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Una famiglia unita

By 6 Ottobre 2018Dicembre 16th, 2019No Comments

Amo mia moglie, dico davvero.

Stefania è la donna perfetta, non lo dico solo perché è una straordinaria casalinga, una bellissima donna anche se non più giovane, ma perché ha le mie stesse perversioni, se non più estreme.

La conobbi all’università, rimasi folgorato da lei, mora, capelli mossi, tettona, bel fisico anche se un po’ in carne, occhi verdi. Prima scopammo, poi ci presentammo. Pian piano si iniziò a vederci fuori dal letto, ma poco a poco vennero fuori le nostre perversioni. Prima la facevamo in luoghi aperti, poi con gente che ci osservava, poi con altre persone. Capii di poter avere la vita perfetta con lei quando andò con un’altra donna e dopo 3 anni di frequentazione le chiesi di sposarmi. Il mio lavoro bastava per mettere su famiglia, e i nostri genitori ci avrebbero dato una mano, ma lei mi rifiutò. 

Mi disse di avere un segreto, un’ultima perversione che temeva di dirmi, che mi teneva segreta per non perdermi. 

Andava a letto con un altro uomo. 

Capitava ad entrambi di andare a letto con qualcuno e poi di raccontarcelo, ma rimasi estremamente perplesso dal capire che era diverso. Lei mi disse che amava quest’uomo quanto amava me, ma che non poteva scegliere. Le chiesi chi fosse e lei mi disse che era la cosa più perversa che avesse mai fatto in vita sua, e anche se poteva essere sbagliato, la cosa mi eccitava. Le chiesi di dirmi chi era ma lei andò via piangendo.

La notte mi telefonò e mi chiese di incontrarci per colazione.

Mi disse che mi avrebbe detto il suo segreto e che se avessi ancora voluto che accettava di sposarmi e che se ci fossimo sposati le avrei potuto chiedere una cosa qualsiasi, e lei avrebbe accettato, come pegno per farsi perdonare. Non poteva rifiutare niente se io avessi accettato il suo segreto. 

Accettai.

Mi disse che l’uomo con il quale mi aveva una lunga relazione era suo padre. Che la madre e il padre l’avevano cresciuta con l’idea di diventare lo sfogo del padre. Mi raccontò della sua prima volta con il padre, per la quale era stata preparata per tutta la vita, e di come era contenta, e di come amava suo padre e di come avesse bisogno di lui nella sua vita. Di come si eccitava quando lo vedeva e rimasi affascinato da questa strana relazione. 

Passarono gli anni, Stefania divenne mia moglie, le nostre perversioni continuarono e lei continuò a prendersi cura del papà, anche sotto il mio sguardo, all’insaputa del vecchio fino agli ultimi suoi giorni. 

Passarono altri anni e Stefania rimase incinta, e anche quello fù un periodo molto divertente. 

Venne al mondo Giovanna, e la mia vita perfetta andò avanti, fino a quando un’idea malsana crebbe in me. Capii cosa volevo da Stefania. 

Volevo una relazione come quella che aveva con il padre.

Eravamo in un cinema, Giovanna con la babysitter. Mentre guardavamo il film mi avvicinai a Stefania e le sussurrai all’orecchio ‘so finalmente quello che voglio’

Lei ci mise qualche secondo a capire di cosa parlassi, ma poi, guardandomi con gli occhi spalancati

‘finalmente, c’è ne hai messo di tempo, cosa vuoi?’

‘Quando Giovanna sarà pronta, voglio scoparla come tuo padre ha fatto con te’

Lei rimase per qualche secondo immobile, poi prese il cellulare, lo buttò a terra, si chinò a terra e mentre era inginocchiata mi uscì il cazzo dai pantaloni e iniziò a succhiarmelo.

Non lo disse esplicitamente, ma immagino che quello fosse un sì.

Stefania decise che poteva essere fatto per i suoi 18 anni.

Mia figlia Giovanna crebbe come una bellissima ragazza, mora, carnagione chiara, occhi verdi come la mamma, magra con un seno non molto abbondante, capezzoli un po larghi come la madre, un fisico tonico forgiato da anni di danza (con la madre) e palestra. Sapeva che mi piaceva una fica liscia, e allora se la depilava, sapeva che una donna deve sapere farsi desiderare, e allora girava per casa raramente nuda, ma sempre con abiti succinti, si masturbava e non tratteneva i suoi orgasmi, e sapeva che presto l’avrei avuta, e si lasciava sfiorare, sapeva che io non potevo averla se non prima del suo compleanno, e allora in mia attesa baciava sua madre come avrebbe voluto baciare me.

Io avevo 54 anni, Stefania 48 e tra pochi giorni Giovanna 18, e presto sarebbe iniziato un nuovo capitolo della nostra vita

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