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Racconti Erotici Etero

Un amore meraviglioso ma ….

By 16 Ottobre 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

La premessa a tutto quello che andrò a scrivere, &egrave che questa storia &egrave vera, quindi per logica conseguenza i nomi non saranno veri e alcune situazioni saranno modificate.
A quell’epoca, alcuni anni addietro, lavoravamo entrambi nella stessa società, io circa 35 anni sposato, senza figli, lei circa 24 sposata con una figlia piccola, la società era piuttosto grande con tante divisioni, io in ufficio tecnico, lei avanzamento lavori, quindi senza nessuna possibilità di incontrarsi, tranne l’entrata o l’uscita dal lavoro: cosa che in ogni caso non avvenne mai, o perlomeno non ho memoria di un saluto o di uno scambio di parole.
Poi il destino e il diavolo ci misero la pentola e il coperchio, al ritorno di un viaggio di lavoro il mio capo mi convoca per una questione urgente, cerco di recuperare tutti gli appunti del mio viaggio e vado da lui, poso tutta la documentazione sul suo tavolo e mi appresto a relazionare l’intervento e il risultato, ma lui mi ferma dicendomi che non mi aveva chiamato per quello ma per una richiesta di trasferimento, in pratica il capo dell’ufficio avanzamento lavori mi aveva richiesto in quanto l’impianto più importante del momento (all’estero) aveva dei problemi, soprattutto di organizzazione, aveva pensato a me, e quindi mi aveva richiesto sempre se io ero d’accordo.
Chiesi di potere dare la risposta entro 2/3 giorni, la cosa mi allettava, ma dovevo prima controllare come sistemare alcune faccende in casa. Il giorno dopo mi chiamò, quello che sarebbe diventato il mio eventuale nuovo capo, e fu lì che feci la conoscenza di quella che poi sarebbe diventata una persona molto importante per la mia vita, chiamiamola Giò, non &egrave il suo vero nome, come in premesse.
Logicamente ci presentò il capo, rimase con noi per alcuni minuti, in modo che sapesse chi ero, quale sarebbe stato il mio ruolo, semprech&egrave avessi accettato, devo affermare che non era una di quelle donne che ti fanno girare la testa, piuttosto normale, tutta scattante, ben vestita e sposata, dopo pochi preliminari il capo la lasciò andare e noi iniziammo il discorso, mi fece vedere quale era il lavoro, come lui lo avrebbe organizzato, ma nel caso io avessi risposto affermativamente, avrei potuto benissimo cambiare tutto: in pratica avrei avuto carta bianca.
Parlammo anche di trattamento economico e tempo previsto di durata dell’incarico, visto che si trattava di un paese africano, avrei avuto 3 periodi di ferie, cio&egrave ogni 4 mesi potevo rientrate per una pausa di 2 settimane. La cosa mi attraeva sempre di più, ma non dovevo fare vedere il mio interesse, cercai di aggiungere qualche ostacolo, dopo tutto non ero io a chiedere di andarci, ma era una loro richiesta.
Ci lasciammo dopo diverse ore, io presi l’impegno di dare risposta per il giorno dopo e lui di farmi avere tutto quello che avevo chiesto.
Alla sera, a casa, non ebbi sostegno alla mia causa, da parte di mia moglie, ma la cosa non mi stupiva lei &egrave sempre stata pessimista, ma sapevo anche che l’avrei convinta.
Il giorno dopo ci vedemmo per concludere e in pochissimo tempo firmammo il contratto, rividi Giò, a cui passai tutta la documentazione per preparare le carte che servivano e quindi da quel momento e per circa 2 mesi lavorammo a stretto contatto, cosa che mi permise di conoscerla bene, molto dolce, attivissima, quasi sempre allegra, in definitiva mi piaceva molto.
Ogni giorno che passava, avevo modo di scoprire anche i lati più intimi e la cosa che più mi piaceva era che anche lei mi faceva domande, ma solo di lavoro.
Senza neppure accorgermi arrivai alla settimana prima della partenza, e da una parte ero elettrizzato da questo nuovo lavoro, ma dall’altra mi spiaceva non poter rivedere il suo viso tutte le mattine.
Il penultimo giorno mi fermai sino a tardi, in quanto dovevo finire di preparare tutte le carte che mi dovevo portare con me, quindi ero assorto nel lavoro, e non mi accorsi che lei era entrata, un colpo di tosse mi fece voltare e un sorriso stupendo si stampò sul suo bel viso.
Le chiesi cosa faceva ancora in ufficio, e mi rispose che doveva finire un lavoro urgente per il grande capo e che avendo sentito dei rumori era venuta a vedere. Naturalmente mi fermai e iniziammo a chiacchierare di tutto e di niente, quanto avrei voluto abbracciarla e baciarla, ma non volevo rompere quel giocoso idillio che si era creato fra noi, mi accorsi che erano quasi le otto, logicamente le feci notare che era tardi, ma lei rispose che non vi erano problemi, in quanto aveva già avvisato a casa che si sarebbe dovuta fermare per finire un lavoro urgente.
Se vuoi, le dissi, io ho finito, raccolgo la mia roba e esco, mi farebbe piacere offrirti un aperitivo, visto che domani &egrave l’ultimo giorno.
Va bene, mi rispose, vado un ufficio spengo le luci e usciamo, io tornai verso la scrivania e il suo ticchettio delle scarpe mi disse che stava andando verso l’ufficio. Depositai il pacco di cataloghi che avevo in mano e mi girai per prendere anche l’altro, ma con mio sommo stupore lei era lì davanti a me, mi venne incontro, mi appoggiò le mani sui fianchi, mi spinse contro il muro e la sua lingua entrò con forza nella mia bocca. Dopo qualche secondo di sbandamento, compresi cosa stava avvenendo, mi ripresi e collaborai con la sua lingua in un bacio intenso.
Quanto sia durato, non lo so, ancora oggi a distanza di tanti anni se ci ripenso mi vengono i brividi di piacere, di baci ne avevo dati e ricevuti, tanti, di gioia, di amore, di solo sesso, ma mai avevo provato un’emozione così intensa.
Il suo corpo era incollato al mio, e una volta sparito lo stupore, tutto iniziò a funzionare, la stavo stringendo forte, il mio fratellino era in completa erezione e da come lei si strusciava contro capii che la cosa era gradita.
Non so quanto tempo restammo incollati in quella posizione, le nostre lingue si stavano attorcigliando, sentivo le vene delle tempie pulsare come se dovessero cadere da un momento all’altro.
Poi un rumore ci fece staccare di colpo, cercammo di avere un contegno normale e dopo poco entrò la guardia giurata, che faceva il solito giro di controllo, la salutammo e senza nessun problema io presi i miei appunti e ci avviammo verso l’ufficio di Giò, prese la borsetta e uscimmo.
Nessuno dei due aveva ancora parlato, fu lei a prendere la parola e mi disse, nel modo più tenero possibile, che non voleva più l’aperitivo e che ci saremmo rivisti domani per i saluti, non feci nemmeno in tempo ad aprire la bocca per dire la mia opinione che lei era già sparita, lasciandomi lì come un baccalà.
Nel viaggio di ritorno a casa, cercai di mettere a posto tutti i tasselli di quanto era successo, ma malgrado i miei sforzi non riuscivo a farli collimare, non nego che mi piaceva, non nego che qualche pensierino lo avevo fatto, ma mai e poi mai avrei tentato di baciarla e men che meno in ufficio: ero stato violentato, in modo meraviglioso da una donna, forse lei aveva letto, meglio di me, il mio ‘io’ e non aveva fatto altro che dirmi ‘svegliati’. In ogni modo era riuscita a scioccarmi, in un modo stupendo ma sempre scioccato.
Per tutta la serata, malgrado la partita del Milan, ero fra le nuvole, i miei occhi guardavano il video, ma la mia mente era là in ufficio, sentivo ancora il sapore della sua lingua, il suo corpo che premeva contro il mio, le sue mani che vagavano alla ricerca del mio corpo, non era stato un attacco di desiderio sessuale ma una dichiarazione di amore, solo che non era stata fatto con le parole ma con il corpo, con il suo linguaggio silenzioso ma sicuramente conturbante e molto efficace.
Fortunatamente il sonno mi venne in aiuto, e la mia mente poté distendersi e riposare.
Il mattino dopo andai in ufficio molto presto, volevo vederla e parlarle, ma per colmo di sventura arrivò tardi, cercai di fare in modo di trovarmi solo con lei ma non ci riuscii, allora mi buttai sul lavoro e preparai tutte le scartoffie che mi servivano, ritirai il biglietto aereo, salutai tutti i colleghi lasciando per ultimo il mio capo e lei.
Finalmente riuscimmo a parlarci, cercai di capire cosa era successo, ma lei mi fermò dicendomi di non pensarci più, che non si pentiva di quello che aveva fatto, ma che non ci sarebbe stato un seguito, saremmo rimasti buoni colleghi, magari anche buoni amici ma nulla di più.
Per la seconda volta riuscì a scioccarmi, non ebbe la possibilità di replicare, ci salutammo e basta.
Partenza regolare, arrivo pure, prendo possesso del mio alloggio e mi butto sul lavoro, da ora e per tre mesi sarebbe stato il mio unico scopo di vita e sicuramente mi avrebbe aiutato a non pensare ad altro.
Qualche volta, quando telefonavo in sede per le relazioni riuscivo a parlare con lei, sempre dolce e carina ma nessun accenno a quanto era avvenuto.
Il giorno prima del rientro per il periodo di riposo la chiamai e lei presa alla sprovvista mi rispose che il capo era fuori, ma io volevo parlare con te, le dissi, e visto che rimarrò in Italia per 2 settimana mi piacerebbe che si potessimo vedere, ma non in ufficio, mi rispose di dimenticare tutto e mi salutò.
Quante volte avevo fatto il viaggio durante la progettazione dell’impianto, tante e tutte le volte mi era sembrato corto, questa volta ero irrequieto, il tempo non passava mai, ero deluso della sua risposta e a questo punto volevo sicuramente sapere perché mi aveva baciato.
Finalmente arrivai a Milano, domani sicuramente la vedrò, forse ‘.
Arrivai in ufficio molto presto, ma non la vidi, arrivò il mio capo e ci chiudemmo in ufficio e iniziammo a parlare, facevo fatica a seguire la sue domande, la mia testa era altrove, nell’ufficio accanto, volevo vederla, almeno vederla, con una scusa chiesi al mio capo se potevamo fare delle fotocopie della relazione (così sarebbe entrata); certo però deve farle lei perché Giò &egrave a casa, buon viso a cattiva sorte, mi feci le fotocopie, rimasi in ufficio tutto il giorno.
Lasciai passare qualche giorno e senza nessuna telefonata di preavviso piombai in ufficio, quando entrai, senza bussare, lei era girata di spalle. Maglioncino, gonna corta che enfatizzava sia il suo bel culetto, sia le gambe forse non si era accorta della mia presenza e per questo la salutai, si girò, la sua bocca avrebbe potuto dire bugie e magari ferirmi, ma i suoi occhi no, non potevano mentire e la luce che vidi era di stupore ma soprattutto di gioia, le tesi la mano e il suo tremore mi convinse che non sbagliavo, se io l’avevo pensata per tutto questo periodo le non era da meno.
La invitai a prendere un caff&egrave, così potremo parlare più liberamente, acconsentì con gioia, poi le solite domande come stai, a casa tutto bene, la piccola cresce e via su questo tono, poi lei mi chiese quando sarei ripartito, le risposi fra 10 giorni e prendendo la palla al balzo le chiesi se potevamo rivederci ma fuori dell’ambito del lavoro, Ero pronto alla risposta negativa ma con mia grande gioia disse subito di sì, visto che io sarei rimasto in ditta tutto il giorno mentre lei tornava a casa a mezzogiorno, mi disse che avrebbe visto come fare per la bambina e nel pomeriggio ci saremmo accordati.
Ero felicissimo, era l’ultima cosa che mi sarei aspettato, non sapevo cosa fare, mi aveva preso in contropiede. A mezzogiorno uscimmo assieme lei da una parte e io dall’altra, non avevo neppure fame, presi un caff&egrave, lessi il giornale e poi rientrai e visto che era preso mi misi al lavoro per preparare la riunione del pomeriggio, ero talmente preso dal lavoro che non mi accorsi che lei era entrata in ufficio.
– posso sedermi qui?
– Certo Giò
– Come va, tutto bene?
– Direi di sì, la piccola cresce e lei il lavoro? All’estero come si trova?
Vi sembrerà strano ma mi ha sempre dato del Lei e malgrado le mie rimostranze continua imperterrita.
– abbastanza bene, durante la giornata, vuoi per il lavoro, vuoi per il gran caldo, pensi solo al lavoro. Poi alla sera sei talmente stanco che una volta che ti sei lavato e tolta tutta la sabbia dal corpo hai voglia solo di dormire e non pensare ad altro.
– Megliò così, &egrave un modo come un altro per dimenticare tutto.
– Vorresti dirmi che dovrei dimenticarmi anche di quel furtivo e stupendo bacio?
– Certo, &egrave stata una mia sciocchezza, non so cosa mi aveva preso
– Vuoi dirmi che &egrave stata un’azione senza senso?
– No, questo no, lo volevo, lo desideravo da tanto tempo
– E ora a tre mesi di distanza, cosa ti ha lasciato nel tuo interno quello che abbiamo fatto?
– Un dolcissimo ricordo e ‘
– La voglia di ripeterlo no?
Ero riuscito a metterla in imbarazzo, così come lei aveva fatto con me, ora dovevo continuare, non potevo e non volevo perdere il vantaggio.
– Le propongo una cosa, visto che questa sera mi devo fermare per recuperare delle ore di permesso, e visto che saremo soli, possiamo parlare con più calma, Le va bene?
– Certo che mi va bene, ti aspetto qui
– No, ci vediamo di sopra in archivio, così nessuno ci potrà disturbare e possiamo sentire se entra qualcuno.
Pensavo di essere riuscito a prendere in mano la situazione e invece, anche senza volerlo, era riuscita a decidere Lei e a spiazzarmi un’altra volta.
Fortunatamente il pomeriggio passò velocemente, grazie anche a tutto il lavoro che dovevo svolgere; alle 18 in punto me la vidi comparire, aveva gli occhi che brillavano.
– Buona sera, aspettiamo che la guardia passi per il solito controllo e poi saliamo in archivio, se vuole l’aiuto a sistemare le carte
– grazie Giò, così domani mattina sarò pronto per la riunione.
Si mise nell’altra scrivania e mi aiutò ad impaginare la relazione che avevo preparato, senza farmi notare, cercavo di guardarla bene, aveva un bel corpicino, forse un po’ magra, o forse era solo minuta di costituzione, ma in compenso aveva un gran bel culetto.
Alle 18 in punto passò la guardia, controllò tutte le finestre e senza dire una parola si dileguò, la via era libera, ma volevo lasciare a lei l’iniziativa, e così fu.
Questi capitoli sono sistemati, io vado su in archivio
– va bene, arrivo subito, chiudo il pacco.

Mentre saliva sulla scala a chiocciola i miei occhi non abbandonarono quella dolce figura e il desiderio di stringerla diventò perentorio, controllai che tutto era a posto e poi salii, lei era lì e il suo sorriso illuminava a giorno l’anonimo archivio facendolo diventare una dolce alcova.
Mi venne incontro, allungai le braccia e la strinsi contro il mio corpo, gli occhi si chiusero e le nostre bocche affamate si unirono in un lunghissimo e tenero bacio. Sentivo il suo cuore battere, le sue mani vagavano alla scoperta del mio corpo, le nostre lingue stavano dimostrando tutto il desiderio sin qui represso, poi d’improvviso si staccò e guardandomi negli occhi mi disse ‘ti amo’; stavo rispondendole ma la sua bocca si era già incollata alla mia impedendomi di risponderle.
Fu un bacio di puro amore, in quel momento non vi era ricerca del piacere sessuale represso, era solo amore puro, ma a lungo andare anche lui volle partecipare alla felicità.
Si stava ingrossando velocemente e il suo ventre lo sentiva e dimostrava tutta la sua gioia sfregandosi contro iniziando ad accarezzarlo e spingerlo contro il mio bastone, poi lentamente alzai la gonna trovandomi le sue natiche lisce e vellutate.
Volevo proseguire ed entrare nel solco, ma avevo timore di accelerare troppo e anche stavolta fu lei a prendere l’iniziativa, anzi a prendere in mano il bastone e stringerlo forte, e cosi’ avanzai anch’io verso il dolce paradiso.
La trovai tutta bagnata e quel contatto mi accese le fantasie, spegnendomi tutte le inibizioni e le paure che ancora mi fermavano.
Nel momento che il dito toccò la figa, la sua bocca si staccò emettendo dolci sospiri di approvazione, allargò le gambe dandomi il via libera, spostai il lembo delle mutandine e il dito venne risucchiato dentro quel vulcano bollente che si chiuse immediatamente imprigionandomi, senza staccare la mano dal cazzo ricomincio a baciarmi.
Fu un meraviglioso momento, volevo spogliarla, vederla nuda ma non volevo rompere quel momento stupendo, lasciai che le nostre voglia aumentassero, ora la strada era aperta e l’avremmo percorsa assieme con tanta gioia.
Ma avevo fatto i conti senza l’oste, ovvero non avevo tenuto conto dei suoi problemi casalinghi, si staccò e con un filo di voce ‘
– mi scusi, dobbiamo fermarci
– ho fatto qualcosa che ti ha disturbato?
– No, tutt’altro anzi, ma devo andare a prendere la bambina e poi fare la spesa, mi dispiace ma non posso fermarmi
– Non possiamo prenderci del tempo per noi?
– Dopodomani mattina, devo portare la bambina all’asilo e posso prendere 1 ora di permesso, cosa ne pensa?
– Non &egrave molto ma va bene, speriamo che possano arrivare tempi migliori.
– Vedremo
Dopo che lei se ne fu andata, lasciai passare un po’ di tempo, non volevo che il portiere mi facesse qualche domanda strana, poi presi la macchina e tornai a casa. Durante il tragitto la mia mente continuava a pensare a quelle labbra morbide e calde, decisamente baciava in modo meraviglioso.
Il mattino successivo non ebbi il tempo di parlarle, in quanto ero con il mio capo in riunione, riuscii a parlarle solo verso sera, solo poche parole, ma almeno mi confermò l’appuntamento per il giorno dopo, però ebbi il tempo di ammirare il suo meraviglioso culetto fasciato dai pantaloni che ne esaltavano i contorni e che mi fecero venire tanta voglia.
Certo, malgrado fosse una bella vista, speravo che per il giorno dopo si fosse messa una bella gonna larga meno appariscente, ma sicuramente più comoda per quello che speravo di fare.
Per tutta la giornata rimasi invischiato in diverse riunioni, visto che si avvicinava la data della mia partenza, quindi non ebbe modo di vederla tantomeno di pensarla, e questo, da una parte fu un bene perché lasciò la mia testa libera da potermi dedicare al lavoro, e fu così che mi ritrovai alla fine della giornata pronto a pensare a lei e dove poter andare.
Il mattino dopo, quando mi svegliai, ebbi la sorpresa di trovare una giornata orribile, pioveva a dirotto, la cosa mi mise di ottimo umore, mi avrebbe aiutato ad avere più intimità all’interno dell’auto, tutto sarebbe stato più romantico.
Mi preparai e in pochissimo tempo ero davanti all’asilo in attesa del suo arrivo, e puntuale comparve con la piccola per mano con il suo ombrellino, mi vide e mi regalò uno stupendo sorriso che infiammò il mio corpo.
Quando uscì dall’asilo, mi fece cenno di spostarmi più avanti, cosa che feci subito, lei arrivo aprì la portiera e dopo aver chiuso l’ombrello, si infilò in macchina e io partii.
– Ciao buongiorno, come stai?
– Tutto bene e Lei?
– Ottima giornata
– A dire il vero sta piovendo, quindi non direi proprio ottima
– A mio parere &egrave meravigliosa, anche se piove, visto che tu sei qui. Un peperone baciato dal sole non poteva diventare rosso come il suo viso, feci finta di niente e misi in moto l’auto.
– Dove andiamo?
– Dove vuoi tu, non ci sono problemi
– Cerchiamo di andare lontano, non vorrei che qualcuno mi vedesse.
Così dicendo cercò di allungarsi sul sedile in modo che nessuno la vedesse, e così facendo la gonna scoprì una buona parte delle gambe, che lei prontamente cercò di sistemare.
Mi ricordai di un posticino isolato, dove nessuno poteva vederci, e mi diressi immediatamente.
Mentre andavamo iniziammo a parlare di tante cose, evitando di parlare di noi, ma la temperatura si stava facendo più calda, si stava stabilendo sempre più un dialogo diverso da quello che avevamo in ufficio. Arrivati sul posto, spensi il motore, e il ticchettio della pioggia ci faceva compagnia, lei continuò a parlare ma si vedeva visibilmente che il suo stato d’animo stava cambiando, era giunto il momento di sbloccare il tutto. Mi girai verso di lei e senza aspettare la baciai, la sua lingua rispose subito, trasmettendomi tutto il suo ardore, la mia mano si appoggiò sul suo ginocchio, accarezzandolo cercai di risalire, ma le sue gambe rimanevano serrate, decisi di darle più tempo.
Era meraviglioso, il silenzio era perfetto, rotto solo dalla pioggia e da nostri sospiri che si stavano facendo sempre più veloci, decisi di cambiare sistema dovevo abbattere la sua timidezza; mi staccai dalla sua bocca iniziando a baciarle il viso gli occhi, le orecchie e qui le barriere difensive caddero, i suoi sospiri divennero più forti, diventando musica per le mie orecchie, delicatamente iniziai e leccarle i lobi e morderli, la musica aumentò, la mia mano tornò a posarsi sulle sue ginocchia senza smettere di leccarla mi infilai sotto la gonna, la strada era aperta, le accarezzai l’interno delle cosce e la cassaforte si aprì.
Ero arrivato al forziere, le mutandine bagnate mi fecero capire che era pronta, tornai alla bocca che si spalancò accogliendomi con tanta gioia, mentre le dita spostarono il lembo delle mutandine e un fiume in piena mi accolse, affondai il dito, la sua lingua si fermò e il respiro si fece più intendo, chiuse le cosce,, ,sbarrò gli occhi e un grido di gioia mi fece capire che stava godendo. Rimasi dentro di lei senza muovermi, la figa pulsava gioiosa, i suoi occhi erano chiuse e il suo corpo era ancora sotto l’effetto dell’orgasmo, era bellissima da vedere. Godere &egrave meraviglioso, ma vedere godere chi hai fra le braccia &egrave letteralmente meraviglioso.
Restammo per diverso tempo fermi in quella posizione anche se il mio fratellino era compresso nella posizione che avevo preso e iniziavo a sentire un certo dolorino, cercai di uscire dal suo corpo. Lei agevolò il movimento aprendo le cosce e quando fui uscito portai il dito alla mia bocca e succhiai il suo dolce nettare.
Dopo una pausa di dolce silenzio, lei si girò verso di me e mi baciò con un ardore incredibile, mi abbandonai fra le sue braccia, sentivo il desiderio aumentare, ma volevo aspettare, volevo vederla godere ancora, ma non sapevo se anche lei lo voleva.
La gonna era ancora un po’ alzata, mettendo in mostra le sue belle gambe, posai una mano sulla coscia, senza per questo togliere la lingua dalla sua bocca e cominciai ad accarezzarle lei mi prese la mano e se la portò sulla passerina iniziando ad accarezzarsi con la mia mano, in pratica mi stava facendo capire cosa voleva e dove lo voleva.
– Tesoro, visto che siamo in una zona tranquilla, perché non ti togli le mutandine.
Senza aprire bocca, mi spostò la mano e si sfilò le mutandine mentre io per agevolare il lavoro abbassai lo schienale, le presi le mutandine portandomele sul viso,, il profumo di sesso che emanavano mi stordì e mi eccitò ancora di più.
Lei era lì sdraiata, occhi chiusi, il suo respiro si era fatto più intendo, le braccia abbandonate, delicatamente le allargai le cosce e alzai tutta la gonna, e uno stupendo boschetto nero mi apparve, era bellissima, la stavo ammirando quando lei mi prese la mano e tornò a portarsela alla passerina, scostai i riccioli e due labbra rosse vermiglio, mi sorrisero, invitandomi.
Accarezzai il piccolo bottoncino, provocandole un sussulto, mi feci strada e affondai il dito sino in fondo rimasi fermo per qualche istante e poi iniziai a pompare. La sua bocca era aperta ed emetteva gridolini di piacere, le sue mani avevano preso possesso dei suoi seni e si stava accarezzando e pizzicando i capezzoli mentre il suo bacino dava colpi al mio dito in modo da farlo entrare più possibile, poi di nuovo la scena di prima, le cosce si chiudono e un grido liberatorio mi avvertì che stava godendo.
Era giunto il momento di osare, tolsi il dito e con le mani aprii le cosce e le labbra della passerina , il mio viso scese su quelle labbra e iniziai a leccarla e a succhiarle il bottoncino.
La sua reazione fu incredibile, mi spostò le mani prendendo lei la posizione e allargando il più possibile la figa, era stupenda, il profumo del suo nettare mi entrò nelle narici, affondai la lingua nel suo interno bevendo avidamente il succo del suo amore, passai un dito sull’ano e non ricevendo rifiuto lo spinsi dentro sino in fondo e da come si muoveva compresi che stava arrivando. Sentii la sua mano sulla testa che mi schiacciava contro la passerina e l’orgasmo la prese tutta facendola gridare. Piano piano la pressione della mano diminuì, succhiai tutti i suoi umori ripulendola, gli occhi erano ancora chiusi e il respiro era ancora affannoso, le baciai l’interno delle cosce, sentivo il cazzo che scoppiava ma volevo che fosse lei a cercarlo. Non passò molto tempo, l’effetto dell’orgasmo stava finendo e lei era pronta per un’altra battaglia.
– Giò, cosa ne dici se facciamo scendere i sedili, così saremo più comodi?
– Per me va bene, faccia pure.
– Scusa, ma non puoi darmi del tu?
– Non sono ancora pronta, mi dia del tempo.
– Come vuoi, sappi che mi faresti contento
– Prometto.
Le diedi un bacio e abbassai il suo sedile, poi anche il mio, restammo in silenzio, mano nella mano, poi lei si girò verso di me, mi baciò e fece scorrere la mano sul mio fratellino che non aspettava altro, lentamente mi slacciò la cintura, aprì la cerniera facendomi scendere i pantaloni sino alle ginocchia e i suoi occhi si accesero di desiderio vedendo il rigonfiamento delle mutande, rimase ferma ad ammirarlo, leccandosi le labbra, poi iniziò ad accarezzarmi la gambe e salire lentamente.
I nostri occhi si scrutavano, ognuno voleva capire le intenzioni dell’altro, la mia voglia era immensa, ma non volevo cedere, dovevo vincere, doveva essere lei a farlo uscire allo scoperto, dovevo aver pazienza e soffrire.
La sua mano era arrivata a destinazione, lo stava accarezzando lentamente, i suoi occhi esprimevano tutta la gioia di quei tocchi, mi fece aprire le cosce, così poté accarezzarmi le palle, sentivo il sangue che pulsava sulle tempie, chiusi gli occhi, dovevo rimanere fermo.
Sentii che una mano stava scostando le mutande e di colpo mio fratello era libero e pronto all’uso, cercai di guardarla senza farmi scorgere, era magnifica rapita dalla dimensione del mio attrezzo, fece scorrere la mano sull’asta, sembrava di velluto.
La sua bocca stava venendo sulla mia, l’accolsi con gioia, anche se mi sarebbe piaciuto che me lo prendesse in bocca, allungai la mano in mezzo alle sue cosce; la posizione non era delle più facili, ma lei sentendosi toccare si aprì agevolando la salita verso la passerina e finalmente arrivai all’incrocio del mondo.
La stoffa bagnata mi fece capire che anche lei moriva dalla voglia, spostai il lembo delle mutandine il bosco mi stava attendendo, mi feci largo e trovai due labbra bagnate e bollenti e senza altri preliminari affondai il dito.
La sua lingua si fermò, le cosce si chiusero e io rimasi dentro di lei continuando a baciarla mentre il suo ventre si spingeva sempre più in avanti sino a quando lo sentii prendere la mia mano che schiacciò contro la sua passerina e venne. La posizione non era delle più comode, almeno per me, sentivo le braccia indolenzite, cercai di muovermi, lei allargò le gambe e mi fece uscire, portai il dito alla bocca per succhiare tutto il suo nettare, un profumo stupendo, i suoi occhi erano chiusi, il respiro ancora affannoso, le braccia abbandonate, le cosce aperte e la passerina in bella vista, il viso sereno e radioso mi fece capire che aveva gradito, la lingua continuava a muoversi sulle labbra, decisamente aveva ancora voglia.
Le mie mani, a quella vista, si animarono, le slacciai la camicetta, spostai il reggiseno e due capezzoli in erezione comparvero, lei non si muoveva, le accarezzai i seni e un leggero mugolio uscì dalle sue labbra facendomi capire che il massaggio era gradito, mi abbassai lentamente, la lingua inizio a tormentare i seni e a succhiare i capezzoli, il respiro tornò a farsi più veloce, il bacino iniziò a muoversi come se avesse dentro il cazzo, mi prese la mano e se la portò sulla figa spingendola contro, abbandonai i seni e con l’altra mano le allargai le cosce, mi feci strada in quel boschetto sino a mettere a nudo il clitoride, non riuscii a resistere alla tentazione in un lampo lo presi in bocca iniziando a succhiarlo e a leccarlo. Il suo corpo era un fremito unico
– la prego non si fermi, &egrave meraviglioso, così, morda più forte, più forte
Visto come stava godendo decisi di farlo soffrire e mi fermai
– no, per favore, non si fermi.
La sua mano si posizionò sulla mia testa che schiacciò contro la passerina obbligandomi a continuare a leccarla cosa che feci con tutto l’ardore possibile e la piccola venne ancora.
Il suo corpo si abbandonò sul sedile, le mani lasciarono la presa della mia testa e io potei finalmente guardare quelle meravigliose labbra carnose, le passai la lingua cercando di bere tutti i suoi umori e sicuramente fu gradita perché non passò molto tempo e poi il suo appetito si risvegliò e finalmente l’obiettivo ero io.
– si sdrai ora tocca a me
Mi allungai sul sedile, a dire il vero ero un po’ ridicolo in quella posizione, i pantaloni e le mutande abbassate e il mio fratellino svettante nella attesa di qualche giochino, le sue mani si impadronirono, la sua bocca scese e io chiusi gli occhi aspettando il momento che lo inghiottisse ma non fu così, solo un piccolo bacio sulla cappella tesa e violacea.
Non dissi niente anche perché la sua mano si stava muovendo e la voglia repressa si stava facendo sentire, era delicatissima, scorreva tutta l’asta e appena vedeva che anch’io mi muovevo, lei si fermava, voleva farmi venire lentamente, tutto questo senza staccare gli occhi dall’oggetto del suo desiderio.
Mi lasciai cullare dal suono del suo respiro, speravo di vedere la sua testa abbassarsi e veder sparire il cazzo nella sua bocca ma purtroppo rimase solo un sogno, forse non le piaceva, ma non era questo il momento di fare domande.
Sentivo di non riuscire più a controllarmi, la grande onda stava arrivando, anche lei comprese il momento magico, prese un fazzolettino di carta, accellerò il movimento, mi abbandonai fra le sue mani che mi portarono ad uno stupendo orgasmo.
Chiusi gli occhi e assaporai la gioia immensa di quello stupendo orgasmo, mentre lei cercava di arginare la colata in modo di non sporcarmi, mi ripulì con cura e inaspettatamente si abbassò regalandomi un bacio sulle punta del pene, una scossa elettrica mi percorse tutto il corpo risvegliandomi dal torpore, ci guardammo intensamente e le nostre bocche si unirono in un lunghissimo bacio.
– mi scusi ma devo rientrare
– non possiamo rimanere ancora un po’?
– Starei qui tutto il giorno, ma devo andare a riprendere la bambina all’asilo
– Ma se &egrave appena entrata?
– Forse non si &egrave accorto, ma sono passate diverse ore &egrave quasi mezzogiorno e non posso tardare
– Scusami non mi ero accorto che &egrave passato tanto tempo
– &egrave stato meraviglioso, non avevo mai provato la gioia di tanta intensità
– Anche per me &egrave stato bello, dobbiamo organizzare un pomeriggio tutto per noi, magari non in macchina, ma in un bell’alberghetto.
– No, non voglio andare in albergo, ho vergogna
– E se mi faccio prestare la casa da un mio amico?
– Questo sì, sono d’accordo, potremmo farlo settimana prossima, in quanto l’asilo &egrave chiuso e mio marito &egrave via per lavoro tutta la settimana.
– Benissimo organizzo per martedì, ti va bene?
– Perfetto ci vediamo alla fermata del tram, quando la vedo io salirò sul tram, lei mi seguirà, e dopo quattro fermate io scenderò, così spero di non incontrare persone che conosco.
– Va bene, domani in ufficio decidiamo a che ora
– D’accordo, ma ora mi accompagni all’asilo, altrimenti faccio tardi
– Certo, subito
Arrivati all’asilo ci lasciammo con una semplice stretta di mano che però era carica di gioia e desiderio.
Guardavo la sua esile figura che si allontanava, con quella sua camminata veloce, ma a me rimaneva il suo profumo che mi avvolgeva, chiusi gli occhi e sognai come poteva essere il prossimo incontro, magari in un posto più comodo, lontano da sguardi e magari con molto più tempo.
Tornai su questa terra, riavviai la macchina, dirigendomi verso la ditta, dove l’avrei rivista e dove avrei dovuto mantenere il solito dialogo che si tiene fra colleghi, sicuramente dovevo forzarmi in modo che nessuno potesse sospettare.
Mi misi al lavoro, controllai la lista delle chiamate e riprogramnai la giornata, devo dire che facevo fatica a immedesimarmi nel lavoro, la mia mente e non solo, erano là con lei, avrei voluto averla lì con me e ripetere tutto quello che avevamo fatto, ma non era possibile, anzi avrei dovuto pensare a come gestire il tutto.
– Buongiorno, come sta?
– Ebbi un sobbalzo, ero totalmente immerso nei miei pensieri che non mi ero accorto che qualcuno era entrato in ufficio.
– Buongiorno, io tutto bene e tu?
– Magnifico, tutto bene, tranne il lavoro
– Qualcosa non va?
– No, niente di preoccupante, devo solo mettermi in pari in quanto questa mattina non sono potuta venire per causa della bimba.
Non capivo perché mi parlasse così, ma guardando meglio mi accorsi che dietro a lei stava entrando il grande capo, e allora stessi al suo gioco.
– Non lo sapevo che eri assente, io sono appena arrivato
– La lascio al suo lavoro
– Ci vediamo dopo, così ti offro un caff&egrave
– OK, va bene ci vediamo.
Non una smorfia, non un sorriso, veramente eccezionale, aveva recitato la parte in un modo esemplare. Il mio capo si sedette davanti alla scrivania e iniziammo a parlare di lavoro, lui parlava ma io non riuscivo a sentirlo, la mia mente stava vagando
– non si sente bene?
– No no capo tutto bene, ho solo un forte mal di testa
– Vada a prendersi un caff&egrave, l’aspetto nel mio ufficio
Però, anch’io niente male, sono riuscito a sganciarlo senza fatica, ora però mi conveniva studiare bene la parte della domanda che mi aveva fatto e andare da lui.
Lasciai passare un po’ di tempo e poi mi accinsi ad andare a sentire cosa voleva
– niente male come scusa, &egrave riuscito anche a fare la faccia del sofferente
Era Giò, che aveva assistito al dialogo con il mio capo e mi stava sfottendo, però con un gran sorriso sulle labbra.
– senti chi parla, tu avevi la bimba che non stava bene vero?
– Meglio dire una bugia che non far scoppiare un caso, le sembra?
– Certo, sono completamente d’accordo siamo pari e contenti, spero in un prossimo incontro, magari con più tempo a disposizione
– Vedremo, chi vivrà vedrà

Ci regalammo un ampio sorriso ed io entrai dal capo.
Ricordo che fu una settimana di lavoro terribile, dovevo organizzare la mia partenza per un paese mediorientale in cui avrei dovuto, più avanti, trasferirmi per lavoro, quindi non riuscivo a pensare ad altro dimenticandomi anche della richiesta di incontro con Giò.
– Buongiorno, come sta?
– Buongiorno a te, grazie bene, anche se non so dove mi trovo
– Lo vedo, non riesce nemmeno a far quattro chiacchiere con me
– Scusami, ma sai benissimo cosa vuol dire organizzare il tutto
– Certo, capisco benissimo, quando pensa di partire ?
– Penso di partire fra 10 giorni circa, appena arriva il permesso di quel paese
– Bene, sono contenta, così potrà vedere un nuovo paese.
– Certo, ma vorrei rinnovarti il mio invito a regalarci un pomeriggio tutto per noi.
– Vediamo, potrebbe essere settimana prossima, le sarò dire con più precisione.
– D’accordo attendo la tua decisione.

Ci salutammo, mi ributtai sul lavoro e non pensai ad altro.
Alla sera uscimmo assieme, lei abitava a 100 metri dall’ufficio mentre io mi fermavo prima per prendere l’auto, ma in quei pochi metri percorsi assieme arrivò un lampo di sole anche se era quasi buio
– se le va bene possiamo vederci lunedì prossimo al pomeriggio, la bimba resta con la nonna e mio marito torna alla sera tardi, in quanto ha una riunione in ufficio
– certo che va bene lasciamo organizzare per bene, domani ti sarò dire.
– Vuole che andiamo dove siamo andati l’altra volta?
– No, non vorrei rimanere in auto, ma se va bene lunedì ho la casa libera in quanto mia moglie dovrebbe essere via per tutta la settimana.
– Sarebbe meraviglioso, io posso rimanere per tutta la mattinata, possiamo incontrarci, come l’altra volta, vicino all’asilo
– Benissimo, ti confermo tutto domani nella giornata.
Ci salutammo e la vidi andare via con quel suo passo veloce, decisamente aveva due belle gambe ben disegnate e scattanti, lunedì avrei potuto ammirarla, baciarle, leccarle con tutta tranquillità, avrei avuto anche tutto il tempo possibile per dedicarmi a quel meraviglioso culetto.
Ricordo che feci la strada con molta calma, guidavo ma il mio pensiero era già a lunedì e per fortuna domani era l’ultimo giorno di lavoro, guardavo la strada, ma i miei occhi erano fissi su quelle gambe.
Quando arrivai in ufficio, il giorno dopo, non passai davanti a lei come sempre, ma volutamente entrai dalla parte posteriore, volevo vedere cosa succedeva e la risposta arrivò dopo pochissimo tempo. La sua camminata era inconfondibile, non potevo sbagliarmi, chiusi gli occhi assaporando la sua entrata, e quando li aprii due stupende gambe sormontate da una minigonna, che per quel tempo era veramente corta, mi bloccarono il fiato, il suo profumo si sparse immediatamente in tutto l’ufficio.
– Buongiorno, pensavo che era via, non l’avevo vista arrivare
– Buongiorno a te, non mi hai visto perché sono entrato da dietro in quanto sono passato dal laboratorio, dovevo ritirare delle prove
– come sta? Tutto bene?
– Ottimo, vede che anche tu stai bene, anzi benissimo, ti dona quella minigonna
– Sono contenta che le piaccia, il capo arriva tardi e io devo andare su n archivio

In un primo momento non avevo capito cosa volesse dire ‘devo andare su in archivio’ ma poi ripensandoci mi ricordai che in archivio non vi erano finestre e in caso di necessità si poteva sentire benissimo chi arrivava e quindi con tutto il tempo per rimettersi alla normalità.; inserii la segreteria telefonica e salii le scale che portavano al famoso archivio, famoso perché poi divenne il nostro nascondiglio preferito o come normalmente si dice se gli scaffali potessero parlare, noi saremmo spacciati.
Giò era alla scrivania intenta a sfogliare un dossier
– cerchi qualcosa, posso esserti utile?
– Certo che mi può essere utile, stavo cercando il contratto con l’Algeria, ma non lo trovo.
Le andai dietro, aprii il dossier e immediatamente il contratto comparve.
– perfetto grazie, non riuscivo a trovarlo.
Tolse il contratto, lo posò sul tavolo, prese il dossier salì la scala e lo posò nel piano alto, nel frattempo io ero andato sotto la scala e il panorama che mi si presentò era meraviglioso, lei scese lentamente dandomi tutto il tempo di ammirare il suo magnifico culetto, coperto da un minislip rosa.
Quando arrivò a portata di mano la bloccai, lei che non aspettava altro, allargò le cosce e si appoggio alla scala; il mio respiro si fece più intendo, allungai le mani e le accarezzai le cosce, le mutandine erano bagnate.
– Giò, scendi ancora un gradino
– Perché?
– Non fare domande
– Va bene così?
– Certo, ora alza una gambe e poi l’altra così ti posso sfilare le mutandine.
– Ma &egrave pazzo se arriva qualcuno cosa facciamo?
– Semplice, se arriva qualcuno le mutandine spariscono nella tasca dei miei pantaloni, tu scendi dalle scale e la gonna coprirà il tutto.
I suoi occhi iniziarono a brillare, senza togliermi gli occhi dal mio viso, come in un atto di sfida, alzò prima una gamba e poi l’altra e le mutandine volarono sul mio viso, annusai il profumo della sua meravigliosa figa, era inebriante.

– ora tesoro allarga le cosce e tiene alta la gonna
– Ho paura di cadere e poi cosa vuol farmi
– non preoccuparti, non cadrai, ti tengo io
Lo spettacolo era stupendo, un meraviglioso bosco nero era pronto per essere esplorato, le diedi una marea di baci, il profumo era intenso, le allargai le grandi labbra e iniziai e leccargliela.
Il suo ventre reagì subito e premeva contro la mia bocca, avevo il cazzo che scoppiava, trovai il clitoride e dopo averlo morsicato, facendole emettere gridolini di gioia iniziai a succhiarlo e in pochi secondi Giò ebbe un meraviglioso orgasmo, bevvi tutto il suo dolce succo e la lavai con la lingua, lei mi spostò la testa, scese gli ultimi gradini e affondò la lingua nella mia bocca, piena dei suoi umori.
Fu un bacio interminabile, era abilissima a baciare, la mia lingua era diventata una trottola, sentivo il suo ventre strofinarsi contro il mio fratellino, le alzai di nuovo la gonna, le feci divaricare le gambe e raggiunsi la passerina, era di nuovo bagnata e quindi senza nessuna fatica le infilai il dito.
Di colpo la lingua si fermò, chiuse gli occhi e si lasciò andare, la penetravo lentamente, volevo farla morire
– la prego non si fermi

Per tutta risposta, tolsi il dito e le accarezzai il clitoride
– No, lì no per favore, non resisto, si fermi, &egrave meraviglioso pi forte, più forte ‘
Di colpo la penetrai con due dita, dandole dei colpi forti. La piccola sbarrò gli occhi e dopo qualche secondo fu assalita da un orgasmo travolgente, si appese al mio collo e chiuse le cosce imprigionandomi dentro di lei.
Eravamo abbracciati e stavamo ricominciando a baciarci quando un rumore sospetto ci obbligò a staccarci, lei andò in fondo all’archivio, dove nessuno poteva vederla, mentre io, con fare tranquillo, mi misi a sfogliare una pratica di preventivi.
– Buondì, ha per caso visto Giò?
– Sì, ho visto che andava verso l’ufficio acquisti vuole che la cerchi? (i capi vanno subito accontentati)
– Sì grazie, vado in direzione, le dica se mi porta la cartellina del nuovo progetto.
– Non si preoccupi, vada pure, ci penso io.
– Grazie
Rossa in viso Giò uscì dal nascondiglio e mi sorrise
– bravissimo, abbiamo superato la prova
– certo, non devi preoccuparti, questo sarà il nostro rifugio segreto
– questo vuol dire che, ammesso che non ci siano impedimenti di varia natura, possiamo ritagliarci momenti intimi
– perfetto, questo non vuol dire che non ci dobbiamo vedere anche fuori di qui, in qualche posto tranquillo senza paura di venire scoperti.
La vidi arrossire, non era preparata alla mia domanda e quindi si trovò spiazzata, ma non avendo ricevuto risposta né per un no ma neppure per un sì, capii che avrei dovuto lavorarla meglio.
– perché non mi rispondi?
– Non so, ma se dico sì dove potremo andare, per essere tranquilli?
– Scartando l’ipotesi di casa tua o mia, per ovvie ragioni, non ci rimangono che due soluzioni o rischiare nelle nostre case o un bel Motel, anonimo, tranquillo, intrigante e anche avvolgente.
– Non so, io non ci sono mai stata
– C’&egrave sempre una prima volta
– Ci penserò, le farò sapere.
Rientrammo in ufficio prima uno poi l’altro senza più incontrarci sino alla sera all’uscita dal lavoro.
– ciao, buona serata, domani se arrivi qualche minuto prima decidiamo quando e dove andare
– ma non avevamo detto che aspettavamo?
– Sei tu che hai detto questo, non io
– Buona serata, ne riparliamo domani mattina.
In pochi secondi sparì, a quel punto mi venne il dubbio di essere stato troppo frettoloso, ma fu una questione di attimi, anche perché se non avessi preso la decisione io, lei non si sarebbe mai espressa, nel suo lavoro era bravissima, era veloce, autosufficiente ma nel privato non, non sapeva o non poteva, oppure non voleva esporsi e prendere decisioni, molto probabilmente era stata allevata con l’obbligo dell’ubbidienza e molto facilmente, come sempre accade, si era trovato un marito che ha proseguito nell’opera, ma non potevo essere io a farle cambiare il sistema di vita, lo avrei anche potuto fare ma avrebbe dovuto essere lei a chiedermele o almeno a farmelo capire.
Per tutta la serata il pensiero non mi lasciò e neppure un bel film alla televisione me lo fece abbandonare, continuavo a rivedere la sua esile figura, le scene avvenute in macchina e soprattutto quello che avremmo potuto fare in una zona tranquilla, appartata, senza la paura di essere scoperti, finalmente mia moglie andò a dormire e io potei finalmente spegnere la TV e ascoltarmi della bella musica e lasciare che la mia mente e la sua fantasia potessero veleggiare sulle onde di quella dolce musica.
Fu in quel momento che mi ricordai di averle detto che avremmo deciso all’indomani mattina cosa fare, ma io domani avevo un appuntamento con un cliente e mi ero dimenticato di dirglielo, niente problemi appena arrivato dal cliente l’avrei chiamata per avvisarla, chiusi gli occhi e ritornai alla mia adorata musica.
Arrivai dal cliente verso le 9.30 e dopo i soliti saluti e convenevoli, mi avverte che i aveva cercato la mia segretaria, lo informai che non era la mia segretaria ma semplicemente una collega e conoscendola sapevo che avrebbe richiamato, cosa che in effetti avvenne dopo poco tempo
– Buongiorno tutto bene?
– Buongiorno te, sì tutto bene, scusami ma mi sono proprio dimenticato di avvertirti che sarei arrivato nel pomeriggio
– Non ci sono problemi, lo sapevo, sono andata a guardare il suo calendario
– Brava, cosa farei senza di te
– Probabilmente non mi avrebbe fatto nessuna proposta e io non avrei dovuto pensare come e cosa rispondere
– Risposta perfetta, quindi devo dedurre che hai controllato il problema e che hai trovato la soluzione.
– Certo
– Dimmi cosa &egrave stato deciso?
– Non vedo il caso di parlare in questo momento, ci vediamo verso sera e ne riparliamo.
– OK va bene grazie per avermi chiamato
– Mi scusi Sig. Andrea (il mio cliente) grazie
– Possiamo cominciare
– Certo sono pronto.
E qui il mio solito difetto o pregio, lascio al lettore la scelta, mi fece dimenticare tutto e fui tutto con il lavoro.
All’una andammo a mangiare un boccone, per non perdere tempo, e alle quattro per la mia gioia ma soprattutto del mio cliente soddisfatto per aver risolto il problema ci salutammo e rientrai in ufficio.
Durante il tragitto ebbi tutto il tempo per pensare a lei e alla sua risposta, per la verità fui distratto, sul tram, dalle gambe della mia dirimpettaia, età circa 40 anni ben portati, discreto davanzale, meravigliose gambe e un più meraviglioso sorriso che mi provocarono un certo appetito, non volendo che capisse il mio interesse a quel corpicino abbassai lo sguardo facendo finta di leggere la relazione che avevo fatto del lavoro, ma malgrado questo, sentivo i suoi occhi fissi su di me.
Arrivato alla fermata, mi alzai, salutai la signora con un sorriso che lei ricambiò e scesi, certo se non avessi dovuto rientrare in ufficio avrei tentato un approccio ma non potevo e mio malgrado scesi e la risalutai.
Durante il tragitto dal tram all’ufficio iniziai a pensare a Giò e a cosa avesse deciso, non mi riusciva di avere una risposta, ma non mi preoccupai, tanto era una questione di pochi minuti e poi avrei saputo.
Entrai in azienda, passai davanti al suo ufficio, vuoto, forse era andata a recuperare la posta, andai nel mio ufficio e mi misi subito a stendere il rapporto di visita, ero talmente impegnato nel lavoro che non mi accorsi che era entrato il mio capo.
– Buongiorno come va?
– Tutto bene capo, esito positivo
– So già tutto, il suo amico ha telefonato ringraziandomi della velocità
– Sono contento che &egrave rimasto soddisfatto, &egrave proprio una brava persona, stavo giusto preparando la relazione.
– Perfetto, poi la dia a Giò, le dica che mi basta averla per dopodomani, io esco e domani sono a Genova, ci vediamo lunedì
– Buon fine settimana
Mi rimisi al lavoro, volevo finire tutto, ma avevo anche voglia di vederla e sapere le sue decisioni
Il trillo del telefono
– Buongiorno, ben arrivato
– grazie, buongiorno anche a te, io devo andare in archivio, ho visto il biglietto del capo, poi ne parliamo
– ora che mi ricordo devo andarci anch’io perché ho una pratica inevasa e vorrei definirla
Dall’altra parte una risatina e poi chiuse il telefono.
Lasciai passare qualche minuto e poi la raggiunsi.
Salendo la scala a chiocciola, la prima cosa che vidi furono le sue bellissime gambe, un tuffo al cuore e i battiti iniziarono ad aumentare, poi salendo il suo corpo si presentò in tutta la sua bellezza, gonna corte (le piaceva e a me non dispiaceva, anzi) camicetta trasparente senza reggiseno e dai suoi capezzoli potevo pensare che o aveva freddo oppure aveva voglia e da come mi allungò le mani capii come era la situazione.
Le nostre bocche si unirono subito, eravamo un corpo unico sentivo il suo ventre sfregarsi in cerca del gingillo, che si fece trovare pronto, se non fosse stato perché vi era sempre il pericolo che arrivasse qualcuno, le avrei alzato la gonna, sfilato le mutandine e dopo averla messa alla pecorina l’avrei scopata.
Ma dovevano stare attenti il pericolo &egrave bella &egrave eccitante ma &egrave anche troppo pericolo, bisognava saper attendere.
– E’ meglio che ci fermiamo e scendiamo in ufficio così potremo parlare
– Sono d’accordo anch’io
Prima lei e poi io tornammo ognuno nei propri uffici, lasciammo passare 1 oretta in modo di far scendere la pressione, poi la chiamai per chiederle se volevo un caff&egrave, avuta risposta affermativa ci incontrammo.
– Buongiorno signora, tutto bene?
– Sì grazie, anche lei vedo
– Caff&egrave o cioccolata?
– Caff&egrave, grazie.
Fu così che cominciammo a parlare del più e del meno, sino ad arrivare al nodo centrale.
– Se ha qualcosa di urgente da farmi fare, tenga presente che lunedì mattina non ci sono, devo andare in Comune per rifare la carta d’identità, in quanto sta scadendo.
Compresi che mi stava mandando un segnale
– No non ti preoccupare non ho niente di così urgente, poi ora che mi ricordo non ci sono neppure, ho già un appuntamento per un collaudo.
– Bene, allora ci vediamo nel pomeriggio.
– Certamente, dopo ti porto il foglio di lavoro con il nome del fornitore e l’ora di incontro.
I suoi occhi si accesero e un delicato sorriso mi fece comprendere che aveva capito.
Finito il caff&egrave ci salutammo rientrando nei nostri uffici, cercai di allontanare il pensiero meraviglioso, ma facevo fatica, non riuscivo a concentrarmi sul lavoro pensavo a lei e a quello che sarebbe avvenuto lunedì, poi una telefonata di un cliente mi obbligò a pensare al lavoro e fu un bene. La giornata fu talmente intensa che arrivai a sera senza accorgermi e soprattutto senza ricordare nulla di quanto era avvento. Il sabato e la domenica passarono veloci anche perché fortunatamente avevo degli impegni con amici e parenti.
Lunedì mattina sveglia alla solita ora, colazione e poi via verso l’ufficio, feci la strada senza neppure accorgermene, la mia testa era già da un’altra parte, al punto tale che non mi ricordai che non dovevo entrare nel parcheggio della ditta ma proseguire.
Feci manovra e riuscii subito, andando verso l’asilo dove avevamo appuntamento, mi fermai in un punto abbastanza defilato e mi misi a leggere il giornale visto che ero arrivato con molto anticipo.
La lettura, come sempre, fu un ottimo sistema per calmarmi e lasciare che il mio cervello si impegnasse solo a questo senza pensare ad altro, poi due colpi di nocche sul vetro mi riportarono su questa terra e un viso sorridente stava aspettando che aprissi la portiera.
– Buongiorno
– Buongiorno anche a te
– Andiamo via subito, non vorrei che passasse qualcuno che mi conosce
– Certo
Avviai l’auto e mi mossi ma a dire la verità non sapevo dove andare, ne avevamo parlato, ma poi non si era deciso nulla.
Nessuno dei due prendeva la parola, per la verità volevo che fosse lei a iniziare, ma decisamente si sentiva imbarazzata
– Dove vuoi che andiamo?
– Dove vuole lei
– Vuoi che andiamo in un posticino tranquillo?
– Come vuole
– Quanto tempo abbiamo per noi?
– Non ci sono problemi, mia mamma ha voluto andare lei a prendere la bambina a mezzogiorno, quindi quando siamo in ufficio per le 14, ognuno per conto suo, va bene
– Magnifico, quindi abbiamo tutta la mattinata per noi
– Certo
– Vuoi che andiamo verso la periferia, conosco un motel, ben nascosto e discreto, saremo sicuramente tranquilli
– Dobbiamo scendere dall’auto, oppure no?
– Tu puoi rimanere tranquillamente in auto, mi dai i tuoi documenti e basta
– Allora va bene, andiamo.
La fortuna, come si dice, aiuta gli arditi, nessun intoppo e in pochi minuti eravamo in camera.
Chiusi la porta, accesi tutte le luci e gli specchi rifletterono i nostri corpi, posò la borsetta e si girò verso di me, allungò le mani e le nostre bocche si unirono in un lungo e interminabile bacio, la mani correvano sui nostri corpi alla ricerca del piacere, sentivo il suo cuore battere all’impazzata , il desiderio stava aumentando, schiacciai il suo stupendo culetto contro di me, volevo che sentisse il mio desiderio. Poi mi stacciai e la feci girare in modo che potesse vedere i nostri visi uno vicino all’altro, mentre le baciavo le orecchie e il collo, le slacciai la camicetta prendendo a piene mani il suo seno, in un attimo chiuse gli occhi sospirando profondamente, poi li aprì e seguì con desiderio le mie carezze che si stavano facendo sempre più intriganti. Il suo culetto si stava sfregando contro il mio fratellino, le sfilai la camicetta e slacciai il reggiseno, lasciando cadere a terra, i capezzoli erano durissimi e iniziai a tormentarli e da come muoveva la lingua capii che forse era il suo punto debole e quindi insistetti ad accarezzare le coppe e titillare i capezzoli, sino a quando si girò di scatto affondò la lingua nella mia bocca, con il ventre diede forti colpi contro il cazzo e poi si abbandonò fra le mia braccia.
Silenzio assoluto rotto solo dal suo ansimare.
– non mi era mai capitato di godere senza essere toccata, &egrave stato magnifico
– sei bellissima
– grazie, ora si sieda sul letto e lasci che faccia io
Ubbidii come un automa, mi sedetti, si inginocchiò e prese a slacciarmi le scarpe, poi sfilò i calzini, salì e sciolse il nodo della cravatta, mi tolse la camicia e in pantaloni e rimase in piedi davanti a me senza parlare, poi iniziò un lento ma stupendo spogliarello, rimanendo con solo le mutandine, si avvicinò, prese il mio viso e sfregò la mia bocca sopra i capezzoli. Mi sembrava di sognare era meraviglioso, feci molta fatica a non godere. Succhiai quei capezzoli come se fossi assetato, la sua mano scese e si impadronì della mia asta tesa, si staccò e mi fece sdraiare, montò sopra e iniziò a sfregare la passerina contro il cazzo, mentre con le mani si accarezzava il seno.
Chiusi gli occhi e mi lasciai andare, lei comprese che ero arrivato al massimo della resistenza, scese, mi sfilò le mutande lasciando che il cazzo prendesse una boccata d’ossigeno, poi si sfilò anche lei le mutandine, tornò sopra sopra di me e lentamente si impalò rimanendo con tutta l’asta dentro il suo corpo. Allungai le mani e presi i capezzoli strizzandoli, da come si muoveva compresi che le piaceva, volevo farla godere, ma dovevo anche controllarmi, non volevo arrivare assolutamente prima di lei.
– la prego si fermi
– perché dovrei fermarmi?
– Per la semplice ragione che voglio durare più a lungo possibile, ha un cazzo magnifico
– Giò fermiamoci, sono in crisi, non resisto più ‘
Non feci in tempo a finire la parola che lei si era già sfilata l’asta, si buttò sopra di me e mi baciò, continuando a sfregarsi la passerina, dovevo assolutamente farla smettere.
La spostai delicatamente mettendola sul mio fianco, le braccia abbandonate, il petto che si alzava e si abbassava velocemente per far entrare più ossigeno possibile, gli occhi chiusi e la bocca spalancata, mi chinai sulle sue tettine iniziando a succhiarle i capezzoli e subito il suo ventre mi mosse come se avesse avuto ancora dentro il mio gingillo.
– amore &egrave meraviglioso, ha una lingua stupenda, la prego continui , non si fermi
Essendo la mia bocca occupata, non risposi, ma le allargai le cosce, iniziando a frizionare la passerina che era fradicia, lasciai il clitoride e affondai il dito in quella meravigliosa caverna di piacere, il bacino iniziò a sussultare cercando di farsi penetrare sempre più a fondo.
– più forte, non si fermi, dentro, dentro, sto venendo.
Poi il silenzio, gambe chiuse, come a contenere tutta la gioia, occhi chiusi, viso che esprimeva benissimo il suo stato d’animo, i miei occhi correvano su tutto il suo corpo, ancora sotto l’influsso dell’orgasmo.
Il suo respiro si stava facendo normale, l’effetto stava scemando, gli occhi si erano finalmente riaperti e mi guardava in un silenzio meraviglioso, ma pieno di incognite, come un cielo carico di nere nuvole, pronte a sparire e lasciare che l’azzurro abbia il sopravvento, ma anche a scatenare tutta la furia di un temporale di fine estate.
– sei bellissimo, mentre stavi assaporando la gioia dell’orgasmo il tuo corpo era immobile e mi ha permesso di poterlo vedere nei suoi minimi particolare
Allungò una mano, prese la mia, e se la portò sul viso, poi aprì la bocca iniziando a succhiare il dito, ancora impregnato dei suoi umori, mentre i suoi occhi erano fissi sul mio viso, pronta a captare ogni più piccolo segno di gioia.
Non mi era mai capitata una situazione del genere, e devo dire che era meraviglioso, senti il sangue ribollire pensando che effetto potesse avere se invece del dito, avesse il bocca il mio attrezzo e questo era il suo intento finale.
Si alzò mettendosi in ginocchio davanti a me, le labbra sfiorarono le mie, come un battito di ala di una farfalla, poi senza parlare, ma sempre guardandomi negli occhi mi obbligò a stendermi a pancia in sotto, braccia aperte.
Automaticamente chiusi gli occhi, attendevo le sue calde labbra sul mio corpo, chissà dove si sarebbero poste.
Le sua mani stavano facendo conoscenza del mio corpo, facendomi avere dei meravigliosi brividi di piacere, sentivo il cazzo che premeva contro il mio ventre e capii cose potesse provare una donna quando si stringe a te.
Le sua labbra iniziarono a baciarmi il collo, poi le spalle scendendo lentamente lungo la spina centrale, poi sulle natiche a cui dedicò una cura particolare fatta di colpi di lingua e piccoli morsi, la testa mi girava in una sensazione completa di estasi, pensavo di aver raggiunto il massimo della gioia, ma cos’ non fu, perché la sua lingua iniziò la discesa sulle gambe e il tormento fu terribile e gioioso nello stesso tempo, e ancora non conoscevo il massimo dei brividi.
La sua bocca arrivò alle caviglie che leccò e mordicchiò, dovetti concentrarmi al massimo per non godere.
Poi di colpo si fermò sentivo il suo sguardo penetrarmi, una sensazione decisamente imbarazzante, ma nello stesso tempo bellissima
– sii giri, lentamente, ora voglio ammirare anche la parte anteriore
– mi girai cercando di scoprirmi al rallentatore, volevo farle provare, almeno in parte, le stesse emozioni che lei mi aveva donato.
Quando fui completamente disteso vidi i suoi occhi soffermarsi sulla mia imperiosa erezione, la lingua stava leccando le sue labbra vogliose, chiusi gli occhi assaporando l’istante in cui si sarebbero posate sul mio gingillo.
Sentii il suo alito avvicinarsi, la lingua mi passò sulle labbra, e come un uccellino affamato le aprì la bocca in attesa del cibo, che arrivò sotto la forma di lingua, lasciai che entrasse in un dolce e sensuale bacio.
Si stese sul mio corpo, continuando a baciarmi, il suo ventre premeva contro il gingillo, poi alzò il bacino e lo fece scivolare tra le sue cosce iniziando un dolce lento e inesorabile cavalcata, stato entrando in crisi, dovevo fermarla, i staccai dalla sua bocca.
– tesoro fermati, non voglio godere, &egrave troppo presto.
Lei si alzò, guardandomi con occhi avidi il mio pisellone la sua lingua iniziò a scendere lentamente sino a raggiungere il suo premio, lo guardò, si girò nella posizione del 69 e iniziò a succhiarlo. Avevo la sua passerina davanti alla mia bocca, mi stava sorridendo, l’aprii e iniziai a leccarla, cercando di entrare più a fondo possibile.
Sentivo la sua bocca vogliosa che succhiava, non potevo godere così presto e l’unico sistema per fermarla era di spostare la sua attenzione e quindi presi il clitoride in bocca e lo tormentai sino a sentire il mio cazzo libero e lei che gridava.
– lecca amore, non ti fermare, leccami tutta, prendimi, vengo, lecca, lecca, ancora
Un dolce liquido mi arrivò in bocca, bevvi avidamente ripulendo ogni angolino di quella stupenda figa, mentre io ero arrivato al capolinea, sarebbe bastato un colpo di lingua e avrei schizzato sperma.
Spinsi quel corpo in trance giù dal mio, lasciandola sdraiata sul letto, andai in bagno entrai nella doccia e un colpo di acqua fredda calmò subito i miei bollori riportando il cazzo in posizione di riposo.
Quando tornai lei era come l’avevo lasciata, sembrava dormire, bastò sfiorarle il collo per risvegliare le sue voglie assopite, si girò, mi buttò le braccia al collo e mi baciò
– come stai amore?
– Bene e lei?
– Ho dovuto andare a farmi una doccia fredda perché non riuscivo più a resistere, ma se vuoi sono pronto a riprendere da dove ci siamo fermati
– Non proprio da quel punto
– E da dove allora?
– Ora voglio sentirlo dentro il io corpo, però la prego non dobbiamo godere, e voglio farlo come dico io
– Accetto, visto che hai espresso un desiderio, dimmi come
– Semplice si sdrai, al resto ci penso io
Quella voglia, quella sicurezza, quella determinazione mi conquistarono e per la priva volta in vita mia lasciai a una donna l’iniziativa, ero eccitato e curioso nello stesso tempo, quindi mi sdraiai in dolce attesa.
– ora chiuda gli occhi e le gambe, non si dovrà muovere
– sono pronto
Sentivo la mia erezione prepotente pronta alla sfida, la sua bocca iniziò a baciarmi gli occhi, poi si fermò sulla bocca, il collo sino ad arrivare sui capezzoli che tormentò con la lingua e mordicchiò sino a farmi male, poi scese sul ventre trascurando volutamente il cazzo, che affamato si ergeva alla ricerca della sua bocca, poi passò alle gambe per finire sui piedi che leccò, facendomi venire i brividi, ma l’ultima sorpresa che mi fece completamente partire fu quando iniziò a succhiarmi l’alluce, non avevo mai provato un brivido così intenso, ero completamente in balia delle sue voglie, subivo, con gioia il suo dominio, era lanciatissima.
Poi di colpo si fermò, attesi in trepido silenzio nuove iniziative, sentii che stava mettendosi a cavallo del mio corpo, prese il cazzo e lo strofinò sulla figa, ero pronto ad affondarlo, non aspettavo altro, ma non fu così.
– ora può aprire gli occhi, ma non potrà prendere nessuna iniziativa, sarò sempre io a dirle cosa dovrà o non dovrà fare.
– Sono pronto a seguirti
– Bravo, ora mi devo accarezzare il seno e pizzicarmi i capezzoli
Iniziai a fare quello che mi ordinava con molto piacere e dai suoi mugolii compresi che stava benissimo in quella posizione, era bellissima
– ora si fermi, deve solo guardare, ma rimanere fermo
– ti seguo, ordina farò tutto quello che vuoi
Rimanendo in ginocchio, sopra di me, si mise ben diritta con una mano spostò i suoi ciuffetti aprì la figa mentre con l’altra iniziò a masturbarsi, il suo corpo stava ondeggiando, era rapita dalla sua masturbazione lasciò che il suo dito entrasse nella passerina sino in fondo, poi lo tolse e portandoselo nella passerina sino in fondo, poi lo tolse e portandoselo alla bocca iniziò a succhiare i suoi umori, quando si accorse che avevo la bocca aperta, provvide a rimetterselo dentro ritornando a masturbarsi, lasciò che il mio desiderio aumentasse e finalmente decise di darmi un po’ di respiro.
Vidi le sue dita uscire dalla fida e avvicinarsi alla mia bocca, i suoi umori stavano arrivando al mio palato.
Come un uccellino affamato aprii la bocca e le sue dita entrarono, il profumo entrò nelle mie narici provocandomi un’eccitazione meravigliosa. Succhiai quelle dita con desiderio, il piacere che provavo non era meno del suo, chiusi gli occhi per poter imprimere nella mente tutto quello che faceva.
Sentii la sua mano afferrare con decisione il mio cazzo, e strofinarlo sulle sue labbra bollenti, era meravigliosa, lo stava usando solo per il suo piacere, gli occhi chiusi, la bocca aperta, sembrava un artista intenta a disegnare sulle tela quello che la mente le suggeriva e dalla gioia che traspariva dal suo viso era sicuramente eccitante.
Il pennello entrava nelle fessura, lo bagnava e poi andava sulle grandi labbra accarezzandole, poi risaliva e pennellava il clitoride. Quella visione era magnifica, stava godendo da sola e lo faceva con tutto il desiderio possibile.
Dovetti concentrarmi per non godere, volevo che lo lasciasse scivolare dentro il suo corpo, volevo vederla godere, volevo sentire le sue grida oscene e nello stesso tempo volevo che non finisse mai, avrei saputo restituirle tutta le sofferenza che mi stava regalando.
Ma la piccola era arrivata al capolinea, puntò il cazzo sulla fessura e si impalò gridando tutta la sua gioia e per l’orgasmo che le stava squassando il ventre. Ero rimasto senza cazzo, era stato inghiottito tutto dalla stupenda caverna, sentivo i muscoli della figa che si contraevano e il suo bacino che ondeggiava avanti ed indietro facendomi provare brividi stupendi, ma non volevo ancora cedere, sapevo di poter tenere duro.
Questo, per me, &egrave il momento migliore per sognare, per vedere la realtà della vita sotto un angolatura particolare , forse più serena, sicuramente più pacata, &egrave il momento che i sogni e i desideri si fanno più pressanti e quindi cerco il sistema per poterli esaudire.
Senza farlo uscire dal nido, Giò si inclinò verso il mio viso, le tettine si adagiarono sul mio petto, allungò le gambe, facendo cura di non farlo scappare, ma duro come era, non ebbe alcuna difficoltà, la strinsi forte, il cuore le batteva ancora forte, passai le mani sul suo culetto accarezzandolo e dandole qualche piccolo schiaffetto, non so perché, non lo avevo mai fatto, ma quella rotondità così bella e liscia aveva scatenato il mio desiderio recondito.
– cosa ho fatto di male per picchiarmi
– niente, anzi sei stata meravigliosa
– devo essere sincera &egrave strano, ma &egrave anche bello, non lo avevo mai provato
– per la verità nemmeno io, ma hai un culetto stupendo
– grazie, sono contenta che le piaccia
Tutto quello che avevo fatto e ci eravamo detto ebbe l’effetto di ricaricarla, sentivo la figa che stava risvegliandosi, le contrazioni aumentavano, il lento dondolio sul mio ventre aumentava, e da un movimento di prolungamento dell’orgasmo divenne un inizio di cavalcata, sentivo il suo desiderio aumentare
– come fa a resistere, &egrave magnifico sentirlo così duro, non riesco a resistere
– non ti preoccupare, &egrave normale, ma &egrave anche merito tuo, sei tu che tiene acceso il fuoco del desiderio, o forse sono io che sono affamato
– sono contenta, forse ho molti arretrati da recuperare purtroppo con mio marito &egrave una questione di pochi minuti, senza preliminari, poi si gira dall’altra parte e dorme con un ghiro, senza preoccuparsi del mio desiderio appena acceso.
– Non credere che per me sia migliore, anzi forse &egrave peggio in quanto non sempre &egrave disponibile
– Perché non ci siamo conosciuti prima?
– Forse perché questa &egrave la vita, bisogna saper prendere quello che passa il convento
– Ha ragione, sapesse quante notti insonni a sognare incontri bollenti e ‘
– Cosa vuol dire quel e ‘?
– Niente, niente
– Non avere timore di parlare, ricordati in amore nulla &egrave proibito, tutto &egrave lecito, purch&egrave si sia in due a volerlo e a desiderarlo
– Ha detto giusto bisogna essere in due, ma io in questo caso sono sola con i miei sogni, con i miei desideri riposti nel cassetto, non potrei nemmeno pensare di poterli esternare, non li capirebbe
– E perché non cominci ora?
– Ho vergogna, non saprei da dove incominciare
– Prova a dire, con calma, cosa vorresti fare
– Non posso ragionare, quello che ho dentro non me lo permette
– Cosa vuol dire quello che hai dentro?
– Il suo corpo mi sta riempiendo il ventre e non riesco a pensare ad altro, cosa potrei sognare o desiderare ancora, ho goduto due volte, sento il desiderio aumentare e so che posso farlo ancora
– Se &egrave per questo, posso uscire e vedrai che riuscirai a ragionare diversamente
– Non la prego, non lo tolga
– Invece sì lo tolgo e vedrai che sarai contenta
Senza attendere la sua risposta uscì da quella stupenda figa.
– no, non doveva farlo
– benissimo, ora girati
– come mi devo mettere?
– Mettiti sul fianco
– Ma così non la posso vedere
– E’ vero, ma mi sentirai, sarò dietro di te, potrò strizzarti le tettine e sentirai il cazzo tra le natiche. Mi guardò con occhi languidi e un ampio sorriso, aveva realizzato cosa le sarebbe successo e decisamente la cosa l’eccitava.
Scese dal mio corpo si stese come avevo detto, riuscì a guardarla aveva una pelle che sembrava seta, il culetto magnifico, mi avvicinai, la baciai sul collo e un piccolo fremito percorso il suo corpo, le alzai una gamba e introdussi fra le cosce il gingillo, in modo che potesse sfregare le grandi labbra, passai le mani sul seno e iniziai a stuzzicarlo.
La cura iniziava a fare effetto, io ero fermo, era lei che si muoveva, mentre con una mano schiacciava il cazzo contro la passerina.
– amore &egrave bellissimo, spinga più forte
– se vuoi ti entro dentro
– non aspettavo altro
Ma io non volevo entrare davanti, volevo il suo culo e quindi cercai di trovare la posizione giusta
– no, la prego, lì no, non ho mai provato
– faccio lentamente, non ti farò male, vedrai che ti piacerà
– no, per favore lo faremo un’altra volta, ora no
Sentii che era troppo decisa e non volli insistere, sarebbe stato grave, avrei rischiato di rovinare tutto
– ve bene sarà per una prossima volta, allora sdraiati a pancia in giù a allarga bene le gambe.
– Subito
Iniziai dal collo e con la lingua percorsi tutta la schiena, il culetto si alzava e si abbassava come se avesse avuto dentro il cazzo, le allargai le natiche e la sua entrata proibita comparve, mi avvicinai con la lingua facendo dei cerchi, sempre più stretti, il punto finale era lì che mi aspettava e quando ci arrivai notai che mi aspettava.
Lo leccai per bene cercando di lubrificarlo poi appoggiai il dito e lentamente cercai di entrare sentendo la sua resistenza spostai il dito sulla figa che si aprì per ospitarlo, il suo bacino si alzò per farmi fare meno fatica
– più forte, la prego, più forte
Non l’ascoltai, tolsi il dito tutto bagnato e lo passai sul culo e con mia grande sorpresa non reagì, forse avevo trovato il modo per compiere quello che mi ero prefissato, ritornai dentro la passerina mi mossi velocemente provocandole un piacere immenso, se avessi continuato l’avrei fatta godere, ma volevo che avesse un orgasmo doppio, passai l’altra mano sotto la pancia prendendole il clitoride e strizzandolo
-che bello, ancora, stringa, spinga dentro per favore lo metta dentro tutto sto venendo
Era arrivato il momento giusto, l’altra mano si avvicinò al culo e senza aspettare oltre, con un colpo secco la penetrai.
Un grido enorme uscì dalle sue labbra, le gambe si chiusero e rimasi imprigionato dentro di lei , le mie dita si sentivano attraverso una piccola parete e dovetti resistere per non godere anch’io.
Il silenzio, rotto solo dal nostro ansimare, regnava nella stanza, avevo osato, l’avevo presa di sorpresa, ero felice, ma non sapevo ancora se la cosa era stata gradita, da come mi teneva imprigionato dentro avrei dovuto pensare di sì, ma volevo la conferma dalla sua viva voce. Il suo culo era bollente, mi mossi lentamente per poter uscire, ma lei senza parlare, strinse ancora più forte le cosce, quindi due erano le cose, o le avevo fatto male e quindi cercava di ritardare il più possibile l’uscita o le era piaciuto così tanto che voleva prolungare nel tempo la gioia che aveva provato.
Decisi di stare al gioco, e in completo silenzio rimasi fermo, quasi immobile, solo il mio cuore batteva impazzito e il cazzo che svettava verso l’alto in cerca si sollievo tutto il resto era in attesa del suo risveglio.
– &egrave stato contro la mia volontà, la le garantisco che &egrave stato meraviglioso
– Buongiorno ben ritornata, ancora un po’ e avrei avuto bisogno di aiuto, mi stavano atrofizzando le mani
– mi scusi, ma &egrave stata una cosa meravigliosa, non avevo mai provato una tale intensità.
Mentre parlava, sentii le cosce allentare la presa e le mie dita uscirono da quel corpo stupendo e voglioso
– sono contento che ti sia piaciuto, ma non pensare che abbiamo finito
– non mi sfiora nemmeno l’idea, ho ancora tanta voglia, anche se non essendo abituata a questo trattemento mi sento le gambe molli
– ci penso io a risvegliarti
La feci girare a pancia in su, ammirando il suo viso rosso come un peperone, il corpo scosso ancora ma pronto ad una nuova battaglia, gli occhi chiusi, avrei voluto essere dentro la sua testa per capire cosa le passava, ma dal sorriso stampato tra le labbra potevo pensare che stava bene e che aveva gradito il nuovo trattamento.
La sua mano scese lentamente fra le cosce, si accarezzo la passerina in un modo meraviglioso ed eccitante, sembrava che volesse farsi un ditalino, rimasi ammutolito.
Aprì gli occhi, regalandomi il più meraviglioso dei sorrisi,, allungò le braccia e
– poi ricomincia,mo, ma ora la prego desidero sentirla sopra di me, voglio sentirmi schiacciata, voglio sentire il caldo della sue pelle sulla mia.
Scesi lentamente, sino a coprirla tutta e come due calamite le nostre bocche si unirono in un bacio di amore ma anche carico di desiderio, il cazzo era schiacciato contro il suo ventre, si stava agitando, lei lo sentì, scese con la mano e lo spostò fra le cosce, speravo che se lo volesse infilare, ma invece era solamente fra il suo folto e nero cespuglio, sentivo la passerina umida, cercai di muovermi per darmi un po’ di sollievo, era tanto duro che quasi mi faceva male.
– No, la prego, non si muova, dopo farò quello che vuole ma ora stia fermo, non ho mai provato un piacere così intendo, purtroppo non sono abituata
– Perché mi dici così
– La prego, ora no, non voglio parlare, le prometto che dopo le spiegherò tutto.
Le chiusi la bocca con un bacio, lasciando in sospeso la domanda, lei capì che mi aveva convinto, serrò al massimo le cosce e mi strinse forte a sé.
Non ricordo quanto durò quel bacio, ma ricordo benissimo che dovetti fare grandi sforzi per non godere, anche perché ora era lei a muoversi, sentivo la passerina che sfregava lungo l’asta, le sue mani stavano giocando con le mie natiche, cercando di introfularsi ed arrivare al mio buchino.
– lo metta dentro, voglio sentirlo sino in fondo
– la vaporiera era calda, era pronta a rimuoversi
– no tesoro, ora aspetti e fari quello che ti dico
– tutto quello che vuole, non posso stare ferma
Bene ora alza le gambe, così brava.
Le presi le gambe divaricandole al massimo e spingendole verso di lei sino a farle toccare il letto, poi scesi e iniziai a leccarle la figa.
I suoi occhi chiusi e il suo ansimare mi fecero capire che era in paradiso e quindi era ora di tentare, scesi lentamente con la lingua e le leccai il culo
– ma cosa fa, per favore lì no
Come se le non avesse parlato, imperterrito continuai
– la prego, si fermi, non voglio, ma &egrave meraviglioso, basta, basta mi sta fecendo morire
Il suo buchino si stava dilatando, avrei potuto infilare il mio gioiello ma decisi di soprassedere, era aperto ma non abbastanza per ospitarmi, allora decisi di farla gridare di gioia e senza smettere di leccare le infilai due dita nella passerina e la piccola ebbe uno stupendo orgasmo.
Occhi chiusi, il viso gioioso, il corpo inerme, tutto denotava quello che poteva aver provato, sicuramente la sua mente stava lavorando e forse voleva riporre in un angolo segreto tutta la gioia provata certo i piaceri del sesso sono immensi e meravigliosi ma se oltre a questo vi &egrave anche il contributo dell’amore la miscela &egrave pronta, anzi diventa esplosiva.
Un incontro di amore, anzi di sesso ma senza amore &egrave come bere un meraviglioso vino in un bicchiere qualsiasi, anche lui lo si può bere e fa piacere ma solo nel suo giusto bicchiere, si può raggiungere il massimo del connubio e della esaltazione delle papille gustative.
Tutta questa riflessione avvenne sempre guardandola e fu in quel momento che mi accorsi che la amavo veramente, sentivo il suo profumo di donna entrare nelle narici ed avvolgermi il cervello, una meravigliosa sensazione,mai provata.
Vidi i suoi occhini aprirsi e un sorriso meraviglioso mi fecero tornare al presente, ero veramente innamorato, mi resi conto che non potevo sbagliarmi.
– per favore non stia lì fermo, venga sopra di me, ho bisogno assolutamente di sentire il suo corpo, voglio toccarla, voglio spiccicarla, voglio essere sicura di non essermi addormentata e di sognare quello che ho sempre desiderato ma mai avuto
– non mi dirai che tuo marito ti trascuri?
– Non posso dire che mi trascura ma per lui non &egrave possibile fare certi giochini, il tutto dura pochi minuti e il più delle volta non riesco neppure ad avere un orgasmo, poi lui si gira, si addormenta e io rimango sola con tutta la voglia repressa
– Ma succede sempre così?
– Da quando siamo sposati posso contarle su una mano quando ha impiegato più di due o tre minuti a godere, togliendomi così il tempo di godere anch’io e questo succede sempre quando lui non ha voglia e io lo stuzzico sino a quando si decide a mettermelo dentro, ma gli ci vuole molto tempo per concentrarsi
– Se poi pensa che lo vuole fare sempre al buio, non ho neppure la possibilità di eccitarmi a vedere il suo corpo nudo, non posso vedere neppure il suo coso che forse mi aiuterebbe.
– Quindi devo dedurre che sei proprio insoddisfatta
– Oggi sì, sento di essere insoddisfatta, finalmente ho potuto capire la grossa differenza, oggi so che posso avere e che posso dare tanta gioia, mi sembra di essere un’altra persona
– Scusa, ma quando ti capita di avere voglia e lui invece dorme come fai?
– Come le ho detto prima, cerco di stuzzicarlo e qualche volta ci riesco
– E quando non ci riesci?
– Mi giro dall’altra parte, cercando di dormire, poi quando sento di non riuscire a calmarmi, mi alzo vado in bagno, al buio, apro la finestra e guardandomi in giro lascio che la mano scivoli fra le gambe e mi masturbo
– Mi piacerebbe vederti quando ti masturbi
– Credo che mi sentirei un po’ imbarazzata
– Non pensarsi, affronteremo il problema la prossima volta.
Guardai l’orologio e mi accorsi che erano le undici, per me non era un problema ma per lei?
Scusami, ma sono quasi le undici
Non ci sono problemi, non si ricorda che le avevo detto che la bambina l’avrebbe presa mia madre?
– hai ragione, non mi ricordavo
– visto che abbiamo ancora tanto tempo, propongo di fare una bella doccia, così riprendiamo tono, ammesso di averne bisogno.
– Perfetto
Ci alzammo dal letto e mano nella mano ci dirigemmo in bagno, arrivati davanti allo specchio la fermai, mi misi dietro a lei allargandole le cosce, in modo che il cazzo potesse strofinarle la passerina, presi i suoi seni a piene mani, prima delicatamente, poi strizzando i capezzoli, mentre con la lingua disegnavo cerchi sul collo, il suo respiro si fece affannoso, le passi una mano sulla passerina accogliendo con gioia il gridolini di piacere
– meraviglioso, stupendo
Era caldissima, ero arrivato il momento magico, potevo chiederle qualsiasi cosa
Ora chiudi gli occhi e lascia che le tue mano scendano sulle fighetta e masturbati
Non posso, ho vergogna
Fai come se io non ci fossi
Ccome faccio, sento il cazzo che mi tormenta
Tolsi la mai mano, tornando al capezzolo, strinsi forte doveva sentire male ma ero sicura che avrebbe ceduto e così fu, la sua mano si impossessò del cazzo iniziando a strofinarlo sulle grandi labbra, lo specchio mi stava donando un immagine meravigliosa ma non avevo ancora raggiunto quello che volevo, misi in bocca le mie dita e poi le passai sui capezzoli irti e rossi e la cura sortì il suo effetto, Giò spalancò le cosce, con una mano mi massaggiava il pene, mentre con l’altra iniziò a masturbarsi e final,mente alzò il viso, i nostri occhi si incrociarono e le sue labbra abbozzarono un sorriso ma subito dopo furono prese dal vortice della passione sino a quando anche l’altra mano andò in soccorso e per gioire dell’imminente orgasmo.
Era meraviglioso vedere quello che l’amore ti può donare, un momento così intimo, fatto davanti agli occhi del suo amore, vedere e sentire il suo orgasmo senza nemmeno toccarla, sentire il suo corpo contro il mio in un totale abbandono fatto di gioia immensa.
Ero allo stremo della tensione, lentamente le feci piegare in avanti, mi bagnai il pistolone e puntai diritto al cuore, ora era lei che mi guardava con voglia e desiderio entrai fino in fondo, rimasi un attimo fermo, mentre i nostro occhi si incrociarono sorridendosi.
– spinga forte, dai non si fermi
– sei meravigliosa, sei meravigliosa hai una figa bollente
– forte più forte, sto venendo
– anch’io
Silenzio, occhi chiusi, cuore che batte all’impazzata, devo appoggiarmi al suo corpo,, altrimenti rischio di cadere e mi lascio andate, la figa ha dei sussulti, la sento stringersi attorno al cazzo cerco la sua bocca avidamente devo assolutamente baciarla, devo farle capire quanto &egrave stato meraviglioso
Le sua mani mi si avvinghiano, stringendo sempre più forte i sensi si stanno risvegliando
– lo tolga per favore e si sdrai
– cosa vuol fare?
– Non faccia domande, esegua e non se ne pentirà.

Sfilo lentamente il gioiello, ancora decisamente in buone condizioni e mi sdraio come lei mi aveva detto, vedo la sua testolina avvicinarsi mentre lo prende in mano delicatamente, la lingua sta leccandomi l’interno della cosce e poi i testicoli, chiudo gli occhi, sento il desiderio farsi avanti ma non faccio in tempo a pensare cosa farà che &egrave già sparito nella sua bocca.
I suoi occhi mi stanno scrutando,, vuol vedere la mia reazione, cerco di resistergli, ma la lingua &egrave meravigliosa, &egrave riuscita a farlo rivivere, ora abbandona la mano, succhia e morde, non sono in grado di muovermi, vorrei toccarla ma &egrave troppo bello, mi abbandono ai piaceri che mi sta regalando, voglio lasciarmi usare, se continua così fra poco esploderò.
Ma lei aveva calcolato tutto, riuscii a percepire che stavo scivolando verso il dolce oblio e si fermò.
– no caro, non &egrave ancora ora, prima devo divertirmi io
E così dicendo strinse forte alla base del pene, facendomi avere un dolore tremendo che fece scappare la voglia di godere
– le ho fatto tanto male?
– Non tanto (che bugiardo, volevo fare il duro) però se la tua intenzione era di bloccarmi devo dire che ci sei riuscita
Mi spiace ma &egrave l’unico sistema per interromperti, voglio gustarmelo per bene, dovrai godere solo quando lo decido io
– allora accomodati
Con una mano mi chiuse gli occhi e poi le sue labbra si incollarono alla mia bocca, sentivo il sapore del cazzo, non era poi male, mi eccitava, poi scese a succhiarmi i capezzoli, era veramente piacevole, mi lasciai andare, cullato dal movimento della lingua, sino a quando non sentii la potenza dei suoi dentini che si stavano divertendo a torturarmi.
Lei indifferente, malgrado le avessi fatto capire che mi stava facendo male, continuò a mordicchiare, mi stavo abituando al dolore, la mia mente tornò a una frase letta su un giornale, che anche il dolore se voluto ed accettato, può tramutarsi in dolce sensazioni naturalmente si parlava di dolore provocato dai giochi amorosi.
Mi lasciai andare, pensando alla gioia che la invadeva, era tutta lei, stava facendo al mio corpo tutto quello che desiderava, era sola, io non esistevo, ero solamente un mezzo per farla eccitare e da come si dimenava, la cosa le stava piacendo e molto. Mentre io stavo provando cosa voleva dire essere usato non potevo muovermi, non potevo godere, non potevo lamentarmi e chiederle di farmi godere, non potevo capire quanto &egrave meraviglioso essere desiderato e essere la fonte della sua gioia.
Poi di colpo si fermò, si alzò e mi guardò negli occhi senza aprire bocca, il suo sguardo era intento, sembrava volesse sfidarmi, era lei che conduceva il gioco, era a gambe aperte sopra al mio corpo la meno scese lentamente verso la passerina iniziando a masturbarsi, era una visione meravigliosa, ma anche difficile, avrei voluto toglierle la mano e affondare il mio viso sentivo il desiderio farsi sempre più forte, ma dovevo restare immobile.
– ora tesoro dovrai sostenere la prova più difficile, se riesci a non godere, potrai farmi tutto quello che vorrai, sarò la tua umile schiava.
– Sorrisi
Sorrisi, già pensavo a cosa le avrei fatto, le avrei restituito con gli interessi quello che mi aveva fatto
– bene ora ti cavalcherò, non devi muoverti, farò tutto io
Come da accordi feci cenno, con la testa, di aver capito e che ero pronto e chiusi gli occhi perché non volevo vedere cosa avrebbe fatto, ma volevo che tutti i miei sensi si attivassero per scoprirlo ed assaporarlo.
Una brezza di aria calda mista a un profumo che non si può dimenticare giunsero alle mie mani e subito dopo due labbra tenere e bagnate si posarono sulla mia bocca
– lecca tesoro, succhiami, così bravo, vai fino in fondo, ancora,, ancora, più forte, non smettere, sei meraviglioso, fermati, basta, basta non voglio godere.
– Ritirai la lingua, un attimo di sosta e poi la sua figa inizi a strofinarsi sul mio viso si fece penetrare dal mio naso iniziando a muoversi come se avesse dentro il cazzo.
Facevo fatica a respirare, ma dove resistere, volevo che mi dicessi che non riusciva più a desistere ma sapevo che non l’avrebbe mai fatto.
Di colpo si staccò e la sua lingua iniziò a leccarmi il viso, un bacio meraviglioso era l’unico motivo di questa tregua, oppure voleva qualcosa?
Mentre le nostre bocche erano unite, il mio cazzo in poerfetta erezione ebbe una dolce e umida visita, la porcona si stava impalando senza nessuna fatica, entrò fino in fondo e si fermò.
Era meraviglioso, sentivo la figa stringere il bastone, le nostre bocche continuarono e rimanere incollate, poi un lento movimento e il suo respiro accelerato mi fecero capire che la sua fine era molto vicina.
Era una situazione meravigliosa, mi sentivo dominato anzi usato al suo piacere, i suoi movimenti erano misurati unicamente per lei, io dovevo subire, non avevo nessuna possibilità di muovermi, fu in quel momento che compresi la gioia di una donna quando sente di essere prese senza possibilità di muoversi.
Il respiro si fece più intenso, sino a quando mi cadde addosso in un dolce abbandono.
La calma dopo la tempesta mi lasciai cullare dai brividi di piacere meraviglioso, il suo petto sussultava, le sue gambe strette attorno al trofeo, chiusi gli occhi e in silenzio la strinsi contro il mio corpo.
Sono passati tanti anni da quei meravigliosi giorni, ci siamo anche persi di vista, in quanto io ho dovuto cambiare lavoro e anche città, ma per un fortuito caso ci siamo rincontrati.
Logicamente sono cambiate tante cose, ma non sono cambiati i nostri cuori e neppure i nostri desideri e quindi stiamo rivivendo la meravigliosa storia di sesso, ma soprattutto di grande amore.

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