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Racconti Erotici Etero

SONO…..

By 7 Febbraio 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

CAP 1

Sono’..
Ho trasformato una moglie,mamma per bene,in una peccaminosa troia.
E’ una vicenda cominciata in autunno che ha trovato la sua completa realizzazione in primavera.
Vi starete chiedendo cosa vì è di strano di quanto detto;chissà quante volte questo è avvenuto..
Lo strano sono io che sono un non vedente.
La diversa è lei:donna di grandi principi che per il mantenimento degli stessi è ‘scivolata’ in una peccaminosa situazione.
Io sono davvero un non vedente;per mia fortuna lo sono solo da pochi anni .
Prima vedevo e godevo tutto della vita, poi una incurabile malattia agli occhi mi ha dato una cecità permanente.
Ma, e ne sono felice, ho fatto in tempo a ‘visitare’ tanti posti ,ed anche se ad età avanzata ho sposato una piacevolissima donna ed abbiamo avuto una figlia, oggi adolescente.
Prima del matrimonio,visto che non ero/sono da buttar via ho avuto la fortuna di fare molte esperienze con diverse partners.
La mia vita con la cecità è cambiata in molte cose:dal lavoro svolto,alle amicizie. Ho dovuto rivedere la mia esistenza in funzione della nuova realtà.
Per fortuna ho una moglie che mi ha aiutato molto e vivo questa nuova vita con un disagio inferire a quello che sarebbe potuto essere.
Vivo in una grande città e la mia normalità è uscire al mattino con il mio fidato bastone bianco ,arrivare al lavoro e dopo le classiche otto ore fare il percorso alla rovescia per tornare a casa.
La casa è il mio regno di essa conosco ogni più piccolo particolare ed in essa sono completamente autonomo ,dal bagno a farmi il caffè. In casa non sono un non vedente.
Per il resto:tutto quello che è possibile fare se si è accompagnati da moglie,o figlia,o amici. Uno in particolare,Francesco;siamo amici sin da ragazzi e non mi ha mai ‘abbandonato’.
E tutto nacque dalla mia ‘normale’ vita.
Una mattina mi approssimavo nel mio consueto percorso quando all’improvviso un grido:attento .
Una mano mi strattonò per un braccio impedendomi di proseguire.
Dissi allarmato:che succede?
E la voce femminile,era una donna, della persona che mi aveva strattonato disse:mi spiace i averla spaventata,ma ci sono dei lavori in corso e lei stava andando contro un cumulo di sabbia
Ed io:ma faccio sempre questo percorso,ieri non c’era nulla.
Lei: è vero ,anch’io faccio sempre questa strada e ieri ,effettivamente, non c’era nulla .Sono lavori iniziati questa mattina e non hanno ancora messo le recinzioni.
Se vuole la aiuto ad individuare un nuovo percorso poiche’ ritengo che questi lavori dureranno a lungo.
Sentivo il suo profumo ‘pulito’;mi era evidente che fosse una signora di classe,molto gentile e la sua attenzione alla mia persona mi faceva pensare che fosse attenta alle disgrazie altrui ,.
Non era certamente una persona di basso profilo.
La ringraziai della gentilezza ed accettai il suo braccio ed aiuto.
Scopri che facevamo gran parte dello stesso percorso e dialogammo un po’ sui generis.
Fu gentile e non invasiva. Non mi chiese nulla del mio handicap e rese piacevole la routine del percorso
La lasciai ringraziandola perla gentilezza. Pensavo fosse stato un episodio e nulla più.
Due giorni dopo,più o meno nello stesso punto ella volta precedente udii la sua voce:allegra e gentile.
Disse:sono la signora dell’altro giorno ,è un piacere rincontrarla .Se vuole possiamo fare la strada insieme.
Io recuperai velocemente dalla sorpresa e le dissi :volentieri.
Lei mi prese a braccetto e fu un altro piacevole stare un po’insieme.
Questa volta ci raccontammo qualcosa di più della volta precedente.
Il suo nome :Ilaria .Era sposata,aveva una figlia un po’ più grande della mia, e lavorava in centro in una società di consulenza gestionale.
Più o meno le dissi le stesse cose..
Da quel giorno i nostri incontri diventarono più frequenti .Senza dichiararlo l’uno aspettava l’altra e viceversa
Stavamo bene insieme ,c’era un bel,educato,feeling.
Passò quasi un mese prima che io avessi il coraggio di offrirle un caffè una volta giunti a destinazione.
Lei acconsentì e a quella prima volta se ne aggiunsero altre diventammo quasi amici,se così si può dire vista la situazione.
Fu naturale parlare prima dei nostri lavori ,poi di noi e delle nostre famiglie.
Delle nostre realtà,dei nostri desideri e sogni.
Avevamo molto in comune e questo molto lo concretizzerei in voglia di vivere.
Mi raccontò della sua gioventù,del suo trasferimento in città e l’abbandono con sofferenza della famiglia e degli amici.
Ora i suoi genitori non ‘ c’erano più’ e per me era evidente il suo senso di colpa per quanto poco aveva potuto dare loro.
Mi feci raccontare un po’ della sua vita al di fuori del lavoro e seppur con riluttanza e pudore mi disse della sua amata ,splendida, figlia ,di suo marito per cui aveva sicuramente affetto e amore e delle sue attività ad aiutare i meno fortunati(il senso di colpa tornava a ripresentarsi) e dei suoi altri interessi
Inoltre mi disse che da una decina di anni ,in coincidenza della dipartita’ dei suoi,si era riavvicinata alla ‘chiesa’ trovando in essa pace ed un nuovo equilibrio.
Quella donna mi ‘prendeva’ sempre più.
Le raccontai anch’io di me,della mia famiglia,di quello che era stato il mio passato e di quello che speravo sarebbe stato il futuro.
Le raccontai di quella eccezionale donna che era mia moglie ,’scivolando senza volerlo’ nel dire che quello che era stato un grande amore era diventato un grande affetto. E mi lasciai un po’ andare dicendo che capivo che la nuova mia realtà aveva cambiato radicalmente il rapporto tra lei e me. E che da donna meravigliosa era diventata una affettuosa ‘simil mamma’.
Percepii un suo irrigidimento alle mie parole e complice l’intimità,non voluta, che si era creata mi disse che non dovevo angustiarmi della cosa Anche lei e molte sue amiche ,per motivi diversi si trovavano nella mi stessa situazione.
Vedi mi disse :è naturale il tempo modifichi i rapporti. E’ un po’ responsabilità di tutti,di noi,del lavoro, dei figli che ti impegnano sempre più, delle abitudini.
Compresi che anche per lei,come per me,nel rapporto con il partner c’era prevalenza dell’affetto e dello stare bene insieme.
Insomma, tradotto:sesso poco o nulla.
Nel mio caso posso dire che le dita di un a mano sono più che sufficienti per contare i rapporti sessuali avuti con mia moglie negli ultimi tre anni
Ormai facevo da tempo da solo.
Non me la sentivo ,sicuramente sbagliavo ,di affrontare questo argomento con mia moglie e continuavo a fare da solo.
A casa, nel mio letto ripensai all’incontro ed a quello che ci eravamo detto e irrazionalmente il mio uccello si erse.
Io con la mia situazione di non evidente potevo far leva su questo.
Con la mente tornavo a quando celibe mi godevo la vita e le donne e mi ‘vedevo’ come ero allora: un ragazzone prestante di un metro e ottanta, con lunghi capelli mossi neri ed un fisico robusto frutto di tanto sport .Avevo tanta voglia di fare e devo dire che tutto andava con mia soddisfazione. Gli anni sono passati e non sono più come allora ,ma la base è sempre quella. Cominciai a pensare a questo,come chiamarlo?Nuovo rapporto? E piacevoli fantasie,forse ‘spinte’,si stavano affacciando alla mia mente.
Cominciai a pensare che da quel fortuito incontro poteva nascere qualcosa in più oltre che a delle piacevoli chiacchierate e irrazionalmente il mio uccello si erse.
Stupito da questa eccitazione mi lasciai trascinare dalla fantasia: riuscire a far sesso con una vedente a me sconosciuta utilizzando solo le mie capacità ,non quelle economiche.
Un pensiero: chissà com’è fisicamente Ilaria?
Si,percepisco la sua simpatia,il suo sorriso,la sua gentilezza,ho compreso che è di elevata cultura,’sento il suo profumo,ma fisicamente com’è?
Dalle cose che mi ha detto dovrebbe avere tra i 40 ed i 45 anni ed il resto?Sarà stata bionda o nera? Alta o bassa (No,non penso bassa. Quando era vicina a me percepivo la sua altezza,non era piccola). Magra o grassa? Di lei fisicamente non sapevo quasi nulla ,solo impressioni.
Non sarà stata per caso fisicamente brutta ?
Va bene la fantasia,ma ho una dignità a cui tengo .
Sono sempre stato con belle ragazze ,piuttosto che far l’amore con una che non mi piaceva, saltavo. Anche se ormai avevo poco da scegliere non avrei rinunciato a miei principi. Se è un ‘cesso’ passo.
Per risolvere questo dubbio, per me fondamentale,mi sarei fatto aiutare dal mio amico Francesco.
I suoi occhi ed il suo giudizio sarebbero stati miei.
Avevo completa fiducia in lui. Come ho già detto ci conosciamo da ragazzi ed i suoi gusti in fatto di donne erano e sono similari ai miei. Il suo giudizio positivo sarebbe stato anche il mio e viceversa”..
Domani,l’avrei chiamato.
E tornando a lei,nell’idea che fosse come speravo come’?
Vista la mia realtà non potevo agire solo mediante la simpatia ed il feeling fra noi creatosi.
Come’?
Avevo capito la persona: non potevo essere diretto e non potevo spaventarla. Dovevo portarla passo a passo senza che se ne rendesse conto.
Dovevo avere una sua condivisione, sicuramente manipolata, ma condivisa.
L’unica arma a mia disposizione ,non era il suo rapporto quasi solo affettivo con il marito,era il suo senso di colpa verso i più deboli e la ricerca di una espiazione per compensare.
Io ,non vedente,ero certamente nella situazione di aiutarla ad espiare. Ed ebbi un sorriso, non solo mentale.
La mattina arrivò in fretta e non appena possibile chiamai Francesco. Lo aggiornai su quanto stavo vivendo e su quello che volevo da lui.
Sapevo che mi avrebbe aiutato e fu così.
Il mattino dopo era appostato vicino al solito punto dove mi incontravo con Ilaria e la vide.
Non vedevo l’ora di arrivare in ufficio per sentire il giudizio di Francesco. Ilaria percepì la mia frenesia tanto che mi chiese:tutto bene Marco? Dissi si ,sono un po’ nervoso perché appena arrivo in ufficio ho da fare una pratica urgente.
Lei disse :capisco. Ma sentii la sua perplessità.
Arrivai in ufficio,in concomitanza squillò il telefono:era Francesco. Le sue prime parole: è una gran figa , ma come hai fatto..?
Mi sentii rinascere. quel dubbio che mi ‘bloccava’ lo stomaco si dissolse ,tornai a respirare. Mi sentivo felice.
Dissi euforico a Francesco :dimmi ,raccontami ,non fare lo scemo.
E’ un po’ più bassa di te , sarà sul metro e settanta. Intorno ai quaranta anni e forse meno. Ha i capelli neri che le cadono a fine collo .Veste molto bene: è elegante senza essere vistosa, indossa scarpe con tacchi bassi.
Si,si ,ma di viso com’è?
Molto bella. Ha un viso pulito e solare su cui aleggia un sorriso sereno. Mi spiace tu non la possa vedere,ma la gente vi guarda con interesse. Certamente più lei che te. Dovresti farmela conoscere.
Stronzo’.magari più avanti. Intanto grazie e ci vediamo presto.
Riattaccai felice. Adesso potevo’..
La nostra frequenza era diventata quasi giornaliera;ciò era dovuto al fatto che uscivo in anticipo da casa sapendo che prima o poi lei sarebbe arrivata al nostro punto di incontro.
Dopo tre/quattro incontri consecutivi fu lei a dirmi:visto che ci incontriamo sempre perché non ci diamo un orario approssimativo per incontrarci perché mi fa piacere incontrarti (e per pudore e intelligenza si fermava li, se avesse potuto continuare avrebbe detto: perché mi fa piacere aiutarti-i sensi di colpa/l’espiazione-
Sapevo che poteva gestire i suoi orari lavorativi con la giusta flessibilità ed anch’io ero nella stessa situazione e così alcune volte di lasciarci più tardi per non interrompere i nostri discorsi
Nelle successive settimane ‘stesi’ la rete:con metodo,attenzione e garbo.. La feci pensare e riflettere sulla vita e disagi dei portatori d’handicap. Dei loro sogni frustrati,dei desideri insoddisfatti,della loro vita vissuta solo parzialmente,della non attenzione dei sani in particolare di quella del sesso opposta. Era intelligente e sensibile ,ben capiva e pian piano senza accorgersene si stava caricando dei mie malesseri.
Se la prima volta che le avevo toccato con indifferenza la mano avevo notato un suo irrigidimento ora era lei che quando mi sentiva affranto mi toccava la mano per rassicurarmi e farmi sentire la sua comprensione.
Un giorno riuscii a dirle con chiarezza, approfittando di un argomento particolare, di quanto mi mancasse il sesso con mia moglie.
Lei rimase un po’ in silenzio e mi disse:non hai mai pensato ad un’altra donna? Ed io,fingendomi esasperato, in questa situazione?Chi lo vuole un cieco e poi ‘non vorrei mai una donna a pagamento.
Rimase in silenzio.
Avevo gettato il sassolino nello stagno. Le piccole onde l’avrebbero sommersa?
Nei giorni a seguire la nostra intimità si era rafforzata. ormai ci ‘toccavamo’ con indifferenza e al momento di incontrarci e lasciarci eravamo passati da un ciao al classico bacio sulle guance. Mi poggiavo,’per sbaglio’ a lei che non si scostava. Che pensasse di alleviare le mie sofferenze in tal modo?
Sentivo il suo profumo che mi faceva impazzire.
Non ce la facevo più. Era giunto il momento di rischiare: tutto o niente.
Una mattina prima di uscire dissi a mia moglie che quel giorno non mi sarei recato al lavoro, le dissi che non avevo voglia di quel ambiente ed avvisai anche l’ufficio fingendo un’indisposizione..
Mia moglie uscì dicendo che ci saremmo visti la sera ed accompagnò nostra figlia che sarebbe stata impegnata a scuola fin al pomeriggio avanzato.
Noi abitiamo da molti anni in un grande elegante condominio senza portineria ed ad elevata privacy.
Ci conosciamo in pochi, ed i nostri rapporti sociali sono praticamente a zero. Potevo portare a casa chiunque, nessuno vi avrebbe fatto caso.
Mi recai al punto d’incontro, lei mi stava aspettando anche se ero in ritardo di alcuni minuti. Mi scusai e dissi che non mi ero sentito molto bene.
Lei si preoccupò chiedendomi come mi sentissi adesso. Le dissi:un po’ meglio,ma mentre glielo dicevo accusai un falso giramento di testa.
Lei si preoccupò chiedendomi se fosse il caso che andassi al lavoro e si offrì spontaneamente, sapendo che abitavo vicino, di accompagnarmi a casa.
Fingendomi costernato accettai il suo aiuto ed arrivammo a casa mia.
Entrati nell’appartamento e ci togliemmo i cappotti. Eravamo nel mio noto e l’accompagnai in sala dove mi poggiai al buffet,lei preoccupata mi chiese cosa poteva fare per me.
Io la presi perla mano e l’avvicinai a me come alla ricerca di equilibrio sino a che me la trovai poggiata me. Non ebbe il coraggio di scostarsi e sentivo il su corpo contro il mio. Rimasi immobile per alcuni secondi come a abituarla alla mia presenza/contatto poggiai il mio viso al suo poggiando le labbra alle sue.
Lo feci come fosse un momento di mia debolezza . Scostò il viso,le mie mani le impedivano di spostare il corpo,dicendo :cosa fai?
Ed io:ti faccio così schifo da non voler un bacio da un povero cieco?
Questa frase fece,come speravo,il suo effetto (il senso di colpa tornò a galla) e disse:no,no’rimanendo ferma.
La baciai nuovamente , ma questa volta,forzando le sue labbra le misi la lingua in bocca.
Non poteva più sottrarsi.
Non dovevo darle il tempo di riflettere e di tornare indietro. Le mie mani prima la tirarono a me poi le poggiai sul suo culo che toccavo per la prima volta .
Era sodo e duro ed aveva al tatto una bella forma.
La slinguavo come un assetato beve l’acqua e con le mani la carezzavo a più non posso .Certamente sentiva la mie erezione poggiata sul suo grembo.
Tenendola vicina ,in modo quasi scimmiesco ,la recai nella vicina camera da letto dove senza mai lasciarla cademmo sul letto.
Il mio assalto non le dava tregua.
Sapevo che metteva spesso la gonna ,mi sarebbe stato indifferente avrei agito ugualmente,ma quel giorno il fatto che indossasse la gonna fu comunque una fortuna per me.
Prima attraverso la stoffa le palpai la passera appena colsi che non reagiva infilai la mano sotto la gonna e pur poggiato su collant e slip potevo farle sentire le dita sollecitare la passera fu u attimo mi infilai sotto le ultime protezione e le infilai un dito in figa.
Sembrava mi stesse aspettando .la sua passera era bagnata(si vede che anche la sua astinenza si stava facendo sentire.
L’insieme senso di colpa,espiazione,vergogna nel rifiutare,l’astinenza, la fecero capitolare definitivamente.
Adesso sentivo la sua lingua attiva nella mia bocca. Con il bacino non si sottraevo alla mia intrusione anzi partecipava.
Ero riuscito’.
Potevo continuare con più calma,ma comunque velocemente.
Continuai a baciarla e sditalinarla ad eccitarla sempre più facendole calare per quanto possibile collant e slip. Le scarpe le erano già ‘scivolate via. Poi mi piegai velocemente le tolsi insieme collant e slip.
La sua passera era a mia disposizione. Sentivo il suo particolare profumo. Le allargai le gambe e mi tuffai in mezzo ad esse lappandole con fervore e gioia il suo gioiello.
In quel breve distacco fu come se si rendesse conto di quello che stava avvenendo e non so se fosse la sua volontà.. Ma per lei fu tutto troppo veloce e quando sentì la mia lingua nella sua passera fece un oohh di meraviglia e prima allargò ancor più le gambe poi poggiò le mani sulla mia testa a sollecitare quanto di già facevo.
Chissà quanto tempo fosse che non provava quelle sensazioni.
Sentivo quanto le piacesse.
Intanto con una mano feci calare i miei pantaloni e gli slip portando il mio eretto uccello allo scoperto. Lei sicuramente non poteva rendersene conto.
Il passo successivo fu di scivolare verso l’alto sul suo corpo portandomi ancora con il mio viso sul suo e rimettendole la mia lingua bagnata dei suoi umori nella sua bocca.
Quanto ci volle ?
Un secondo? Di più? Di meno?
Fu un attimo. Le sue gambe erano sempre allargate e la sua passera bagnata ed aperta.
Si può dire che in un attimo sentì prima il distacco della lingua dalla passera,ma l’onda del piacere rimaneva,poi la mia lingua in bocca e contemporaneamente il mio uccello dentro lei.
Non poteva più sottrarsi.
Rimasi fermo in lei per farle sentire e consapevolizzare la dura presenza.
Poi cominciai l’antica danza.
Le ho detto: sei bellissima e facevo entrare il cazzo in fondo a lei. Mi dedicai a lei e alla sua figa. Slinguavo , le misi le mani sotto il culo per farle sentire di più la penetrazione. Tenni un ritmo intenso ma continuo .Volevo farla impazzire di piacere .Doveva essere sempre mia.
Le dissi; ti piace?
Lei a questo punto per tutto quello che ci siamo detti non poteva dure che si.
Infatti disse :si.
Il ferro va battuto finchè è caldo e memore del fatto che chi ben comincia ‘uscii da lei portando l’uccello all’altezza del suo viso e prendendole la testa tra le mani senza darle il tempo di parlare o agire,e dissi: succhiami il cazzo ed aggiunsi per favore.
Sia il linguaggio che il gesto avevano un suo fine.
Quello che conquistavo quel giorno sarebbe stata la base per future conquiste.
In fondo io le avevo leccato la figa, cosa ci sarebbe stato di male se lei mi avesse succhiato l’uccello?
Lo prese in bocca e per me fu un pompino sublime. Glielo feci fare per poco,avevo raggiunto l’obiettivo,aveva preso il mio cazzo in bocca .Se lo fai una volta puoi farlo sempre.
Per non farla ‘raffreddare’ tornai a rimettere l’uccello in figa .Era ancora bella calda e mi aspettava.
Questa volta non ci fu limite. La scopai finchè riuscii.
Quando disse :vengo. Le dissi: vieni,vieni. Sei stupenda. Voglio venire con te.
Senza chiederle se era protetta dalla fertilità, tirando il suo culo a me incontro al mio uccello, venni mentre con la bocca succhiavo la sua lingua.
Fu fantastico. Eravamo un corpo unico.
Riempii la sua passera di tutto il mio seme. Furono piu’ schizzi che entrarono nella sua femminilità.
L’avevo marchiata.
Dopo’.
Dopo la tenni stretta a me .Le parlavo con dolcezza dandole leggeri bacini.
Grazie ,grazie per quello che mi hai dato. Sei stato dolce e generosa .Volevo si esprimesse e riuscii nell’intento.
Sapevo cosa avrebbe detto e volevo sentirglielo dire
Disse non dire cosi’ ,non ti ho regalato nulla,ho voluto io ,volevo..
(Dentro di me pensavo :senso di colpa, espiazione, convinzione di volere le cose,non poteva dare colpe a me poveraccio, mentre invece’era lei che’.. bene, anzi benissimo).
Ed io : allora ne sono felice passeremo tanti bei momenti insieme e lei si strinse a me.
Le dissi:viviamo bene questo momento. Voglio sentirti tutta.( Eravamo ancora mezzi vestiti).
Spogliamoci.
Il silenzio fu il suo assenso
Adesso eravamo nudi uno nelle braccia dell’altro

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Toccando l’orologio per non vedenti, che era posizionato sul comodino al mio fianco realizzai che non era trascorso più di mezz’ora da quando Ilaria era entrata nella mia casa.
Era stato un breve ed intenso periodo e pensai che avevamo ancora un po’ di tempo che volevo utilizzare nel modo migliore.
Continuando a baciarla la toccai con attenzione .’Sentivo’ un corpo tonico ed armonioso. Le tette erano abbondanti e morbide,il culo era sodo e si staccava facendo un bel ponticello. I peli sulla figa erano fitti e corti. Era una donna che sicuramente ‘curava’ il fisico.
Non si sottraeva alle mie palpazioni/carezze; si era certamente resa conto che stavo scoprendo il suo corpo e restava in vigile attesa .
La vicinanza,il suo profumo ,le carezze,la consapevolezza della sua bellezza , mi stavano eccitando nuovamente, ma non volevo che la mia ‘reazione’ fosse da lei così percepita.
Mi morsi le labbra e pensai alle cose più ridicole per ricacciare la mia eccitazione e ci riuscii.
Tenendola stretta a me le parlai simulando ansia e vergogna.
Le dissi che mi aveva reso felice; che era da tantissimo che il fare sesso si limitava per me alle mie costruite fantasie erotiche e che ero ormai talmente preso dalle fantasie che senza di esse non riuscivo più ad eccitarmi.
A dimostrare quello che dicevo le dissi:vedi ti sto stringendo ,accarezzando e baciando,ma non riesco ad avere una nuova erezione. Mi piacerebbe tanto mostrarti il piacere e la gioia che mi stai dando.
Sapendo che avrebbe capito solo parzialmente continuai dicendo: nelle mie fantasie per eccitarmi ‘vedo’ gesti non usuali e dico alla mia’virtuale’ compagna cose che, nella realtà, faccio fatica anche solo a pensare.
E adesso sono qui con te e ho vergogna ;non voglio offenderti e non so come fare per godere della grande felicità che sei disposta a darmi.
Pensavo:’ Ilaria era frastornata. Lei moglie e madre fedele aveva fatto sesso con una persona che non era il marito ,aveva tradito la sua fiducia .Non avrebbe voluto ma si era fatta trascinare dalla pietà e o forse anche da altro ed adesso come avrebbe reagito alle mie richieste?
Continuai a blandirla di dolci parole e lusinghe.
Approfittai del suo silenzio e guidandola con le carezze la feci mettere alla pecorina. Potevo ‘sentire’ le sue mammelle pendere nel vuoto ,dovevano essere veramente belle. Il suo culo era alto e le gambe ben ‘tirate’.
Mi sembrava di tastare una bella giumenta(e questo è il fine che mi proponevo per lei.).Farla diventare una bella vacca.
Tornai alla carica :sei bellissima,mi puoi aiutare?.
Questa volta l’aiutai nella comprensione,la feci cadere su me e le infilai la lingua in bocca ricominciando a stringerle il culo.
Il suo pube era sul mio uccello,ma non dimenticavo le mie mire. Staccandomi mi misi in ginocchio davanti a lei e le dissi: per favore me lo ciucci ? Ed accompagnai la richiesta con le mani sulla sua testa a farla calare sul mio uccello. Fece un po’ di resistenza ,ma poi sentii una sua mano prendermi l’uccello e a breve seguire il calore della sua bocca .
Il mio uccello era in un caldo umido paradiso .La sua lingua mi dava inebrianti sensazioni. Non potevo perdere troppo tempo,anche pensando ad altro, in breve il mio uccello sarebbe arrivato alla massima espressione vanificando i miei perversi desideri.
Le dissi :scusami,ma ho bisogno di più.
Le presi la mano con cui teneva il pene e l’accompagnai,facendola passare tra le mie gambe, al mio ano.
Doveva essere fortemente stupita,ma la guidavo io.
Presi un suo dito e lentamente lo feci entrare nel mio buco del culo. Poi accompagnavo il suo dito ad entrare ed uscire.
Dissi:continua ,ciò fa parte delle mie fantasie.
Non interruppe il movimento del suo dito nel mio condotto anale e neanche il pompino ed in breve il mio uccello era rigido, lungo e pronto a’tutto.
Non pago dissi: aspetta.
Mi girai e mi misi a quattro zampe .Il mio culo era davanti la sua faccia. Divaricai le gambe per farle vedere il movimento ad aprirsi del mio ano. Questa volta non dovetti spiegare’,cominciava ad interpretare le mie fantasie. Una mano in avanti a catturare il mio duro pene e la sua lingua ad entrare e leccare il mio fiorellino. Fu lei, senza esortazioni a sostituire la lingua con un dito.
Mi segava e mi inculava
Soddisfatto, mi rigirai. Lei riprese, senza argomentare, quello che faceva prima.
Pompava il mio uccello e mi teneva il dito in culo.
Le dissi :grazie, grazie. Hai visto sei riuscita.. grazie.
Continua. E’divino.
E lei continuò quello che stava facendo.
Ormai sarebbe diventata una normalità farlo le prossime volte.
Si stava abituando alla mia sessualità.
Un sorriso aleggiava nelle mie labbra:l’addestramento continuava.
Pur essendo la prima volta dovevo ottenere il massimo da lei. Arrivare ad un punto da cui non si torna indietro,ma da dove,anzi,si va solo avanti.
Volevo il suo culo.
Visto la persona, immaginavo non l’avesse mai preso nel culo. Era una cosa che avrei appurato velocemente.
Ci stendemmo sul letto e ci baciammo a lungo . Per non perdere l’eccitazione le misi l’uccello in mano invitandola a segarlo dolcemente, intanto con una mano alloggiavo tra le sue cosce masturbandola lentamente.
Quando sentii la sua passera bella bagnata, aperta alle mie dita, la feci girare. La misi a pancia in sotto facendole mettere un cuscino sotto la pancia.
Adesso sentivo il suo culo leggermente sollevato. Mi misi dietro lei e con la lingua e le dita leccai,succhia e bevvi il suo piacere.
Ansimava e gemeva’si..no’non è possibile.
Si era dimenticata dove fosse e con chi fosse: godeva.
Mi sollevai e mi appoggiai su lei. Le dissi: mettilo dentro.
Fu lei che guidò il mio uccello all’ingresso della vagina. Io non mi muovevo. Fu sempre lei che alzò il culo venendomi incontro e che si infilo l’uccello in figa. Era in calore.
A questo punto partecipai scopandola lentamente. Le dissi: non venire subito sarà più bello.
Intanto inserii un dito nell’ano che era ben lubrificato.
La scopavo con il cazzo ,la inculavo con il dito. Apprezzava. Le dita diventarono due.
Se ne accorse .Disse: cosa fai?
Le chiesi: nessuno è mai entrato qui?
No, no e non voglio. Fa male.
Non mi preoccupai delle sue parole ;continuai quello che stavo facendo. Si avvicinava a godere, lo sentivo dal suo ansimare.
Cambiai tattica.
Uscivo completamente dalla sua figa e poi lentamente rientravo e con le dita nel culo mi preparavo il passaggio.
Ogni volta mi sollevavo leggermente per poi poggiarmi sul suo culo e rientrare in lei fino a che’mi poggiai nuovamente ,ma questa volta il mio glande si poggiò sul buco del culo. Una piccola spinta ed ero ben inserito nel suo ex vergine culo.
Urlò . Noo . Fermati. esci.
Io; scusa, non volevo sono scivolato dentro senza volere. Ma adesso è dentro .Non mi muovo. Non voglio farti del male.
Rimasi immobile mentre con le dita le toccavo la clitoride per distrarla.
Quando sentii che non si lamentava più, che il suo condotto si era abituato alla nuova presenza, iniziai a muovermi molto lentamente. Piccoli millimetri volta per volta. Lei tratteneva il respiro, diceva: no, no ,ma non scappava.
Ci volle un po’ di tempo, ma entrai tutto in lei.
La roccaforte era stata violata.
Le dissi sei fantastica .Lo senti? Sono tutto dentro te. Senti male?
Lei adesso no, ma fai piano
Ed io dissi adesso che sei pronta mi piacerebbe farti godere con il cazzo nel culo. Sei pronta?
Lei: si, si ma fai piano
Avevo l’ ok a proseguire e pian piano la inculai .
Il suo condotto era sempre più accogliente .In pochi minuti era come se fossi stato sempre dentro il suo culo
Adesso, dissi: sei pronta a godere .Comincia a masturbarti ,ma ti farò venire con il culo. Vedrai sarà bellissimo. Lo vorrai fare ancora. Lo preferirai più in culo che in figa.
Le tolsi il cuscino da sotto la pancia e fattala mettere a pecorina iniziai l’opera di apertura e devastazione
Entravo sino in fondo; uscivo completamente; riuscivo; ruotavo il bacino per allargarle il foro e la stessa cosa facevo fare a lei
Passai al turpiloquio mentre la inculavo.
Troia, ti piace prenderlo nel culo. Glielo schiaffeggiavo. Sentivo il rimbombo sulle sue natiche Dovevano essere bellissime.. adesso te lo apro per sempre. Sarà per sempre mio.
E la spronavo a rispondere ed ad assentire alle mie assurde domande.
Si, si aprimi il culo, il mio culo è tuo.
Ed io: e tuo marito?
E lei: no, non nominarlo ,non posso, non capirebbe.
Era una inculata selvaggia, ma c’è sempre di meglio.
Uscii dal culo e mi spostai avanti lei. La schiaffeggia in viso con il mio uccello.
Glielo infilai in bocca dicendole: succhia puttana, lecca il sapore del tuo culo.
Era mia. Faceva quello che volevo
Ritornai dietro di lei e senza fatica rioccupai il suo ano .
Su e giù , su e giù. Uscii nuovamente dal suo culo.
Le dissi: tocca, senti come è aperto il tuo culo.
Le portai una mano dietro ed infilai le sue dita in culo. Potè constatare personalmente quanto fosse dilatato
Dissi: hai sentito quanto è largo?
Si.
Sei contenta?( Erano domande che non ammettevano risposte negative) Continuo?
Si. Si
Questa volta continuai ad incularla, mentre lei si aiutava masturbandosi, fino a quando sentii che stavo venendo.
Le dissi; vacca sto venendo, ti riempio il culo, vieni anche tu
E lei: si, si.
Venimmo insieme.
Le scaricai tutto lo sperma che avevo e lei godette.
L’avevo marchiata.
Poi crollai al suo fianco .
Ci trovammo vicini e ci baciammo. Misi la mano sul suo culo, le infilai un dito nell’ano ,presi un po’ del mio sperma e dei suoi umori e portai il dito alla sua bocca. Succhia troia, senti il frutto del tuo piacere
Succhiò.’
Poi fu il momento del rilassamento, del ritorno alla normalità
Si stava rendendo conto di tutto quanto fosse successo.
Ma con baci e dolci parole la tranquillizzai.
In poche parole stava facendo un opera di bene e si adagiò su questa illusione.
Non male: l’avevo scopata, inculata e portata ad atti che mi piacevano e adesso’.
Le dissi che il giorno dopo non sarei andato a lavorare e che poteva passarmi a trovare prima di andare al lavoro. Mia moglie e mia figlia per le 07.30 sarebbero uscite.
Affondai la lancia: se voleva poteva fare due cose per farmi felice.
Una: tagliarsi il pelo della figa a triangolo con il vertice verso il basso
Due: indossare le calze autoreggenti. Sarebbe stato il soddisfacimento di un mio grande sogno. Mia moglie si era sempre rifiutata..
Non rispose. Rimase in silenzio
Se avesse fatto quanto le ho chiedevo sarebbe stata completamente mia.
Disse: devo andare al lavoro. La sentii rivestirsi.
Nudo l’accompagnai alla porta .
La trassi a me e la baciai . non si sottrasse e partecipò al bacio.
Mi disse ciao ed andò.
Chiusi la porta.
L’indomani sarebbe tornata?

Dormii male quella notte; ero teso ed ipereccitato.
Cosa mi aspettava la mattina dopo?
Mia moglie associò al mio dichiarato malessere la mia ‘impazienza’ e stanca del mio fastidio uscì contenta alle 07,30, con la bambina.
Io alle 08.00 ero pronto. Mi ero fatto la doccia e la barba ,una leggera colazione e’ confesso ‘avevo assunto una bella pastiglia di viagra per il non si sa mai.
Adesso, in pigiama, attendevo. Verrà? Non verrà?
Alle 08.15 il citofono suonò . Era lei. Aprii il portone e l’aspettai alla porta d’ingresso pronto per l’occasione.
Mi ero tolto il pigiama. Ero nudo ed il mio cazzo era già rivolto verso l’alto.
Sentii l’ascensore al piano; socchiusi la porta e quando fu davanti la aprii completamente. Per un braccio la tirai velocemente dentro abbracciandola.
La sua sorpresa nel vedermi nudo ,eccitato, doveva essere stata notevole.
La strinsi a me, mani sul culo e la mia lingua a cercare la sua.
Non volevo lasciarle il tempo di riflettere , di obiettare per quanto avvenuto il giorno precedente.
Provò a dire :no ,no. Non dobbiamo. Ieri è stato’.ma poi verificai le contraddizioni rispetto a quanto provava a dire.
Indifferente alla sua opposizione mi appropriai della sua lingua e sempre stringendola presi una sua mano portandola sul mio cazzo. Glielo feci impugnare.
Senti come è duro. Ti aspettava. Ti vuole.
Stava cedendo.
Mi baciava e lo tenne stretto nella sua mano ed in breve la stretta divenne una sega.
Volevo sapere.
Le sollevai la gonna ed infilai la mano: portava le autoreggenti.
Felice della scoperta le dissi: grazie ,grazie di questo regalo. Allora anche tu mi desideri. A rinforzare :sei la mia bella troia.
La feci appoggiare con la schiena al muro , le sollevai la gonna ,mi piegai tra le sue gambe.
Sentii il profumo della sua passera.
Le calai gli slip, erano morbidi .Lei mi aiutò: prima a far scendere e togliere gli slip , poi allargò le gambe accettando quello che le stavo facendo.
Il mio uccello era sempre impennato (il viagra ? )
Utilizzai lingua e dita, la feci sbrodolare. L’ho fatta girare e piegare . Ciò mi permise di metterle l’uccello in figa e per non perdere l’abitudine in culo. Un po’ in un buco , un po’ nell’altro .Nessuna sua resistenza, solo godimento.
Ma la finii con la lingua .
La feci girare nuovamente e mi reimpossessai della sua figa con la lingua.
Continuai fino a quando lei mi strinse con le mani la testa sulla sua passera dicendo : vengo ,vengo. Sentii i suoi umori scorrere sulla mia lingua.
Era ansimante e stravolta, ma adesso era il mio turno.
Le dissi: adesso a me. Comprese.
Si piegò e lo prese in bocca. Fu un pompino divino,
La fermai un attimo per dirle che doveva bere tutto. Mi disse che non l’aveva mai fatto.
Le dissi: c’è sempre una prima volta e lo fece.
Quando sentii lo sperma salire le strinsi la testa sul mio uccello e mi spinsi per quanto possibile in lei.
Venni gridando: bevi troia, bevi il tuo succo; e lei bevve, ingoiò tutto il mio sperma.
Adesso eravamo stravolti in due. Vi era poco da parlare .
Disse solo: è pazzesco cosa mi fai fare.
Andammo in camera da letto e ci stendemmo sul letto.
La sentii spogliarsi. Le dissi di tenere le autoreggenti.
Le toccai la passera. Al tatto scoprii che aveva tagliato il pelo come volevo.
Stava diventando la mia troia
Disse che non aveva molto tempo.Poiché doveva recarsi al lavoro.
Le dissi che avevamo un tempo sufficiente. Bastarono poche effusioni e toccamenti perché il mio uccello tornasse in tiro.
Volevo scoparla e magari impregnarla
Mi distesi su di lei tra le sue gambe. Puntai l’uccello sulla sua naturale meta, la figa. Mi fermai all’ingresso .
Le dissi :prendilo.
Con la mano fece quanto già fatto ,lo fece entrare in lei. Fu lei a mettermi le gambe intorno alla schiena ed a favorire i miei profondi ingressi.
Diceva solo: si, si, ancora.
Per me, stava recuperando il piacere del sesso dopo tanti anni di astinenza sessuale.
Era un bel chiavare. Sentivo lo strofinio delle calze sulle mie gambe che mi procuravano ulteriore piacere.
Le sollevai le gambe sulle mie spalle .Su mio invito si ripetè la scena precedente. Fu lei ad infilarselo in culo.
A me la scelta di quanto stare in culo e quanto in figa.
Se la godette e me la godetti.
Ma tutto ha una fine. Stavo per eiaculare e lei stava orgasmando. Mi stesi alla missionaria su lei. Bocca a bocca. Lingua per lingua.
Volevo venire in lei e l’idea di poter ingravidare una signora che fino a pochi giorni prima era il modello della fedeltà famigliare era per me uno sballo psicologico.
Nella mia perversione volevo fosse lei a darmi l’autorizzazione di riempirla e perché no? Ad ingravidarla.
Ed allora cominciai: sei stupenda ,hai una figa fantastica. Vorrei riempirla farti sentire quanto piacere mi dai e mi piacerebbe sentire anche quanto piacere provi.
La tua figa che mi stringe il cazzo spremendolo ed impedendogli di fuggire.
Essere una sola cosa.
Forse non capiva e diceva solo :si, si ,è bello.
E sentii davvero la sua figa stringermi il cazzo portandomi al punto di non ritorno.
Era come una calda mano, che mi stava pompando il cazzo già pronto ad esplodere.
Ed allora insistei : voglio continuare a sborrarti dentro. Sei o no la mia troia?
Lei :si, si
E se resti incinta?
Vieni, vieni
Ci lasciammo andare. Le nostre lingue si fusero così come il mio uccello e la sua figa
Era mia definitamente
Dopo è sempre il momento della riflessione.
Anticipai suoi pensieri e o parole.
La baciai ed intanto la carezzavo la figa, che fino a poco prima aveva accolto il mio uccello, a rivendicarne il possesso.
E mentre gliela toccavo come fossi il legittimo proprietario del suo punto più importante le dissi:
ci piace fare l’amore insieme senza limiti ,ma capisco le tue paure ed ansie.
La paura di una gravidanza ‘fuori casa’ ti angoscia, allora ogni tanto dovrai scopare con tuo marito.
Ogni tanto e’ solo scopare ,niente culo che è solo per me.
Tuo marito sarà contento; mi raccomando piccole scopate e poi mi piacerebbe che non ti venisse dentro. Poi se succede qualcosa puoi sempre dire che un po’ di seme durante la scopata è uscito e fatto il danno.
Insomma se rimani incinta vorrei fosse mio.
Sentivo il suo forte imbarazzo ,ma era mia.
A bassa voce disse: per mio marito si può fare. Non disse altro.
Potevo farne quel che volevo.
Si rivestì. Non le feci mettere gli slip.
Dissi: questi sono miei. D’ora in poi deciderò io quando dovrai metterli . Sei d’accordo?. Il mio era un azzardo, ma cosa avevo da perdere?
Prima il silenzio, poi disse: si.
La accompagnai alla porta e con ultimo lascivo bacio mi presi la soddisfazione di infilarla la mano tra le cosce dove sentii la sua passera ancora umida
Le dissi :sei la mia troia.
Mi stavo dimenticando :il tuo numero di cellulare ? Me lo diede.
Uscì. Sentii che prendeva l’ascensore .
Adesso avevo i suo numero di cellulare e potevo gestirla come volevo.
Lei si sente come una santa che lo fa per amore del prossimo, del più debole.
Io voglio che diventi una troia consapevole di essere troia.
Fine capitolo

La faccio scopare al mio amico vedente e magari la faccio ‘trapanare’ da uno sconosciuto ai giardini o la tengo solo per me?
Il cellulare fu molto utile. Mi permise di contattarla quando volevo .Di fissare di volta in volta i nostri appuntamenti per quando eravamo ‘liberi’ da famiglie e lavoro e di darle indicazioni di come la volevo vestita o meglio svestita.
Le feci acquistare reggicalze ed intimi particolari e soprattutto la scopai ed inculai a volontà.
Grazie al mio amico che mi riforniva di viagra ero sempre pronto.
Nei tre successivi incontri la sottoposi ai piaceri migliori. Scopavamo e le riempivo la passera del mio sperma. Mi facevo fare grandi pompini che terminavano con il mio sperma che le riempiva la gola o le lavava il viso.
Il suo culo era mio e si era ben adattato alle mie frequenti visite. Mi faceva delle deliziose ‘spagnole’
La mamma perbene era diventata una viziosa del sesso. Spesso a disposizione sempre senza sottrarsi alle mie richieste.
E’ importante : godeva, godeva, godeva. E intanto la preparavo ,subdolamente, a nuove esperienze.
Il mio amico mi chiedeva’.Voleva sapere’.Alla fine mi convinse e gli feci mettere delle videocamere ,occultate molto bene perché non fossero visibili da mia moglie o figlia, che permettessero di riprendere le nostre performance.
Quando vide i video tornò a me stupito. Come hai fatto a farle fare quello che ho visto? A farla diventare una troia. Cominciò così a sollecitarmi perché potesse usufruire anche lui di lei.
E’ sempre stato un grande amico ,spesso di grande utilità, e mi sembrava bello ricambiare i suoi aiuti.
Ideammo un piano che vi racconto nel suo sviluppo.
Ilaria ed io stavamo scopando alla grande, indossava ancora il reggicalze(da lei comprato) ed un reggiseno con dei fori al centro che permettevano l’uscita dei capezzoli(fornito dal mio amico).
Le dicevo: sei una figa ,ma anche troia. Ti sei vista allo specchio?
Si
E come ti sei vista?
Come una troia
Mi divertivo a stare sotto lei e succhiarle attraverso i fori i capezzoli.
Dicevo che buoni, che buone ste tette da vacca; mi vien voglia di mungerle.
Era su di me .il mio cazzo dentro lei. Era lei a cavalcarlo
La spronavo: galoppa troia. Ti piace il cazzo?
E lei : si, si mi piace
Ed io :anche a me piace chiavarti e approfittando del suo piacere. Mi piacerebbe farti fare nuove esperienze :chiavarti in due, portarti a scopare con sconosciuti . Peccato che sia impossibilitato..
E lei credendo che nulla fosse possibile diceva: si piacerebbe anche me provare due cazzi insieme
Si faceva trasportare dalla fantasia sapendo che’..
Q quando suonò il campanello d’ingresso.
Dissi: chi può essere ? Sarà qualche tecnico del gas o altro.
Lei spaventata: non sarà tua moglie o tua figlia?
No, sarebbero entrate senza suonare . Vado a vedere ,tu stai nel letto.
Andai ,era il mio amico.
Vestito normalmente indossava un paio di occhiali da cieco e si era anche dotato di un bastone per ciechi.
Alzai la voce per farmi sentire da Ilaria. Franco, che sorpresa, sei passato a trovarmi, mi fa piacere.
Passarono un paio di minuti di convenevoli poi gli dissi aspetta un attimo che ho un ospite.
Tornai da Ilaria e fingendomi costernato le dissi che a sorpresa era passato a trovarmi un amico, cieco anche lui.
Non potevo mandarlo via, ma di non preoccuparsi poiché è cieco e non frequenta normalmente la mia famiglia, anzi mia moglie non lo conosce.
La feci spostare ,così com’era vestita in soggiorno(tanto non vede) e chiamai Franco che ci raggiungesse.
Franco ci raggiunse e non mostrò emozioni il porco, vedeva quel ben di ‘ma non colsi esclamazioni od altro. Gli presentai Ilaria, mi sa tanto che non vedeva l’ora di metterle le mani e qual cos’ altro addosso.
Ci accomodammo tra divano ,io e lei, e poltrona e fu tutto molto normale .Chiacchieravamo e offrii da bere. Poi segui il mio piano. Le dissi a basa voce: ti ricordi cosa ci siamo detti a letto ?E’ l’occasione buona.
Toccai Ilaria e l’attrassi a me. Non voleva ,faceva resistenza, ma insistetti finchè non fu contro me.
Le piegai la testa sul mio uccello e lei ,a malincuore, cominciò a succhiarlo e leccarlo. Franco ,facendo finta di non vedere continuava a parlare con me. Ogni tanto interpellava Ilaria che si affrettava a staccarsi dal mio uccello per rispondere per poi continuare il suo pompino. Non la mollavo.
Cominciai a sollecitarla .Un dito in figa e la masturbavo e poi coni due dita’.. Non poteva resistere molto. anche la situazione forse la eccitava . Ad un certo punto la feci impalare ,di schiena, sul mio cazzo.
Franco vedeva tutto in prima visione. Ilaria non resse le fuggì un gemito e poi un altro.
Franco disse: cosa succede?
Io dissi nulla. Lui ma sento odore di sesso.
Ilaria si immobilizzò ,ma la indussi a continuare. Franco il bastardo si alzò e venne proprio avanti Ilaria.
Ilaria non sapeva cosa fare. Le dissi è un poveraccio come me, un cieco, fallo felice. Tornavo alla sua pietà
Si convinse velocemente, ormai aveva il sesso nel sangue.
Fu lei a toccare la patta di Franco e quando Franco si calò i pantaloni e gli slip, e’ l’uccello comparve ritto fu lei a prenderglielo in mano e a fargli un bel pompino.
La strada era avviata ..Feci passare pochi minuti e dissi: andiamo sul letto.
Sul letto ci scatenammo sul suo magnifico corpo facendole provare vette di piacere. La manovravamo come una bambola di gomma. Tutto ci fu permesso e ci permettemmo. Ogni suo orifizio fu violato. Ogni centimetro del suo corpo fu oltraggiati e amato. La sua bocca ci servì in tutto per tutto ed infine il colpo finale.
Feci stendere Franco sul letto e calare lei sul suo cazzo. La sua bocca era rivolta al viso di Franco che la tirò a sé. Lo sentivo limonare. Il culo di Ilaria era rivolto a me e me ne impossessai. Approfittai del suo piegarsi su Franco , il suo fiorellino era tutto per me ed vi infilai il mio cazzo.
La chiamavamo: troia, puttana, mangia cazzi
Lei goduriosa :si ,sono una vacca, chiavatemi, fondatemi
Le dissi: a desso ti facciamo provare la doppia. Strinsi i suoi fianchi tra le mie mani e cominciai ad incularla alla grande . Sentivo il cazzo di Franco che la trapanava in figa. Lei in mezzo godeva.
Diceva: si, no ,si , impazzisco. Sento che mi state aprendo i buchi .Sento i vostri cazzi dentro me.
Come ti senti?
Una puttana, ma mi piace
Chiesi a Franco ::sei pronto? Eravamo d’accordo .
Rispose :si.
Intensificammo i colpi.
Lei gridava :muoio, muoio, vengo, vengo
Franco disse :vengo. Io : anch’io.
Lei : no ,no. Per favore, no dentro ..ma al godimento le morirono le parole in gola.
Chiesi Franco ci sei?
Si
E allora insieme: siiii riempiamo la vacca e le sborrammo contemporaneamente in figa ed in culo.
Fu uno sballo per lei e per noi
Per la prima volta aveva fatto sesso con due uomini ed un altro uomo oltre suo marito ed io le aveva riempito di sperma la figa con le possibili letali conseguenze.
Il nostro gioco non era finito. Partecipò con entusiasmo.
Ci facemmo fare in contemporanea un bel pompino ed insieme aiutati da una nostra sega le venimmo i viso mentre lei a bocca aperta catturava alcuni nostri schizzi.
Ve la faccio breve: quell’incontro terminò così. Franco soddisfatto andò via.
Io , da bastardo, la ringraziai del piacere dato a dei poveracci distraendola dai rimorsi. Diceva che si era comportata da puttana. Che si era fatta scopare da uno sconosciuto, che si era fatta venire dentro
Ci misi un po’ ,ma la tranquillizzai .Le diedi tanto affetto e comprensione. Le dissi che era una donna, una bellissima donna.
Che amava il sesso e che doveva continuare a scopare e fare esperienze. Scopare ancora con amici ,vedenti o no, e perché no da sconosciuti.
E le dicevo tanto sarò solo io a sapere chi sei, a tutelarti , e a starti vicino ( e non aggiungevo che : avrei potuto scoparti come voglio)..
Lei nuda, calda tra le mie braccia disse: farò tutto quello che vuoi ,mi basta ci sei tu.
Che stronzo ..nella mia mente pensavo se fosse possibile portarla a battere veramente. Avrei voluto qualcuno che le desse dei soldi per chiavarla, ma non in casa: in un bar, in un bosco’
Avrei voluto farla copulare a pagamento dal marito e dai suoi amici.

ps
Ricordate: mai dire mai

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