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Una professoressa integerrima

By 14 Marzo 2016Dicembre 16th, 2019No Comments

Angelo F. fischietta mentre rovista nella sua biblioteca. Il suo ultimo libro ha avuto successo e ora si sta documentando per scriverne un altro. Tira fuori vari volumi scartando quelli che non gli servono. A un tratto vede un foglietto volare da uno di essi. Lo raccoglie e lo legge incuriosito. Sorride: &egrave la ricevuta di un albergo che conosce bene. Il gestore &egrave suo amico, vecchio compagno di scuola, e &egrave solito portare lì le donne che rimorchia.
Perché Angelo non &egrave mai stato troppo fedele: 54 anni, &egrave sposato con Lidia A. ora cinquantenne, una bella donna che riserva al sesso una minima parte del proprio interesse. Ha un corpo ancora tonico da fare invidia a una trentenne, merito della tanta attività fisica, che fanno entrambi anche se separatamente, però il modo di vestirsi, i capelli sempre raccolti sulla nuca, gli occhiali inutili che si ostina a portare, l’atteggiamento quando cammina. Tutti particolari che ti fanno accorgere della sua bellezza solo alla seconda o terza occhiata. A letto &egrave come appare, fa il suo dovere coniugale ma poco di più, niente variazioni, niente giochini, no deciso a ingoio e anale. Ma Angelo non se ne &egrave mai preoccupato, la sua posizione di docente universitario oltre a garantirgli una solida posizione economica gli dà quel prestigio che affascina le donne: ricercatrici, dottorande, docenti, anche studentesse, incontri occasionali. Non si &egrave fatto mai mancare nulla.
Cerca di ricordare chi ha portato in albergo quella volta. A un tratto si blocca. La ricevuta riporta: 16 giugno 2005, Hotel del Lago, due pernotti, 280,00 euro.
Rilegge la data. 16 giugno 2005. Di fretta va al portatile, lo accende, cerca i file che ha conservato. Eccoli: la relazione che ha letto, la brochure del convegno, gli orari degli aerei. Dal 10 al 20 giugno 2005 lui era a Stoccolma a un convegno. Lo ricorda bene perché &egrave lì che ha passato tre notti di fuoco con Inga, una hostess della manifestazione.
Mille domande gli assalgono la mente. Se non lui chi? Possibile che sua moglie”’ no, non può essere, Sa che nel liceo dove insegna la chiamano ‘figa di legno’ per sottolineare il fatto che non dà confidenza a nessuno, ha sempre quell’aria da ‘noli me tangere’, anche in occasioni mondane. Poche amiche bacchettone come lei, attente anche al linguaggio, che non sia troppo ‘colorito’. Lei e il sesso sono antitetici. Solo nel talamo coniugale si concede e anche lì” per dovere, mai una volta che l’abbia cercato lei.
Angelo &egrave sconcertato. Il libro &egrave suo da più di 10 anni, &egrave un testo particolare, non molto diffuso, la ricevuta può esserci finita solo per mano di qualcuno della casa.
Pragmatico come sempre sa che non può restare col dubbio e che la soluzione &egrave lì, a portata di mano.
Chiama la cameriera, una graziosa ventiduenne da un anno alle loro dipendenze.
– Maria. Devo uscire. Avverti tu la signora che sarò fuori per pranzo, cucina per Matteo quando torna da scuola.
Della risposta sente solo il ‘Sì signore’, il resto non gli interessa, sa che Maria sarà perfetta. E’ brava quella ragazza, anche carina con quei capelli rossi e quelle lentiggini , la divisa da cameriera le dona e Angelo qualche pensierino ce l’ha fatto pur trattenendosi. Ha preso con se l’impegno di avere le sue avventure fuori di casa, per tranquillità. Pensa a Matteo e si intenerisce. Suo figlio, l’unico, &egrave la luce dei suoi occhi. Tra breve sosterrà l’esame di stato, sicuramente col massimo dei voti, e poi s’iscriverà alla facoltà dove lui insegna e dove gli sta già preparando, anche se ci vorranno anni, una carriera paragonabile alla sua.
Sua moglie non si preoccuperà per la sua assenza, sa che nel primo pomeriggio sarà impegnata con delle ripetizioni a un compagno di scuola di Matteo e poi &egrave abituata alle sue assenze improvvise
Sale in auto e parte, l’albergo &egrave a poco più di un’ora di autostrada. Accende la radio e si rilassa, sa già come fare una volta arrivato.
– Ciao Silvio ‘
– Ciao Angelo, &egrave da un po’ che non ci si vede ma” sbaglio o sei solo? ‘
Il proprietario dell’albergo lo accoglie calorosamente, manifesta solo stupore perché &egrave abituato a vederlo con qualche donna.
– Sì, questa volta sono qui per altri motivi. Devo chiederti un favore, se puoi ‘
Angelo spiega a Silvio cosa vuole sapere, gli mostra la ricevuta di tanti anni prima. Silvio senza problemi accede al computer e cerca i registri delle presenze.
– Allora, ah, eccola qui, camera prenotata da Aldo S. lo conosco bene, &egrave un professore che insegna al liceo Manzoni nella tua città. E’ un cliente fisso’.. come te ‘
Ridacchia Silvio per fargli capire che Aldo S. &egrave uno di quelli che portano lì le proprie conquiste.
– E’ uno scapolone che si dà parecchio da fare, allora uhmmmmm’.. &egrave venuto qui con”. Accidenti, certo che me la ricordo, &egrave stata l’unica volta che il portiere di notte &egrave stato costretto a intervenire perché disturbavano gli altri clienti. Ecco, questa &egrave la scansione delle carte d’identità, lei si chiama Lidia A. . Perché lo vuoi sapere? ‘
Angelo rabbrividisce a vedere la foto di sua moglie. Ecco la conferma. Chiesto il permesso scatta una foto col cellulare allo schermo dove appare il registro, le carte d’identità.
– Fammi compagnia a pranzo Silvio e ti spiego tutto, e tu mi dici ciò che ricordi ‘
Affacciati sul lago, gustando del buon pesce locale, Angelo inventa per Silvio una storia di un amico e sua moglie.
– Capirai che non potevo chiederlo per telefono e così ho approfittato di un po’ di tempo libero per farmi un buon pranzo in tua compagnia. Puoi dirmi altro su questi due? ‘
– Certo, ricordo bene. Lui come ti ho detto &egrave un cliente abituale, viene tre o quattro volte con una donna e poi cambia. Questa qui la ricordo bene perché come ti ho detto ha un po’ ‘scandalizzato’ clienti e personale. Tu sai che qui vengono spesso coppiette però loro hanno toccato il top. Come ti ho detto il portiere di notte &egrave dovuto intervenire perché facevano troppo chiasso, parole testuali: ‘lei ululava come una lupa in calore’. Le cameriere mi hanno detto che sono stati visti in una caletta qui vicino, durante una passeggiata, mentre lei gli faceva un pompino all’aperto, dove potevano passare tutti. Nell’ascensore a momenti lo facevano davanti al ragazzo che gli portava su le valige, senza contare come hanno trovato la stanza quelle delle pulizie, ti lascio immaginare. ‘
– E sono venuti spesso? ‘
– Beh, lui ancora viene, l’ultima il mese scorso ma con un’altra donna. Lei &egrave venuta tre o quattro volte quell’anno e anche se sono stati più ‘discreti’ della prima” Beh, se devo dare della Troia a una donna lo darei a quella, non so se mi spiego. Mi dispiace per il tuo amico ‘
Silvio ride raccontando, non ha motivo di dubitare delle parole di Angelo, non si avvede, perché lui finge bene, che ogni parola &egrave come una coltellata.
Finito il pranzo si salutano cordialmente e Angelo riprende la strada di casa. Si sente umiliato, soprattutto quella frase: ‘ululava come una lupa in calore’ gli fa male. Lidia con lui &egrave sempre stata al limite della freddezza. La rabbia gli cresce dentro. Vuole vendetta e pensa al modo migliore di ottenerla però ha bisogno di sapere di più prima.

Il giorno dopo cerca in rete un’agenzia investigativa, vi si reca e dà incarico di indagare sul professor Aldo S. ha scelto bene, non si fanno troppi scrupoli a accettare l’incarico senza badare alla motivazione precaria addotta.
Subito dopo va da un’altra e dà incarico di seguire sua moglie per una temuta, presunta, infedeltà.
Dopo dieci giorni, in stato d’ansia, torna alla prima agenzia e l’investigatore gli riferisce:
– Il professor Aldo S. ha una vita particolarmente intensa. Abbiamo appurato che attualmente ha due relazioni contemporanee. Una con una giovane supplente che insegna nella sua stessa scuola e l’altra con la moglie di un commerciante della zona. Si dà da fare parecchio devo dire. Nel fascicolo troverà le foto degli incontri e i dati delle persone coinvolte, le rammento che alcune cose non le abbiamo acquisite rispettando alla regola la legge per cui le sarei grato se evitasse di mostrarle a altri per evitare di dover negare di averla mai conosciuta. Non sono comunque cose utilizzabili in tribunale se &egrave questo che vuole. ‘
Angelo ringrazia e salda in contanti, senza esitare, il non piccolo conto poi vola alla seconda agenzia.
– Signor Angelo, abbiamo seguito sua moglie per tutto questo tempo. Sono contento di dirle che non abbiamo trovato nulla di compromettente. La signora a scuola ha un comportamento irreprensibile, tra i colleghi ha il massimo rispetto e &egrave considerata integerrima. Al di fuori della scuola l’abbiamo seguita per lo shopping, con le sue amiche e dall’estetista. Anche qui nulla da riferire. Troverà tutti i dettagli in questa busta. ‘
Angelo corre in facoltà, si chiude nel suo studio e esamina i fascicoli.
Legge velocemente la relazione su fogli anonimi della prima agenzia, poi passa al materiale fotografico. Vede una ragazza bionda, molto carina, In altre una signora forse di 40 anni, bella donna senz’altro, deve essere la moglie di un commerciante. Poi la foto di un uomo: &egrave lui sicuramente, Aldo, finalmente lo vede in volto. Scorre velocemente le altre fotografie che rappresentano le due donne e l’uomo per strada, a scuola, in vari negozi. Inserisce nel PC la pennetta che ha trovato nel fascicolo, indossa le cuffie e fa partire i filmati in essa contenuti.
Sono riprese dall’alto. Nel primo video c’&egrave Aldo in quel che sembra un ufficio, forse a scuola, sulla scrivania ci sono dei registri. Con lui c’&egrave la giovane che prima lo bacia con calore e poi s’inginocchia per un pompino.
E’ un video breve. Ode i gemiti di lui, le sue esortazioni a fare in fretta, il rumore osceno delle labbra di lei all’opera. Poi lo vede scomporsi nell’orgasmo e lei che non si stacca fino alla fine, leccandosi le labbra prima di baciarlo ancora e uscire. Un altro filmato mostra una sveltina nello stesso ufficio, lei distesa sulla scrivania e lui che la prende da dietro. La colonna sonora di gemiti fa da sfondo ai visi stravolti dal piacere di entrambi. In altri filmati appare una camera da letto in cui si alternano, con Aldo, le due donne. Deve essere il suo appartamento. Vede di volta in volta la giovane supplente e la matura commerciante fare acrobazie con Aldo senza risparmiarsi nulla. Angelo un po’ si eccita a vedere quei corpi nudi e aggrovigliati, poi immagina Lidia al posto di quelle due e l’eccitazione scema per lasciare il posto a una rabbia sorda che controlla a stento. Ora più che mai &egrave deciso a vendicarsi ma come? Un’idea si affaccia e si sviluppa lentamente nel suo cervello.
Angelo ha un colpo di fortuna. Entrato al Bar XXXXXX per vedere di persona Aldo, anche solo a distanza, lo trova in compagnia di un suo collega di facoltà. Seduti a un tavolo appartato stanno chiacchierando allegramente. Si fa avanti per salutare il collega e, come si aspettava, viene invitato a sedersi. Fausto, il suo collega, fa le presentazioni. Lui e Aldo sono vecchi amici d’università e ogni tanto si ritrovano a scambiare due chiacchiere. Con Angelo ha solo rapporti professionali ma bastano per invitarlo e coinvolgerlo nella conversazione.
Come sempre o quasi capita il discorso vira dal calcio alle donne.
Angelo scopre che Aldo &egrave un fanfarone, si vanta apertamente delle sue numerose conquiste, con Fausto che gli tiene bordone ricordando i tempi dell’università. Bevono del vino e Angelo &egrave attento a far lievitare il tasso alcolico nei due mantenendosi al contempo abbastanza sobrio. A un certo punto della conversazioni, tra risate e battutacce, butta lì una domanda apparentemente innocua:
– E tu Fausto, quale &egrave stata la tua conquista più difficile? Cio&egrave, diciamo la scopata più imprevedibile? ‘
Ascolta con falsa attenzione la risposta di Fausto ridendo con lui e con Aldo della risposta, poi tocca a Aldo raccontare. Non si fa pregare:
– Quella che ricordo meglio &egrave stata una collega, una decina d’anni fa. Si chiama Lidia, non aggiungo altro per motivi di privacy ‘
E giù una risata per la battuta. Angelo ha un sussulto sulla sedia, lo maschera con una risata forzata e si fa attento alle parole di Aldo.
– E’ una bella donna che insegna nella mia stessa scuola. La dovreste vedere quando passa per i corridoi: algida, imperturbabile. Sguardo duro, capelli raccolti, i ragazzi ne hanno quasi paura. Non dà spazio a confidenze, nessun pettegolezzo su di lei, diresti che &egrave una zitella acida eppure so che &egrave sposata e ha uno o due figli. Vi dirò che all’inizio non l’avevo nemmeno guardata, c’era troppa ‘carne’ intorno che mi distraeva’ ah ah ah ah.
Dopo un po’ però l’ho notata. Ha un bel corpo anche se, pur vestita sempre elegante, non si valorizza mai appieno. Ha un culo notevole, due tette che immagini morbide e gustose, due begli occhi su un bel volto sempre severo. Per farla breve mi fece andare in fissa. Sembrava una fortezza inespugnabile e tu Fausto sai come mi piacciono le sfide’ ah ah ah ‘ Ho cominciato a ‘lavorarmela’ piano a piano. I primi tempi solo indifferenza anche se mi prodigavo con piccole attenzioni, mi facevo trovare dove andava lei nella scuola, sedevo vicino a lei alle riunioni, le chiedevo consigli professionali eccetera eccetera. Ci ho messo quattro mesi per strapparle un appuntamento fuori dalla scuola, dopo innumerevoli rifiuti. Sapevo che stava per cedere, all’inizio i suoi no erano sdegnati, poi più tiepidi, poi era quasi un rituale, io chiedevo e lei si negava con un sorriso compiaciuto. Ecco, quando ha cominciato a sorridere mi sono fatto più pressante e alla fine l’ho convinta a una gita sul lago dove conosco un albergo discreto. Oramai ero sicuro e mi preparavo a vederla spogliata. ‘
– Ma scusa Aldo, una così al massimo apre le gambe e via, cos’&egrave che te la fa ricordare? ‘
– No Fausto, l’esatto contrario. Veramente anche io mi aspettavo una scopatina così così, era solo per potermi dire che ce l’avevo fatta anche con lei. Già pensavo a come mollarla il giorno dopo e invece”” invece ho scoperto una pantera, una belva feroce che a momenti mi riduce a brandelli. ‘
– Ma che dici, veramente? ‘
– Certo, &egrave come se fosse scattato un interruttore. Non appena l’ho avuta nuda sul letto si &egrave scatenata come una furia. Quella prima volta mi ha costretto, sì costretto, a farlo tre volte prima di sentirsi appagata, e come gridava mentre la scopavo, accidenti se gridava. Pensate che il portiere di notte &egrave venuto a bussarci per dirci di fare meno rumore, non mi era mai capitato e dire che ne ho avute tante. Sono stati due giorni fantastici, ogni momento era buono per lei. Passeggiata sulle rive del lago? Zack, pompino al volo dietro un albero quasi in piena vista. Visita al porticciolo? Zack, scopata dietro una barca con me che le mettevo la mano sulla bocca per non farci sentire dalla riva opposta. Saliamo in ascensore? Zack, mi salta addosso fregandosene di un dipendente dell’albergo che saliva con noi, a momenti me lo tira fuori davanti a lui. L’ho scopata in tutti i luoghi e in tutte le posizioni, a momenti ci rimetto la pelle. Solo una cosa mi ha negato: il culo. Gliel’ho chiesto diverse volte ma ha sempre rifiutato. In compenso mi faceva dei pompini da infarto con annesso ingoio. ‘
– E la frequenti ancora? ‘
– No, siamo stati insieme quattro o cinque volte, sempre in albergo tranne una a casa mia, poi si &egrave incazzata quando mi ha visto girare intorno a una supplente nuova. Mi ha fatto una sceneggiata coi fiocchi e da allora a malapena mi saluta, ma chi se ne frega, erano sì belle scopate ma sai com’&egrave, una volta passata la novità ah ah ah ah .-
– E adesso che fa? ‘
– Al solito la santarellina con tutti, chissà se la dà almeno a quel cornuto del marito ah ah ah ah ‘
Angelo &egrave lì lì per saltargli addosso, invece stringe i denti e ride con gli altri due. Poi guarda l’orologio fingendo di non essersi accorto del tempo che passava. Saluta i due e esce fumante di rabbia repressa.
Adesso sa abbastanza, &egrave il momento di affrontare sua moglie, di chiederle spiegazioni.
Torna a casa infuriato, parcheggia come capita e entra in casa senza nemmeno chiudere la porta chiamandola a alta voce. Lidia accorre subito preoccupata. Lo stesso fa Maria che Angelo allontana quasi in malo modo conducendo Lidia nel suo studio, facendola sedere davanti alla scrivania. Con una calma gelida riempie un bicchiere d’acqua e prende una pastiglia. Lidia dalla poltrona lo guarda stupefatta.
– Ma Angelo che succede, perché sei così arrabbiato, cosa &egrave successo? ‘
– E’ successo che sei una troia ‘
– Ma come ti permetti, chiedimi subito scusa ‘
– Scusa un cazzo troia. Aldo S. ti dice niente? ‘
Lidia si blocca mentre sta per rispondere inviperita dal comportamento di Angelo, perde sicurezza.
– Allora, ti dice niente? Eh? ‘
– E’ un collega della scuola ‘
La paura la prende, quella storia che ha voluto dimenticare le torna vivida alla memoria. Possibile che Angelo abbia saputo? E cosa?
– Sì, un collega che ti ha scopato ‘
– Ma cosa dici, sei impazzito? Lo saluto a malapena. ‘
Lidia tenta di negare il tutto facendosi forza sul lungo tempo trascorso, ma Angelo non ha intenzione di farsi prendere in giro, ha abbastanza elementi per essere sicuro. Accende il portatile, inserisce la chiavetta, apre un file .jpg e lo mostra a Lidia.
– Adesso, forse, ma anni fa? Come c’&egrave finito il tuo nome sul registro di questo albergo? E questa non &egrave la tua carta d’identità ‘
– Non so spiegarmelo, questo &egrave un falso ‘
– Ah certo, un falso, e ovviamente non ricordi nulla di un pompino durante una passeggiata sul lago, di una scopata dietro una barca, di te che gli ti butti addosso infoiata dentro l’ascensore, e nemmeno di un portiere di notte che viene a bussarvi perché tu urlavi come quella cagna in calore che sei. ‘
Lidia ha abbassato la testa, ricorda bene ogni cosa e non sa spiegarsi come lui sappia tutto. Decide di negare anche l’evidenza.
– Non so di cosa parli, io non sono mai stata in quell’albergo e Aldo &egrave solo un collega, mi sta pure antipatico. ‘
– Certo, ti sta antipatico ora perché ti ha trattata per quello che sei, scopandoti e mollandoti per un’altra. Però le volte che sei andata con lui in quell’albergo? Vogliamo parlare di quando sei andata a casa sua? ‘
Angelo gioca la carta finale per farla confessare. Si attendeva il suo diniego a oltranza e ora bleffa bassamente.
– Devi sapere che il tuo amico Aldo ha l’hobby dei video e riprende i suoi incontri amorosi. Ha una bella collezione sai. Queste sono le sue troie attuali. ‘
Parlando fa partire i video e Lidia vede prima una supplente che conosce e poi una donna sconosciuta nella camera di Aldo, a letto con lui. Impallidisce. Se quel maiale colleziona i filmati delle sue scopate allora”.
– E’ la tua ultima possibilità di essere sincera. Ti avverto che se neghi un’altra volta hai solo da andare a preparare una valigia e toglierti dai coglioni. Divorzio da te e non ti do nemmeno una lira. Ti sbatto in mezzo a una strada e chi se ne frega dello scandalo. Pensaci bene. Devo far partire un altro filmato, quello che ti riguarda? ‘
Lidia &egrave in confusione, si sente persa, non può negare oltre. Pensa allo scandalo, ai suoi genitori, alla scuola e ai colleghi se si sapesse. Crolla.
A voce bassa confessa.
– E’ stato un momento di debolezza Angelo, uno solo tanti anni fa ‘
– Tutto qui? Un momento di debolezza? Dall’oggi al domani ti metti a fare la troia e lo chiami momento di debolezza? ‘
Angelo ha alzato la voce, vuole sfogare la rabbia che ha dentro, vuole ferirla come si &egrave sentito ferito lui.
Con voce fredda, monotona, prosegue:
– Vai a preparare le valige, ti do un’ora e poi non voglio più vederti ‘
La reazione di Lidia lo sorprende, la faccia sconvolta cade in ginocchio davanti a lui.
– No ti prego Angelo, ti prego. Non mandarmi via, &egrave stato un errore, farò tutto quello che vuoi ma non mandarmi via ‘
Si aggrappa alla sua giacca, trema e piange farfugliando le sue preghiere.
Angelo non l’ha mai vista così, &egrave tentato di farla rialzare ma la rabbia gli bolle ancora dentro e allora continua con l’intento di umiliarla. Lentamente si slaccia i pantaloni, li fa cadere a terra rimanendo in boxer e attende.
Lidia l’ha visto spogliarsi e lo guarda incredula, a pochi centimetri &egrave evidente l’erezione di lui sotto la stoffa.
– Hai detto che farai tutto quello che voglio? ‘
Angelo la guarda in attesa. Lidia la rispostaccia che stava per dare, mormora un un sì a mezza bocca ma non si muove.
– Allora tiralo fuori e fammi un pompino. Pensa di essere con Aldo al lago in quella caletta –
La battuta &egrave come uno schiaffo. L’orgoglio la farebbe alzare e correre via, magari schiaffeggiandolo prima, però &egrave cosciente che ha tutto da perdere. Si fa forza, allunga le mani e fa scendere i boxer. Prende il cazzo di lui e lo stringe piano, accenna un movimento ma lui, impaziente, glielo spinge davanti alle labbra che lei apre accogliendolo in bocca, come ha fatto tante volte. Si sforza di leccarlo, di succhiarlo. Non le &egrave mai piaciuta molto questa pratica, la faceva solo per accontentare il marito, solo con Aldo si era lasciata andare e ancora si domanda perché con lui si eccitasse.
Il suo lavoro svogliato irrita Angelo che la prende per i capelli e si muove avanti e indietro come se fosse dentro la sua vagina. Le scopa la bocca con forza, cercando di arrivare fino in gola e lei quasi soffoca, a stento riesce a sincronizzare il respiro con gli affondi di lui. Si sente usata e contemporaneamente inizia a eccitarsi. Lo realizza sentendosi inumidire tra le cosce. Anche con Aldo, ricorda, &egrave stato così, il sentirsi costretta, umiliata, trattata come una troia da quattro soldi in contrapposizione con l’intoccabilità della vita di tutti i giorni. Ora accetta con gioia i colpi di Angelo, si sforza di prenderglielo fino in fondo, muove la lingua sull’asta facendola binario scivoloso del cazzo prepotente che entra e esce sempre più velocemente. Vorrebbe quasi toccarsi Lidia, per dare uno sfogo all’eccitazione che sente crescere in lei ma i rantoli di lui preannunciano l’imminente orgasmo.
Angelo non si &egrave accorto del cambiamento di Lidia, continua a fotterle le labbra con forza usando i capelli come presa. Presto sente una stretta ai testicoli, una scarica elettrica che gli parte da dentro arrivando alla punta del pene, e si scarica nella bocca di lei impedendole di togliersi, costringendola a ricevere e inghiottire i densi fiotti di sperma che uno dopo l’altro si depositano quasi direttamente in gola.
Lidia lo sente sborrare, non tenta nemmeno di liberarsi, né lo potrebbe prigioniera delle mani di lui. Deglutisce in fretta il primo schizzo e i successivi, lecca l’asta che lui lentamente sta ritraendo, la insegue riprendendone la punta in bocca. E’ combattuta da pensieri controversi: una parte di lei &egrave dispiaciuta che lui sia già venuto e che tutto sia finito, l’altra ne &egrave lieta perché così potrà rialzarsi, riprendere la sua aria altezzosa.
Nessuna delle due ipotesi &egrave veritiera. Angelo prevedeva, desiderava, un epilogo del genere e per questo all’inizio aveva preso una pastiglia di viagra.
Si stupiscono entrambi: lui di vederla inseguire il cazzo con la lingua, riprenderlo in bocca e succhiarlo ancora ripulendolo dello sperma; lei di sentirlo ancora duro tra le sue labbra.
– Sei veramente una troia ‘
Angelo lo dice quasi con ammirazione, mai lei gli aveva fatto un pompino simile.
Lidia &egrave ancora in ginocchio, non sa cosa fare, sulle labbra un’ultima goccia di seme che raccoglie con la lingua assaporandola piano. Ancora si protende verso il cazzo di lui, lecca la punta, cerca di riprenderlo in bocca. Lui si fa indietro e le ordina di alzarsi.
– Non pensare che sia finita qui. Togliti la gonna e siedi sulla scrivania.
Lidia ubbidisce in silenzio, toglie la gonna, toglie anche lo slip striminzito e siede sull’orlo del mobile. Angelo le si avvicina, le apre le cosce con le mani, lo appoggia e senza delicatezza la penetra con un colpo secco, fino in fondo, strappandole un rantolo. La scopa così, in velocità, nessuna dolcezza, nessun rispetto, quasi con cattiveria e la reazione di Lidia &egrave stupefacente.
Lei sente il cazzo del marito entrarle dentro di colpo, &egrave come se fosse scattato un interruttore dentro di lei. Fitte di piacere le partono dal ventre e salgono su, su fino a esploderle nel cervello, e Lidia inizia a gridare, a scuotersi, a incitare Angelo:
– SI, SI, SCOPAMI”’ PIU’ FORTE, DAMMELO TUTTO, FINO IN FONDO, SCOPAMIIIIIIIII!!!!! ‘
Angelo non si fa pregare, forse &egrave questo che ha visto Aldo nell’albergo? Lidia che si contorce dal piacere bagnandosi continuamente, insaziabile, che lo sprona a cavalcarla di più, meglio.
I due sono così presi dal loro furore erotico che non si accorgono di essere osservati.
Maria era tornata in cucina restandoci un po’ male per la maniera in cui era stata trattata da Angelo, puliva i mobili già immacolati quando ha sentito le urla, senza comprendere le parole. E’ corsa verso lo studio pensando a una tragedia familiare, alla povera signora brutalizzata dal marito. A metà strada ha iniziato a comprendere le parole ma ne ha preso coscienza solo all’atto di entrare nella stanza, bloccandosi di colpo:
– SCOPAMI, SCOPAMI, SCOPAMIIIIIIII!!! ‘
Questo ha sentito e pur immaginando rimane sconvolta dalla scena che le si para innanzi.
La signora &egrave nuda sulla scrivania, aggrappata con le unghie alla sua schiena. Avvinghiata al marito che la penetra con forza muove i fianchi per ricevere ogni colpo, andandogli incontro per prenderlo meglio, per impedire che lui esca da lei.
Appoggiata allo stipite della porta Maria li guarda e si sente avvampare il viso. Mai aveva assistito a scene del genere, mai avrebbe supposto che i signori facessero l’amore in quel modo così appassionato. Non &egrave vergine, ha un ragazzo da anni con cui fa regolarmente sesso ma fino a quel momento riusciva solo a immaginare il trasporto con cui vede avvinta la coppia.
Si ritrova con la mano destra sotto la gonna, a accarezzarsi da sopra le mutandine, prima ancora di accorgersi di averla mossa. Si eccita Maria, si sente umida, vogliosa. La mano oltrepassa la tenue barriera di stoffa e finalmente &egrave a contatto con la sua micina. Si stuzzica il clitoride, si massaggia con forza le labbra dell’amore, emette brevi e sommessi gemiti.
E’ così che la trova Riccardo, il compagno di classe e amico di Matteo che, come previsto, era arrivato per le ripetizioni di Lidia. Vedendo la porta aperta &egrave entrato in quella casa che conosce ormai bene, ha girato l’angolo del salone e ha visto Maria che si masturbava inequivocabilmente.
La sorpresa lascia spazio agli ormoni giovanili, il suo giovane cazzo si erge dentro i jeans e si avvicina dietro Maria senza far rumore, da sopra le sue spalle vede la scena nello studio e si eccita ancora di più.
Maria, che con l’altra mano si sta carezzando il seno, due dita conficcate profondamente dentro di sé, sente improvvisamente l’erezione del ragazzo appoggiata al sedere, le mani di lui sul suo petto a stringere e carezzare i capezzoli. Sussulta, gira la testa e riconosce il ragazzo. Vorrebbe sottrarsi ma la stretta di lui &egrave forte, non la fa muovere tenendola incollata al suo ventre duro. Prova a protestare, a bassa voce per non farsi sentire dalla coppia, cosa inutile perché le urla di piacere di Lidia sovrastano ogni rumore e Riccardo non la ascolta nemmeno strofinandosi contro di lei. Maria sente vampate di calore percorrerla per tutto il corpo e concentrarsi lì dove ora rimette le dita che aveva tolto. Lascia fare il ragazzo anche quando questi si scosta e sente nitido il rumore di una zip che si apre, poi la gonnellina le viene sollevata, le mutandine abbassate. Toglie la mano un istante per permetterlo e subito riaffonda le dita dentro di se gemendo, oramai presa da quella situazione erotica.
Riccardo la sente arrendevole e ne approfitta, denudatosi e denudatala prende la mira e entra in lei scivolando come una spada in un’elsa ben oliata tanto &egrave bagnata Maria.
La scopa da dietro mentre entrambi guardano i due adulti farlo sulla scrivania. Vedono Angelo togliersi da lei vincendone la resistenza e Lidia lamentarsi forte del vuoto creato dall’uscita del suo cazzo.
Angelo ha in mente altro, non ha dimenticato il dispiacere di scoprirsi cornuto. Vuole ancora punirla anche se preferisce mille volte questa moglie a quella che fino al giorno prima divideva il letto con lui. Di forza la fa alzare dalla scrivania e girare, le spinge in giù la schiena e Lidia si abbandona prona sul ripiano mentre Angelo la penetra nuovamente aggrappandosi ai fianchi e scopandola ancora con forza. Però non &egrave questo a cui mira. Sotto i suoi occhi ha il piccolo ano grinzoso di lei che si contrae al ritmo della monta. Si bagna un dito con la saliva, lo appoggia e spinge. Lidia si accorge appena del piccolo dolore presa com’&egrave dal piacere che ininterrottamente la percorre da capo a piedi. Anche Aldo l’aveva fatto a casa sua, per prepararla alla penetrazione che lei ha rifiutato recisamente. Il pensiero fa breccia tra le ondate di piacere: e se anche Angelo volesse”..
– AAARRRGGHHHHHH. NO FERMATI, TOGLILO, TOGLILO MI FAI MALEEEEEEE ‘
Il suo timore s’&egrave concretizzato nell’istante in cui lo pensava. Angelo ha tolto il pene dalla sua vagina, l’ha spostato di pochi centimetri e ha spinto forte, facendosi un pochino male anche lui, penetrandola nell’ano con tutta la cappella.
– No Angelo, ti prego, toglilo AAAAHHHHIIIIIII, MI FAI MALEEEEEEEE ‘
– Zitta troia, questo &egrave quello che ti meriti. Non hai mai voluto darmelo e ora me lo prendo ‘
– No, ti prego, ti supplico, smettila”’. Almeno fai piano, ti prego AAAHHHIIIIIII ‘
Angelo ha spinto ancora, &egrave dentro per metà e Lidia si sente come spaccata in due, il dolore si acquieta e subito dopo, appena Angelo spinge per entrare ancora un poco, si rifà acuto a tormentarla.
Piange di disperazione, mai aveva concesso il suo culo a qualcuno. Si era sempre rifiutata, a volte con garbo a volte violentemente, di permettere a chicchessia di entrarle dietro. Al massimo aveva accettato un dito da ragazza, poi anche con Aldo. Una cosa completamente diversa da quel palo che pare volerle uscire dalla gola. Si sente anche umiliata da una pratica che considerava un obbrobrio contro natura, &egrave inerme di fronte alla prepotenza di Angelo. Ci mette qualche secondo a accorgersi che il dolore &egrave scemato. Angelo si &egrave fermato, quasi completamente dentro di lei, per farla abituare e per non godere subito. Sente l’anello dei muscoli che lo stringe, &egrave quasi dolore ma &egrave piacevole. Gli piace soprattutto aver domato Lidia, vederla disfatta e aperta a ogni suo desiderio. Inizia a muoversi indietro lentamente, fin quasi a uscire, e poi riaffonda piano, e ancora e ancora muovendosi sempre più liberamente.
Lidia avverte il piacere farsi di nuovo avanti, contrastare e poi vincere quel dolore che &egrave diventato fastidio. Ancora due minuti e geme nuovamente, il dolore &egrave ricordo, il cervello &egrave pervaso solo dal godimento e la stanza si riempie di nuovo delle sue urla:
– SSSSIIIIIIII, INCULAMI ANGELO, INCULAMI FORTE. MI PIACE, MI PIACEEEEEE ‘
Angelo non si fa pregare, prende a sbatterla con accanimento, ormai il suo orgasmo &egrave vicino. Stringe i denti per resistere ancora un minuto, affonda le dita nella micina di lei trovandola allagata, le dà un bacio che &egrave quasi un morso sulla spalla e gode dentro di lei riempiendole l’intestino di sperma, sentendola sussultare e godere sotto di sé in un orgasmo continuo.
Stanno riprendendo le forze, ancora uniti come due valve di una stessa vongola quando odono un urlo strozzato e il rumore della porta che sbatte. Girandosi vedono Maria e un ragazzo dietro di lei che entrano incespicando nello studio.
E’ successo che Riccardo vedendo Angelo sodomizzare Lidia ha avuto voglia di fare lo stesso a Maria. Non l’ha mai fatto, crede che basti spingere con forza, e lei non &egrave pronta. Prova dolore Lidia, un dolore sordo che pare aprirla a mezzo. L’orgasmo che le montava dentro si interrompe, non riesce a trattenere un urlo, la spinta che riceve le fa perdere la presa sullo stipite. Si appoggia alla maniglia della porta e questa, aprendosi, la sbilancia e così ora &egrave a terra sugli spessi tappeti, con Riccardo che ha inciampato avendo i jeans alle caviglie e &egrave caduto dietro di lei, il capo a poca distanza dal culetto scoperto.
Angelo si stacca da Lidia e fa un passo verso i due a terra gridando furente:
– MARIA!? –
Lidia riconosce subito Riccardo e urla inginocchiandosi precipitosamente dietro la scrivania per nascondergli la sua nudità.
I due ragazzi sono spaventati dall’essere stati scoperti. Maria si alza in ginocchio e viene a trovarsi all’altezza del cazzo di Angelo ancora dritto e duro. Il suo sguardo si fissa lì aprendo la bocca per la sorpresa. Ciò non sfugge a Angelo come neppure il fatto che i due stavano evidentemente scopando dietro la porta. Come interpretare diversamente lui a calzoni abbassati, lei le mutandine alle ginocchia, una tetta che esce fuori dalla scollatura?
Non gliene frega niente di essere stato sorpreso, anzi, riconoscendo lo studente di Lidia vede un modo per umiliarla ancora di più e divertirsi lui.
– Che cazzo stavate facendo voi due, ci spiavate? ‘
A testa bassa i ragazzi non rispondono.
– Alzatevi. No Maria, non coprirti, resta così, &egrave un ordine ‘
I giovani sono davanti a lui che imperterrito resta a calzoni abbassati esponendo il cazzo duro.
– Maria dammi una spiegazione ‘
– Signore io’ noi’. abbiamo visto’.. e allora”.. ‘
Farfuglia, non sa cosa dire.
– Ci hai spiati, e questo &egrave il tuo ragazzo? ‘
– No, &egrave un amico del signorino e”. ‘
– E ti piace farti scopare da lui ‘
Non ascolta nemmeno la risposta di Maria, si volta verso Lidia e la chiama:
– Vieni cara, vieni a salutare il tuo studente ‘
– Ma sei pazzo? Sono nuda ‘
– LIDIA VIENI QUI SUBITO! ‘
Angelo alza la voce e Lidia succube obbedisce cercando di coprirsi con le braccia, si vergogna a mostrarsi così davanti al ragazzo eppure prova un brivido facendolo, guardandogli il giovane cazzo ben visibile pur se ha perso in parte la sua erezione.
– Il ragazzo pare scioccato, credi di poter fare qualcosa per lui? ‘
Il tono insinuante di Angelo le fa comprendere. Allibisce. Lui non le dà tempo di replicare.
– Inginocchiati e prendiglielo in bocca, SUBITO! ‘
– Ma’. ma ‘.io non posso”.. non voglio”. ‘
– Tu farai tutto quello che ti dico io, conosci l’alternativa, e ora in ginocchio o”’ –
Ha una luce cattiva negli occhi Angelo mentre lo dice e Lidia non può che assecondarlo.
Lentamente si china davanti a Riccardo il quale &egrave rimasto come paralizzato e vede la sua professoressa, la donna a cui ha dedicato tante seghe, inginocchiarsi e prenderglielo in mano. Già il solo tocco di quelle dita gli ridona un’erezione vigorosa, quando poi sente il calore umido delle labbra gli pare di svenire. Incredulo guarda alternativamente la testa di lei che già ha iniziato a muoversi e la faccia di lui che sorride malignamente avvicinandosi a Maria.
A Angelo Maria &egrave sempre piaciuta, non ha mai fatto avances perché non ha mai avuto penuria di figa e per non avere problemi dentro casa, ora il vederla in quella mise, un seno scoperto, la testa bassa, le mani unite sul grembo, tremante di paura, gli mette in mente brutte intenzioni. Allunga un braccio e le prende in mano il seno esposto. Lei sussulta ma non si muove. Accarezzandolo le parla con tono dolce:
– Che &egrave successo Maria, perché hai urlato ‘
La ragazza continua a tremare, teme di poter perdere il posto. Tace ancora sentendo un brivido diverso lungo il corpo quando Angelo le stringe il capezzolo. Gli occhi bassi inquadrano il cazzo del padrone dritto davanti a lei, di lato può vedere le guance incavate della padrona mentre succhia il ragazzo a occhi chiusi. Sollecitata racconta in breve cosa &egrave successo, il perché del suo urlo, della sua caduta. Angelo si eccita ancora di più per il racconto.
– Perché, tu non l’avevi mai fatto? ‘
– Io’. sì’. lui &egrave stato troppo irruento. Non me l’aspettavo, non ero pronta”’. ‘
Angelo &egrave deliziato, la sua mente perversa escogita subito un nuovo modo per umiliare la moglie. Fa pressione sulle spalle di Maria, la costringe a inginocchiarsi, le spinge sulla schiena ponendola carponi, alza la corta gonnellina scoprendole le chiappette sode. Le separa con le mani e guarda con avidità i due buchini vicini, a sua disposizione.
– Povera piccola, guarda Lidia, guarda com’&egrave ridotta la povera Maria, vieni qui ‘
Lidia molla il cazzo di Riccardo con disappunto. Le piaceva sentire quella carne dura e calda in gola, il fatto che fosse del suo studente l’imbarazzava e la eccitava insieme, l’essere costretta dal marito a farlo le dava l’alibi e una sferzata di eccitazione in più. Gattoni si avvicina al culetto di Maria, vede la micina semiaperta, ancora lucente dei succhi precedenti. Poco sopra c’&egrave l’ano, piccolo, semi-dilatato, un po’ arrossato.
– Guarda che ha fatto quella bestia, provvedi tu a darle un po’ di sollievo, vuoi? ‘
Le parole di Angelo non sono una richiesta, sono un ordine. Lidia lo capisce bene e l’oscenità di ciò che le viene richiesto le fa balzare il cuore in gola’.. e bagnare ancora di più. Non ha mai toccato una donna in vita sua, eppure si dedica con ardore a succhiare e leccare il buchino come l’avesse sempre fatto. Oramai &egrave schiava della volontà di lui, non trova forza per opporsi e, anzi, anela i suoi ordini, qualsiasi ordine.
Maria sente la lingua morbida e umida sull’ano, il dolore &egrave sparito da tempo, non sarebbe necessaria quella carezza che mai ha ricevuto ma già dalla prima lappata i sensi le si riaccendono, terminazioni nervose che non sapeva di avere mandano i loro messaggi al cervello. Piacere, &egrave solo piacere, soprattutto quando la lingua passa nel piccolo spazio tra i due ricettacoli. Avverte il calore della mano di lui sulle reni che la immobilizza come un marchio di fuoco, i suoi sensi sono in subbuglio. Geme forte quando Lidia le infila le dita nella micina, la doppia stimolazione &egrave più forte di ogni remora, di ogni pudore. Con gioia accoglie Angelo che le si siede davanti, le porge il cazzo da leccare. Con la lingua passa dappertutto su quel bastone di carne prima di prenderlo in bocca e succhiare forte.
Riccardo &egrave restato in piedi a guardare, non osa muoversi nonostante il dispiacere di aver perso le labbra di Maria. Angelo gli fa un cenno che tarda a capire, poi il messaggio gli arriva chiaro e semplice, la comprensione gli esplode dentro e si affretta a porsi dietro Lidia, a prenderle i fianchi, puntare il cazzo sulla micina e spingere in avanti entrando sino in fondo prima di iniziare a muoversi. La scopa incredulo ancora della fortuna capitatagli. Prima la bella Maria, ora la professoressa protagonista dei suoi sogni, lei che non si peritava di dargli schiaffetti sulle mani durante le lezioni private quando tardava a capire un concetto, lei sempre così vicina eppure intoccabile, lei che ora mugola sotto i suoi colpi come una scrofa in calore. E’ troppo per lui, sborra senza riuscire a trattenersi e le riempie l’utero col suo seme. Il suo orgasmo, la sensazione di sentirsi riempita, provoca di riflesso il piacere di Lidia che gode continuando a leccare l’ano di Maria, a penetrarla con le dita unite. E’ come un domino: Maria sente le carezze di Lidia farsi più frenetiche, più profonde e geme di piacere col cazzo di Angelo fin dentro la gola emettendo suoni sordi, strozzati, quasi soffocata dal bavaglio di carne.
Il solo Angelo non &egrave ancora venuto, sarebbe la terza volta in poco tempo. Il suo cazzo &egrave ancora duro grazie alla chimica ma soprattutto ha in mente un chiodo fisso. Aspetta che gli altri tre si distacchino l’uno dall’altro e si alza, va dietro Maria ancora inginocchiata, il viso a terra; le apre le natiche con le mani e guarda l’ano viscido di saliva. Aiutandosi con la mano lo punta sul buchino e lentamente, centimetro dopo centimetro, le entra dentro fino in fondo. Maria geme, si sente riempita. Non prova dolore ma &egrave ancora troppo presto per lei, si sta riprendendo dal precedente orgasmo eppure, eppure cos’&egrave quella sensazione che le parte da lì, da quel buchetto dilatato in cui il cazzo di Angelo viaggia agevole?
Ben presto geme ancora, vorrebbe che non finisse mai, che quel cazzo le arrivasse fino allo stomaco, alla gola, alla bocca che apre in un lamento continuo.
Angelo non ha finito ancora con sua moglie, sa che presto anche lui si arrenderà all’orgasmo ma vuole vederla ancora sottomessa, umiliata. Le ordina di stendersi di fianco a Maria, a Riccardo comanda di sedersi sul suo seno, di porgerle il cazzo. Mentre Maria gode a ripetizione e lui imbocca la dirittura finale ha la soddisfazione di vedere il cazzo del ragazzo riempire ancora la bocca di Lidia che lo succhia con forza fino a farlo godere, ricevendo in bocca tutto il suo seme senza smettere di succhiarlo. Il movimento della gola di lei che ingoia gli dà il tocco finale e finalmente sborra nell’intestino di Maria con schizzi densi e bollenti.
Il pomeriggio di pazzia, così lo definisce poi Lidia parlandone con Angelo, &egrave terminato.
Riccardo torna a casa imbottito delle raccomandazioni della coppia, quasi minacce, di non farne parola con nessuno, più che altro lui ricorda le parole di lui che gli fanno intuire che possono esserci altre occasioni, una velata promessa.
Maria si &egrave richiusa in camera. Sotto la doccia ripensa a ciò che &egrave successo, a quello che ha fatto. E’ sicura di non dover temere per il posto ma incerta sul comportamento da tenere ora in avanti. Non si aspettava da se stessa di poter scopare prima col ragazzo e poi col signor Angelo, né di vedere la signora Lidia comportarsi come una cagna. Le pare ancora di sentire la sua lingua sull’ano che ora, dopo il vigoroso trattamento di lui, avrebbe davvero bisogno di un lenimento. Non sa se questo pomeriggio cambierà le cose dentro la casa, aspetta di vedere i signori come si comporteranno eppure spera che ci siano altri pomeriggi come questo, in cui ha goduto come mai aveva fatto.
Lidia e Angelo sembrano tornati quelli di sempre. Lui non ha parlato più di farle fare le valige ma lei nota un atteggiamento più invadente, meno rispettoso da parte di lui. Angelo da parte sua &egrave soddisfatto, le cose sono andate oltre ogni sua previsione. In fondo &egrave contento di avere una moglie troia e, ciliegina sulla torta, una cameriera così disponibile. Già pregusta altri incontri ma non ora, non subito. Intanto si gode l’atteggiamento remissivo di sua moglie, il nuovo modo di penetrarla che lei non gli nega più, ma soprattutto il suo scatenarsi senza preavviso, il momento in cui diventa una baccante indemoniata. Angelo porta sul corpo i segni delle unghie e dei denti di lei. Cicatrici d’amore di cui &egrave contento e fiero.

Passano i giorni e tutto pare normale, a parte un leggero mutamento di Lidia che, su consiglio/ordine di Angelo, a scuola ora va con abbigliamento meno serioso, più sexy. Intanto ha sciolto i capelli che le ricadono sulle spalle come velluto. Le camicette hanno sempre un bottone aperto, le gonne dei tailleur sono aderenti e così i pantaloni di pelle. Nulla di volgare, solo che ora appare per quella bella donna che &egrave sempre stata. Qualche collega prova a intavolare un discorso diverso dal lavoro e lei sembra quasi ‘umana’ rispetto a prima. Anche Aldo se ne accorge, e si rifà avanti ricevendo, in sala professori, solo un’occhiata gelida e parole sferzanti. Per fortuna che sono soli e nessuno può intuire qualcosa.

E’ a casa della coppia che succede il caos.
Matteo e Riccardo sono amici da sempre oltre che compagni di scuola. Spesso escono insieme, spesso si incontrano per interminabili sfide a PS o altra consolle.
Però Riccardo non sa dissimulare l’ansia che ha quando va a casa di Matteo, il cercare con gli occhi, dappertutto, Lidia; oppure l’atteggiamento guascone che assume quando c’&egrave Maria la quale riesce a stento a tenerlo a bada. E’ proprio in uno di questi frangenti che lo scopre Matteo, sceso dietro di lui che aveva accampato la scusa di un bicchiere d’acqua, con le mani sotto la gonna di Maria, la testa protesa per un bacio che lei gli nega.
Matteo si arrabbia, rientrati in camera lo rimprovera, chiede spiegazioni e Riccardo non sa resistere dal vantarsi. L’incredulità di Matteo lo fa arrabbiare. Incapace di ragionare gli racconta per filo e per segno quel pomeriggio e non si ferma a lui che scopa Maria dietro la porta. No, si vanta di aver scopato la madre di Matteo, lo prende in giro crudelmente come solo tra amici si sa fare.
Matteo &egrave imbestialito, vuole cacciare Riccardo da casa e questi, capita la terribile gaffe, cerca di giustificarsi gettando la colpa sul padre di lui. Peggiora le cose citando Maria come testimone. Riccardo la chiama a gran voce voglioso di sbugiardare l’amico.
Maria ha sentito un po’ di trambusto e ne &egrave stata contenta pensando al signorino che la difende da Riccardo di cui lei non sopporta il comportamento, però quando si sente chiamare corre pensando a un’emergenza. Entra trafelata in camera di Matteo e lo trova in piedi vicino alla scrivania, sulla tv il gioco &egrave in pausa e nessuno vi bada, Riccardo &egrave seduto sul letto, entrambi sono rossi in viso, alterati dalla discussione in corso.
Matteo la incalza subito, le riferisce le parole di Riccardo, si attende un diniego deciso da sbattere in faccia all’amico. Ottiene solo un silenzio imbarazzato. Maria &egrave a testa china, rossa in faccia, muta. La faccia trionfante di Riccardo non viene nemmeno notata da Matteo che comprende come egli abbia detto la verità. Rimane sbigottito, balbetta:
– Ma’ ma co come’. ‘
Maria ritrova la parola, cerca di giustificarsi:
– Signorino, io’.. non so cosa mi &egrave preso. Quando ho visto la signora e il signore’ così’. non ho potuto staccare gli occhi da loro, e quando Riccardo mi &egrave venuto alle spalle”. non ho saputo resistergli”’ mi vergogno tanto ‘
Riccardo le si &egrave fatto di fianco, le alza il mento con due dita, la guarda voglioso, le parla:
– E non &egrave piaciuto anche a te? ‘
– Sì’ cio&egrave no’. Insomma io” –
– E non ti piace se faccio così? Vieni Matteo, senti com’&egrave morbida ‘
Matteo si &egrave avvicinato imbambolato, però allunga anche lui la mano sul seno di Maria, ne tasta la compattezza, saggia il turgore del capezzolo che si &egrave drizzato istantaneamente sotto la sottile divisa.
Maria si trova stretta tra i due, le loro mani sui seni, e sente ancora quel calore, specie quando Riccardo la fruga sotto la gonna, le carezza le cosce, raggiunge la sua intimità che si sta inumidendo. Vorrebbe staccarsi e andare via ma non riesce a muoversi, le sue gambe non le obbediscono, anzi si allargano per consentire alle dita di Riccardo un più facile accesso.
E’ un attimo, si ritrova sul letto con le quattro mani dei ragazzi che le arrivano dappertutto, la spogliano, la carezzano. Si trova la testa di Matteo tra le cosce e sente la sua lingua farsi dentro di lei, geme piano.
Matteo &egrave stordito, non pensa più all’amico e sua madre, sa solo che Maria, la ragazza che tante volte ha cercato di spiare ora &egrave davanti a lui, davanti ai suoi occhi a cosce spalancate e, mutandine scostate, gli mostra la micina. Da sempre ha sognato un momento così e si prodiga a darle piacere ricavandone a sua volta. Sì, perché leccare una ragazza &egrave una cosa che gli &egrave sempre piaciuta moltissimo, ci passerebbe delle ore con la testa sprofondata tra quelle cosce e Maria &egrave arrendevole e, lo scopre subito, dolce.
Anche Riccardo ha dimenticato l’alterco, vuole solo mettere il cazzo tra le labbra gementi di Maria. Lo fa e lei subito lo prende, lo ingoia, lo lecca, lo succhia.
I tre ragazzi proseguono in quella catena fino a che Riccardo non viene voglia di scoparla. Fa spostare Matteo il quale cede all’invito dell’amico a farselo succhiare, e così si danno il cambio. Ora &egrave il cazzo di Matteo che riceve le attenzioni umide delle labbra di Maria la quale, sentendosi penetrata da Riccardo, perde ogni pudore e succhia con maggior fervore il cazzo del padroncino. Le &egrave sempre piaciuto Matteo ma le rispettive posizioni le hanno impedito di farsi vedere disponibile, né lui le ha mai mostrato segno evidente di interesse. Fino a quel momento.
Gemiti e mugolii riempiono la stanza, Maria ha un primo orgasmo, subito seguito da un secondo, prima di ricevere in gola il seme di Matteo che s’inarca felice scaricandosi tra quelle labbra morbide. Riccardo li segue a ruota, se ne infischia, o forse nemmeno ci pensa, di una possibile gravidanza e gode dentro Maria con gusto, serrandole i seni tra le mani.
Non &egrave finita. Riccardo &egrave scatenato, vuole provare ancora il culetto di lei. Si toglie dal suo grembo, si avvicina alla sua testa e le appoggia il pene, ancora parzialmente eretto, sulle labbra. Maria con naturalezza lo accoglie e prende a succhiarlo, naturale prosecuzione del pompino completo appena fatto all’altro ragazzo. Presto il cazzo di Riccardo &egrave nuovamente alla massima erezione. Si siede sul letto, fa alzare Maria avanti a se. Memore della volta precedente, dei suoi errori, la fa chinare in avanti, dove Matteo subito approfitta per porgerle il pene da succhiare, e poi le spalanca le natiche esponendo il buchino a cui dedica ampie leccate cercando di lasciare più saliva possibile. Si spinge anche a irrigidire la lingua e cercare di penetrarla così, con parziale successo.
Quando smette per tirarla a se Maria ha già capito le sue intenzioni e non si oppone, apre le gambe e siede sopra di lui, glielo prende in mano e se lo punta da sola, così da poter controllare la penetrazione, poi scende piano sentendosi dilatare e riempire.
Un urlo roco le sfugge, questa volta non ha sentito male, almeno non troppo, ha voglia di sentirlo tutto dentro di se. Riprende in bocca il cazzo di Matteo e scende un altro poco, poi toglie la mano e si impala su Riccardo rimasto immobile. Prova a salire e scendere nuovamente e quella sensazione che ha imparato a apprezzare la pervade. Mugola a bocca piena, si muove più velocemente, apre gli occhi e li sbarra pietrificata, il cazzo di Riccardo completamente dentro di lei.
Sulla porta ci sono Angelo e Lidia, rientrati insieme, che li osservano. I ragazzi se ne accorgono solo grazie a Maria, seguendo il suo sguardo fisso.
Lidia, in ritardo per la lezione, era tranquilla che i ragazzi fossero insieme come tante altre volte, però entrando col marito ha udito i rumori inequivocabili provenire dal piano di sopra.
Sono saliti insieme per investigare con Angelo che già immaginava il figlio insieme alla cameriera e sogghignava. Resta anche lui di stucco vedendo il terzetto ma si riprende subito, &egrave un’altra occasione per riaffermare il nuovo potere che ha su Lidia, e non se la fa sfuggire.
Prendendola per un braccio la spinge a entrare, a avvicinarsi ai tre. Blocca il loro tentativo di districarsi:
– Voi non muovetevi, restate così. Lidia, non penso che Maria possa farcela con entrambi. Aiutala ‘
La moglie, remissiva, si gira solo un istante a guardarlo prima di togliersi la giacca leggera e inginocchiarsi vicino ai ragazzi. Come una sonnambula avvicina la bocca al cazzo di Riccardo e se ne appropria. Per Maria &egrave una scena già vista, solo più vicina agli occhi ora, &egrave Matteo che non riesce a credere a ciò che vede: sua madre che fa un pompino al suo miglior amico, proprio come lui gli aveva detto. Ancora &egrave dentro Maria, l’essere sorpresi non lo ha smosciato. Quando suo padre si accosta e gli parla lo sente a stento, percepisce ciò che dice più a livello istintivo, subconscio e lo asseconda.
– Bello il culetto di Maria vero figlio mio? Continua, io intanto me lo faccio succhiare ‘
Angelo se lo tira fuori e lo porge alle labbra della ragazza che ancora una volta si lascia prendere dalla situazione. I sentimenti contraddittori dentro di lei si dileguano percependo Matteo muoversi nel suo retto e rapida imbocca l’uccello riprendendo come non fosse stata mai interrotta.
Per alcuni minuti il silenzio &egrave rotto solo dai rumori delle bocche sui cazzi eretti, da qualche gemito incontenibile. Angelo si fa succhiare e pensa a come portare oltre il suo controllo su Lidia. Ha qualche timore di suscitare reazioni incontrollate ma conta molto sull’eccitazione evidente di tutti quanti.
Si sottrae alle labbra di Maria, la tira a sé facendola alzare incurante delle proteste del figlio, la fa voltare e inginocchiare a portata dell’uccello di Matteo ancora seduto sul letto e Maria, prona ai suoi voleri, glielo prende in bocca aspettandosi di essere penetrata dal signore.
E’ questo il momento topico, l’attimo in cui Angelo sa che si decide tutto, l’unico in cui può ricevere un rifiuto.
Prende per i capelli Lidia, la stacca da Riccardo. Sulle ginocchia la fa mettere di fianco a Maria e le spinge la testa in giù. Matteo capisce e ha un attimo di ribellione, gli sembra che si stia andando troppo oltre. La mano del padre e il suo sguardo severo lo fanno ricadere sul letto e accettare che Lidia, oramai come creta tra le mani del marito, si unisca alla cameriera nell’omaggio al membro maschile. E’ un pompino a due voci in cui presto le donne si sincronizzano: se l’una succhia il pene l’altra lambisce l’asta inondandola di copiosa saliva; se l’una lecca la cappella da un lato l’altra lo fa dalla parte opposta oppure si dedica ai testicoli. Le lingue si toccano spesso senza ritrosie e Matteo impazzisce nel vedere, &egrave la prima volta per lui, due teste chine sul suo uccello.
Intanto Angelo si &egrave posto dietro Lidia, con un gesto invita Riccardo a fare altrettanto con Maria. Insieme i due penetrano dietro le donne che solo per un istante abbandonano il cazzo di Matteo, per gemere rocamente e poi subito tornare a lavorare di lingua e labbra.
Angelo &egrave felice, a parte il godimento che gli sta dando lo stretto budello di Lidia, &egrave il vederla totalmente vinta, pronta a accettare tutto da lui, che lo esalta. E’ lui il regista, il padre/padrone della composizione orgiastica che si sta svolgendo. Gli altri sono solo pedine, contenti di esserlo ma semplici pedine. Questo pensiero più che il contatto fisico gli scatena l’orgasmo che dai lombi risale velocemente fino alla cappella da cui sgorgano più schizzi di godimento direttamente nell’intestino di Lidia.
Questa sta godendo a sua volta. Immobile, il cazzo di Matteo profondamente dentro la sua bocca, le sembra di andare a fuoco. Non pensa a nulla, accetta senza remore il nuovo rapporto a cui l’ha costretta Angelo, persino le sculacciate che lui le dà cavalcandola aggiungono brividi al suo piacere, un crescere di tensione che esplode in un potente orgasmo che la fa contorcere, ma non staccare, proprio mentre si sente riempita dietro.
A breve tocca a Matteo, nell’istante in cui le donne stanno passandosi da bocca a bocca il suo uccello. Gli &egrave fatale un ultimo colpo di lingua, non sa di chi, e spruzza fuori tutto il suo seme, inondando le due facce prima che Maria lo nasconda nuovamente alla vista dentro la sua bocca golosa,
Riccardo avverte l’ano di Maria stringergli forte il pene con contrazioni veloci che paiono mungerlo, anche lui si abbandona e gode unito negli spasimi con la stessa Maria la quale, aiutandosi con veloci e sapienti carezze, raggiunge l’apice quasi in contemporanea.
I cinque si rilassano, Angelo e Riccardo escono dai culetti delle due donne le quali si abbandonano per terra, i visi ancora a contatto. Matteo prima di cadere indietro sul letto, esausto più emotivamente che fisicamente, ha il tempo di vedere la lingua di Lidia che fuoriesce dalle labbra per inseguire le gocce di seme sulle guance di Maria, la lingua di questa che esce per incontrarla, scambiandosi seme e saliva.
Anche Angelo lo vede e &egrave la conferma della totale sottomissione e depravazione di Lidia, oramai un’altra donna.

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