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Racconti Erotici Etero

Temporale estivo

By 31 Gennaio 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

Luglio. La città era infuocata ed io mi ritrovavo da solo con mia figlia piccola. Mia moglie sarebbe stata via diversi giorni per questioni di lavoro. Far passare il tempo alla piccola era davvero impegnativo. Stressante. L’unica possibilità era quella di portarla ai giardinetti di quartiere quando la temperatura diventava più gradevole. In quelle giornate di fine luglio, però, pochi erano i bambini presenti. Quasi tutti ormai erano partiti per il mare.

Quel giorno comunque provai lo stesso a recarmi con la piccola nell’oasi verde ed ombrosa dei giardini. Tutto deserto….solo qualche turista sdraiato al sole. Per fortuna, dopo una mezz’oretta di noia totale, arrivò Vittoria, un’amichetta di mia figlia accompagnata dalla madre. Le bimbe, felicissime per l’incontro inaspettato, si lanciarono in una corsa dirette verso l’area giochi.

‘Grazie al cielo ci siete voi….’ – esclamò felice la madre di Vittoria sedendosi accanto a me sulla panchina
‘A chi lo dici….stavo perdendo le speranze….non so più cosa inventare per farle passare il tempo….’

Anna, la madre di Vittoria, è una piacevolissima donna. Giovane eppure già separata. Piccola di statura, esile ma ben proporzionata. Dinamica, allegra….con quei capelli corti neri e due occhi vivacissimi. E’ una tipa un po’…alternativa. E per questo motivo molte delle mamme della classe di mia figlia la snobbano un po’. Quel giorno si presento ai giardini con un paio di pantaloncini da fitness ed una canottiera bianca senza reggiseno. Aveva il fisico per potersi permettere di vestirsi così.

Iniziammo piacevolmente a parlare del più e del meno raccontandoci vicendevolmente come avremmo trascorso le imminenti vacanze. Non riuscivo a staccare gli occhi da quel corpicino adolescenziale, quelle cosce lisce, quelle tettine che sfidavano la gravità. Era proprio un bel bocconcino ma non mi potevo certo permettere di fare cazzate con la madre di un’amica di mia figlia.

Un tuono in lontananza. Nuvole nere arrivarono velocissime su di noi e in men che non si dica un potente temporale si rovesciò su di noi. Velocissimi, dopo aver recuperato le bimbe, corremmo veloci verso l’uscita. Lei, completamente fradicia e con i vestiti che ormai non nascondevano più niente del suo corpicino acerbo, mi invitò a ripararmi a casa loro, visto che era più vicina della mia. Accettai anche perché ero un po’ preoccupato per mia figlia.

Una volta dentro casa, da buona madre premurosa, si preoccupò immediatamente delle bimbe….le asciugò….cambiò loro gli abiti e trovò anche il tempo di preparare velocissima una merenda. Io ero bagnato fradicio e, con l’ausilio di qualche scottex, provai maldestramente ad asciugarmi.

Sistemate le bimbe al piano di sopra a giocare, Anna rivolse le sue attenzioni su di me.

‘Ehi…dai…vieni ti do qualcosa del mio ex marito per cambiarti…dovrei avere ancora dei vestiti qui….cambiati sennò ti prendi un accidente…’ – diceva saltellando in giro per la casa con gli abiti fradici aderenti addosso
‘…anche tu cambiati…guardati come sei ridotta….’ – osservai
‘…io sono una tosta…..non ti preoccupare…ah…ecco qua….tieni…magari ti staranno un po’ grandi…però…..meglio di niente…’ – mi disse passandomi una camicia e un paio di pantaloni che sembravano tirati fuori da un guardaroba di un gigante.
‘…Acci….ma sono….enormi !!!….ma tuo marito…..’
‘…Si…era alto più di due metri….ah ah ah….’
‘…il gigante e la bambina….’ – osservai con una battuta
‘Gigante…..ma non in tutto….ah ah ah….’
‘In che senso…..???’
‘Lascia fare…lascia fare….sicuramente non di cervello…mettiamola così…cambiati vai….vai pure in camera mia….’

Mi spogliai. Provai i vestiti del suo ex. Ci potevo entrare due volte dentro i pantaloni. Non sapevo come fare per farli stare su. E quando mi infilai la camicia…beh….mi faceva da tunica arrivandomi praticamente alle ginocchia. Sentii bussare alla porta..

‘Ehi…ti sei cambiato?…come ti stanno?….’ – disse affacciandosi per poi scoppiare in una fragorosa risata
‘Beh….secondo te?….come mi stanno???’ – dissi ridendo
‘…dai …almeno sono asciutti…passami i vestiti bagnati che li metto ad asciugare…WOW…che bei boxerini!!!…simpatici te li ha regalati tua moglie?…’
‘Ah ah ah….no no…scelgo da solo tutti i miei vestiti….’

Lei si era cambiata di abito. Adesso indossava una corta tunica celeste di tipo indiano, di tessuto talmente fine e leggero, tanto che la macchia scura dei capezzoli risultava visibilissima per non parlare del sotto. Quando si voltò rimasi allibito visto che, quel gioco di vedo e non vedo, metteva in risalto il solco delle sue natiche e che mi provocò una serie di pensieri erotici. Lei sembrava non accorgersi di niente. Mentre arrancavo per tenere su i pantaloni lei mi sculettava davanti facendomi strada verso la cucina dove una tazza di tè ci stava aspettando. Ero turbato dalla visione di quella donna che, incurante dello spettacolo che mi stava offrendo, continuava piacevolmente a chiacchierare. Le bimbe, serene, giocavano nella stanza al piano di sopra. E dopo il tè…la sigaretta…immancabile….in terrazza.

Continuava a diluviare. Sul terrazzo mi sentivo un po’ imbarazzato vestito come un clown. La temperatura era (per fortuna) scesa precipitosamente. Vidi i capezzoli di Anna bucare prepotentemente la leggera stoffa della tunica.

‘Freddo?…’ – le chiesi
‘…dopo tanto caldo….è una meraviglia….’
‘…beh…però mi sembra che tu stia tremando….’
‘…sarà anche il freddo…’
‘…mamma mia …parli per enigmi….che vuol dire…anche per il freddo???…’
‘…sono eccitata….ti imbarazzo?…’ – rispose secca puntandomi dritta negli occhi
‘…oh …cazzo….’ – esclamai un po’ imbarazzato
‘…scusami scusami….non voglio crearti casini….è che…insomma lo sai quanto tempo è che non sto da sola con un uomo???….troppo…te lo garantisco….troppissimo!!!….’
‘…io non volevo turbarti…’ – risposi imbarazzato
‘…tu no….sono io che ho fatto di tutto per turbare te!!!….sono una stronza…scusami…’

E detto questo girò su stessa con uno scatto per rientrare in casa. Non le lasciai il tempo di rientrare in casa. La abbracciai da dietro passandole le braccia sopra le spalle. Rimanemmo fermi. Sentivo il suo corpo aderente al mio. Era tesa, rigida.

‘Non fare stronzate…lasciami fare…ho sbagliato…te l’ho detto…sono una stronza…’
‘Allora vorrà dire che saremo in due ad essere stronzi….’ – le soffiai in un orecchio a fior di labbra
‘Fai così solo perché ti ho detto…’
‘Ma perché voi donne fate sempre tutte queste domande in questi momenti? Hai detto che sei eccitata? …beh…lo senti quanto sono eccitato anche io?….lo senti?…’ – affermai spingendo il pacco ormai barzotto sul suo culo
‘Sei uno stronzo….ti stai approfittando di me…della mia debolezza…stupida che sono stata a confessartela….pensi che solo perché non scopo da troppo tempo…’
‘Anna…sei tu che hai lanciato il sasso nello stagno…e ora nascondi la mano….’
‘Mi scoperesti…qui…con tua figlia qui sopra?….fottendotene di tua moglie?…
‘Si…te l’ho detto. Sono uno stronzo anche io!!!….’

Ormai le mie mani correvano su tutto il suo corpo. In più di un’occasione mi ero impossessato malignamente delle sue tette. Nonostante i discorsi che faceva non si ritraeva ai miei palpeggiamenti e il suo culo ondeggiava sul mio cazzo stimolando un’erezione prepotente. La spinsi all’interno della cucina….anche per evitare che da fuori potessero vedere lo spettacolo che stavamo offrendo. Inoltre i pantaloni, non sorretti dalle mani, stavano pericolosamente calando….

Una volta in cucina Anna, staccandosi dal mio abbraccio, corse velocissima a chiudere la porta a chiave. Si voltò su se stessa e rimase ansimante ad osservarmi appoggiata alla porta.

‘Fatti vedere….spogliati….’ – sussurrò eccitata

In un balletto, vista anche la larghezza degli abiti che mi aveva dato, fui nudo davanti a lei.

‘Cazzo che maschio che sei…’ – e detto questo si mise istintivamente le mani sulla passerina – ‘…resta fermo lì….toccati…’
‘…vuoi giocare così?…fatti vedere anche tu…sei bella…spogliati…’

Le lusinghe della donna mi avevano fatto perdere il controllo e il mio uccello svettava voglioso sul mio corpo nudo. Mi eccitava da morire essere così apprezzato.

Si sfilò in un lampo la tunica esponendo la passerina. Solo un righino di pelo nero adornava il suo fiorellino. Sentii aumentare la saliva dalla smania di leccare quella meraviglia. Provai ad avvicinarmi ma lei perentoria mi ordinò di sedermi…e proseguire nell’azione masturbatoria.
Era un gioco piacevole…lei stava toccandosi mentre fissava il mio cazzo che, con movimenti lenti, avevo fatto diventare bello gonfio.

Si toccava freneticamente e le cosce le si stavano bagnando degli umori della fica. Un tremito più violento e, soffocando un urlo, venne. Fu nel momento della sua debolezza che presi l’iniziativa. Mi accoccolai davanti a lei e presi possesso con la bocca di quella passerina meravigliosa e profumata. Anna se l’era lavata abbondantemente visto il buon profumo di sapone che emanava. Segno evidente che, nonostante la manfrina del potere o non potere far sesso con me, aveva già pianificato una sana scopata. Allargandole le labbra, le succhiai il clitoride gonfio fino a farla tremare. Le feci alzare una gamba appoggiandola su un mobile. Con le gambe belle aperte le feci un servizietto di lingua che interessò, oltre alla fichetta, anche il buchino dietro. Sembrava sull’orlo di svenire dal godimento. Le gambe, forse anche per lo sforzo della posizione, tremavano. All’ennesimo orgasmo di Anna, non le lasciai il tempo di rifiatare e, alzandomi in piedi di scatto la penetrai di colpo in quella posizione. La sollevai per le cosce tenendola premuta con il mio corpo addosso alla porta…e così, non senza sforzo, la tenni impalata sul mio cazzo per un bel po’ sollevandola e penetrandola in profondità. I gemiti che fuoriscivano dalle nostre bocche erano smorzati dalla paura che le bimbe ci potessero sentire. Solo lo sbatacchiare ritmico sulla porta poteva tradire quello che stavamo facendo….

‘…sto per venire…’ – le dissi interrompendo la pompata
‘…dai….vienimi dentro…riempimi…prendo la pillola…tranquillo…’
‘…la pillola?…’
‘…non si sa mai…ah ah ah….’

Stringendo i denti per lo sforzo lasciai andare dentro di lei una sborrata colossale. Il calore sviluppato dall’orgasmo fu talmente intenso che anche lei, in un ultimo spasimo, venne di nuovo. Trattenni il mio uccello dentro di lei per godermi le ultime violente contrazioni poi, quando l’erezione perse vigore, l’uccello scivolò fuori.

Avevo le braccia spezzate. Cercai di posare a terra Anna dolcemente. Lei, non appena toccò terra, si accasciò lungo la porta. Le rimasi davanti, con la testa appoggiata alla porta come a riprendermi dello sforzo. Il cazzo ancora sobbalzava ritmicamente dopo l’orgasmo proprio di fronte ai suoi occhi. Ansimavamo ritmicamente. Dolcemente si mise a strusciare il viso sul mio cazzo provocandomi tremiti dolorosi….

‘Ti dà noia?….di solito agli uomini dà noia…dopo….’
‘…diciamo che è una prova di forza….’
‘…vediamo quanto sei forte…’

E detto questo lo ingoiò per intero. Sentivo il suo nasino battere sulla pancia. Era veramente una gara di resistenza. Cercavo di resistere agli affondi di bocca che Anna mi stava regalando. Per fortuna superai velocemente la fase di rigetto e l’erezione ripartì violenta. Mi restituì con grande passione il lavoretto di bocca e non disdegnò di leccarmi in ogni dove. Fu talmente fantasiosa e brava che in men che non si dica mi trasportò verso un nuovo orgasmo. Mi staccai leggermente da lei trattenendo la sua testa per i capelli…comincia una lenta masturbazione per far salire al massimo la sborrata…trattenni al massimo…e alla fine…la colpii violentemente con diversi schizzi sul viso…

‘Rivestiamoci…dai….’ – mi sollecitò alzandosi in piedi di scatto
‘WOW…mi hai….svuotato!!!’ – affermai tremando
‘Figurati…uno come te….ce ne vuole per finirti tutto….sei un maschio esagerato!!!’

Quella donna con le sue parole aveva la capacità di gratificarmi e sollecitare il mio lato narciso. Non mi era mai capitato di avere così tanti complimenti….e così stimolanti.

Rumorosamente le bambine scesero dal piano di sopra. Per fortuna eravamo già perfettamente ricomposti. Io mi ero rimesso i miei vestiti, perfettamente asciutti.

‘Abbiamo fame !!!….’

Era l’ora di cena. Il temporale era passato e il tramonto arancione preannunciava per il giorno successivo una meravigliosa giornata estiva.

‘Beh…se domani è bello ci possiamo vedere ai giardini…’ – affermai salutando madre e figlia
‘…speriamo…che poi piova….ah ah ah…’ – mi sussurrò Anna in un orecchio per non farsi sentire dalle bimbe.

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