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Racconti Erotici Etero

Una segretaria in carriera

By 25 Ottobre 2007Dicembre 16th, 2019No Comments

Lo sapevo che sarebbe successo.
Le dicevo queste parole mentre la scopavo sull’erba sotto quegli olivi.
Era inevitabile succedesse, tutti gli anni capitava, la fortuna voleva che fossi io a scegliere il personale che doveva fare la stagione della raccolta delle olive nel nostro terreno e, come sempre, la mia scelta cadeva su una ragazza che avrebbe dovuto spremere per bene anche le mie, di olive.
Così Paula, una ragazza rumena di 27 anni, era la mia tentazione; con le sue gonne come quelle di una volta veniva a fare la raccolta e io la guardavo bramoso mentre si muoveva su quella scala e, appena potevo, andavo a tenerla ferma con la scusa di aiutarla; lei sapeva che vedevo sotto la gonna il suo ben di Dio, ma questo sembrava eccitarla e appena ero lì sotto, lei si allungava ancora di più, mettendo in mostra le sue mutandine che erano ben diverse da quelle che portano le nostre ragazze.
Paula era una bellezza particolare, non appariscente, ma sicuramente intrigante, un seno prosperoso che si muoveva ballando, ti faceva venire voglia di mettergli in mezzo il cazzo e provare il piacere di fare una spagnola. Erano due settimane che le stavo dietro e adesso volevo davvero starle dietro, e anche davanti.
Le davo battute inequivocabili e lei diventata sempre più audace.
Quel giorno, lo ricordo come se fosse adesso, la vidi vestita come al solito e, dopo un sorriso distante, andai a tenerle la scala, mi avvicinai e guardai ancora una volta sotto la sua gonna: con mia grossa delizia vidi che non portava niente, era come madre natura l’aveva fatta, dopo un attimo di sorpresa la guardai meglio e cominciai ad apprezzare la sua figa, un cespuglio incolto le copriva una piccola fessura che subito mi fece rizzare l’uccello, alzai le mani dopo essermi guardato attorno, non c’era nessuno e allora salii a toccare il suo culo che s’intravedeva appena e lei, facendo finta di niente, continuò a raccogliere le olive.
La mia mano adesso le accarezzava la figa che era bella bagnata, le dissi di scendere e di venire con me e lei subito eseguì, la portai dietro un boschetto dove c’era un laghetto che conoscevo bene, era un posto ben protetto e già altre volte avevo scopato in quel posto.
Appena arrivati, mi stesi sull’erba e le dissi di salirmi sopra, lei non aspettava altro, si alzò la gonna e venendomi a cavalcioni si abbassò, io nel frattempo mi era slacciato i calzoni e avevo messo in libertà il mio cazzo duro che svettava fiero nell’aria, aspettando di essere scaldato da quel piccolo anfratto.
Sentivo il calore che mi pervadeva, quando lei si lasciò andare io, mettendo le mani sui suoi fianchi, cominciai a fare pressione per sentirla ancora di più.
Lei parlava la sua lingua, ma i gemiti e i sospiri sono internazionali, sentivo le sue gambe stringersi attorno al mio cazzo e questo mi dava sensazioni incredibili, la guardai mentre mi cavalcava e si prendeva il suo piacere e il mio sudore si mischiava col suo.
Quando le mie palle sbatterono contro il suo inguine provai delle fitte di dolore e di piacere, le urlai che era una troia mentre la sentivo venire e le strinsi forte i seni nel momento del suo orgasmo.
Ero pieno di quel corpo, lei si fermò un attimo, prese fiato, poi si tolse la maglietta e mise in libertà due seni stupendamente eccitati e sudati, le sue aureole larghe erano il segno del suo piacere, come i suoi capezzoli tesi e duri, io ero stravolto dal piacere di quella visione e, lasciandole i fianchi, cominciai a scoparla tenendole le tette, le vedevo ballare sotto i miei colpi e il piacere mi avvolse la testa facendomi scoppiare in un orgasmo violento che finì tutto dentro di lei.
Insieme urlammo in quel momento idilliaco e poi esausti ci lasciammo riposare, aspettammo che i nostri cuori tornassero normali e nel frattempo ci accarezzavamo, lei cominciò a giocare con il mio cazzo e piano si avvicinò con la testa: quel movimento subito mi stuzzicò e i brividi che sentii erano ben conosciuti.
Il mio membro reagì alle sue carezze e ancora di più alla sua bocca che furtivamente aveva preso possesso del suo piacere, mi strinse la cappella e mi guardò negli occhi mentre cominciava a scivolarci sopra, la guardavo estasiato, le accarezzai i capelli, lasciandola libera di gestirsi i suoi movimenti e presto mi resi conto che quella ragazza era nata per fare pompini, mi stava distruggendo il cazzo, le sensazioni che mi provocava erano le più intense che io avessi mai provato, le dicevo parole e complimenti che forse lei non capiva neanche, ma sicuramente il ritmo della mia voce era facilmente intuibile, così lei scese con le mani sulle mie palle e cominciò a stringerle mentre lo prendeva tutto in bocca,
Mi faceva impazzire questa ragazza, era nata per fare sesso e mi stava dimostrando quanto fosse brava e di come io avessi fatto bene a sceglierla, le misi le mani nella testa e così facendo le feci capire di quanto fossi vicino, inarcai il bacino e poi, chiudendo gli occhi, mi lasciai andare a un orgasmo infinito, la sentii ricevere il mio sperma e mugolare a quel contatto, io ormai ero in paradiso e non non capivo più niente, lei imperterrita continuava a succhiarmelo e ad accarezzare le mie palle ormai svuotate, mi sembrava di sentire le voci di angeli in paradiso e invece era solo mio padre che mi cercava incazzato, io sorrisi e invece di rispondere, baciai la mia bella e misi il mio cazzo, adesso inerte, tra le sue tette e le dissi che mi sarebbe piaciuto fare una bella spagnola, lei non capiva le parole, ma con i fatti era già partita, cominciò a stringere i suoi seni attorno al mio cazzo moscio e mi fece una sega da favola.
Le misi un dito in bocca e lei subito cominciò a succhiarlo, vidi che aveva ancora un poco di sperma sulla guancia e quella vista cominciò a farmi effetto, il sangue scorreva più veloce nelle vene attorno al cazzo e lui reagì gonfiandosi.
L’altra mia mano le stava accarezzando il culo e tastando la sua resistenza, il dito s’intrufolò deciso tra le sue chiappe e facilmente scivolò in lei.
Lei mi sorrise felice e, capendo le mie intenzioni, appena visto che mi ero di nuovo indurito, si girò, mi sbatté il culo sulla faccia e poi, sempre ridendo, mi disse qualcosa di indefinito, ma che mi chiarì quando, prendendo le due mani, si allargò facendomi vedere quel piccolo buco che adesso non mi sembrava poi così piccolo.
Ero estasiato dalla sua facilità nel sesso e pensai a quante se la tirano solo per fartela sentire, poi mi avvicinai e le misi la cappella sullo sfintere e piano mi feci accogliere da quella tenera carne.
Mentre mi spingevo dentro sino a toccare con le palle le sue natiche, vidi che sorrideva di meno, ma questo &egrave naturale: ho pur sempre un uccello di 20 centimetri; la vidi mettersi una mano nella figa e sditalinarsi, allora io intervenni, le tolsi la sua e misi la mia, questo gesto fu molto apprezzato e, infatti, lei ricambiò spingendo il suo tenero culo contro il mio uccello, prendendolo sino al limite del possibile.
Gemeva di piacere e dolore e quando sentii che stava per venire in un orgasmo semi anale, io cominciai ad accelerare i miei colpi e cercai di seguirla nell’orgasmo.
Lei venne prima di me di circa 30 secondi, furono le sue urla di piacere a far sì che io la seguissi all’inferno e, spossato e sudatissimo, mi appoggia alla sua schiena.
Ammiravo quella ragazza stesa sull’erba che era venuta qua a lavorare e nello stesso tempo riusciva a prendere la vita con estrema semplicità e poi, ridendo, pensai che non aveva preso solo la vita.

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