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Racconti Erotici Etero

Una fellatio sconvolgente

By 19 Gennaio 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

 

Aveva magnificato la sua capacità amatoria il lungo e in largo. Aveva continuato a dirmelo, a ripetermelo e a propormelo di continuo ogni volta che ci beccavamo in msn, pur sapendo che ero impegnato.

Io, per discrezione e fedeltà, le avevo sempre risposto di no. Ma vi confesso che sotto sotto mi rodevo perché ero davvero curioso di questa sua bravura nella fellatio.

L’ultima volta che l’avevo provata, con lei, risaliva ad anni prima, quando eravamo fidanzati.

Io ero poco più che un ragazzino, lei di poco più grande. Per me una pompa era qualcosa di sublime anche se me l’avesse fatta l’aspirapolvere, figuriamoci una ragazza. Lei mi garantiva che da allora era molto migliorata.

Del resto perché non crederle? Se io negli anni avevo migliorato la mia capacità amatoria perché non doveva averlo fatto anche lei?

E certi particolari che mi riferiva al telefono erano davvero intriganti…

Così quella sera d’estate l’ho invitata a casa.

Non dico che sono partito con l’idea di farmi fare un pompino, ma sotto sotto avevo la speranza. Del resto: lei mi piaceva (e mi piace) e io credo proprio di non dispiacerle.

Quando è arrivata a casa mia, un po’ sudata e stanca dal lavoro mi è sembrata bellissima. Più o meno come la ricordavo. E quel seno stupendo che faceva maliziosamente capolino dalla camicetta. Iniziammo a parlare di me e di lei e del suo lavoro. Facevo fatica a seguirla: il miei occhi facevano la spola tra il suo seno e le sue labbra. E il mio sesso iniziava a inturgidirsi dentro i pantaloni. Tra noi un tavolo.

Sapevo di dover fare la prima mossa. Lei è troppo brava ragazza e anche se morisse dalla voglia mai mi chiederebbe nulla. Dovevo assumermi questa responsabilità. Sapevo che, se avessi accorciato le distanze e l’avessi baciata, lei sarebbe capitolata.

Ha sempre avuto un debole per i miei baci.

Tentai un paio di battute maliziose per sondare la sua disponibilità, ma lei non andò oltre una risata divertita.

Okei era necessario un assalto frontale. Mi alzai comunicandole la mia decisione di volerla baciare e feci il giro intorno al tavolo. Lei si schernì, si alzò dalla sedia, ma non si mosse, non se ne andò. Le presi il viso con una mano e la bacia. Immediatamente al nostro frullare di lingue lei si calmò. Era caduto il tabù, la commedia era finita. Le mie mani cercarono le sue mammelle calde a cui oppose una simbolica resistenza. Belle grandi, come erano quando le mie mani di adolescente le toccavano per la prima volta.

La presi per mano e la portai in camera da letto. Lei protestò ancora, ma senza alcuna convinzione. Una volta stesa sul letto, non protestò più.

Le nostre bocche erano incollate e le mie mani vagano alla ricerca della sua pelle. Mi aveva detto al telefono di essere indisposta e sapevo di non potermi spingere molto oltre. Ma i seni li volevo succhiare. Appena liberati dalla costrizione del reggiseno me lo ritrovai fra le mani e la mia bocca si incollò ai capezzoli già duri. Come se fosse un segnale convenuto la sua mano si posò sul mio sesso duro ancora imprigionato nei pantaloni e iniziò a massaggiarlo, facendolo indurire ancora di più.

Ormai il dado era tratto…

Iniziò a slacciarmi lentamente la cintura. Troppo lentamente per i miei gusti. Non ne potevo più e volevo verificare se era davvero così brava come diceva. L’aiutai togliendomi pantaloni e boxer.

Il mio membro ora era libero, accarezzato dalla aria tiepida dell’estate. Pulsante e durissimo. Sembrava che la punta volesse esplodere tanto era gonfia. Ero al massimo dell’eccitazione.

Lei non disse una parola, ma ugualmente lasciò che fosse la sua bocca a parlare. Iniziò a baciare teneramente la punta, schiudendo a poco a poco le labbra, lasciando che la sua saliva bagnasse il mio sesso eretto.

Poi lo prese in bocca e iniziò a succhiare. Era incredibile con quanta dedizione lo stesse facendo, e la molteplicità di sensazioni che mi stava procurando.

Ingoiava il mio membro e lo sentivo contro le pareti della sua gola, poi lo tirava fuori massaggiandolo con le labbra, stringendolo e rilasciandolo. Oppure lo teneva in bocca e lo pompava con forza, muovendo le mani in perfetta sincronia. I miei testicoli erano nel palmo della sue mani che li massaggiava impercettibilemente.

Sentivo la sua lingua turbinare intorno alla mia cappella gonfia e poi le sue labbra baciare di nuovo la lunghezza del mio sesso.

Era incredibile…mai una donna mi aveva fatto godere tanto. La stanza girava intorno a me.

Il mio cazzo era coccolato e stimolato di continuo. Provavo scariche continue lungo la schiena. Non poteva continuare quel lungo va e vieni, tanto che l’orgasmo continuò a montare dentro di me, forte e prepotente. Il mio sesso chiedeva la fine di quella dolcissima tortura.

Lei se ne accorse sicuramente e accellerò il ritmo dei suoi tocchi, mente con le mani sulla testa ne seguivo i movimenti. Venni con un urlo, rovesciandole in bocca un torrente di seme caldo che lei bevve. Le sue mani stringevano delicatamente le mie palle quasi a volerle mungere. Continuò a giocare con il mio sesso in bocca finchè questo non fu del tutto sgonfio. A quel punto lo abbandonò dolcemente e si venne a stendere vicino a me.

Ansimando gli disse che mai avevo provato nulla genere. “E non mi è nemmeno venuta bene” fu la sua unica risposta.

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