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Racconti Erotici Etero

Stella

By 6 Novembre 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

Ti andrebbe di fare l’amore con me? Sarei molto dolce, ma non più del necessario. Mi piacerebbe iniziare con dei semplici baci, come dei fidanzatini seduti su una panchina del parco in un pomeriggio di primavera. Dei baci teneri, quasi imbarazzati, ma per nulla casti. Sul divano, ti sfilerei la maglietta, e scoprirei i tuoi seni mentre tu, presa dalla vergogna, faresti di tutto per nasconderli. Continuerei a baciarti, come per distrarti. Ti slaccerei il reggiseno, provocando una vampata di calore sul tuo viso.
Mi inginocchierei davanti a te, e ti sfilerei i pantaloni, mentre tu, lo so, arriveresti a coprirti il viso, come se non vedere ti rendesse invisibile, come se ti permettesse di nasconderti. Ma così non sarebbe, e allora ti toglierei pure le mutande.
Ti allargherei le cosce, e inizierei a baciare il tuo sesso già umido di desiderio, per quanto imbarazzato. Ti assaporerei, e vedere il tuo corpo farsi quasi ruvido per i brividi provocati dal contatto del tuo corpo con le mie labbra, sarebbe il segnale che quello che ti sto facendo non deve fermarsi, ma deve continuare.
Le leccate si farebbero più intense, più veloci, ma sempre in maniera leggera: non ti toccherei, ti sfiorerei. Farei delle pause, cambierei il ritmo. Ti porterei vicina all’orgasmo, ma poi mi fermerei. Ricomincerei per qualche secondo, di nuovo piano, e ci metterei un po’ prima di riprendere velocità. Ti porterei nuovamente vicina all’orgasmo, ma non ti farei godere, no, non ancora. Di nuovo una pausa, e poi di nuovo da capo, con lentezza, con dolcezza. Un’altra volta vicina all’orgasmo, saresti rassegnata a perdere pure questo, ma raggiunto il punto critico, stavolta non mi fermerei, anzi, accelererei, per farti arrivare ad un culmine di piacere ormai insperato.
Saresti già sudata, ancora rossa in viso, ma non più per l’imbarazzo: solo per la voglia di continuare, di farti prendere, come andrebbe a me. Come andrebbe a te. Come andrebbe a noi.
Ti farei alzare in piedi, ti bacerei ancora, con passione, con tanta lingua, con tanto desiderio. Ti prenderei in braccio, e ti porterei fino al tavolo. Lì ti farei sedere su quella superficie più fresca della stoffa del divano, ti allargherei le gambe, e sarei finalmente pronto a penetrarti. Tu saresti già lubrificata, già pronta ad accogliermi dentro di te. Entrerei con dolcezza, facendo passare prima la punta, e poi affondando con tutta la mia lunghezza. In questa posizione, sarebbe molto facile penetrarti riuscendo allo stesso tempo a stuzzicarti il clitoride con le dita. Le sensazioni, per te, sarebbero irresistibili. Le tue braccia mi avvolgerebbero il collo, le mie labbra si stamperebbero sulle tue. Le mie spinte si farebbero più intense. Le mie dita aumenterebbero la velocità. Il tuo secondo orgasmo, arriverebbe impetuoso.
Uscirei da te, per scendere di nuovo. Per baciarti ancora. Ti sentirei più calda di prima, più consapevole di quello che stiamo facendo. Il sapore sarebbe più acre, sentirei anche un po’ del mio sapore, mischiato al tuo. Godresti di nuovo, in pochi minuti.
Tornerei da te, e ricomincerei a scoparti, con più decisione di prima, con una voglia sempre crescente di amarti. Ti farei stancare così tanto che suderesti di più di quando vai a correre. Il viso sarebbe paonazzo, e rimarresti senza fiato, così tanto da non essere in grado nemmeno di dirmi ‘più forte, scopami più forte’, perché è questo che vorresti dirmi, giusto?
Ti farei anche girare, e sdraiare sul tavolo a pancia in giù. I tuoi piedi toccherebbero il pavimento solo con le punte. Ti prenderei anche così, tenendoti ferma per i fianchi. Senza smettere, inizierei a baciarti la nuca, scendendo lungo tutta la schiena, mentre le mie mani ti immobilizzerebbero i polsi, e saresti così stravolta da appoggiare la faccia sul tavolo, e non fare niente, se non godere, di nuovo.
Ogni tanto lo tirerei fuori, e lo passerei lungo tutta quella splendida fessura che separa i tuoi glutei. Ti darebbe un po’ di tregua, e stimolerei anche la zona esterna, sempre molto sensibile e desiderosa di attenzioni.
Lo infilerei nuovamente dentro di te, questa volta molto piano. Ti farei sentire ogni centimetro di me. Tutto dentro, fino alla fine, e poi di nuovo fuori, lentamente. Ti darei altri baci lungo la schiena, baci morbidi, umidi, sensuali. Poi di nuovo dentro, centimetro per centimetro, fino a farti sussultare di piacere una volta tornato alla massima profondità. Ancora fuori, ancora più piano, quasi in maniera esasperante, e riprenderei a massaggiarti anche il clitoride. Ti piacerebbe, vero?
Continuerei a penetrarti da dietro, con dolcezza. Ma non rimarresti sempre sdraiata, appoggiata al tavolo. Ti farei anche tirare su, così da poterti abbracciare da dietro. Con un braccio ti cingerei la vita, i fianchi, e infilerei una mano tra le cosce, per continuare a stuzzicarti i tuoi punti più sensibili. L’altra mano la farei passare sotto il tuo braccio, e andrebbe a sentire i tuoi seni, il tuo viso. E io lo so, che il tuo istinto ti farebbe prendere in bocca un mio dito, e me lo succhieresti. Io, dietro di te, inizierei nuovamente a succhiarti il collo. Sempre più forte.
Sai cosa farei poi? Lo tirerei fuori, e ti farei girare, per poterti guardare nuovamente negli occhi. Avresti la faccia stropicciata, e gli occhi a fessura, sconvolti dai numerosi orgasmi, ma ne vorresti ancora, e ancora. Ti darei un bacio, con la lingua, afferrandoti per quel sedere così bello e sodo, e schiacciando il tuo generoso petto contro il mio, per sentire il tuo calore, il tuo odore, la tua pelle sudata contro la mia.
Ti farei stendere per terra, sul pavimento. Le piastrelle gelide si incollerebbero alla tua schiena, risvegliando ulteriormente i tuoi sensi, e riprenderei a scoparti lì, per terra, sempre con lentezza, sempre facendoti assaporare ogni centimetro di me, mentre con due dita continuo a sfiorarti il clitoride, ormai inondato dal piacere e dall’eccitazione. Quanto ti piacerebbe?
Intanto ti bacerei sulle labbra, e infilerei la lingua solo nel momento in cui riprenderei ad accelerare le spinte. Ti bacerei così profondamente da farti andare in apnea, saresti così sfinita da essere costretta a chiudere gli occhi e concentrarti su quello che prova il tuo corpo: il freddo del pavimento sulla schiena, la mia lingua nella tua bocca, il mio corpo caldo dentro il tuo, le mie dita che ti distruggono di orgasmi, e il mio cazzo che spinge dentro di te.
Ti abbraccerei, mentre sei lì sdraiata. Ti farei inarcare la schiena, e infilerei le braccia in quello spazio, in modo da farti sentire posseduta, di mia proprietà. Ti stringerei con tutta la forza che ho, mentre i colpi, lì in basso, accelererebbero più di quanto tu potessi immaginare. Mai avresti pensato di poter essere scopata così violentemente, così tanto che tutto il tuo corpo arriverebbe a spostarsi per effetto dei miei colpi.
Con le mie labbra sempre incollate al tuo collo, ormai livido, ti riempirei di me. Sentiresti i colpi rallentare, diminuire di intensità, e un liquido tiepido riempirti. Bello, vero?
Continuerei ancora a baciarti sul collo, ma inizierei a scendere. Ti bacerei la spalla, la clavicola. I baci scenderebbero fino ai capezzoli, che prenderei tra le mie labbra, e succhierei delicatamente. Sarebbero già turgidissimi.
Scenderei fino all’ombelico, per arrivare poi all’inguine. Lì, i baci, si trasformerebbero in leccate, che andrebbero dritte sul tuo sesso, gocciolante di me, gocciolante di piacere. Raccoglierei tutto nella mia bocca mentre continuerei a leccarti. Infilerei la lingua dentro, e la muoverei molto velocemente. La sentiresti, insinuarsi dentro di te, muoversi, farsi strada. Mi diresti ‘basta, ti prego, basta’, ma non avresti il coraggio di spostarmi, non avrei il coraggio di scansarti. Quel ‘basta’, vorrebbe dire ‘sì, ancora, fammi godere ancora’. E io non mi tirerei indietro. Ti leccherei fino alla fine, fino a farti godere ingordamente un’altra volta, forse la più intensa di tutte. Arriveresti a prendere la mia testa tra le mani, e la spingeresti contro di te. Le contrazioni, le sensazioni, sarebbero così intense che ti tireresti su: ti ritroveresti seduta, accucciata in avanti, come per rendere più forte ogni mio tocco su di te. Saremmo una cosa sola.
Allora, ti andrebbe?

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