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Tale figlio, tale padre. – Capitolo 2

By 12 Marzo 2020One Comment

Mentre Sallah dorme beatamente sul mio divano vedo di preparargli il pranzo senza fare rumore. 

Ogni tanto il mio sguardo cade sul quel splendido corpo di ebano e ancor di più su quell’enorme appendice di carne che giace in mezzo alle sue gambe.

Quando il pranzo è pronto mi accovaccio vicino a lui e inizio a leccargli il cazzo. All’inizio la mia lingua appena sfiora la sua pelle, quasi a non voler svegliare l’uomo, ma poi le mie leccate si fanno più audaci, per assaporare meglio il gusto di quell’asta nera, ancora intrisa dei miei umori della scopata precedente. Ad ogni passata di lingua quell’arnese reagisce con un lieve sussulto ed in breve raggiunge la completa erezione.

Alzo gli occhi e lo vedo che mi fissa, il suo sguardo mi fa sentire ancora più sporca, aumentando il desiderio per il suo membro.

“Brava puttana, hai capito come si sveglia un bel cazzone nero.”

Ricambio lo sguardo e lascio scivolare la sua cappella nella mia bocca, la succhio con innocenza come fosse il calippo alla coca-cola che gustavo da ragazzina. Lo stringo tra le mie labbra che a malapena lo contengono. Lo assaporo lentamente lasciandolo entrare lentamente dentro di me. Indietreggio un poco e poi avanti di un qualcosa di più, continuo così mentre centimetro dopo centimetro quell’asta si insinua sempre più a fondo nella mia gola. Anche se ingoiarla tutta è proibitivo per un essere umano, viste le dimensioni, faccio tutto il possibile per contenerne il più possibile. Sallah apprezza i miei sforzi e mi guarda appagato dall’immagine che la donna bianca offre in venerazione della sua verga nera.

Quando finalmente Sallah ritiene che il suo cazzo sia ben ricoperto dalla mia saliva mi dice di smetterla di succhiarlo.

“Vediamo se quel tuo culo bianco è largo e profondo abbastanza per questo mio cazzo.”

Mi prende di peso e mi gira, con una mano spinge le mie spalle verso il pavimento in modo che il mio culo si offra a lui senza difese. 

Sento la punta del suo cazzo appoggiarsi al mio sfintere che a quel contatto istintivamente si chiude su se stesso. L’uomo non si fa intimorire e inizia a spingere. Dopo un lieve resistenza il mio buchino cede e lo lascia entrare. Fitte di dolore si diramano dal mio ano in tutto il corpo ben presto sostituite da scariche di piacere quando il mio culo inizia a rilassarsi e a godere di quella voluminosa intromissione. In maniera selvaggia il nero continua a spingere allargando sempre più il diametro del mio ano. Ad ogni spinta lo sento insinuarsi sempre più in profondità fino a quando sento il suo pube appoggiarsi alle mie natiche. Non pensavo sarebbe stato possibile ma quell’enorme coso è totalmente dentro di me! Sallah lo sfila completamente ma dopo un secondo lo spinge di nuovo dentro provocandomi un intenso brivido di piacere. Ripete l’operazione diverse volte, tutto fuori, tutto dentro, fino in fondo, ogni volta la scossa di piacere mi sconvolge meravigliosamente il corpo fino a provocarmi un inaspettato e spaventoso orgasmo anale. L’uomo non ancora soddisfatto aumenta la velocità dei suoi affondi fino a quando si ferma completamente dentro di me e sento il suo membro pulsare nelle mie viscere e liberarsi del suo abbondante carico di sperma.

Giaccio per diverso tempo quasi esamine sul pavimento, ancora inebriata da tutte le endorfine che il potente orgasmo ha riversato nel mio corpo, mentre il mio ospite si accomoda al tavolo e mangia quello che gli avevo preparato.

Quando ha finito, complimentandosi per la mia cucina, si riaccomoda sul divano mentre io mi do da fare per risistemare la cucina e buttare in lavastoviglie piatti, bicchieri e pentole.

 

DingDong

Il campanello di casa? Chi potrà mai essere a quest’ora? Sallah è ancora disteso sul mio divano… Speriamo sia solo il postino.

Apro e mi ritrovo davanti Amid.

“Ciao Amid, “ Gli dico imbarazzata, “Cosa ci fai qui?”

“Sono passato a casa per prendere il mio telefono ma ho trovato un biglietto di papà che mi dice che il mio telefono ce l’hai tu. Non capisco perchè non l’ha lasciato dov’era.”

“Perchè volevo farti capire che la tua amica qui è solo una puttana.” Sento Sallah che parla dietro di me.

“Papà?”

Lascio entrare Amid che così vede suo padre nudo sul mio divano.

“Una puttana bianca che vuole solo il grande cazzo nero!” Aggiunge.

“Vieni qui, fai a vedere a mio figlio come adori il mio cazzo.” Mi dice indicando il suo bel cazzo in completa erezione.

Mi inginocchio vicino a lui ed inizio a leccare quell’incredibile asta di ebano.

“E di questa puttana che ti sei innamorato?” Chiede a suo figlio mentre sono intenta a leccare da cima a fondo il suo cazzo. “Non vedi che è solo una puttana bianca che va matta per ogni cazzo nero?”

Mentre rendo nuovamente omaggio a questo splendio cazzo, nel modo che mi viene più naturale, vedo Amid che tira fuori il cazzo dai pantaloni ed inizia a masturbarsi.

La cosa mi eccita e cerco di mettere ancor maggior impegno leccando avidamente l’asta nera del padre.

“Ora scopala mentre mi succhia il cazzo.”

Amid non se lo fa ripetere, si porta dietro di me e dopo un secondo sento già il suo cazzo che entra nella mia figa. Il ragazzo non si fa problemi a scoparmi alla grande davanti al padre. E mentre sento il cazzo del vecchio scendermi sempre più giù nella gola, dall’altra parte il cazzo del giovane sale sempre più su nel mio ventre. Fino a che un violento orgasmo mi pervade ogni angolo del corpo. Mentre il vecchio mi riempie lo stomaco con il suo seme il giovane non ancora al culmine continua a pomparmi il suo cazzo nero nella figa.

“Scopala nel culo! Te l’ho già aperto io. Vedessi come le piace!” Ordina il padre al figlio.

Amid toglie il cazzo dalla mia figa e lo spinge dentro al mio culo. Aperto com’è stato dal cazzo del padre accetta senza problemi la verga del figlio. Lo sento penetrarmi in profondità spingendo selvaggiamente il suo membro nel mio intestino.

“Tirala su, che ce la scopiamo assieme.”

Senza togliersi dal mio culo, il ragazzo mi alza di peso e offre la mia figa al padre. Il suo enorme cazzo nero scivola subito dento di me, riempiendomi davanti al pari del figlio dietro. I loro due cazzi mi riempiono completamente inebriandomi di piacere ad ogni spinta che ricevo.

All’improvviso Amid inizia a spingere più velocemente fino a che lo sento venire dentro al mio culo. Una quantità inverosimile di sborra mi riempie l’intestino, anzichè togliersi continua a pompare il suo seme dentro di me, quasi a voler spingerlo il più possibile dentro di me. Dopo qualche minuto lo sento venire di nuovo, solo allora finalmente si toglie. Un fiume di sborra esce dal mio culo ricoprendo il cazzo e le palle del padre che ancora spinge il suo membro dentro la mia figa. Ancora poche spinte ed anche Sallah svuota le sue palle dentro di me. Quando si sfila da me, crollo sul divano esausta ma appagata, con entrambi i miei buchi devastati da quelle due mazze nere e gocciolanti della loro calda sborra. Mai prima d’ora mi ero sentita così soddisfatta da una scopata.

“Hai visto figlio mio, questa è solo una puttana bianca.”

“Si papà, solo una puttana bianca che va matta per i nostri cazzi neri.” Sancisce il figlio.

“E d’ora in poi sarà la nostra schiava bianca. Giusto puttana?”

“Si, sarò la vostra puttana. Pronta a soddisfare in ogni momento i vostri grandi cazzi neri.”

“Ahhahhaaha, non pensavo che la nostra brava vicina per bene fosse una così gran troia. Penso proprio che d’ora in poi ci divertiremo alla grande con lei. Le apriremo il culo e la figa come neanche potrà immaginare. Vivrà solo per farsi scopare dai nostri cazzi. Sarà la nostra cagna da montare ad ogni occasione!”

“Vieni qui e ripuliscici i cazzi.”

Mi avvento sui loro cazzi e li lecco avidamente fino a togliere anche l’ultima goccia di sborra dalla loro pelle.

“Ora puttana, sali qui è impalati con il mio cazzo nel culo.” Mi ordina il vecchio.

Come una brava schiava sessuale faccio quello che mi viene ordinato. Salgo sul divano e, offrendo la schiena a Sallah lascio scivolare il suo enorme cazzo nel mio culo. Anche se ormai è già stato dilatato dalle scopate precedenti, ricevere quell’enorme coso dentro di me è ancora un’impresa non facile. Per fortuna che l’abbondante sperma del figlio dell’inculata di qualche minuto prima funge da lubrificante e permette a quell’asta nera di insinuarsi meglio dentro al mio intestino. Quando lo sento completamente dentro di me, il padre dice al figlio di prendere posto nella mia figa. Mi allarga le gambe e infila il suo imponente cazzo dentro di lei. Con quelle due enormi mazze nere dentro di me mi sento quasi squarciare in due. Il giovane inizia a pompare. Ad ogni affondo sento il suo cazzo sbattere contro quello del padre, divisi solo dalla sottile membrana che separa il mio canale vaginale dal mio retto.

“Apri la bocca schiava.” Mi dice Amid.

La spalanco e lui ci sputa dentro.

“Manda giù.”

Ingoio.

“Ahahhaha che puttana che sei!” Mi schernisce.

Avvicina la sua bocca alla mia e mi bacia ficcandomi la lingua più a fondo che riesce. Quando si stacca mi afferra la testa e me la gira verso suo padre, offrendo la mia bocca alla sua. La lingua del vecchio si insinua nella mia bocca in modo ancora più volgare di come ha fatto il figlio e la mia eccitazione aumenta a dismisura per il trattamento umiliante che mi stanno riservando i due uomini neri. Usata come un animale. Con i miei buchi riempiti all’inverosimile. Vengo nuovamente e ripetutamente. Pure loro vengono ripetutamente e copiosamente dentro di me, lasciando i miei buchi sfondati e grondanti del loro seme.

 

Li lascio stremati sul divano e mi infilo sotto la doccia.

Mi lascio rigenerare dal getto d’acqua che mi scorre lungo il corpo, chiudo gli occhi e con la mente torno a quei due stupendi cazzi neri che sono di la.

Sento la porta della doccia aprirsi, apro gli occhi e mi ritrovo Amid a pochi centimetri.

Mi fa girare. Sento il suo membro scivolare lungo il solco delle natiche, fermarsi all’altezza del mio ano e dopo un attimo di attesa entrare nel mio culo. Mi afferra le tette e mi scopa selvaggiamente li in piedi sotto la doccia, con lo sciabordio dell’acqua tra i nostri corpi che fa da colonna sonora alla sua monta furiosa. Ad ogni affondo sento il cazzo penetrare sempre più dentro di me, sento la sua cappella sempre più nel profondo del mio culo, ad ogni spinta lampi di piacere mi pervadono il corpo. Godo di nuovo con quel stupendo ed enorme attrezzo nero che mi sfonda il culo. Godo. Godo. E godo ancora. Lo sento venire dentro di me ed un mio orgasmo ancora più potente accompagna la sua sborrata.

Lascio la doccia ad Amid, non faccio a tempo di finire di asciugarmi che mi sento chiamare da Sallah.

“Vieni qua schiava!”

Corro in salotto.

Il cazzo del vecchio mi aspetta, svettando orgoglioso della sua imperiosità.

Mi inginocchio davanti a lui e lo lecco con avidità, gustando il sapore del sesso fatto prima che ancora impregna la sua pelle. Un misto di sperma, sudore e dei succhi della mia figa e del mio culo. Un cocktail che inebria le mie papille gustative e come una droga amplifica il mio desiderio.

Mi alzo, monto a cavalcioni sull’uomo, lascio scivolare il suo cazzo nero nella mia figa e lo cavalco animalescamente. Voglio sentire fin dove può arrivare dentro di me quella bestia nera, lo sento farsi strada nella mia vagina, raggiungere profondità che nessun cazzo ha mai esplorato prima (anche perchè un cazzo così non l’avevo mai visto prima).

La mia mente ormai è schiava del piacere che solo questi poderosi pezzi di carne riescono dare al mio corpo.

Lascio che gli orgasmi si susseguano senza sosta, rilasciando endorfine in quantità industriali nel mio organismo. Mi sento appagata solo quando sento il suo caldo sperma.

 

Mi accascio sul divano esausta.

“Prepara la cena schiava, che a forza di scoparti come una cagna si è fatto tardi.”

Mi dice il vecchio.

Guardo l’orologio.

Il tempo è volato e non me se ne sono accorta.

Fuori è già buio e l’ora di cena è passata già da diverso tempo.

Apro il frigo, prendo quello che trovo.

Mi metto ai fornelli ed inizio a prepare la cena per i miei padroni.

 

One Comment

  • roberto379 roberto379 ha detto:

    ciao Anna :) complimenti davvero un bel seguito e’ un piacere poter rileggere nuovamente un tuo racconto la parte del calippo alla coca cola e’ bellissima, davvero un ottimo lavoro… una bella discesa verso l’umiliazione.
    continua cosi :)

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