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Racconti Erotici Etero

Storia di una donna berlinese

By 14 Agosto 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

Una giornata di sole finalmente.
Finalmente posso mettermi qualcosa di leggero per andare a scuola. E finalmente posso anche rompere le palle di nuovo al direttore. Tanto che pu’ farmi. Al massimo mi rimanda a casa a farmi cambiare, cos’ perdo anche un ora di lezione con quella rompiballe di tedesco.

E s’, tedesco. Non sono italiana, sono tedesca. Nata e cresciuta a Berlino, quartiere di Kreuzfeld, maggioranza Turca e Araba. Ma non mi lamento. Giornalmente aiuto qualcuno a liberare le sue tensioni. S’ giornalmente.

Sono la Schulnutte, la troietta della scuola. Oddio la Super troia della scuola. Le troiette della scuola la danno via, ma con parsimonia, ai capetti. Ma i capetti vengono poi tutti da me. E non solo loro. Perché ho da tempo fatto capire che io sono per tutti. L’unica cosa che voglio, che chiedo, é di essere inseminata a dovere. Mi piace lo sperma. Mi piace sentirmelo colare lungo le gambe, mentre cola lentamente dall mia fighetta vogliosa e dal mio culetto ancora semi aperto. Certo ne bevo anche tanto, ma il piacere maggiore lo sento quando sono piena.

Nel frattempo, mentre vi raccontavo tutto questo, ho rovistato nell’armadio. Tutto troppo pesante, tutto troppo soffocante. Mi sforzai di mettere un microtanga. Va bene provocare, ma prprio nuda era troppo Per’ il reggiseno assolutamente no. Anche perché quale reggiseno. Non ne ho neanche uno. A cosa mi servirebbe? Le tette stanno su da sole, a casa siamo nudisti e poi mi piace mostrare quello che offro. Ok. deciso. Microtanga, microgonna e Babydoll. Non é il pi’ trasparente che ho, ma i capezzoli si vedono benissimo. E quando mi eccito si notano ancora di pi’. Magari metto un giacchino leggero per andare a scuola. No é che mi voglio nascondere. Qu’ nel quartiere tutti sanno che la do a tutti quelli che hanno meno di 30 anni. Per adesso.

Non mi sono neanche fatta un dei tanti uomini di mia madre. è ancora troppo presto. Magari fra tre, quattro anni. Ne ho visto qualcuno che merita veramente. Dei begli arnesi anche a riposo. Garantito.
Li ho visti dal vero. Vi ho detto che siamo nudisti. Se entri da noi in casa sta a te. puoi uscire, puoi rimanere vestito o spogliarti compleatamente. Non abbiamo nessun problema.

Mentre mi reco a scuola vedo un cantiere. MMMMHHH. La prossimavolta la giacca non la metto. Ci sono un paio di giovani come piace a me. Anzi, adesso la tolgo e rallento il passo. Vediamo la reazione. Due paia di occhi mi squadrano, e si bloccano sull mio seno. Perfetto. Domani ripasso quando terminano il lavoro a fare quattro chiacchere.

Adesso devo affrettarmi.

Arrivo all’ingresso della scuola e vengo subito circondata da tutti i miei amici. Come al solito fanno tutti a gara per salutarmi. Mi gusto il sapore di parecchie lingue. Hanno tutti imparato che è inutile essere gelosi. Gelosi di che poi? Io li amo tutti.
O meglio, amo le sensazioni che mi danno. Sono gi’ tutti passati tra le mie gambe, e a tutti ho donato tutta me stessa. Il bello di turchi e arabi é che sono gi’ per la maggior parte, completamente sviluppati.
E molti hanno misure di cui non mi posso lamentare. Ma la cosa di cui sono pi’ contenta é che non si limitano a farne una. Eh no. Due volta é la norma, tre volte spesso e volentieri.
Naturalmente le ragazze mi guardano con uno sguardo carico d’odio. Non possono fare il giochetto classico. Oh si mi piaci. ma se mi ami devi saper aspettare. Se solo osano proferire tali parole i ragazzi non fanno che girarsi, avviarsi verso casa mia e svuotarsi dentro di me. Quindi o fanno le troiette e provano ad imitarmi o un ragazzo fedele non lo avranno mai. Non certo nella scuola. E neanche nel circondario direi.

Comunque ci tratteniamo nei baci e nelle effusioni perchè ci sono troppi ragazzini in giro.

Giusto una digressione. In Germania il sistema scolastico è completamente diverso. Finite le elementari non esistono le scuole medie. Si viene indirizzati verso uno dei tre rami presenti. Hauptsch’le, Realsch’le e Gymnasium. Significa che al Ginnasio ci sono in giro, nella stessa scuola, anche sbarbatelli di 11 anni. Sarò anche la Schulnutte, ma ho comunque la testa sulle spalle.

Appena entro in classe mi tolgo il giacchino e mi accomodo al mio posto. Il mio compagno di banco mi squadra, ma non si stupisce pi’ di tanto. Come non lo fa la prof di tedeco quando entra. Ormai mi conosce, ma non pu’ fare a meno di spedirmi dal direttore per l’abbigliamento non consono. Le regole sono regole in Germania. Alzandomi dalla sedia apro bene le gambe per far ammirare a tutti il microtanga che indosso. La mia micina é gi’ bagnata e luccica. Ieri mi sono fatta prendere solo da un mio compagno e mi ha riempito solo due volte. Sono eccitata.

Esco in corridoio e, già che ci sono, vado un attimo in bagno a levarmi quell’inutile pezzo di stoffa. Ohhhh, che sollievo. Mi infilo due dita e mi faccio un rapido ditalino giusto per far stillare qualche goccia e rendere la mia patatina ancora pi’ luccicante, quinid mi reco da Herr Rektor.

Appena entrata appoggio i libri di fianco alla sedia e mi accomodo. Gambe belle aperte.
Herr Rektor mi fa la solita ramanzina, gi’ ascoltata parecchie volte. E come al solito nessuna reazione. Completamente asessuato. Potrebbe prendermi lì sul momento e l’unico suono che uscirebbe dalla mia bocca sarebbe un Ahhhh di soddisfazione. Invece niente. Mi manda come al solito a casa per cambiarmi. Perfetto. Mi far’ una bella passerella per strada. Magari becco qualcuno di nuovo per questo pomeriggio.

Quando mi alzo devo raccogliere i miei libri. Come li raccoglie una come me? Giro la schiena a Herr Rektor e mi chino a gambe perfettamente tese. LA microgonna é veramente micro. Spettacolo del mio culetto che occhieggia. Mi volto a salutarlo e, NIENTE CAZZO NIENTE, non la minima reazione. Se pensate che lo faccia per il ruolo che copre vi sbagliate. è proprio cos’ lui.

Sempre pi’ eccitata torno a casa. Lo show non riesce, visto che sono tutti a lavoro e i negozi ancora chiusi, Anche i due muratori bellocci sono entrati in cantiere e non riesco a vederli. Peccato. Mi sarei gustata proprio un paio dita che frugavano la mia micetta.

Salgo in casa e mi cambio. Prima per’ mi faccio un ditale veloce pensando a chi mi far’ oggi pomeriggio. Magari al Parco dello Zoo. Ci sono tanti di quei bei posti per infrattarsi.

Si torna a scuola
Sono di nuovo a scuola. Sempre minigonna, ma non micro. Camicetta normale, non trasparente. Cavolo, volevo farmi ammirare un po’ pi’ del solito oggi, e invece come al solito mi é toccato cambiarmi. Fa niente. Ho oppurtunamente slacciato i primi tre bottoni. Le tette si muovono libere. Il microtanga? Non fatemi ridere. di tanga a casa ne ho forse 5 in tutto. A cosa mi servono? Non li uso mai. Seduta di fianco al mio compagno seguo la lezione. E anche lui. è abituato al mio abbigliamento. Sono anni che gode della vista. E non solo. MEntre la prof spiega alla lavagna ha una mano infilata tra le mie gambe. QUARANTACINQUEMINUTI di ditalino più o meno. Certo ogni tanto bisogna prendere appunti, ma appena mette gi’ la matita torna a occuparsi della mia patonza. Non é ancora larga. è ancora strettina. Oddio. strettina. Diciamo avvolgente.
Comunque vista la situazione non ho un orgasmo. Semplicemente sono bagnatissima. Basterebbe un nonnulla per farmi schizzare.
All’intervallo per’ ho una voglia feroce di essere riempita di sperma. Peccato che visto il mio abbigliamento di stamattina il direttore (Herr Rektor) abbia fatto mettere il custode di guardia alla porta, per impedirmi di fare la sveltina usuale. Va bene. Far’ da sola. Entro nei bagni e mi dirigo verso il lavandino. Mi alzo la gonna e mi infilo un dito in figa e uno nel culo. Con pochi colpi inizio a schizzare. Si esce a spruzzo. Appena soddisfatta mi tiro g’ù la gonna e mi volto, incontrando gli sguardi pieni di disprezzo di due mie compagne.
Karima mi apostrofa:
“Sei proprio una troia. Ma non ne hai mai abbastanza?”
E io:
“Grazie della troia. Lo so benissimo. Non è mica un insulto. Quante volte hai goduto questo mese, impedita? Io godo almeno tre volte al giorno, e tu? Tre volte al mese. Ma guardati. Sei una figa mica male, potresti avere tutti i ragazzi che vuoi, dominarli, e invece? Il tuo ragazzo ti tratta come una schiava. Ti molla a casa e poi me lo ritrovo fra le gambe. Proprio qui in mezzo” Intanto ho riaperto le gambe e le faccio vedere la figa umida dal picere.
“Dimmi, vuoi favorire?”
Karima resta a bocca aperta. Vorrebbe dire qualche cosa ma poi si gira e se ne va. Sa di non potermi toccare.
Tornando in classe mi ferma Ahmed. ” Ciao bellissima, facciamo un salto al parco p” tardi?” Intanto si avvicina fino a sfiorarmi. Lo guardo fisso negli occhi, visto che siamo alti praticamente uguali. Gli afferro il mento e gli caccio la lingaua in bocca, mentro mi spalmo addosso a lui.
“Certo, volentieri. Ma non credo che mi accompagnerai anche al ritorno. Ho da fare pi’ tardi a casa e ho gia invitato qualcuno. Ti va bene?”
“Certo, nessun problema. Tanto casa tua la conosco gi’. Passer’ un altra volta”
“Va bene” dico sorridendo”ci vediamo all’una” e lo bacio nuovamente.
Il resto delle ore passa tranquillamente. La mia fighetta é provvisoriamente tranquilla,. Naturalmente qualche toocatina ci scappa sempre, ma solo saltuaria. Quando suona l’ultima ora mi avvio all’uscita. In molti avrebbero voglia di stare con me quel pomeriggio, ma oggi sono impegnata. Qualche faccia delusa, ma noessuno se la prende. Immaginate il perché
Mi avvio con Ahmed verso il Tiergarten. Oggi é una giornata fantastica. Vorrei camminare nuda in mezzo alla strada. Mi stringo al mio accompagnatore e gli faccio sentire il mio seno sul braccio.
“Andiamo a mangiare prima? Ho bisogno di caricarmi” gli sussurro all’orecchio” Poi dopo mi dai il dessert”
” Dai prendiamo un Kebab strada facendo e lo mangiamo al parco ok?*
” Si dai. Sono stata un paio di giorni fa in angolino perfetto” esclamo ridacchiando
Ahmed si gira e, squadrandomi, esclama:
“Eh no cara mia. L’angolino perfetto lo propongo io. I tuoi angolini perfetti sono un po’troppo frequentati. Oggi ti volgio tutta per me. è quasi una settimana che sono in astinenza proprio per farti contenta”
“Davvero?” esclamo incredula ” Hai fatto questo? Non dovevi sforzarti cosi . Comunque mi fa piacere. Vorr’ dire che pi’ tardi ci sar’ qualcuno che nuoter’ contento”
“Sei sempre la solita porca”
Preso il Kebab ci addentriamo nell’immenso Tiergarten. Ad un tratto Ahmed mi fa svoltare e mi trascina all’interno di un boschetto. Finalmente siamo soli. Per’ non inizio subito. Prima devo mangiare. Mi tevo tenere in forza. Tra sport e sesso consumo tantissimo. Addento il Kebab, bello piccante. Mi scalda per bene. Improvvisamente un po’ di salsa mi cade nella scollatura.
“Oddio, guarda cosa ho combinato” esclmo sporgendo in avanti il seno.
Ahmed, senza proferire parola,, mi infila una mano nella scollatura, pulisce e mi porge il dito. Golosa lo succhio, infilandolo completamente in bocca.
“Ahmed, ma cos’è quella storia che hannoo beccato un proprietario di Kebab che condiva tutto con lo sperma invece che con la salsa allo Yogurt?”
“Ma va” esclama lui “tutte cazzate. Figurati se noi turchi sprechiamo il nostro sperma cos'”
“Peccato” dico sogghignando “sarei diventata una cliente abituale”
“Se vuoi assaggiare non c’è problema” dice mentre si alza in piedi dopo essersi sincerato che siamo completamente soli.”
“Inizia che te lo servo io”
“Mmmmhh, buona idea, ma prima voglio essere riempita bene. Lo sai cosa mi piace”
“Tranquilla, sono cos’ pieno che oggi te ne servo almeno tre”
A quel punto appoggio il kebab e mi alzo in piedi anche io. Mi avvicino e inizio a baciarlo mentre mentre gli slaccio i pantaloni. Sorpesa. Anche lui senza mutande. Mi fa piacere. Sputo sulla mano e lo afferro. Non ci vuole un pompino per farlo indurire. è gi’ una sbarra di acciaio. Sollevo una gamba e la passo intorno alla sua vita. Un po’ acrobatico, ma siamo giovani entrambi. Lui si abbassa appena e lo punta all’ingresso della mia fighetta. La lubrificazione non é necessaria. è tutto il giorno che colo. A dire il vero colo continuamente tutti i giorni.
Con la mano lo punto all’ingresso e gli sussurro ad un orecchio:
“Spingi, adesso”
Con un solo movimento lo sento entrare. Emetto un sospiro e lui inizia a penetrarmi cos’. In piedi con forza. Dopo cinque minuti sento che sta per venire. Allora gli avvolgo anche l’altra gamba attorno alla vita. Gli sono in braccio, le braccia attorno al collo e la lingua profondamente conficcata nella sua bocca. Un ultima spinta e lo sento esplodere. Dio che scarica. Mi sento inondare. Al quinto schizzo lo sento cedere sulle gambe. Allora mi stacco, mi allontano di mezzo passo e mi inginocchio. Lo prendo in mano mentre con l’altra corro alla fighetta, raccolgo un po’ di sperma cha sta colando e lo gusto poi con passione. Quindi mi dedico di nuovo al suo beste St’ck. Inizio a leccarlo per bene, poi lentamente lo infilo in bocca. Non é molto lungo e riesco agevolmente a prenderlo fino in fono. Ahmed mugola di piacere, certo non verr’ presto. Allora mi giro, mi metto a pecorina e lo invito nuovamente. Lui mi carezza la figa ancora piena del suo sperma, ne prende un po e lo spalma sull’orifizio anale (il mio buco del culo, insomma. volevo essere un po’raffinata nel racconto)
Inarco la schiena e lo lascio entrare. Non trova molte difficolt’, visto che il sesso anale rientra nelle mie abitudini. Inizia a pomparmi. Con forza e veloce.
“Ahmed, per piacere, non venirmi dentro, ricordati della salsina”
Lui sorride
“Non ti preoccupare, non mi sono dimenticato”
Continua imperterrito mentre mi tocco la figa. Un dito, due dita, tre dita.
All’improvviso esplodo in un orgasmo e spruzzo come una fontana. L’erba si inumidisce, mentre io continuo nel ditalino.
Quindoi mi sfilo, raccolgo il Kebab, che era rimasto appoggiato sul giubbotto di Ahmed, inizio a spompinarlo. La fellatio è molto soddisfacente e in previssimo tempo inizia a schizzare. Non la quantit’ di prima, ma soddisfacente per condire il tutto.
A quel punto mi siedo e inizio a addentare il panino. Per’ gustoso. La prossima volta mi faccio la salsina io a casa. Ahned mi guarda silenzioso. Mentre mangio il suo bastone lentamente si raddrizza nuovamente. Daltronde mi aveva detto che ne aveva abbastanza per farne tre. A quella vista sorrido nuovamente e mi chi nuovamente a spompinarlo. Poverino. Si é stancato. Adesso lo cavalco io. Prima in figa e poi cambio e passo al culetto. Poverino, non é ancora stato riempito. Vado avanti a cavalcarlo fino a che non si irrigidisce e mi spara un’altra dose. Ormai é poco, ma va bene cos’. Piu tardi ne prendo dell’altra.
Passiamo un po’ di tempo a chiaccherare. Non abbiamo bisogno di rivestirci. Mi metto a posto i capelli e sistemo la gonnellina e balzo in piedi.
“Andiamo? Lo sai che non mi piace far aspettare gli amici. Dai che facciamo un pezzo di strada insieme”
Ahmed si alza, un po’ a fatica a dire il vero, e mi bacia.
“Dai andiamo. E grazie. Sei stata grande come al solito”
“Grazie Ahmed. Anche tu sei stato grande. Mi sento bella piena”
“A dire il vero ti sta colando lungo la gamba. Vieni che ti asciugo”
Mi scosto ed esclamo:
“Non ci pensare nemmeno. faccio io.” E con le dita raccolgo ci’ che cola e lo gusto.
Usciamo dal boschetto e ci avviamo, verso l’uscita. Sento che ancora un po’ di sperma cola.
MMMMMhhhh, che sensazione favolosa

Quando sono sotto casa Hassan non é ancora arrivato. Salgo in casa e mi metto comoda. Vuol dire che mi spoglio completamente. Noi tedeschi di solito ci togliamo le scarpe quando entriamo a casa di qualcuno. A casa nostra invece ci spogliamo completamente. I miei sono sempre stati nudisti e io sono cresciuta cos’. Ma non pensiate che vedere un corpo nudo non abbia alcun effetto su di me. Mi piacciono i corpi nudi. Come mi piace far ammirare il mio.
La casa é silenziosa. Mia madre non é ancora arrivata. Strano. Magari sar’ andata a trovare qualche suo amico. Ogni tanto dorme anche fuori casa. Vorrei farlo anche io. Putroppo i miei compagni vivono ancora tutti in famiglia.
Devo sbrigare un paio di compiti, niente di che. Lo faccio intanto che aspetto che arrivi Hassan. Lui é uno di quelli che rivedo spesso e volentieri, e sempre con grande piacere. è un filo pi’ basso di me, non particolarmente robustom, ma il sangue che non pompa nei muscoli lo pompa tutto nel suo meraviglioso cazzo. Abbastanza lungo, non estremamente grosso. Durissimo. Fu grazie a lui che conobbi il vero piacere del sesso anale. Ero sempre stata curiosa. Mi piaceva prenderlo davanti, eccome se mi piaceva. Ma le carezze che ricevevo sul culetto mi provocavono sensazioni piacevolissime. Piano piano decisi allora di massaggiarmi, di penetrarmi. E pi’ dita riuscivo a infilarmi pi’ godevo. Allora un giorno decisi di concedermi. E la scelta ricadde proprio su Hassan.
Riiiinnnnng
Eccolo, é arrivato. Gli apro il portone di casa e socchiudo la porta, ando poi ad accomodarmi sul divano. Lui sa gi’ cosa fare. Senza una parola entra in casa, si spoglia e si dirige in soggiorno. Io sono sdraiata, una gamba distesa sul divano e una che penzola sul lato. Mi guarda sorridendo e subito mi dice:
“Ciao cara. Comoda? Non si saluta?”
Mi metto a sedere, il suo giovane pene gi’ indurito davanti ai miei occhi. Tiro indietro le spalle per far sporgere ancora di pi’ il mio seno e lo lecco dalla base alla punta.
“Piaciuto il bacino di benvenuto?” gli chiedo
“Come sempre. Continua, fino in fondo”
“Ma dai, lo sai che con te non ce la faccio ancora. è troppo lungo. Devo fare molta pi’ esperienza” gli rispondo tra una leccata e una succhiata
“Ma non ti bastano quelli che prendi tutti i giorni troietta? Non c’é una mattina che non fai un pompino o una sveltina. C’é sempre qualcuno che ti accompagna a scuola. Ormai dovresti riuscire a prender qualsiasi cosa in quella bocca. E in quella gola.”
“S’ certo mi esercito sempre” gli rispondo con un sogghigno. “il tuo per’ é il pi’ lungo di tutti e mi da ancora un leggero fastidio quando tenta di entrare in gola. Ma non ti preoccupare. Prometto di esercitarmi”
Con quelle parole glielo prendo in profondit’. In effetti mancano tre o quattro centimetri per riuscire ad appoggiare il naso alla sua pancia. Provo ad affondarlo ancora ma la goola protesta. Non vorrei vomitare il Kebab che ho mangiato solo un paio di ore fa. Sprecare la salsina mi sembra un delitto.
Allora mi giro e gli offro le mie terga.
“Dai, prendimi cos’. Prendimi dove vuoi ma prendimi. Entra dove vuoi che sono gi’ lubrificata”
“Ti sei gi’ fatta scopare oggi, vero troia?”
“Certo che mi sono fatta scopare. Lo sai che vi voglio tutti. Adesso datti da fare”
Sbrang. Mi entra nel culo con un solo fluido affondo. Arrivato a sbattere le palle sulla mia fighetta si ferma un attimo emuove la punta all’interno del mio retto. Sembra quasi che si stia ingrossando. Alloraaspinge ulteriormente e una scarica attraversa il mio corpo. Tento di masturbarmi ma lui mi afferra le mani, mi fa appogiare la faccia sui cuscini del divano, mi porta le braccia dietro la schiena e inizia a drami colpi su colpi.
Ad un certo punto mi viene una idea. Aprofittando di un momento in cui aveva la sua spada quasi completamente estratta me losfilo con abile movimento.
“Che cazzo fai? Stavo per venire”
“Me ne ero accorta. Aspetta un momento che voglio farti uno spettacolino. Siediti su divano e aspetta”
Vado verso il giradischi e metto su i Tears for Fears. Gli far’ una sorpesina con Shout. La canzone é lunga. Voglio farlo godere fino ad urlare.
Mi giro e mentre la canzone parte mi piazzo in piedi davanti a lui. Il suo cazzo punta verso la mia fighetta.
“Non muoverti. Ti faccio godere io. Faccio godere il mio padrone”
Al ritmo della musica mi avvicino, piegando le ginocchia fino a fare in modo che il prepuzio sfiori le mia grandi labbra. Inizio a muovermi a rtimo di musica. Conosco la canzone perfettamente. Quando inizia il riornello affondo con decisione. e lui grida. Grida perché quaando é piantato dentro inizio a muovere le anche. Poi mi rialzo. Adesso é il turno del culo. Anche lì affondo con decisione. E lui urla nuovamente. Intanto il mio orgasmo si sta avvicinando. Cambio di nuovo buco e alla terza volta finalmente gode. SHOUT SHOUT. Lo fa veramante, mentre mi inonda. Per’ c’é un piccolo problema. Non sono venuta questa volta. Lui si sfila, Mi afferra la testa mi bacia e mi dice:
” Brava come al solito. Adesso per’ devo andare. T ivengo a prendere domanimattina ok?”
“Domani mattina no, che son gi’ d’accordo con Jamil. Poverino, é tanto che non lo faccio svuotare e gli ho promesso una sveltina prima di andare. Cosa fai adesso?”
“Non lo so. Vedr’ gli amici. ” Intanto si é alzato in piedi e si é diretto verso la porta per rivestirsi. Proprio in quel momento entra mia madre.
“Ciaooooo Jamil, come stai” esclama senza fare alcun commento sulla nostra nudit’. Gl i scocca un bacio sulla guancia e inizia immediatamente a spogliarsi. Appena nuda si volta e gli dice:
“Non ti fermi a mangiare qualche cosa? Lo sai che mi fa piacere. Fra un po’arriva anche il mio compagno e mangiamo tutti assieme”
“La ringrazio Signora, ma sar’ per un altra volta. Devo andarre a casa adesso”
Mia madre lo abbraccia premendogli i seni sul petto e gli da un bacio.
Appena Jamil esce mia madre si gira e mi chiede:
“Allora, meno male che sono arrivata un po’tardi altrimenti vi avrei interrotti. Jamil lo vedo ancora un po’in imbarazzo quando ci sono io”
” Eh, lo so” sosipro io ” Lui é fatto cos’. Ma non ti preoccupare. Si abituer’. Come mai sei arrivata cos’ tardi mamma?”
“Niente, dopo il lavoro sono passata a salutare Hans. Te lo ricordi no?”
“A s’ certo. pensi che ripasser’ a trovarti? Mi piacerebbe salutarlo?”
“S’ certo, ma lascialo in pace poverino”
“Ma dai mamma. Lo sai che i tuoi amici sono troppo vecchi per me. Per adesso” conclusi sogghignando.
Mia madre fa un sorriso e mi schicca un bacio sulle labbra.
“Vado a preparare qualcosa per cena”

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