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Racconti Erotici Etero

tripudio di umori

By 15 Settembre 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

ai miei lettori e in ricordo del mio amato

Sono seduta in autobus, che giornata a lavoro, sembrava non volesse finire e il ritorno verso casa non è affatto tranquillo; prima di salirvi ho comprato una confezione di togo, Stefano non mi ha ancora telefonata ma lo farà a breve, sono quasi le sei e mezzo. C’è traffico, mi siedo, ascolto qualche canzone con l’ipod e apro lo scatolo di togo fondenti con crema al cioccolato fondente, non resisto anche se dovrei portarli a casa e conservarli per noi; la nostra canzone arriva e quei suoni sono mani che delicate attraversano il petto, scivolano lungo i seni , si posano tra le gambe risvegliando nello stomaco quel tremolio e tanta tanta voglia di lui che da un po’ sembra sfuggirmi. Prendo un togo e ne do un piccolo morso, la cioccolata si scioglie sulla lingua e non posso ce pensare che mi piacerebbe che la lingua di Stefano abbracciasse la mia per succhiarne cioccolata dopo essersi immersa in una fica bagnata. Continuo a mangiare, la voglia è sempre più forte, devo stare attenta perché nessuno si accorga che sembra stia mordicchiando e leccando un cazzo, rido e mentre penso a cosa direbbe Stefano, squilla il telefono, è lui.
‘passo a farti un saluto che devo portarmi a casa delle cose, ci vediamo tra poco’ gli dico, sono sempre più irrequieta e ansiosa di vederlo, di sentire zaffate del suo odore entrarmi dentro e accendermi ricordi, fantasie, emozioni che solo lui re incontrastato dei miei sogni erotici può darmi anche solo se distrattamente penso al suo viso, lasciando correre gli occhi velocemente alla cerniera del pantalone che chiude un cazzo vellutato che quando si intosta nella mia fica caldo e bagnato mi fa tremare e godere da impazzire, quando si impossessa del mio culo intostandosi ancora di più, mi fa stringere i pugni e gemere e gridare e impazzire quasi come se parlasse alla mia mente, in quell’istante tutte le porcate di questo mondo vorrei.
‘non mi sono neanche fatta una doccia, povero, non solo sono stanca ma forse non ho neanche un bell’aspetto’.uff”.dico tra me e me, ma mi scoccia passare a casa, in questo periodo sono dai miei e non voglio perdere altro tempo, mi manca e ho voglia di amore dopo una giornata così, di carezze, di mani che dolcemente si insinuano nel mio pantalone e spostano la mutandina bagnata che di lì a poco al tocco delle dita diventa fradicia, capite’ FRADICIA.
Finalmente arrivo, scendo di corsa e mi avvio in vineria dove spero ci sia abbastanza gente perché un assenza di qualche minuto non si noti.
‘ciao amore, eccomi’.scusa se sono poco presentabile ma se fossi passata prima per casa, stanca come sono sarei crollata’ciao’.’ Sospirando e calando la voce mentre una mano avvicinandosi stringe il suo cazzo che barzotto voglio vedere stendere la cerniera del jeans facendo un ponte e la mia lingua non manca di avvolgere la sua quasi come si stia iniziando a una fellazio con grande sborrata finale.
‘ciaoooooooo’..’ mi risponde, sorridendomi e stringendomi i fianchi; è intimidito dal personale ma lo sciolgo io per bene, come si deve. Ceniamo insieme, sorseggiamo vino senza smettere di guardarci e quegli occhi si parlano, fanno l’amore, inscenano gesti e posizioni che aspettiamo di consumare con ansia. Il tempo passa, due chiacchiere, ogni tanto resto sola mentre lui lavora e cerco di cogliere quei momenti in cui nessuno ci vede per seguirlo silenziosa e toccarlo o anche solo dargli un bacio. Entro in bagno, esco dopo qualche minuto e gli dico:
‘tesoro ma lo sai che il rubinetto perde? Perché non vieni a vedere un attimo?! Lascia maurizio in sala’.’ gli sorrido e lui capisce’. ‘pensi ci sia bisogno di qualche attezzo?”.
‘penso sia necessario più che non’vedi c’è una perdita di acqua molto forte e penso ci voglia qualcosa di grosso” mi viene da ridere quasi e mi fermo mentre lui si avvicina sorridendomi.
Entriamo, chiudiamo velocemente la porta alle nostre spalle, come una scena di film messa in velocità, come se stessi nascondendo il mio ragazzo in camera mentre mamma cucina e papà guarda la tv, gli strappo i pantaloni di dosso, un morso alle sue labbra carnose mentre il palmo della mano avvolge e palle piene di un tripudio di umori che spero di bere di lì a poco, e poi’poi secondo voi che faccio?! Lascio che mi afferri per i capelli e sbatta la mia bocca sul suo cazzo. Gli stringo le palle, non smetto, so che a lui piace, impazzisce quando gliele tocco, le lecco, le mordo, le ingoio massaggiandole con la lingua una volta che sono tra i miei denti, poi lascio che escano, lo guardo, lui sta impazzendo e mi dice di salire con la mia lingua carnosa e bagnata lungo il suo cazzo fino alla cappella. Ma io sono cattiva, gli spalanco le gambe, mi sbottono il jeans, ho le mutandine fradice di umori, mi infilo un dito nella fica e poi ‘poi la mia faccia è tra le pacche del suo culo per leccare il suo buco, per bagnarlo e aprirlo con la lingua che serpenteggia tra le sue pieghe e quando è abbastanza bagnato ci infilo un dito e allora si che le mie dita abbandonano quel movimento lento e malato di volteggiare intorno alla sua cappella bagnandosi e masturbandomi col pensiero, per scopare il suo culo. Intanto che penso che con un po’ di calma, dopo devo prendere il finto fallo dalla sua scrivania, salgo con la lingua lungo il suo cazzo, lo metto in bocca e lì non si capisce non più nulla; salgo scendo, lo succio, lo mordo, lo lecco, scendo fino alle palle quasi con la mia gola che in quel momento sembra avere una profondità mai avuta prima e quando sento sbattermi le guance della sua cappella ormai gonfie e violacee, mi piego, mi abbasso i pantaloni e’.. Stefano, non ce la fa più
‘dammi la tua patata adesso, vieni qua troia, fammi sentire quante perdite ci sono qui in mezzo’continua a smanettarmi il cazzo mentre mi stendo e metto un po’ la faccia in umido e al caldo in mezzo alle tue cosce”
La sua barba mi solletica, aumenta ancora di più la mia eccitazione, mi fa impazzire quella carne tra le mie cosce prima ancora di ricevere dentro la sua lingua che delicata bussa la porta con tocchi al clitoride e sono fitte che dal ventre salgono fin sopra allo stomaco e stringono il petto, e mi alzo e non posso fare a meno di gemere ma lui mi mette una mano sulla bocca e mi fa
‘zitta troia, ci sentono’tu sei mia, hai capito’sei mia”
E che faccio? Mi eccito ancora di più, ‘sei mia’ mi eccita, impazzisco’non ho perdite, ho una cascata di umori lì sotto che la sua lingua sta raccogliendo.
‘voglio venire, non ce la faccio più’.tu che fai amore?! Vieni o aspetti ?’
Non gli do neanche il tempo di chiedermelo che vengo tra le sue labbra e finisco sul suo cazzo che ora deve piovere sperma; così mi allontano un po’, lo mordo, lo lecco, lo continuo a fare nella mia bocca sfondata fino a sentire dei colpi decisi della cappella in gola e poi’poi una meravigliosa crema agrodolce che mi inonda la bocca.
‘ahhhhhhhhhh’ora si tesò’grazie per avermi avvertito in tempo della perdita del rubinetto’2 min e torniamo di là”.e ci accasciamo a terra soddisfatti e intanto già penso al dopo’.
La serata scorre, le mie mutandine continuano a perdere fluidi e STEFANO di tanto in tanto infila le sue mani tra le mie gambe e mi stringe le labbra della fica che ormai ha inumidito tutto; i nostri sguardi complici, le nostre risatine, accendono sempre più la voglia di restar soli e quell’adrenalina dell’attesa ci infiamma le carni.
L’orologio segna l’una, le luci si spengono, i ragazzi ci salutano e la porta dietro di noi si chiude mentre fuori imperversa un temporale che sembra suggerirci qualcosa:
‘che ne dici di un alberghetto 24h, noi due, la pioggia, tanto sesso e magari qualche video su cam4?”
Stefano mi guarda e sorridendo mi dice:
‘è una splendida idea e la notte è ancora giovane, direi che arrivati in albergo potremmo farci una bella doccia calda, ma prima vorrei’.”
E al volo afferro il fallo dal cassetto della scrivania del suo ufficio sul retro, mi sbottono i pantaloni, mi inginocchio a gambe spalancate per terra e inizio a bagnare quel giocattolo che vibra nella mia fica mentre con la bocca risveglio quel cazzo barzotto che ancora sa di noi. Quando lo sento ormai durissimo, lo invito a sedersi sul divano, gli apro le gambe, mi metto di spalle seduta su di lui che pensa di far entrare il suo cazzo nella mia fica ma io penso ad altro così gli porgo il fallo in mano e gli dico: ‘il mio culo ora sarà proprio in faccia a te, apriti la strada con questo che poi voglio sentire il tuo cazzo sfondarmi”
La mia fica gronda umori, Stefano sta impazzendo e non aspetta altro che le mie natiche belle grosse e sode in faccia così mi chino verso il basso, braccia aperte e mani bel piantate in terra, gambe spalancate in sella a lui che riceve questa volta il mio culo dove non perde tempo a infilarci il fallo finto per poi far entrare il suo cazzo umido e tosto e mi sfonda il culo. Con una mano mi tiene il fianco e con l’altra gioca con il vibratore del giocattolo intorno al mio clitoride’
‘sto impazzendo tesò’.io vengo eh’vengo, eccomi’.eccomiiii”.
‘bene, ora ti faccio vedere io di chi sei e ti punisco per avermi distratto dal lavoro’vieni qui troia, continua e non ti fermare”.
Non ho nessuna intenzione di fermarmi, e inverità ho voglia di farlo impazzire lasciandogli pensare che sarà lui a punirmi così lo blocco con le gambe in faccia al divano e me lo scopo sola di culo entrando e uscendo, salendo e scendendo lungo il suo manico e lasciando che lui veda bene e dico bene quel cazzo entrare e uscire dal mio culo
‘madòòòò troooppoooo belloooo, esagerato, sto impazzendo, vai, vai continua, non ti fermare”
Io continuo, non smetto, muovo il ventre intorno a lui, sento quella cappella dentro me e non vedo l’ora che venga; mi alzo, testa in alto e culo in fuori mentre il suo cazzo è ancora stampato nel mio culo e una sua mano mi tiene per i capelli. Afferro il giocattolo, mi chino staccandomi per un attimo, gli bagno con la lingua le pieghe del suo culo, faccio strada al giocattolo con le mie dita, mi giro, mi chino, infilo il fallo dentro il suo culo, lascio che il suo cazzo entri di nuovo nel mio e con le dita scopo il suo culo e sento quel cazzo crescere grandemente dentro me, sfondarmi e raggiungere le parti più profonde del mio addome, lui geme, impazzisce, gli piace essere scopato il culo mentre il suo cazzo è nel mio culo, sentirsi qualcosa di duro lì dentro, ed ecco che sento che sta venire, viene, arriva, un grande e copioso tripudio di sperma schizza fuori dal mio culo mentre gli stringo dolcemente le palle.
Crolliamo per terra, sazi e un po’ sfatti, tempo di riprenderci ed entriamo in macchina; casa nostra è occupata da amici di stefano ospiti temporanei, ci và di fare una scappata in un alberghetto che conosciamo h24, come ai vecchi tempi così ci incamminiamo e chiacchierando arriviamo fin lì mentre la pioggia battente scende sui finestrini e una doccia bollente ci aspetta.

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