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Un brusco risveglio

By 13 Settembre 2015Dicembre 16th, 2019No Comments

I primi raggi di sole del mattino investono con fare prepotente il mio viso, portandomi ad aprire gli occhi e prendere piena coscienza dell’inizio di un nuovo giorno. Nudo, avverto il mio membro in parziale erezione adagiato tra il mio corpo e il materasso. Di fronte al mio volto il tuo, ancora immerso nel sonno, coi lunghi capelli a nasconderne una parte, e il lenzuolo stropicciato a coprire la tua candida pelle. Le tue labbra appena schiuse vibrano quasi impercettibilmente, e il respiro lento e regolare fa si che il tuo corpo prono sollevi a un ritmo costante il velo di cotone che lo cela al mio sguardo.
Penso a ieri sera. Penso a tutte le volte che possiedo il tuo corpo e te. La tua foga animalesca stride con lo stato di quiete nel quale versi. Vedo la tua espressione, ora distesa e rilassata, e la immagino contratta dagli spasmi del piacere. Intuisco, sotto le lenzuola, il tuo corpo abbandonato, e lo bramo teso e sudato, avvinghiato a me. Un fremito mi corre lungo la schiena, fino ad attraversarmi un pene che sento indurirsi al solo pensiero di possederti.
Ci sarà altro tempo per dormire, non questo. Non posso essere l’unico animale sveglio in questo letto.
Lascio scorrere il lenzuolo sulla tua pelle, donandoti un brivido. Fino a lasciarti scoperta e nuda.
Con gli occhi percorro il tuo corpo, le tue forme, la tua carne. Per un attimo penso di svegliarti dolcemente, baciandoti piano, fino a giungere al tuo sesso e suggerne le gocce saporite.
Ma ora non sono un uomo a letto con la sua donna. Sono un animale che giace con la sua femmina.
Fisso i miei occhi sul tuo viso, lasciando scorrere la mia mano lungo la tua schiena. Arrivo al tuo sedere, soppesandolo, apprezzandone la pienezza, la forma, la setosità. Con un dito percorro l’incavo tra le tue natiche, oltrepassandole per fermarmi tra le tue cosce. Lo spazio è sufficiente per permettermi di accarezzare le grandi labbra, giocarci. Sei ancora asciutta ma calda. Un dito scompare con facilità tra le tue carni. Non ti svegli, eppure la tua bocca sembra piegarsi in un sorriso appena accennato.
Il mio indice scava nel tuo sesso accogliente, ne riaffiora, solo per un istante. Il tuo respiro non ci mette che qualche manciata di secondi a farsi sensibilmente più pesante. Le tue palpebre a tremare, prima di rivelare le due pietre preziose che nascondevano. Sei già umida quando la nebbia del torpore, diradandosi, lascia il posto a quella del piacere. Il tuo sorriso si fa più largo, il tuo sguardo malizioso, il tuo respiro affannato, mentre le mie dita prendono ad affondare in due dentro di te, con veemenza. Quando serri le cosce attorno alla mia mano, la strappo via dalla tua intimità, godendomi il tuo sguardo quasi supplichevole. Passo le mie dita, intrise dei tuoi succhi, sulle tue labbra e, quando provi a prenderle in bocca, le sottraggo alla tua fame, lasciando che la sfoghi su di me. Lasciandomi assaporare i tuoi baci famelici conditi dai tuoi umori salati eppure dolcissimi.
Mentre ci mangiamo a vicenda, i tuoi capelli divengono preda della mia mano. Ti stacco da me e, fissandoti negli occhi, ti trascino verso il basso, al cospetto del mio membro ormai al culmine del suo turgore. Spalanchi la bocca, con la lingua abbracci l’asta, un attimo prima di portare le tue labbra a contatto col mio grosso glande, permettendomi di invadere la tua bocca e la tua gola della mia virilità. Con te, docile tra le mie mani e così arrendevolmente disposta a farti usare per il mio piacere, inizio a scoparti con tanta foga da lasciarti quasi senza fiato. Sento, affondo dopo affondo, la tua mascella abituarsi alle mie dimensioni, la tua saliva bollente cospargere la mia asta, fino a colare sul tuo mento e sul mio pube. I tuoi occhi nei miei, due fiamme ardenti e selvagge, mi spingono a non frenare i miei istinti. Mentre stringi una mano attorno a una mia coscia, l’altra la porti tra le tue, a tormentare il tuo sesso pronto a subire lo stesso trattamento della tua bocca.
Quando i tuoi gemiti si tramutano in gorgoglii saturi di saliva, quando sento distintamente la tua figa ridotta a un lago incandescente essere violata con fervore dalle tue dita, quando avverto il mio cazzo sul punto di esplodere, ancora una volta interrompo il tuo piacere e, stavolta, anche il mio.
Ma solo per un momento. I pochi secondi necessari a trascinarti con me in piedi sul pavimento. A farti chinare in avanti e prenderti da dietro. Il mio membro, gocciolante della tua saliva e il tuo sesso, zuppo dei tuoi umori viscosi, s’incontrano e si scontrano. Senza riguardi, come si conviene a due animali vogliosi l’uno dell’altro. Con una mano stringo ancora i tuoi capelli, l’altra la serro attorno alla tua vita mentre i miei colpi si fanno sempre più violenti, rapidi e profondi. Di tanto in tanto non resisto dal cercare il tuo seno, stringendolo per arrestarne i sobbalzi.
Il tuo sguardo fisso nel mio, il mio sesso a violare brutalmente il tuo, le mie mani ad appropriarsi di ogni parte del tuo corpo. I tuoi gemiti, le tue urla. I miei incitamenti, le mie spinte. Tutto sempre più rapido, più confuso, più intenso. Fino a sentire la tua figa bollente contrarsi spasmodicamente attorno alla mia erezione, la tua voce farsi più acuta e le tue gambe cedere nell’esatto momento in cui fiotti del mio piacere si riversano dentro di te.
Ti accasci sul letto, rotolando fino a metterti supina. Lasciandomi spazio per caderti accanto.
Dal tuo sesso fuoriescono rivoli di sperma, sulla tua pelle di madreperla si notano i segni lasciati dalle mani che ti hanno stretta e costretta fino a poco prima. Un sorriso sul tuo volto. Lo bacio, scostandoti i capelli che il sudore ti ha appiccicato alla fronte.
Sorrido anch’io ora. Ora che sei proprio come ti immaginavo poco fa. Stremata, appagata, sazia.
Come me.
Anche se solo per poco tempo.
Come me.

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