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Racconti Erotici Etero

Un pomeriggio di studio tutto particolare….

By 30 Maggio 2015Dicembre 16th, 2019No Comments

&egrave domenica pomeriggio e mentre tutta la mia famiglia &egrave andata fuori a pranzo dai soliti parenti io sono a casa da solo a preparare un esame. Studio sul tavolo della cucina, davanti a me ci sono pile di libri e quaderni, fogli pieni di appunti, un paio di matite, il computer e una tazza di cioccolato. La sorseggio poco a poco per quanto &egrave bollente, all’improvviso sento il cellulare squillare. “Ciao! Ti va di ripetere insieme?” Scrive Giulia, una delle ragazze più belle che conosca: un metro e sessanta dalla carnagione nivea, lunghi capelli scuri che mettono in risalto i suoi occhi chiarissimi. Le dico di sì e la invito a casa mia. Lei &egrave il sogno erotico di chiunque e non passa tempo che sono già a scrivere a tutti i miei amici che Giulia verrà da me, ricevo i consueti consigli “scopatela forte, buttaglielo in culo, sborrale in faccia”. Soliti cliché da porno, solite stronzate che mi fanno ridere ma che vorrei si realizzassero e così sento la voglia di scopare Giulia crescere sempre di più. Ho bisogno di scaricare la tensione, apro internet e mi vedo un porno seduto sulla sedia col pene fuori dai pantaloni mentre lo armeggio nella mia mano. Osservo il video e cerco di figurarmi il viso di Giulia nell’attrice che in questo momento lo sta prendendo golosamente in bocca mentre lui muove il bacino e lei ad ogni spinta succhia e ingoia. Suona il campanello e io mi sto ancora masturbando, sudo freddo per paura che qualcuno mi scopra. Velocemente chiudo RedTube, abbasso il monitor del pc, mi alzo col cazzo ancora duro e mi tiro su pantaloni e mutande con la cappella che sporge dai boxer ma almeno ho una camicia che copre il rigonfiamento. Vado ad aprire la porta e Giulia si presenta con degli stivaletti che la fanno più slanciata, gambe lisce come la seta interrotte dalla gonna di un vestito nero con dei fiorellini bianchi, una scollatura a V che mette ancora più in risalto la sua quarta abbondante su cui struscerei volentieri il mio fallo, e delle sottili spalline che lasciano scoperte la sua pelle che desidero baciare a non finire. I capelli sono legati in una cipolla tenuta salda da una matita e così il suo viso é perfettamente irradiato dal sole che ne delinea la sua delicatezza e mi ispira voglia di accarezzarla. La faccio entrare in casa, la porto in cucina dove sul tavolo ho tutto il necessario per studiare e iniziamo a ripetere seduti uno affianco all’altro. Lei ha una buona parlantina, agita le mani e non tiene mai lo sguardo fisso su di me, guardo le sue labbra carnose tra le quali infilerei il mio cazzo, sempre più pulsante e irrequieto per colpa della mia immaginazione perversa. Mi chiede un bicchiere d’acqua e così sono costretto ad alzarmi e a smettere per un attimo di guardarla ma la mia mente continua a elaborare pensieri sconci su come sarebbe bello montarla in ogni dove. Le porgo mezzo bicchiere d’acqua frizzante e mentre beve una goccia le scivola dal viso, percorre il collo e delicatamente decide di scivolare fino allo spacco delle sue enormi tette e lì va a bloccarsi anche il mio sguardo. Giulia se ne accorge e dopo aver posato il bicchiere mi rimprovera sorridendo, mi vergogno ma spontaneamente mi metto a ridere anch’io e muovendo il braccio per grattarmi la nuca finisco per alzare la camicia e scoprire la mia cappella ancora eccitata. Vedo lo sguardo di Giulia indirizzarsi rapidamente all’altezza dei miei pantaloni e tornare altrettanto velocemente alla ricerca dei miei occhi. Non sono sicuro che abbia visto e facendo finta di nulla torno a sedermi al suo fianco iniziando a ripetere gli appunti. Nello spostare fogli e quaderni in cerca di una matita, le due che tenevo sul tavolo cadono vicino ai piedi di Giulia e mi chino a raccoglierle. Con la testa coperta dal tavolo non resisto all’idea di guardarle sotto il vestito e sorprendentemente scopro che nulla copre la sua fica.
La voglia di scoparla ha il sopravvento, perdo il controllo di me stesso e la mia testa si fionda in mezzo alle sue gambe. Le mie braccia limitano i suoi movimenti, tiro fuori la lingua e prepotentemente lecco le sue fottute grandi labbra. Subito le mani di lei finiscono nella mia testa a tirarmi i capelli ma anziché allontanarmi dalla sua passera mi spinge per farmi leccare più a fondo. Prendo le sue cosce con le mie mani per divaricarle e guardare più da vicino la sua fica. Il sangue fluisce sempre di più sul pisello che freme dalla voglia di entrare dentro di lei. Esco da sotto il tavolo, mi alzo e tiro giù mutande e pantaloni, faccio appena in tempo a guardare il suo viso compiaciuto che la afferro per un braccio e con forza la butto a novanta sopra i libri e i quaderni, con una mano prendo il cazzo e con l’altra tengo il corpo di lei steso sulla superficie del tavolo, avvicino la cappella alle sue grandi labbra e lentamente inizio a penetrarla. Dentro di lei sento un calore avvolgere il mio membro. Lo guardo mentre entra e riesce facilmente dalla sua fica bagnata, a fare da musica di sottofondo ci sono i suoi gridolii di piacere. Più lo infilo dentro e più le sue grida si fanno forti, la voglia di scoparla pesantemente cresce ad ogni gemito ed esplode in un istinto di estasi nel sentirla urlare di goduria. I colpi di bacino si fanno sempre più violenti, la matita che prima teneva la cipolla cede, i capelli si sciolgono e le scendono sulle spalle, una mia mano ne afferra una ciocca tirandola verso di me. La testa di lei si alza e le urla di piacere arrivano ancor meglio alle mie orecchie, ma voglio sentirne di più e sbatto sulle sue chiappe con più frequenza, il suo culo sodo rimbalza ad ogni schioppo e il desiderio di lasciarle un segno mi spinge a sculacciarla ad ogni affondo. Alla troia piace, supplica per volerne ancora. Con una mano le tengo un fianco e con l’altra lascio ripetutamente una cinquina sulla chiappa destra, lei si tiene ai bordi del tavolo cigolante e tra spasmi e gemiti viene, lubrificandomi il fallo. Il suo orgasmo mi incita a pomparla più forte. Per la troppa foga finisco per uscire fuori ma non faccio in tempo a rinfilarlo che Giulia si volta. Siamo in piedi uno di fronte all’altra, la mia voglia di scoparla e il suo desiderio di prenderlo si arrestano per un attimo. Le sue mani si poggiano sul mio petto, mi fissa seducente e lentamente sbottona la camicia dall’alto. Si lecca le labbra golosa e afferra il mio membro, la sua testa scivola sul mio corpo, bacia il mio addome, sentendo i miei muscoli si eccita e con una mano inizia a masturbarsi. Dall’alto osservo la scena in attesa di un pompino, lei si inginocchia, mi guarda vogliosa, si morde un labbro e avvicina il mio cazzo al suo viso. Inizia a leccarmi dalle palle, percorre tutto il mio pisello trascinandosi la lingua fino ad arrivare alla punta della cappella. Ogni sua passata di lingua &egrave un brivido che scorre lungo la schiena. Con piccole leccate lucida la mia cappella. I suoi occhi cercano il mio sguardo, desidero infilarglielo tutto in bocca senza pietà. Le raccolgo i capelli in una coda ed inizio a spingere per farla arrivare sempre più in fondo, sembra strozzarsi ma riesce comunque a ciucciarmelo senza difficoltà, muovo il bacino e la vedo arrivare ancora più giù. I suoi gemiti vibrano per tutto il mio pene, i brividi non si fermano, sento che sto per venire e non le sono ancora salito sopra. Faccio uscire il pisello dalla sua bocca, le tolgo il vestito e la faccio sdraiare per terra. Le apro le gambe, glielo infilo tutto d’un colpo e inizio a cavalcarla selvaggiamente. Lei urla soddisfatta, ad ogni grido io la scopo più violentemente per sentirla più forte, respira affannosamente sul mio collo tra un gemito e l’altro, io mi sento in piena estasi, sento la sua fica contrarsi, stringersi, tirare a sé il mio cazzo come se non fosse ancora abbastanza. Questo pensiero mi fa eccitare ancora di più e spingo senza sosta. Lei infilza le sue unghie nei miei bicipiti, io la mordo tra il collo e la spalla, grida di piacere riempiono la stanza. Ricomincia a tirarmi i capelli, le sue gambe si incrociano con le mie e tra un gemito e l’altro mi dice che sta per venire nuovamente, mi ordina di scoparla ancora più forte. Senza pensarci due volte alzo le sue gambe e affondo la mia carne, io non resisto e sentendomi al limite la sbatto violentemente un’ultima volta per poi venirle dentro e nel pieno godimento le mordo un turgido capezzolo. In questa reazione inaspettata lei viene una seconda volta, stanchi e soddisfatti ci sdraiamo a terra uno al fianco dell’altra guardandoci compiaciuti.
La violenza carnale si affievolisce e i nostri profondi respiri si fanno sempre più leggeri. Esausti ci baciamo in bocca, lentamente mi sposto verso la guancia per poi scendere sul collo. Dall’alto del bordo del tavolo inizia a scendere una cascata di cioccolata che si riversa sul suo caloroso corpo, si sparge sul suo ventre e la lecco fino a non lasciare alcuna traccia. Con la mia fronte sul seno riprendo fiato, il lento battito di lei regola il mio respiro e un pensiero di un rilassante bagno nella vasca aleggia nella mia mente.

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