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Racconti Erotici EteroTrio

Una giornata come tante

By 29 Marzo 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

12.59
Metto tutto nell’astuccio eccetto la penna con cui sto prendendo gli appunti della lezione.
13.01
Infilo nello zaino tutto quello che è sotto il banco, finalmente tra poco lo vedrò.
13.03
Ho smesso di prendere appunti e penso solo a lui.
13.05
Suona la campanella, al ‘Continuiamo domani’ del professore, quasi la metà dei miei compagni è fuori dalla classe.

Infilo gli ultimi libri nello zaino e mi avvio verso l’uscita.
Le classi si riversano nei corridoi, mi passano accanto, quella frenesia non mi appartiene.
So che finalmente lo rivedrò, come tutti i giorni, lui passerà a prendermi.
La nostra è una relazione complicata i miei non sanno di lui e nemmeno i miei amici lo conoscono, non posso correre il rischio che i miei vengano a conoscenza della nostra relazione.

Esco dalla scuola e mi dirigo con molta calma verso il nostro punto d’incontro, a meno di 200 m dalla scuola c’è un piccolo parco giochi, ed è li che tutti i giorni lo aspetto da quasi 2 anni.
Mi siedo sull’altalena, di solito lui si ferma proprio difronte a me e io lo raggiungo in macchina.

Aspetto meno di qualche minuto, ad occhi chiusi assaporo il dolce tepore di questo primo sole di primavera.
Riconosco l’odore del fumo delle Malboro, apro gli occhi e non c’è nessuno, mi giro lentamente seguendo l’odore del fumo prima che possa vederlo sento la sua voce ‘Ciao piccola.’,sospiro, gli sorrido, mi porge il pacchetto delle sigarette, io inclino la testa e mi inumidisco le labbra lasciandole socchiuse.
Le sue labbra si poggiano sulle mie lasciandomi piacevolmente eccitata, come sempre, le nostre lingue si intrecciano per pochi piacevoli attimi. ‘Dai piccola andiamo’.
Raccolgo lo zaino e lo seguo mantenendo qualche metro di distanza.
Controllo per un attimo in giro prima di salire in macchina.

Mette in moto e ci allontaniamo.
Non smetto di guardarlo, è così bello. Il mio è un giudizio obbiettivo e non soggettivo, alto poco più di 1,90 capelli scuri e occhi blu come il mare ora nascosti dagli occhiali scuri, amo il suo corpo scultoreo anche se lo preferirei con un po’ di pancetta, e so che molti mi odieranno, però le proporzioni esistono e io VENERO il suo cazzo.
‘Finiscila di guardarmi!’ mi dice accarezzandomi dolcemente i capelli
‘Non posso sei così bello. E mi sei mancato tanto.’
La sua mano calda va ad accarezzarmi la nuca….. il collo…. massaggiandolo leggermente.
Mi mordicchio il labbro inferiore, so cosa vuole, di certo non è una novità, la storia si ripete tutti i giorni.
Le mie mani vanno ad accarezzare il cavallo dei pantaloni a percepire la sua eccitazione, per poi aprire la cintura, i jeans, lo guardo mentre la mano va a liberare il suo cazzo, quel suo mezzo sorriso, senza nemmeno guardarmi mentre continua a guidare.
La mia mano scorre lungo l’asta esercitando una leggera pressione come faceva prima lui con il mio collo, gli sorrido, mi guarda e fa scivolare il pollice sulle mie labbra ‘Quanto mi piacciono’.
La sua mano si ferma e naturalmente comincio a leccare e succhiare le sue dita, cercando il suo sguardo, cercando di distrarlo dalla guida, lo sa che vorrei altro, lo sa che vorrei che mi scopasse subito, appena ci vediamo ‘Ti prego’ gli chiedo quando sfila le dita dalle mie labbra.
‘Dopo…. dopo ci sarà tutto il tempo piccola’ so che è vero, non mi delude mai, poi c’è sempre tempo per me.
Mi bagno le labbra, che vanno ad avvolgere il suo cazzo, mi soffermo un attimo sul glande, per poi far scivolare quasi tutto il suo cazzo in bocca.
Sentirlo in gola, trattenere il respiro per qualche secondo, mentre la sua mano va ad accarezzare i mio fianco, mi fa eccitare in modo assurdo.
Ho voglia di lui, ho tantissima voglia di lui, non capisco perché solo lui mi fa sentire così.
Mi apro i jeans mentre contino a muovermi lentamente sul suo cazzo, con la mano li scosta quel tanto che basta per infilare la mano ed andare ad accarezzare la mia fica, per sentire la mia eccitazione aumentare.
Spingo il bacino verso la sua mano, abbandono per un attimo il suo sesso, lo guardo e gemo quando le sue dita mi penetrano.
Gioco un po’ con la lingua, la faccio scorrere sul suo cazzo,so che non lo ama particolarmente e le sue dita, ferme, immobili dentro di me ne sono la prova.
Lo riprendo in bocca e comincio un lento movimento su e giù, e le sue dita si muovono dentro e fuori di me in sincrono.
Aumento e diminuisco la velocità a mio piacere e lui segue il mio ritmo alla perfezione.
Vorrei protestare quando le sfila da me, la sua mano va ad afferrare la nuca, a dettare il ritmo più sostenuto ed ogni volta il suo cazzo sbatte sulla mia gola.
Lo sento pulsare, la sua mano allenta la presa e mi permette di farlo scivolare sulla lingua mentre un primo fiotto mi riempie la bocca.
Mi fermo per qualche attimo cercando di deglutire, mi muovo piano e cerco il suo sguardo di approvazione.
La sua mano torna ad accarezzarmi i capelli.
‘Siamo da soli oggi?’ Gli chiedo, mentre la mia lingua continua a giocare con il suo cazzo.
‘No piccola, i ragazzi sono già li per le prove.’
Abbandono il suo cazzo, mi siedo sul mio sedile, mi metto la cintura e incrocio le braccia.
‘Non fare così, lo sai che un po’ di tempo per te lo trovo sempre. E poi tu non devi studiare?’ Mi guarda mi sorride, fatico a tenere il broncio. Quando mi accarezza la gamba gli sorrido.
Io vorrei poter restare sola con lui tutto il pomeriggio.

Parcheggia la macchina fuori della palazzina in cui abita, prima di scendere mi bacia appassionatamente, scendo, prendo lo zaino, chiudo la portiera dietro di me e mi appoggio su di essa. Non mi va di fare sesso con lui con i suoi amici nella stanza accanto, a volte (spesso) capita, ma fatico a lasciarmi andare.
Lui si avvicina di appoggia accanto a me ed accende una sigaretta.
Salgo il gradino del marciapiede e mi appoggio a lui, strusciando il pube sul suo, lui mi soffia addosso il fumo ‘Che facciamo?’ mi chiede, io lo guardo sconsolata, la mano che ha libera si infila nei miei jeans, scivola tra il solco delle natiche.

Mi guarda, butta la sigaretta a terra soffiando il fumo sul mio viso e poi scende a mordicchiarmi il collo ‘In ascensore!’ dice . Sorrido, sorrido, sorrido,i miei occhi brillano di felicità, mi dirigo verso l’entrata della palazzina, lui mi da un energica pacca sul sedere.
Entro in ascensore, premo il tasto 3 e lui subito dopo di me preme il tasto stop.
Butto lo zaino sul pavimento, le sue mani vanno ad aprirmi i pantaloni che scivolano sul pavimento, le sue dita accarezzano le mie labbra, le lecco, le succhio, hanno ancora il mio sapore e mi eccita ancora di più.
Le sue mani vanno a prendere i miei fianchi e mi volta con il viso a pochi centimetri dallo specchio.
Letteralmente grondante, gemo quando mi penetra con due dita, lo guardo riflesso nello specchio, quando il suo cazzo va a sostituire le dita mi manca quasi il respiro, ma non distolgo lo sguardo dal suo riflesso, quando le porta alle labbra e le assapora, mi fa impazzire.
Il suo sguardo, i suoi gesti, nulla lasciato al caso, tutto quello che fa lo fa per farmi eccitare e ci riesce fin troppo bene.
Il mio bacino si muove in armonia con il suo, le sue dita scivolano sulle mie labbra, per me è in possibile non mordicchiarle, succhiarle, leccarle.
Guardo le nostre immagini riflesse nello specchio, sento l’eccitazione salire, l’orgasmo crescere dentro di me affondo dopo affondo, le sue mani stringono con forza i miei fianchi.
La mente si svuota per poter assaporare ogni brivido di piacere, gemo, ansimo, inarco la schiena, chiudo gli occhi e mi lascio andare all’orgasmo.
Le sue mani si spostano e vanno a sorreggermi, alzo il busto, volto lo sguardo e cerco le sue soffici labbra.
Con una mano mi cinge la vita, con l’altra mi accarezza dolcemente i capelli, mentre le nostre lingue si cercano, si toccano, si intrecciano. ‘Ora stai buona per un oretta?’ mi dice sorridendo ‘Annuisco’ mentre scivola fuori di me, mugolo in segno di protesta.
Preme il tasto del terzo piano, mi rivesto in fretta, come sono abituata a fare.
Lui esce dall’ascensore prendendomi lo zaino, io lo seguo e mi stiracchio mentre lui apre la porta di casa. Entro per prima in casa.
Sul divano i ragazzi della band, sul tavolino qualche pezzo di pizza.
‘Ciao ragazzi!’ dico sorridente.
‘Ciao Emma.’ rispondono in coro.
In televisione un video, riconosco l’audio, non mi serve vedere per capire cosa stanno guardando.
Vado a sedermi in mezzo a loro, mentre Luca appoggia il mio zaino accanto al tavolo della cucina.
‘Posso spegnere la TV?’ chiedo, sapendo già la risposta
‘Nooooo.’ risposta ovvia
Luca prende un pezzo di pizza e me ne offre uno. ‘Ma come faccio con quello alla TV.’
‘Ci sei anche tu.’ risponde lui, come se stesse parlando di un filmino della cresima.
‘Ci siamo noi.’ Lo correggo
‘Ci siamo noi che scopiamo.’ Mi corregge
Sospiro, abbasso lo sguardo. Si avvicina a me, nessuno di loro parla, stanno guardando il video, ma credo che il silenzio sia voluto e attendano la reazione di Luca.
Si mette difronte a me e con un dito mi alza il mento, il suo sguardo è serio, il mio leggermente obliquo, un po’ imbronciato ‘Se non vuoi mangiare non lo fare, ma guarda il video.’, distolgo lo sguardo dal suo prima di rispondergli ‘Non voglio.’
Aspetta fino a quando il mio sguardo ritorna su di lui’Ti ho detto di guardarlo!’
‘Va bene.’ è l’unica cosa che riesco a dire.
Mi chiedo costantemente perché non riesco a dirgli di no, a cominciare dalla videocamera piazzata in camera e da quella nella stanza dove provano.
Almeno una volta la settimana mi ritrovo sul quel televisore, ma non riesco a farci l’abitudine. (Scopo spesso con tutti i ragazzi della band, non credo sia questo il problema, ma dover stare li con loro a guardare il video…. non mi piace molto, di sicuro meglio stare li a guardarlo con loro che essere da sola a guardarlo con Luca).
Gli attimi di silenzio finiscono subito, si ride e si scherza, Matteo è sempre il più carino e mi fa mille complimenti, è sempre dolce e gentile con me.
Marco quello più diretto, che con il boccone ancora in bocca mi dice ‘Sei migliorata molto, non sei più il pezzo di marmo di un anno fa.’ ma non ho capito se è essere un complimento o cosa.
Per mia fortuna di solito devo vedere solo gli ultimi 15-20 minuti, poi loro si dedicano alla musica e io a studiare, dopotutto ai miei ho detto che sono da un amica.

Tiro un sospiro di sollievo quando Matteo interrompe il video, ormai alla fine, dicendo ‘Dai che è ora di provare!’ mi sorride e mi fa l’occhiolino, è proprio un tesoro.
Luca è l’ultimo ad andarsene, si avvicina, un bacetto sulle labbra ‘Vai a metterti quello che c’è sul letto!’ Gli sorrido, immagino cosa ci possa essere sul letto ‘Subito.’ rispondo.
Entro in camera e sul letto il reggiseno e perizoma blu con dei ricami bianchi, autoreggenti e la sua camicia blu.
Non perdo tempo, mi spoglio, vado in bagno, mi faccio una doccia veloce, metto la crema per il corpo leggermente perlata, il fondotinta, l’ombretto chiaro, il mascara e il rossetto viola scuro, il preferito di Luca.
Torno in camera e indosso quello che lui mi ha preparato, mi guardo allo specchio, o forse sarebbe meglio dire agli specchi che nella sua camera sono ovunque, e riesco a vedere la mia immagine da più angolazioni.
Mi metto a studiare in cucina, mentre loro continuano a suonare.
La camicia è intrisa del suo odore e mantenere l’attenzione sui libri è così difficile.

Sento passare qualcuno alle mie spalle, le sue mani si fermano sulle mie spalle, mugolo, inconfondibile il tocco di Matteo.
Le sue mani scivolano sopra mia camicia lungo le braccia ‘Mi dai una mano con le birre?’ mi chiede subito prima di cominciare a baciarmi il collo.
Gemo, non so se dirgli si o no, non mi interessa la birra, le sue mani vanno a sbottonare la camicia, con un dito segue il profilo del reggiseno ‘Ti sta benissimo!’
Mentre mi volto per guardarlo, scorgo Luca appoggiato sulla porta a gustarsi la scena, il suo sguardo mi paralizza.
Lui sa che sono eccitata, ne sono certa. Io non so quale sarà la sua reazione.
Le dita di Matteo scivolano lungo il mio addome, trattengo il fiato e continuo a guardare Luca mentre le sua mano scosta il perizoma, si intrufola e va ad accarezzare il pube.
Chiudo gli occhi e quasi inconsciamente sposto leggermente in avanti il bacino, il mio corpo vorrebbe andare oltre, ma non riesco a lasciarmi andare perché so che lui è li e non so che ha intenzione di fare, non so cosa vuole che io faccia.
Sussulto quando le dita di Matteo vanno a toccare il clitoride.
Luca deve averlo notato ‘Prendi le birre!’ ordina all’amico, che sfila delicatamente la mano, aumentando ancor di più la mia eccitazione.
Seguo con la coda dell’occhio mentre si avvicina, ho paura a guardarlo negli occhi, sono immobile, sento il cuore battere in gola.
Sento Matteo aprire la porta del frigo, sento mentre le appoggia le bottiglie in vetro al piano in marmo, sento mentre cerca nel cassetto l’apribottiglie. Sento….. perché non riesco a guardarlo, i miei occhi seguono ogni movimento di Luca, aspetto una sua reazione qualsiasi.
Lui è dietro di me, io guardo il libro immobile, ‘Alzati!’ mi ordina, scatto come una molla e quasi faccio cadere la sedia, lui sposta la sposta ‘Voltati!’ Mi giro, ma non riesco a guardarlo negli occhi.
Si avvicina, non mi muovo, con la mano mi accarezza i capelli scostandoli dal visco, assecondo la sua mano e alzo lo sguardo incontrando il suo, è serio ma non arrabbiato, per fortuna.
Le sue labbra scendono sul mio collo, mentre le mani vanno a sfilarmi il perizoma, sorrido e mi mordo il labbro.
Mi alza e mi fa sedere sul tavolo, appoggio le braccia indietro, eccitata.
Mattero sta per uscire con le birre in mano. ‘Vai di la, le birre le porto io!’ dice Luca ,gli sorrido, appena sento queste parole.
Appoggia le birre sul tavolo e ritorna dagli altri. Luca mi guarda, mi sorride, conosco quel sorriso, ha qualcosa in mente e non è quello che voglio io.
Il suo viso si avvicina al mio, appoggia il braccio al tavolo, mentre l’altra mano va ad appoggiarsi al pube, scende ad accarezzare le labbra.
Conosco quello sguardo e non mi convince ‘Indecentemente eccitata!’ sentenzia.
Sapevo che aveva qualcosa in serbo….. prende la bottiglia di birra, me la appoggia sulla bocca, schiudo le labbra per berne un sorso. ‘Facciamo una sorpresina ai ragazzi.’ Fa scorrere il vetro ghiacciato della bottiglia sul collo, sull’addome, sul pube, fa scendere la bottiglia, appoggia il collo delle bottiglia tra le labbra della fica, è fredda, gelata, ma stranamente piacevole.
Si avvicina, la sua mano va dietro al mio collo, mi tira leggermente a se e mi bacia, con passione e trasporto.
Il contatto con la sua lingua mi eccita ancora di più, mi penetra con la bottiglia, cerco di staccarmi dalle sue labbra, per protestare, è troppo freddo non me l’aspettavo, ma con la mano trattiene a se.
Non ci vuole molto perché il mio corpo si adatti al gelo della bottiglia e tutto sommato trovarlo gradevole.
La fa scivolare fuori e la appoggia sul tavolo, allenta la presa sul mio collo, lo trattengo qualche attimo mordicchiandogli il labbro.
Prende la seconda bottiglia, gli sorrido. Ne bevo un sorso, la appoggia immediatamente tra le mie cosce, mi bacia e la spinge dentro.
Il fastidio progressivamente diminuisce lasciando spazio all’eccitazione crescente.
La scena si ripete con tutte e tre le bottiglie rimaste.
Quando sfila l’ultima prende in mano anche le altre ‘Le porto di la.’ Annuisco.
Appena esce dalla porta, scendo dal tavolo velocemente, recupero il perizoma e me lo metto nel taschino della camicia. Sono curiosa di vedere la scena.
Entro nella stanza, la porta era semichiusa, difronte a me, Luca seduto sul letto mi sorride, credo si aspettasse il mio arrivo. Ci fissiamo a vicenda mentre appoggia la bottiglia sulle labbra e ne beve un sorso.
Il mio sguardo, il mio sorriso, il modo in cui scorre la mia lingua sulle labbra, quello che voglio è chiaro, è chiaro per tutti.
Li guardo uno ad uno, ho imparato a conoscerli e loro hanno imparato a conoscere me.
Noto i pantaloni aperti di Luca, pochi passi e sono difronte a lui, sopra di lui, a strusciare la fica sui suoi pantaloni, sentendo chiaramente la sua erezione rinchiusa negli slip.
Sento i loro sguardi su di me, mi eccitano anche se le prime volte non era così.
Mi muovo su di lui strusciando il clitoride sui suoi vestiti.
Le sue mani si appoggiano sui miei fianchi, mi solleva leggermente per abbassarsi i pantaloni.
Lo guardo negli occhi mi mordo insistentemente il labbro mentre fa scorrere il cazzo lungo la fica un paio di volte.
Una scossa elettrica mi pervade quando mi calo su di lui, mi muovo su di lui lentamente, ma l’apice del piacere è alle porte.
Le mani di Luca stringo insistentemente le mie natiche, gemo, ansimo. Sento i respiri alterati degli altri fare eco al mio.
Mi basta poco per lasciarmi andare ad un orgasmo liberatorio.
Le dita di Luca scorrono lungo il solco tra le natiche, so cosa vuole, io devo solo dargli un nome.
Sospiro ‘Ma…. ma… Matteo’ la mia scelta ricade sempre su di lui.
E’ già alle mie spalle, mi toglie la camicia, slaccia il reggiseno, le sue mani mi accarezzano le tette.
Mi alzo, permettendo a Matteo di prendere il posto che prima era di Luca.
I pantaloni sono già aperti, ostenta una sicurezza che non è sua, so che molto più nervoso di me, abbasso il busto, appoggiando gli avambracci sulle sue gambe, stringo il suo cazzo in mano e ricopro di lunghe lappate. Sospiro e gli sorrido prima di mettermi sopra di lui.
Lo bacio mentre il suo cazzo scompare dentro la mia fica, lo sento appena, perché la differenza tra i due è significativa.
Le labbra di Luca si poggiano sul mio collo ricoprendolo di baci, mentre le sue dita unte di lubrificante giocano con il mio culo, mentre io continuo a strusciarmi sull’amico.
Mi risultava difficile essere completamente rilassata e Matteo lo sa.
Sento scorrere suo il sesso tra le natiche, un occhiata tra i due e le mani di Matteo vanno stringere i glutei, mentre si stende sul letto. Io seguo il suo movimento e mi stendo su di lui.
Sento il cazzo li Luca premere contro la muscolatura anale, Matteo mi bacia con trasporto, mentre il cazzo di Luca affonda dentro di me con fermezza e decisione. Si ferma un attimo mentre le sue mani vanno a tormentarmi le tette.
I due si muovono in sincrono perfettamente, l’esperienza si nota. I nostri respiri, i nostri gemiti risuonano nella stanza.
Gli affondi si fanno via via più rapidi, le loro mani si muovono abili su ogni centimetro del mio corpo, strappandomi intensi gemiti di piacere.
La mia testa si svuota e soffio il mio piacere nella bocca di Matteo, le mani di Luca stringono con decisione le mie natiche, pochi profondi colpi ed entrambi vengono dentro di me.
Riprendo fiato accasciandomi su Matteo, gli sorrido. Guardo Luca, mi mordo il labbro ‘Vi adoro.’ dico ricordando le disastrose prime volte.

Mi volto verso gli altri tre che si sono gustati lo spettacolo, un raggio di sole illumina le tracce di sborra sul pavimento ‘Divertiti?’ chiedo sarcastica.

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