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Tu sei mio

By 4 Novembre 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

Siamo io e il mio ragazzo, siamo entrambe persone abbastanza gelose, possessive, egoiste e infantili in amore.. si intende, nel senso buono, niente di estremamente perverso o pericoloso o violento.
Ci piace la nostra intimità, ci piace stare insieme.
Adoro i suoi baci: sempre così passionali e decisi, pur restando dolci.
Adoro il lato sorprendentemente timido del mio lui. Amo vedere la sua espressione quando a prendere l’iniziativa del bacio sono io.
Adoro avere il comando, mi eccita da pazzi.
Spesso quando siamo in camera mia e stiamo guardando un film, lo spio di soppiatto perché sento il suo sguardo su di me. Un giorno eravamo seduti sul mio letto, abbracciati, quando lui prende e mi bacia, all’improvviso chiedendomi se mi stavo annoiando. Ovviamente stavo pensando alla mia prossima mossa per tentarlo e non ero molto attenta. Così rispondo al suo bacio con uno più voluttuoso, le mie mani sono su tutto il suo corpo, attraverso la maglietta sento quegli addominali e quelle spalle che mi fanno impazzire.
Non abbiamo ancora mai fatto niente: né sesso, né petting, ci baciamo e basta.
Ma quel giorno ero stufa di sentire lui così delicato nei baci, che decisi di prendermi una piccola rivincita. Gli sfilo la maglietta e gli mordo il collo, la clavicola. Sorprendentemente noto che lui non &egrave affatto contrario. Arrivo al petto e lecco i suoi capezzoli, li lecco e li lecco. Voglio farli diventare così sensibili da farlo eccitare toccandoglieli solo. Lui mi dice di non sentire niente, ma ben presto si deve ricredere perché, non volendomi fermare ho continuato a leccarli con tanta passione, così da farli diventare duri e gonfi. Lo sguardo nei suoi occhi &egrave imbarazzato ed eccitato ‘ lo adoro! Scendo con la lingua, arrivo all’ombelico. Sposto una mano dal suo fianco lentamente fino al suo pacco e quando se ne rende conto mi ferma imbarazzato. Ansima leggermente. Si copre lì con le mani e intanto mi dice che quello che stiamo facendo non &egrave giusto. La mia risposta &egrave immediata dato che lui non sembra essere tanto convincente essendo completamente eretto. Allora lo tocco e lo sfioro attraverso le mani. Gliele sposto e mi avvicino per bene fino a costringerlo contro il muro. Gli prendo i polsi e li tengo alzati sopra la sua testa. Con la mano libera gli sfioro il membro attraverso i pantaloni, lo accarezzo e lo afferro con forza. Abbasso la zip. Abbasso i boxer. O mio dio! &egrave enorme lì sotto, palpita ed &egrave bagnato. Essendo alla mia mercé, inizio a masturbarlo con la mia coscia, sfregandogli delicatamente i testicoli, mentre con la mano gli stuzzico il glande. La sua reazione &egrave immediata: prima spalanca gli occhi e poi li socchiude abbassando lo sguardo, la schiena inarcata verso di me e il membro fieramente eretto e gocciolante. Sono così eccitata! Comincio ad essere un po’ meno delicata e affondo con la forza. Muovo più velocemente la gamba e le dita della mano, e lo bacio, lingua aggrovigliate. Mi avvicino con la bocca al suo orecchio e gli sussurro:
“Prima mi fermi dicendo che &egrave sbagliato e poi godi come una gatta in calore”
&egrave davvero in imbarazzo e si vede, ma dopo avergli soffiato nell’orecchio, sento degli spruzzi caldi sulla coscia e vedo lui gemere in modo davvero erotico. O mio dio! Prendo un po’ dello sperma sulla mia gamba e lo assaggio con fare provocante sviluppando in lui uno sguardo assolutamente infoiato e infiammato.
Da quel giorno decisi di farlo più spesso perché non mi sarei mai aspettata una reazione del genere da lui. Continuo ad andare da lui, provocarlo e toccarlo dappertutto. Ho le mie mani che agguantano il suo sedere, tastano le sue fantastiche spalle, saggiano i suoi addominali. Mi affonda la lingua in bocca e mi coglie di sorpresa. Oggi però non voglio concludere, oggi voglio concentrarmi sulla stimolazione dei suoi capezzoli. I suoi li trovo a assolutamente adorabili e ci voglio giocare fino allo sfinimento. Gli bacio una guancia, passo al naso, lungo la mascella e giù fino al collo, dove gli lascio il segno di un succhiotto. Intanto con le mani salgo dai fianchi fino alla sua vita. Passando sotto la maglia arrivo a toccare il suo addome e con uno strattone gliela sfilo. Io lo sapevo già, ma devo ammettere che sei davvero sexy.. e sei tutto mio, esclusivamente mio. Parto dal fianco e con una catena di baci arrivo all’ombelico, oltrepasso le costole e arrivo alle due punte turgide rosee e sporgenti. Comincio col dargli dei pizzicotti, leggeri e dolorosi, alternati, cosicché possa sentire la delicatezza dei primi e possa poi provare più piacere da quelli. Il suo sguardo mi affascina, sono sicura che dica che gli piace. Cambio tecnica, adesso accarezzo i capezzoli disegnando dei cerchi immaginari attorno ad essi ma senza toccarli, intervallando questo sistema sfiorandoli improvvisamente. Poi mi ci attacco e prendo a succhiare come se dove uscire qualcosa. &egrave davvero divertente. Li lecco in modo lussurioso e improvvisamente li mordo con forza lasciando anche il segno del mio morso, per poi leccare nuovamente. Ho scoperto che quando qualcosa gli piace fisicamente, inarca la schiena verso la fonte di piacere. &egrave carino scoprire qualcosa di lui che nessuna sa. Continuo a leccare e lambire e alla fine si ritrova con tutto il petto fradicio e a morsi, una scena molto erotica.
“Basta’! Ahhh! Ti prego fermati'”
Ha un’espressione irresistibile. … non farmi quella faccia o potrei seriamente violentarti! Mi fermo subito seguendo il suo consiglio.
“Ti.. fermi? ”
“Sì, in fondo avevi ragione tu.. forse &egrave meglio che ci fermiamo”
Fa una faccia delusa e al contempo eccitata per prima tant’&egrave che timidamente si rimette la maglietta e si alza per uscire dalla stanza.
“Dove vai?”
“Io.. vado in bagno”
Pochi istanti dopo sento dei respiri affannati e irrequieti, malamente soffocati, provenire dal bagno e capisco. Vuoi che mi fermi e poi corri in bagno a masturbarti.. accidenti! Così mi metti in crisi’ Ovviamente avevo deciso di fermarmi non perché lui lo voleva veramente (perché in realtà so che non lo voleva), ma per scatenare in lui sete per me, per i miei tocchi.
Dopo quell’episodio ho sempre cercato di tentarlo e poi tirarmi indietro, voglio sfinirlo, voglio che lui venga strisciando da me. Ogni volta lo bacio e lo tocco eccessivamente, fino ad eccitarlo e ogni volta lo vedo trattenersi e sforzarsi di non andare in bagno a finire il lavoro per rispetto nei miei confronti. Adorabile!
Questo finché un giorno non ci siamo dati appuntamento a casa sua. So che mi aspettava e allora ogni volta che sto per arrivare non chiude la porta a chiave così che io possa entrare senza di essa. Entro in casa, non c’&egrave nessuno, nemmeno lui. Lo chiamo ma non mi risponde, però sento un rumore strano provenire dalla sua camera. Vado in quella direzione e quando sono davanti alla porta sento dei respiri pesanti. Apro lentamente e vedo lui. La mia mascella quasi cade a terra, ma in un certo senso era proprio quello che volevo, vederlo così. Lui &egrave sul suo letto, senza pantaloni, camicia sbottonata, con il sedere per aria, con una mia foto davanti a masturbarsi come se non ci fosse un domani. Continua a ripetere il mio nome cosicché mi viene spontaneo rispondergli,
“Mi volevi? Wow.. però! Che bello spettacolo'”
“No’ non guardarmi! Ti prego!”
Sento un singulto provenire da lui e decido quindi di avvicinarmi. Gli poggio una mano sotto il mento e lo costringo ad alzare la testa e lo sguardo verso di me.
Ha gli occhi lucidi.
“Perché piangi? Io non capisco..”
“Mi dispiace tanto’ che tu mi abbia visto così! Ti prego perdonami!”
“Di cosa ti dovrei perdonare , scusa? Non mi stai di certo tradendo, quindi di cosa devi essere scusato? Non stai facendo nulla di male, voglio solo che ad occupartene non sia tu da solo. Quando ne avrai bisogno, in qualunque momento, chiamami. Lascia che io ti aiuti'”
“Ma cosa’?”
“Sto dicendo che io ti amo per quello che sei, sto dicendo che adoro quando cerchi di trattenerti quando sei eccitato, sto dicendo che farei qualsiasi cosa pur di vederti felice, appagato ed eccitato!”
Pronuncio queste parole quasi con rabbia, per far sì che lui le possa capire per bene. Nonostante quello che ho appena detto, sono però un pochino incazzata e vederlo nudo col ciondolo al vento non fa che aumentare il mio eccitamento e la mia rabbia.
“Sai, visto che eri così preso da quello che stavi facendo, perché non continui per me?”
Ho uno sguardo deciso e probabilmente infuocato, infatti lui non osa obiettare e timidamente si tocca davanti a me.
Dopo quell’episodio non mi ha mai chiesto aiuto. &egrave davvero timido. Allora decido di dargli una spinta.
Quando siamo soli, noi due appartati, faccio la mia mossa e inizio a giocare con i suoi capezzoli. Attraverso la maglietta comincio a stimolarli finché non sono turgidi, dopodiché con le unghie li gratto delicatamente. Il suo respiro si fa più irregolare: gli piace. Gli alzo la t-shirt e glieli lecco, lecco e lecco, e quando sono davvero bagnati, li mordicchio per poi leccarli ancora. Sono praticamente sdraiata su di lui e appena sento che sta reagendo ad altezza inguine, mi fermo. Passato del tempo resiste in tutti i modi, ma non sembra avere intenzione di chiedermi aiuto. Mi sento depressa, temo che non gli piaccia più quello che gli faccio. Perché? Quest’episodio &egrave capitato altre quattro volte, al ché io ci rinuncio, mio rammarico. Evito anche di baciarlo, a questo punto temo che possa rifiutare anche quello.
Dopo qualche settimana lui non regge e mi limona.
“Finalmente’ temevo di diventare pazzo! Avevo proprio bisogno di una ricarica!”
“Ma di cosa stai parlando’?”
“Non mi toccavi più, non mi baciavi più, temevo che non mi volessi più'”
“Ma come puoi pensare una cosa del genere? Non scherzare.”
Gli vado in contro e ci abbracciamo. Fa caldo, &egrave una giornata umida e afosa, perciò abbiamo pochi vestiti addosso e quei pochi sono leggeri. Non &egrave quindi difficile sentire attraverso gli abiti la sua erezione pressante e palpitante. Lui non si &egrave accorto che io me ne sono accorta, perché non ha cambiato atteggiamento, allora per farglielo notare gli metto una mano in mezzo alle gambe e afferro con forza. Lui fa un passo indietro, lontano dalla mia presa, lontano da me. Perché mi chiedo. Sono sospettosa, sono confusa, ma più di tutto sono estremamente incazzata. Ma come, prima mi cerca dicendo che non ce la faceva più e quant’altro e poi mi da il bidone. Eh no così non si fa. Allora lo guardo negli occhi e lui capisce di aver fatto qualcosa di male.
“Mi.. mi dispiace. Non avrei dovuto prenderti e baciarti in questo modo per poi respingerti , ma non avevo altra scelta. Non voglio che tu mi consideri un pervertito! Vedi.. ogni volta che ci vediamo io finisco sempre per avere un’erezione, sia che ci baciamo sia che tu mi stai vicina. Sto facendo una figura orribile e so che tu tutte le volte te se eri accorta ma non avevi detto niente per disprezzo o chissà che altro”
“Ma che cavolo stai dicendo?! Non ti eri accorto che ero io ad eccitarti apposta, pensi che io vada a baciare e a toccare in quel modo chiunque! Io volevo vederti eccitato, volevo renderti non un pervertito, ma desideroso di me, dei miei tocchi.. non volevo che sparissi da me, accidenti!”
“Se era quello il tuo intento allora ci sei riuscita eccome. Non ho fatto altro che pensare a quei giorni e ogni volta avevo l’alzabandiera. Per colpa tua. Quindi direi colpito e affondato, no?”
Scoppiamo entrambi a ridere come di fronte a una battuta, ma io sono veramente felice. Risolta la questione ci abbracciamo e qui finisce tutto.
Adesso non lo stimolo più come avevo fatte settimane addietro, ora mi limito a passare del tempo con lui, semplicemente. Non voglio strafare, non voglio stressarlo, non voglio opprimerlo. Forse avevo esagerato e non dovevo ricadere in tentazione. La resistenza però era dura. Più passano i giorni più penso a un modo di stuprarlo: ho immaginato vari episodi, varie scenette molto carine e vivide in me. Temo che si possano avverare prima o poi.
Finché un giorno lui fa la prima mossa, senza che io avessi fatto niente. Arriva da me, non lo aspettavo e non sapevo che sarebbe venuto da me, quindi quando arriva al mio appartamento mi presento come ero già vestita, un top scollato dal quale si intravede il reggiseno e shorts corti. Faceva caldo. Lui mi guarda e sospira. C’&egrave qualcosa che non va. Cos’&egrave successo questa volta? Andiamo in camera mia come siamo soliti fare e in casa siamo da soli. All’improvviso, lui che mi seguiva, chiude la porta dietro di sé mi prende per i fianchi e di schiena mi sbatte contro la porta. Non mi da neanche il tempo di parlare che mi bacia appassionatamente. Non mi lascia neanche il tempo di respirare e riprende. Quando finisce, prende la mia mano e se la mette sul cuore, così che io possa sentirne il battito così accelerato. &egrave dolce, &egrave veloce. Capisco che non &egrave il momento di fare domande quindi taccio. Aspetto che sia lui a iniziare. Ma lui non dice niente, fa solo un gesto del tutto inaspettato per il momento. Prende la mia mano, mi bacia la punta di ogni dito con fare sensuale e sempre in questo modo prende a leccarmele tutte per bene. Io che già mi stavo eccitando prima adesso mi sento tutta accaldata. Poi sempre con quella mano, la sposta dalla sua bocca al suo collo, poi al petto, sopra un capezzolo, sull’addome, sull’ombelico e infine lì. &egrave duro come la roccia e come l’ho toccato ha iniziato a palpitare. Ora c’&egrave una strana sensazione in me: sono terribilmente afflitta dal dubbio se prendere l’iniziativa e continuare oppure aspettare che sia lui a proseguire e terribilmente eccitata. Decido di non fare niente e aspettare come va a finire. E faccio bene, perché lui intanto ha cominciato a toccarsi con la mia mano a sfregare su e giù lentamente e sensualmente. Sento che mi sto bagnando sempre più, adoro quello che fa. Si allontana da me, ma sempre con la mia mano nella sua, mi conduce sul mio letto mi fa sedere e mi spinge per farmi sdraiare. Mi tiro su sui gomiti e vedo. Oh cielo.. questo poi! Adesso si &egrave tolto la maglietta lentamente e sensualmente, ha cominciato a toccarsi i capezzoli con una mano mentre con l’altra ha cominciato a toccarsi attraverso i pantaloni dove non batte il sole. Fa caldo. Si massaggia e si massaggia, poi si toglie i pantaloni e continua. Capisco che &egrave davvero imbarazzato, ma in questo momento sa quello che vuole e ciò che gli serve. Vedo una buona parte degli slip bagnati e questo mi manda in visibilio. Tento di mantenere la concentrazione ma &egrave dura. A questo punto altra mossa azzardata. Non si ferma e da in piedi che era si gira di spalle e si toglie rapidamente i boxer poi si rigira coprendo le sue nudità con le mani. Io intanto mi sto mordendo un labbro aspettando la sua prossima mossa. Ed eccola. Sempre coperto sale sul mio letto e si mette a cavallo su di me e sale, sale, sale finché arriva a trovarsi sopra i miei fianchi. Ci stiamo guardando negli occhi e all’improvviso si scopre. Nel fare ciò il mio sguardo cade inesorabilmente sul suo membro che, come se avesse avvertito il mio sguardo su di lui, comincia a gocciolare sul mio stomaco. Non immaginavo che tu potessi essere così eccitante amore! Con la destra inizia a toccarsi lentamente e poi più velocemente alternando i movimenti muovendo il bacino e toccandosi i capezzoli con la sinistra.
Le regole di questo gioco dicono che non ci devono essere parole solo scambi di complici sguardi e la cosa &egrave intrigante.
Intanto continua a toccarsi con passione e potenza, si capisce che quello che realmente vuole &egrave sfogarsi, liberarsi di quel peso, usandomi solo come strumento di piacere, ma io ho in serbo per lui una piccola vendetta per questo suo trattamento. Si tocca tutta l’asta dall’alto al basso, poi si tasta i testicoli contratti e gonfi, arriva anche ad accarezzarsi glande e frenulo, cosa che non aveva mai fatto prima. Quando alzo lo sguardo per fissare il suo, i suoi occhi non sopportano il contatto e subito mi viene sulla maglietta. Se solo tu non ci fossi’ mi masturberei come un’indemoniata..
“Allora.. ti sei divertito?”
Solo adesso si rende conto di ciò che ha appena fatto e comincia a cambiare lentamente colore.
“O mio.. mi dispiace ti ho sporcata tutta, perdonami!”
“Non sto parlando della maglietta”
“E di cosa allora?”
“Sto parlando del fatto che tu mi hai usata per darti piacere da solo e senza neanche chiedere niente. Hai preso senza avere rispetto nei miei confronti e per questo devi pagare.”
“Che.. che ‘ cosa .. intendi dire?”
Faccio un sorriso di sbieco, malefico. Mi alzo, faccio sdraiare lui e mi metto a cavalcioni su di lui. Lo bacio, un bacio erotico passionale, da potersi chiamare illegale. Lo lecco tutto dal collo passando per i capezzoli fino ai genitali. Il pene &egrave già in tiro sebbene lui fosse appena venuto e ciò mi rallegra molto. Prendo dello sperma dalla mia maglietta e lo uso come lubrificante sul suo membro e ci gioco con forza pur sapendo che lui in questo momento &egrave molto sensibile, altrimenti dove starebbe il divertimento. A questo punto arriva la parte divertente per me e un po’ meno divertente per lui. Lo faccio girare a faccia in giù ed gli dico di alzare il sedere tenendo allargate le ginocchia. Prendo dell’altro sperma e glielo passo sull’ano. Trattiene il respiro. Continuo a massaggiare cercando di far rilassare i muscoli dell’orifizio anale. A questo punto mi avvicino e inizio a leccare. Come lo faccio lui inizia a tremare e a inarcare la schiena, poi però realizza e dice
“NO! Non leccare lì &egrave sporco!!”
“Tu non sei sporco.. Anzi! Sei delizioso'”
Detto ciò gli lascio un bel segno di un morso sulla coscia. Sono cosciente del fatto che tutto quello che io sto facendo a lui &egrave l’esatto opposto di quello che lui ha fatto a me: lui &egrave stato tutto il tempo tremendamente lento e sensuale, mentre io, essendo parecchio arrapata, sto agendo in modo violento e rapido. Col dito continuo a massaggiargli l’ano e a poco a poco noto che si allarga e si rilassa, allora inizio a premere la punta dell’indice sul buco piano piano tentando di penetrarlo, ma notando la sua resistenza mi fermo. Voglio farlo rilassare ancora in po’, quindi passo la sinistra tra le sue cosce e massaggio puntando inaspettatamente ai suoi genitali. Stringo i testicoli, sfrego il membro, sfioro il glande.
“Ahhh ahn! Oh! No.. non.. fermati! Ahhh!”
Sento dai suoi stessi gemiti quanto lui sia eccitato e perciò proseguo. Lo faccio alzare sulle ginocchia gli allargo le natiche e lecco come una disperata da dietro mentre con la mano libera lo masturbo delicatamente. I suoi ansimi si fanno più irregolari e pressanti, introducendosi nel mio cervello. Adesso gli sto davanti e comincio a passargli le mie mani sul suo corpo, ovunque tranne quella parte desiderosa di me. Ma il mio intento &egrave quello di ridurlo a nient’altro che un cagnolino, voglio essere ciò che lui desidera di più al mondo, voglio che mi voglia’
“Toccami.. ahh.. per favore.”
Non sono qui per fare ciò che mi dice lui, ma per compiere la mia piccola vendetta cosi gli do un delicato pizzicotto sul pene. Adesso lo prendo in bocca, &egrave caldo e duro, pulsa e freme. Lo tengo un po’ in bocca aumentando il suo desiderio, poi succhio su e giù solo la punta prima normalmente poi fermandomi e succhiandola come l’aspirapolvere. Ora mi stacco da lui e pratico la tecnica dell’incendio: con entrambe le mani prendo la base del pene e sfrego ruotando i polsi mentre le muovo su e giù. In pochi instanti mi avvisa di essere al capolinea. Allora stacco subito le mani e lo butto disteso sulla schiena, gli allargo le gambe mi lecco indice e medio della destra fino a renderle belle insalivate, mentre con la sinistra ho ripreso a masturbarlo delicatamente. Premo le due dita sul suo buchetto e massaggio, poi spingo e infilo solo la punta dell’indice, in fondo &egrave ancora vergine, inutile forzare troppo la prima volta. Faccio colare tanta saliva ancora in modo da rendere la frizione piacevole per lui. Nel frattempo la masturbazione prosegue. Ha il pene completamente in tiro e tutto rosso, sembra addirittura che stia per esplodere.
“Bastaaa’ ahhhh! Ahnn! Entrambi.. insieme.. &egrave troppo!”
Sta per venire e io mi fermo appena in tempo. “NO! Perché..”
“Ma non eri stato proprio tu un attimo fa a implorarmi di fermarmi?”
Arrossisce disperatamente. Riprendo a toccarlo questa volta sfiorandolo con la punta di un dito perché &egrave così sensibile che potrebbe venire all’istante. Penso di essere un po’ una di quelle tipe un sadiche che praticano il sadomaso’ e questo &egrave parecchio intrigante! Concentro il mio dito sul frenulo e in circa cinque secondi noto che sta già per venire. Mi fermo, lo lascio riposare per qualche secondo e poi attacco nuovamente. Questa volta però lo prendo in bocca e con discreta violenza inizio a pompare su e giù fino all’apice del suo piacere poi mi blocco all’improvviso. Mi fermo a dare un’occhiate a lui, al suo corpo. &egrave in posizione supina con il busto rialzata perché si sta reggendo sui gomiti, corpo che trema e sudato, pene rosso, gonfio, ricoperto di vene e fremente e il suo viso. Il suo volto dice tutto: dice che &egrave al limite, che sta per impazzire, che &egrave eccitato al massimo e che vuole venire. Io invece mi sto divertendo tantissimo: sono davvero eccitata e avere questa sensazione di potere su di lui mi inebria il cervello. Non so come potrei reagire in seguito.
Lui ora mi sta fissando, come se sperasse con lo sguardo di convincermi a proseguire la mia opera, &egrave divertente. Capisco e proseguo come voglio io. Lubrifico ancora un po’ le mi dita e con vigore le ficco a forza nel suo buchetto. Lui lancia un piccolo grido, stupore, fastidio e piacere. Con la stessa rapidità estraggo e le dita, aspetto un paio di secondi e le ricaccio dentro con violenza. Continuo così per un minuto buono, poi insieme a ciò prendo a masturbarlo con il dito sui genitali. &egrave tutto talmente sensibile che a ogni minimo tocco gli trema tutto il corpo. Adesso afferro bene la verga strofinando su e giù, mentre con le dita dell’altra mano penetro velocemente il suo sedere. Non ho intenzione di fermarmi. Ansima, ansima pesantemente, contrae gli addomi, si divincola. Alla fine viene, si lascia andare a un orgasmo da paura, da libero sfogo a tutto il suo essere come se fosse la sua ultima possibilità di lasciarsi andare in tal modo e i suoi gemiti mi provocano un micro-orgasmo. Non gli do nemmeno il tempo di terminare l’estasi e riprendere fiato, no, tiro fuori la lingua e sotto il suo sguardo ancora da eccitazione me la passo sulle labbra e poi sul suo glande arrossato e ultrasensibile, tant’&egrave che lo vedo trattenere il fiato e tremare tutto.
Dopo quell’esperienza non esagero più, cerco di tenere il controllo senza strafare e ci riesco.
Dopo questa volta ho cercato di mantenere un po’ le distanze, sicura che, se lo avessi visto troppo presto, o lo avrei stuprato o sarei rimasta paralizzata pensando inevitabilmente alla volta precedente. Non lo cerco, non lo chiamo, non gli mando messaggi. Niente. Ho paura. Paura che neanche lui voglia vedermi.
Passano 3 giorni e il tempo scorro molto lentamente, sembra passata un’eternità. Sono andata a farmi un giro. &egrave quasi sera, ma c’&egrave ancora il sole che tramonta. Non reggevo più la tensione, dovevo scappare dalle mura della mia camera per non doverci ripensare. Accidenti.
Esco dalla via vicino al parco e lo vedo. Rimango per un attimo pietrificata, anzi terrorizzata. Poi però mi nascondo, per codardia. Spero che non mi abbia vista, anzi no, prego che non mi abbia proprio notata.

“Ciao! Perché ti nascondi? Ti avevo vista prima, sai? Che fai? Mi eviti?”
Troppe domande tutte assieme, non capisco, la mia mente &egrave annebbiata dalla sua voce tremendamente eccitante che mi ricorda quell’episodio. Aiuto. “Cosa?”
“Perché mi eviti?”
“Ma dici sul serio? Non riesci nemmeno lontanamente a pensare il motivo?!”
“A proposito di quello.. senti.. io non ce la faccio..”
Mentre sta dicendo questo, già mi immagino che lui stia per dire di volermi lasciare, sto già piangendo dentro. Non penso che potrei sopportare una cosa del genere. Quello che mi hai fatto l’altro giorno &egrave stato veramente troppo da sopportare.
“Io..io.. accidenti! In questi tre giorni in cui non ci siamo visti, ho ripensato tanto a ciò che &egrave accaduto, anche inconsapevolmente e ogni volta.. avevo un’erezione. Era dura da sopportare e l’episodio che avevo in mente era nitido e vivido in me. Non riuscivo a trattenermi. Mi masturbavo pensandoti, pensando a quello che mi facevi e a quello che ancora mi avresti fatto o a quello che avrei potuto farti io. La cosa che più mi dava fastidio era che nonostante fossi rimasto lì anche per quasi un’ora non riuscivo.. proprio non ce la facevo..”
“Non riuscivi a fare cosa..?”
“non riuscivo a venire! Ero lì.. col cazzo che bruciava, ardeva dal desiderio di averti lì con me. Sentivo che stavo per esplodere, ero sul punto del non ritorno, ma proprio il quel momento ripensando a te mi bloccavo perché mi si ammosciava. In tre giorni mi &egrave successo per ben 9 volte e io non.. ce la faccio proprio più. Sono sempre incazzato nero, eccitato e con un’erezione tra le gambe.”
Ho ascoltato tutto ciò impassibile, ma arrivato alla fine, non so, penso di aver trattenuto troppo il respiro che ora mi sento mancare. Mi gira la testa e sento lui venirmi incontro per prendermi tra le sue braccia e sorreggermi. Passato qualche istante, mi sento meglio, ma nel contempo realizzo ciò che aveva detto in precedenza e divento tutta rossa, quindi ancora tra le sue braccia, gli afferro il pacco con forza, fin quasi a fargli male e lo sento gemere. Mi faccio coraggio e allora gli dico:
“Se &egrave davvero così, vorrà dire che dovrò farmi perdonare per questi tre giorni: ti farò venire come non sei mai venuto in vita tua!”
“Sai, questo mi preoccupa molto'”
“Perch&egrave?”
“Perché con te ho provato sensazione mai provate e temo che, se andrò avanti così, non riuscirò più a essere normale'”
Noto veramente che il suo membro &egrave duro e mi chiedo il perché di ciò. Metto le mani dietro al suo collo per spingerlo verso le mie labbra, lo bacio, lo bacio appassionatamente, intensamente. Siamo sempre abbracciati e nel frattempo lo sento fare festa ad altezza inguine e io mi rallegro. Allora con la mano destra inizio ad massaggiarglielo dolcemente e ferocemente. Voglio provocargli il massimo del piacere ma voglio anche torturarlo un po’. Mentre la sinistra tocca tutto il suo corpo la destra &egrave ancora lì. Sto sfregando tutta l’asta, la base del pene, le sue palle, lo sento trattenere il respiro. Appoggiato con la testa sulla mia spalla lo sento ansimare sommessamente perché sa cosa stiamo rischiando; in fondo siamo in un parco e, anche se di sera, c’&egrave sempre il pericolo che passi qualcuno. Io però voglio farlo gridare di piacere, voglio che se ne ricordi. Allora passo un ginocchio sotto i testicoli e li accarezzo dopodiché gli allargo con un mano il sedere e con l’altra gli stimolo l’ano. Passo poi ad attaccare il davanti con tutta la sensualità possibile.
“Mmmh’ a-amore! Non ce la faccio più’ oh sì!”
Parla a bassa voce ma riesco a capirlo quindi mi fermo e mi metto a guardare com’&egrave conciato.
“Ma cosa posso fare con te? Guardati come sei messo! Hai la faccia di una vuole essere scopato selvaggiamente e dai tuoi stretti jeans si nota anche una pesante erezione.”
Lui &egrave tutto rosso e cerca di coprirsi quanto può, lo adoro.
Questa volta voglio proprio farlo arrivare al suo limite.
“Senti, mi sono ricordata che dovevo andare a comprare qualcosa per la cena di stasera, mi accompagni? Se ti va.”
“Cosa?! Adesso? Ma.. ma..”
“Ho detto se ti va, non ti sto costringendo a venire con me!” Psicologia inversa. Funziona sempre!
“Allora?”
“Non era questo, era..”
“‘.”
“no niente, ti accompagno volentieri.”
“Grazie.”
Non pensavo che avrebbe ceduto così facilmente, ma meglio per me. Ci incamminiamo verso il market ancora aperto. Durante il tragitto decido di provocarlo un pochino, così mi avvicino a lui, apro la zip e gli metto una mano nei pantaloni, velocemente.
“Ma cosa fai?!”
Cerca di togliermi le mani da lì ma non sembra molto convincente né molto convinto, infatti nemmeno insiste troppo a lottare. Alla fine rinuncia e io prendo a sfregargli il membro ancora sorprendentemente eretto fino a quando non lo sento ansimare. A quel punto, se già prima non riusciva a camminare, adesso non riesce nemmeno a stare in piedi, infatti lo vedo chinarsi in avanti. Tolgo le mani e chiudo la zip. Mi incammino.
“Che fai? Non ti muovi? C’&egrave qualcosa che non va?”
“No.. niente!” &egrave un amore!
Arriviamo al market, ma mentre siamo lì lo noto particolarmente assorto ed eccitato. Sicuramente aver camminato così tanto con un’erezione nei jeans dev’essere stato frustrante, ma anche acutamente piacevole. Alla fine non prendo niente, voglio solo appartarmi da qualche parte con lui, mi fa pena e tenerezza per tutto quello che ha dovuto passare per colpa mia, quindi voglio alleviargli la sofferenza. Ci mettiamo in un angolino vicino al negozio dove non passa nessuno. Almeno così non saremo interrotti! Lo spingo contro il muro e lo fisso, sono estasiata. “Ma cosa.. cosa ti prende?”
Lo bacio, lo lecco dalle labbra fino al mento, poi al collo, dove gli lascio il segno di un succhiotto. Contemporaneamente con le mani gli tocco il pacco e lo ravvivano con un po’ di tocchi. Gli abbasso gli jeans e poi mi abbasso io. Attraverso gli slip, glielo lecco tutto mentre con le mani gioco con le palle. Abbasso anche le mutande e non esito un instante mentre sento il suo sguardo su di me e lui trattenere il respiro. Lo prendo in bocca, più in fondo che posso, poi succhio lecco aspiro. Quando sta per venire mi fermo, ma riprendo subito dopo, poi mi fermo e riprendo.
“Basta! Ti prego! Lasciami venire!!”
Succhio, succhio, succhio. E viene, viene tanto, troppo perché io possa ingoiare, ma almeno lui &egrave soddisfatto.

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