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Ho 16 anni mi chiamo Lucia e frequento il Liceo.
Per andare e tornare a scuola ogni giorno uso l’autobus e soprattutto al ritorno quando salgo spesso siamo pigiati.
Sono una ragazza normale, forse non particolarmente bella e un po’ timida, forse anche per questo non ho ancora avuto una storia d’amore con un ragazzo.
Eppure, l’ormone si fa sentire, non di rado in camera mia o direttamente a letto mi passo il dito tra le gambe o sui capezzoli per provare quel piacere che mi darebbero le carezze di un ragazzo.
Un giorno di Maggio salgo sull’autobus per tornare verso casa e nella calca vengo spinta verso un ragazzo che sta fermo di fronte a mee che tiene stretto il suo zaino davanti alle sue gambe.
Arriviamo a contatto, faccia a faccia con la folla che spinge e il mezzo che ci fa ondeggiare a ogni curva.
Dietro attraverso la gonna sottile sento anche qualche mano che ogni tanto arriva sul culo, e non sono spinte, è qualcuno che lo apprezza, evidentemente non è così male.
La sua mano che tiene lo zaino è finita tra le mie gambe, e la sento, col dorso, appoggiata bene alla passera.
Il movimento del mezzo contribuisce al massaggio che sta diventando piacevole, e forse me lo si legge in faccia, lui mi guarda fisso il viso consapevole di quello che sta succedendo.
Non tiene più lo zaino che è ai suoi piedi, e la mano si è girata. Ora i suoi polpastrelli tastano la passerina attraverso la stoffa sottile della gonna e delle mutandine che si stanno bagnando.
Quel movimento di grattare verso l’alto mi procura un orgasmo che mi fa mancare le gambe, ma non posso finire per terra, la folla me lo impedisce, mi tengo aggrappata al palo e la gente mi tiene appoggiata a lui.
Le sue dita sono arrivate alle mutandine, il loro movimento era mirato a sollevare la gonna e ci sono riuscite, e ora stanno scostando le mutandine.
Sono su un autobus affollato e un ragazzo che nemmeno conosco mi sta toccando la passera scoperta, me la massaggia, mi eccita, mi procura un piacere nuovo.
Un dito entra tra le labbra, esplora quello che nessuno ragazzo ha mai esplorato prima, il corpo freme sotto l’effetto di un nuovo orgasmo più intenso.
Lui me lo legge in faccia e affonda il dito, me lo striscia sul grilletto, chiudo gli occhi per il piacere, le porte dell’autobus si aprono e lui scende.
La gonna è ridiscesa e non si vede nulla, forse solo la mia faccia stravolta tradisce qualcosa, una ragazza scendendo mi guarda strano.
Anche ogni giorno prendo l’autobus affollato sperando di rincontrarlo e rincontrare la sua mano, non l’ho mai più rivisto.
Credo che se al posto del dito avesse usato il suo uccello mi sarei fatta scopare e non so se mi sarei fermata o lo avrei fatto anche venire dentro.

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