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Tra le dune

By 16 Settembre 2020Settembre 23rd, 2020No Comments

Ci sentivamo un po’ stupidi a camminare nudi tra le dune. Il fine settimana lungo ci aveva colto alla sprovvista, volevamo assolutamente andare alla nostra spiaggia preferita, ma non c’era più neanche un posto in tenda. Nient’altro che un villaggio nudista. Claudia l’aveva trovato per caso tra i meandri di Google, ne avevamo discusso brevemente, ci eravamo riconfermati l’indifferenza al nudismo in un senso o nell’altro, e avevamo prenotato l’ultima stanza in un bungalow con balcone sul mare e accesso diretto alle splendide dune dietro la spiaggia. Ecco come ci eravamo ritrovati a marciare in soli sandali, persi tra i sentieri che dovevano in teoria portarci alla spiaggia facilmente. Era piacevole perdersi tra alberi alti abbastanza da ombreggiare il sentiero, e camminavamo volentieri con un telo per uno sulle spalle e nient’altro. Alla tenera età di quasi e appena oltre i quarantacinque, rispettivamente, sia Claudia che io non avevamo alcun problema a starcene nudi in presenza d’altri, anche se dover essere senza vestiti ovunque sembrava un po’ forzato. Era un dettaglio. Quel che volevamo era il posto, le dune e la grande spiaggia dall’acqua cristallina. 

A orientamento eravamo uno peggio dell’altra e camminavamo ormai da parecchio, persi tra alberelli, dune, cespugli e sentieri. Sentimmo delle voci che si avvicinavano. “Se arriva qualcuno chiediamo”, dissi, e Claudia annuì. Ero dietro di lei e mi piaceva vederla camminare senza mutande, la pelle chiara delle natiche, le spalle larghe e la schiena dritta, ornata dai capelli rosso fiamma. Tutto sommato non era male il nudismo. Dovevo fare un certo sforzo di sublimazione per evitare che il mio apprezzamento diventasse troppo evidente. 

Girato l’angolo del sentiero ci trovammo di fronte a una coppia giovane, un uomo e una donna forse appena trentenni, completamente nudi. La donna era bruna, piccolina ma molto ben formata, con un grande seno simile a quello di Claudia, capelli lunghi fino a metà della schiena, belle labbra e begli occhi scuri. Aveva il sesso coperto da una peluria nera e folta. L’uomo, al contrario, era altissimo, sarà stato quasi due metri, non palestrato ma ben fatto, con capelli corti e chiari, occhi anche loro chiari. Il contrasto tra i due faceva effetto, non poteva non colpire e far correre l’immaginazione alla compatibilità tra i due corpi. Toccato da questo pensiero abbassai gli occhi. E sì, le dimensioni dell’uomo erano proporzionate ovunque. Tra le gambe pendeva un sesso veramente eccezionale, lunghissimo, scuro, spesso, di gran lunga il più grande che avessi mai visto. Claudia e io ci eravamo fermati e la strettezza del sentiero costrinse anche loro a fermarsi. Mi resi conto che avevo passato diversi secondi a fissare il pisello dell’uomo e mi scossi, guardandolo negli occhi con un sorriso. “Buongiorno!” dissi. Percepivo l’immobilità di Claudia. Mi girai e vidi che anche lei stava fissando l’uomo tra le gambe assolutamente incantata. I ragazzi sorrisero e dissero buongiorno. Rivolgendomi alla donna, dissi, “venite dal mare? Noi stiamo cercando di andarci ma ci siamo persi. Tra tutti e due abbiamo un senso dell’orientamento inesistente.” I due risero affabili. La donna disse, “Guardi, c’è da perdersi, questo è un labirinto. Se andate avanti ancora un po’ trovate un sentiero che va a sinistra, prendete quello e sono altri 5 minuti.”

“Grazie mille. È bella la spiaggia?”

“Un incanto. Sembra le Seychelles.”

Sorrisi e scambiammo ancora qualche facezia. Claudia non parlava. Mi resi conto che continuava a guardare l’uomo tra le gambe. Diventò difficile ignorarlo, e le detti una gomitata scherzosa. “Allora? Ma ti sembra il modo di fare?”

I due risero, Claudia arrossì. “No… Scusate. Scusatemi tantissimo. Non volevo davvero… È che non avevo mai visto…” Guardava intorno, li guardava sorridendo, ma poi gli occhi le cadevano sempre lì. La ragazza rise e disse, “Guardi non si preoccupi affatto. Capita sempre. D’altra parte a noi piace stare nudi e poi non possiamo mica lamentarci se la gente guarda.” Guardò il compagno accarezzandogli un braccio affettuosamente. Lui sorrideva e ogni tanto mi sembrò desse un’occhiata un po’ più lunga del necessario al cespuglio fulvo tra le gambe di Claudia, che intanto diceva, “No guardi mi scusi tantissimo. È che non siamo abituati a andare in giro senza vestiti, e poi voi siete così diversi, lei così minuta e lei così alto”, e qui sia alla ragazza che a me sfuggì una risata. “Alto”, dissi io. Claudia arrossì ancora, poi disse, “viene da chiedermi… insomma non so… niente, niente. Mi scusi tantissimo.”

La ragazza sorrideva, una mano sull’anca, “Non c’è niente da scusarsi. Lei si chiede come siamo compatibili nel sesso, lui così grande e io così piccolina. Non è la prima, le assicuro.” 

“Guardi non sono affari miei…”

“No, no, lo so, ma guardi le dico che a noi piace esattamente per questo. Poi lei ci vede così… ma in realtà Giorgio diventa anche più grande. Cioè, gli diventa anche più grande.” Ridemmo. La conversazione stava prendendo una piega interessante, e tutti sembravano rilassati. La ragazza mi guardò e guardò il suo compagno come per esaminare gli stati d’animo e le reazioni. Claudia mi guardò con gli occhi che ridevano, la bocca ancora mezza aperta per lo stupore. “Pensa! Ancora più grande!”

La ragazza sorrise, scambiò un altro sguardo complice con il suo uomo, poi disse, “Guardi, le faccio vedere.”

Claudia era tornata a guardare il sesso dell’uomo, di nuovo a bocca aperta, e anche lui guardava lei molto schiettamente. Io cominciavo a eccitarmi, soprattutto per l’eccitazione ormai aperta e sfrontata di Claudia. La ragazza accarezzò il suo uomo sul petto, gli strinse i capezzoli. Il sesso gli si allungò leggermente. Claudia si passò una mano sul seno.

Il sorriso della ragazza si allargò. “Forse è meglio toglierci dal sentiero. Venite di qua. C’è una radura riparata.” Si avviò tra i cespugli. Disse, “Io sono Silvia. Lui l’ho già detto, Giorgio.” “Io sono Alessandro, la mia compagna è Claudia.”

Arrivammo a uno spiazzo di sabbia chiara e pulita circondato da alberi e cespugli. Silvia riprese a accarezzare il petto e la pancia di Giorgio, di fronte a Claudia che fissava quel cazzo imponente crescere ancora in lunghezza e larghezza. Alla mia donna sfuggì un gemito. Cominciò a accarezzarsi, a passarsi le dita sui capezzoli come in un trance. “Vedi? Che ti dicevo?” disse Silvia, chiaramente orgogliosa. Abbassò la mano e afferrò quell’arnese come tenesse un bastone. “Vuoi toccare?” chiese Giorgio. Claudia fece sì con la testa e lo prese con tutte e due le mani. Fu quello che serviva a farlo indurire del tutto, e svettare in una curva impressionante verso l’alto. Vidi Silvia che mi guardava e mi resi conto di essere eccitatissimo. Il mio sesso dalle dimensioni perfettamente normali era duro come il marmo e scosso da scatti incontrollabili, la cappella completamente scoperta, gonfia, lucida e umida. Claudia scopriva e ricopriva lentamente la punta del cazzo di Giorgio. Si inginocchiò e disse, “È davvero incredibile… vorrei… Posso…?” Nessuno di noi fece in tempo a rispondere. Claudia aveva già spalancato la bocca e inghiottito tutta il glande violaceo, grande come un mandarino. La saliva le colò dagli angoli della bocca. Si tirò indietro e cominciò a spazzolare il cazzo a slinguate lunghe e avvolgenti, poi se lo rimise in bocca respirando rumorosamente dal naso. Succhiò avidamente e in pochi secondi le gambe iniziarono a tremarle. Venne senza toccarsi, mugolando ritmicamente attorno alla cappella di Giorgio, senza smettere un secondo di succhiarlo. 

“La tua donna è una potenza”, disse Silvia, che con una mano strofinava i capezzoli di Giorgio e con l’altra si accarezzava tra le gambe, facendo rumori sempre più forti di sciacquettio. Alla vista di Claudia con un cazzo enorme in bocca e di Silvia che si masturbava non ce la feci più. Mentre mi avvicinavo per vedere meglio e baciare Claudia cominciai a eiaculare nell’aria senza essermi neanche toccato. Vengo molto abbondantemente, e in quel momento esplosi in getti lunghi, veloci e potenti che atterrarono sulla faccia di Claudia e anche sul cazzo di Giorgio. Silvia spalancò gli occhi, disse, “Cazzo come sborra… mi fa… aah… oddio…” , si mise in ginocchio senza togliere gli occhi dal mio cazzo e scuotendosi la fica con le dita. “Aaah… go…do… ah… ah … ah…”. Mentre spruzzavo gli ultimi fiotti di sperma Claudia aprì gli occhi, lasciò un attimo il cazzo di Giorgio, e succhiò il mio, girandoci la lingua sopra vorticosamente, poi lo lasciò e tornò a succhiare Giorgio. Anche lui mi aveva guardato venire. Allungò una mano e prese in mano il mio sesso, lo strofinò sulla guancia di Claudia. Silvia me lo prese in bocca, mentre teneva quello di Giorgio alla base. Lo tolse dalla bocca di Claudia e cominciò a darglielo in faccia in piccoli colpi come un randello. “Tieni, cagna. Quanto hai goduto, porca? Eh? Quando sei venuta soltanto succhiandolo, eh? Pensa quanto godresti se te lo sbattesse in fica. Che dici?” Le gambe di Claudia si rimisero a tremare e lei gemette. “Vengo… vengo… sì…”

Silvia dette una leccata al cazzo del suo uomo, stava per ridarlo a Claudia, poi mi guardò – eravamo tutti in ginocchio davanti a Giorgio. “Vuoi?”, mi chiese. Non l’avevo mai fatto con un uomo. Silvia cominciò a colpirmi il viso delicatamente con quel bastone. Io lo presi in mano e lo strofinai sulla bocca di Claudia che si mise immediatamente a leccarlo e baciarlo, inghiottì di nuovo la punta e si rimise a succhiare. Non riusciva a prenderne in bocca più della cappella, e Silvia guardandomi negli occhi si mise a leccare l’asta avanti e indietro. Guardandola fissa anch’io mi misi a fare lo stesso dall’altro lato. Claudia aprì gli occhi, incrociò il mio sguardo e ebbe un ennesimo rumorosissimo orgasmo. “Sto per venire”, disse Giorgio. Tutti e tre accelerammo e intensificammo le nostre attenzioni, finché il cazzo iniziò a sussultare. Claudia spalancò gli occhi e tolse la bocca, e lo sperma iniziò a colare giù dalla punta del cazzo come un ruscello. Silvia e Claudia si misero a leccare come gatte. Leccando sperma dalla faccia di Claudia, Silvia godette di nuovo. “Ah… buono… godo… porci… siete… maiali… ah… aah…”

Il mio cazzo era di nuovo duro come legno, quello di Giorgio non sembrava diminuire di dimensioni o durezza. Claudia disse, “non posso… devo… devo provare…” e si sdraiò su uno dei teli tirando Giorgio tra le sue gambe per il pisello. “Vieni…” Giorgio si sistemò, puntò il cazzo contro la fica di Claudia. Silvia e io ci mettemmo a succhiare un capezzolo di Claudia per uno. Giorgio iniziò a spingere e la cappella allargò il sesso di Claudia che strabuzzò gli occhi. “Ah!… piano… Oddio mio… attento… attento… piano… vengo! Ah! Ah! Aaaaaahh….” Claudia tremò, sussultò, gridò, mentre si tirava dentro il cazzo di Giorgio con le mani. Silvia disse, “cazzo sei stretta, non entra più di così… Aspetta.” Mentre Giorgio prendeva il ritmo e iniziava a pompare la fica spalancata di Claudia, Silvia le si mise sopra, sedendosi praticamente sulla sua faccia, e si mise a leccare il cazzo che la sbatteva, bagnandolo di saliva. Sentivo Claudia mugolarle tra le gambe. Mi avvicinai e vidi che Silvia leccava l’asta di Giorgio e anche il grilletto di Claudia, che cominciò a urlare di nuovo, tremando. Mi voltai, mi misi in ginocchio dietro a Silvia e le entrai dentro in un colpo solo. Lei lanciò un grido di sorpresa. Claudia gemeva senza praticamente smettere. Trovandosi le mie palle davanti alla faccia, si mise a leccarle, poi sentii che si avventurava più avanti, a leccare la fica di Silvia. “Aaahh… che maiali che siete… lecca cagna lecca..; continua… così… così… non ti fermare… non fermar… ah! Ah! Ah!” e Silvia cadde in avanti spalancando il culo sotto i miei occhi. Senza pensare, senza perdere un colpo, uscii dalla sua fica e le infilai il cazzo nel culo. Era fradicio degli umori della fica e entrò senza difficoltà. Lei disse, “Cazzo! Porco! Amore, mi incula!” 

“Vuoi che smetta?”, chiesi. Stretta tra le gambe di mia moglie e il cazzo del suo uomo, disse, “No! Sei pazzo! Continua! Sbatti! Così”

Claudia godeva di continuo. Ora che la fica di Silvia era libera, ci aveva praticamente tuffato dentro la faccia, leccando come un’ossessa. Silvia gridava oscenità e godeva anche lei a ripetizione. Io e Giorgio continuavamo a sbattere le due donne in silenzio. Dopo qualche minuto Silvia disse, “Basta, mi serve il tuo cazzo, amore. Mi serve ora. Scusa”, disse sorridendo a Claudia, “me lo riprendo”. Si divincolò dal mio cazzo e spinse il suo uomo sulla schiena. Con un movimento rapido e fluido, gli si sedette sopra e si infilò dentro la punta del cazzo durissimo. Si abbassò e se lo prese tutto. Claudia e io guardavamo lo spettacolo esterrefatti. La donna cominciò a cavalcare il suo uomo sempre più velocemente. “Aaahh… Niente da… fare… sono abituata… a questo… mi serve… “ Giorgio cominciò a dare colpi di reni verso l’alto, Silvia strabuzzò gli occhi. “Ah!” Claudia e io stavamo in piedi a guardare lo spettacolo. Silvia incrociò i miei occhi. “Vi piace?” Tutti e due annuimmo stupidamente. Claudia si masturbava e teneva in mano il mio cazzo durissimo e lucido di umori. Silvia abbassò lo sguardo. Poi disse a Claudia, “Senti… me lo… presti… poi lo facciamo… a te… vieni… vieni…” Ci mettemmo qualche secondo a capire, poi seguii l’indicazione di Silvia e andai a inginocchiarmi dietro di lei. La sua fica era spalancata assurdamente, il cazzo di Giorgio si fermò, lei si spalancò il culo con le mani. “Vieni… torna qui…” Guardai Claudia che si toccava freneticamente, poi si avvicinò e sputò sul culo di Silvia, spargendo la saliva con le dita. Poi prese il mio cazzo, lo succhiò e lo appoggiò allo sfintere, spingendomi delicatamente da dietro. Inserii la punta, poi mi fermai. Tutto lo spazio era compresso dal cazzo di Giorgio. Silvia gridò: “Ahi! Cazzo!”, e poi, “Vai avanti! Non ti fermare! Vai avanti!”. Spinsi ancora e dopo qualche secondo le affondai dentro fino alle palle. “Aaaaaaahh! Dio mio! Sìiiii! Che bell… godogodogodogodoooooo…” e cominciò a scuotere e roteare il bacino da tutte le parti. “Inchiodatemiii… scopatemiii… dentrooo…” Giorgio cominciò a dare colpi che quasi sollevavano da terra sia Silvia che me. Lo sentii dire, “Vengo…”  e poi iniziò a pulsare oltre l’esigua barriera tra i nostri due cazzi mentre Silvia gridava. Claudia mi baciò. Volevo venire ma volevo anche fare durare quest’esperienza incredibile. Silvia si sdraiò su Giorgio, che aveva il cazzo ancora incastrato dentro di lei. Io mi alzai. Silvia disse, “tu non sei ancora venuto… e tu”, rivolta a Claudia, “devi ancora provare questo gioco, se ti va…” Lentamente si sfilò dall’uccello gigante, e subito un fiume di sperma le colò fuori dalla fica e sul cazzo e le palle di Giorgio. Claudia si mise a quattro zampe e avanzò lungo il corpo dell’uomo. Si soffermò a leccare il seme dalle cosce, dal cazzo e dalle palle, poi andò oltre. Silvia prese il bastone di carne, che era restato quasi completamente duro, lo appoggiò alla fica della mia donna e ce lo infilò. A sentirselo dentro di nuovo Claudia non resistette. “Oddio… Piano… vengo…” e rimase pietrificata, immobile, con la punta di quell’arnese che le spalancava la fica come un pompelmo, emettendo una specie di gemito continuo e rauco, “vengoooooo…ooooo…ooooo…”. Poi Silvia la prese per i fianchi e cominciò a scuoterla, avanti e indietro e anche da un lato all’altro, riuscendo a farle entrar dentro una buona metà del cazzo gigante. Gli occhi e la bocca di Claudia si spalancarono “Oddiooo! Odd… iooo… aaahhh…” Silvia mi chiamò, “Vieni, mettiglielo, vieni qui”. Mi inginocchiai. Silvia mi succhiò coprendomi il cazzo di saliva, poi lo puntò sul culo di Claudia. Fece segno a Giorgio di non muoversi e, come avevo fatto con lei, affondai il cazzo nel culo di mia moglie. Quasi subito Giorgio ricominciò a sbatterla, e io a stantuffarla da dietro. Claudia impazziva di piacere. “Ah! Ah! Ah! Go… Do… Go… do… sem… pre… Sì… Sì… An…cora… an… co… ra… sì… “ Continuammo così finché Claudia si gettò di lato e disse, “basta… basta…”. Io e Giorgio ci guardammo persi. Silvia capì. Si sdraiò sulla schiena e si tirò sopra il compagno. “Tu scopami”, poi rivolta a me, “tu vieni sulla mia faccia, ti succhio e ti lecco ma prometti di sborrarmi sopra. Voglio rivedere quella fontana che hai fatto prima.” Giorgio le alzò le gambe e se le mise sulle spalle. Le infilò dentro il cazzo e cominciò a pomparla come una trivella. Io le misi il cazzo in faccia e lei si mise a succhiarlo gemendo e godendo. Alzai gli occhi e vidi Claudia che ci guardava toccandosi freneticamente. Mi misi a scopare la bocca di Silvia allo stesso ritmo con cui Giorgio le scopava la fica. Lei interruppe un momento per dire, “Sborrami! Sborraci! Dai maiale. Dai porco! Fammi la doccia!” Riprese a leccarmi le palle ma non ce la facevo più. Mi presi il cazzo in mano e cominciai a schizzare. I primi getti la infradiciarono e colpirono l’addome di Giorgio, il resto formò un lago tra le tette, giù per il collo, sulla bocca. Non finivo più. Silvia gemette, “Cazzo, vieni come un cavallo… godo… buona… dammene ancora… ancora… mi piace…” Claudia si era avvicinata, e quando Giorgio cominciò a venire si mise a leccare la fica di Silvia e tutto attorno al cazzo che la riempiva. Quando lo tirò fuori si mise a leccare tutto – il cazzo fradicio, la fica colma di sperma, e regalò a Silvia un altro orgasmo mentre lei faceva la stessa cosa a me.

Ci accasciammo sugli asciugamani. Claudia mi abbracciò e ci appisolammo. Al risveglio Giorgio e Silvia se n’erano andati. Raccogliemmo le nostre cose, tornammo sul sentiero, e lo seguimmo fino al mare a goderci un bel bagno al tramonto.

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