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Storie di sesso e d’Amore

By 12 Agosto 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

* Capitolo 1: Paolo *
Paolo era un ragazzo non molto alto, classiche caratteristiche mediterranee, occhi verdoni, stempiato, con i capelli scuri e un po’ di pancetta. Le sua grandi passioni erano la tecnologia e l’informatica. Amava anche disegnare e dipingere. Caratterialmente era molto introverso, e la cosa gli creava non pochi problemi di approccio con le ragazze. Nonostante questo, aveva molti amici e amiche. Il suo più grande sogno era trovare la ragazza della sua vita. Abitava in un paesino di provincia.
La vita di Paolo si svolgeva normalmente, tra i soliti alti e bassi. Potrebbe essere considerato il classico bravo ragazzo, solo un tantino sfortunato in amore e nel lavoro. Riparava computer con una professionalità e competenza da far arrossire anche quelli che possedevano attività ben avviate. Sperava che, con questa sua dote, unita a quelle artistiche, potesse conquistare il cuore di qualche avvenente signorina. Nonostante l’approccio iniziale fosse buono, infatti, veniva per lo più visto come un amico. Un buon amico. Ma mai come ‘amico speciale’. Questo gli si ripercuoteva a livello emotivo, rendendolo scontroso, alle volte anche eccessivamente, e arrivando addirittura a pensare di volere una donna solo per divertirsi, dopo una brutta delusione avuta con una certa Maria.
Ripensando che aveva ormai 23 anni, sedeva spesso in camera sua, davanti al PC, annoiato della vita e svogliato nel fare qualsiasi cosa. Ripensava alla sua ultima delusione, a quanto avrebbe voluto cambiare le cose. Essere cattivo, punendo quella Maria che tanto lo aveva fatto soffrire. Ricordava tutte quelle volte che avrebbe potuto ottenere da lei molto più che dei semplici bacetti a stampo, o abbracci. Arrivò a pensare, addirittura, che avrebbe potuto portarsela a letto, se fosse stato in grado di giocarsela meglio nel momento opportuno. Così non fu. Nella sua testa, rimanevano solo fantasie di ogni tipo. Avventurose. Di amicizia. Erotiche.

* Capitolo 2: Chiara *
Chiara era una tipa sveglia, a momenti un po’ insicura, ma capace di far girare la testa a qualsiasi uomo. La conosciamo a 19 anni, con capelli lunghi fino alle spalle, scuri, grandi occhi marroni e un bel corpicino. Amava leggere e studiare, e infatti era prossima a cominciare la carriera universitaria. Tra le sue passioni figuravano il disegno e il canto, con quest’ultimo predominante sul primo. Anche lei introversa, ma non più di tanto, conosceva sempre il ragazzo sbagliato al momento sbagliato, cosa che la portò ad avere le sue prime esperienze in un modo altrettanto sbagliato. Abitava in città, a diversi chilometri da casa di Paolo.
La vita di Chiara era abbastanza normale in quel periodo. Vista da tutti come una ragazza solare, amichevole e disponibile, era benvoluta e molto amata dalla sua famiglia e dalle sue amicizie. La sua vita sentimentale non era al momento delle migliori. I suoi due ex non si erano comportati granché bene, preferendo ottenere che dare. Questo aveva fatto sì che la sua personalità, in campo amoroso, cambiasse drasticamente. Divenne egoista e decise di votarsi al piacere personale, più che al dare tutto di sé stessa.
Anche lei, chiusa in camera sua, ripensava alle sue esperienze passate, ma a differenza di Paolo preferiva pensare a come avrebbe agito in futuro. A cosa concedere di sé e in che modo. La sofferenza la pervadeva in ogni momento, e pensava che mai più si sarebbe fatta sfruttare e trattare come un oggetto. Anzi, sarebbe stata lei ad usare gli altri come tali, purché non fossero stati coinvolti emotivamente. E così, nella sua intimità, veniva travolta dalle fantasie più disparate. Sognava il principe azzurro. Sognava l’amore vero. Ma, in quel momento, sognava prima di tutto un amante degno di tale nome.

* Capitolo 3: Il nettare della passione *
Paolo, quell’anno, era al mare con un amico, Dario, suo compaesano. Avevano stretto amicizia durante l’inverno, e quest’ultimo lo invitò a stare da lui nella sua casa di mare per qualche giorno. Gli presentò Antonio, un signore sui 50 anni col quale era solito pescare nel canaletto lì vicino. Si parlava e scherzava animatamente, del più e del meno, senza comunque toccare il tasto donne. Questo finché non vide arrivare un’avvenente signorina, Chiara, la figlia di Antonio.
Con uno sguardo si folgorarono a vicenda. Paolo fu colpito dai suoi grandi occhioni marroni, dolci ma lussuriosi. Chiara fu invece attratta dalla tenerezza di Paolo, incantato nel vederla. Nonostante questo, si presentarono, ma non parlarono più quel giorno. Ad entrambi rimase qualcosa dell’altro, un sentore, un pezzo di anima che si erano scambiati con quello sguardo, intenso e universale.
Qualche giorno dopo, Paolo fu nuovamente ospitato da Dario al mare. Durante una passeggiata pomeridiana sulla spiaggia rivide Chiara. I loro sguardi s’incrociarono ancora, più intensi della volta precedente. Entrambi furono folgorati nel cuore e iniziarono a provare strani sensazioni di attrazione. Paolo si avvicinò per attaccar bottone. Tutto iniziò lì, in quel momento, sulla riva di quella spiaggia. Ancora rimase incantato da quegli enormi occhioni, e vedeva in essi molto più che un semplice interesse. Parlarono per un sacco di tempo, e alla fine decisero di fare un giro nei paraggi.
Dopo pochi metri, e ormai lontani da amici e parenti, lei lo sbatté contro il muro baciandolo con una passione e una forza a dir poco impressionanti. Paolo si eccitò, e si sentiva tanto intimorito quanto eccitato. Si strinsero l’uno all’altra, ed inevitabilmente i loro due sessi si sfiorarono tramite i costumi da bagno. Si guardarono, e lei non resistette.
– ‘Ehi, complimenti davvero!’.
Si guardò attorno, e mentre continuava a baciarlo in modo passionale, iniziò ad accarezzargli il costume: Paolo si sentiva morire. La cosa continuò per pochi minuti, fino a quando le mani di Chiara non percepirono una strana ma familiare umidità. Il costume di Paolo presentava un’imbarazzante chiazza bianca, e lei, compiaciuta, lo guardò con i suoi grandi occhi, come a desiderare di più. Dal canto suo, Paolo era fuori di testa: non si sarebbe mai aspettato tutto questo da una ragazza che conosceva da così poco. Subito pensò che, forse, era una poco di buono. Ma tutto sommato, la cosa andava momentaneamente bene ad entrambi.
Ciò che realmente lasciò di stucco Paolo fu il gesto seguente di Chiara che, infilando la mano nel costume di Paolo, raccolse il suo piacere con un dito, dicendogli:
– ‘Sai, spero di rivederti presto’ Sei proprio un buon amico’ In tutti i sensi!’.
Si leccò il dito e le labbra con la lingua, gli sorrise, si voltò, e se ne andò’

* Capitolo 4: Baci proibiti *
Passarono due settimane, nelle quali Paolo e Chiara non si sentirono mai, per via del fatto che non si erano mai scambiati il numero di telefono. Ciò che li fece rincontrare fu invece il compleanno di Dario, che invitò entrambi nel suo paese. In cuor suo, Chiara sperava di rivederlo, per concedersi un bis e, perché no, qualche piccola soddisfazione per lei. Di contro, Paolo era piuttosto teso: senz’altro il suo pensiero andava a lei, ma ciò che era successo gli sembrava davvero troppo come primo approccio. Tuttavia, ci sarebbe stato volentieri anche ad un secondo incontro piccante.
Erano in pizzeria, c’erano molti amici di Dario, tra cui Paolo, e tutta la famiglia di Chiara. Si sedettero lontani, ma non smettevano di scambiarsi sguardi sensuali e maliziosi. Paolo era ancora un po’ intimorito, ma a questo punto, vedendo una come lei, pensò che un po’ di divertimento non fosse poi così sbagliato. Durante la serata, Chiara si avvicinò a Paolo. Parlarono seduti vicini per molto tempo.
– ‘Non mi hai detto cosa fai nella vita!’ chiese lei.
– ‘Al momento riparo PC, ma non ho molta fortuna” rispose lui.
– ‘Che peccato! Scommetto che sei molto bravo. Vero?’.
– ‘Beh, me la cavo dai”.
– ‘Ti va se usciamo? Qui dentro fa molto caldo!’.
I due si spostarono all’esterno del locale. Il caso volle che Paolo abitasse proprio lì vicino, e a quel punto prese coraggio e la invitò nell’ufficio dei suoi, a quell’ora chiuso, che era a due passi da dove si trovavano e comunque vicino casa sua.
– ‘Per me va bene’ Dimmi’ Vuoi forse continuare?’.
– ‘Sai, in tutta sincerità non mi dispiacerebbe”.
Lei annuì con la testa. Avvisò i suoi che andava a fare un giro, e seguì Paolo fino alla piazza del paese, a circa 40 metri da lì, dove c’era l’ufficio. Il posto era abbastanza spazioso, con scrivanie, un comodo divanetto e varie poltroncine.
– ‘Allora, cosa vuoi fare?’ chiese lei.
– ‘Innanzitutto chiederti perché l’ultima volta hai fatto così”.
Lei si alzò dal divanetto dov’era seduta, i suoi occhioni marroni, inizialmente dolci, cambiarono. Sembrava una pantera che voleva sbranare la preda. Lo baciò, e subito buttò le mani sui suoi pantaloni, percependo ancora una volta la sua eccitazione.
– ‘Sei bono!’ disse lei.
– ‘Ah sì? E quanto? Cosa vuoi farmi?’.
Lei gli sbottonò i pantaloni e iniziò ad accarezzargli le mutande. Erano nere, di tessuto sintetico, molto elastiche, per cui era quasi come se lo toccasse direttamente sulla pelle. Stavolta però le non bastò: buttò le mani dentro e gli abbassò le mutande. Finalmente vide il pene di Paolo: lunghezza nella norma, molto grosso ed estremamente duro, tanto che lo stesso Paolo si chiese de l’avesse mai avuto così tanto. Le carezze di Chiara mandarono Paolo in visibilio. Non riuscì più a dire nulla.
– ‘Vuoi un bacio?’.
– ‘Ma mi stai già baciando!’ rispose Paolo.
Lei si sedette sul divanetto, trascinando Paolo davanti a sé. Gli prese il sesso con la mano destra, e delicatamente gli avvicinò le labbra, finché non poggiarono su esso, dolcemente. Paolo aveva il cuore a mille. Sentiva le sue morbide labbra baciargli ogni centimetro del suo sesso. Gli sembrava d’impazzire dal piacere. A sorpresa, ma sempre delicatamente, Chiara spalancò la bocca e tirò fuori la lingua, iniziando a leccare il suo grosso glande. Dopo pochi minuti, interminabili, Chiara lo mise in bocca, con sommo gusto per entrambi. Sembrava quasi che stesse assaporando qualcosa di prelibato e succulento. La sua lingua sfiorava ogni centimetro del pene di Paolo, insalivandolo per bene.
Quando Paolo fu totalmente in estasi, lei lo tolse dalla bocca, si alzò, si abbassò la gonna, e quindi le mutandine. Paolo non credeva a cosa aveva davanti. Tra le gambe di Chiara scorse il paradiso proibito. Il frutto della passione’ Il tesoro dei suoi sogni. Il sesso di Chiara, peloso ma curato, era ciò che più bramava in quel momento. Lei si sedette davanti a lui, spalancò le gambe.
– ‘Ne vuoi un po’? Ti va di assaggiare?’.
Era la prima volta che Chiara voleva del sesso orale. Non l’aveva mai provato prima. Paolo si chinò davanti a lei, esterrefatto da quella meravigliosa visione. Avvicinò la testa tra le sue gambe, e dolcemente iniziò a baciarla, come lei aveva fatto con lui. Il piacere per entrambi era a livelli altissimi. Chiara teneva la testa di lui con le mani, come a non volere che si staccasse da lì, cosa che non avrebbe comunque fatto. Paolo percepì un sapore stuzzicante, qualcosa della quale non avrebbe mai più fatto a meno. Il piacere di Chiara sgorgava sulle labbra di Paolo, compiaciuto e sempre più eccitato.
– ‘Ti voglio dentro” disse lei.
Paolo era tanto eccitato quanto intimorito. Si alzò, col piacere di lei che gli colava dal mento, e la guardò, rossa in viso per l’eccitazione. Senza indugiare, e senza pensare, si avvicinò lentamente, finché i loro due sessi non si sfiorarono per la prima volta. Ansimavano già dal piacere, e dal desiderio l’uno dell’altra. Lei lo prese per i fianchi e lo tirò a sé, costringendolo a penetrarla. I loro occhi si spalancarono. Si guardarono per un tempo interminabile. Erano una cosa sola. Lui cominciò a muoversi su di lei. Piano. Dolcemente. Lei si abbandonò, accasciando le braccia sul divanetto. Riuscivano a percepire l’uno il piacere dell’altra, finché lei si strinse nelle spalle.
– ‘Ma hai un preservativo?’.
– ‘No! Non era previsto tutto questo!’.
Si staccarono. Durò solo pochi secondi, ma fu bellissimo. Si sedettero uno vicino all’altra, e iniziarono a baciarsi con passione. Lui le buttò le mani sul sesso, cominciando a masturbarla.
– ‘Ti piacerebbe se ti facessi un pompino?’ chiese lei, maliziosa.
– ‘S’ Sì” rispose lui, con lo sguardo perso.
– ‘Allora’ Prima leccamela tutta”.
Paolo non ci pensò su due volte. Tornò subito tra le gambe di lei, lavorando con labbra e lingua più energicamente, con forte passione. Ancora una volta lei gli prese la testa con le mani, spingendolo sul suo sesso con forza. Paolo era inebriato dal suo odore e dal suo sapore. Sarebbe rimasto lì anche per sempre. Infine Chiara esplose di piacere, tra le labbra di lui. Il suo umore si mescolava alla saliva di Paolo, che non voleva smettere di gustare quel nettare di passione.
– ‘Però’ Te la cavi molto bene!’ disse lei ansimando.
– ‘Eppure &egrave la prima volta per me” rispose.
– ‘Allora’ Benediciamola con un bacio!’ concluse lei.
Le parti s’invertirono. Paolo era seduto sul divanetto, e Chiara inginocchiata davanti a lui. Cominciò, come prima, a baciare e leccare il sesso di lui, con estrema passione e desiderio. La cosa non durò molto: Paolo non aveva ancora autocontrollo. Dopo pochi minuti, infatti, egli esplose nella bocca di lei. Provò un piacere così intenso che fino a quel momento gli era sconosciuto. Era venuto così tanto che il suo piacere colava dalla bocca di Chiara. Lei non amava particolarmente la cosa, ma era talmente eccitata da quel ragazzo timido ed inesperto che ingoiò tutto davanti ai suoi occhi increduli.
– ‘Piaciuto?’ chiese.
– ‘Da’ Da morire!’.
Si guardarono ancora per qualche minuto. Poi si baciarono. Sulle loro labbra, i loro umori si mescolavano in un libidinoso cocktail di piacere.
Risistematisi, in silenzio, si sciacquarono nel bagno dell’ufficio e tornarono in pizzeria, dove c’era la festa. Passarono il resto la serata come se nulla fosse successo, e ne approfittarono per scambiarsi il numero. Concluso l’evento, Chiara andò via con la famiglia, e Paolo tornò a casa. Erano entrambi compiaciuti. Prima di andare a letto, lei gli scrisse un SMS: ‘Mi &egrave piaciuto molto assaporarti’ L’amicizia &egrave davvero una cosa gustosa’!’. Paolo rimase di stucco, tanto che non sapeva proprio cosa rispondere.

* Capitolo 5: Sesso con amore *
Ormai consci di provare ben più che semplice attrazione, Paolo e Chiara decisero di vedersi qualche giorno dopo. Sarebbe stato lui, stavolta, ad andare nella città di lei. S’incontrarono nella grande piazza vicino al centro. Le intenzioni di lui erano serie. Intendeva chiederle di mettersi insieme, nonostante l’inizio burrascoso ma passionale. Di contro, seppur lei fosse molto attratta da lui, non si sentiva ancora pronta a volere una cosa del genere per paura di un’altra delusione. Temeva che Paolo la considerasse una ragazza facile.
Appena si videro, si salutarono in modo più formale e meno passionale. Bacetti sulla guancia. Nulla di più.
– ‘Sai, ho sempre amato la tua città. Ci ho fatto la scuola qui!’.
– ‘Ma davvero? Ma eri bravo almeno?’.
– ‘Ahahah, non scherziamo! Mi hanno dato il diploma per disperazione!’.
Scorreva il pomeriggio, tra parole, discorsi, racconti e complimenti reciproci che i due si scambiavano. Paolo appariva agli occhi di lei come un bravissimo ragazzo, simpatico e solare. Rimase particolarmente colpita quando addirittura fu lui ad offrirle il gelato, cosa che non le era mai successo prima con i ragazzi che aveva frequentato. Nonostante i loro incontri caldi, Paolo rimaneva un ragazzo dolce e premuroso. Questo confuse Chiara.
– ‘Che sia davvero così?’ pensò.
Quella sera, Paolo non aveva molta intenzione di finire sul sesso. Perciò dopo circa due ore in giro per le strade del centro storico, trascinò Chiara in una stradina in disparte, le si pose davanti, e guardandola negli occhi le disse:
– ‘Sarò sincero. Quello che c’&egrave stato per me significa qualcosa. Sei una bellissima ragazza. Mi piaci. Mi piaci davvero tanto. Vorrei che non fosse solo una trombamicizia. Vorrei che io te fossimo qualcosa di più. Non pensare che ti stia dicendo questo per ciò che abbiamo fatto. Ogni volta che ti vedo vengo rapito dai tuoi occhi. Ti desidero come esclusività della mia vita. Non un oggetto, che posso usare come e quando voglio. Ma come colei che mi accompagnerà, mano nella mano, fino alla fine della mia esistenza.’.
Chiara fu colpita al cuore da quelle parole. Sentiva lo stomaco in subbuglio. Che aveva fatto? Aveva letteralmente violato una personalità dolce come quella di Paolo. Forse il ragazzo che cercava da tempo. Questo la sconvolse a tal punto che non sapeva più cosa fare. Temeva, comunque, che quelle bellissime parole fossero solo un espediente per accalappiarla. Ma gli occhi di lui erano sinceri.
– ‘Paolo’ Tu mi piaci, e tanto anche’ Solo che’ Non mi sento pronta’ Sono confusa. Non ti offendere, ma volevo solo divertirmi. Sei un bel ragazzo’ Ma non so se &egrave questo che voglio ora”.
Sconsolato, Paolo abbassò lo sguardo. Annuì e sorrise. La prese per mano e la riportò sul corso del centro storico. Sorvolò sull’argomento, e riprese a parlare del più e del meno, raccontando molte cose della sua vita. Chiara lo guardava, lui sorrideva, ma nascondeva la sua tristezza. E anche lei, in cuor suo, era fortemente triste. Avrebbe voluto dirgli qualcosa di diverso, ma non ne ebbe il coraggio.
La serata volgeva al termine dopo che ebbero cenato al McDonald’s del centro. Lui la riportò sotto casa, le accarezzò il volto, e le diede un bacio sulla fronte, sorridendo subito dopo. Lei però lo strinse a sé e lo baciò con la solita passione.
– ‘Non giudicarmi ma’ Vorrei che lo facessimo”.
– ‘Ok, ma’ Forse dovremmo procurarci qualcosa prima, non credi?’ rispose Paolo.
Vicino casa di Chiara c’era una farmacia dalla quale Paolo comprò un pacco di preservativi. Si diressero in macchina di lui, una vecchia Fiat Panda color bianco. Girarono un po’ prima di trovare un posto appartato che andasse bene. Appena fermi, e un po’ intimiditi, si guardarono senza dire nulla. Fuori si sentivano solo i grilli. Era buio, ma alcuni pali della luce, in lontananza, illuminavano di poco l’atmosfera. Si guardarono negli occhi. Si accarezzavano in modo sensuale, mentre l’eccitazione saliva. E si baciarono. Ormai preso dalla confidenza, Paolo si gettò con la bocca sul suo collo. Lei aveva gli occhi chiusi, già ansimava. Sentiva il desiderio di lui mandarle in pappa il cervello. Paolo iniziò ad accarezzarla sul ventre, spostando i suoi abiti, fino a giungere lentamente al seno. Chiara sentiva le sue dita muoversi sul corpo liscio, e presa da un brivido sussultò in gemiti di piacere, finché anche lei mise le mani addosso a lui, accarezzandogli la schiena da sotto la camicia. Ciò che faceva impazzire Chiara erano soprattutto i peli sul petto di Paolo, molto mascolini e mediterranei. Non resistette, e morse Paolo sul cullo, facendogli un succhiotto. Portarono le mani suoi loro sessi. Chiara aveva la gonna, e per Paolo fu facile accarezzarla da sopra le mutandine. Lei invece infilò la mano nei pantaloni di lui, sentendolo ancora una volta eccitato fino all’inverosimile. Senza indugio, lei gli sbottonò i pantaloni, gli abbassò le mutande, e iniziò a masturbarlo, finché non si staccò dalla sua bocca iniziò a baciarlo con le sue labbra. Lo insalivò per bene per qualche minuto. Non permise a Paolo di ricambiare il favore: Chiara prese la scatola di profilattici che avevano comprato poco prima. Delicatamente ne aprì una confezione, e fu lei stessa, molto premurosa, a posizionarlo sul pene di lui. Fatto questo, tolse le mutandine, si mise a cavalcioni su di lui, dicendo:
– ‘Ti voglio!’.
Con la mano fece in modo che i due sessi fossero correttamente posizionati, poi si abbassò col bacino, lasciandosi penetrare. Il piacere di quel momento fu tutto di Chiara, poiché Paolo non aveva ancora la sensibilità da preservativo. Lei si muoveva, sinuosa, su di lui, ansimando di piacere, totalmente presa da quell’attimo. Paolo la sentiva su di lui. La possedeva. E mente lei lo abbracciava stringendolo, lui con le mani, dolcemente, le carezzava i fianchi curvi, portandosi sul sedere. Le stringeva le natiche come a voler dire ‘Sei mia!’, mentre cominciavano a colare le prime gocce di sudore sulla schiena di entrambi. Chiara si tolse la maglietta, e lo stesso fece Paolo, che subito dopo le tolse il reggiseno. I loro corpi finalmente si toccavano come avrebbero voluto. Il seno di Chiara finì in faccia a Paolo, che non perse l’occasione per baciarle i capezzoli, mentre lei godeva di piacere nel sentirsi posseduta da lui. I suoi baci sul corpo. Le sue mani che si muovevano sui fianchi e sulla schiena. Il suo sesso che come una torre si avvicinava sempre più al paradiso.
Chiara era totalmente persa, quando emise un forte grido di piacere. Le loro zone calde, umide di sudore e dell’umore di lei, si fermarono, come a voler riprendere fiato. Durò poco: Chiara riprese a muoversi, come a volerne di più. E finalmente anche Paolo cominciava a percepire il piacere. Quella sensazione di caldo e umido. Quel movimento forte, impetuoso, che possiede e fa possedere. Finché, ancora, Chiara gridò per la seconda volta, dopo la quale si fermò come la prima.
Ormai sfinita, ma intenta a volere di più, e di più ancora, riprese a muoversi su di lui, fino a quando il suo respiro affannato fu bloccato da un terzo grido di piacere, stavolta accompagnato da quello di Paolo, che con gli occhi verso l’alto, accasciò le braccia sul sedile della macchina, sentendo a sua volta Chiara accasciarsi su di lui.
Passò qualche minuto. Rimasero lì, immobili, con i loro corpi sudati a contatto. Sentivano solo fischi nelle orecchie e i loro respiri affannati. Anche i grilli smisero di cantare. Chiara si alzò per sistemarsi. Paolo non ebbe neanche la forza di rivestirsi subito. Gli tremavano le gambe, e si sentiva sfinito. Poi prese forza, tolse il preservativo accuratamente, e si rivestì alla meglio.
– ‘Non ho mai provato niente del genere!’ disse Chiara.
Lui la guardò, rosso in viso e con gli occhi stanchi.
– ‘Neanch’io!’.
Risistematisi, tornarono sotto casa di lei. Paolo scese dalla macchina, ancora un po’ preso da quell’esperienza. Si salutarono formalmente, così come quando si erano incontrati. Quando Paolo si voltò per tornare verso la vettura, Chiara rimase sull’uscio del portone a guardarlo, mentre si allontanava. Dai suoi grandi occhi marroni, dal nulla e senza apparente motivo, scese una lacrima. Arrivò sulle labbra e lei ne sentì il sapore amaro, provando subito dopo un impeto proveniente dal cuore: corse verso di lui, lo fece voltare e lo baciò ancora. Stavolta era diverso per entrambi. C’era passione, ma anche sentimento. Lei piangeva.
– ‘Ehi, che hai?’ chiese Paolo.
– ‘Sei’ Sei fantastico’ E io sono solo una stronza!’.
– ‘Non dire così. Sono sicuro che &egrave stato solo un attimo di sbandamento. Ci sono qui io ora.’.
Si guardarono profondamente negli occhi. Passarono vari minuti, interminabili per entrambi.
– ‘Sì, ti voglio. Voglio accompagnarti nel viaggio della vita!’ disse lei.
Lui sorrise. La baciò ancora, e quando fu tranquilla la riaccompagnò sull’uscio del portone di casa. Si sorrisero. Si capirono con uno sguardo. Lei varcò l’uscio, col cuore pulsante e la consapevolezza che, nell’errore, aveva forse trovato la soluzione alla sua agonia interiore.
Paolo si diresse alla macchina. Vi salì, e partì, dopo averle scritto un SMS: ‘Forse il sapore dell’amicizia era buono. Ma ti assicuro che quello dell’amore &egrave imbattibile!’. Mise in moto, e tornò a casa, anche lui col cuore colmo di quella magnifica serata.

* Capitolo 6: Fervida immaginazione *
Paolo e Chiara si innamorarono. Si vedevano abbastanza spesso, e facevano spesso l’amore. Era sempre bellissimo per entrambi, ma mancava un tocco di piccante. Finché Paolo non ebbe lo spunto di far provare maggior piacere alla ormai sua donna.
L’estate di quell’anno, Paolo lavorava in una località turistica e conobbe Teodoro, un signore sui 60, ex direttore di banca, molto ben visto dalle donne. Nonostante la sua posizione, era un tipo abbastanza rustico e menefreghista, il classico sciupafemmine di mezza età: aveva infatti diverse amanti nel posto in cui lavorava. Chiara venne subito colpita da quel figuro, nonostante la sua età, poiché molto curato e carismatico, tanto da dimostrare quasi 10 anni di meno.
– ‘Che bell’uomo’ Me lo scoperei!’ scherzò Chiara.
Paolo non fu inizialmente molto felice di quelle parole, ma cercò di girare la cosa a suo favore. La volta successiva che si trovarono sul posto, Paolo la portò nella sua stanza, piuttosto piccola ma accogliente, con un letto a due piazze abbastanza comodo.
L’aria si era già riscaldata, e così dopo essersi messi comodi e cominciatisi a baciare, Paolo imitò la voce di Teodoro.
– ‘Sei proprio una bella signorina!’.
Chiara spalancò gli occhi, guardando Paolo. Lui la incitò a chiuderli e lasciarsi andare.
– ‘Dimmi un po’, alla tua età sei già una porca?’.
Lei non credeva alle sue orecchie. Paolo fu in grado di imitarne la voce talmente bene da sembrare proprio lui! Mentre si baciavano, Chiara cominciò ad ansimare dall’eccitazione, mentre lui, piano e delicatamente, la spogliava. Mentre le mani di Paolo le accarezzavano il corpo, lei immaginava fosse quell’uomo, rustico e stronzo, che la possedeva e toccava con le sue mani esperte di chi ha avuto mille amanti. Chiara non aprì più gli occhi, mentre sentiva quella voce dirgliene di tutti i colori, eccitandosi sempre di più.
– ‘Ma alla tua età hai mai scopato?’.
Nessuna risposta. Solo gemiti. Paolo si divertiva un mondo. Sperava, forse, che in quell’occasione avrebbe potuto ottenere qualcosa di veramente speciale, come il prezioso culo di Chiara, fino a quel momento considerato tabù. Buttò subito la mano tra le gambe di Chiara, che ansimava sempre di più e sempre più forte. La masturbava rozzamente da sopra le mutande, come immaginava avrebbe fatto Teodoro. Lei non aveva nemmeno la forza di muoversi, tant’&egrave che fu lui stesso a spogliarla completamente, buttandole le mani ovunque si sentisse più ispirato ispirato. Anche nel sedere.
Paolo, sempre imitando Teodoro, prese la mano Chiara, poggiandola sui suoi pantaloni, sul sesso. Lei si accese. Cominciò a stringerlo con forza, e tentava, ad occhi chiusi, di togliere tutto. Finché lui non la fermò, sbottonandosi in fretta i pantaloni e permettendole così di toccarlo da sopra le mutande. Non durò molto. Chiara lo voleva. Dopo pochi secondi, gli infilò la mano nelle mutande e cominciò a masturbarlo.
– ‘Signorina, e questo cos’&egrave? La sega dei poveri? Dai su, mettilo in bocca!’.
Chiara non se lo fece ripetere. Lo baciò e leccò con la stessa foga e passione della prima volta, nell’ufficio dei genitori di Paolo, cosa che non accadeva da tempo. Paolo era a metà strada tra il geloso ed il contento, e nel mentre masturbava Chiara, che muoveva le sue fauci sempre più forte e in modo sempre più sensuale. Paolo quasi non era sicuro che avrebbe resistito a lungo.
Il sesso di Chiara era umido e pieno di umore. Paolo gli tolse il pene dalla bocca e si gettò lui, invece, tra le gambe di lei, per assaporarla. Quando le labbra di Paolo la sfiorarono, lei sobbalzò dal piacere. Ansimava come non succedeva da tempo, finché non emise un orgasmo che bagnò tutta la bocca di Paolo.
– ‘Hai proprio un buon sapore! Mi piace la carne fresca!’ disse lui con la voce di Teodoro. ‘Ora che vuoi, il cazzo?’.
– ‘S’ Sìììì’ Ti prego!!!’.
Paolo non si fece pregare. La penetrò senza preservativo, e la sentì morbida, calda e bagnata. La goduria per entrambi era stellare. Lui era su di lei, in veste di quel vecchio signore. Per rendere la cosa più credibile, Paolo le prese le mani, con forza, e gliele manteneva ai lati della testa, come a volerla tenere ferma, mente le parlava all’orecchio con la voce di quell’uomo.
– ‘Sei un puttanone, lo sai?’.
– ‘Sìììì’ Sìììì”.
– ‘Chissà a sborrarci dentro che goduria!’.
– ‘No’ Ti prego’ Noooo!!!’.
Paolo non l’avrebbe comunque fatto.
– ‘E il culo me lo dai?’.
Chiara ansimava, era tutta rossa come se le mancasse il respiro. Sentiva lui che la penetrava, che si muoveva sul suo corpo, con i suoi peli, molto simili a quelli di Teodoro tranne che per il colore.
– ‘Nooo’ Mi fa male!’.
– ‘E che zoccola sei allora?’.
Paolo la girò mettendola col culo all’aria, e cominciò a penetrarla alla pecorina. Lei era ormai inerme. Non aveva più la forza di opporsi a nulla. In quel momento, Paolo tentò il tutto per tutto: si insalivò l’indice destro, e cercò d’infilarlo nel culo di Chiara, che sobbalzò.
– ‘Ti piace scopare, eh?’ disse Paolo, mentre la sculacciava e infieriva col dito.
– ‘Sìììì’ Sìììììììì!!!’ gridava Chiara, mentre emetteva un orgasmo dietro l’altro.
Paolo ancora si staccò, e si posizionò per penetrare Chiara nel culo. Fece un po’ di forza.
– ‘No. Ti prego! Mi fai male!’.
– ‘Eddai su! Che razza di zoccola sei se non lo prendi anche in culo?’.
Paolo riuscì a penetrarla solo per un attimo, quando lei si accasciò in avanti, gemendo per il dolore.
– ‘Ti ho fatto male?’ disse lui, con la voce del vecchio.
– ‘E” E’ troppo grosso!’ replicò Chiara, comunque compiaciuta ed eccitatissima.
Lui allora la girò nuovamente in posizione supina, e la penetrò come stava facendo all’inizio. Chiara continuava ad emettere orgasmi, e quando anche lui fu sul punto di godere, smise di penetrarla e le schizzò sul ventre. Chiara sentiva il piacere di lui sul suo corpo. Era ancora eccitata, tanto che si spalmò il suo sperma sul petto, e poi si portò il dito alla bocca, per assaporarlo.
– ‘Allora, così ti &egrave piaciuto?’ disse Paolo, con la sua voce.
Lei aprì gli occhi, incredula.
– ‘Oddio! Pensavo fosse veramente Teodoro!’.
– ‘No, mi spiace. Sono solo io. E devo dire di essermi proprio divertito!’.
– ‘E’ stato fantastico!’.
I due si guardarono con occhi complici. E si baciarono.

* Capitolo 7: Crisi violenta *
Passarono gli anni, durante i quali Paolo e Chiara s’inventarono diverse fantasie erotiche. Paolo avrebbe tanto voluto eliminare totalmente il preservativo, godere dentro di lei e avere il suo culo, mentre lei sognava di far sesso con un amico molto più grande. La loro vita, comunque, procedeva nella norma, finché durante un’esperienza lavorativa, Chiara conobbe Guido, un uomo di 13 anni più grande di lei col quale legò subito. Strinsero una forte amicizia e si videro spesso, all’insaputa di Paolo.
Chiara, infatti, mentì a Paolo per circa un anno, dicendo che vedeva una collega di lavoro. Parlò apertamente di Guido solo dopo molti mesi, durante i quali si vedevano rincasando molto tardi. Paolo venne travolto dai peggiori pensieri di tradimento. Scoprì che Chiara gli aveva riempito le orecchie con bugie di ogni tipo. Il suo cuore cambiò completamente, ma non volle dirle nulla, per fargliela pagare.
Il giorno seguente alle scoperte di Paolo, Chiara andò a casa lui, un appartamentino che aveva preso da qualche settimana e del quale anche lei aveva una chiave. Non immaginava cosa l’attendeva quel giorno. Lui l’accolse come faceva di solito, con tutti i modi gentili del caso. Sapevano che l’avrebbero fatto. Quel che Chiara non sapeva, però, erano le vere intenzioni di lui.
– ‘Amore mio’ Ti va di aspettarmi in camera da letto?’ disse Paolo.
– ‘Certo’ Non tardare!’.
Chiara si sedette sul letto, di spalle rispetto alla porta. Paolo entrò in silenzio e balzò violentemente su di lei. La prese per il collo, senza farle del male, ma solo per tenerla ferma. La sua espressione era quella di un diavolo.
– ‘Chi cazzo &egrave Guido??? Ah???’.
– ‘E’ Ehi’ Posso spiegarti!!!’.
– ‘No! Tu non spieghi un cazzo!!! Adesso soffri! Ti tratterò come meriti, PUTTANA!!!’.
Paolo le tirò un ceffone in viso, col quale lei cadde stesa sul letto. Cominciò a spogliarla con violenza. Lei tentava di opporsi, ma non poté far nulla contro la sua rabbia. Quando fu completamente nuda, lui le gridò:
– ‘Cos’avete fatto??? Avete scopato???’.
– ‘N’ No! Che dici???’ diceva lei, spaventata.
– ‘Ah no? Mi pigli per il culo? Ah??? E dimmi, se lo facessi io ti piacerebbe?’.
Chiara ebbe gli occhi sbarrati. Sapeva che Paolo gliel’avrebbe fatta pagare molto cara. Le legò le mani dietro la schiena in modo che non potesse muoversi liberamente, e si spogliò anche lui. La guardava con rabbia e disprezzo.
– ‘Ti piace il cazzo? Ah? Lo vuoi? Lo vedi questo? QUESTO deve essere il tuo Dio! Il MIO cazzo!!!’.
Senza indugiare, Paolo la penetrò in bocca. Lei non si oppose, ma piangeva. Lui si muoveva con violenza, rosso di rabbia. Dopo qualche minuto si tolse.
– ‘Ti piace, vero? L’hai sentito bene? Questo &egrave l’unico sapore che deve piacerti. Capito troia???’ tirandole un altro ceffone.
– ‘Ma non ho fatto niente!!!’ replicò lei in lacrime.
– ‘Sei una puttana!!! Non ti credo!!!’.
Paolo le aprì le gambe, e cominciò a penetrarla. Tutto sommato, a Chiara piaceva l’idea di essere violentata. Ma lo avrebbe preferito più come una fantasia. I movimenti di lui erano forti e intensi, soprattutto violenti. La teneva ferma col suo corpo, stringendola con forza e senza guardarla in faccia.
– ‘Vuoi che ti vengo dentro??? Ah??? Sei una puttana!!! A te piace!!!’.
– ‘No!!! Ti prego!!!’.
– ‘No eh? E certo! Perché poi devi tornare da quel figlio di puttana, vero???’.
– ‘Non dire così!!!’ gridava lei.
Paolo la schiacciava con tutto il suo peso, mentre spingeva in suo sesso dentro di lei, con botte forti, decise e violente. Per la prima volta Chiara si sentì veramente sfondare.
– ‘Perché??? PERCHE’???’ gridava Paolo.
Chiara si immobilizzò. Godeva da pazzi, ma soffriva. Dai suoi occhi sgorgavano lacrime. Dal suo sesso piacere come non mai.
– ‘Visto che ti piace pigliarmi per il culo’ Adesso io lo farò con te!!!’ disse Paolo, rosso di rabbia.
La fece girare, con violenza, come fosse un corpo esanime. Cominciò a schiaffeggiarla violentemente sul culo, con tutta la forza che aveva in corpo.
– ‘Ti fa male puttana??? Ah???’.
– ‘Ti prego, smettila!!!’ gridava lei.
– ‘La smetterò solo per farti più male!!!’.
Paolo si posizionò col pene sul culo di Chiara. Con un colpo secco e deciso glielo ruppe. Chiara gridò con tutto il fiato che aveva in corpo. Piangeva dal dolore, sia fisico che morale, mentre il suo sangue colava sulle cosce. Paolo continuava a penetrarla schiaffeggiandola sulle natiche. In quel momento di forte dolore, per entrambi, gli occhi di lei si spalancarono dal piacere, mai provato in quel punto, e lui le riempì il culo col suo umore, mentre si accasciava violentemente su di lei, schiacciandola da dietro col suo corpo robusto.
Paolo si tolse e andò a ripulirsi, lasciando Chiara lì, sul letto, ormai macchiato di quelle poche gocce di sangue. Una volta in bagno, egli pianse, sentendo che anche lei lo faceva. Quando tornò da lei, la guardò, colmo di rabbia e dolore, ma al tempo stesso dolcezza.
– ‘Perché l’hai fatto?’.
– ‘Non abbiamo mai fatto nulla. Non te ne ho parlato per non farti rimanere male”.
– ‘Tu hai fatto del male a me, adesso io ne ho fatto a te. Rivestiti e vattene!’.
Paolo slegò le mani di Chiara, attese che lei si rivestisse e varcasse la porta per andar via. Nonostante lei provasse a parlargli, lui le diceva con rabbia di stare zitta, minacciandola di schiaffeggiarla.
Una volta varcata la soglia della porta, Paolo la sbatté, lasciando Chiara, in lacrime, là fuori.

* Capitolo 8: Redenzione *
Paolo e Chiara non si videro per mesi. Lei non sentì più Guido dopo quel giorno, ma pensava sempre a quello che era successo, e a quanto fosse stata stupida. Era indecisa se risentire o meno Paolo. L’ultima volta le aveva messo paura, oltre ad averle davvero fatto male. Ma non ce l’aveva con lui. Sapeva di averlo ferito dove lui era più fragile, e per questo l’aveva punita in quel modo violento e barbaro.
Chiara si fece coraggio, e compose il numero di Paolo. Egli, vedendo il numero di lei, fu tentato di rifiutare, ma provava ancora dei sentimenti, quindi rispose.
– ‘Pronto?’.
– ‘Ehi’ Ciao’ Come stai?’.
– ‘A dire il vero sentendoti non molto bene”.
– ‘Lo immaginavo. Senti, volevo chiederti se hai un attimo per vederci”.
– ‘Vederci? E per quale motivo?’.
– ‘Per parlare e’ Chiarire”.
– ‘A me la situazione appare abbastanza chiara: sei uscita fino a tardi con un altro, ci hai scopato, e mi hai fatto cornuto!’.
– ‘Non &egrave così!’.
– ‘Allora non aveva senso mentirmi!’.
– ‘Hai ragione’ Senti’ Non voglio perderti”.
– ‘No? E chi ti dice che tu non mi abbia già perso? Cosa vuoi da me?’.
– ‘Per ora vederti. Solo questo.’.
– ‘D’accordo. Vieni da me domani. Non preoccuparti, non farò come l’ultima volta. Ma non aspettarti comunque di essere trattata coi guanti!’.
Puntuale, il giorno dopo Chiara si presentò a casa di Paolo. Lui la invitò ad entrare, ma non la salutò, nemmeno formalmente. Si sedettero in salotto, uno di fronte all’altra.
– ‘Ebbene, dimmi.’.
– ‘Mi dispiace per quello che &egrave successo. Guido era solo un amico. Non volevo nasconderti le mie uscite, ma al tempo stesso non volevo ferirti.’.
– ‘Ferirmi? La cosa &egrave andata avanti per un anno. Dimmi, a distanza di tanto tempo pensi che scoprire certe cose non mi ferisca?’.
– ‘Hai ragione”.
Cadde il silenzio. Lui voleva accusarla. Lei voleva scusarsi. Ma entrambi non ci riuscirono.
– ‘Ti amo”.
Paolo ruppe il silenzio. Chiara lo guardò e scoppiò in lacrime. Tuttavia lui era impassibile. La guardò con occhi insensibili. Si sedette vicino a lei.
– ‘Cosa saresti disposta a fare per me?’.
Chiara lo baciò. Lui rimase immobile e la lasciò fare. Lei iniziò a spogliarsi velocemente. Si mise nuda, in piedi davanti a lui, che era ancora seduto. Nonostante il tempo trascorso, era sempre bellissima.
– ‘Che vuol dire?’ chiese Paolo.
– ‘Che nessuno ha toccato questo corpo oltre a te!’ ribatté lei in lacrime.
Si mise a cavalcioni su di lui, ancora vestito, e cominciò a baciarlo con passione. Paolo non si sbilanciava, ma stava al suo gioco. Si eccitò. Chiara lo sentì, e buttò subito le mani ai pantaloni di lui, che a sua volta la fermò.
– ‘Cosa dovrebbe significare questo?’ chiese Paolo.
– ‘Che’ Ti voglio!!!’ rispose Chiara.
Paolo la lasciò fare. Chiara gli abbassò i pantaloni e le mutande. Nonostante egli fosse impassibile, era eccitato come un tempo. Dopotutto, l’amava ancora. Chiara non perse tempo, e con la mano mise il pene di Paolo per farsi penetrare. In quel momento, lui cambiò espressione. La stessa che aveva durante le loro prime esperienze insieme. Lei si muoveva, sempre sinuosa con le sue curve, su di lui. Eccitatissima, emetteva gemiti di piacere e singhiozzi di pianto, mentre lui si rilassò. Si sentivano di nuovo una cosa sola. Lei si appoggiò su di lui, come la prima volta in macchina. E così, anche lui, la prese per i fianchi, spostandosi pian piano sul suo bel culo tondo, e da lì risalendo la schiena, stringendola a sé. Anche lui scoppiò a piangere.
Paolo si tolse la maglietta, sollevò Chiara, e la stese sul divano, mettendosi su di lei. Mentre i loro due sessi si scambiavano piacere, si guardavano con gli occhi, fortemente attratti, finché non si baciarono in lacrime, accarezzandosi e strofinando i loro corpi sudati l’uno sull’altra. Il piacere era così intenso che le mani di Chiara, sulla schiena di lui, lo infilzarono con le unghie, mente gridava dal piacere. La cosa andò avanti per un tempo interminabile. Sembrava che tutto l’universo si fosse fermato. I loro sensi erano alle stelle. Il loro piacere infinito.
Chiara tirava un orgasmo dietro l’altro, mentre graffiava con foga la schiena di Paolo, per stringerlo a sé. Più a sé. Quando fu il momento di lui, le distese le braccia, tenendole i polsi con forza, come quando la violentò. E nel momento di godere, si tirò indietro, bagnando il corpo di lei col suo piacere.
Si guardarono. Gli occhi di Chiara, grandi, dolci e marroni, smisero di piangere.
– ‘Ti amo”.
Lo disse anche lei. Un lungo bacio sancì il ritorno del loro amore.

* Capitolo 9: Per fare l’amore *
Nonostante tutto, Chiara era consapevole che ci sarebbe voluto tempo per riconquistare completamente la fiducia di Paolo. Decise così di concedersi non solo nel corpo, ma anche nell’anima, all’uomo che amava. Comprò un completo intimo sexy, di pizzo nero, in modo che spiccasse sulla sua pelle color avorio, e si tagliò i capelli. Paolo le restituì le chiavi di casa, e lei si premurò di sistemare la camera da letto in modo che l’atmosfera fosse romantica, eccitante e sexy. Quando lui tornò, quella sera, trovò un post-it sulla porta di casa: ‘Vieni in camera da letto senza accendere le luci”.
Paolo varcò la porta. Fece un po’ di fatica per via del buio, ma raggiunse la camera da letto. Intorno al letto, sul perimetro della stanza, vi erano delle candele, che la illuminavano con la loro luce fioca. L’aria era piena del loro odore alla vaniglia, inebriante per Chiara, che voleva essere al massimo per lui quella sera. Paolo si sedette sul letto. E attese. Dai buio sbucò lei, in vestaglia, che lo invitò al silenzio mentre si avvicinava, fermandosi davanti a lui.
– ‘Questa sera ti darò tutta me stessa. Tutto ciò che sono appartiene a te. E tu, bello mio, apparterrai a me. Saremo una cosa sola. Per sempre.’.
Chiara si tolse la vestaglia, scoprendo il suo bellissimo corpo col completo intimo nero di pizzo. Si mise a cavalcioni su Paolo e gli sussurrò nell’orecchio, a voce bassa:
– ‘Ti amo’ Sei mio”.
Un brivido corse lungo la schiena di lui, accendendo più che mai il desiderio. Lei lo baciò spingendolo a stendersi sul letto. Lo guardava con malizia e lussuria, quasi come quella volta in cui i suoi occhi sembravano quelli di una pantera. Sbottonò lentamente la camicia di lui, strofinandosi sul suo petto come una gatta in calore, baciandolo ovunque e graffiandolo dolcemente con le unghie, specialmente sui fianchi. Paolo era tutto un brivido. Si sentiva la pelle d’oca su tutto il corpo. Per la prima volta, aveva davvero paura di lei. Paura che trasfigurava nella più forte eccitazione che lui avesse mai avuto.
Le mani di Chiara si portarono sulla zip dei suoi pantaloni. Dolcemente l’aprì e li sfilò, strofinando il suo ventre sulle mutande, dalle quali si vedeva chiaramente l’eccitazione di Paolo. Come una gatta che fa le fusa, Chiara sfilò piano le mutande, e si strofinò sul suo trofeo, in modo che toccasse ogni parte del suo corpo.
Lo carezzò dolcemente con le dita e le unghie. L’eccitazione di Paolo era fortissima. Mai così forte prima d’ora. Lei si avvicinò col viso al sesso di Paolo. Lo guardava maliziosa. Lo strofinava sulle guance e sul collo, come a voler essere inebriata dalla sua essenza. E lo baciò con passione. Baci che quella sera avevano un sapore diverso sulla pelle di Paolo. Baci che lasciavano il rossetto, come a marcare il territorio di una bestia pericolosa, pronta a difenderlo con ogni mezzo.
Lo assaporò con la sua calda e umida lingua. Lo bagnò da cima a fondo prima di spalancare le fauci e metterlo in bocca. I sensi di Chiara erano tutti per Paolo. Il tatto. L’odore. Il gusto di lui. Sul suo corpo lei aveva marchiato la sua essenza. E mentre lo gustava nel suo palato, Paolo emetteva gemiti di focoso piacere, più intensi di qualsiasi altro momento.
Quando Paolo meno se l’aspettava, Chiara si spostò. Tolse il completo intimo. Il suo sesso era bagnato di piacere per lui. Voleva fare la stessa cosa che poco prima aveva fatto col suo pene. Si mise su Paolo, e si strofinò per intero sul suo corpo, rilasciando il suo piacere su di lui. Finché non giunse sul suo visto.
– ‘Gustami” disse lei.
Mise la testa di lui tra le sue gambe, e la usò per masturbarsi. Paolo baciava e leccava il suo sesso e il suo piacere, che sgorgava a fiumi per l’eccitazione. Chiara ansimava e gridava, finché non gli venne in bocca. Fu diverso dalle altre volte. Il suo sapore era dolce, genuino. Ricco di lei, solo per lui. Ma non era finita. Chiara si spostò.
– ‘E ora’ Sarò tua per sempre”.
Con le sue mani, dolci ed esperte, prese il pene di Paolo, e se lo strofinò dapprima sui suoi peli pubici, inumiditi dal suo piacere, poi sulle labbra bagnate del suo sesso. Lo fece scivolare lentamente all’interno, e in quel momento fu la pace dei sensi per entrambi. I suoi movimenti erano lenti e seducenti. Sentivano entrambi i loro sessi come fossero una cosa sola. Due corpi, una sola anima. Chiara continuava a muoversi, accasciandosi sul corpo di lui e strofinandosi sul suo petto e sui suoi peli. Non sapevano da quanto stesse andando avanti. Chiara gemeva di intenso piacere. L’odore di lui. Il suo sapore. Il suo essere. Godeva come non aveva mai fatto in vita sua. Paolo era altrettanto inebriato da lei. In quel momento dimenticò tutto ciò che era stato. Sentiva che erano più che mai una cosa sola. Riusciva a percepire ogni suo pensiero, ogni sua sensazione.
E quando i loro sensi furono al massimo della loro espressione, si guardarono negli occhi, e il tempo si fermò. Un attimo. L’infinito. Lei si sentì riempire di lui. Sentirono le loro anime scambiarsi. Una sensazione di piacere, così breve, così interminabile, che fermò i loro cuori per un istante.
Sfiniti da quella sensazione paradisiaca, si accasciarono. E baciandosi un’ultima volta, si guardarono negli occhi specchiandosi a vicenda, ritrovando le loro sensazioni più profonde e reciproche.
Chiusero gli occhi. E si addormentarono.
Vicini.
Per sempre.

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