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Racconti Erotici Etero

spogliatoio femminile

By 29 Giugno 2007Dicembre 16th, 2019No Comments

Se mi avessero beccato, sarei stato sospeso.
Ma volevo correre il rischio: avevo appena assistito all’ora di ginnastica femminile, ero in buoni rapporti con l’allenatore e così ogni tanto mi permetteva di rimanere in palestra, dove gli davo una mano con gli attrezzi, a recuperare i palloni o a montare la rete. Quel giorno, dopo la fine della lezione, mi infilai nei corridoi che portavano agli spogliatoi, dopo essermi assicurato che nessuno mi vedesse. Avevo trovato un minuscolo locale, adibito a polveroso ripostiglio, che era in comunicazione con lo spogliatoio femminile: si trattava di una minuscola grata per deumidificare il locale docce, ma per me era più che sufficiente. Circospetto, mi avvicinai alla porta del locale: si sentivano le voci delle ragazze, e a quel rumore le mie gambe iniziarono a tremare. ‘Ormai ci sono’, mi dissi, ‘devo andare avanti!’. Facendo attenzione a non fare nessun rumore, girai la chiave nella serratura del ripostiglio e piano piano abbassai la maniglia; una rapida occhiata al corridoio, e poi entrai veloce. Chiusi la porta e accesi la luce, e subito i miei occhi corsero alla griglia: presi dalla tasca un cacciavite e in pochi minuti la griglia era appoggiata a terra. Mi abbassai e guardai attraverso quell’apertura: subito mi assalì l’umidità delle docce, evidentemente le ragazze stavano usando alla grande l’acqua! Si sentiva infatti il rumore delle docce, ma si sentivano anche le voci di alcune ragazze.
‘Ieri sono stata a letto con Luigi’, stava dicendo una, ‘&egrave bello, ha un bel fisico e anche un bel pisello, ma mi &egrave venuto subito in bocca”
‘Forse hai succhiato troppo!’, le rispose un’altra ridendo.
A quelle parole, iniziai a carezzarmi i pantaloni, che si erano già gonfiati da un po’. E intanto, mi abbassai ancora cercando di vedere qualcosa: davanti ai miei occhi, anche se rovinato dalla grilgia, c’era un paradiso!
Vedevo Claudia, con indosso solo le mutandine, seduta sulla panca: con un asciugamano si stava asciugando dal sudore, e il respiro ancora accelerato muoveva su e giù il suo splendido seno. Poi Lorenza e Martina, completamente nude, che si stavano lavando: Lorenza, la rossa, tette un po’ piccoline ma un culo da infarto’ e anche sulla patatina potevo vedere il pelo rossastro’ Martina invece, la più bella del gruppo: un fisico da paura, davvero perfetta. L’acqua correva veloce sul suo corpo insaponato, portando via la schiuma dai capezzoli eretti, dal seno, dalla pancia.. si girò, e potei ammirare il suo tanto desiderato fondoschiena, carezzato dall’acqua. Poi si girò ancora, verso di me, e si insaponò per bene in mezzo alle gambe. Il mio pisello ormai premeva per uscire. Misi la mano nei boxer e iniziai a massaggiarlo.
Vidi anche Alessandra, che aveva appena finito di asciugarsi dopo la doccia e stava chiedendo a Gaia, soppesando le sue tette (una quarta abbondante’):
‘Gaia, secondo te sono troppo grosse?’
Gaia rispose ‘Si, sono belle grosse.. ma sono moooorbidose’, e appoggiò ridendo la guancia sul petto di Alessandra. Non sapevo più dove guardare, ero davvero intontito da tante bellezze.
Alla fine, dopo un po’, tutte le ragazze si rivestirono in fretta e uscirono dalla spogliatoio, chiudendo la porta e ridendo contente. Io subito rimisi a posto la griglia e, poco dopo, uscì dal ripostiglio. Stavo per tornare alla palestra , quando l’allenatore sbucò da dietro un angolo e mi chiese se, per fargli un piacere, visto che lui doveva andare di corsa, potevo chiudere io la palestra e anche controllare le finestre degli spogliatoi. Io accettai l’incarico e, dopo averlo salutato, tornai indietro per il corridoio: nello spogliatoio maschile non guardai nemmeno, ma puntai subito su quello femminile. In silenzio, entrai e mi chiusi la porta alle spalle: erano uscite tutte, peccato! Ma mi accorsi quasi subito che una delle ragazze aveva dimenticato sulla panca le mutandine!! Mi avvicinai lentamente, per raccoglierle, e fu quando mi chinai a prenderle che sentìì il rumore di una doccia. Un brivido mi percorse mentre entravo silenzioso nel locale docce, e quasi svenni quando vidi Claudia, di spalle, che ancora si stava lavando. Lei non era ancora uscita dallo spogliatoio!! ‘E ora che faccio?’, mi chiesi, e proprio in quell’istante Claudia si accorse di me’
‘Ah, sei tu! Mi hai fatto prendere un bello spavento! Devi chiudere vero? Un minuto e ho finito”, mi disse sorridendo.
Io non riuscivo a dire una parola, mi limitavo ad ammirare ogni centimetro del suo corpo. Lei si accorse che la fissavo con sguardo lussurioso, e mi disse: ‘Bh&egrave, mai visto una ragazza nuda? Cosa guardi?? Dai, passami l’asciugamano!’ Mi guardai in giro, in cerca dell’asciugamano, poi lo presi e a passi lentissimi mi avvicinai a Claudia.
‘Cosa fai con le mie mutandine in mano?’, mi chiese lei.
‘Io.. cio&egrave.. credevo, no erano li.. e’..’, risposi io rendendomi conto che stringevo ancora in mano quel lembo di tessuto.
‘Ho capito, monello”, sorrise lei, e poi, mentre prendeva finalmente l’asciugamano, mi disse: ‘Ma cosa c’&egrave qui sotto?’ e prima che potessi rendermene conto passò con la mano sulla patta dei miei jeans. In effetti erano abbastanza tesi’..
Claudia lasciò cadere l’asciugamano, e senza dire una parola mi slacciò la cerniera e mi abbassò i jeans. I boxer erano gonfi e pulsanti, io non credevo a quello che stava succedendo, e intanto lei mi calò anche le mutande. Il mio pisello, finalmente libero, si gonfiò sempre di più. Lei lo accarezzò dolcemente, muovendo piano la mano. Poi lo afferrò con forza e iniziò a segarmi con foga. Ogni tanto dava un colpetto con la lingua alla cappella, ma lavorò quasi solo di mani. Mi accarezzò le palle, poi scappellò il pisello fino a farmi quasi male e prese in mano la cappella, giocandoci come se fosse fatta di pongo. Continuò così, massaggiando e solleticando la mia cappella turgida e violacea; i miei gemiti erano sempre più decisi, cos’ lei accelerò il ritmo fino al punto massimo dle mio piacere, per poi rallentare vistosamente mentre stavo godendo. E mentre lo sperma stava schizzando dal mio pisello, le continuò a massaggiare la cappella, ricoprendola di sborra. Poi massaggiò anche l’asta, spalmandomi della mia stessa sborra. Alla fine, prese dalla mai mano le sue mutandine, si asciugò le mani e leccò solo una goccia di sperma che aveva sul dito. Poi annusò le sue mutandine, me le avvolse attorno al pisello e mi tirò su i boxer. Si alzò, mi leccò sulla guancia e si vestì in fretta. Io rimasi li fermo, guardandola uscire dallo spogliatoio. Poi sospirai e spensi le luci.

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ragazzino18q@alice.it
Scrivetemi, vi risponderò!

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