservativo poteva ancora cercare il suo piacere dopo che lui era venuto, mentre il membro conservava la sua rigidità e . . . a volte ci riusciva ma sovente restava inappagata ed era nelle braccia di Milly sua compagna di stanza che trovava finalmente sollievo.
Guardò il ragazzo, chissà se lui lo usava? Arrivarono presto a casa. Appena chiusa la porta lo invitò a versarsi da bere.
– Torno subito! Disse.
Andò nel bagno, si tolse le mutandine che mostravano fra le gambe una macchia umida e dopo essersi lavata con cura ne indossò un paio di asciutte. Quando ritornò, Tom le porse il bicchiere.
– Milly non c’é?
– E’ andata ad una festa, tornerà tardi, abbiamo tutto il tempo!
Sollevò il bicchiere e fissando la ragazza negli occhi chiese:
– A cosa brindiamo?
Lei sostenne il suo sguardo e propose dimostrando la sua disponibilità.
– Al sesso, si, al nostro piacere, voglio che sia tanto e bello!
Non c’era bisogno di aggiungere altro, vuotarono i bicchieri guardandosi negli occhi poi lei disse:
– Prima tu, vuoi?
Franca era sorpresa per la sua audacia, Tom le ispirava sentimenti contrastanti ma sentiva che con lui poteva essere finalmente se stessa tanto provava tenerezza e fiducia. Gli si avvicinò e gli tolse il bicchiere poi sorridendo prese l’orlo del suo maglione e lo sollevò. Il ragazzo indietreggiò di un passo.
– Lascia, faccio io. . .
Mentre lui si spogliava Franca si accese una sigaretta e seduta su una poltrona lo guardò denudarsi senza provare altri sentimenti che il desiderio che ogni donna prova per l’uomo col quale si accinge a fare all’amore.
Notò che non mostrava il minimo imbarazzo nel togliersi gli indumenti, con un pizzico di gelosia si chiese con quante sue amiche fossa andato a letto: con Carla sicuramente, e con Lory? con Mirella? con. . . Scacciò il pensiero, ora era suo e lei voleva goderselo!
Aspirò una boccata, oh era bello Tom! Sono rari gli uomini che possono fare a meno dei vestiti senza apparire goffi e impacciati, Tommy era fra questi, senza essere particolarmente muscoloso, aveva spalle e fianchi armoniosi; il torace era glabro con un ciuffetto che a Franca fece tanta tenerezza.
Le gambe dai muscoli guizzanti avevano cosce lisce come quelle di una ragazza; il ventre mostrava il gioco dei muscoli giù fino alla peluria dalla quale emergeva un pene che pur non essendo in erezione, la ragazza giudicò notevole come notevoli gli apparvero i testicoli bruni. Il ragazzo ormai nudo rimase immobile, lei squadrandolo apertamente spense la sigaretta e si alzò.
– Non sei niente male!
Per la prima volta lo vide arrossire. Aspettò che si fosse seduto prima di cominciare a spogliarsi sforzandosi di essere naturale, cercando di non pensare che Tom la stesse osservando. La giacchina, la camicetta, la gonna caddero, si tolse le scarpe poi si sfilò le calze, lo fece sforzandosi di pensare che si accingeva a fare il bagno ma avvertiva la presenza del ragazzo senza guardarlo.
Si voltò con un residuo di pudore per sganciare il reggiseno poi esitò: togliersi le mutandine e rimanere con il reggicalze nero? Molti uomini lo trovano eccitante, ammainò le mutandine e si chinò per sfilarle non immaginando di offrire al ragazzo la visione delle rotondità aperte su un’intimità che nessun uomo fin’ora aveva mai visto. Si voltò completamente.
– Vuoi che mi tolga anche il reggicalze o preferisci. . .
Si fermò, non per il viso congestionato del ragazzo ma per il suo pene, si stava animando!Franca lo vide distendersi, allungarsi. . .
– Oh che impressione! Pensò senza riuscire a distogliere lo sguardo dalla verga, rabbrividì vedendola gonfiare poi alzarsi lentamente ma inesorabilmente fin quasi a toccare il ventre del ragazzo che di fronte alla confusione dell’amica riprese la sua sicurezza.
– Togliti tutto, ti voglio nuda!
Ubbidì senza riuscire a distogliere lo sguardo dal membro che si ergeva fieramente con delle lievi oscillazioni come un serpente prima di colpire. Non aveva mai visto un pene entrare in erezione, naturalmente sapeva cosa fare per svegliare la virilità degli uomini: usava le mani e anche la bocca se necessario. . .
– Allora, come mi trovi? Chiese lei.
Il ragazzo non rispose incantato dalla sensualità che la ragazza emanava inconsciamente. Franca aspettava, le mani abbandonate lungo i fianchi senza nemmeno abbozzare il tentativo di celare le sue grazie al maschio eccitato, anzi sembrava esibirle apertamente, soggiogata dalla vista del membro che continuava a fissare affascinata.
Tom non pensava che avesse dei seni così vellutati con delle aureole rosa prominenti sormontate da capezzoli che si indovinava pronti ad ergersi. Il suo sguardo seguì carezzevole il profilo della vita sottile, la voluttà delle anche; seguì le lunghe gambe, ne risalì con lo sguardo l’interno fino al boschetto scuro e rado, al ventre piatto, di nuovo sui seni, opulenti frutti che chiedevano di essere colti.
– Sei bellissima!
– Anche tu sei bello. . .
– Ti mangerei di baci, lo sai?
– Puoi farlo se vuoi, adesso non sarei capace di negarti nulla.
Era vero! Si sentiva completamente soggiogata dalla sua virilità, lo voleva talmente che sentì un brivido scendere dalla nuca lungo la colonna vertebrale e nel bassoventre un calore incontenibile.
– Tommy. . . oh Tommy, non aspettare. . . ho voglia!
Malgrado le parole, il suo tono era di preghiera. Il ragazzo si alzò e la prese fra le braccia, Franca si abbandonò contro di lui, sentì il turgore del membro che tanto desiderava, mosse il ventre. Gli sembrò di sognare tanto lo sentiva grosso.
Capì appena che le mani di lui stavano scendendo lungo la sua schiena, palpavano il suo sedere, ne separavano le natiche mentre le sussurrava parole oscene che stranamente non la schoccavano.
– Si, ma non subito. Prima voglio baciarti la passera!
– Oh si. . . si. . .
Sentiva le sue dita nel solco delle natiche passare e ripassare sul bottoncino del suo ano, stuzzicandolo. . .
– Te la leccherò tanto che dovrai dirmi basta. . .
– Si. . . si. . . Non sapeva dire altro, era come se sognasse.
– Prima, quando ti sei chinata ho visto il tuo . . . E’ stato allora che mi si é rizzato. Voglio tutto, capisci?
Il dito premette sull’ano e lo forzò. Franca credette di venir meno, si abbandono ancora di più, capì che la spingeva sul divano, si lasciò cadere. Il ragazzo in ginocchio le aprì le gambe, il suo capo avanzò fra di esse. . .
– Oh caro. . . caro. . .
Le sue mani si posarono sui capelli di lui, li scompigliarono attirandolo, sentì le labbra brucianti sulla pelle delle cosce deporre piccoli baci all’interno di esse, sempre più su, sentì il suo alito sugli inguini, fra i peli del pube. . .
Si lasciò andare all’indietro contro lo schienale, lui la prese alle caviglie, sollevò le sue gambe, le aprì e immerse la bocca nel cespuglio scuro respirando a piene nari il profumo del sesso della compagna.
– Ohhh si. . . prendila. . . prendila. . .
Franca non sapeva più quello che diceva, contavano solo le sensazioni, il calore delle labbra che si erano posate sulla sua vulva, le mani che risalivano il suo ventre, il suo petto, si muovevano sui suoi seni, le dita che plasmavano i suoi capezzoli fino a renderli piacevolmente dolenti.
– Leccami caro. . . oh leccami. . . leccami. . . Sospirò.
Si, era la sua lingua quella che sentiva percorrere il suo taglio separando le labbra del suo sesso per lambire le carni che già si erano inumidite.
– Oh che bello, che bello! Pensò scivolando sul bordo del divano per offrirsi tutta. Agganciò con le mani le gambe sotto le ginocchia, le attirò a se aprendole al massimo.
– Eccomi amore. . . eccomi. . .
Il ragazzo sollevò il capo. Nessuna finora gli aveva rivelato con tanta passione i tesori della sua intimità; seguì con occhi allucinati le gambe alzate, le lunghe cosce fino alle natiche aperte che rivelavano l’ano, adorabile bottoncino contornato da minuscole pieghine appena ombreggiate da una lieve peluria; sopra, un breve tratto di pelle glabra, il taglio della vulva socchiusa che aspettava l’omaggio del suo pene.
Le spesse labbra ricoperte da peli radi e umidi non riuscivano a nascondere le labbra sottili e turgide che si innalzavano aprendosi come le labbra di una farfalla per poi ricongiungersi e proseguire con una crestolina fino all’unione delle grandi labbra.
– La tua fica. . . é bellissima!
– Adesso è tua. . . prendila!
Il ragazzo scostò con dita impazienti i peli scuri mettendo a nudo il sesso, vide la carne rosea luccicante degli umori di cui percepiva l’inebriante profumo, vide l’apertura della vagina dilatata e pronta, avvicinò ancora la bocca.
– Ohhh. . . Franca chiuse gli occhi. Era come se la vedesse la lingua che lui spingeva nel suo grembo, la ritirava spingendola ancora per esplorare la via che sarebbe stata del suo pene. Si lasciò cullare da una moltitudine di sensazioni. Era piacevole sentirsi frugare da quella calda appendice mentre il ragazzo girando il capo sposava con le labbra, le labbra della sua vulva alitando contro la sua coscia.
Le mani abbandonarono i suoi seni, le sentì sulle cosce, sulle natiche, sentì le dita aprire i suoi glutei, passare e ripassare suadenti e indiscrete sul suo orifizio più intimo senza che lei abbozzasse un gesto di difesa.
– Cosa mi succede? Si chiese sorpresa per la sua passività.
Fin’ora non aveva concesso a nessun ragazzo la libertà di baciarla così anche se lo aveva sempre desiderato, solo Milly conosceva il delirio che si impossessava di lei quando una bocca si posava sul suo sesso.
– Ahhh. . . mhhh. . . mhhh. . . Era sempre la stessa cosa, urlava, si agitava appena il suo clitoride veniva mordicchiato, succhiato.
– Ahhh non così, smettila!
Ma il ragazzo sordo alle sue invocazioni aveva preso in bocca il suo peduncolo e lo malmenava con la lingua, lo serrava fra i denti in morsi amorosi che la facevano sussultare protendersi alla bocca che gli procurava un così grande piacere.
– Oh Tommy, mhh . . . ci sai fare! Mhhh. . . leccami, succhiami. . . ah mi piace quello che mi fai! Ahh . . . è stupendo!
A tratti chiudeva le gambe imprigionando il capo del ragazzo nella morsa delle sue cosce, Tom assaporava a piena bocca la vulva della compagna mischiando la sua saliva agli umori dal sapore particolare che impregnavano la sua lingua. Le mani palpavano i tondi emisferi sollevandoli per meglio immergerle nella sua intimità, strizzandoli, separandoli, esplorando con dita avide il solco profondo.
– Oh leccami caro. . . ancora. . . ah che bello! Mhhh. . . é tua, tua. . .
Franca avrebbe voluto non finisse mai, mai aveva goduto così pienamente il piacere che può dare una bocca. Si contorse gemendo piano finché percepì le ondate che preannunciavano l’orgasmo.
– Ah basta. . . basta. . .
Respinse dolcemente il capo del ragazzo che si sollevò, gli tese le braccia.
– Tommy, oh sei meraviglioso! Dammelo. . . ti voglio dentro!
Lui che si era alzato vide gli occhi luccicanti di desiderio dell’amica.
– Tu sei meravigliosa, non mi sazierò mai di te. . . della tua fica. . .
– Appena potrò te la darò nuda, senza questi orribili peli.
Poi gli sorrise, guardò la verga che oscillava appena tanto era tesa.
– Voglio il tuo cazzo, lo voglio subito!
Gli fece posto mentre lui saliva sul divano, allargò le gambe, le sollevò. . . Come in un sogno lo vide abbracciare le sue cosce, stringerle ai suoi fianchi.
– Adesso cara. . . adesso. . .
Si chinò, lei gli offrì le labbra, la lingua di lui fu subito nella sua bocca, la succhiò avidamente, sentì contro il sesso la durezza del membro poi il suo calore mentre con un lento movimento delle reni entrava in lei. Sospirò nella bocca del ragazzo che si fece pesante, si sentiva talmente felice che avrebbe urlato di gioia.
– Mhhh! ! !
Per la prima volta si sentiva veramente posseduta, la lingua che frugava la sua bocca era pregna del sapore che aveva colto fra le sue cosce, ne fu tanto eccitata che strinse il ragazzo succhiandolo avidamente. Quando le bocche si separarono sospirò:
– Caro. . . rimani così!
Il membro che sentiva nel grembo, era una presenza viva che la riempiva fin su, premendo il glande contro l’inizio del suo utero.
– Nessuna ti ha mai detto che ce l’hai lungo? Mi piace sai?
Allentò le braccia lasciando che si ritirasse, chiuse gli occhi assaporando la carezza del membro che usciva, poi li riaprì. Tom si era sollevato, vide la ragazza sorridergli, mantenne sollevate le sue gambe e con un colpo di reni schiacciò le cosce contro le sue natiche. Il colpo fece tremolare i seni della ragazza che gemette debolmente.
– Caro. . . mhhh dammelo così! Mi piace, mi piace. . . dai, dammelo!
Il ragazzo guardò il viso dell’amica come se lo vedesse per la prima volta, il piacere lo stava trasformando: lo sguardo si era fatto acceso, le gote colorate, le nari dilatate, il suo ansimare gli fece desiderare di soddisfarla sfogando con lei la sua sete di lussuria.
– Amore. . . é da tanto che volevo scoparti! Sei così. . . calda dentro!
Franca provò un’irrefrenabile impulso di muoversi, prese ad ondulare il bacino dapprima lentamente sottoponendo il membro alla carezza dolcissima della vagina abbondantemente lubrificata, poi sempre più rapidamente.
– Oh il tuo cazzo. . . lo sento fin su. . . mi riempie tutta!
Ora veniva incontro al membro facendo forza sulle gambe strette ai fianchi di lui, ricevendolo con un piccolo grido poi si rilassava lasciandolo quasi uscire per intero poi ricominciava per sentire nuovamente il lungo massaggio del glande nella vagina.
Il ragazzo ansimava leggermente nel gustare la carezza della compagna, i gridolini di gioia che emetteva ad ogni affondo che portava. Ora era bella Franca come lo sono tutte le donne che sanno di piacere; non si vergognava più come quando si concedeva ai suoi innamorati, la guardasse pure mentre godeva, si sentiva fiera di come lui fissava i seni che la sua monta faceva ballonzolare, di come il suo sguardo scivolava lungo il suo ventre, fu contenta di vedere come si sollevava sulle ginocchia per guardare fra le sue cosce la vulva avvolgere il membro e inghiottirlo fino in fondo al suo ventre.
– Oh Franca. . . hai una fica meravigliosa! Lei sorrise fra i sospiri.
– E’ tutta tua. . . per il tuo cazzo. . . Oh amore. . . godo tanto sai?
– Te lo meriti cara. . . vorrei darti tanto piacere. . . stare sempre dentro di te, farti godere tanto. . . sempre!
– E tu amore. . . godi? Chiese scrutandolo attentamente.
– Oh si. . . si. . .
Le parole del ragazzo la riempivano di gioia, con uno sforzo puntò il capo e si inarcò per ondulare liberamente il bacino, sollevarlo incontro al membro fino ad urtare il pelvo contro i suoi testicoli mentre lo inghiottiva come se la sua vagina fosse una bocca. Lo vedeva guardare i seni che il suo sollevarsi faceva tendere come se li offrisse e quando lui chinando il viso li insegui con la bocca come un affamato e raggiunta una punta l’aspirò, la succhio, Franca urlò la sua gioia:
– Ahhh. . . amore. . . amore. . . Mhhh. . . vorrei darti tutto. . . farti godere tanto. . . tanto. . . Oh dimmi. . . cosa posso fare?
Non gli sembrava vero di poter godere liberamente, completamente! Il suo offrirsi non gli sembrava sufficiente a ripagarlo di quello che provava ad essere riempita, frugata da quel membro possente che inesorabilmente la portava al culmine del piacere. Lui la guardava con tenerezza non nascondendo la libidine che provava, esprimendola con parole crude che lungi dallo scioccare la ragazza facevano scorrere lungo la sua schiena brividi di eccitazione.
– Ah Franca. . . é da tanto che ti desideravo! Non ti accorgevi dei miei sguardi che ti accarezzavano? Più di una volta ti ho spogliata con gli occhi . . . sei ancora più desiderabile di come ti sognavo!
– Mhhh. . . Tommy si. . . oh dimmi. . .
– Hai dei seni stupendi. . . da baciare, da mordere. . . sono compatti e . . . così duri! Mhh . . . lascia che te li lecchi. . .
– Ahhh. . . si. . . prendili. . . aspetta, te li voglio dare!
Le sue mani si posarono sulle mammelle mantenendole ferme per porgerle all’amante, felice di sentire che non si fermava, che continuava a menare lunghi colpi di reni mentre la sua bocca la mangiava di baci.
– Ah Tommy. . . mi stai facendo godere! Ahhh. . . mhhh. . . mhhh. . .
Provava un misto di dolore e di piacere, i capezzoli nella bocca del compagno erano duri, sensibilissimi ai mordicchiamenti ai quali li sottoponeva, al risucchio delle labbra avide, ai titillamenti della lingua che li faceva vibrare.
– Ah si. . . si. . . ahhaaa. . . ahhaaa. . . ahhaaa. . .
Tom sentiva la ragazza fremere ad ogni suo affondo, era orgoglioso di sentire com’erano bagnate le pareti della sua vagina, com’erano dilatate, il che rendeva lo scorrere del membro estremamente piacevole per l’amica; era felice di sentirla godere, di essere lui a provocare i lamenti che sfuggivano dalla sua gola. L’urto dei loro pelvi cacciava il pene in profondità facendogli urtare l’utero col glande; si rese conto del dolore che poteva provocare la sua irruenza e prese a scorrere più lentamente dominando il piacere che salendo lo faceva ansimare.
Oh erano dolci i lamenti che salivano modulati dagli affondi che portava, aveva chiuso gli occhi Franca e aperto le braccia in un gesto di resa, Tom assaporava il piacere che gli dava la carezza delle cosce contro i suoi fianchi, la vista dei seni oscillanti, della macchia scura nella quale scompariva con un rumore bagnato: ‘schaff, schaff, schaff. . .’
Era sua, completamente sua! Con immensa gioia sentì la vagina stringersi attorno al suo pene, gli occhi luminosi si piantarono nei suoi, la bocca si aprì e con una moltitudine di grida Franca venne scuotendo la testa di qua e di là.
Dopo un tempo che a lui parve lunghissimo, l’amica ritornò in se, gli tese le braccia, lui si chinò sul suo viso e la baciò dolcemente, la vagina si strinse ancora attorno al suo pene poi sentì che rilassava i muscoli. Si tirò su, lei gli sorrise:
– Tommy, ora tocca a te! Disse semplicemente.
Anche se era sazia, gli piaceva il turgore che dilatava la sua vagina riempiendola, il calore delle cosce che premevano contro le sue, i testicoli che sentiva nel solco delle natiche e i cui peli gli solleticavano l’ano. Lesse sul suo viso la fierezza del maschio che ha soddisfatto la compagna e non provò vergogna nel rimanere ancora aperta per lui, allungò le mani ad accarezzare le sue spalle:
– Oh caro. . . godi. . . si, godi dentro di me amore, puoi farlo!
Non gli era mai successo di raggiungere per prima l’orgasmo ed era felice di far gioire il suo partner, glielo doveva! Lui la guardò con espressione dolcissima.
– Dai Tommy. . . godi. . . schizza nella mia pancia! Ripetè.
Non si era ancora mosso, era felice di rimanere piantato dentro di lei con un membro che poco prima era sul punto di scoppiare e che sentiva eccitato e più duro che mai.
– Non senza di te Franca. . . Rispose sorridendogli amorevolmente.
Alla ragazza sembrava di sognare, non gli era mai capitato di incontrare tanto altruismo in un partner e lei ne aveva avuti tanti! In genere era al loro piacere che pensavano non preoccupandosi del suo appagamento. Più di una volta si era trovata insoddisfatta nascondendo le lacrime che rigavano la sua faccia a riaggiustarsi i vestiti come una puttana che ha soddisfatto il cliente.
Lo guardò attraverso il velo di lacrime che offuscavano il suo sguardo, questa volta erano lacrime di commozione. Mio Dio com’era caro! Si sentì rilassare, sciogliere. . . no, non era eccitazione la sua, non ancora, ma era quella commozione che, lo sapeva, la predisponevano ad accondiscendere a qualsiasi desiderio lui avesse espresso.
Gli piaceva con quanta cupidigia la guardava, sentì le sue mani sui seni. . .
– Mhhh. . . Si morse le labbra per i pollici che lui passava sui capezzoli ancora eretti e sensibilissimi.
– Mhhh. . . Lo fece ancora, i suoi bottoncini gli facevano male ma al tempo stesso gli trasmettevano delle vibrazioni che si irradiavano trasformandosi in fremiti che scendevano al suo ventre facendole contrarre la vagina.
– Oh cara. . . cara. . . Fece il ragazzo ritirandosi lentamente da lei.
Franca lo sentì scivolare fin quasi ad uscire dal suo grembo. Era felice, anche se la contrazione che aveva serrato il suo membro era stata involontaria e aveva ingannato il ragazzo, quando lo affondò strinse volutamente i muscoli riuscendo per un istante a trattenerlo. Con un guizzo di gioia lo vide chiudere gli occhi e udì il suo sospiro.
Lo rifece e questa volta mosse lentamente il bacino mentre contraeva la vagina gemendo per il dolore che sentiva nei capezzoli diventati tesi e irritati. Tom non si rendeva conto dell’effetto devastante che faceva all’amica con la sua rude carezza, la vide contorcersi e questo lo spinse a roteare fra il pollice e l’indice i delicati bottoncini finché lei si lamentò:
– Oh Tommy. . . Tommy. . .
Provava dolore ma per nulla al mondo lo avrebbe fatto smettere perché. . . si stava eccitando! Malgrado i suoi sforzi non riusciva più a rallentare la corsa del pene: un fiotto liquido bagnò la sua vagina rendendo lo scorrere del membro piacevole per entrambi.
Ora la penetrava ritmicamente accelerando sensibilmente i colpi quando si accorse che la voglia della ragazza si stava risvegliando e quando lei attirò la sua testa, diede sollievo ai capezzoli prendendoli in bocca e succhiandoli delicatamente.
– Ah amore. . . lo sai che mi farai ancora godere?
Si accorse dell’intesa perfetta che aveva con l’amica, anche lui godeva e ogni suo affondo lo portava sempre più vicino all’orgasmo. Ansimava Franca per il piacere che gli dava la carezza del membro che la riempiva, per l’eccitazione che gli procuravano i suoi colpi di reni, da come la frugava col suo stupendo cazzo, da come le sue palle battevano nelle sue chiappe aperte.
Sentì che l’abbracciava senza staccare la bocca dal suo seno, inarcò le reni sentendo le sue mani scendere sotto il suo sedere, palpare le sue natiche, separarle per esplorare il solco con dita avide.
– Mhhh. . . amore, sei meraviglioso. . .
Sentì che accelerava i colpi, ancora un poco e Franca non capì più nulla, contava solo il suo cazzo, il suo stupendo cazzo che come un ariete apriva le sue carni scuotendola tutta, oh le sue mani, come la plasmavano e come la frugavano le sue dita. . . Le sentì sull’ano, poi una di esse lo forzò entrando in lei svuotandola di ogni volontà. Si sentì venire!
Oh si, qualsiasi cosa lui avesse voluto, l’avrebbe concessa con gioia e mentre già gli spasimi del godimento scuotevano il suo corpo, esclamò:
– Ahhh. . . Tommy. . . se vuoi puoi mettermelo anche. . . lì. . . si, nel mio sedere. . . Oh amore. . . oh godo. . . godo. . . ahhh. . . ahhhh ! ! !
Il dito si muoveva come un altro pene, il pensiero lungi dallo scioccarla la eccitò a tal punto che ne fece parte al suo compagno incitandolo, provocandolo con parole e grida proprio mentre lui era agli stremi:
– Ahhh. . . me lo metterai nel culo vero? Oh si. . . lo voglio. . . lo voglio! Ahhh. . . amore . . . amoreeee. . . ha. . . ahhh. . . haaa. . . haaa. . .
Al ragazzo non pareva vero, continuò ad andare col dito nell’ano della ragazza frugandola, toccando attraverso la parete del suo grembo il membro sul punto di schizzare.
– Oh si. . . voglio entrare nel tuo culo. . . sfondarlo. . . riempirlo col mio cazzo! Mhhh. . . e. . . godere. . . cosi. . . cosi. . . ahh. . . ahhhh! ! !
Non si trattenne oltre e piantato in fondo al suo ventre, si immobilizzò eiaculando in lunghi getti, la bocca aperta sul seno dell’amica, sbavando su di esso, rantolando di piacere, felice di sentirla gridare mentre la vagina si contraeva e si rilassava sul pene in orgasmo.
Franca si sentì innaffiare proprio mentre il suo piacere giungeva all’apice, si mosse ondulando voluttuosamente per sentire la presenza che aveva in corpo sobbalzare ad ogni schizzo. Ora aveva ritirato il dito e con lenti movimenti scorreva in una vagina che lo sperma aveva reso ancora più scivolosa, fremette ancora alla carezza poi lentamente si quietò trattenendolo dentro di se anche dopo che i suoi sensi si erano placati.
Mai si era sentita così appagata, neanche con Milly aveva provato la pace che provava ora. Lui sollevò il capo e la guardò: si chiese perché tutti pensavano che fosse brutta, non lo era affatto, solo il naso. . . e il mento . . . Si diede dello sciocco, lei gli sorrise.
– Tommy. . . é stato bellissimo! La baciò proprio sul naso.
– Anche per me lo sai? La vide arrossire.
– Ho detto delle cose. . . Cosa penserai di me?
– Che sei una compagna stupenda. . . Anch’io ho detto delle cose, non ci pensare.
– Ci penso invece e anche tu. . .
Si guardarono intensamente, poi la bocca della ragazza si atteggiò in una smorfia buffa e scoppiò a ridere, anche lui rise, infine disse accarezzandole i capelli.
– Sono uno sporcaccione vero?
– Si ma. . . sei talmente caro che non riuscirei a negarti nulla. . .
L’aveva detto, ora non poteva più tirarsi indietro! Arrossì violentemente al pensiero nascondendo il viso sul suo collo; lui la baciò ancora poi si alzò. Il pene scivolò fuori di lei trascinando un liquido caldo che colò nelle sue natiche.
– Le mie mutandine! Chiese lei portando le mani fra le gambe.
Lui glie le cercò prima di allontanarsi. Franca si asciugo con cura, ma già alcune gocce avevano macchiato il velluto del divano. Udì l’acqua scorrere nel bagno, dopo un po, il ragazzo riapparve.
– Mio Dio com’é bello! Pensò incantata.
Era al suo pene che si riferiva, anche se non in erezione conservava una dimensione che avrebbe fatto sognare più di una donna e. . . era stato suo, aveva goduto dentro di lei! Non riusciva a staccare gli occhi dall’arnese che penzolava di qua e di là mentre lui si avvicinava:
– Oh é. . . oscenamente bello! Sembra il batacchio di una campana!
Fremette per quello che ora si aspettava da lei ma neanche per un istante pensò di sottrarsi. Oh lo voleva, lo voleva. . .
– Aspettami, faccio subito! Disse allontanandosi.
Continua

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