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Una moglie

By 7 Maggio 2018Dicembre 16th, 2019One Comment

Viola aveva raggiunto il suo obbiettivo. Aveva un marito ricco, Giorgio, che esaudiva ogni suo desiderio, viveva in una casa grande e moderna con la piscina e non doveva neanche pulirla, ci pensavano le due domestiche.
Ma non era appagata. Lei aveva 38 anni, suo marito 58 ed erano sposati da 10. Giorgio era spesso fuori per lavoro e lei stava per lo più da sola dentro quella grande casa, che però ora le stava stretta.
La vita sociale che facevano era composta da feste organizzate da persone che erano in affari con suo marito; avevano la pretesa di essere incontri mondani, ma in realtà erano riunioni per fare accordi, comprare e vendere.
Viola cercava di fare conversazione con le altre mogli, ma loro avevano quasi tutte la puzza sotto il naso e disprezzavano le sue umili origini. Quasi sempre cercava di distrarsi con qualche bicchiere in più di costosissimo vino.
Quando era un’adolescente, le piaceva molto dipingere ed era diventata anche piuttosto brava, ma dopo qualche anno dal suo matrimonio le mancava l’ispirazione giusta.

Dopo un tentativo di furto, ovviamente andato male, grazie ai sofisticati sistemi di allarme voluti da suo marito, a Giorgio era venuta quasi la psicosi dei ladri. Lui era davvero preoccupato per Viola, che era in casa da sola durante il tentativo di scasso.
‘Amore, non posso più lasciarti sola quando sono via per lavoro’, disse Giorgio stringendole le mani curate. Il giorno prima era stata dall’estetista che le aveva messo uno smalto rosso con delle decorazioni bianche, coordinato con quello dei piedi.
‘Stai tranquillo. Non &egrave successo niente, solo un brutto spavento’, aveva quasi più paura che Giorgio le chiedesse di seguirlo nei suoi viaggi di lavoro.
‘Ho sentito un po’ in giro e, se sei d’accordo, vorrei assumere una specie di guardia del corpo, che stia qui a casa quando non ci sono io’.
‘Non ce n’&egrave bisogno. Davvero. Ma se &egrave per farti sentire più tranquillo, sono d’accordo’, disse Viola, accarezzandogli le mani.
Lui la baciò sulle labbra, sfiorandole con la lingua, Viola le dischiuse, intrecciarono le lingue per un momento, mentre lei pensava: ‘L’ho scampata’ e magari avrò un po’ di compagnia oltre che a quelle due vecchie megere’. Viola sapeva che non sarebbero andati oltre al bacio. Era da tanto che non facevano l’amore.
Il giorno dopo Giorgio le presentò Mike, il ragazzo che aveva scelto come guardia del corpo. Mike era un ragazzo di colore, originario del Senegal, che parlava perfettamente italiano con un lieve accento. Alto 1 metro e 95 per 115 chili incuteva un certo timore, anche se, come scoprì in seguito Viola, era un pezzo di pane e anche molto simpatico.
Il giorno successivo, Giorgio uscì di casa presto, molto prima che sua moglie si svegliasse.
Viola, abituata ad essere sempre sola, uscì dalla sua stanza con i lunghi capelli color mogano tutti scarmigliati, scalza e con addosso solo culottes, reggiseno ed una vestaglia leggera aperta, sbadigliando e stropicciandosi gli occhi verdi.
‘Buongiorno, signora’, appena entrata in cucina, la voce di Mike la fece sobbalzare e Viola si affrettò a coprire il suo corpo voluttuoso con la vestaglia.
‘Scusa’ &egrave che devo ancora abituarmi’, disse arrossendo la donna.
‘Non si preoccupi. Le ho preparato la colazione’, disse guardandola negli occhi.
Viola ringraziò e si sedette all’isola, bevendo il caff&egrave.
‘Beh, non &egrave solo una guardia del corpo, fa anche il maggiordomo’, pensò Viola addentando la brioche calda che le aveva preparato Mike.
‘Adesso vado a fare il giro della casa’, la informò il ragazzo.
Lei lo guardò uscire dalla cucina: era davvero imponente nel suo completo nero.
Finì di fare colazione e tornò i camera sua, aprì l’acqua nella vasca da bagno e la fece riempire. Si spogliò di quel poco che aveva addosso e si immerse lentamente nell’acqua tiepida. Le piaceva sentire il suo corpo a mollo nell’acqua.
Si considerava una bella donna, alta 1 e 67 per 66 chili, il suo corpo era formoso, quarta di seno e sedere abbondante, ma tonico grazie alle frequenti visite nella palestra che aveva in casa.
Si trovò a pensare a Mike: ‘Chissà se &egrave vero quello che dicono sui neri’. Prese il cellulare che aveva li a fianco e cercò su Google ‘Black Dick’. Le uscì una sfilza di immagini di peni neri in erezione. Arrossì e chiuse tutto. Era la prima volta che cercava qualcosa del genere.
Dopo un po’ uscì dalla vasca e si mise l’accappatoio, poi si avviò verso la porta, ma si ricordò che adesso c’era anche Mike per casa. Si mise un vestito a fiori poco scollato con la gonna che le arrivava fino al ginocchio e delle infradito comode.
Uscì in giardino e si mise a leggere sotto il pergolato. Il romanzo era interessante, ma la sua mente non riusciva a concentrarsi. Le continuavano a passare davanti agli occhi le foto che aveva visto di sfuggita sullo schermo del cellulare. Abbinate al volto di Mike.
Mentre sentiva la vagina iniziare a bagnarsi, sentì la voce profonda del ragazzo che le diceva: ‘Bella giornata, signora, per leggere un buon libro. Cos’&egrave?’.
Le porse una bibita fresca, lei la prese e rispose: ‘Grazie della bibita. Sto leggendo ‘I pilastri della terra’, di Ken Follet’.
‘Molto bello. Scrive davvero bene’, commentò.
Continuarono a parlare di libri per un po’, poi lui dovette di nuovo fare il suo giro di controllo.
Viola tentò di tornare alla sua lettura, ma era ancora più difficile. Mentre parlavano era rimasta incantata dalla dentatura perfetta, bianchissima, dai suoi occhi scuri, dal suo naso largo’ da quello che poteva solo immaginare di quel ragazzo che doveva avere una decina d’anni meno di lei.
Si sentiva un lago fra le gambe. ‘Da quanto tempo che non mi bagnavo’.
Chiuse il libro ed entrò in casa. ‘Speriamo di non incontrarlo, non saprei che fare in queste condizioni’, pensò affrettando il passo.
Entrò in camera sua e si gettò sul letto, calciò via le infradito, sfilò le mutandine e si affrettò a mettere la mano fra il cespuglio di peli. Insinuò il dito fra le grandi labbra aperte e raggiunse subito il clitoride, gonfio di eccitazione. Iniziò a massaggiarlo con foga con movimenti circolari, sentendo subito il piacere che le invadeva il corpo. Da troppo tempo non provava queste sensazioni e il suo corpo ne era avido. Non si rese neanche conto di gemere abbastanza forte. Era sul letto con le gambe piegate e aperte, la testa reclinata da un lato e gli occhi chiusi ed assaporava il calore di quel piacere che non provava da tempo.
Non ci mise molto a raggiungere un orgasmo intensissimo, che la fece tremare e quasi gridare, invadendola in ogni parte del corpo. Durò a lungo, mentre lei ancora muoveva ancora freneticamente il dito. Poi lentamente rallentò, mentre l’intensità dell’orgasmo diminuiva, ma lei aveva ancora il fiatone.
‘Mi ero dimenticata di quanto fosse bello. Speriamo che nessuno mi abbia sentita”.

Quel giorno scivolò via languidamente, con qualche chiacchiera con Mike, un po’ di esercizio in palestra e tanto relax.
Quando arrivò Giorgio a casa alla sera, congedò Mike e chiese a Viola come fosse andata la giornata.
‘Bene, Mike &egrave un ragazzo molto simpatico e disponibile. Abbiamo anche gli stessi gusti riguardo ai romanzi’, rispose Viola.
‘Bene, sono contento! E poi almeno con lui in casa sono più tranquillo’.
‘Se sapessi come mi ha sconvolta oggi, non saresti tanto tranquillo’, pensò Viola.
Andando a letto la donna si rese conto che la giornata le aveva lasciato addosso una certa eccitazione, quindi iniziò ad accarezzare il petto peloso di suo marito, faceva caldo e lui dormiva in mutande. Poi gli baciò il collo, ma a quel punto lui le disse: ‘Sono stanco. E poi domani mi devo svegliare presto. Buonanotte amore’, si girò dall’altra parte.
‘Chissà se una sera non sarai stanco’ o magari non ti tira neanche più’, pensò amaramente Viola, prima di girarsi su un fianco dando la schiena a Giorgio.

Come al solito quando si svegliò suo marito era già andato via da un bel po’. Viola, dopo essersi lavata e pettinata, si mise un paio di pantaloncini che le arrivavano sopra al ginocchio e una canottiera comoda, poi andò in cucina, dove vide che Mike le aveva preparato la colazione, ma non c’era. Sicuramente era a fare il giro di controllo.
Mike arrivò quando Viola aveva appena finito, le chiese: ‘Buongiorno signora. Come sta stamattina?’.
‘Grazie della colazione. Tutto bene. E tu?’.
‘Anche io, grazie. Oggi &egrave proprio una splendida giornata’.
‘Ho visto. Pensavo di prendere un po’ di sole, vicino alla piscina’.
‘Mi sembra un ottima idea. Le vado a preparare un lettino’, disse Mike, poi uscì dalla cucina.
Viola tornò in camera sua e prese il primo bikini che le venne in mano, si spogliò e lo indossò. Guardandosi nello specchio notò che aveva preso il più ridotto: il reggiseno a triangolo blu le lasciava scoperta gran parte dell’abbondante seno e lo slip coordinato, molto sgambato, metteva in risalto il sedere sodo.
‘Se fossi un uomo ti salterei addosso’, pensò facendosi l’occhiolino allo specchio.
Arrivata a bordo piscina trovò Mike che, dopo averle preparato il lettino, stava piazzando un ombrellone: ‘In caso avesse troppo caldo’.
‘Grazie. Non so come fai a resistere con giacca e cravatta. Puoi toglierla se vuoi’, gli disse Viola.
‘Beh, in effetti fa molto caldo. Magari la giacca me la tolgo’, rispose il ragazzo. Si tolse la giacca nera e arrotolò le maniche della camicia mostrando le sue braccia muscolose. Gli occhi di Viola, celati dagli occhiali da sole, le studiarono attentamente, mentre finiva di posizionare l’ombrellone.
‘Viola sei sposata. Guardare, ma non toccare’, si disse la donna; poi si stese supina sul lettino, cercando si distrarsi da Mike; iniziava a sentire un lieve fremito fra le gambe.
‘Dovrebbe mettersi la crema, signora’, le disse Mike.
‘Ah, già. Me ne stavo scordando. Vado a prenderla’, fece per alzarsi dal lettino, ma Mike la anticipò: ‘Stia tranquilla, vado io’.
Quando fu andato, Viola pensò: ‘Sarebbe da sposare. Però devo calmarmi’.
Tornò poco dopo con la crema e una bibita fresca, Viola ringraziò e iniziò a spalmarsi la crema sulle belle gambe lisce, poi sulla pancia e sulla parte del seno che il bikini non copriva. Intanto sbirciava i movimenti di Mike, che però non la stava guardando.
‘Mi spalmeresti la crema sulla schiena, per favore?’, chiese innocentemente Viola.
‘Ehm’ si’ arrivo’, rispose imbarazzato lui.
Il ragazzo si avvicinò e prese il flacone di crema che gli sporgeva Viola, se ne mise un po’ sulle mani ed iniziò a spalmarla sulla schiena della donna. Quasi subito il nodo del reggiseno si sciolse e il costume le cadde. Viola si coprì subito il seno con le mani.
‘Scusi signora, non volevo!’, esclamò Mike togliendole le mani dalla schiena.
Viola si voltò, sempre con le mani che coprivano, con scarsi risultati, il seno grosso.
‘Fa niente, ma la prossima volta stai più attento’, gli disse Viola. Aveva il viso proprio all’altezza del cavallo dei suoi pantaloni.
‘O ce lo ha già duro, o &egrave enorme’. Si sentì lievemente umida fra le gambe. ‘Ti piacerebbe vederle?’, gli chiese maliziosamente Viola.
‘Ma signora’ cosa dice?… non penso che’ ehm’ sia il caso”, le rispose Mike imbarazzatissimo, facendo un passo indietro, ma faticava a guardarla negli occhi.
‘Sei così gentile con me. Ti meriti un premio’, tolse le mani dal petto, lasciando completamente scoperti i suoi grandi e sodi seni.
‘Signora’ non dovrebbe’ se lo sapesse suo marito”
‘Mio marito non lo saprà’, disse Viola, ormai molto eccitata, avvicinandosi al ragazzo.
Allungò la mano, toccando il vistoso rigonfiamento dei pantaloni di Mike. Il ragazzo era bloccato, sapeva che avrebbe dovuto andare via, ma gli occhi verdi di Viola lo inchiodavano. Insieme al suo seno fantastico e alla sua mano che lo accarezzava.
La donna gli aveva ormai sbottonato i pantaloni, abbassò i boxer neri e guizzò fuori il pene eretto.
‘&egrave enorme!’, esclamò sorpresa Viola. In effetti era molto lungo, sui 20 centimetri, e molto largo, l’asta, scura come il corpo di Mike terminava con un glande marrone un po’ più chiaro che puntava superbamente verso l’alto.
Viola rimase qualche istante ad ammirarlo seduta sul lettino, inebriata dal profumo di maschio che emanava. Aprì la bocca e lo prese fra le labbra, iniziando a lavorarlo con la lingua. Mike ormai si era abbandonato a lei e la lasciava fare gemendo piano.
‘&egrave più del doppio di quello di Giorgio. E almeno diventa duro quando mi vede’, pensò mentre tentava di inghiottirne il più possibile, ma arrivando al massimo alla metà.
Il ragazzo si tolse la camicia, mettendo in mostra il suo petto scuro e scolpito, a quel punto, Viola non resistette più: si coricò sul lettino e tolse gli slip del costumo, allargando le gambe e invitando Mike con la sua vagina bagnatissima e sormontata dal cespuglio di peli.
Mike non perse tempo, si gettò su di lei e la penetrò rudemente, strappandole un grido di dolore.
‘Piano! Devo abituarmi al tuo coso enorme!’, esclamò Viola.
Mike iniziò a muoversi più delicatamente e il dolore di Viola si trasformò immediatamente in un grande piacere. Sentiva la lingua del ragazzo vorace sui suoi capezzoli eccitati, le sue mani che le accarezzavano le cosce lisce e morbide. Lei gli accarezzava la schiena, scendendo fino al sedere marmoreo e lo strinse con le gambe allacciate dietro di lui.
Erano affamati l’uno dell’altra e i loro movimenti, inconsapevolmente coordinati, li facevano godere molto. Viola che era da tanto che non aveva rapporti, raggiunse velocemente un orgasmo, a cui ne seguì un altro e poi un altro ancora.
Viola fece stendere Mike sul lettino, poi ci salì sopra e guidò il lungo pene dentro di sé. Si sentì di nuovo riempire da esso, iniziò a muoversi guardando egli occhi il ragazzo, che le aveva messo le mani sul sedere e lo stringeva seguendo il ritmo mantenuto dalla donna. Viola era come in estasi, non aveva mai goduto così tanto, gli orgasmi erano diventati un’unica interminabile ondata di caldo piacere che avvolgeva interamente il suo corpo.
Mike iniziò a gemere più forte e liberò il suo abbondante sperma dentro di lei, facendole provare un picco di piacere.
La donna si accasciò sul petto sudato di Mike e pensò soddisfatta: ‘Ho fatto bene a fare il nodo del costume così male’, poi gli sussurrò: ‘Grazie, ne avevo proprio bisogno’.
Lui non rispose, ma rimase sotto di lei accarezzandole i lunghi capelli.

Quel giorno scivolò via languidamente, con qualche chiacchiera con Mike, un po’ di esercizio in palestra e tanto relax.
Quando arrivò Giorgio a casa alla sera, congedò Mike e chiese a Viola come fosse andata la giornata.
‘Bene, Mike &egrave un ragazzo molto simpatico e disponibile. Abbiamo anche gli stessi gusti riguardo ai romanzi’, rispose Viola.
‘Bene, sono contento! E poi almeno con lui in casa sono più tranquillo’.
‘Se sapessi come mi ha sconvolta oggi, non saresti tanto tranquillo’, pensò Viola.
Andando a letto la donna si rese conto che la giornata le aveva lasciato addosso una certa eccitazione, quindi iniziò ad accarezzare il petto peloso di suo marito, faceva caldo e lui dormiva in mutande. Poi gli baciò il collo, ma a quel punto lui le disse: ‘Sono stanco. E poi domani mi devo svegliare presto. Buonanotte amore’, si girò dall’altra parte.
‘Chissà se una sera non sarai stanco’ o magari non ti tira neanche più’, pensò amaramente Viola, prima di girarsi su un fianco dando la schiena a Giorgio.

Come al solito quando si svegliò suo marito era già andato via da un bel po’. Viola, dopo essersi lavata e pettinata, si mise un paio di pantaloncini che le arrivavano sopra al ginocchio e una canottiera comoda, poi andò in cucina, dove vide che Mike le aveva preparato la colazione, ma non c’era. Sicuramente era a fare il giro di controllo.
Mike arrivò quando Viola aveva appena finito, le chiese: ‘Buongiorno signora. Come sta stamattina?’.
‘Grazie della colazione. Tutto bene. E tu?’.
‘Anche io, grazie. Oggi &egrave proprio una splendida giornata’.
‘Ho visto. Pensavo di prendere un po’ di sole, vicino alla piscina’.
‘Mi sembra un ottima idea. Le vado a preparare un lettino’, disse Mike, poi uscì dalla cucina.
Viola tornò in camera sua e prese il primo bikini che le venne in mano, si spogliò e lo indossò. Guardandosi nello specchio notò che aveva preso il più ridotto: il reggiseno a triangolo blu le lasciava scoperta gran parte dell’abbondante seno e lo slip coordinato, molto sgambato, metteva in risalto il sedere sodo.
‘Se fossi un uomo ti salterei addosso’, pensò facendosi l’occhiolino allo specchio.
Arrivata a bordo piscina trovò Mike che, dopo averle preparato il lettino, stava piazzando un ombrellone: ‘In caso avesse troppo caldo’.
‘Grazie. Non so come fai a resistere con giacca e cravatta. Puoi toglierla se vuoi’, gli disse Viola.
‘Beh, in effetti fa molto caldo. Magari la giacca me la tolgo’, rispose il ragazzo. Si tolse la giacca nera e arrotolò le maniche della camicia mostrando le sue braccia muscolose. Gli occhi di Viola, celati dagli occhiali da sole, le studiarono attentamente, mentre finiva di posizionare l’ombrellone.
‘Viola sei sposata. Guardare, ma non toccare’, si disse la donna; poi si stese supina sul lettino, cercando si distrarsi da Mike; iniziava a sentire un lieve fremito fra le gambe.
‘Dovrebbe mettersi la crema, signora’, le disse Mike.
‘Ah, già. Me ne stavo scordando. Vado a prenderla’, fece per alzarsi dal lettino, ma Mike la anticipò: ‘Stia tranquilla, vado io’.
Quando fu andato, Viola pensò: ‘Sarebbe da sposare. Però devo calmarmi’.
Tornò poco dopo con la crema e una bibita fresca, Viola ringraziò e iniziò a spalmarsi la crema sulle belle gambe lisce, poi sulla pancia e sulla parte del seno che il bikini non copriva. Intanto sbirciava i movimenti di Mike, che però non la stava guardando.
‘Mi spalmeresti la crema sulla schiena, per favore?’, chiese innocentemente Viola.
‘Ehm’ si’ arrivo’, rispose imbarazzato lui.
Il ragazzo si avvicinò e prese il flacone di crema che gli sporgeva Viola, se ne mise un po’ sulle mani ed iniziò a spalmarla sulla schiena della donna. Quasi subito il nodo del reggiseno si sciolse e il costume le cadde. Viola si coprì subito il seno con le mani.
‘Scusi signora, non volevo!’, esclamò Mike togliendole le mani dalla schiena.
Viola si voltò, sempre con le mani che coprivano, con scarsi risultati, il seno grosso.
‘Fa niente, ma la prossima volta stai più attento’, gli disse Viola. Aveva il viso proprio all’altezza del cavallo dei suoi pantaloni.
‘O ce lo ha già duro, o &egrave enorme’. Si sentì lievemente umida fra le gambe. ‘Ti piacerebbe vederle?’, gli chiese maliziosamente Viola.
‘Ma signora’ cosa dice?… non penso che’ ehm’ sia il caso”, le rispose Mike imbarazzatissimo, facendo un passo indietro, ma faticava a guardarla negli occhi.
‘Sei così gentile con me. Ti meriti un premio’, tolse le mani dal petto, lasciando completamente scoperti i suoi grandi e sodi seni.
‘Signora’ non dovrebbe’ se lo sapesse suo marito”
‘Mio marito non lo saprà’, disse Viola, ormai molto eccitata, avvicinandosi al ragazzo.
Allungò la mano, toccando il vistoso rigonfiamento dei pantaloni di Mike. Il ragazzo era bloccato, sapeva che avrebbe dovuto andare via, ma gli occhi verdi di Viola lo inchiodavano. Insieme al suo seno fantastico e alla sua mano che lo accarezzava.
La donna gli aveva ormai sbottonato i pantaloni, abbassò i boxer neri e guizzò fuori il pene eretto.
‘&egrave enorme!’, esclamò sorpresa Viola. In effetti era molto lungo, sui 20 centimetri, e molto largo, l’asta, scura come il corpo di Mike terminava con un glande marrone un po’ più chiaro che puntava superbamente verso l’alto.
Viola rimase qualche istante ad ammirarlo seduta sul lettino, inebriata dal profumo di maschio che emanava. Aprì la bocca e lo prese fra le labbra, iniziando a lavorarlo con la lingua. Mike ormai si era abbandonato a lei e la lasciava fare gemendo piano.
‘&egrave più del doppio di quello di Giorgio. E almeno diventa duro quando mi vede’, pensò mentre tentava di inghiottirne il più possibile, ma arrivando al massimo alla metà.
Il ragazzo si tolse la camicia, mettendo in mostra il suo petto scuro e scolpito, a quel punto, Viola non resistette più: si coricò sul lettino e tolse gli slip del costumo, allargando le gambe e invitando Mike con la sua vagina bagnatissima e sormontata dal cespuglio di peli.
Mike non perse tempo, si gettò su di lei e la penetrò rudemente, strappandole un grido di dolore.
‘Piano! Devo abituarmi al tuo coso enorme!’, esclamò Viola.
Mike iniziò a muoversi più delicatamente e il dolore di Viola si trasformò immediatamente in un grande piacere. Sentiva la lingua del ragazzo vorace sui suoi capezzoli eccitati, le sue mani che le accarezzavano le cosce lisce e morbide. Lei gli accarezzava la schiena, scendendo fino al sedere marmoreo e lo strinse con le gambe allacciate dietro di lui.
Erano affamati l’uno dell’altra e i loro movimenti, inconsapevolmente coordinati, li facevano godere molto. Viola che era da tanto che non aveva rapporti, raggiunse velocemente un orgasmo, a cui ne seguì un altro e poi un altro ancora.
Viola fece stendere Mike sul lettino, poi ci salì sopra e guidò il lungo pene dentro di sé. Si sentì di nuovo riempire da esso, iniziò a muoversi guardando egli occhi il ragazzo, che le aveva messo le mani sul sedere e lo stringeva seguendo il ritmo mantenuto dalla donna. Viola era come in estasi, non aveva mai goduto così tanto, gli orgasmi erano diventati un’unica interminabile ondata di caldo piacere che avvolgeva interamente il suo corpo.
Mike iniziò a gemere più forte e liberò il suo abbondante sperma dentro di lei, facendole provare un picco di piacere.
La donna si accasciò sul petto sudato di Mike e pensò soddisfatta: ‘Ho fatto bene a fare il nodo del costume così male’, poi gli sussurrò: ‘Grazie, ne avevo proprio bisogno’.
Lui non rispose, ma rimase sotto di lei accarezzandole i lunghi capelli.

Per il resto della giornata Mike sembrò quasi evitare Viola, fino a quando, arrivato Giorgio, si congedò.
I due coniugi parlarono come al solito del più e del meno guardando la televisione, poi andarono a dormire. A letto Viola non provò a fare eccitare suo marito. Per quel giorno era soddisfatta.
Quando si svegliò al mattino, invece della colazione preparata da Mike, trovò un biglietto di Giorgio: ‘Mike si &egrave licenziato stamattina, dicendo che &egrave un lavoro troppo impegnativo per lui. Inizio subito a cercare un’altra guardia’.
‘Non dovevo scoparmelo subito!’, esclamò ad alta voce Viola.
Poi si preparò la colazione pensando: ‘Forse &egrave meglio così. Mi dispiace aver tradito mio marito, ma con Mike vicino non riuscivo proprio a resistere’.
La guardia del corpo che trovò Giorgio era, per fortuna di Viola, un bestione, questa volta bianco, ben poco attraente e abbastanza antipatico. Non c’erano problemi di ulteriori tradimenti.

Ormai era passato un bel po’ di tempo da quando Viola aveva fatto sesso con Mike; era tornata alla solita routine abbastanza noiosa, ma in più placava i suoi istinti sessuali masturbandosi spesso.
Come quasi tutti i sabati sera, si stava preparando per andare ad una festa a casa di un collega di suo marito con cui doveva discutere un accordo.
Per quella sera aveva deciso di indossare un costoso abito lungo blu, con la gonna che le arrivava quasi a terra, una scollatura abbondante e la schiena completamente scoperta fino a poco sopra al sedere. Le piaceva farsi guardare da quei vecchi porci.
Lasciò i lunghi capelli color mogano sciolti sulle spalle e si truccò senza esagerare.
‘Sei splendida, amore!’, le disse sorridendo Giorgio quando la vide.
‘Grazie, tesoro’, rispose Viola, ma pensò: ‘Peccato che anche stasera me lo toglierò da sola questo vestito’.
Ovviamente la serata era noiosa per Viola, che, dopo qualche tentativo di conversazione con le altre mogli presenti, si sedette su una sedia vicino al tavolo dove c’era dell’ottimo vino bianco.
Aveva perso di vista suo marito, sicuramente era in qualche stanza privata per discutere di affari. Accavallò le gambe e si guardò intorno, trovando tutti i difetti delle altre donne presenti.
Era già al quarto o quinto bicchiere di vino, quando una voce femminile la riportò alla realtà: ‘Ciao, devi essere Viola, giusto?’.
‘Si. Tu chi sei?’, rispose la donna, con la voce leggermente impastata.
Era una donna di qualche anno più giovane di Viola, con un corpo snello, ma non esageratamente magro, fasciato in un tubino bianco e dei lunghi capelli biondi.
‘Sono Laura. Cosa fai qua tutta sola?’, chiese sedendosi a fianco a lei.
Viola cercava di ricordare se l’avesse già vista, ma le era del tutto nuova.
‘&egrave la prima volta che vieni ad una festa del genere?’, chiese Viola ignorando involontariamente la domanda della ragazza.
‘Si, non &egrave un granché. Sono tutte così?’.
‘Si, se non peggio’.
Le due donne parlarono per un bel po’, così Viola venne a sapere che anche Laura aveva 32 anni e aveva sposato suo marito quasi esclusivamente per vivere di rendita, anche se per i primi tempi ne era stata anche innamorata. Le cose a letto non andavano meglio per loro.
‘Questi ricconi beneducati sono molto rumorosi, non trovi?’, chiese ad un tratto Laura, ‘continuiamo a parlare in un posto più tranquillo’.
Viola, confusa dal vino bevuto, mentre parlava con Laura ne aveva bevuti altri due bicchieri, si alzò barcollando e seguì la sua nuova amica che attraversò con passo sicuro il salone.
Arrivata in un corridoio, aprì una porta e vi entrò, Viola le andò dietro. Laura chiuse la porta alle loro spalle e disse: ‘Siediti pure sul letto, così starai più comoda’.
‘Di chi &egrave questa stanza?’, chiese Viola sedendosi sul letto.
‘&egrave la stanza degli ospiti, ma durante le feste &egrave sempre vuota’.
Viola ebbe un lampo e lo tradusse subito in una domanda: ‘Ma questa casa &egrave tua?’.
‘Diciamo che &egrave anche mia ora che ho sposato mio marito’. Intanto Laura si era inginocchiata davanti a Viola e le stava togliendo le decolté blu con il tacco 12.
‘Cosa fai?’, chiese confusa la donna.
‘Devono farti male ai piedi, queste scarpe. Mettiti comoda, la serata &egrave ancora lunga’. La spinse dolcemente, facendola coricare supina sul letto morbido ed iniziò a massaggiarle i piedi. A Viola in quella posizione girava un po’ la testa, ma il massaggio era talmente piacevole che resistette. La sua mente era svuotata dal vino, ma le sensazioni le sembravano amplificate: le mani che si muovevano sui suoi piedi lisci, sulle piante, fra le dita, sulle caviglie.
Ad un certo punto sentì qualcosa di umido passarle sul collo del piede destro e risalire la tibia. Si alzò appoggiandosi sui gomiti e vide Laura che aveva scoperto dal vestito la sua gamba e la teneva sollevata mentre la percorreva con la lingua.
‘Che fai?’, chiese di nuovo Viola. Laura si mise sopra di lei avvicinò il bel viso al suo, poi sussurrò: ‘Mi sei piaciuta appena ti ho vista’. Poi la baciò improvvisamente premendo la lingua contro le labbra della donna. Viola fu sorpresa, ma, forse anche grazie al vino, dischiuse la bocca intrecciando la lingua con quella della ragazza. Aveva le labbra lisce e che sapevano di fiori. Era il suo primo bacio saffico e le stava piacendo molto.
Laura scese a baciarle il collo, arrivando sulla generosa scollatura. Baciò il seni morbidi, strappandole un gemito, poi abbassò il vestito, scoprendo il seno nudo. La sua lingua raggiunse avida il capezzolo ormai turgido. Viola, in preda all’eccitazione, allungò una mano a palpare il sedere piccolo e sodo della ragazza, poi le tirò su il suo vestito, sentendo sotto la mano la pelle liscia e fresca. Laura intanto le aveva aperto la zip sul fianco e le stava sfilando il vestito. In un attimo Viola si ritrovò solo con la culottes di pizzo nera.
‘No! Cosa stiamo facendo?’, esclamò Viola tornando in sé.
‘Stai tranquilla tesoro, non facciamo niente di male. Ci divertiamo solo un po”. Si mise a cavalcioni di Viola, ancora stesa sul letto, e si sfilò il tubino dalla testa. Sotto non portava intimo.
Viola era ancora scossa, ma i suoi occhi verdi non riuscivano a staccarsi dai capezzoli piccoli e turgidi che svettavano sui seni chiari dei Laura, ad occhio le sembrava che portasse una seconda.
‘Ti piacciono le mie tettine, eh?’, chiese Laura, guardandola negli occhi mentre le metteva la mano fra le gambe. Iniziò a massaggiarla da sopra alle mutande e Viola, involontariamente, seguiva i suoi movimenti col bacino, mentre si lasciava scappare qualche gemito.
Poi, improvvisamente, Laura si alzò e si giro, mettendosi a 69 su di Viola, le sfilò le mutande e gettò la testa fra le sue gambe. La donna, avvertendo la lingua sulla sua vagina bagnata, si lasciò andare in un forte gemito di piacere. Quando riaprì gli occhi, trovò a pochi centimetri dal suo volto la vagina accuratamente depilata di Laura. Emanava un forte profumo di sesso, a causa dell’eccitazione. Viola, mentre la ragazza la stava facendo godere molto, la accarezzò con un dito: sentì ce anche lei era fradicia. Laura abbassò il bacino, schiacciando la sua vagina contro il viso di Viola, che capì subito cosa voleva. Iniziò a leccarla timidamente, notando che il sapore non le dava per niente fastidio. Laura sembrò gradire molto, a giudicare dai sui gemiti.
Pian piano prese sicurezza e aumentò il ritmo, seguendo quello di Laura sulla propria vagina. Entrambe gemevano molto forte.
La lingua di Laura le faceva sentire sensazioni mai provate, Giorgio l’aveva leccata poche volte ed abbastanza maldestramente, e lei cercava di impegnarsi il più possibile per far godere anche Laura.
Quando sentì il piacere crescere dentro di lei, invadendo il suo corpo, iniziò a leccare con più foga. Poco dopo raggiunse uno degli orgasmi più belli della sua vita, contemporaneamente a Laura. Rimasero ancora qualche istante a leccarsi dolcemente, poi Laura si stese a fianco a Viola e le sussurrò: ‘Grazie, sei stata fantastica’.
‘Grazie a te che mi hai fatto scoprire questo mio lato nascosto’, rispose la donna. Poi si diedero un lungo ed intenso bacio.
La domenica mattina Viola si svegliò con un gran mal di testa e pian piano il ricordo della serata precedente riaffiorò nella sua mente. ‘Ormai ho tradito mio marito anche con una donna”, pensò.
Si alzò e fece una bella doccia per togliersi i fumi dell’alcol dalla testa, poi andò in cucina in accappatoio dove trovò suo marito che leggeva il giornale.
‘Hai esagerato un po’ ieri sera con il vino, eh?’, gli disse scherzosamente Giorgio.
‘Già’, rispose Viola con un filo di voce.
‘Dove sei sparita ad un certo punto, mi sono preoccupato’.
‘Ti sei accorto che non ero più nel salone? Stavo scopando con la moglie del tuo amico!’, pensò amaramente la donna.
‘Sono andata a darmi una rinfrescata in bagno, tranquillo’.

Nei giorni successivi, Viola non riusciva a smettere di pensare a quello che aveva fatto, prima con Mike, poi con Laura. Il suo era stato anche un matrimonio di convenienza, ma a Giorgio voleva comunque bene e si sentiva in colpa per averlo tradito.
Una sera, mentre stavano cenando, Viola disse a suo marito: ‘Devo parlarti’.
‘Dimmi, amore’, rispose Giorgio circospetto.
‘Io ho 38 anni e ho ancora, come dire, voglia’ tu arrivi sempre a casa stanco e’ &egrave da un po’ che non facciamo l’amore’, fece una pausa, ma Giorgio non disse niente.
‘L’avrà già capito?’.
‘Vedi’ Mike non se ne &egrave andato perché il lavoro &egrave troppo impegnativo’ e l’altra sera non sono andata darmi una rinfrescata”.
‘Perché non dice niente?’, si chiese Viola. Ormai aveva le lacrime agli occhi.
Decise di essere chiara: ‘Ti ho tradito, prima con Mike e poi con Laura’.
Giorgio la guardava impassibile, senza far trapelare nessuna emozione. Aveva solo posato la forchetta.
‘Perché non parli! Dimmi qualcosa’, urlò Viola scoppiando a piangere.
Finalmente Giorgio parlò: ‘Pensavi che non lo sapessi? Quando ti ho sposata ho messo subito in conto le corna. Hai aspettato fin troppo. Tu mi servi per fare bella figura con i vecchi arrapati con cui faccio affari. Niente di più. Una bella moglie più giovane &egrave quasi d’obbligo in questo ambiente’.
Viola era senza parole. ‘Ho sposato uno stronzo’.
Aprì la bocca per dire qualcosa, ma Giorgio la anticipò: ‘Se stai pensando al divorzio, ti consiglio vivamente di cambiare idea subito. Pensa a cosa perderesti: questa bella casa, cibo da regina, palestra e piscina gratis. Poi con i miei avvocati ti schiaccerei come una pulce lasciandoti in mezzo ad una strada senza neanche un soldo. Hai solo da guadagnare rimanendo mia moglie e poi puoi scoparti chi vuoi’.
Giorgio si alzò lasciando Viola a bocca aperta e con le guance rigate dalle lacrime.
Viola pensò molto alle parole di suo marito ed arrivò alla conclusione che aveva ragione. L’avrebbe lasciata senza niente.
Decise di fare buon viso a cattivo gioco, quindi continuò la sua vita come prima, senza però dormire più nello stesso letto con suo marito.
Non lo tradì più, quasi per una ripicca verso di lui.
Fortunatamente non incontrò più per un bel po’ Laura, fino a quando, un sabato sera, Viola e suo marito furono invitati di nuovo a casa del marito della donna.
‘Mi sei mancata’, le disse Laura quando furono sole.
‘&egrave stato bello quella sera, ma non si ripeterà’, le disse Viola a malincuore.
‘Peccato’ &egrave successo qualcosa?’.
Viola aveva bisogno di sfogarsi con qualcuno, quindi le raccontò tutto. Le lacrime le fecero colare tutto il trucco.
Laura la abbracciò e le disse: ‘Sai, anche quello stronzo di mio marito la pensa così. Dovremmo fargliela pagare a tutti e due’.
Le due donne escogitarono velocemente un piano.

Qualche giorno dopo Viola invitò Laura suo marito, Piero, per una cena a casa loro. Laura sarebbe arrivata nel pomeriggio e Giorgio e Piero, che erano insieme per lavoro, sarebbero arrivati per cena.
Alle due domestiche Viola aveva detto di preparare tutto prima dell’arrivo della sua amica, per poi andare via.
Laura arrivò puntualissima, aveva con s&egrave una bottiglia di vino bianco ed era vestita con una maglietta e un paio di jeans molto attillati.
Le due donne si salutarono con un bacio sulle labbra, poi si sedettero sul divano in salotto.
‘Brindiamo alla nostra dolce vendetta!’, esclamo allegramente Laura. Viola stappò la bottiglia e versò il vino nei bicchieri.
I brindisi furono più di uno e la bottiglia finì in fretta. Viola posò il bicchiere e baciò Laura. La sua amica ricambiò con passione il bacio, mettendole le mani sui fianchi morbidi coperti da un vestitino leggero. Il bacio si faceva sempre più intenso e le mani delle due donne correvano sui loro corpi frementi, insinuandosi sotto ai vestiti. Viola spinse Laura a stendersi sul divano, poi le si mise sopra e le tolse la maglietta, scoprendo che sotto non portava niente, le baciò i capezzoli piccoli, strappandole mugolii di piacere. Intanto le sbottonò i jeans e li sfilò. Ormai era completamente nuda.
‘Spogliati anche tu”, disse Laura con la foce rotta dall’eccitazione. Viola si sfilò il vestitino dalla testa, anche lei non aveva indossato intimo. Laura allungò la mano e la toccò fra le gambe. Era molto bagnata.
‘Vedo che l’hai depilata per l’occasione’, esclamò con un sorriso la ragazza.
‘Volevo fare bella figura!’.
Le due donne risero, poi Viola si chinò di nuovo a baciare Laura, ma in quel momento il campanello suonò.
‘Devono essere arrivati’, disse Viola.
Andarono alla porta senza rivestirsi, aprirono e si trovarono davanti quattro ragazzi belli e fisicati.
‘Finalmente siete arrivati!’, disse Laura.
Li fecero accomodare nel salotto e si sedettero sul divano.
‘Su, spogliatevi, cosa aspettate?’, li esortò Viola.
I quattro non persero tempo e si spogliarono velocemente, mettendo in mostra i loro fisici muscolosi, ma soprattutto i loro peni molto grossi e già in erezione.
Le due donne si guardarono soddisfatte, poi si inginocchiarono in mezzo a loro. Viola prese con le mani due peni e Laura gli altri due. Ben presto iniziarono a lavorarli anche con le bocche.
‘Che situazione! Stiamo tradendo i nostri mariti con due cazzi per una!’, pensò Viola mentre ne succhiava uno e masturbava l’altro.
Laura venne messa sul divano a gambe aperte, poi un ragazzo le si mise davanti ed iniziò a penetrarla, mentre l’altro le mise il pene in bocca salendo in piedi sul divano.
Anche a Viola venne riservato lo stesso trattamento. Iniziò subito a godere molto e suoi gemiti di piacere erano soffocati dal grosso pene che aveva fra le labbra.
I ragazzi si scambiavano spesso di posizione, passando da Laura a Viola, così che le due donne sentivano sui membri duri i sapori della propria vagina e di quella dell’amica. Questo le faceva eccitare ancora di più.
Laura ad un certo punto si mise a pancia in giù con un ragazzo sotto che la penetrava, mise la mano sulla vagina di Viola ed iniziò a massaggiarla mentre un grosso pene si muoveva velocemente dentro di essa, facendola godere ancora di più.
Un altro ragazzo si mise dietro a Laura e le appoggiò il pene all’ano.
‘Fai piano’, disse fra un gemito e l’altro la ragazza. Lui pian piano entrò nell’ano stretto e, quando si fu dilatato abbastanza, iniziò a muoversi lentamente.
Laura quasi gridava di piacere: ‘Dovresti provare! Non ho mai goduto così tanto!’.
Viola non aveva mai provato il sesso anale e aveva un po’ di paura, quindi si accontentò di godere e succhiare un pene.
I ragazzi avevano una buona resistenza e le due donne erano già venute tantissime volte. Nella stanza si sentiva un intenso odore di sesso che, insieme al coro di gemiti e urletti, le faceva godere ancora di più.
Quando le donne capirono che i ragazzi erano quasi all’orgasmo, dissero: ‘Veniteci in faccia!’
Si inginocchiarono una a fianco all’altra davanti a divano, i quattro iniziarono a masturbarsi e poi, uno dopo l’altro, svuotarono il loro abbondante sperma sui loro bei visi. Il seme denso e viscido colò sui seni abbondanti di Viola, Laura lo leccò e poi lo fece colare nella bocca aperta della donna. Conclusero con un lungo e passionale bacio.
‘Che cazzo sta succedendo?’, urlò la voce di Giorgio.
Le due donne si voltarono e videro Giorgio e Piero sulla porta a bocca aperta. Laura disse: ‘Siete arrivati giusto in tempo per la cena’.
Viola, facendo l’occhiolino, esclamò: ‘Amore me lo hai detto tu che potevo tradirti quando e come volevo, no?’.

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