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Racconti Erotici Etero

Una bellissima giornata

By 24 Maggio 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

Vi prego di essere clementi, è il mio primo racconto.

Sono Emma una mamma single, vivo con mio figlio di 6 anni in un mini appartamento al piano terra in periferia. Mio figlio Alessandro è l’unico uomo della mia vita.
Lavoro come commessa par-time in un negozio di abbigliamento, ho trovato questo lavoro che mi permette di stare con mio figlio molto più di prima, unica pecca, devo lavorare tutti i sabati e tutte le domeniche.
L’unico svago che mi concedo è andare a correre, 3 o 4 volte la settimana: il lunedì mattina, sabato e domenica in pausa pranzo, qualche volta il mercoledì nel tardo pomeriggio se ‘nonna Maria’, la mia vicina di casa, va al parco giochi con Ale.
Tempo per gli uomini proprio non ne ho. L’unico che incontro almeno due volte la settimana da circa un anno, è un tipo che non passa inosservato quando guida la sua Ferrari, l’ho visto un paio di volte al supermercato vicino a casa e tutti i week end all’incrocio di via Trieste verso le 13.20, ci salutiamo sempre anche se non ci siamo mai presentati.
Io lo chiamo ‘Ferrari’ per il bolide rosso che guida, lui mi chiama ‘Nike’ visto che il mio unico vezzo sono scarpe e maglietta della nota marca.
E’ un sabato dei primi di luglio tra qualche giorno sarà il mio compleanno,30 anni, mi sento vecchia. Non è proprio una bella giornata.
Sono appena rientrata a casa butto le chiavi sul mobiletto dell’entrata e mi avvio verso la camera.
Do occhiata alla sveglia sul comodino, già le 13.15, sono in ritardo.
Mi cambio in fretta, tolgo gli occhiali, mi spoglio, indosso i calzini di spugna, i pantaloncini rossi, il reggiseno, la maglia bianca.
Vado in bagno, mi lego i capelli con l’elastico guardandomi allo specchio e lavo velocemente il viso per togliere il poco trucco che uso al lavoro. Mi avvio verso la porta di casa, prendo le chiavi dal mobiletto ed infilo le mie running.
Busso alla mia vicina, le chiavi le lascio sempre a lei quando vado a correre. Mi apre sorridente come al solito e mi fa ‘Vai a a correre’, ‘Si, me le tiene?’ le chiedo porgendole le chiavi ‘Certo’, gliele consegno ‘Grazie Nonna’, ‘Ciao Emma e stai attenta!’è sempre così gentile e premurosa, per questo la chiamo nonna.
Apro i portone dell’ingresso e prendo Viale Roma come sempre, sono già le 13.30, oggi non incontrerò ‘Ferrari’, peccato.
Vedo da lontano l’incrocio con Via Trieste, c’è qualcuno seduto sul marciapiede, che appena si accorge di me, comincia a correre sul posto, ora lo vedo bene, è proprio lui ‘Ferrari’ sembra che mi stesse aspettando, la cosa mi fa molto piacere.
Gli passo accanto ignorandolo, lui mi saluta ‘Ciao Nike, batti la fiacca oggi!’, ‘Ciao Ferrarri’ rispondo mostrandogli la lingua, gli piace punzecchiarmi, mi sorpassa dandomi la solita pacca sul sedere, anche se oggi mi fa un effetto strano… piacevole… non mi sono mai accorta di quanto realmente fosse bello.
E’ davanti a me di qualche metro, deve essere alto più di 1.90, le sue grandi spalle, i bicipiti ‘.. e il suo stupendo culo. A vederlo sembra un giocatore di Rugby per i quali ho sempre avuto un debole.
Non riesco a non pensare a quanto mi piacerebbe baciarlo, sentire la sua lingua a contatto con la mia, le sue mani ad afferrare il mio culo, lo desidero, lo voglio. E’ più di un anno che non sto con un uomo, non ne avevo mai sentito il bisogno, fino ad ora.
Vedo il cantiere in lontananza tra meno di 500 metri lui girerà a destra e io a sinistra, ora o mai più mi dico, con il cuore a mille allungo il passo, mi accosto a lui. Fa una faccia strana, di solito gli sto dietro fino a quando ci salutiamo e imbocchiamo due strade differenti.
Gli do una pacca sul sedere ‘Seguimi!’, rallento e svolto a destra accanto al cantiere dove so esserci un passaggio, sento i suoi passi dietro di me…sorrido soddisfatta… sposto la recinzione ed entro.
C’è uno strano silenzio tra di noi.
‘Ti va un po’ d’acqua?’ Mi chiede.
‘Si … grazie.’ rispondo sorridendo, mi indica un rubinetto poco lontano.
Apre l’acqua mi guarda e fa ‘Prego’. Oltre ad essere carino è anche un gentiluomo.
Divarico leggermente le gambe, abbasso il busto, raccolgo l’acqua con le mani e vedo che lui sta guardando insistentemente il mio culo, ora ne sono convinta, anche lui mi vuole.
Mi sciacquo il viso, prendo un altra manciata d’acqua ne bevo un po’ il resto scivola, sul collo, sulla maglietta, che diventa trasparente, i capezzoli turgidi per l’eccitazione.
Raccolgo dell’altra acqua, la porgo a lui ‘ Ne vuoi?’
Mi afferra i polsi, i nostri occhi si incontrano comincio a mordermi nervosamente le labbra, beve poco, si avvicina al mio orecchio ‘Ora sei mia.’
Allenta la presa sui miei polsi, ne approfitto e mi giro, dandogli le spalle, con il braccio mi cinge la vita trattenendomi. Sento la sua lingua sul mio collo, chiudo gli occhi e sospiro.
La sua mano si fa strada sotto i miei vestiti mi afferra il seno con dolcezza, strizza leggermente il capezzolo, scende sull’addome, sono eccitata e lui tra poco se ne accorgerà, si sofferma sul clitoride, sto per impazzire, giro leggermente la tesa avvicino le mie labbra alle sue lo bacio.
Le sue labbra sono salate, la sua lingua calda si intreccia con la mia, è una sensazione bellissima, sento spingere sui glutei la sua magnifica erezione.
Lo prendo per mano ed entro nell’edificio ‘Vieni’. Entro nel primo appartamento e mi avvicino ad una finestra, mi sfilo le scarpe, lui si avvicina e mi toglie pantaloncini e slip in un colpo solo.
Mi alza e mi fa sedere sul davanzale, mi divarica le cosce e ci infila la testa. Appoggio le mani sul bordo del davanzale, la sua lingua gioca con il clitoride, lo succhia ‘.ci sa fare veramente…. la sua lingua scende piano fino al culo, per poi risalire, alzare lo sguardo che s’incontra con il mio e ritornare a succhiare. Prendo la sua testa, porto le sue labbra sulle mie.
Con la mano libero il cazzo e lo avvicino alla mia figa fradicia, sono sorpresa non pensavo fosse così ben equipaggiato.
Mi afferra i fianchi portandoli verso di se, con un colpo di reni è dentro di me, la mia testa si svuota, ad ogni deciso e profondo affondo gemo.
Non c’è nessun rumore se non quelli dei nostri respiri sempre più affannosi.
Poco alla volta aumenta la velocità, sento il calore espandersi dall’addome in tutto il corpo, inarco la schiena, la mia testa all’indietro chiudo gli occhi ‘Oh, siii!’.
Si ferma, toglie il suo magnifico fallo da dentro di me e lo appoggia sul mio addome, lo guado perplessa. Appoggio i piedi sulle sue spalle e lo spingo via, mi guarda stranito, fa un passo indietro per non perdere l’equilibrio. Scendo dal davanzale, mi inginocchio ai suoi piedi, comincio a leccarglielo, dalla punta alla base e poi farlo sparire quasi tutto nella mia bocca per poi risalire e scoprire che i suoi occhi cercano i miei quando ci gioco con la lingua.
Gli prendo la mano la avvicino alla nuca, comincia a scoparmi la bocca, lo sento pulsare, pochi colpi e sento il tuo orgasmo in gola, sposto un po’ indietro la testa lo appoggio alla lingua, in modo da riuscire a mandarlo giù tutto.
La mano scende sulla mia spalla, con l’altra alza il mio viso, mentre sto ancora passando la lingua per ripulire per bene il suo cazzo, ci guardiamo.
Mi alzo, sono in punta di piedi e sono ancora più bassa di lui, mi abbraccia e sussurra all’orecchio ‘Ci vediamo domani.’ annuisco e mi inumidisco le labbra.
Mi rivesto, lui recupera le mie scarpe, mi siedo sul davanzale per infilare, lo guardo ci sorridiamo.
‘Dai Nike, sbrigati che tra mezz’ora devi essere al lavoro.’ Cavolo già così tardi!
Usciamo dallo stabile, mi sistemo un po’ i capelli, imbocchiamo lo stesso viale in direzioni opposte, mi giro un paio di volte per ammirare il suo culo.
In meno di 10 minuti sono di nuovo di fronte al portone di casa, suono il campanello della Nonna Maria.
Apre la porta, mi riconsegna le chiavi ‘Lo sai che mi hai fatto preoccupare? Dove sei stata? E Poi guarda come ti sei conciata?’ la guardo sorridendo, le do un bacio sulla guancia ‘Nonna sono felice.’ ‘Dai Emma sbrigati sennò farai tardi al lavoro…. I giovani d’oggi!’.
Apro la porta di casa, butto le chiavi sul mobile, mi spoglio velocemente e vado sotto la doccia anche se non vorrei togliere il suo odore dalla mia pelle.

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