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Racconti Erotici EteroTrio

Un lavoro sorprendente – Parte II

By 22 Giugno 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

Da quell’incontro con Paolo erano passati alcuni giorni e ciò che avevamo condiviso non si era più ripetuto in quanto non ce n’era stata l’occasione ma sentivo i suoi occhi posarsi su di me quando eravamo nella stessa stanza.
Una mattina stavo terminando di lavare il pavimento quando Andrea mi chiamò.
-Appena hai finito vieni in magazzino e portami la merce avariata-
Asserii con la testa e continuai ciò che stavo facendo quando terminai andai da lui, spensierata aprii la porta.
-Andrea’- le parole mi morirono in gola, entrando lo scorsi in canottiera ‘I prodotti scaduti sono già in magazzino- terminai restando ferma sull’uscio, il pensiero che i due gemelli si fossero parlati fece capolino nella mia testa, scossi il capo sbarazzandomi di quell’idea assurda.
-Allora dove sono?- sorrise nel vedere il mio imbarazzo ‘Su muoviamoci che fra una mezzoretta si va a pranzo-
-Si certo- dissi avanzando verso il lato destro del magazzino con l’aria più tranquilla che riuscissi ad avere ‘Eccoli qua- indicai i tre scatoloni contenenti la merce da buttare.
-Bene, mettiamoli su questi altri-
Aiutandoci a vicenda spostammo tutto in venti minuti, tornai verso il fondo per accertarmi che era stato tutto spostato quando mi girai per tornare indietro mi ritrovai faccia a faccia con lui.
-Abbiamo finito- lo guardai in viso.
Lui non rispose ma avanzava obbligandomi a indietreggiare fino a quando impedita nei movimenti caddi seduta su una fila di scatoloni.
-Che ore sono?- cercando una via di fuga mi appoggiai da qualche parte per alzarmi.
-E’ ancora presto- e così dicendo mi aprì le gambe e mi tirò verso di se, per un attimo ebbi paura, quella paura che nasce dalla consapevolezza di ciò che sta per accadere la stessa paura adrenalinica che contribuiva a farmi bagnare.
-No Andrea- cercai di ribellarmi ma lui mi afferrò le mani i mi bloccò con il peso del suo corpo mi baciò il collo mentre spingeva il bacino facendomi sentire la sua voglia ‘No’- insistetti senza convinzione lasciando andare un sospiro.
-Credi di aver libertà di scelta?- disse mentre trattenendomi i polsi con una sola mano portò l’altra a stringermi i seni ‘Vuoi disubbidire al capo?- strinse ancor di più facendomi gemere dal dolore poi con urgenza mi sbottonò i pantaloni e mi fece voltare a pancia in giù.
Quelle parole e i gesti mi allarmarono e l’idea di essere scopata con forza mi inebriò.
-No!- lo supplicai mentre le sue mani mi accarezzavano il culo capii che nel frattempo si era abbassato i pantaloni percepivo il suo membro caldo e duro fra il solco delle mie natiche, a separare i nostri sessi solo il sottile tessuto del perizoma; tutto successe velocemente la sua mano sinistra tappò la mia bocca mentre con la destra spostò il lembo di tessuto per potermi prendere con un unico colpo.
Le mie grida di dolore per la scarsa umidità del mio sesso e per la dotazione di Andrea furono smorzate dalla sua mano, la fitta era così forte che alcune lacrime mi rigarono le guance e questa mia reazione non fece altro che eccitarlo ancor di più, cercai di divincolarmi ma mi bloccò i polsi dietro la schiena continuando a scoparmi con rabbia spingendosi completamente in me non lasciando alcun movimento e nonostante questo incominciai ad eccitarmi; più mi sbatteva e più sentivo che il dolore lasciava il passo al piacere, una mano mi teneva ferma e l’altra si posava sonoramente sulle mie natiche schiaffeggiandomi con forza.
-Ahiii- gemetti
-Zitta!- e un’altra sonora percossa si abbatté su di me mentre le sue spinte diventavano sempre più veloci e ben assestate mi mordevo le labbra trattenendo i gemiti.
-Voltati- imperò uscendo da me e puntandomi il cazzo verso la bocca, senza aspettare altro lo presi fra le labbra succhiando golosa e la sua mano sulla mia testa mi obbligava il ritmo per poi trattenermi costringendomi ad ingoiare il suo maschio piacere fino all’ultima goccia.
Ci ricomponemmo e mentre camminavo percepivo un lieve bruciore fra le cosce.
-Muoviti che è ora di chiudere- disse con un sorriso perfido io lo guardai ma non risposi mi tolsi il camice e prendendo le mie cose tornai a casa ripensando agli ultimi avvenimenti.

I giorni successivi trascorsero tranquilli, le mattinate e i pomeriggi si susseguivano veloci, un pomeriggio mi ritrovai con tutti e tre in salumeria e mentre sbrigavo le faccende non sapevo dove guardare dovunque mi voltassi c’erano uno di loro che mi spogliava con gli occhi ed io cercavo di fare finta di nulla.
-Adele?- Giorgio mi chiamò.
-Si?- con un’espressione un po’ preoccupata mi voltai verso di lui.
-Vieni qui da me che ti insegno ad usare l’affettatrice-
-Sicuro che sia pronta?-
-Lo sarai’-
La sua affermazione mi parve ambigua e incuriosita lo raggiunsi, iniziò a spiegarmi a cosa servissero i vari tasti.
-Tu metti qui il prosciutto- iniziò a spiegare lasciando fare a me ciò che spiegava ‘L’accendi e lasci scorrere la carne sotto la lama-
Silenziosa facevo ciò che mi insegnava.
-Hai un talento naturale, hai già imparato- e mentre pronunciò queste parole si fermò dietro di me, sentivo il suo inguine contro le mie terga ‘Poi prendi le fettine con l’apposito aggeggio-
-Si- dissi con tono basso e concentrato.
-Si?- anche la sua voce si era abbassata mentre mormorava contro la mia guancia ‘Vedrai quando lo griderai-
Il suo dire mi lascio ammutolita ogni volta era una nuova scoperta, si separò da me quando ci raggiunse Paolo.
-Giorgio bisogna andare a prendere certe scorte al secondo deposito- disse mentre gli passava una lista.
-Avrò bisogno di un aiutino- confermò arricciando le labbra ‘Adele vieni con me-
-Lasciala qui-
-Ho detto che necessiterò d’aiuto e mi serve il suo- affermò con tono che non ammetteva repliche.
Salimmo in auto e dopo circa quindici minuti arrivammo al deposito, durante il breve viaggio non mi aveva rivolto la parola ed io restavo silenziosa timorosa di risvegliare qualche desiderio in lui, scendemmo e aggirando un palazzo ci ritrovammo innanzi ad un piccolo stabilimento aprendo la porta mi fece strada salendo una breve scala, la stanza in cui entrammo era immersa nella semi oscurità e la temperatura era un tantino bassa e d’istinto mi strinse nelle spalle.
-Freddo?- mormorò accarezzandomi la guancia.
-Un po”-
-Povera bimba’- e così dicendo abbassò il capo e mi baciò delicatamente mentre con abili gesti mi sfilava la giacca spingendomi con calma fino a bloccarmi fra lui e il muro.
Le sue labbra divenivano man mano più esigenti, prima sfiorò il contorno della mia bocca con la lingua e poi la varcò rincorrendo la mia, le sue mani si muovevano leggere e al tempo stesso padrone sul mio corpo con un solo gesto mi sfilò il maglioncino lasciandomi in reggiseno.
A contatto con la parete fredda mi spinsi verso di lui che a sua volta mi premette contro il muro per reazione rabbrividii.
-Fra un po’ non ti interesserà il freddo della parete- sogghignò mentre scendeva a baciarmi il collo ed intanto una sua mano mi aveva slacciato i pantaloni ed era sparita all’interno.
-Mhmmm- gemetti trattenendo il respiro per il piacere del suo tocco, le sue dita che mi profanavano e la sua bocca che mi baciava e leccava il collo mi stavano facendo perdere la testa; desiderosa di sentirlo sotto le mie mani cercai il suo inguine e con veloci gesti liberai la sua erezione da inutili orpelli lasciando scorrere le mie dita sull’asta.
I suoi sapienti tocchi mi facevano bagnare sempre di più, con movimenti sicuri stringeva torturandomi il clitoride.
-Ahhhh- ansai.
-Voglio sentirti urlare-
Ora le sue dita scivolarono dentro di me, prima uno poi due e per colpa dei pantaloni che ancora indossavo la penetrazione risultava difficile ma lui insisteva infilando anche un terzo incurante di farmi male, mi lasciavo scopare dalla sua mano mentre lo stringevo con ardore nella mia; sentivo le gambe di burro per il piacere che mi donava.
-Ti prego’-
-Cosa?-
-Ohh ti prego-
-Dimmelo!- imperò contro il mio orecchio con voce bassa e suadente.
-Ti prego scopami- il mio corpo diventava sempre più esigente.
Così come aveva iniziato si fermò lasciandomi vuota, si portò le dita alla bocca e le succhiò rumorosamente poi le avvicinò alle mie labbra e succhiai a mia volta.
-Fra non molto il tuo sapore sarà sulla mia lingua- bisbigliò prima di baciarmi con passione, mi prese per mano e mi portò verso un tavolo che giaceva sul fondo della stanza, con movimenti agili mi spogliò e mi adagiò sopra; prima mi mordicchiò i capezzoli suggendoli con voracità poi scese sul mio addome lasciando un’umida scia sulla mia pelle fino a fermarsi sulla mia fighetta e stuzzicare con la lingua il mio bottoncino di carne e a tormentare, con misurati morsi, le piccole labbra facendomi contorcere dal piacere.
Spogliandosi con urgenza mi raggiunge anche lui sul tavolo, si adagiò su di me ed io lo accolsi divaricando le gambe, la cappella spingeva contro la mia femminilità e Giorgio con snervante calma mi penetrò lasciandomi gustare la sensazione di pienezza interamente, si spinse con forza tanto in fondo da sentirlo sbattere contro la più profonda parete e con la stessa lentezza si separò da me trascinandomi su di lui.
-Voltati al contrario- ordinò.
Seguendo le sue direttive mi mossi sedendomi su di lui, io con la bocca sul suo cazzo e lui con la bocca contro la mia figa; la sua lingua mi leccava per bene mentre io lo lasciavo entrare ed uscire fra le mie labbra, più lui mi dava piacere più io succhiavo con forza eccitata sempre di più mi spingevo contro il suo viso e le sue mani mi aprivano per bene mentre mi scopava con la lingua.
Intenta a lasciarmi leccare e succhiare a mia volta non mi resi conto che nel frattempo qualcuno ci aveva raggiunti, mi accorsi di Paolo ed Andrea solo quando sentii le loro mani su di me, un breve sguardo gli rivolsi continuando a dar piacere a Giorgio.
Le loro mani si rincorrevano fra le mie cosce, uno mi leccava mentre gli altri mi penetravano con le dita e mi mordicchiavano le natiche, quando poi mi ritrovai a pochi centimetri dal viso un altro cazzo senza indugiare mi occupai anche di lui.
Giorgio ad un tratto smise di leccarmi e sistemandosi dietro di me mi penetrò con un colpo secco scivolando perfettamente dentro aggrappandosi ai miei fianchi mi scopava con foga mentre io ero occupata a fare un pompino ai gemelli che si godevano le mie attenzioni.
La mia bocca si muoveva dall’uno all’altro mentre il loro fratellone mi sbatteva con forza aprendomi per riempirmi per bene, la mia lingua scorreva da un’asta all’altra fino a scendere verso i loro testicoli per leccarli e succhiarli.
Ad un certo punto mi voltarono in modo da essere a pancia in su Paolo e Giorgio si scambiarono i posti, circondata dalle loro attenzioni mi sentivo un giocattolo usato a loro piacimento e questo mi piaceva da matti mentre uno mi scopava gli altri mi torturavano i seni palpando e stringendo, i miei gemiti erano soffocati dai loro cazzi che si rincorrevano fra le mie labbra i loro maschi profumi mi inebriavano.
Sentivo l’orgasmo trasportarmi verso vette più alte ma i miei ansiti si perdevano smorzati dalle esigenze dei fratelli, per esternare il mio piacere mi restava solo stringerli nelle mie mani mentre la mia bocca scorreva su di loro, li sentii fremere per poi percepire il sapore della loro essenza riversarsi nella mia bocca e colare sul mio mento pochi secondi e anche il terzo si unì ai primi due fondendo sulla mia lingua un sapore senza eguali, golosa li leccavo senza perderne neanche una goccia’

Molto dopo ritornai a casa interamente indolenzita ma profondamente soddisfatta per…’l’avanzamento di carriera’.

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