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Racconti Erotici Etero

Sotto al noce

By 19 Gennaio 2009Dicembre 16th, 2019No Comments

1862, Carolina del sud. La voce di una donna iniziò ad intonare il canto che presto anche gli altri seguirono mentre, con le schiene chine sulle esili piante di cotone, raccoglievano i bianchi batuffoli che facevano la ricchezza di ‘padron Shiring’. Il vigilante, seduto sulla sella del cavallo si muoveva lento tra di loro, sulla mano destra reggeva una lunga frusta che avrebbe usato se qualcuno di loro avesse osato smettere di lavorare. Sulla sella teneva appeso un Winchester che non aveva mai usato su di loro, era sufficiente la presenza per indurli a non pensare, minimamente, alla fuga. Più avanti altri gruppi di schiavi procedevano nello stesso lavoro e altri uomini a cavallo erano pagati per controllare che lo svolgessero costantemente, dall’alba al tramonto, senza mai fermarsi. Sulla strada che costeggiava la piantagione un calesse avanzava, trainato da un cavallo al trotto, sollevando una nube di polvere. Sul sediolo un vecchio di colore controllava l’andatura dell’animale, dietro era seduto padron Shiring, accompagnato da Shannon la bella figlia adottiva e dalla nuova giovane moglie. Arrivato all’altezza del primo gruppo il calesse si arrestò e l’uomo scese seguito dalle due donne. Anche il vigilante scese da cavallo e, dopo essersi tolto il cappello in segno di rispetto, si avvicinò al padrone.
≪ Tutto bene Mike?≫ lo interrogò l’uomo.
≪ Si signore, gli schiavi lavorano veloci, per questa sera finiremo entrambi i campi ≫.
≪ Bene, entro una settimana deve essere finito il raccolto. Non vorrei mai che arrivassero le piogge e poi c’è il matrimonio di mia figlia ≫.
≪ Non si preoccupi signore, per quella data tutto il cotone sarà nei magazzini pronto per essere venduto ≫.
≪ Ok, allora continuate così ≫.
Era la stessa scena che si ripeteva tutti i giorni, in quel periodo, lui ispezionava i campi personalmente per non dar modo a nessuno di rilassarsi, era un padrone giusto con chi lavorava ma crudele con chi sgarrava. Ognuno dei suoi schiavi sapeva che non era una leggenda ciò che si diceva di lui, se qualcuno tentava la fuga lui lo faceva cercare fino a quando non l’avessero riportato alla piantagione dove veniva legato ad un palo e lasciato morire di fame e di sete. Un monito sufficiente per togliere ogni velleità di fuga anche ai più facinorosi degli uomini.
La vera leggenda a cui nessuno poteva rispondere era la venuta di Shannon, la giovane aveva 19 anni e stava preparando il suo matrimonio con un piccolo, ma facoltoso, coltivatore della zona. Voci narranti nelle buie notti, della Carolina del sud, raccontavano che molti anni prima padron Shiring si era innamorato di una bella schiava che si chiamava Anne. I due giovani, di nascosto dal padre di lui, si incontravano quasi ogni notte vicino al grande noce sulla riva del fiume dove lui le prometteva eterno amore.
≪ Non promettere cose che non potrai mai mantenere. Al massimo io potrei essere una delle tante schiave che possiederai ogni volta che vorrai soddisfare le tue voglie, ma tuo padre non lascerà mai che tu mi possa amare ≫ obbiettò Anne di fronte alle sue parole.
≪ Se dovesse servire ucciderò mio padre pur di sposarti ≫ dichiarò l’ancor giovane Shiring.
≪ Non te lo permetterei mai. Anche io ti amo, ma non voglio che il nostro amore sia bagnato dal sangue di tuo padre ≫.
Anche quella notte, come altre, i loro discorsi vennero interrotti da teneri baci che i due giovani amanti si scambiarono stesi sull’erba del prato. Fu così che tutto ebbe inizio, le bocche avide di dolcezza non si accontentarono più del solo sapore delle altrui labbra, presto la bocca di lui iniziò ad esplorare il corpo, eburneo, della ragazza, suggendo i suoi capezzoli frementi di passione prima di impossessarsi di tutta la sua giovinezza e della verginità che ella gli donò sotto il cielo stellato d’aprile. Altre notti videro i due giovani nudi abbracciati sul prato, altre stelle udirono i loro lamenti di piacere, fino a quando la stessa luna che ogni sera vegliava su di loro non illuminò la sagoma di suo padre stagliarsi nell’ombra poco prima che la frusta si calasse su di loro. Nessuno ricordava le parole cariche di bestemmie e insulti che l’uomo scarico sui giovani amanti mentre striava la loro pelle di sangue in preda all’ira, ma tutti sanno che la giovane donna, gravida al quarto mese, fu cacciata nella baracca dove dormivano gli altri raccoglitori mentre lui fu mandato a vivere per un po’ a Columbia, da alcuni parenti.
L’inverno era ormai passato, portandosi via le lunghe giornate di pioggia e di freddo quando il giovane Shiring fu richiamato a casa, una caduta da cavallo era la causa principale delle ferite del padre che, debilitato da una brutta febbre, morì in meno di due settimane. Alla sua morte il giovane pensò di andare a cercare la bella schiava ma, quando la ritrovò, l’unica cosa che poté vedere era la croce bianca che un altro schiavo aveva costruito per indicare il punto dove ella era sepolta. Quando si informò venne a sapere che la povera ragazza era stata lasciata sola a partorire nella fredda baracca dove un’emorragia la uccise mentre con il corpo tentava di scaldare la piccola appena nata. Decise che sua figlia sarebbe vissuta con lui e così la piccola Shannon venne portata nella sua casa dove fu affidata alle cure di una balia. La giovane crebbe circondata dal suo amore e da quello di tutti gli schiavi, essa era un miracolo di vita in cui tutti videro, negli anni a venire, l’agile fisico da gazzella della madre e la pelle chiara del padre miscelarsi in un essere di rara bellezza.
Nessuno scordò quei fatti, ed anche se i nuovi arrivati pensavano che si trattasse di una storia inventata da qualche vecchio schiavo, i più sapevano che non vi era nulla di inventato in quello che si sussurrava nei loro canti mentre raccoglievano il cotone.
Quando, pochi mesi prima, il giovane O’Grady la chiese in sposa il padre si sincerò prima dei sentimenti della ragazza, ma comprendendo che anche ella lo amava diede il suo consenso alle nozze.
Dopo il matrimonio i due si trasferirono nella casa del marito, entrambi giovani e belli vissero momenti di vero amore che si scambiarono con passione fino a quando ella annunciò che presto gli avrebbe dato un erede.
La notizia venne accolta con gioia da padron Shiring, egli amava la figlia come pochi padri sapevano fare e, quando vide la luce di felicità dipinta nei suoi occhi, sentì anche la sua raggiungere vette che ricordava di aver provato solamente quando teneva sua madre tra le braccia.
Ma la natura è avvezza a giocare brutti scherzi all’uomo, erano passati nove mesi esatti dalla notte in cui l’amore aveva concepito quel piccolo bambino che nacque in una calda sera d’agosto.
L’anziana nutrice entrò nella stanza, in cui il giovane sposo attendeva trepidante la notizia, reggendo in mano una coperta bianca al cui interno si celava il nuovo nato.
≪ è un maschio ≫ annunciò, ≪ mah … ≫.
≪ Mah?≫ chiese il neo papà avvicinandosi.
≪ Forse è meglio che vediate voi stesso ≫ rispose la donna impaurita.
La pelle del bambino aveva lo stesso colore della notte più buia, nera come l’ebano contrastava con il candore della coperta che l’avvolgeva stridendo con forza in quell’ambiente in cui ogni cosa di simile tinta veniva considerata utile solamente per i campi.
≪ Maledetta puttana ≫ gridò in preda all’ira, ≪ questo è il figlio del peccato. Lo dovevo immaginare, tale padre, tale figlia. Anche lei si è fatta scopare da un negro ed ora vorrebbe farmi credere che questo è mio figlio ≫.
L’uomo prese il bambino dalle braccia della nutrice ed entrò nella stanza dove Shannon era stesa sul letto per riposare.
≪ Come hai potuto?≫ disse indicando il nascituro, ≪ io ti ho sempre amata e tu mi hai tradito con uno schiavo ≫.
≪ Io non ti ho mai tradito ≫ giurò lei, ≪ quello è tuo figlio ≫.
≪ E come posso crederlo … maledetta. Vattene da questa casa prima che io scordi l’amore che ho provato per te e ti uccida ≫.
E così, nel cuore della notte, Shannon dovette abbandonare a piedi la casa del suo sposo, inseguita dai suoi cani e derisa dai suoi vigilantes che l’appellavano con il nome di sgualdrina.
Era ormai giorno quando uno degli schiavi del padre la notò in lontananza incespicare sulla strada polverosa, con gli abiti strappati e la copertina che teneva stretta al seno, avanzava arrancando per la stanchezza e la debolezza del parto sostenuto il giorno prima.
≪ Padroncina Shannon ≫ la chiamò lui poco prima che la giovane si accasciasse tra le sue braccia.
Quando lo schiavo arrivò, portandola tra le braccia, davanti alla casa di padron Shiring vi fu un momento di smarrimento immediatamente sostituito dagli ordini di lui che mandava un altro uomo a chiamare il dottore mentre puerpera e figlio venivano portati in una delle camere da letto. Le cure del medico e l’amore della famiglia salvarono le due giovani vite, Shannon si riprese velocemente e suo figlio mostrò tutta la sua voglia di vivere cercando con forza il seno materno da cui traeva il prezioso liquido che contribuì alla sua crescita. I due vissero giorni tranquilli, al riparo della quiete di quella casa, fino a quando non giunse loro la notizia che il padre del piccolo era morto in battaglia. A seguito della delusione, per il presunto tradimento della giovane moglie, O’Grady aveva deciso di arruolarsi tra le truppe del generale Lee in quella che sarà chiamata ‘guerra di secessione’ e, nel corso di uno scontro con le truppe nordiste, fu colpito dalla palla di un moschetto che pose fine alla sua giovane vita. A poco più di un anno dal matrimonio la ventenne Shannon era un’altra delle giovani vedove che non avrebbe più rivisto il marito, nonché la legittima proprietaria della piantagione di lui.
Era passato più di un anno, la primavera del 1864 aveva lasciato il posto a una calda estate e il prossimo raccolto era ormai pronto, la giovane donna, seguita da uno schiavo, ispezionava per conto del padre i campi in attesa che i bianchi fiocchi fossero maturi per la raccolta quando notò l’uomo steso sul bordo di uno di essi. Era un giovane di colore, fasciato nella divisa blu dell’esercito nordista, giaceva ferito senza riuscire a muoversi. Era stato uno dei cani, che normalmente seguivano la carrozza, ad accorgersi della sua presenza. Shannon ordinò, immediatamente, all’uomo che l’accompagnava di caricarlo sulla carrozza e lo portò a casa dove provvide personalmente alle sue cure. Il sangue che usciva dalla sua gamba indicava che la baionetta che lo aveva infilzato aveva di poco mancato l’arteria principale ma si rese necessario spogliare il suo giovane corpo per provvedere a lavare la ferita prima di fasciarla.
Ci vollero 3 giorni di cure amorevoli prima che egli riprendesse conoscenza, erano state la denutrizione e la sete che, insieme alla ferita, avevano fatto perdere conoscenza al giovane soldato.
Shannon gli stava sostituendo la benda in silenzio, il corpo nudo dell’uomo appariva ancor più scuro sopra alle lenzuola bianche, fresche di bucato, il fisico asciutto scolpito da anni di schiavitù in una remota fattoria del sud presentava cicatrici che nulla avevano a che vedere con la guerra, sicuramente erano il risultato di molte frustate di qualche schiavista che non aveva il cuore tenero come quello di suo padre. Aveva appena provveduto a lavare la ferita e casualmente la sua mano aveva incontrato il pene morbido tra le gambe di lui. Per la donna quella era la fase più delicata, non per la ferita da fasciare ma, bensì, perché dovendo far passare la benda attorno alla gamba l’azione la costringeva a impugnare quel sesso che il giorno precedente si era inturgidito al contatto con le sue lunghe dita. Il batticuore la colse ancora una volta impreparata, sentire la carne prendere vita mentre lei lo impugnava la riportava a ricordi di piaceri sopiti che aveva vissuto in un periodo che lei chiamava ‘un’altra vita’ e, dopo aver finito la fasciatura, rimase ancora un po’ a massaggiarlo impunemente mentre l’erezione diveniva sempre più consistente. Solamente il lamento dell’uomo che si risvegliava la costrinse a mollare il caldo scettro e ricoprirlo velocemente.
≪ Dove sono?≫ chiese aprendo gli occhi.
≪ Siete nella mia casa. Vi ho trovato nei campi di mio padre, ferito e incosciente. Ora siete al sicuro e presto starete bene ≫.
≪ E voi chi siete?≫ domandò guardando la giovane donna.
≪ Il mio nome è Shannon Shiring, sono la figlia del proprietario di questa piantagione, nonché la proprietaria della piantagione confinante ≫.
≪ Capito, sono finito nella casa di uno schiavista figlio del sud ≫.
≪ Non è vero, mio padre non è uno schiavista e neppure io ≫.
≪ Vorreste dirmi che il cotone ve lo andate a raccogliere da soli nei campi?≫.
≪ No. Abbiamo degli uomini e delle donne che lo fanno, ma nessuno di loro viene mai frustato per farlo … come è accaduto a voi ≫ disse mentre il suo tono di voce si faceva sempre più compassato.
≪ E scommetto che sono felici di farlo ≫ ironizzò l’uomo.
≪ Non lo so ≫ ammise lei, ≪ ma da noi ognuno di loro ha una propria casa e una famiglia da cui torna dopo aver svolto il suo lavoro, oltre a una paga ≫.
≪ State scherzando?≫ chiese incuriosito.
≪ No. Da anni la mia famiglia non compra più schiavi ma assume solamente gente che abbia voglia di lavorare ≫.
≪ Non ci posso credere … ≫ affermò l’uomo dubbioso.
≪ Appena vi sarete ripreso lo vedrete con i vostri occhi ≫ affermò Shannon convinta.
Ci vollero pochi giorni, quando il soldato fu in grado di camminare vide con i propri occhi che quanto lei aveva detto corrispondeva a verità, pur essendo legalmente ancora degli schiavi uomini e donne vivevano liberi in quella fattoria.
≪ Sembra un sogno ≫ ammise una sera mentre passeggiavano sulla riva del fiume.
≪ Non lo è. Anche io sono figlia di una donna che viveva come schiava. Ella amava mio padre quanto lui amava lei ≫.
≪ E poi cosa è successo?≫.
≪ Mio nonno non accettò la cosa e lei morì di parto. Ma mio padre mi crebbe con amore ≫.
Fu così che Shannon raccontò la sua storia al giovane soldato, seduti sotto al vecchio noce, ella narrò dell’amore clandestino dei suoi genitori e dell’uomo che l’aveva sposata e poi cacciata quando lei gli aveva dato un figlio di colore. L’uomo rimase in silenzio ad ascoltare il suo racconto, senza osare interromperla, mentre il suo cuore si apriva a un sentimento che temeva di confessare.
≪ Quando era svenuto … ≫ disse iniziando a parlare.
≪ Si?≫ lo interrogò lei.
≪ Per un attimo ho pensato che voi … ≫ ma le parole faticavano ad uscire dalla sua bocca.
≪ Che io cosa?≫ lo incalzò Shannon.
≪ Ho pensato di sentire la vostra mano che accarezzava il mio pene ≫ ammise nascondendo il volto nel timore di offenderla.
≪ Così?≫ chiese lei avvicinando la mano ai calzoni dell’uomo e accarezzando il suo sesso.
≪ Si ≫ rispose lui avvicinando le sue labbra a quelle di lei.
Ancora una volta il vecchio noce fu testimone della nascita di un nuovo amore, le mani del soldato sul corpo di lei, le sue labbra sui suoi seni mentre le mani di lei si impadronivano del suo pene, reso duro dall’eccitazione. Le vesti, strappate dai corpi, volarono sull’erba mentre i due congiungevano i sessi in un rapporto appassionato da un amore che cresceva di giorno in giorno.
≪ Fai piano ≫ lo esortò lei quando lui puntò il pene sull’ingresso della sua vagina.
Lentamente la sua carne si schiuse per avvolgere il membro del soldato in un abbraccio, morbido, quando lui iniziò a muoversi dentro al suo corpo. Non ci volle molto, da troppo tempo lei bramava sentirsi amata così e lui desiderava quella donna a cui doveva la vita e di cui si era innamorato.
La notte fu testimone del loro amore, le stelle dei loro gemiti e l’erba della loro passione quando gridarono il loro piacere stretti l’uno all’altra.
Per tutto il tempo egli baciò il suo giovane corpo, scivolando con le labbra in ogni anfratto nascosto di lei, unendo le sue labbra al suo sesso con baci che le donarono momenti di piacere che non aveva mai vissuto. Poi toccò a lei prendersi nuovamente cura di lui, e del suo sesso. Volle baciarlo, far scivolare la lingua su ogni piccola vena in rilievo, succhiare ogni centimetro della carne di cui era fatto fino ad accogliere tra le labbra il succo del suo piacere.
Fu padron Shiring a trovarli all’alba, addormentati sotto al noce, nudi e abbracciati. L’uomo sorrise e si allontanò senza svegliarli, aveva un matrimonio da organizzare, la sua Shannon era finalmente felice.
Quando i soldati nordisti, guidati dal generale Grant, arrivarono alla casa di padron Shiring videro che era in corso una festa per il matrimonio tra il giovane soldato e la figlia del proprietario. Ognuno di loro poté parteciparvi, era la primavera del 1865 e la guerra di secessione era appena finita.
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