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Racconti Erotici EteroTrio

Trasgredire: al parco col senegalese e il tunisino

By 15 Maggio 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

Mi chiamo Miriana, ho 22 anni e sono una studentessa universitaria. Sono alta circa 1,60, sono mora, ho un bel visettino dolce, occhi scuri, di corporatura magra ma con la giusta carne nei punti giusti e per finire, purtroppo, solo una seconda di seno. Sono fidanzata, da 3 con un ragazzo che è il primo con cui ho fatto tutto ciò che riguarda il sesso, dalla masturbazione all’orale, dalla posizione classica del missionario alla pecorina passando per varie altre posizioni, e via dicendo. Mi piace stare insieme a lui, ne sono innamorata. Mi ci trovo bene anche a livello sessuale, ma non avendo altri termini di paragone non posso sapere se quello che mi da è il massimo o esiste di meglio. Qualche tempo fa, essendomi iscritta ad uno di questi social network, ho iniziato a chattare con un uomo di 30 anni con il quale abbiamo cominciato a confrontarci sulle nostre esperienze. Lui era stupito che a 22 anni avessi provato un solo ragazzo e mi chiedeva se non avessi voglia di fare nuove esperienze e se il mio fidanzato mi soddisfacesse abbastanza. Queste conversazioni mi hanno messo molte curiosità che prima non avevo, soprattutto perché il tipo ha insistito sul fatto che avrei potuto provare molto più piacere fisico di quello che provo con il mio ragazzo andando con uomini più dotati e più bravi a fare certe cose. Secondo lui infatti i 15 cm di lunghezza e i 3 cm di larghezza del pene del mio fidanzato sono pochini, così come è troppo bassa la media delle volte che raggiungo l’orgasmo durante i nostri rapporti sessuali, cioè circa il 60 % delle volte. Tuttavia gli ho ripetuto spesso che non voglio né lasciare il mio lui né tradirlo. Ma dentro di me confesso che la curiosità di provare altro è piano piano cresciuta. L’interlocutore della chat mi ha consigliato che la cosa migliore da fare in questi casi sono un po’ di sane corna, nel senso che prendersi la classica pausa di riflessione per poi fare nuove esperienze può essere deleterio per il rapporto di coppia col proprio partner, mentre invece restarci insieme e fare le cose di nascosto permette di conservare il rapporto e nello stesso tempo di ‘divertirsi’ un po’ in giro. Inoltre mi ha consigliato un tipo di partner ben preciso per tutto ciò: l’uomo di colore, per la sua ‘dotazione’ e per le sue grandi qualità nel farlo. Sarà che sono ingenua e inesperta, sarà che ho iniziato appunto ad avvertire curiosità nuove, ma queste conversazioni mi hanno sempre più convinta che dovevo darmi da fare. Non sapevo se avrei avuto il coraggio di andare fino in fondo, ma volevo almeno provarci. Un paio di sabati fa ho deciso di andare con una mia amica single a ballare in un locale di black music, che ero sicura fosse frequentato da bei ragazzi di colore. Per l’occasione ho indossato un paio di pantacollant attillati che mettevano in risalto le mie cosce e il mio sedere, sopra una maglia lunga fino a coprire proprio il fondo schiena e ai piedi un paio di bellissimi sandali col tacco. In effetti il locale era pieno di neri e non ho avuto troppe difficoltà ad essere avvicinata. Ho ballato un po’ con alcuni finché uno in particolare non ha iniziato a ballare con me molto più a contatto, mettendosi poi dietro di me e strusciando e premendo le sue parti basse contro il mio sedere. Mi sono accorta subito che doveva averlo bello grosso perché lo sentivo molto bene e la cosa non mi dispiaceva affatto. Poi il tipo mi ha girata, si è messo le mie braccia attorno al collo e cercava di baciarmi. Inizialmente non ci sono stata, poi mi sono lasciata un po’ andare e l’ho baciato. Aveva delle labbra carnose stupende e una lingua molto sapiente. Mi piacevano quei baci. Per un po’ la cosa è proseguita, tra altri baci e strusciatine. Poi io e la mia amica siamo andate via. Il ragazzo di colore voleva il mio numero e voleva rivedermi, il numero non gliel’ho lasciato ma facendomi coraggio gli ho dato direttamente appuntamento a due sere successive, cioè il lunedì, per incontrarci dopo cena in un posto ben preciso, un chiosco di gelati vicino ai giardini del centro della cittadina in cui vivo. I due giorni dopo sono stata in ansia tutto il tempo, indecisa sul da fare. Alla fine l’istinto ha prevalso e sono andata all’appuntamento. Ho indossato una mini gonnellina, una magliettina sopra, niente calze perché la temperatura era ottima e ai piedi un paio di zoccoletti in legno con zeppa intera. Sotto reggiseno e mutandina a perizoma. Sono arrivata al chioschetto dei gelati con qualche minuto di ritardo, lui era già lì, ci siamo salutati, mi ha offerto un gelato, ci siamo andati a sedere su una panchina dentro i giardini e abbiamo parlato un po’. Mentre leccavo il gelato mi ha fatto anche un paio di battutine maliziose del tipo ‘sei proprio brava a leccare’. Mi ha spiegato poi che viene dal Senegal, che è in Italia da molti anni e che adora le ragazze italiane. A un certo punto lui, evidentemente voglioso, mi ha sollevata letteralmente dalla panchina e mi ha messa seduta sulle sue ginocchia. Stavo col sedere poggiato sulle sue cosce, dandogli praticamente un fianco, lui mi stringeva forte a sé e cercava di baciarmi. Ho resistito poco alle sue avance e ho iniziato a baciarlo e di nuovo mi piaceva molto come due sere prima. Stavolta però lui osava di più, mi accarezzava e mi palpeggiava le cosce nude per una buona parte a causa della mini gonnellina che indossavo. Aveva una mano forte e decisa che mi provocava piacevoli sensazioni. Due o tre volte ha provato anche a introdurla sotto la gonna, ma io gliel’ho tolta. Alla quarta però ci è andato più deciso e non ho potuto fare nulla per impedirglielo. Mi sono ritrovata la sua mano in mezzo alle cosce, appunto sotto la gonna, con le sue dita che mi stuzzicavano la passerina attraverso la mutandina. Ho cominciato ad avvertire fitti brividi di piacere, mentre lui continuava a baciarmi con passione. Poi ha tolto la mano da là sotto e me l’ha infilata dentro la magliettina, iniziando a toccarmi le tettine. Mi ha slacciato il reggiseno e me le palpava con vigore. Mi piaceva molto, era un portento, impossibile da fermare, non ne avevo le forze fisiche né mentali. In seguito mi ha fatto uscire le tettine dalla magliettina e ha iniziato a baciarmele e a leccarmi i capezzoli. Provavo dei brividi favolosi. A un certo punto si è fermato e in un attimo ha cacciato fuori il suo pene. Sono rimasta letteralmente a bocca aperta, mai visto niente del genere abituata al mio ragazzo. Era enorme. Lungo, ma soprattutto veramente largo. Un manganello, con una cappella pazzesca. Mi sono quasi spaventata alla visione. Per fortuna la panchina dove eravamo era abbastanza nascosta rispetto alle viuzze centrali dei giardini e non c’era nessuno nei paraggi. Lui mi ha chiesto se mi piaceva il suo attrezzo, io ero senza parole non sapevo che dire. Allora ha preso nuovamente l’iniziativa, mi ha risollevata e messa seduta sulla panchina, mi ha preso la mano e mi ha fatto impugnare quell’enorme palo di carne dicendomi di darmi da fare bene. Io come in trance ho iniziato a muovere su e giù la mano, con sempre più ritmo. La mia sega gli piaceva, io continuavo a smanettare quel bestione fissandolo, era veramente uno spettacolo. Poi d’improvviso mi sono sentita la sua mano prendermi la testa e spingermela giù verso il suo pene. Non ho avuto tempo e forza di reagire, ho chiuso gli occhi e ho cominciato a sentire la sua cappella strofinare contro il mio viso. Poi mi ha turato il naso con due dita facendomi istintivamente aprire la bocca e me l’ha subito riempita col suo pisellone. Inizialmente mi muoveva lui la testa su e giù abusando in pratica della mia bocca. In seguito mi ha detto ‘dai adesso fammi vedere come lo succhi da sola’. Io mi sentivo eccitata, anche se un po’ timorosa. Ma l’eccitazione era forte e quando mi ha lasciato la testa ho cominciato a fare da me. Gliel’ho di nuovo impugnato e ho iniziato a leccarlo come se fosse un bel cono gelato. Poi mi sono messa a succhiare la sua cappella enorme come se stessi succhiando un gustoso chupa chups. La cosa mi piaceva, molto. Il tizio di colore si godeva il mio lavoretto, io intanto mi bagnavo sempre più. Poco dopo però l’ho sentito dire ‘ce l’hai fatta ad arrivare’. Di scatto mi sono fermata e mi sono tirata su, vedendo di fronte a noi un altro omone nero. Impaurita ho esclamato ‘ma chi è questo che vuole’. Il tizio a cui fino a un momento prima stavo facendo sesso orale mi ha risposto dicendo che quello era il suo coinquilino tunisino e che lo aveva chiamato lui per divertirci tutti insieme. Io irritata gli ho detto che erano pazzi e che me ne andavo, ma entrambi hanno cominciato a tranquillizzarmi, a dirmi che non volevano farmi del male e che avrebbero fatto solo quello che andava a me, niente di più, e che dovevo solo pensare a godermi il momento perché quando mi sarebbe ricapitato di avere a disposizione due arnesi come i loro. Infatti anche il tunisino si è tirato fuori il pene e sono rimasta di nuovo colpita. Era meno lungo di quello del senegalese, ma era più largo e faceva paura. Il senegalese ha ricominciato a palparmi sapientemente le tettine, dandomi nuovamente brividi di piacere e facendomi di nuovo rilassare. Il tunisino intanto si è seduto all’altro mio fianco, mi toccava le cosce e poi mi ha infilato la mano sotto la gonna, tra le gambe, facendomele allargare un pochino e iniziando a toccarmi la passerina prima attraverso le mutandine, poi mettendo le dita dentro e stuzzicandomela a pelle. Ero per la seconda volta in poco tempo in trance, li lasciavo fare senza oppormi e provavo molto piacere. Ad un tratto insieme mi hanno preso le mani e se le sono messe sui loro grossi arnesi facendomeli impugnare e dicendomi di smanettarli per bene. Io ho obbedito e mi piaceva tanto sentirmi le mani piene di quei due bestioni. Il senegalese intanto mi baciava in bocca, mentre il tunisino mi palpava le tettine. Il pene del tunisino era talmente grosso in larghezza che non riuscivo a chiudere la mano impugnandolo. Il senegalese a un certo punto smette di baciarmi e mi dice ‘adesso da brava lo succhi al mio amico’. A quel punto il tunisino senza darmi il tempo mi prende la testa, me la spinge giù verso il suo pisellone e mi infila in bocca la cappella senza troppa delicatezza. Era veramente grossa, riuscivo a malapena ad accoglierla ma cercavo di fare del mio meglio mentre quello mi spingeva su e giù la testa. Inoltre era aveva odore e sapore di sperma, probabilmente si era masturbato recentemente senza pulirsi. In un momento di stasi sono riuscita a dirgli ‘lascia fare a me ti prego’. Il tunisino allora ha mollato la presa. Io ormai vogliosa ed eccitata ho di nuovo impugnato quel bestione e ho iniziato a leccare la sua cappella. La leccavo con impegno e desiderio e lui provando evidentemente un certo gradimento ad un tratto ha esclamato ‘brava puttanella lecca cazzone tunisino’, in un italiano molto meno corretto di quello dell’altro tizio. Intanto il senegalese non stava con le mani in mano e dietro di me sentivo che mi alzava la gonnellina e con le dita mi toccava la passerina. Ero in estasi e mi sentivo molto sconcia. All’improvviso però ho sentito che il senegalese si alzava in piedi, poi mi ha presa, ha tirato su anche me, con una discreta spinta sulla schiena mi ha fatta chinare in avanti alla pecorina e tenendomi ferma così mi ha detto ‘tu continua a succhiarlo al mio amico’, e io intimorita ‘si ma tu che fai?’, e lui ‘tu zitta e succhia’. A quel punto il tunisino mi ha ripreso la testa e mi ha rimesso la cappella in bocca. Io ho cominciato a succhiarla con impegno, quando ad un tratto mi sono sentita riempire la passerina dal palo del senegalese, senza che nemmeno mi avesse sfilato le mutandine ma solo spostate. Ho provato un forte dolore ed ho emesso un urlo, al che il tunisino mi ha detto ‘zitta puttana devi usare bocca per succhiare’ e mi ha spinto forte di nuovo la testa verso la sua enorme cappella che ho ripreso a ciucciare. Intanto il senegalese da dietro mi montava con vigore, me la stava rompendo ma piano piano il dolore si trasformava in un godimento mai provato prima. Ad un certo punto non ci ho capito più nulla, godevo come una maialina mentre quello mi sfondava. E intanto succhiavo con voglia la cappella del tunisino. Fin quando non ho raggiunto un orgasmo forte e meraviglioso come mai in passato. Ma il senegalese non si fermava e nel giro di pochi minuti mi ha fatta venire un’altra volta. Dopodiché ha smesso di montarmi, mi ha tirata su e mi ha detto ‘adesso tocca al mio amico’. Io con le forze ridotte a zero non riuscivo nemmeno a ribattere. Il tunisino allora, restando seduto sulla panchina, mi ha presa e mi ha fatta mettere in braccio a sé a gambe larghe e mi ha puntato il suo bestione contro la passerina. Poi me l’ha messo dentro facendomi urlare più di prima, perché il suo pene era talmente largo che mi sentivo sconquassare. Il senegalese per evitare i miei lamenti ha pensato bene di infilarmi in bocca il suo pisellone usandomela come se fosse una vagina. Insomma, avevo un larghissimo pene che mi violava la patatina, fino a un’ora prima piccola e stretta, facendomi godere come una cagnetta in calore. Ne avevo un altro enorme in bocca che sentivo prepararsi all’esplosione. Mi sentivo piena, sazia, soddisfatta e anche molto sgualdrina. D’un tratto il senegalese mi ha bloccato la testa e ho iniziato a sentire i suoi primi spruzzi arrivarmi direttamente in gola, mentre quelli successivi inondare la mia dolce boccuccia, che fino a quel momento aveva assaporato raramente solo lo sperma di un unico ragazzo, il mio fidanzato. Ho cercato di mandarne giù il più possibile per non sporcarmi addosso ma un po’ mi è colato sul mento, mentre il tunisino continuava a farmi andare su e giù col corpo pompandomi con vigore. Dopo poco ho avuto un altro favoloso orgasmo, il terzo in tutta la serata nel giro di una mezzora. Ero sfinita e il tunisino si è fermato, mi ha sollevata e mi ha fatta sedere di nuovo sulla panchina. Avevo la passerina che andava a fuoco e mi faceva male. Ma anche il tunisino voleva godere e infatti mi ha presa per i capelli avvicinandomi la testa alla sua mazza, mentre con l’altra mano si masturbava aspettando di venire. Io avevo ancora lo sperma del senegalese seccato sul mento e intanto sentivo l’odore forte e non certo gradevole della cappella del tunisino che nel frattempo mi diceva ‘adesso prendi anche sborra tunisina’. Poco dopo infatti mi sono sentita inondare il visetto da getti copiosi di sperma caldo, denso e appiccicoso. Me lo ha imbrattato completamente e non contento ha iniziato a pulirmi la faccia strofinandoci la cappella per raccogliere il suo sperma e mettendomela poi in bocca per farmela ripulire, ripetendo questa azione per cinque o sei volte. Aveva un saporaccio ma ormai ero davvero stremata e andavo avanti per inerzia senza quasi capire quello che accadeva. Alla fine mi hanno dato il tempo di darmi una rapida sistemata e di pulirmi meglio il viso con dei fazzolettini bagnati e profumati che mi ero portata in borsa. Poi hanno voluto riaccompagnarmi a casa. Non avevo più un minimo di forze e avevo la patatina in fiamme e dolorante. Arrivati sotto da me mi hanno salutata con passione, baciandomi in bocca e con la lingua prima l’uno e poi l’altro e intanto mettendomi le mani di nuovo sul sedere e sulle tettine. Poi il senegalese mi ha detto ‘noi abitiamo a questo indirizzo se vuoi venire a trovarci sei la benvenuta’, e io ho risposto ‘ok’. Il tunisino invece, dimostratosi molto più volgare dell’altro, ha aggiunto ‘piaciuto cazzo nero vero puttana?, e io ‘si piaciuto ciao belli’. Forse il tunisino aveva ragione ad apostrofarmi in quel modo, perché mi sento ancora una gran puttana per quello che è successo, essendo inoltre pure fidanzata. Ma ho goduto. Molto.

Per commenti di qualsiasi genere e per parlare insieme di questa vicenda scrivetemi a miryslurpslurp@hotmail.it

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